Brano: r
Turchia
tato di un suo ex deputato, Tito Zaniboni (v.) contro il capo del governo.
L’ultimo Turati, che in gioventù si era battuto per le libertà democratiche e per la graduale affermazione del socialismo in un ambiente in buona parte ostile, vide la rovina della sua prospettiva travolta ora, così sembrava, da una forza tellurica del tutto imprevista. E tuttavia seppe reagire. Il 29.12.1925 fu colpito dalla morte di Anna Kuliscioff e, un anno dopo, gli esponenti di una nuova generazione socialista e antifascista, come Carlo Rosselli e Ferruccio Farri, si incaricarono di provvedere — in concomitanza con le leggi speciali volute da Mussolini — al suo espatrio.
Tentato prima verso la Svizzera, l'espatrio clandestino fu realizzato, ripartendo da Savona, con l’aiuto di Sandro Pertini (v.), con lo sbarco in Corsica, il 12.12.1926. Raggiunta Parigi, Turati traversò una fase anche umanamente molto difficile, ma si riprese e animò, in primo luogo, la Concentrazione antifascista (v.). Nella vita di Turati si apriva il periodo dell’esilio, certamente il meno studiato e documentato, anche se talvolta celebrato e mitizzato.
Egli venne tolto dalla solitudine e dallo sconforto daH’amicizia e dalla stima che intorno a lui rifiorirono neM’ambiente degli esuli, sia socialisti che democratici, da giovani come Bianca Pittoni (la figlia dell’ex deputato di Trieste) o vecchi compagni, come Treves. Anche la frazione massimalista di Nenni, che propugnava la riunificazione fra i due tronconi del vecchio partito, gli fu vicina. Con l’aiuto di quest'ultimo, ma in piena autonomia, Turati seppe trovare le forze per organizzare e coordinare l’attività, soprattutto di propaganda e informazione, della Concentrazione antifascista, curandone in particolare il notiziario internazionale e il finanziamento.
Una buona parte dell’attività dell’ultimo Turati fu peraltro rivolta a spiegare, in seno e in polemica con l’Internazionale operaia e socialista, ciò che rappresentava il fascismo su scala europea: molto esplicito in questo senso fu il suo ultimo e più elaborato intervento al Congresso di Vienna del 1931. Nel 1930 aveva inoltre incoraggiato l’operazione condotta dai massimalisti dissidenti e dai riformisti per la riunificazione socialista e la confluenza del nuove P.S.I. nelle file dell’I.O.S. (Internazionale operaia e socialista). Per diversi aspetti egli contribuì, sempre nel quadro della tradizione ita
liana e nel contesto della socialdemocrazia postbellica, a delineare una rappresentazione del fascismo, che seppure carente per quanto riguardava l’analisi sociale e culturale, era animata e sorretta da una forte capacità di resistenza e di sfida.
Il vecchio Turati, che era giunto in Francia sulla soglia dei settantanni, si caratterizzò nell’esilio soprattutto per aver coltivato l’individuazione su scala europea del fascismo, e per non essersi distaccato dalla più giovane intellettualità socialista all’estero rappresentata da uomini come Fernando De Rosa (v.), Pietro Nenni, Giuseppe Saragat e Carlo Rosselli. Ne uscì un rapporto critico con la sua opera e la sua eredità si proiettò, nell’Italia postfascista, anche al di fuori del P.S.I. e del movimento socialista.
Bibliografia: Scritti di Turati: Discorsi parmeritari, a c. di A. Schiavi, Roma 1950; Turati giovane. Scapigliatura, positivismo, marxismo[...]
[...] Rosa (v.), Pietro Nenni, Giuseppe Saragat e Carlo Rosselli. Ne uscì un rapporto critico con la sua opera e la sua eredità si proiettò, nell’Italia postfascista, anche al di fuori del P.S.I. e del movimento socialista.
Bibliografia: Scritti di Turati: Discorsi parmeritari, a c. di A. Schiavi, Roma 1950; Turati giovane. Scapigliatura, positivismo, marxismo, a c. di L. Cortesi, Milano 1962; Lettere dal l’esilio, a c. di B. Pittoni, Milano 1968; T.A. Kuliscioff, Carteggio, raccolto da A. Schiavi, a c. di F. Pedone, Torino 1977; Socialismo e riformismo nella storia d'Italia. Scritti politici 18781932, a c. di
F. Livorsi, Milano 1979.
Biografie e studi: A. Schiavi, Esilio e morte di F. Turati 19261932, Roma 1956; F. Catalano, F. Turati, Milano 1957; E. Ragionieri, Socialdemocrazia tedesca e socialisti italiani 18751895, Milano 1961; L. Cortesi, La costituzione del P.S.I., Milano 1962; G. Arfè, Storia del socialismo italiano 18921926, Torino 1965; G. Manacorda, Il socialismo nella storia d'Italia, Bari 1966; G. Mammarei la, Riformisti [...]