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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale The è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 288Analitici , di cui in selezione 8 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da (Mito e civiltà moderna) Ernesto De Martino, Mito, scienze religiose e civiltà moderna in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 3 - 1 - numero 37

Brano: [...]anesimo e Simbolismo, curata dallo stesso Castelli (Padova, 1958). Numerosi sono invece gli antecedenti stranieri, come

— per ricordare i più recenti e i più importanti — i due volumi delYEranos Jahrbuch del 1949 e del 1950 (rispettivamente dedicati al mito e al rito), i numeri di Studium Generale del maggio, giugno e luglio 1955, il Journal of American Folclore del 1955, n. 370, e soprattutto il recentissimo fascicolo di Daedalus, Journal of thè American Academy of Arts and Sciences, che è della primavera del 1959 e che è dedicato interamente al mito e alla mitopoiesi (myth and mythma\ing). Tuttavia anche rispetto ai precedenti stranieri, così numerosi e ricchi, il presente fascicolo di « Nuovi Argomenti », dedicato a « mito e civiltà moderna», ha una propria fisionomia per il suo accentuato legame con i problemi connessi alla crisi e al rinnovamento della civiltà moderna. La serie degli articoli comprende uno scritto di R. Pettazzoni che opportunamente richiama una lettera inedita del Croce (in Italia infatti ogni revisione della pr[...]

[...]lenti in Les fonctìons mentàles dans les sociétés injérieures (1910) è segnato dall’intervento alla Societé fran^aìse de philosophie (1929) e dalle opere successive (Le surnaturel et la Nature dans la mentalité primitive, 1931; La mythologie primitive, 1935; L'experience mystique et les symboles chez les primitives, 1938; e soprattutto i Carnets pubblicati postumi nel 1949). Per questo sviluppo del pensiero di LévyBruhl si veda ora G. Gusdorf, Mythe et métaphisique, 1953, p. 187 sg.

(5) Come giustamente osserva il Gehlen, Urmensch und Spat^ultur, Bonn 1958, p. 292, « Gauguin a Tahiti e Nolde a Raboul hanno cercato qualchecosa di più che dei semplici motivi artistici ».MITO, SCIENZE RELIGIOSE E CIVILTÀ MODERNA

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poi la consistenza e il significato di questo «ritorno» nei diversi ambienti culturali (6).

# * #

L’analisi completa e la corrispondente valutazione critica di un movimento così vasto e complesso richiederebbero molto più di un semplice articolo. Ci soffermeremo pertanto solo su alcuni punti nodali relativi al movi[...]

[...]ld, Mùnchen 1931). La traduzione italiana, del Sacro, com’è noto, fu curata da Ernesto Buonaiuti (Bologna 1926).

(8) R. Otto, Das Heilige, 30a ed., p. 31. Thateron e anyad sono vocaboli che rispettivamente in greco e in sanscrito corrispondono alPagostiniana aliud valde e al ‘tutt’altro’ nel senso di R. Otto. Cfr. R. Otto, Das Gefiihl des Vberweltlichen, 1931, cap. Vili {Das Ganzandere in ausserchristlicher und in christlicher Spe\ulation und Theologie), e p. 229 {Das Aliud valde bei Augustin).MITO, SCIENZE RELIGIOSE E CIVILTÀ MODERNA

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Ma il numinoso come alterità radicale che atterrisce, cioè come tremendum, è sperimentato al tempo stesso come alcunché di polarizzante, di cattivante, di fascinante, che invita perentoriamente al rapporto (9). Questo « radicalmente altro » e « ambivalente » costituisce il momento irrazionale della complessa categoria del sacro, nella quale i momenti razionali (morali, estetici, conoscitivi) sono senza dubbio argomento di perfezione e di elevatezza, ma non esauriscono mai la fondamentale irrazio[...]

[...]delli rituali che nei primordi furono fondati, di guisa che l’uomo religioso si configura coinè tendenzialmente

(14) Cfr. H. Leichtenstein, Zur Phanomenologie des Wiederholungzwanges und des Todestriebes, in Imago XXI (1935), Heft 4, pp. 466488 e R. Spitz, Wiederholung, Rhytmus, Langweile, in Imago XXIII (1937), Heft 2, pp. 171196.

(15) B. Malinowski, Myth in Primitive Psychology, Londra 1926.

(16) Th. Preuss, Der religiose Gehalt der Mythen, Tiibingen 1933.

(17) p. 18 della trad. it. [Torino, 1948]: l’immagine del «passo indietro» è però di Ortega y Gasset.14

ERNESTO DE MARTINO

orientato verso il ripetere rivivendo e un rivivere ripetendo il passato metastorico esemplare, nel quale viene periodicamente riassorbita la proliferazione storica del divenire, e persino la stessa norma mimica o verbale delle singole iterazioni rituali. Così, per es., la festa babilonese dell’anno nuovo, Ya\ttu, disfa ogni volta il tempo accumulato nel corso dell’anno spirante, raggiunge il caos primordiale e ripete l’atto cosmogonico. Lo sce[...]

[...]iale dell’infanzia, dimenticato, o, più esattamente, mai pervenuto alla coscienza. La guarigione consiste nel ‘tornare indietro’, rifacendo il cammino in senso inverso, in modo da riattualizzare la crisi, da rivivere il traumatismo psichico e dà integrarlo nella coscienza... L’impresa di Freud era audace: introduceva il tempo e la storia in una categoria di fatti che venivano accostati, prima di lui, dall’esterno, un

r

(18) M. Eliade, Le mythe de Véternel retour, 1949, passim.MITO, SCIENZE RELIGIOSE E CIVILTÀ MODERNA

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po’ come il naturalista considera il suo oggetto. Soprattutto una scoperta di Freud ha avuto conseguenze considerevoli, cioè quella che esiste per l’uomo un’epoca primordiale in cui tutto si decide: la primissima infanzia, e che la storia di questa infanzia è esemplare per il resto della vita » (19).

La tematica di Le mythe de l’éternel retour di M. Eliade ha avuto una singolare fortuna in Francia nell’ultima decennio, ed anche in domini lontani dalle scienze religiose come tali: così p. es. Robert Volmat non ha esitato recentemente ad interpretare i disegni di un malato mentale secondo i criteri ermeneutici offerti dalPEliade:

M. Eliade ci mostra come l’uomo delle civiltà tradizionali e arcaiche lotta contro il terrore della storia mediante la ripetizione dell’atto cosmogonico e mediante la rigenerazione periodica del tempo. Con procedimenti diversi esso giunge ad abolire lo spazio e i'I tempo profani. La st[...]

[...]be lasciato posto sempre maggiore alla sfera del profano e della « tecnica » (21). Si ha qui la caricatura e la riduzione all’assurdo di un criterio interpretativo che circola insistentemente nel movimento di rivalutazione esistenziale della religione e del mito, e cioè l’idoleggiamento di un’epoca dell’umanità « tutta » religiosa e « tutta » mitica, non ancora « snaturata dalla tecnica », e « senza storia » nel senso oggettivo

(19) Eliade, Mythes, réves et mysteres, Parigi 1957, p. 55.

(20) M. Volmat, L’art psychopatologìque, Parigi 1955, p. 211.

(21) G. Gusdorf, Mythe et métaphisique, Parigi 1953, passim.16

ERNESTO DE MARTINO

che sarebbe vissuta beatamente nell’assoluto (22). Senonché questo « paradiso degli archetipi e della ripetizione », così come il Gusdorf lo concepisce si basa in sostanza su un equivoco concetto di « storia ». Se infatti per « storia » si intende semplicemente le res gestae che manifestano una coerenza culturale definita e attuano valori umani, nessuna civiltà è mai riuscita a nascere e a mantenersi chiudendosi integralmente nell’assoluto della ripetizione rituale di miti primordiali. Se per storia si intende il senso immediat[...]

[...]ato esclusivamente per facilitare un parto difficile. Quando il caso lo richiede la levatrice va a chiamare lo sciamano, il quale si reca alla casa della partoriente e compie la propria opera accovacciandosi sotto l’amaca dove la partoriente giace, impegnata nel suo travaglio senza esito. Ora la struttura di questo incantesimo

(24) C. LeviStrauss, Anthropdogie structurcde, Parigi 1958, p. 199.

(25) Nils M. Holmer e Henry Wasser, Mulgcda or thè Way of Muu, a medicinesong jrom thè Cunas of Panama, Goteborg 1947. I Cuna furono diligentemente studiati dal Nordenskiòld, il quale ebbe modo di formare fra gli indigeni preziosi collaboratori: uno di essi, il vecchio Guillermo Haya, fece pervenire al successore di Nòrdenskiòld, Henry Wasser, il testo in quistione, redatto in lingua originale e accompagnato da una traduzione spagnuola, sottoposta poi ad una accurata revisione da parte dello Holmer.MITO, SCIENZE RELIGIOSE E CIVILTÀ MODERNA

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mostra un complesso simbolismo, orientato in parte verso la ripresa di una situazione iniziale, e in parte verso il rivivere in te[...]

[...]onomia morale: successivamente la religione gli si configurò non più come una fase preparatoria, ma come il coronamento e il vertice del destino culturale dell'uomo. Ora ciò che lo aiutò a compiere questo ultimo passo fu proprio l’opera di R. Otto, che — come abbiamo visto — inaugura idealmente l’epoca culturale che stiamo analizzando. Jung

(35) Aion, p. 107.

(36) P. Zacharias, Die Bedeutung der Psychologie C. G. Jungs jiir die christliche Theologie, in Zeitschrift fùr Religionund Geistesgeschichte, V, 1953, pp. 13 sgg.

(37) R. Hostie, op. cit., p. 201, nota 98.

(38) Lettera di Jung al domenicano P. V. White, in White, God and thè unconscious, 1944, p. 260.MITO, SCIENZE RELIGIOSE E CIVILTÀ MODERNA

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potè infatti stabilire una sorprendente concordanza fra l’esperienza del « vivente rapporto con gli archetipi », quali gli veniva suggeriti dalla sua pratica di psicoterapeuta, e i momenti del numinoso così come R. Otto li aveva indicati nella sua ricerca fenomenologica sul Sacro. Il sentimento di dipendenza, il maestoso, l’efficace per eccellenza, il mistero tremendo e fascinante, il tutt’altro che chiama perentoriamente al rapporto, potevano essere agevolmente tradotti nel linguaggio della psicologia analitica com[...]

[...]o di un impulso distruttivo cui il mondo è esposto (la bomba atomica!), e quindi mai come oggi i tempi sono maturi per una adeguata valorizzazione dell’archetipo femminile della figura della Madre di Dio. Sull’archetipo femminile si veda ora la grassa fatica di E. Neumann, Die Grosse Mutter. Der Archetyp des grossen Weiblichen, Ziirich 1956. Dello Jung è da leggere anche il commentario psicologico al libro tebetano dei morti in M. Y. EvansWentz, The Tebetan Boo\ of thè Dead, London 1957, pp. XXXVLXIV. Fra gli scritti junghiani ancora inediti vi è anche un commentaro agli esercizi spirituali di S. Ignazio. Il lettore italiano che voglia formarsi un’idea dei rapporti fra junghismo26

ERNESTO DE MARTINO

vigore dalla psicoanalisi, il simbolo mitico affondava dunque le sue radici nel profondo della vita psichica, e quindi si collegava strettamente col mondo degli istinti e con lo stesso ordine biologico. La teoria junghiana degli archetipi come «organi» dell’inconscio collettivo, richiama — sia pure in via meramente ipotetica — ad una base anatomicofisiolo[...]

[...]religione e del mito è rappresentato in modo eminente dalla cosiddetta scuola miticorituale (MythRitual School). Già in Frazer, in Robertson Smith, nel Murray e nella Harrison prese rilievo la persua
e scienze religiose può avvalersi delle poche traduzioni comprese nella collana etnologica della casa editrice Boringhieri e della collana Psiche e Coscienza della casa editrice Astrolabio, nonché della recente traduzione del volume di J. Campbell, The Hero with a thousand faces pubblicata nel 1958 dalla casa editrice Feltrinelli.

(41) R. Caillois, L’homme et le sacre, 19502, p. 39 sg.

(42) JungKerényi, Prolegomeni dio studio scientifico della mitologia, trad. ital. Torino 1948, p. 33 sg.MITO, SCIENZE RELIGIOSE E CIVILTÀ MODERNA

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sione che il mito, nella concretezza della vita religiosa, affonda le sue radici nel rito e nel culto, e che fuori di questo rapporto il mito non è più tale, ma diventa arte, dramma, letteratura, filosofia, scienza, cioè — in generale — opera umana avviata alla consapevolezza della sua umanità e mond[...]

[...]a del momento rituale coincideva con il rinnovato interesse — in Inghilterra e nel continente — per l’eredità liturgica delle Chiese Cristiane e con le controversie relative alla revisione del Boo\ of Common Prayer (44), si comprende come anche per questa via si facevano valere nel campo degli studi inquietudini religiose e spunti polemici verso la concezione tradizionale della religione e del mito. In polemica col Frazer, che ancora in Myths of thè Origin of Pire (45) difendeva la interpretazione del mito come conato di risoluzione dei « problemi generali » relativi al mondo e alPuomo, S. H. Hooke ricollega i modelli miticorituali con la loro radice esistenziale:

Quando ci facciamo ad esaminare [i] modi primitivi di comportamento [che sono alila base del mito e del rito del mondo antico] noi troviamo che coloro che dettero origine ad essi non erano occupati con ‘problemi generali’ relativi a'1 mondo, ma con certi problemi pratici e pressanti della vita quotidiana: problema di assicurare i mezzi di sussistenza, di far sì che il sole e[...]

[...] di sussistenza, di far sì che il sole e la luna assolvessero alla loro funzione, garantirsi la regolarità delle piene del Nilo, mantenere il vigore corporeo del re in quanto simbolo della prosperità della comunità. Vi erano anche problemi concernenti l’individuo, come la difesa dalla malattia e dalla sfortuna, o l’acquisto di una conoscenza del futuro... In Egitto e in Mesopotamia, due o tremila anni a. C., le attività

(43) Cfr. S. E. Hyman, The Ritual View of Mith and thè Mythic, in Journal of american Folklore, 68 (1955), n. 270, p. 462 sg.

(44) S. H. Hooke, Myth and Ritual, Oxford 1933 e The Labyrinth, Oxford 1935.

(45) S. H. Hooke, Ritual and Kingship, Oxford, 1958, p. 261 sg.28

ERNESTO DE MARTINO

rituali assunsero un modello adattato ai bisogni di una civiltà urbana e di una struttura sociale di cui il re è al centro (46).

Per quanto la scuola miticorituale si lasciò talora fuorviare da una unilaterale accentuazione del momento rituale della vita religiosa (47), resta come suo merito l’aver energicamente sottolineato che un vero mito, nel quale si crede e che conferisce vita e significato, è inseparabile dal rito e dal culto o almeno dalla prospettiva di un possibi[...]

[...]alcun riferimento a un culto attuale o possibile sono propriamente letteratura, filosofia o scienza, ma non miti vivi, ancorché ne riecheggiano il tema. Noi cercheremmo del resto inutilmente in questo indirizzo generale delle scienze religiose formulazioni teoriche molto rigorose, tali da assùrgere a un vero e proprio impegno sistematico. Forse la formulazione teorica più impegnata è quella tentata da Clyde Kluckhohn in una monografia apparsa in The Harward Theological Review (48). L’autore polemizza con la tendenza prevalente nel secolo decimonono di considerare i miti indipendentemente dai rituali corrispondenti e dai loro concreti nessi esistenziali, e al tempo stesso rimprovera le interpretazioni psicoanalitiche della prima maniera (Abraham, Rank, Reik, lo stesso Freud) di non aver dato rilievo alla funzione sociale dei simboli miticorituali. Secondo l’autore, il rapporto fra mito e rito è quello di una dinamica interrelazione, e né la teoria dell’origine del mito dal rito, né quella opposta della origine del rito dal mito possono considerarsi p[...]

[...] mossa all’indirizzo è l’applicazione meccanica dei modelli miticorituali a civiltà religiose diverse, col risultato di non scorgere o di sottovalutare le differenze di struttura, di funzione e soprattutto di significato che i modelli in questione assumono in ciascun concreto contesto culturale: cfr. le varie posizioni dibattute al 7° congresso internazionale di storia delle religioni tenuto ad Amsterdam nel 1950 e interamente dedicato al tema « thè mythicritual pattern in civilization » (Proceedings of thè 7th Congress for thè History of Religions, Amsterdam 1951). Sia qui detto incidentalmente che il punto di vista rituale del mito ha dato notevole incremento a ricerche speciali sulle strutture miticorituali operanti nel dramma, nell’epica, nelle fiabe, nello stesso romanzo moderno, etc.

(48) K. Kluckhohn, Myths and Rituals: a generai therry, in « The Harward Teologica! Review », 35 (1942), pp. 4579.MITO, SCIENZE RELIGIOSE E CIVILTÀ MODERNA

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porto a nuovi miti. Vi sono miti che sono intimamente connessi col rituale, e che ne sono la minuta descrizione giustificativa, mentre altri miti non presentano una connessione così stretta col rito, nel senso che il rito racchiude tratti simbolici che non trovano espressione equivalente sul piano mitico, o che il mito si estende in particolari che non hanno riscontro nel comportamento cerimoniale. Vi sono infine miti secolarizzati, che svolgono una funzione prossima alla nostra « letteratura»[...]

[...]o immediato della coscienza » : si può descriverla, decomporla nei suoi elementi, darne la teoria, ma non mai risolverla in altro (57). Un punto di vista del genere non è certo in contrasto, com’è chiaro, col punto di vista del credente: e pertanto il tema del « numinoso », inaugurato da R. Otto, ha finito col diventare un punto di accordo non soltanto nel dominio delle scienze

(56) Op. cit., p. 48 sg.: cfr. H. Ch. Puech, Temps, histoire et mythe dans le Christianisme des premiers siècles, in « Proceedings of thè 7th Congress far History of Religions », 1950, pp. 33 sgg. Per il problema dei rapporti fra Cristianesimo e Storia si veda, in particolart, E. C. Rust, The Christian Under standing of History, London 1947; R. Niebuhr, Faith and History, London 1949; H. Butterfield H., Christianity and History, London 1949; K. Lowith, Meaning in History, Chicago 1949; G. van der Leuuw, Urzeit und Endzeit, in « Eranos Jahrbuch », XVII (1949), pp. 11 sgg.; T. Preiss, The vision of History in thè New Testament. On meaning of history, Papers of thè

ecumenical Institute, Genève 1950, pp. 54 sgg. J. Danielou, Essai sur le mystere de l’histoire, Paris 1953. Non senza significato è l’addensarsi di opere e monografie relative a questa problematica negli anni successivi alla fine della seconda guerra mondiale, periodo nel quale cade anche la produzione di Mircea Eliade (Le mythe de l’éternel retour è del 1949).

(57) Si veda p. es. Caillois, L’homme et le sacre, 19502 (19391), p. 17 sg. Analoga impostazione sta alla base della fenomenologia del van der Leeuw e di Mircea Eliade, come della teoria del mito del Gusdorf.MITO, SCIENZE RELIGIOSE E CIVILTÀ MODERNA

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religiose ma anche fra scienze religiose e punti di vista confessionali. Il gesuita Daniélou può su questa importante questione manifestare il suo pieno consenso con R. Otto e con Mircea Eliade:

Già Rudolf Otto ha acutamente osservato che certi simboli, come l’immensità del deserto o la profondità d[...]

[...] fatti del genere provano la forza del movimento di « ritorno alla religione »... L!American Institute of Public Opinion riferisce che il 97% degli Americani si identificano con uno dei maggiori gruppi religiosi, e l’80% degli Americani adulti dicono di credere nella Bibbia e nella parola rivelata di Dio. Può es
(62) Del Bultmann è da vedere la conferenza programma Neues Testament und Mythologie (apparsa dapprima in « Beitràge zue Evangelischen Theologie », 1941, e poi in « Kerygma und Mythos I», Amburgo 1951). Il lettore italiano può informarsi dello stato della quistione e della vastissima bibliografia attingendo da A. Vógte, Rivelazione Milo, in «Problemi e orientamenti di Teologia Dogmatica », Milano 1957, I, pp. 827 sgg.; R. Marlé, Bultmann e Vinterpretazione del nuovo testamento, trad. it., Brescia 1958; G. Miegge, L’evangelo e il mito nel pensiero di Rudolf Bultmann, Milano 1956; F. Bianco, Introduzione al problema dello smitologizzamento, nel voi. « Metafisica ed Esperienza Religiosa », Archiv. di Filosofia, Roma 1956, pp. 265 s[...]



da (Mito e civiltà moderna) Diego Carpitella, I «primitivi» e la musica contemporanea in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 3 - 1 - numero 37

Brano: [...]ica ideologica del Blut und Boden é invece sempre affermativa e si tiene legata alla « tradizione »: mentre la tradizione di qualsivoglia musica ufficiale é sospesa nella dizione musicale di Janacek che imita il linguaggio parlato proprio nel bel mezzo di tutti gli accordi perfetti ».
(7) A proposito della utilizzazione « esotica » di scale cinesi, giapponesi, giavanesi, indios e di spirituals negri, e relativa orchestrazione cfr. Mosco GARNER, The exotic element in Puccini in The Musical Quarterly (January, 1936, pp. 4567). Per il funzionamento «orientale» di Messiaen, vedi Le rythme chez Messiaen (in Poliphonie nn. 12, pp. 5864) e l'utilizzazione di alcuni principi ritmici (il virama) della musica popolare indù nella tecnica etereometrica della variazione ritmica. Sulla utilizzazione di una pseudolingua immaginaria indù vedi in Notes (Juin, 1950, p. 435) la recensione di A. W. Locke, ai Cinq Rechants, in cui é riportato l'inizio di uno dei canti: «Hayo kapritana lalilalilalila ssareno les amoureux s'envolent Brangien dans l'espace tu souffles amoureux s'envolent vers[...]

[...]armente utili alla nostra tesi. Per una bibliografia completa, v. B. NETT., op. cit., « Annotated Bibliography », pp. 145166, e « Notes », pp. 167174. Cfr. inoltre: J. CHAILLEY, Précis de musicologie, Presses Universitaires de France, 1958: cap. « L'ethnomusicologie » (par C. Brailoiu), pp. 3152; cap. « Organologie primitive » (par A. Schaeffner), pp. 5358; cap. « Antiquité orientale » (par A. Machabey), pp. 5972. Vedi J. KUNST, EthnoMusicology (The Hague, 1955). Cfr. anche bibliografia R. LEYDI, op. cit.
(25) J. J. ROUSSEAU, Dictionnaire de musique, 1767; J. AMIOT, Memoires sur la musique des Chinois tout anciens que modernes (Paris, 1776); W. JONES, On the musical Modes of the Hindus (1799).
(26) R. G. KIESEWETTER, Geschichte der arabischen Musik (Leipzig 1842).
124 DIEGO CARPITELLA
brò diminuire l'attenzione verso la musica dei primitivi e orientale. Una data fondamentale per la ripresa di questi studi rimane la monografia di Carl Stumpf sugli indios Bella Coola i quali visitarono Berlino nel 1882: Stumpf attratto dalla « stranezza » di questi canti li trascrisse in notazione moderna (27). Fu in questo periodo che a Berlina fu fondato l'Archivio di musica orientale. Contemporaneamente un fisico inglese, A. J. Ellis si interessò alla musica extraeuropea, studian[...]

[...]e e della musica del nordAfrica (constatando che la linea di demarcazione tra folklore arcaico e musica primitiva é molto labile) segui in gran parte i metodi della scuola tedesca (31). Da questo approfondimento della musica primitiva derivò di conseguenza la necessità di stabilire legami tra i risultati di questa
(27) CARL STUMPF, Lieder der Bellakula Indianer, « Vierteljahrschrift für Musikwissenschaft», 2, 405426, 1826.
(28) A. J. ELLIs, On the musical Scales of various Nations, « Journal of the Society of Arts », vol. 33 (1885); K. BUCHER, Arbeit und Rhytmus, 1896.
(29) E. M. VON HORNBOSTEL, Das berliner Phonogrammarchiv, « Zeitschrift für vergleichende Musikwissenschaft », 1, 4045 (1933); Hornbostel, Sachs, Systematik der Musikinstrumente, « Zeitschrift für Ethnologie », 46, 553590 (1914).
(30) LACH, Die vergleichende Musikwissenschaft, ihre Methoden und Probleme (1924); M. SCHNEIDER, Geschichte der Mehrstimmigkeit, vol. 1 (Die Naturvolker) 1934; G. HERZOG, Musical Styles in North America, « Proceedings of the twentythird International Congress of Americanists », 1928, pp. 455458[...]

[...]9) E. M. VON HORNBOSTEL, Das berliner Phonogrammarchiv, « Zeitschrift für vergleichende Musikwissenschaft », 1, 4045 (1933); Hornbostel, Sachs, Systematik der Musikinstrumente, « Zeitschrift für Ethnologie », 46, 553590 (1914).
(30) LACH, Die vergleichende Musikwissenschaft, ihre Methoden und Probleme (1924); M. SCHNEIDER, Geschichte der Mehrstimmigkeit, vol. 1 (Die Naturvolker) 1934; G. HERZOG, Musical Styles in North America, « Proceedings of the twentythird International Congress of Americanists », 1928, pp. 455458; B. NETTi., Stylistic Variety in North American Indian Music, « Journal of the American Musicological Society », vol. 6, n. 2, 1953; R. LACHMANN, Musik der aussereuropäischen NaturundKulturvölker, in « Handbuch der Musikwissenschaft », 1929; C. SACHS, The Rise of Music in the Ancient World (New York, 1943).
(31) B. BARTÓK, Scritti sulla musica popolare, Torino, Einaudi, 1955.
I «PRIMITIVI» E LA MUSICA CONTEMPORANEA 125
ricerca e le origini della musica, di cui si occuparono Wallaschek, Sachs, Lach, Lachinann, i quali trattarono anche alcuni problemi relativi alla musica primitiva e quella occidentale (32).
Con la fusione di alcuni studiosi anglosassoni e di rappresentanti della musicologia comparata tedesca — Fillmore, Flechter, Boas, Densmore, Roberts, Herzog, Metfessel ed altri — nacque la scuola americana
i cui scopi, fin dall'inizio, furono l'esame degli [...]

[...]a definizione colta a posteriori) sono delle successioni di suoni (quasi delle serie) in cui, generalmente, manca un'accentuata funzione « tonica » contrariamente all'armonia tonale tradizionale eurobianca. Prevale in gran parte la modalità, e anche quando vi sono scale tonali molto vicine a quelle bianche, il risultato fonico é completamente diverso, in quanto intervengono nell'ese
(32) R. WALLASCHEK, Anfänge der Tonkunst.
(33) A. P. MERRIAM, The use of music in the study of a problem of acculturation, «« American Anthropologist », 57, 2834 (1955). ,
(34) B. I. GILMAN, Hopi Songs, « Journal of american Ethnology and Archeology », vol. 5 (1908); F. DENSMORE, Chippewa Music, « Bulletin of the Bureau of American Ethnology », Washington 1910; A. M. JoNEs, The study of African Musical Rhythm, « Bantu Studies », vol. 11, 1937.
(35) M. METFESSEL, Phonophotography in folk music (1928).
126 DIEGO CARPITELLA
cuzione lo stile di emissione della voce (36), il timbro, l'intonazione
naturale », il ritmo (ed é qui uno dei punti focali del « mito » di riproduzione della musica primitiva). Tra i caratteri « regressivi » di certa musica primitiva, le scale di due suoni (ditoniche) e di tre suoni (tritoniche). Le più usate sono quelle tetratoniche e pentatoniche; si trovano scale esatoniche (soprattutto nella musica orientale) ed eptatoniche diatoniche, molt[...]

[...]la contemporaneo. Gli elementi più espliciti sono : la struttura prevalentemente modale delle scale, la cui base è in genere tetratonica e pentato
(36) A. LOMAX, Nuova ipotesi sul canto folkloristico italiano nel quadro della musica mondiale, in « Nuovi Argomenti », nn. 1718, nov. 1955 febb. 1956.
(37) B. NETTI., op. cit., pag. 49.
(38) G. HERZOG, Speechmelody and Primitive Music, « Musical Quarterly », 20, 452466 (1934).
(39) HELMHOLTZ, On the Sensations of Tone (New York, 1948); SCHNEIDER, Geschichte der Mehrstimmgkeit, op. cit.; V. BELAIEV, The Folk Music of the Georgia in « Musical Quarterly », XIX, 1933.
I « PRIMITIVI » E LA MUSICA CONTEMPORANEA 127
nica (l'uso delle terze è già di civiltà evolute); la conseguente struttura « seriale » delle melodie; il valore costruttivo del ritmo nella sua poliedricità asimmetrica e isometrica; l'organizzazione polifonica e non armonica delle voci; l'uso di alcune tecniche vocali (molto simili all'Urschrei, alla Sprechstimme, alla Sprechmelodie, alla Klangfarbenmelodie); l'utilizzazione di particolari strumenti (in special modo la percussione) (40).
Fondamentalmente il mito del primitivismo di struttura avvien[...]



da Massimo Mila, Guillaume Dufay, musicista franco-borgognone in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - marzo - 31 - numero 2

Brano: [...]627), e per un po', negli anni Trenta, gli dura in varie composizioni la scalmana per questo procedimento. Poi, dopo il 1440, esso sparisce dai suoi lavori, pur restando acquisita per sempre l'eufonica dolcezza dell'uso di terze e seste.
Ma nonostante l'innegabile funzione di cerniera fra Tre e Quattrocento, si deve correggere la vecchia concezione della storiografia positivistica che
2 CH. W. WARREN, Brunelleschi's Dome and Dufay's Motet, in «The Musical Quarterly », I,Ix, 1 (gennaio 1973).
164 MASSIMO MILA
faceva di Dufay un precursore, ancor timido, della grande polifonia fiamminga, intesa a sua volta, in un gioco fittizio di superamenti e di prepara
zioni, come l'ultimo gradino del progresso tecnico necessario a consentire la perfezione rinascimentale di Palestrina. L'arte di Dufay non è quella di un polifonista immaturo. La tecnica fiamminga dell'imitazione a canone non è la sua risorsa principale, anche se nelle ultime composizioni sacre egli se ne servi con maestria. Tecnica prediletta di Duf ay è invece quella della variazio[...]

[...]Fay. Monographische Studie über dessen Leben und Werke, in Bausteine für Musikgeschichte, Breitkopf und Härtel, Leipzig 1885; JOHN STAINER, Dufay and his contemporaries, Novello, London 1908; CHARLES VAN DEN BORREN, Guillaume Dufay. Son importance dans l'évolution de la musique au XV. siècle, Marcel Hayez, Bruxelles 1925; RUDOLF BOCKHOLDT, Die frühen Messekompositionen von Guillaume Dufay, H. Schneider, Tutzing 1960; CH. E. HAMM, A chronology of the works of Guillaume Dufay based on a study of mensural practice, Princeton University Press, 1964; AUGUST WILHELM AMBROS, Geschichte der Musik, Zweiter Band, F.E.C. Leuckert, Leipzig 1891 (3a ed.), pp. 339395 e 437540; CHARLES VAN DEN BORREN, Dufay e la sua scuola, in Storia della musica (The New Oxford History of Music), IH, Ars nova e Umanesimo (13001450), cap. VII, pp. 239266, Feltrinelli Editore, Milano 1964; N. BRIDGMAN, La vie musicale au Quattrocento, Ed. Gallimard, Parigi 1963; H. C. WOLFF, Die Musik der alten Niederländer, Leipzig 1956; M. BUKOFZER, Studies in medieval and renaissance music, New York 1950; ARNOLD SCHERING, Studien zur Musikgeschichte der Frührenaissance, C. F. Kahnt Nachfolger, Leipzig 1914 (pp. 138141, su: Et in terra pax e su: Par droit je puis bien complaindre; pp. 164169 sulla canzone Se la face ay pale e sulla sua trascrizione organistica; p. 179 su [...]

[...]71
Guillaume Dufay alla corte di Savoia, in « Santa Cecilia », 1925; F. ALBERTO GALLO, Citazioni da un trattato di Dufay, in « Collectanea Historiae Musicae », iv, Olschki, Firenze 1966; A. LANGE, Une lettre du duc Louis de Savoie au duc de Bourgogne à propos de Guillaume Du Fay, in « Publication du Centre Européen d'Etudes BurgondoMédianes », Ix (1967), pp. 103105; MARGARET and JAN BENT, Dufay. Dunstable. Plummer. A new source, in « Journal of the American Musicological Society », fall 1969, pp. 394425; M. RANDEL, Emerging triadic tonality in the XV century, in « The Musical Quarterly », LVII, 1 (gennaio 1971), pp. 7386; H. BESSELER, in Die Musik in Geschichte und Gegenwart, vol. in, ad vocem, Ed. Bärenreiter, Kassel 1954; N. BRIDGMAN, in La Musica, vol. II, ad vocem, Ed. Utet, Torino 1966; M. MILA, Guillaume Dufay. I. Canzoni e Mottetti. II. Messe e altre composizioni liturgiche, Corsi universitari G. Giappichelli, Torino 1972 e 1973.
DISCOGRAFIA
GUILLAUME DUFAY, Missa sine nomine, Capella Cordina, Alejandro Planchart director, Lyrichord stereo, LLST 7234 (contiene anche la Missa Fuit homo missus, di Anonimo).
ID., Missa sine nomine, Clemencic Consort[...]

[...]y, e il Libro di danze di Margherita d'Austria).
ID., Missa Caput, Clemencic Consort, Ars Nova (Harmonia Mundi) vsT 6072.
ID., Missa Caput. Isorhythmic Motets. Capella Cordina, Alejandro Planchart director, Lyrichord stereo, LLST 7190 (contiene i mottetti: Apostolo glorioso, Nuper rosarum gores, Fulgens iubar ecclesiae dei).
ID., Missa « Se la face ay pale », Vienna Chamber Choir « Musica antigua of Vienna », Dir. Hans Gillesberger, Vanguard, The Bach Guild DG653 (contiene anche la Missa « Sub tuum praesidium » di Obrecht).
ID., Missa « L'homme armé », The Berkeley Chamber Singers, Alden Gilchrist director, Lyrichord High Fidelity LL 150.
ID., Missa « Ave regina coelorum », Missa « Ecce ancilla Domini », Prague Madrigal Singers, dir. Miroslav Venhoda. Supraphon stereo 1 12 0618G.
ID., Missa Ave« regina coelorum », Motets, Chansons, Capella Cordina, Alejan
dro Planchart director, Lyrichord stereo LLST 7233 (contiene il mottetto Lamentatio Sanctae Matris Ecclesiae Constantinopolitanae e le canzoni: Puisque vous êtes campieur e Se la face ay pale).
ID., Missa « Ave regina coelorum », Clemencic Consort, Ars Nova (Harmonia Mundi) vsT 6054 stereo[...]

[...] campieur e Se la face ay pale).
ID., Missa « Ave regina coelorum », Clemencic Consort, Ars Nova (Harmonia Mundi) vsT 6054 stereo.
ID., Messensätze, Motetten and Hymnen, Capella Antiqua, München, Leitung: Konrad Ruhland; Telefunken, Das alte Werk, sAWT 9439B (contiene: Kyrie paschale « Lux et origo », Gloria ad modum tubae, Sanctus papale, Audi benigne, Salve regina, Kyrie, Ave maris stella, Magnificat VI toni, Ave regina coelorum).
Voices of the Middle Ages. Music from the Gothic Cathedral, Capella Antiqua, München, Konrad Ruhland conductor, Nonesuch stereo, H71171 (contiene, di Dufay: Alleluja, veni, Sancte Spiritus, Conditor alme siderum, Alma Redemptoris mater, Magnificat octavi toni, Veni, creator spiritus, Spiritus Domini replevit, oltre a 12 composizioni di Anonimo, un Senza te, Sacra Regina di Andrea Antico, e un Komm, Gott Schöpfer, Heiliger Geist di Balthasar Resinarius).
172 MASSIMO MILA
Archiv Produktion. Frührenaissance, GUILLAUME DUFAY, Geistliche Gesänge, Deutsche Grammophon Gesellschaft, 14019 (contiene la canzone Vergine bella, gli inni Vexilla regis e Ven[...]

[...]tung Konrad Ruhland, Telefunken, Das alte Werk, SAWT 9524B (contiene, di Dufay: Supremum est mortalibus donum, Nuper rosarum flores, inoltre: JOHANNES CICONIA, Venetia mundi splendor e O Padua sidus praeclarum; BELTRAME FERAGUT, Excelsa civitas Vincentia; Advenit nobis desiderabilis, dal codice di Trento 87; JUAN DEL ENCINA, Triste España; HEINRICH ISAAC, Quis dabit capiti meo aquam e Imperii proceres; JEAN MOUTON, Non nobis domine).
Music from the Court of Burgundy, Musica reservata, Conducted by John Beckett, Musical director: Michael Morrow. Philips 6500 085 (contiene, di Dufay: Vergene bella, La belle se siet au pied de la tour, Se la face ay pale per voce, per organo, per strumenti, Mon cuer me fait tous dis penser, Resveilliés vous, Par droit je puis bien complaindre et gémir, Pour l'amour de ma doulce amye, Bon jour bon mois, Adieu ces bons vins de Lannoys, inoltre: danze di Anonimi e Le souvenir de vous di ROBERT MORTON).
Music from the Court of Burgundy, Vocal and instrumental ensemble under the direction of Roger Blanchard, N[...]

[...]n Beckett, Musical director: Michael Morrow. Philips 6500 085 (contiene, di Dufay: Vergene bella, La belle se siet au pied de la tour, Se la face ay pale per voce, per organo, per strumenti, Mon cuer me fait tous dis penser, Resveilliés vous, Par droit je puis bien complaindre et gémir, Pour l'amour de ma doulce amye, Bon jour bon mois, Adieu ces bons vins de Lannoys, inoltre: danze di Anonimi e Le souvenir de vous di ROBERT MORTON).
Music from the Court of Burgundy, Vocal and instrumental ensemble under the direction of Roger Blanchard, Nonesuch Records, stereo H71058 (contiene, di Duf ay: Vergine bella, Lamentatio Sanctae matris Ecclesiae Constantinopolitanae, inoltre: canzoni e mottetti di Nicolas Grenon, Pierre Fontaine, Gilles Binchois, Antoine Busnois, Gilles Mureau, Robert Morton, Hayne van Ghizeghem).
Music from the hundred years war, Musica reservata, Conducted by John Beckett, Philips SAL 3722, 839753 LY (contiene, di Duf ay: Franc cuer gentil per organo, Se la face ay pale per organo, Magnas me gentes, Donnés l'assaut à la forteresse, inoltre: Tuba gallicalis, di ANONIMO; Piange, regni respublica, di GUILLAUME DE MACHAULT; Blance flour, per organo, di ANONIMO; Par maintes fois, di JEAN VAILLANT; S'aincy estoit, di SOLAGE; J'ayme bien celuy, di PIERRE FONTAINE; Je demande, di ACOURT; Anglia tibi turbidas, Patriae pacis, Estampie, Deus tuorum militum, di ANONIMO; Sub Ar(c)turo plebs vallata, di JOHANNES[...]

[...] gallicalis, di ANONIMO; Piange, regni respublica, di GUILLAUME DE MACHAULT; Blance flour, per organo, di ANONIMO; Par maintes fois, di JEAN VAILLANT; S'aincy estoit, di SOLAGE; J'ayme bien celuy, di PIERRE FONTAINE; Je demande, di ACOURT; Anglia tibi turbidas, Patriae pacis, Estampie, Deus tuorum militum, di ANONIMO; Sub Ar(c)turo plebs vallata, di JOHANNES ALANUS; Mutato modo geniture, di ANONIMO; Alma proles regia, di COOKE; Tappster, fill another ale, e L'homme armé di ANONIMO; L'homme armé per strumenti, di ROBERT MORTON; Deo gracias Anglia (The Agincourt Carol), di ANONIMO).
Music of the early Renaissance. John Dunstable and his contemporaries, Purcell Consort voices, Musica reservata, Dir. Grayson Burgess, Turnabout TV 34058 (contiene, di Duf ay: mottetto Ave regina coelorum, canzone Franc cuer gentil; di JOHN
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GUILLAUME DUFAY, MUSICISTA FRANCOBORGOGNONE 173
DUNSTABLE: O rosa bella, Quam pulchra es, Ave, maris stella, Veni, sancte spiritus; inoltre: il mottetto In tua memoria di ARNOLD DE LANTINS; il Salve regina gregoriano di ADNEMAR; il mottetto Ave, regina coelorum di WALTER FRYE; l'inno gregoriano Alma Redemptoris mater, di ERMANNO IL CONTRATTO. Di ANONIMI: carola Si[...]

[...]GUILLAUME DUFAY, MUSICISTA FRANCOBORGOGNONE 173
DUNSTABLE: O rosa bella, Quam pulchra es, Ave, maris stella, Veni, sancte spiritus; inoltre: il mottetto In tua memoria di ARNOLD DE LANTINS; il Salve regina gregoriano di ADNEMAR; il mottetto Ave, regina coelorum di WALTER FRYE; l'inno gregoriano Alma Redemptoris mater, di ERMANNO IL CONTRATTO. Di ANONIMI: carola Sing we to this merry company; canzone Filles à marier; carola Deo gratias Anglia (« The Azincourt carol »); bassa danza La Spagna e offertorio Reges Tharsis).
Musique française des XV et XVI siècles, Ensemble polyphonique de l'O.R.T.F., Direction Charles Ravier, inédits O.R.T.F., distribution Barclay, 995001 (contiene, di Dufay: Lamentation de Constantinople; J'attendray tant qu'il vous plaira; Mon coeur me fait tout dit penser; inoltre canzoni di ATTAINGNANT, SERMISY, PIERRE FONTAINE, JOSQUIN, LEGRANT, ROBERT MORTON, HANCOUR).
Quattro secoli d'oro di musica vocale e strumentale, 11001400, Esecuzioni del Piccolo Complesso di Milano per iniziativa della Finmeccanica, elaborazio[...]

[...]erie Reflexe, EMI Electrola 1 C 06330 124 G (contiene: Bon jour, bon mois; Hélas, mon deuil; Pour l'amour de ma doulce amye; Ce mois de may; Se la face ay pale; J'atendray; Craindre vous vueil; Ce jour de l'an; Adieu m'amour; Vergene bella; Quel fronte signorile in paradiso; Mirandas parfit haec urbs fiorentina puellas; Magnanimae gentis; O gemma, lux et speculum; Christe, redemptor omnium).
In a medieval garden. Instrumental and vocal music of the Middle Ages and Renaissance, Stanley Buetens Lute Ensemble, Nonesuch H71120 (contiene, di Duf ay: Pour l'amour de ma doulce amye e Adieu m'amour, adieu ma joye. Inoltre la canzone (strumentale) le draghe de mutse clutse di OBRECHT; la melodia popolare La Spagna nella versione per liuto di VINCENZO CAPIROLA; la basse danse « Tous mes amys » di ATTAINGNANT, per liuto, e numerose canzoni e danze di ANONIMI).
Masterpieces of the early French and Italian Renaissance, S.i. di esecutori, Nonesuch (Le chant du monde) H1010 (mono) (contiene, di Dufay: Les douleurs dont me sens e Donnez l'assaut à la forteresse, strumentale; inoltre: le canzoni Triste plaisir et douloureuse joie e Deul angoisseux, rage desmesurée di GILLES BINCHOIS; Mort, j'appelle de ta rigueur, musica di DELAHAYE su un rondeau di François Villon; Pucelotte, strumentale, di BusNOIs; Ne doibt on prendre, bergerette di LOYSET COMPÈRE; la canzone O rosa bella di JOHN DUNSTABLE; le frottole Voi che passate di F. VAROTER, Non peccando altri che 'l core e Ostin[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] R. Zangheri, La mancata rivoluzione agraria nel Risorgimento e i problemi economici dell'unità in Studi gramsciani

Brano: [...]Sarebbe ad esempio suscettibile di interessanti considerazioni una analisi della distribuzione settoriale del

1 NOTI, La ricchezza dell’Italia, cit., pp. 145153.

2 G. MlRONE, « Relazione sull’andamento dei servizi del Banco di Napoli », in Annali del ministero di agricoltura, industria e commercio, 1877, voi. 106, p. 69.

3 Questo punto di vista è ignorato o trascurato da S. B. CLOUGH C. LIVI, « Economie growth in Italy : an analysis of thè uneven development of North and South», in The Journal of economìe history, voi. XVI, n. 3 (sept. 1956), pp. 334349.Renato Zangheri

379

potenziale produttivo V Mi limiterò ad alcuni rilievi sul ritmo dello sviluppo. Alexander Gerschenkron, ohe ha costruito un indice della produzione industriale italiana per gli anni 18811913, calcola per questo periodo un tasso di incremento medio annuo del 3,8% con una punta del. 6,7% per gli anni 18961908 di massimo slancio. Tralasciamo in questa sede di esaminare l’attendibilità dell’indice in questione, che in ogni caso non sembra gravemente discordante da misure elaborate in precedenza da stud[...]

[...]re, la tariffa granaria era tutt’altro che « incongrua », perché consentiva ai grandi proprietari terrieri di porre la rendita al riparo della crisi agraria persistente, di conservare le antiquate strutture agrarie e fondiarie: e insomma era

1 Cfr. V. Parenti G. Bloch, « .La production industrielle en Europe occidentale et aux EtatsUnis de 1901 à 1955 », in Moneta e credito, voi. IX, n. 36 (1956), p. 275 sgg.

2 A. Gerschenkron, « Notes on thè rate of industriai growth in Italy. 18811913», in The Journal of economie history, voi. XV, n. 4 (dee. 1955), pp. 360375, ed ora, con aggiunte, in Moneta e credito, voi. IX, n. 3334 (1956), pp. 5063.380

I documenti del convegno

espressione di un accordo fra industriali settentrionali, tessili e siderurgici, e latifondisti meridionali1. Un accordo che può anche apparire, sulla scorta di un astratto schema di sviluppo, « incongruo » alle esigenze dell’industrializzazione, ma che fu in effetti la forma imposta a quel tipo di industrializzazione, stentato e distorto come esso riuscì. E del resto, il prezzo dell’espansione industriale, di cui [...]

[...]gli indici « a popolazione costante » calcolati dal Dessirier, fatti pari a cento la produzione del 1913, la produzione italiana era nel 1880 di 77 e quella francese di 80. A volersi spingere fino alla vigilia della grande

1 È del resto dubbio che il nuovo assetto fondiario non abbia avuto, dopo la rivoluzione, alcun effetto di progresso sull’agricoltura francese, come asserisce il Romeo. Si vedano, fra gli altri, in contrario: J. H. CLAPHAM, The economie development of France and Germany. 18151914, Cambridge, 1955, p. 21 sgg.; A. ChaBERT, Essai sur les mouvements des revenus et de l’activité économique en France de 1798 à 1820, Paris, 1949, p. 56. Il movimento fondiario stesso ebbe sviluppi diversi da regione a regione : in alcune, piccolo possesso contadino e piccola coltura sono fortemente diffusi già prima della rivoluzione; in altre, la « réaction seigneuriale » del sec. XVIII ha portato alla ricostituzione di grandi patrimoni nobiliari ed ecclesiastici. E se la rivoluzione, con la vendita dei beni nazionali « a changé beaucoup d[...]

[...] 1952, p. 147.

2 La parte dell’agricoltura nella formazione del reddito nazionale è caduta in Inghilterra da circa il 17 al 6 per cento, fra il 18679 e il 19113: E. M. OjALA, Agricolture and economie progress, London, 1951, p. 66. Negli anni precedenti la seconda guerra mondiale la dipendenza alimentare dall’estero era ancor più forte che nel periodo immediatamente successivo, come mostrano i dati analitici raccolti da R. J. Hammond, Food, 1, The growth of a policy, London, 1951, p. 394 (History of thè second world war. United Kingdom civil series, ed. W. K. Hancock). Sul basso impiego di mano d’opera salariata nell’agricoltura inglese, si veda: MlNISTRY OF AGRICULTURE AND Fisheries, National farm survey of England and Wales. A summary report, London, 1946, p. 48.I

382 I documenti del convegno

crisi, il confronto riuscirebbe addirittura svantaggioso per l’Italia, il cui indice, a differenza di quello francese, non supera fino al 1927 la quota del 1913 \

Lo stesso esame compiuto dal Romeo della evoluzione della composizione professionale della popolazione dimostra il contrario dell[...]



da Arnaldo Pizzorusso, Lahontan e gli argomenti del selvaggio in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - marzo - 31 - numero 2

Brano: [...]Non credo che si possa indicare nell'opera di Lahontan un'analisi e una distinzione teorica delle forme o degli attributi propri della condizione naturale. Vi si ritrova tuttavia, per dirla con Lovejoy e Boas (Primitivism,
p. 112), un'antitesi basilare fra la cOonç e il vóµos, e quindi l'idea che la cpúaLs possa permanere incorrotta solo nell'ambito di una società primitiva.
4 Summa de arte praedicatoria, cit. da G. BOAS, Vox Populi: Essays in the History of an Idea, Baltimore, 1969, p. 58.
5 Vedi in proposito A. O. LOVEJOY e G. BOAS, Primitivism and Related Ideas in Antiquity, New York, 1965, pp. 12 ss. Cfr. anche B. TOCANNE, L'Idée de nature en France dans la seconde moitié du XVIIe siècle, Paris, 1978; J. EHRARD, L'Idée de nature en France dans la première moitié du XVIIIe siècle, Paris, 1963.
128 ARNALDO PIZZORUSSO
I fatti attinti all'esperienza, i costumi dei selvaggi canadesi e la loro descrizione da parte di Adario, offrono molteplici illustrazioni di questa idea 6. Una vita naturale presuppone una società senza leggi: « Ha! [...]

[...]cultano l'uomo nella sua corporeità, in quelle parti o proporzioni del corpo che, in particolare, possono rendere piú o meno desiderabile il commercio sessuale. Adario espone, con ingenuità libertina, i vantaggi della nudità.
Tutto ciò sfocia in una critica generale delle società civili. Nel suo saggio O f Plantations, Bacone suggeriva di mandare spesso alcuni selvaggi nel paese colonizzatore, affinché potessero vedere « a better condition than their own, and commend it when they return » 11. Non aveva previsto, a quanto sembra, la possibilità che il confronto producesse un esito opposto. « Vivere senza leggi » è la divisa dei selvaggi: Adario, che ha visitato Parigi, insinua che una riforma degli abusi introdotti dall'interesse potrebbe portare anche i Francesi, un giorno, a vivere senza leggi 12. L'apologia delle leggi, affidata al Lahontan dialogante, è dogmatica e tuttavia inefficace. Adario incalza: come difendere l'uso del danaro, ignoto ai selvaggi, e il prestigio che ne deriva?
9 Histoire de Juliette ou les prospérités du vice, in SADE, Oeuvres complètes, Pa[...]

[...]dall'interesse potrebbe portare anche i Francesi, un giorno, a vivere senza leggi 12. L'apologia delle leggi, affidata al Lahontan dialogante, è dogmatica e tuttavia inefficace. Adario incalza: come difendere l'uso del danaro, ignoto ai selvaggi, e il prestigio che ne deriva?
9 Histoire de Juliette ou les prospérités du vice, in SADE, Oeuvres complètes, Paris, t. xxii, 1967, p. 224.
10 H. L'ESTRANGE, Americans no Lewes, or Improbabilities that the Americans are of that Race, London, 1652 [1651], p. 72, cit. da G. GLIozzI, Adamo e il Nuovo Mondo, p. 435.
" F. BACON, Essays, LondonNew York, 1955, p. 106.
12 DL, 196. Come nota S. LANDUCCI, I filosofi e i selvaggi (15801780), Bari, 1972, p. 143, Lahontan ripete, ma « in tono eulogistico, tendente all'idealizzazione », una formula corrente sui selvaggi.
LAHONTAN E GLI ARGOMENTI DEL SELVAGGIO 131
Su quali reali valori si fonda la società civile? Il Lahontan memorialista mostra come tali valori siano visti, interpretati, giudicati dai selvaggi:
Ils se moquent des Sciences et des Arts, i[...]

[...]t ».
136 ARNALDO PIZZORUSSO
si bien, que l'on ne regrete jamais le temps qu'on a passé avec ces Philosophes rustiques (MM, 99).
Rifiutano di lasciarsi istruire in materia di religione, sebbene, in base agli articoli di fede professati da Adario, il lettore debba essere indotto a pensare che le concezioni religiose degli Uroni non si discostino di molto dalle concezioni cristiane. Sono, come scriverà uno studioso ottocentesco, Peter D. Clarke, the laws of nature and of nature's God 22? O non piuttosto concezioni molto (forse troppo) vicine a quelle dei Philosophes, come già insinuava Antoinejoseph Pernety?
Le Baron de Lahontan prête aux Indiens du Canada, et beaucoup d'Auteurs rapportent des autres Peuples du nouveau Monde, des raisonnemens si justes et si abstraits sur l'Etre souverain, sous le nom du grand Esprit, qu'on les diroit puisés dans les écrits des Philosophes.
Lo stesso Pernety aggiungeva però:
Mais enfin quoiqu'ils n'ayent ni culte, ni religion, ils disent que ce grand esprit contient tout, qu'il agit en tout, que tout [...]

[...]ant qu'ils ne suivent pour ainsy dire aucune religion ») 24. Ma questa stessa ignoranza di ogni cerimonia e culto monoteistico, già notata da Champlain (« Chacun le [Dieu] prioit en son coeur, comme il vouloit ») e deplorata nelle relazioni dei Gesuiti 25, era presentata ora nella prospettiva positiva di un pluralismo o di un universalismo religioso. Quali che siano state in realtà la forma e i limiti in cui
22 Origin and Traditional History of the Wyandotts, Toronto, 1870, cit. da H. P. Biggar nel commento della sua ediz. di J. CARTIER, The Voyages ..., Ottawa, 1924, p. 179.
23 A. J. PERNETY, Dissertation sur l'Amérique et les Américains, in C. DE PAUW, Recherches philosophiques sur les Américains, Berlin, m, 1770, p. 128.
24 Cfr. J. CARTIER, 1.C.; S. CHAMPLAIN, Les Voyages [...] ou Journal très fidèle des observations faites ès descouvertures de la Nouvelle France, Paris, 1613, p. 193; N. PERROT, Mémoire..., cit., p. 12.
25 S. CHAMPLAIN, l.c. J. Tailhan, nel suo commento al Mémoire di N. Perrot, p. 166, cita in proposito alcune relazioni gesuitiche (1626, 1648), che negano l'esistenza, presso i selvaggi, di ogni forma di cul[...]

[...]stiana, Adario non ne oppone di altrettali, ma dichiara la sua libertà da ogni condizionamento della tradizione e dell'imitazione. Vi è dunque un continuo contrasto fra il senso che al termine « ragione » attribuisce il dialogante (mera affermazione ed esposizione di tesi dogmatiche) e il senso che gli attribuisce Adario. Ma la
26 La questione è naturalmente di grande complessità. Mi limiter() a registrare quanto scrive in proposito D. JENNEss, The Indians of Canada, Ottawa, 19553, p. 171: « Although the great body of the Indians lingered in a polytheistic stage, yet in several parts of Canada, particularly on the plains, the more speculative had arrived at a true monotheism. Their AllFather was not the omniscient and benevolent Being of the Christian religion who created and governs this universe to fulfil some unknown purpose. Neither was it an intellectual principle, like the 7Lóyos or vows of Greek philosophers. Rather it was the personification of the mysterious powers operating in man's environment, forces that were conceived as emanations from some higher force ». Lo studioso fa notare come tali concezioni, a contatto con i colonizzatori europei, abbiano subito alterazioni e modificazioni (ibid., p. 183): « The principal adjustment was in the direction of pure monotheism. Every tribe had possessed a skygod who ranked among the higher supernatural beings, even if he did not always occupy the foremost place. In reaction to Christian teaching the Indians exalted him into a `Great Spirit' of righteousness, the master of the universe and the direct author of all that happens here below. It is true that the Hurons and the plains' tribes had almost reached this conception in preEuropean days [It is not impossible that the imperfect monotheism of these Indians was itself a very early reaction to vague Christian ideas carried from tribe to tribe across the continent before any white explorers reached the far interior (nota di D.J.).], but they failed to emphasize the moral nature of their skygod and had allowed the doctrine to remain entangled in a mass of polytheistic beliefs and a still cruder natureworship ».
1
138 ARNALDO PIZZORUSSO
ragione è una sola... Il lettore non potrà non concludere: la ragione di Adario.
Nella ragione tuttavia, e soprattutto nella sua funzione strumentale, è insito un pericolo. Se gli orsi e i lupi fossero capaci di « formare una repubblica » (MM, 143), chi potrebbe impedire loro di distruggere gli uomini? Se gli uomini, inversamente, non avessero la facoltà di pensare, di ragionare e di parlare, certo non potrebbero recare la guerra ad altri uomini. Ciò che Adario contesta è la cultura della ragione, le « mille belle s[...]



da Giorgio Rochat, Varietà e documenti. Il genocidio cirenaico e la storiografia coloniale in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4

Brano: [...]Rainero per l'editore Marzorati, cui rinvio per un quadro articolato della politica italiana di repressione.
4 Cfr. ELIO MIGLIORINI, Il territorio, in AA.VV., Il territorio e le popolazioni, Roma, Comitato per la documentazione dell'opera dell'Italia in Africa, 1955, pp. 9899; si veda anche ENRICO DE AGosTual, Le popolazioni della Cirenaica, Bengasi, Governo della Cirenaica, 1923.
VARIETÀ E DOCUMENTI 451
naica, l'EvansPritchard, che scrive: « The population of Cyrenaica is probably round about 200.000, of whom about a quarter live in the towns, the remainder being tended Bedouin and a few thousand oasis dwellers » 5. Accettiamo quindi la cifra approssimativa di 200.000 anime per i primi anni della dominazione italiana, ma registriamo che negli anni Trenta i censimenti italiani danno totali assai piú bassi per la popolazione araba della Cirenaica, intorno ai 140.000. Queste cifre vanno prese con qualche cautela; in particolare il censimento del 21 aprile 1931, che dà un totale di 142.000 arabi 6, non è attendibile perché non tiene conto della deportazione in corso della popolazione, ma continua a dare come dimoranti nelle regioni di orig[...]

[...]ddebitata, direttamente o indirettamente, alle operazioni italiane del 193031 per lo schiacciamento della resistenza. Si tratta di circa 50.000 arabi (assai di piú, se si prende per buona la valutazione ufficiale del 1928), da rapportare non al totale della popolazione cirenaica (gli abitanti delle città e delle zone circostanti ormai inseriti nell'economia urbana e quelli delle oasi dell'interno, 7080.000 in tutto,
5 EDWARDS E. EVANSPRITCHARD, The Sanusy of Cyrenaica, Oxford, Clarendon Press, 1948, p. 39 (traduzione italiana Colonialismo e resistenza religiosa nell'Africa settentrionale. I Senussi della Cirenaica, introduzione di Vittorio Lanternari, Catania, Edizioni del prisma, 1979). EvansPritchard, uno dei maggiori antropologhi contemporanei, con una diretta e profonda conoscenza del mondo arabo e africano, visse in Cirenaica nel 194244 come ufficiale britannico, in mezzo alle tribú del Gebel. La sua opera sulla Senussia è certamente la piú autorevole in materia, ma è sistematicamente ignorata dalla storiografia coloniale italiana,[...]



da m.m.[M. Marchi], scheda sintetica di «Italian Studies» in KBD-Periodici: Rinascita 1975 - 8 - 29 - numero 34

Brano: [...]to significativo dell'ampio spazio che il periodico avrebbe accordato ai problemi letterari novecenteschi negli anni settanta. Negli ultimi numeri sono comparsi infatti studi, spesso non a carattere piattamente divulgativo, sui rapporti tra il futurismo e il fascismo, sulla rilevanza della componente ebraica in Svevo, su Pasolini filologopolitico; sul versante della poesia, tentativi di ricostruzione di parabole artistiche e sintetici profili (« The poetry of Giuseppe Ungaretti », « The poetry of Vittorio Sereni », dovuti rispettivamente a G. Singh e B. Merry), ma anche ricerche criticamente più appuntite, su petti particolari dell'opera di un poeta
(« Montale's dialectic memory » di F. J. Jones, « Vertical and Hon zontal Sightings on Montale's Satura » di M. M. Grimshaw).
L'articolazione di Italian Studies consta attualmente di tre sezioni: Articles, nel cui ambito sono accolti gli studi e la pubblicazione di importanti inediti (lettere del Tasso, di Salvator Rosa, del Foscolo ecc.); Reviews e Bibliography, rubriche di recensione e di segnalazione bibliografica di lavori [...]



da (9 Domande sul romanzo) Elsa Morante in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...]o », che pure, nella loro sostanza, sono assolutamente dei romanzi, e andrebbero studiati sotto lo stesso titolo dei due primi. Nei riguardi dell'arte del romanzo, non importa se questi siano scritti in prosa, e quelli in versi. Anche nell'arte del teatro, si possono dare drammi in versi, o in prosa; ma non se ne determinano, in conseguenza, due « generi » distinti. « Il giardino dei ciliegi » appartiene all'arte del teatro, come vi appartiene « The cocktail party ».
Per quanto mi riguarda, io confesso che arrivo addirittura a considerare romanzi il « Canzoniere » di Petrarca, per esempio, o « I Sonetti » di Shakespeare (per le stesse considerazioni sostanziali per cui si chiama romanzo « La princesse de Clèves » o « A la recherche du temps perdu »).
Già altre volte (per esempio nel 1957, a proposito del « Can zoniere » di Saba) mi è capitato di esporre le mie ragioni su simile argomento. E mi si scuserà, dunque, se, ripetendo, in parte, cose già dette allora, riproporrò qui una definizione del romanzo che a me sembra giusta (ma che do[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine The, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Storia <---Pratica <---italiani <---italiana <---italiano <---Filosofia <---Inghilterra <---Storiografia <---Sulla <---realismo <---siano <---Bibliografia <---Ciò <---Così <---Del resto <---Dio <---Diritto <---Francia <---Logica <---Perché <---Poetica <---Psicologia <---Quale <---Retorica <---Scienze <---dell'Ottocento <---etnologici <---italiane <---musicisti <---psicologia <---psicologico <---simbolismo <---American <---American Musicological Society <---Arts <---Brahms <---Bulletin <---Dialettica <---Die <---Dogmatica <---Ecco <---Egitto <---Elettronica <---Etnologia <---Fisica <---Folklore <---Fondamentalmente <---Frazer <---Freud <---Frobenius <---Gegenwart <---Già <---Kiesewetter <---Les <---Lévy <---Lévy-Bruhl <---Malinowski <---Meccanica <---Medicina <---Musica <---Musical Quarterly <---Musicologia <---Musique <---Nuovi Argomenti <--- <---Proceedings <---Psicanalisi <---Rhytmus <---Stato <---Studi <---The Musical <---The Musical Quarterly <---Tous <---Utet <---Vhistoire <---Vittorio Lanternari <---Zeitschrift <---abbiano <---antropologici <---capitalismo <---colonialismo <---cristiana <---cristiane <---cristiani <---cristiano <---dell'Italia <---espressionismo <---etnologia <---fascismo <---fisiologica <---ideologia <---ideologica <---ideologie <---marxista <---nazista <---oggettivismo <---parallelismo <---psicologica <---psicologici <---riacquista <---romanticismo <---siciliani <---Abbandonato <---Abenlandes <---Achilpa <---Acustica <---Ad Cor <---Adario <---Adieu <---Adorno Schoeneberg <---Adrien Petit <---Advenit <---African Musical <---Agge <---Agincourt Carol <---Agiografia <---Agli <---Agnus <---Agostino Depretis <---Agraria <---Agricolture <---Aion <---Alchemie <---Alchemìe <---Alcide Don <---Alden Gilchrist <---Aldrich <---Alejandro Planchart <---Alexander Gerschenkron <---Aliud <---All-Father <---Alleluja <---Alma Redemptoris <---Although <---American Academy <---American Ethnology <---American Folclore <---American Institute <---Americanists <---Americans <---Amiot <---Amours <---Amsterdam <---Amsterdam-Leipzig <---Américains <---Analytische Psychologie <---Anche J <---Ancient World <---Andrea Antico <---Angelo Paccagnini <---Angoscia <---Anna di Cipro <---Annabella Rossi <---Anno V <---Annotated Bibliography <---Anonimi <---Anonimo <---Anthropdogie <---Anthropologist <---Antifone <---Antiquity <---Antiquité <---Antoine Busnois <---Antoine Vérard <---Anton Webern <---Antonio Gramsci <---Antonio Squarcialupi <---Antropologia <---Antwort <---Aori <---Architecture <---Archiv Produktion <---Archivistica <---Arien <---Armando Sapori <---Armes <---Arnold Sch <---Arnold Schoenberg <---Arras <---Ars <---Ars Nova <---Articles <---Asemanticità <---Astrolabio <---Atlantis di Frobenius <---Atti III <---Atti del Convegno <---Auguri <---August Wilhelm <---Aujsàtze <---Auteur <---Ave <---Avere <---Bach Guild <---Ballades <---Balthasar Resinarius <---Baltimore <---Banchetto <---Banco di Napoli <---Bantu Studies <---Barnes <---Baron de Lahontan <---Bartok <---Basta <---Bausteine <---Beata Mater <---Beato Angelico <---Bedouin <---Being <---Beitràge <---Belges <---Bella Coola <---Bellakula Indianer <---Benedictus <---Bengasi <---Berlina <---Berlino <---Berna <---Berçeuses <---Besançon <---Besseler <---Bewusstseins <---Bianchi Bandinelli a Frobenius <---Biggar <---Biologia <---Bisogna <---Biute <---Blance <---Blut <---Boden <---Bollettino <---Bologna <---Bonagiunta <---Bonté <---Boosey <---Borgogna <---Borgogna Filippo <---Borren <---Boulez <---Bourgogne <---Bourguignon <---Brailoiu <---Brangien <---Breitkopf <---Breslau <---Briefwechsel <---Brumel <---Buetens Lute <---Bullock <---Burgundiae <---Burgundy <---Butterfield <---Butterfield H <---Bétique <---Cacce <---Caillois <---Cambrai <---Cambrésis <---Canada <---Canadien <---Canon Missae <---Cantus <---Canzoniere <---Capella <---Capella Antiqua <---Capella Cordina <---Carfours <---Carissimi <---Carl Stumpf <---Carlo Cattaneo <---Carlo Malatesta <---Carneade 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<---Downley <---Dresda <---Dueil <---Dufay <---Dufay di Nuper <---Dunstable <---Duomo di Colonia <---Déspois <---Economia agraria <---Ecriture <---Edgar Dacqué <---Edimburgo <---Einfiihrung <---Electrola <---Emerging <---Endzeit <---Energeti <---Enfans <---Enfin <---England <---Enrico De Leone <---Ensuite <---Entro <---Epitaphe <---Eranos Jahrbuch <---Erich M <---Ernesto Buonaiuti <---Ernesto Cassirer <---Ernesto De Martino <---Eschatologie <---Esecuzioni del Piccolo Complesso <---Esperienza Religiosa <---Estampie <---Estetica <---Etats <---Etats-Unis <---Ethno-Musicology <---Ethnologie <---Etica <---Etienne Brulé <---Eugenio Onjeghin <---Européans <---Evangelischen Theologie <---Evans-Pritchard <---Excelsa <---Exiguum <---F.E.C. <---Faliud <---Fanne <---Fauré <---Feltrinelli Editore <---Fenichel <---Fenomenologia <---Festmusik <---Feuerbach-Marx <---Fidelity LL <---Filles <---Fillmore <---Finmeccanica <---Firth <---Fisheries <---Flaubert <---Flaubert nella Madame Bovary <---Flechter <---Fleur de Rhétorique <---Flos <---Food <---Formen <---Forschung <---Foscolo-Manzoni-Leopardi <---Francesi <---Franchino Gaffurio <---Franchoise <---Franz Xavier <---François Villon <---Friburgo <---Fryer <---Fuerbach <---Fulgens <---Fumeux <---Furetière <---Félicité Commune <---Fénelon <---Ganz <---Gastone Bachelard <---Gauguin a Tahiti <---Gehalt <---Gehlen <---Geistes <---Geistesgeschichte <---Geistliche <---Gejtihl <---Germany <---Gerschenkron <---Gershwin <---Geschichte <---Gestcdtungen <---Ghizeghem <---Giannozzo Manetti <---Giappichelli <---Gilles Binchois <---Gilles Mureau <---Gilman <---Gioacchino Pepoli <---Giorgio Sorel <---Giovanni Macchia <---Giuseppe Ferrari <---Giuseppe Romita <---Giuseppe Ungaretti <---Già Rudolf Otto <---Godsdienst <---Gogol <---Golgota <---Goteborg <---Gothic Cathedral <---Gott Sch <---Gottes <---Gramsci <---Gran Bretagna <---Grayson Burgess <---Graziani <---Graziani I <---Graziani I Purtroppo <---Greek <---Grosse Mutter <---Gueu <---Gueudeville 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<---Rhétorique <---Risorgimento <---Rituals <---Rivelazione Milo <---Rivista Italiana <---Rivista storica italiana <---Robert Morton <---Robert Rogers <---Robert Volmat <---Robertson Smith <---Robespierre <---Roger Blanchard <---Roger Caillois <---Rognoni <---Roma-Napoli <---Romain Rainero <---Roman Vlad <---Rondeaux Resvellons <---Rooxoxt <---Rossignol <---Rudolf Bultmann <---Rudolf Otto <---Rue <---Russie Paienne <---Sacra Regina di Andrea Antico <---Sacro <---Saggio sul mistero della storia <---Saint-Gothard <---Salpetrière <---Salvator Rosa <---Salve Regina <---Sancte Spiritus <---Santa Cecilia <---Santa Maria <---Satie <---Savoie <---Scales <---Schaeffner <---Scharfer <---Schleiermacher <---Schoenberg <---Schoenberg Doktor <---Schubert <---Scriabin <---Scrjabin <---Sebald Heyden <---Secondo Badoglio <---Seele <---Seelenprobleme <---Sei-Settecento <---Seneca <---Sensations <---Senussia <---Septentrionale <---Serafino Aquilano <---Serie Reflexe <---Sesso <---Shakespeare 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Labyrinth <---The Rise <---The Ritual View <---The Sanusy <---The Tebetan <---The Voyages <---Their <---Theological Review <---Thomas Chevru <---Thomas Mann <---Thomas Morus <---Thonon <---Thule <---Tiamat <---Tiibingen <---Todestriebes <---Togliatti <---Tommaso Moro <---Tone <---Tonkunst <---Torino-Roma <---Toronto <---Toute <---Toutes <---Tractatus <---Traditional History <---Trattato di Psicoanalisi <---Trenta <---Triste España <---Très <---Tucci <---Tucci S <---Tupini <---Turnabout <---Turnabout TV <---Tutzing <---Tynjanov <---Uakjtu <---Umano <---United Kingdom <---Universitaires <---Università di Marburgo <---Untersuchungen <---Urmensch <---Urone <---Uroni <---Urschuld <---Urzeit <---Uto <---Utrecht-Antewerpen <---Van Eyck <---Vanguard <---Vberweltlichen <---Vdikerpsycholo <---Vedi M <---Vedi in Tse <---Venetia <---Vergene <---Verhàltnis <---Verso <---Versueh <---Vertical <---Vexilla <---Via Trinità <---Viate <---Vienna Chamber <---Vierteljahrschrift <---Villages <---Vincentia 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