Brano: [...]irsi, come mi sento, sempre disposto ad indirizzare la vista ad altri segni che altri crede di poter additare e che rivelerebbero un altro mondo, un mondo al di sotto o al di sopra della storia e delPumanità. Le savant a Vesprit douteux ». Forse, in que&esprit douteux c’è un aspetto dell’insegnamento crociano che meriterebbe ancora di essere guardato con interesse.
Franco Martina
Giovanni Da Pozzo, L'ambigua armonia. Studio sull'Aminta del Tasso, Firenze, Olschki (Biblioteca dell,« Archivum Romanicum »), 1983, pp. 330.
Forse proprio perché enigmaticamente sigillata nella sua qualità di « portento », secondo la celebre frase carducciana tante volte replicata dal 1894 ad oggi, la « favola boschereccia » del Tasso sembra invitare senza soste a nuovi assaggi critici, compiuti con le più varie strumentazioni, al fine di carpirne lo sfuggente ‘ segreto \ Di recente ci si sono provati, fra gli altri, Varese, Fenzi, Della Terza, Guglielminetti, Mario Chieregato; dispiegando sul testo tassiano le risorse ora di una sottile ricognizione della fortuna critica, ora di un’articolata analisi interna, orientata prevalentemente in senso storicoideologico, ora di un rigoroso vaglio linguistico, e perfino statisticolessicale. È adesso la volta di Giovanni Da Pozzo, che, ricorrendo, nel corso di questo fitto volume, a[...]
[...]e di un’edizione critica delle Rime è reale e che, a posteriori, ad analisi 4 interna ’250
RECENSIONI
compiuta, si sente pur sempre la nostalgia dell 'altro lavoro che ancora attende, e che Caretti indicava come necessario fino dal 1942. Non a caso alcune delle pagine più convincenti del Da Pozzo sono proprio quelle sulla Circolazione interna ai testi tassiani, giacché non soltanto di utilizzare le Rime si tratterebbe, ma di fare luce sul Tasso, integralmente inteso, del 1573, ovvero su un delicato crocevia stilistico e formale si, ma poi anche intellettuale e poetico in senso largo. Allo stesso modo, è vero che si può legittimamente applicare un poco di sordina al lavoro sulle fonti, e che può essere lodevole resistere alla « tentazione di ripercorrere la folta rassegna delle pastorali che precedono nel tempo quella tassiana »; ma è anche vero che gli argini del genere letterario sono pur sempre praticabili con profitto, se non altro per la loro capacità di guidare alPinterno di almeno alcuni delicati congegni della favola tassiana[...]
[...]de di singole osservazioni che Passiduo lavoro sul testo riesce a spremere: e che, proprio in quanto miriade, sfuggono evidentemente al resoconto d’ogni più scrupoloso recensore. Ma, almeno, vanno qui ricordate le indicazioni circa la politica culturale di Alfonso n, « più attenta... alPeffimero che alPistituzionale », specchio di una corte non tanto in crisi, ma già quasi svuotata, calvinianamente ‘ inesistente ’; Pintuizione molto felice di un Tasso « intellettuale disorganico », fatalmente destinato ad uno scontro col duca proprio sul terreno dell'idea di corte, « fatta di pragma e di prestigio » per il principe, idea « assolutizzata » invece per il suo poeta; il rapporto istituito fra PAminta e le Conclusioni amorose, ovvero le postille che ad esse preludono, apposte dal Tasso in margine al Trattato dell3amore humano di Flaminio Nobili; le pagine assai convincenti sui virgilianismi e sui petrarchismi, oppure sulla funzionalità del settenario, legato si ai momenti di intensificazione dell’effetto lirico, ma anche visto nella sua ‘ teatralità ’, in rapporto ad « una varietà di ritmo e di movenze che segue l’alternarsi dei momenti della vicenda »; il paragrafo sulla Dispersività lessicale, che sembra fermare nel dato statistico la ricchezza di sfumature e di tonalità pur presenti nell’apparente semplicità della favola e del suo mondo ideologico. Si che non si può, all[...]
[...]suo mondo ideologico. Si che non si può, alla fine, non essere d’accordo con le conclusioni dell’autore, che per primo sentirebbe arrivato il momento, nel suo lavoro, di un « commento analitico e cursorio »: Punico che in effetti renderebbe giustizia alla sua assidua lettura, ricomponendo la varietà di una assai frastagliata proposta critica lungo il filo sinuoso, ma reso adesso forse più afferrabile, della portentosa « favola boschereccia » del Tasso.
Riccardo Bruscagli