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Il segmento testuale T.U. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 14Entità Multimediali , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 66

Brano: [...]o comunisti, socialisti e sindacalisti indipendenti), per sconfessare l’arbitraria decisione dei riformisti e per rivolgere un appello ai lavoratori, affermando che la C.G.L continuava, sotto una nuova direzione, a vivere e a combattere contro il fascismo. Il nuovo organismo dirigente si rivolse anche ad Amsterdam per essere riconosciuto come legittimo rappresentante della C.G.L., ma i dirigenti della F.S.I. ne rifiutarono il riconoscimento. Quantunque la C.G.L. pubblicasse clandestinamente il giornale confederale Battaglie Sindacali, sviluppasse in Italia una intensa attività di agitazione, organizzasse scioperi contro il padronato e il fascismo, Amsterdam preferì riconoscere come unici e validi rappresentanti della C.G.L. Bruno Buozzi e alcuni altri sindacalisti riformisti in esilio a Parigi. Nel luglio 1929 i dirigenti della C.G.L. operante in Italia decisero così di organizzare a Marsiglia una conferenza, alla quale parteciparono, in maggioranza, delegati venuti clandestinamente dall’Italia. Preso atto deM’impossibilità di ottenere [...]

[...]l fascismo e della guerra non può certo essere definito di aperta opposizione, e tanto meno di lotta. Infatti Amsterdam si rifiutò sempre di riconoscere e sostenere i sindacati di ispirazione socialista che operavano clandestinamente in Italia e lottavano contro il fascismo. Quando, nel 1933, Hitler conquistò il potere, i dirìgenti dei sindacati tedeschi aderenti alla F.S.i. decisero di abbandonare l'Internazionale, consumando così un atto di gratuito servilismo verso il nazismo, che non varrà a salvare il movimento operaio tedesco, e neppure le loro persone (infatti quasi tutti i dirigenti sindacali vennero inviati nei campi di concentramento). Neppure allora partì mai da Amsterdam una sola parola di biasimo o di condanna del na

zismo, che suonasse incoraggiamento a coloro che intendevano continuare la lotta contro di esso; come pure non si levò mai un appello ai lavoratori, per incitarli alla lotta contro l’aggressione fascista in Etiopia, o contro l’intervento nazifascista in Spagna, o contro l’invasione dell’Austria, poi della Cecoslovacchia, e così via.

All’interno della F.S.I. si vennero però via via formando correnti di sinistra le quali, a un certo m[...]

[...]ra le quali, a un certo momento, parteciparono ad azioni unitarie contro il fascismo e contro la guerra; e, in seguito, anche alla resistenza armata. Questa graduale evoluzione creò le condizioni per giungere, nel febbraio 1945, a una conferenza sindacale unitaria a Londra, che gettò le basi di un’unica Federazione Sindacale Mondiale (v.). Dopo la capitolazione della Germania nazista, si tenne infatti a Parigi (25.9.1945) il primo congresso costitutivo della F.S.M. che, aH’unanimità, ne approvò il programma. Di conseguenza, l’Internazionale di Amsterdam dovette sciogliersi.

La realizzata unità del movimento sindacale non durò però a lungo; la rottura del fronte antifascista internazionale e l’inizio della guerra fredda ebbero deleterie conseguenze anche in questo campo. L’azione scissionista venne condotta soprattutto dalle grandi organizzazioni sindacali americane (Federazione Americana del Lavoro e C.I.O.) e dalle Trade Uniohs britanniche. La F.A.L., che mai aveva voluto aderire alla F.S.M., cominciò ad attaccarla daH’esterno, in Francia, in Italia, neH’America Latina e altrove, per provocare defezioni. Il C.I.O. e le T.U. operavano invece all’interno degli organi centrali della F.S.M., minandone l’efficienza. Dopo aver inutilmente tentato di fare approvare dalla F.S.M. il piano Marshall (v.), di fronte al fallimento di questa loro iniziativa e di altre analoghe, gli inglesi proposero all’esecutivo, nel gennaio 1949, di sospendere l’attività della F.S.M., in « attesa di una situazione più favorevole ». Respinta questa proposta dall’esecutivo, le T.U., il C.I.O. e le N.V.V. olandesi abbandonarono la F.S.M.. Nel dicembre 1949 le suddette organizzazioni hanno dato vita, a Londra, a una Confederazione Internazionale dei Sindacati Liberi (C.I.S.L.), cui hanno aderito anche le organizzazioni sindacali scissioniste degli altri paesi.

C.Gh.

Anarchici

Il movimento anarchico, che esercitò una forte influenza sulle prime forme di organizzazione del movimento operaio in Italia, è legato principalmente ai nomi di Michele Bakunin, Carlo Cafiero, Andrea Costa, Errico Mal atesta, F. Saverio Merlino e Pietro Gori (si vedano le rispettive voci). I[...]

[...]si.

C.Gh.

Anarchici

Il movimento anarchico, che esercitò una forte influenza sulle prime forme di organizzazione del movimento operaio in Italia, è legato principalmente ai nomi di Michele Bakunin, Carlo Cafiero, Andrea Costa, Errico Mal atesta, F. Saverio Merlino e Pietro Gori (si vedano le rispettive voci). Il movimento appare in Italia verso la fine degli anni sessanta del secolo scorso, trovando nelle plebi rurali più arretrate la naturale base sociale della propria affermazione. La prima organizzazione anarchica italiana fu l'Alleanza Internazionale della Democrazia Socialista, fondata da Bakunin nel 1868, e nell agosto del 1872 sorse a Rimini la Federazione Italiana dell’Associazione dei Lavoratori, che si dichiarò indipendente dal Consiglio di Londra della I Internazionale. II mese successivo, al Congresso de L’Aja, l’Internazionale espulse gli anarchici, per l’azione disgregatrice da essi condotta nelle file del movimento operaio.

I principi dell’anarchismo

G(f anarchici negano che vi sia una classe più rivoluzion[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 62

Brano: Ammonizione

mora senza autorizzazione della polizia. A molti antifascisti veniva così resa praticamente la vita impossibile, poiché erano messi nella condizione di non poter trovare o conservare un’occupazione fuori del comune di propria dimora. L’ammonizione costituiva, oltretutto, una pesante arma di ricatto nelle mani delle autorità fasciste, che la usavano come mezzo di pressione per indurre gli antifascisti a rinunciare alle proprie opinioni, a fare atto di sottomissione, ad aderire al regime e fn molti casi a servirlo.

Vecchi ex parlamentari, professionisti, lavoratori, antifascisti di ogni corrente politica, anche se da tempo s’erano ritirati a vita privata, furono costretti due volte alla settimana a recarsi ai commissariato di po’izia del quartiere per sfilare, assieme ai deliquenti comuni, davanti ai poliziotti che avevano il compito di ben imprimersi ne[...]

[...] privata, furono costretti due volte alla settimana a recarsi ai commissariato di po’izia del quartiere per sfilare, assieme ai deliquenti comuni, davanti ai poliziotti che avevano il compito di ben imprimersi negli occhi le fisionomie dei « nemici » del fascismo.

Gli ammoniti e i vigilati speciali (v.), nei 17 anni che vanno dal 1926 al 1943, furono circa 160.000.

Le norme principali concernenti l'ammonizione e il confino (v.), tratte dal T.U. delle leggi di P.S. approvate con R.D. 18.6. 1931 n. 773, stabiliscono:

« art. 264 Il questore, con rapporto scritto, motivato e documentato denuncia al Prefetto, per l'ammonizione, gli oziosi, i vagabondi abituali validi al lavoro non provveduti di mezzi di sussistenza e sospetti di vivere col ricavato di azioni delittuose e le persone designate dalla pubblica voce come pericolose socialmente o per gli ordinamenti politici dello Stato.

Sono altresì denunciati per l’ammonizione i diffamati per delitti di cui all'articolo seguente.

« art. 165 È diffamata la persona la quale è designata dalla voce pubblica come abitualmente colpevole: 1) dei delitti contro la personalità dello Stato o contro l’ordine pubblico e di minaccia, violenza e resistenza alla pubblica autorità: 2) del delitto di strage: 3) dei delitti di commercio clandestino o fraudolento di sostanze stupefacenti e di agevolazione dolosa deM'uso di stupefacenti: 4) dei delitti di falsità in monete e in carte di pubblico credito; 5) dei delitti di sfruttamento di prostitute o di tratta di donne o minori; di istigazione alla prostituzione o favoreggiamento, di corruzione di minorenni; 6) dei delitti contro la integrità e sanità della stirpe commessi da persone esercenti l’arte sanitaria;

7) dei delitti non colposi di omicidio, incendio, lesioni personali; 8) dei delitti di furto, rapina e estorsione, sequestro di persone a scopo di estorsione e ràpina, truffa ecc..

« art. 166 L’ammonizione ha la durata di due anni ed è pronunciata da una commissione provinciale composta dal Prefetto, dal Procuratore del Re, dal Questore, dal coniandante l'Arma dei carabinieri reali nella provincia e da un Ufficiale Superiore della [...]

[...]ne di ammonizione, di darsi un congruo tempo al lavoro, di fissare stabilmente la propria dimora, di farla conoscere, nel termine stesso, alla autorità locale di pubblica sicurezza o di non allontanarsene, senza preventivo avviso alla autorità medesima.

Se si tratta di persone designate dalla pubblica voce come pericolose socialmente

o per gli ordinamenti politici dello Stato, la Commissione, oltre alle prescrizioni su indicate può imporre tutte quelle altre che ravvisi necessarie, avuto riguardo alle particolari condizioni sociali dell’ammonito ed alle speciali esigenze di difesa sociale e politica (dal che risulta come per gli antifascisti vi fossero misure aggiuntive e più vessatorie di quelle che colpivano i sospetti di delitti comuni, n.d.r.).

« art. 172 La Commissione prescrive, inoltre, aH’ammonito, di non associarsi a persone pregiudicate o sospette, di non rincasare la sera più tardi e di non uscire la mattina più presto di una data ora, di non portare armi, di non trattenersi abitualmente nelle osterie, bettole o in [...]

[...]e speciali esigenze di difesa sociale e politica (dal che risulta come per gli antifascisti vi fossero misure aggiuntive e più vessatorie di quelle che colpivano i sospetti di delitti comuni, n.d.r.).

« art. 172 La Commissione prescrive, inoltre, aH’ammonito, di non associarsi a persone pregiudicate o sospette, di non rincasare la sera più tardi e di non uscire la mattina più presto di una data ora, di non portare armi, di non trattenersi abitualmente nelle osterie, bettole o in case di prostituzione e di non partecipare a pubbliche riunioni.

« art. 176 Se nel corso del biennio l’ammonito commetta un reato per il quale riporti successivamente condanna e l'ammonizione non debba cessare, il biennio ricomincia a decorrere dal giorno nel quale è scontata la pena ».

G.B.G.

Amnistia

Atto di indulgenza che abolisce, elimina, estingue la pena e le sue conseguenze. Alcuni provvedimenti di amnistia, nel primo dopoguerra e in seguito, durante il regime fascista, sia per la loro portata che per il carattere antigiuridico e discriminatorio, suscitarono ampi dibattiti e risonanza poli[...]

[...]ra e in seguito, durante il regime fascista, sia per la loro portata che per il carattere antigiuridico e discriminatorio, suscitarono ampi dibattiti e risonanza politica. Tra questi, vanno ricordati i seguenti.

L’amnistia ai disertori

Venne concessa per mezzo di due provvedimenti: il primo, adottato sotto il governo di V.E. Orlando il 21.2.1919; il secondo, sotto il governo di F.S. Nitti il 2.9.1919. Ambedue i provvedimenti miravano soprattutto a sanare il grave problema dei condannati dai tribunali militari per diserzione e altri reati consumati durante la guerra 191518. I metodi disciplinari usati sotto il comando del generale Luigi Cadorna, l’impopolarità della guerra,

lo sfacelo seguito alla disfatta di Caporetto (v.), avevano riempito le carceri di giovani, spesso innocenti e comunque condannati a pene sproporzionate, per la loro gravità, ai reati commessi.

L’amnistia Orlando conteneva troppe clausole restrittive e lasciò * di conseguenza il problema insoluto.

I risultati dell’inchiesta sulle responsabilità del disa[...]

[...]si.

L’amnistia Orlando conteneva troppe clausole restrittive e lasciò * di conseguenza il problema insoluto.

I risultati dell’inchiesta sulle responsabilità del disastro di Caporetto, resi pubblici il 13.8.1919, con le rivelazioni sui metodi spietati usati contro i militari; il sistema delle decimazioni di interi reparti, compresi gli innocenti; episodi di vera ferocia, come quelli di cui si rese responsabile il generale Graziani (non il futuro maresciallo), che faceva fucilare senza processo, su due piedi, soldati colpevoli soltanto di aver pronunciato alcune parole « irriverenti », commossero e sdegnarono l’opinione pubblica, alimentando la campagna a favore dell’amnistia.

In base ai dati ufficiali (risultanti dagli atti della Commissione di inchiesta su Caporetto), ritenuti inferiori alla effettiva realtà, dal maggio 1915 all’1.10.1917 vi erano stati ben 56.000 disertori latitanti che, aggiunti ai 48.000 residenti in patria che non avevano risposto alla chiamata alle armi, costituivano una vera armata fuori legge. Durante
[...]

[...]ronunciato alcune parole « irriverenti », commossero e sdegnarono l’opinione pubblica, alimentando la campagna a favore dell’amnistia.

In base ai dati ufficiali (risultanti dagli atti della Commissione di inchiesta su Caporetto), ritenuti inferiori alla effettiva realtà, dal maggio 1915 all’1.10.1917 vi erano stati ben 56.000 disertori latitanti che, aggiunti ai 48.000 residenti in patria che non avevano risposto alla chiamata alle armi, costituivano una vera armata fuori legge. Durante

lo stesso periodo di tempo i tribunali militari avevano pronunciato 1.006 condanne a morte, di cui 729 eseguite; si ignora il numero, indubbiamente elevato, dei militari fucilati su due piedi, senza processo o col metodo della decimazione.

II R.D. 2.9.1919, emanato sotto il governo Nitti, approvato da Armando Diaz e riconosciuto « equo e riparatore » dallo stesso Mussolini, sanava finalmente la situazione, amnistiando tutti coloro che non avevano più di sei mesi di diserzione (esclusa la diserzione col passaggio al nemico) o che avevano riportato condanne — dai tribunali militari — non superiori a 10 anni di reclusione. Successivamente, quando i fascisti nella lotta per il potere si abbandonarono a speculazioni patriottarde, deprecarono l’amnistia Nitti, che pure era stata a suo tempo elogiata da « Il Popolo d’Italia ». Vilipeso come « disfattista » e quasi messo sotto accusa, l’on. F.S. Nitti, nella discussione avvenuta in parlamento T8.3.1921, dimostrò che in realtà l’amnistia ai disertori non era stata cos[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 463

Brano: [...]rto del prefetto Con lettera del 17.5.1933, indirizzata al Ministero deH’Interno, il prefetto di Firenze Maggioni informava che, in seguito al « decesso del noto comunista schedato Maestrelli Domenico, il funzionario di P.S. di Empoli, avendo avuto sentore che ai funerali sarebbero intervenuti i compagni di fede del defunto, si recò per tempo sul posto predisponendo a mezzo di agenti e di Carabinieri adeguato servizio allo scopo di prevenire eventuali manifestazioni sovversive.

Avendo notato che alcuni noti comunisti di Empoli si recavano nell'abitazione dell'estinto, impartì disposizioni perché il trasporto funebre — che tra l’altro p.jn veniva fatto con rito religioso, e cioè in forma civile — fosse anticipato di due ore e seguisse itinerario più breve per il cimitero passando per un viottolo di campagna e non per il centro abitato della frazione. [...] È stato accertato che i garofani rossi furono collocati neM’interno della cassa nell’abitazione del Maestrelli neM’atto in cui la salma venne deposta nella bara, fiori che

furono[...]

[...]atto con rito religioso, e cioè in forma civile — fosse anticipato di due ore e seguisse itinerario più breve per il cimitero passando per un viottolo di campagna e non per il centro abitato della frazione. [...] È stato accertato che i garofani rossi furono collocati neM’interno della cassa nell’abitazione del Maestrelli neM’atto in cui la salma venne deposta nella bara, fiori che

furono poi notati, durante le regolamentari operazioni di apertura stessa al cimitero.

I partecipanti aH’accompagnamento funebre erano tutti amici dell'estinto, era evidente però la loro intenzione di inscenare una manifestazione sovversiva che non ebbe la sua completa attuazione per il tempestivo intervento del funzionario che fece anticipare di due ore il trasporto funebre impedendo così un maggior concorso di compagni di fede. [...]

Dalle indagini eseguite è risultato che coloro i quali idearono e svolsero azione di propaganda per inscenare una manifestazione di partito in occasione del trasporto funebre del Maestrelli Domenico sono i noti sovversivi:

Bagagli Serrano, Maestrelli Catone, Volterrani Aurelio, Fattori Aurelio e che sono stati senz’altro arrestati, a eccezione del Bagagli, resosi irreperibile in seguito a un incidente avuto col caposquadra d[...]

[...] schiaffo per il fatto di avere poco prima partecipato al trasporto funebre del Maestrelli.

II Bagagli reagì con un pugno, dopo di che, montato nuovamente in bicicletta, si allontanò né si è avuto di lui finora più contezza.

Tenendo conto dei pessimi precedenti politici dei quattro individui sopramenzionati, propongo che siano deferiti alla locale Commissione provinciale per l’assegnazione al Confino di polizia.

Sono stati anche fermati tutti gli altri sovversivi partecipanti all'accompagnamento del Maestrelli Domenico e precisamente: Dicomani Aurelio, Vezzi Paolo, Ragionieri Catone, Fontane!li Gino, Sani Ricciotti, Vezzi Amedeo, Squanci Alvaro che saranno rilasciati il giorno 22 corr. previa diffida ai sensi dell’articolo T.U. Leggi P.S..

Si resta in attesa di determinazioni ministeriali ».

Alla lettera del prefetto il capo della polizia Arturo Bocchini rispose il 21 maggio: « Pregasi fare assegnare confino Bagagli Serrano, Volterrani Aurelio, Maestrelli Catone e Fattori Aurelio che dovranno essere in* viati at suo tempo a Ponza, provvedendo trasmettere ministero atti di rito ».

Maestri, Ottavio

N. ad Alessandria nel 1896. Militante antifascista, durante la dittatura fu più volte arrestato e infine confinato per 5 anni a Ventotene e a Baunei (Nuoro).

Dopo I '8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza cuneense, partigiano combattente nella zona di Canale.

Mafai, Mario

N. a Roma nel 1902, ivi m. il 31.3. 1965; pittore.

Compiuti gli studi di liceo artistico, ma respinto dall'Accademia romana di Belle Arti, frequentò insieme a Scipione l’Accademia france

Mario Mafai: dalla serie delle « Fantasie » (194044)

se di Villa Medici. Fondamentale, anche per la sua formazione di pittore, fu tuttavia l'incontro avvenuto a Parigi intorno al 1924 con Antonietta Raphael, una pittrice lituana, che diverrà sua moglie e che insieme a lui contribuirà a spezzare il cerchio « novecentista » della pittura ufficiale italiana.

Con Scipione e Mazzacurati (v.) Mafai e la moglie furono nel 1928 i principali artefici della corrente pittorica detta Scuola Romana o anche Scuola di via Cavour che, su posizioni di saldo rifiuto del fascismo, con la propria ricerca linguistica testimoniò in quegli anni l’opposizione agli ideali dell’arte novecentista e al regime.

Dal 1935 Mafai cominciò a lavorare al ciclo delle « Demolizioni », in cui, con traslato simbolico, denunciò lo smantellamento della Roma rinascimentale ordinato dal duce, sinistro presagio delle successive distruzioni operate dai bombard[...]

[...] anche Scuola di via Cavour che, su posizioni di saldo rifiuto del fascismo, con la propria ricerca linguistica testimoniò in quegli anni l’opposizione agli ideali dell’arte novecentista e al regime.

Dal 1935 Mafai cominciò a lavorare al ciclo delle « Demolizioni », in cui, con traslato simbolico, denunciò lo smantellamento della Roma rinascimentale ordinato dal duce, sinistro presagio delle successive distruzioni operate dai bombardamenti in tutta Italia. Gli anni della guerra gli ispirarono poi i « Cortei » e le « Fantasie ».

Rifugiatosi con tutta la famiglia a Genova per sfuggire ai provvedimenti razziali, dal 1940 al 1944 l’artista realizzò questo « ciclo di piccoli quadri, capolavoro di intensa espressività lirica e satirica ad un tempo; una specie di danza macabra, di orgia sanguinaria e grottesca del fascismo, dei suoi gerarchi, dei suoi sicari » (Mario De Micheli).

Dopo questi interventitestimonial za della lotta antifascista, nel dopoguerra Mafai affrontò temi di osterie e di strade della Roma più popolare, accostandosi alla corrente realista e dichiarando ia volontà del suo impegno sociale, pur restando indipendente. Senz[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine T.U., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---fascismo <---P.S. <---antifascista <---comunisti <---fascista <---italiana <---Armando Diaz <---Bagagli Serrano <---Bruno Buozzi <---C.G.L <---C.G.L. <---C.I.O. <---C.I.S.L. <---Carlo Cafiero <---Consiglio di Londra <---Errico Malatesta <---F.A.L. <---F.S. <---F.S.I. <---F.S.M. <---Fattori Aurelio <---Federazione Sindacale Mondiale <---G.B.G. <---I.S.R. <---Il C <---Il C I <---Il Popolo <---Internazionale dei Sindacati Liberi <---La F <---La F A L <---La F S <---La prima <---Leggi P <---Leggi P S <---Legione M <---Legione M V <---Linguistica <---Luigi Cadorna <---M.V.S.N. <---Maci Rodolfo <---Maestrelli Domenico <---N.V.V. <---Procuratore del Re <---R.D. <---Ragionieri Catone <---Sani Ricciotti <---Saverio Merlino <---V.E. <---Villa Medici <---Volterrani Aurelio <---alimentaristi <---anarchismo <---antifascisti <---comunista <---disfattista <---fasciste <---fascisti <---nazifascista <---nazionalisti <---nazismo <---nazista <---niste <---novecentista <---professionisti <---realista <---riformisti <---scissionista <---servilismo <---siano <---sindacalisti <---socialista <---socialisti <---zismo



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