→ modalità contesto
modalità contenuto
INVENTARICATALOGHIMULTIMEDIALIANALITICITHESAURIMULTI
guida generale
CERCA

Modal. in atto: CORPUS OGGETTOdisattiva filtro SMOG

Legenda
Nodo superiore Corpus autorizzato

NB: le impostazioni di visualizzazione modificabili nel pannello di preferenze utente hanno determinato un albero che comprende esclusivamente i nodi direttamente ascendenti ed eventuali nodi discendenti più prossimi. Click su + per l'intero contenuto di un nodo.

ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale Stato è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 2079Analitici , di cui in selezione 79 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da (Nove domande sullo stalinismo) Arturo Carlo Jemolo in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1956 - 5 - 1 - numero 20

Brano: [...]erciò, in definitiva, un bene, purché sappia, a sua volta, raddrizzarsi, per essere finalmente un bene autentico e senza residui.
(*) Nota; La numerazione dei capitoli non ê progressiva, ma corrisponde a quella delle domande cui ciascun capitolo si riferisce.
44 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
Tuttavia non si potrebbe, credo, sostenere che il termine « dittatura del proletariato » chiarisca limpidamente la coincidenza dei mezzi e dei fini e che lo Stato di dittatura, come si é realizzato in URSS, sia possibile intenderlo alla maniera gramsciana di Stato futuro « in nuce », anticipazione sostanziale dello Stato autenti camente socialista. Rimane, inutile negarlo, e la sincerità del termine ci aiuta, nella « dittatura del proletariato » sovietica una « contradictio in adjecto » in una certa misura irreparabile. Contraddizione, che nel leninismo e nel primo stalinismo prese forma nella teoria: mano a mano che il potere dittatoriale della classe operaia si sarebbe andato affermando, tanto più violenta sarebbe diventata la resistenza della classe exdominante, ora oppressa.
Dice Lenin: « La dittatura del proletariato é la guerra più eroica e più implacabile della classe nuova contro un nemico più potent[...]

[...]vol. I, pag. 40, Ed. « L'Unità », 1945).
Dunque, la dittatura del proletariato non ha ancora all'inizio tutto il potere, né la maggior parte di esso (se la « maggioranza » del proletariato é ancora una « minoranza » nel rapporto di forza di uno a dieci). Ne discende che la dittatura del proletariato é, ancora, uno strumento negativo di guerra, e che non gli é quindi insita quella strutturazione potenziale che può portarla 'direttamente al nuovo Stato.
Ma il fatto più importante da rilevare é che tale teoria della necessità del perdurare delle forme violente del « salto dialettico », date le particolari condizioni oggettive, divenne poi una teoria del « salto in lungo » quando, esauritasi completamente la resistenza della borghesia, Stalin teorizzò il problema dell'« accerchia
ROBERTO GUIDUCCI 45
mento capitalistico », facendone la base anche per la politica interna.
Stalin, nel Rapporto al XVIII Congresso del Partito (1939) si chiede: «Non è forse sorprendente che dell'attività spionistica e dei complotti del gruppetto dirigente dei t[...]

[...]ttavano fin nei primi giorni della Rivoluzione di ottobre ? ». « Come si spiega questo abbaglio ? Si spiega con una sottovalutazione delle forze e dell'importanza del meccanismo degli Stati borghesi che ci circondano e dei loro organi di spionaggio, i quali cercano di sfruttare le debolezze degli uomini, la loro vanità, la loro mancanza di carattere, per avvolgerli nelle proprie reti di spionaggio, e per avvolgere in queste reti gli organi dello Stato sovietico » (« Q.d.L. », cit., vol. II, pag. 345). E ne deduce la necessità del perdurare, anche oltre vent'anni dalla rivoluzione, dell'identico apparato d'emergenza che ne aveva caratterizzato la prima fase.
Ben diversamente è oggi concepita « chez les chinois » la dittatura del proletariato. La «borghesia nazionale » è ammessa, provvisoriamente legittimata, e così pure la figura del kulak ». I capitalisti e i piccoli proprietari sfilano regolarmente e ufficialmente davanti a Mao, rappresentante della classe operaia, con le loro brave bandiere, poi passano dietro il palco e ritornano fuori[...]

[...]e fra il nemico o l'obbiettore o il proponitore di varianti. Ma decidere la « linea » netta non è cosa di poco momento, bisogna accentrarla, non lasciare margini o frange alla sua forza aguzza, alla sua potenza unidirezionale.Nel partito come avanguardia ideologica sta il centro delle deliberazioni, in esso non possono esistere frazioni, divergenze, che lo indebolirebbero verso l'avversario. Il partito decide e costruisce, versando via via nello Stato, suo strumento, le conquiste effettuate sul campo. La Costituzione è il sacco in cui si mettono le prede belliche, Io Stato è l'oggettivazione del già fatto, dell'acquisito.
Il Partito va avanti, apre sempre, la sua intransigenza è la garanzia del fine. Il Partito è attivo, lo Stato passivo. Il Partito anticipatore, lo Stato muro alle spalle. Il Partito è il massimo, lo Stato è il minimo.
Sotto questo schema di ferro l'URSS ha realizzato la costruzione di una nuova incredibilmente grandiosa società. Ma ad un nodo doveva arrivare lo stalinismo, e cioè al punto in cui, ottenuto lo sviluppo quantitativo e risolti i problemi strutturali, la stessa effi
ROBERTO GUIDUCCI 47
cienza produttiva sarebbe stata condizionata da maggiori libertà; al momento, in breve, in cui la dittatura del proletariato, otte nuto il ricupero storico dell'arretratezza in cui versava la vecchia Russia, si sarebbe trovata di fronte alla necessità, per continuare il suo cammino, di produrre, n[...]

[...]ono. Le leve della storia sono ormai altre, più indirette, dal braccio più lungo. Lo stalinismo si esaurisce nella morte fisica di Stalin ed ha inizio il « nuovo corso ». Sarà la competizione pacifica, l'emulazione autentica basata sui verificabili risultati del lavoro a produrre una « selezione » naturale delle iniziative e dei dirigenti. E così per la politica estera: una impostazione di impegno all'interno non è determinabile unicamente dallo stato di « vigilia » bellica. Non bisogna riuscire soltanto perché ci si deve poter difendere bene. Si deve riuscir bene per non aver bisogno di difendersi o perché la possibilità della difesa sia implicita nella forza del sistema. La vittoria può consistere semplicemente nelle realizzazioni esemplari, nell'oggettivare la propria superiorità in fatti insieme sovrastrutturali (civiltà) e strutturali (preminenza economicoorganizzativa).
Se c'è sempre il rischio che l'avversario competitivocoesistente si vesta da Marte proprio nel momento in cui si accorgerà di soc
48 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
com[...]

[...]ttività. Dunque, morale sì, per il socialismo, anzi affermazione decisiva che la morale marxista esiste e deve corrispondere esattamente ai principi cui nessuna tattica può far concessioni di sorta, ma morale che non si ferma alla moralistica e pretende la scienza (morale politica, non astratta), cioè la traduzione storicistica della denuncia e, di più, l'adeguamento esplicito di una politica e delle sue forme all'istanza morale pronunciata.
2) Stato e Partito.
La concezione della «dittatura del proletariato» è l'unica formula che sembra consentire una teorizzazione della diarchia PartitoStato nell'URSS, che si dà normalmente per scontata e che di fatto è invece assai curiosa. Si sa che su una popolazione di 200 milioni di abitanti gli iscritti al Partito comunista in URSS sono oggi circa 7 milioni. Ora, si possono fare due osservazioni:
1) che nelle elezioni politiche la lista di candidati è praticamente controllata dal Partito o da organizzazioni a loro volta da esso controllate, per cui è certo, in ogni caso, che le massime cariche dello Stato andranno a membri del Partito.
2) che la posizione del Partito in quanto tale è preminente su quella dello Stato.
Ne discende che lo S[...]

[...]SS, che si dà normalmente per scontata e che di fatto è invece assai curiosa. Si sa che su una popolazione di 200 milioni di abitanti gli iscritti al Partito comunista in URSS sono oggi circa 7 milioni. Ora, si possono fare due osservazioni:
1) che nelle elezioni politiche la lista di candidati è praticamente controllata dal Partito o da organizzazioni a loro volta da esso controllate, per cui è certo, in ogni caso, che le massime cariche dello Stato andranno a membri del Partito.
2) che la posizione del Partito in quanto tale è preminente su quella dello Stato.
Ne discende che lo Stato è uno strumento del Partito e che la rappresentanza è relativamente diretta nel Partito, ed estremamente indiretta nello Stato. Ciò quadra, come abbiamo detto sopra, con il concetto generale di « dittatura del proletariato » e con quello di « centralismo democratico ». Il Partito è l'organo supremo di direzione della classe operaia che, attraverso di esso, instaura la sua dittatura impadronendosi dello Stato come strumento coercitivo sulle vecchie classi in dissoluzione. Corrisponde questo schema alla realtà sovietica di oggi ? Il XX Congresso critica in questo schema la degenerazione della direzione collegiale
50
9 DOMANDE SULLO STALINISMO
in direzione personale. E sta bene. Ma il concetto di collegialità fin dove si deve estendere ? Quale é il grado di compartecipazione direzionale che si intende raggiungere ? In breve, come devono essere considerati i 193 milioni di sovietici che rientrano genericamente nel gruppo dei « senza partito » ? Se di fatto i termini dell'antagonismo di classe so[...]

[...]50
9 DOMANDE SULLO STALINISMO
in direzione personale. E sta bene. Ma il concetto di collegialità fin dove si deve estendere ? Quale é il grado di compartecipazione direzionale che si intende raggiungere ? In breve, come devono essere considerati i 193 milioni di sovietici che rientrano genericamente nel gruppo dei « senza partito » ? Se di fatto i termini dell'antagonismo di classe sono superati, quale senso ha la. preminenza partitica sullo Stato? Non deve tendere, viceversa, lo Stato ad oggettivare, appunto, questa assenza di suddivisione di classe in un « corpus » omogeneo ed egualitario di cittadini, i quali nei quaranta anni di socialismo si sono formati una coscienza ed una responsabilità sociale sulla cui esistenza non ci possono essere più dubbi ?
E qui le nostre domande vengono a confluire con quelle poste da Nenni nel suo saggio «Luci ed ombre del Congresso di Mosca » (« Avanti! », 2531956), domande che interamente sottoscriviamo. « E ancora il partito, nella sua struttura attuale, lo strumento adeguato per coordinare e guidare l'azione creativa (non nel solo sen[...]

[...] ci possono essere più dubbi ?
E qui le nostre domande vengono a confluire con quelle poste da Nenni nel suo saggio «Luci ed ombre del Congresso di Mosca » (« Avanti! », 2531956), domande che interamente sottoscriviamo. « E ancora il partito, nella sua struttura attuale, lo strumento adeguato per coordinare e guidare l'azione creativa (non nel solo senso manuale o tecnico) di codesti milioni di uomini ? Il partito deve stare, come sta, sopra lo Stato ? » « A quarant'anni dalla Rivoluzione d'ottobre la ' vita nuova ', che nell'Unione Sovietica non è più una aspirazione ma una realtà, può essere contenuta nei vecchi ordinamenti ? » « Da quali nuove forme, in quali nuove articolazioni concrete troverà piena espansione la democrazia socialista, peraltro espressa nella originaria concezione leninista dello Stato dei Soviet e nella Costituzione del 1936? » « In quali forme nuove la democrazia sovietica si esprimerà nell'avvenire, non solo all'interno del partito, ma nello Stato ? ».
È chiaro che non ha senso rispondere immediatamente a queste domande. Il lavoro da compiere non é certo astrattamente ideologico, sistematizzante, ma é un lavoro scientifico di rilevamento delle strutture, del loro funzionamento, dei loro rapporti, che può essere effettuato solo sulla materia viva, e con la più ampia compartecipazione degli specialisti e di tutti i cittadini interessati.
Tuttavia ha senso almeno il « porre » queste domande, per una ragione di principio culturale. La cultura (e per cultura in
ROBERTO GUIDUCCI 51
tendiamo un atteggiamento creativo e critico a tutti i l[...]

[...]iritto di esaminare e studiare le forme della politica anche nel momento in cui si manifestano e si muovono. Il « controllo democratico » non è limitato a verificare soltanto se i funzionari o i dirigenti fanno il loro dovere così come è stabilito, ma si estende a verificare se le forme in cui operano gli organi legislativi ed esecutivi sono le più adatte e rispondenti ai bisogni, alla situazione, alla natura democratica che pretendono avere. Lo Stato socialista non può quindi essere concepito come il deposito dei risultati sociali definitivamente conseguiti, ma come un organismo vivente in continuo aggiornamento ad opera dell'intero corpo dei cittadini.
I quali cittadini, mentre sul piano politico legiferano, eseguono ed amministrano giustizia attraverso i loro rappresentanti, in sede scientifica hanno il diritto di esame delle stesse forme in cui si manifesta la loro volontà, per proporre la conferma o modifica o superamento degli istituti ogni qualvolta lo trovino necessario.
Sembra che il Congresso del PCUS veda ancora la risoluzione[...]

[...]i volta in una determinazione oggettivamente fondata. Occorre rispondere subito che qui affiora uno degli aspetti più sottili e pericolosi dello stalinismo ideologico: la scienza è una ed é quella che si fa, così che le altre alternative vanno eliminate perché non possono essere scientifiche. Da cui il ben fondato sospetto che l'eliminazione delle altre possibilità non derivi tanto dalla loro inutilità (in ogni caso lo spreco vaviloviano sarebbe stato ben piccolo rispetto alle preminenze lysenkiane), ma dal fatto che solo in questo modo si rende non verificabile e quindi non dubitabile l'asserzione dell'unicità della scienza.
Non avendo a suo tempo né difeso la scienza economica staliniana, né la genetica lysenkiana, possiamo oggi con tranquillità dire che a nostro avviso entrambe non erano « ascientifiche », ma semplicemente alternative « scientifiche », e sarebbe certo difficile oggi negare a tutte due un determinato vigore ed anche una giusta misura di fecondità relativa.
Dal feticcio ideologico dell'unicità scientifica scende la gius[...]

[...]bilità pluralistica, ma non tanto nella tradizionale incarnazione partitica (che resta, tuttavia, necessaria nella società borghese anche per il socialismo, finché perdurino i termini della lotta di classe), quanto, piuttosto, in una alternativa di correnti, rappresentative non già di interessi, ma di possibilità realizzative diverse di un fine che resta comune. Il che comporta il presupposto di una solidarietà non intaccabile, oggettivata nello Stato prima, nel costume poi, e una diversa concezione della scienza (e della cultura) intesa come strumentalità pluralistica.
Si giunge così immediatamente al concetto di sviluppo democratico come può essere concepito nel socialismo: non piú come composizione di forze strutturali precise, di cui quella economicamente dominante è anche necessariamente la risultante e la vincitrice (società borghese), né come forza unica, solidale e disinteressata, in ogni caso, appunto perché unica (solidarietà nel positivo e nell'errore), tipica dello stalinismo, ma come sviluppo in cooperazione, disinteressato p[...]

[...]stico nelle iniziative e nell'esperimentazione consentita (purché fondata su ricerche di fatto e scientificamente documentate) fra cui trascegliere via via il meglio e generalizzarlo (mediazione fra autonomia e pianificazione).
Dunque, forse, non pluralità partitica, né gioco fra governo e opposizione, quanto pluralità di iniziative, nel quadro di una
54 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
pianificazione funzionale, nella costruzionedissoluzione dello Stato socialista (1).
(1) Leggendo questo saggio inI bozze l'amico Fortini mi ha dato la seguente nota che ottimamente contribuisce ad approfondire il punto in questione:
Invece di ripetere le tesi puerili di chi afferma la inevitabilità e la necessità di tutto quel che è accaduto nell'età stalinista come di chi, negan dole, non pub più arrestarsi sulla via delle ipotesi retroattive, è meglio domandarsi (come ha fatto recentemente un giovane filosofo marxista, A. Mazzone) quale sia oggi ii senso, alla luce delle esperienze sovietiche e nostre, del « fondamento obiettivo dell'accordo tendenzialmen[...]

[...]sta non ha trovato o ha trovato imperfettamente le forme istituzionali per l'espressione dei suoi particolari conflitti? Ne conveniamo. Ma, dopo aver rimproverato lo scarso storicismo del XX Congresso, non pecchiamone noi stessi. L'offerta che un Bevan (e altri da noi) fa all'URSS di sperimentati apparecchi liberali di antica fabbricazione inglese per evitare, ad esempio, gli abusi di potere, potrà magari aver anche successo (Kruscov ha già acquistato in Gran Bretagna alcuni milioni di maniglie per porte), quando siano forniti di voltaggio universale e perciò adatti a tutte le tensioni; ma ci vuol poco a immaginare che la diversità dei conflitti cui dovranno applicarsi non è più una mera diversità storicoetnica, ma una diversità qualitativa, non foss'altro per la presenza del Piano. Il pessimismo machiavellico e humiano sull'uomo è sfiducia nel fondamento obiettivo dell'accordo tendenzialmente unanime, ossia nella 'tirannia della ragione'; e quindi ogni neoilluminismo fondato sull'uomo come singe malfaisant non potrà che arretrare di front[...]

[...] la pena di morte e la punizione detentiva, il processo persecutorio, l'estorsione della verità e la confessione della menzogna, procurata ad arte. Per il marxismo non esistono i « mostri del genere umano », appunto perché la sua eticità consiste nel pretendere di fare di ogni uomo un uomo.
La pena che proviamo è di doverci trovare oggi a ripetere, davanti agli avversari ghignanti, ciò che già Metello sapeva a memoria e non dubitava sarebbe mai stato dimenticato. Non accettia mo peraltro di metterci « alla scuola occidentale » solo perché questi nostri avversari hanno potuto verificare in noi solo un passaggio attraverso una parte dei loro errori permanenti, farci dire e farci fare qualcuna delle loro abituali crudeltà, che sono ancora oggi, mentre il socialismo se ne libera, sulle bocche (e sulle bocche dei fucili) degli oppressori del popolo spagnolo, dei colonialisti francesi e inglesi, degli sfruttatori delle fabbriche e delle campagne italiane e greche, degli industriali guerrafondai tedeschi. Dà tali maestri il socialismo ha già imp[...]

[...]Qui c'è tutto il nostro lavoro originale da compiere e tutta una eredità civile da conservare trasponendola al di là del salto qualitativo.
Un lavoro per noi e per altri (anche per i sovietici) dacché crediamo che, oggi, solo una ripresa panoramica, una risistemazione dei valori, una reinterpretazione del « nuovo mondo » per mutarlo di « nuovo », potrà consentire quel radicale passo avanti che speriamo, che ci occorre.
ROBERTO GUIDUCCI 59
56) Stato dei Soviet come Stato funzionale e democrazia socialista come pianificazione organica.
Il potere personale di Stalin non è semplicisticamente riducibile né ad un fatto . geografico, né ad uno etnografico. Il caso « Cina », cosi diverso dal russo, potrebbe essere prova sufficiente per sfrondare le ipotesi sociologiche « orientalistiche » sul « fenomeno » sovietico adottate spesso dal Deutscher. La verità è naturalmente ancora una volta strutturale e sovrastrutturale insieme: ' economia e ideologia. Ed è secondo questi parametri che occorre esaminare le vicende sovietiche in tutte le loro particolarità (tradizione,[...]

[...]di circostanze determinò, e non la dialettica assoluta della storia, ma la dialettica appunto, relativa all'Unione Sovietica di allora, con gli uomini di cui disponeva, con le sue condizioni strutturali, con il suo grado di capacità e preparazione scientifica ed ideologica di affrontare i problemi. I veri dubbi che ci assillano (e ci interessano perché li sentiamo suscettibili di sviluppo per noi) sono quelli che derivano dall'aver constatato lo stato di permanenza di un regime di trapasso, quando non solo le prime vittorie furono conseguite, ma le ultime, forse conclusive, quando, cioè, venne a cessare nell'URSS lo stato oggettivo di lotta di classe.
E ciò ci rimanda a quanto accennavamo sopra (ed ancora ci limitiamo ad accennare), alla funzione dei vari istituti agenti nell'URSS e soprattutto dei due assolutamente preminenti: il Partito e lo Stato.
Si ha l'impressione che ancor oggi il Partito sia in perenne gestazione, che il suo sforzo sia una infinita e interminabile crea
60 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
zione dello Stato. Ma che la nascita non abbia o non possa o non debba aver luogo. La Costituzione ci dice il contrario, ma la realtà é evidente. Il Partito indica la politica dello Stato, il Partito stabilisce i termini e i programmi della pianificazione, il Partito svolge la politica interna ed estera, ecc. Non appena lo Stato non realizza, o non realizza secondo le quantità stabilite, o si inceppa o rallenta, il Partito interviene, sollecita, ridimensiona, controlla.
Ecco la parola: il Partito non solo governa, ma controlla. Nello stalinismo le due funzioni essenziali erano assorbite in una sola persona: governo autoritario, controllo autoritario. Esiste una ragione in questa « reductio ad unum » ? Esisteva. Fra le possibili vie di una « dittatura di classe » necessaria nel periodo di trapasso, si era scelta la più breve e tradizionale: quella del potere concentrato. L'idea della scientificità, data per implicita[...]

[...]fica (Krusciov li rimanda addirittura allo studio elementare dell'economia). E poiché l'organizzazione scientifica é l'unica possibilità di risolvere il problema degli incentivi senza ricorrere all'immediata pressione od al timore di rappresaglie o punizioni, la macchina staliniana, interpretando pessimisticamente il mondo produttivo, anziché mutarlo scientificamente, prese la strada dell'incentivo di pressione. Cosicché il Partito premeva sullo Stato e lo Stato sulle singole unità dipendenti. Pressione come strumento.
ROBERTO GUIDUCCI 61
E l'apparato di Partito e soprattutto dello Stato come « cinghie di trasmissione », si appesantiva di funzionari (oggi ne sono stati allontanati come primo provvedimento 750.000), anziché consolidare, come richiede appunto una organizzazione scientifica del lavoro, la équipe dirigente specifica di ogni unità produttiva, per disimpegnare la maggior mole di lavoro tecnicooperativo che una impostazione razionale della produzione richiede. Naturalmente, nel tempo, i movimenti dovevano farsi sempre più lenti: nel Partito, per la staticizzazione funzionariale corrispondente all'appiattimento ideologico; nello Stato, per l'appesantimento burocratic[...]

[...]edimento 750.000), anziché consolidare, come richiede appunto una organizzazione scientifica del lavoro, la équipe dirigente specifica di ogni unità produttiva, per disimpegnare la maggior mole di lavoro tecnicooperativo che una impostazione razionale della produzione richiede. Naturalmente, nel tempo, i movimenti dovevano farsi sempre più lenti: nel Partito, per la staticizzazione funzionariale corrispondente all'appiattimento ideologico; nello Stato, per l'appesantimento burocratico; nei luoghi di produzione, per il peso gravante degli organismi sovrapposti e le difficoltà di operare in modo agile e tempestivo.
Allora agivano, riattivando la circolazione, le pressioni dall'alto. Ma ad un punto in cui l'intera macchina stava per arenarsi si doveva giungere (Mikoian lo afferma a proposito dell'agricoltura), allorché la giustificazione della lotta, intesa ancora come eliminazione di un nemico incombente o nascosto nelle file, si sarebbe svuotata di significato. Ciò non poteva accadere che quando, ormai esaurite le differenze di classe, la [...]

[...]sovietica, raggiunto un maggior benessere materiale ed una elevazione culturale, si fosse fatta cosciente della sua nuova misura.
Finito lo stalinismo, gli eredi hanno preso non poche contromisure che già stanno dando (le statistiche confermano) i loro frutti:
1) Dalle forme di « controllo » meramente sollecitativoautoritario si sta passando a forme di « controllo operativo». Dice, ad esempio, Krusciov a proposito dell'agricoltura: «Nel nostro Stato socialista tutto é determinato dai piani, che i colcos e i sovcos attuano in tempo, senza aspettare che gli addetti agli ammassi li sollecitino ». « Il controllo operativo degli ammassi deve essere invece affidato alle SMT e le centinaia di migliaia di addetti agli ammassi devono essere impiegati nella produzione » (« XX Congresso del PCUS », Atti, pag. 116). Il controllo sarà dunque affidato ad organi già impegnati nel processo tecnico. D'ora innanzi sarà
62 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
chiaro che se il « controllo operativo » darà indici di produzione più bassi del previsto o dell'auspicato[...]

[...]e repubbliche federate, una tutela meschina. Esse devono, nel quadro definito dei piani economici in tutta l'Unione, decidere autonomamente le questioni concrete concernenti lo sviluppo di questo o quel settore della loro economia » (Krusciov, pag. 148149). E ne seguono provvedimenti tecnici importanti, come quello degli autofinanziamenti settore per settore, fabbrica per fabbrica.
4) Ne discende un primo passo verso la sburocratizzazione dello Stato con la rimozione di centinaia di migliaia di funzionari da cariche parassitarie (puri luoghi di trasmissione passiva del potere) per reinserirli nel processo produttivo. Mentre una parte della retribuzione dei tecnici e dei dirigenti d'azienda dipenderà direttamente dalla produttività del lavoro del settore loro affidato.
5) Pur confermando la necessità della priorità dell'industria pesante, viene offerta una nuova attenzione al consumo, al tempo libero, alla vita privata ed individuale. Le misure corrispondenti sono: aumento della produzione di generi di consumo; riduzione dell'orario di la[...]

[...]el « controllo democratico », il suo rovescio. Esso é naturalmente collegato alle forme della « dittatura del proletariato », dove é la classe operaia al potere, attraverso il Partito, che regola e verifica la produzione, volente o nolente, di tutto il « corpus » dei cittadini, o appartenenti alla vecchia classe dominante o ancora impreparati ad un autogoverno.
Nel momento attuale il rapporto dovrebbe tendere a raddrizzarsi: dal controllo dello Stato sul cittadino al controllo del cittadino sullo Stato; e precisamente grazie alla risoluzione del problema delle garanzie per il rispetto del piano attraverso le forme di un « controllo operativo » anticipante forme complete di « autocon
64 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
trollo tecnico » nel quadro dell'organizzazione scientifica generale. (E val la pena forse di aggiungere qui, a scanso di possibili equivoci, che quando parliamo di scienza o di tecnica o di organizzazione scientifica o di strumenti tecnici intendiamo questi termini all'interno del concetto marxista secondo il quale la scienza e la tecnica, come del resto tutta la cultura, non son[...]

[...]forma di autogoverno. Il Soviet si fa, come abbiamo visto, centro dell'autocontrollo, dell'autonomia collegata ad una pianificazione democratica ed operativa. Il Soviet ritorna a governare non più come mezzo originario della rivoluzione, ma come fine di essa, sua realizzazione completa.
5) E, nello stesso tempo in cui il Soviet ritorna a governare su scala diretta, forte della strumentalità pianificatrice generale acquisita responsabilmente, lo Stato dei Soviet, come alto apparato, come apparato funzionariale, si assottiglia. Il Soviet ha bisogno di tecnici vicini, non di burocrati lontani. Il decentramento è anche qualificazione, capacità specifica, conoscenza scientifica. Il funzionario a questo livello è direttamente controllabile e revocabile. La misura del pane di tutti deve essere la misura del suo pane, secondo quanto, anche per il suo esplicito contributo, si riesce a fare. Scompare la figura giudicante e insieme irresponsabile. La grande piramide staliniana sta per rovesciarsi. In alto, i Soviet. In basso, le apparecchiature coor[...]

[...]mente controllabile e revocabile. La misura del pane di tutti deve essere la misura del suo pane, secondo quanto, anche per il suo esplicito contributo, si riesce a fare. Scompare la figura giudicante e insieme irresponsabile. La grande piramide staliniana sta per rovesciarsi. In alto, i Soviet. In basso, le apparecchiature coordinatrici, funzionali, operative, del piano a servizio dei Soviet.
6) Si può parlare dell'inizio dell'estinzione dello Stato ? Di primo passaggio dalla fase inferiore alla superiore ? Dal socialismo
ROBERTO GUIDUCCI 67
al comunismo ? La concezione staliniana era, come abbiamo prima accennato, basata su due cardini. Necessità del sistema centralistico della dittatura del proletariato per far fronte alla « latta di classe » prima, all'«accerchiamento capitalistico » poi.
Fin dal 1936 Stalin stesso chiariva essersi estinta ogni lotta di classe nell'URSS (e la Costituzione era la codificazione di questa vittoria), oggi Krusciov afferma: «si é formata sull'arena internazionale una vasta ' zona della pace ' che compre[...]

[...]are ancora della fine dell'« accerchiamento capitalistico » sostituito da un « accerchiamento socialista », si può tuttavia osservare che l'URSS é circondata da paesi socialisti, che la sua influenza anche in molti paesi capitalistici é assai forte, che «la pace é in maggioranza ». Non si vede d'altra parte perché anche l'organizzazione dell'esercito, o un sistema di difesa in genere, non possa essere compatibile con la nuova articolazione dello Stato. L'esercito in un paese socialista non può essere, del resto, che un servizio generale fra gli altri. Ma la condizione essenziale per il rinnovamento democratico dello Stato sovietico sta essenzialmente nella capacità organizzativa generale che esso saprà studiare e concretare; il che significa operare uno sforzo ideologico e tecnico che ancora è in gran parte da effettuare e di cui vediamo oggi solo i primi segni.
Qui ci importava osservare soltanto che le condizioni oggettive liberano il niarxismo dai due vincoli fondamentali di origine leninianastaliniana, sciolti i quali ci si avvia alla condizione favorevole per l'autonomizzazione dello Stato o per una sua nuova impostazione democratica.
« Solo la forma sovietica di Stato », ci dice lo stesso Stalin, «face[...]

[...]e nella capacità organizzativa generale che esso saprà studiare e concretare; il che significa operare uno sforzo ideologico e tecnico che ancora è in gran parte da effettuare e di cui vediamo oggi solo i primi segni.
Qui ci importava osservare soltanto che le condizioni oggettive liberano il niarxismo dai due vincoli fondamentali di origine leninianastaliniana, sciolti i quali ci si avvia alla condizione favorevole per l'autonomizzazione dello Stato o per una sua nuova impostazione democratica.
« Solo la forma sovietica di Stato », ci dice lo stesso Stalin, «facendo partecipare in modo continuo e incondizionato le organizzazioni di massa dei lavoratori e degli sfruttati al governo dello Stato, é in grado di preparare quella estinzione dello Stato, che é
68 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
uno degli elementi essenziali della futura società senza Stato, della società comunista » (Q.d.L. pag. 49, vol. II). Lo Stato, estinguendosi, non annulla se stesso come organizzazione, ma come istituto coercitivo. Lo Stato autoritario della dittatura del proletariato si scioglie (non si liberalizza) in uno « Stato funzionale », in una nuova forma organizzativa, operativa e quindi democratica senza residui. « Invece del governo sugli uomini, si avrà l'amministrazione delle cose e la direzione dei processi di produzione » commenta Engels nell'« An.tidühring ».
L'antica concezione roussoiana della <« volontà generale », passata attraverso il marxismo, trova finalmente la sua incarnazione reale nella pianificazione organica, dove l'esercizio della sovranità e l'educazione alla libertà convergono e coincidono.
6) Passato e futuro del Partito
Il « Partito » concepito, secondo Lenin, come « forma suprema d[...]

[...]ca concezione roussoiana della <« volontà generale », passata attraverso il marxismo, trova finalmente la sua incarnazione reale nella pianificazione organica, dove l'esercizio della sovranità e l'educazione alla libertà convergono e coincidono.
6) Passato e futuro del Partito
Il « Partito » concepito, secondo Lenin, come « forma suprema dell'unione di classe del proletariato » e, secondo Stalin, come « corpo politico della classe operaia », « stato maggiore di lotta del proletariato », « parte inseparabile della classe » e, insieme, « reparto organizzato di essa », « necessario al proletariato per conquistare e mantenere la dittatura », « strumento della dittatura » (Q.d.L., pag. 8492), sede, dunque, direttiva e ideologica della rivoluzione, viene ad assumere nelle circostanze attuali un aspetto diverso. Con lo sciogliersi dello Stato coercitivo in Stato amministrativofunzionale il compito del Partito inteso come creatore, ordinatore, sollecitatore dello Stato viene ad attenuarsi. Il criterio di determinazione e di scelta del proprio destino si spartisce nelle infinite volontà del cittadino sovietico, educato per quasi mezzo secolo al socialismo, ed ormai adulto.
L'evoluzione del socialismo non può più essere una evoluzione guidata e tutelata dall'alto. Il nemico interno, l'avversario oggettivo, forte della forza inerziale ed oppósitiva delle cose, è scomparso.
Stalin diceva già nel rapporto al XVII Congresso del Partito: « Invocare le cosiddette condizioni oggettive non è più ammissi
ROBERTO GUIDUCCI 69
bile ». « Dopo che la giustezza della li[...]

[...] si rivelano qui: nell'essere strumento autoritario, di tutela e di controllo, anziché essere strumento tecnicoscientifico di una organizzazione socialista, modernamente concepita.
Staccato dai diretti compiti produttivi, il Partito aveva corso il rischio di girare a vuoto, di assumere una figura astratta, sovrastrutturale. Ma il Partito, inserendosi, come oggi viene stabilito, nell'organizzazione diretta, non può neppure essere il doppio dello Stato, la sua controfigura.
Il suo portarsi a livello operativo deve comportare anche una sua diversa concezione dei rapporti con lo Stato: ridurre la sua tutela in esso per aver modo di parteciparvi concretamente. Non sovrapporsi ai Soviet, ma entrarvi « costituzionalmente ».
Se lo Stato sta smobilitando gli apparati centrali, non sarà più possibile agendo su di essi agire su tutta la nazione. Lo Stato sta andando nei Soviet bassi, decentrati, sempre più autonomi. Ë là
70 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
che deve andare il Partita. Se la pianificazione non si dovrà più determinare nelle alte sfere, ma nei luoghi di decisione democratica della base, é ancora là che il Partito dovrà essere presente.
Il che significa che il superamento dei difetti del Partito é in questo percorso. Se la risoluzione di essi sta in una nuova organizzazione questa non potrà dar luogo ad un'altra operazione autoritaria, storicamente superata, che condurebbe oggi certamente a gravi insuccessi pratici.
Superata la lot[...]

[...]l'URSS sta superando anche i modelli classici della lotta con il « nemico ». L'evoluzione potrà essere organizzativa, con il solo parametro esterno competitivo (tenendo conto che ad un certo punto anch'esso sarà superato). La misura dell'URSS tenderà quindi ad essere la sua misura interna, la sua determinazione civile, il consumare con equilibrio la propria vita. In questa dimensione democratica occorrerà che si modelli anche il Partito. E se lo Stato sta prendendo un altro proporzionamento e un'altra essenza, così sarà per il Partito. Da guida della « dittatura del proletariato » a guida della « democratizzazione del proletariato ». Il suo compito volontaristico di pressione dall'alto si esaurisce, e d'altra parte non avrebbe più senso. Il suo ultimo compito rimane quello di creare un'alta capacità organizzativa nello Stato, con lo scioglimento organizzativo dello Stato nei Soviet autonomi e insieme centralmente serviti e coordinati. Qui il Partito non potrà più rimanere ristretto e aristocratico, ma si estenderà largamente, in un processo anche lungo, a tutti i cittadini che responsabilmente parteciperanno alla costruzione democratica, alla qualificazione regolata della loro stessa vita. A questo livello, o meglio a questo grado, il Partito avrà una residua funzione non più di potere, ma un compito pedagogico, formativo, morale. E ciò nei modi che abbiamo sopra visti, nel proporre nei Soviet una sempre più viva e responsabile compartecipazione ai piani gene[...]

[...]ora all'apice del potere, insegnava nell'Università di Sverdlov, all'inizio dell'aprile 1924, i nuovi «Principi del leninismo » definendone lo stile: « In che cosa consistono i tratti caratteristici di questo stile ? Quali sono le sue particolarità? Queste particolarità sono due: a) lo slancio rivoluzionario russo e b) lo spirito pratico americano. Lo stile del leninismo consiste nell'unione di queste due particolarità nel lavoro di Partito e di Stato » (Q.d.L. pag. 96). Cioè ideologia rivoluzionaria più organizzazione scientifica. E, nello stesso corso, Stalin insegnava: « Il Partito é lo strumento della dittatura del proletariato. Da questo deriva che, con la scomparsa delle classi, con l'estinguersi della dittatura del proletariato, deve estinguersi anche il Partito » (Q.d.L. pag. 92).
8) Evoluzione discontinua ed evoluzione lineare.
Non c'é alcun dubbio che il XX Congresso segni una svolta brusca e che abbia l'apparenza di un « colpo di Stato » anche se,
72 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
curiosamente, solo su un dominio « postumo ». So[...]

[...]iù organizzazione scientifica. E, nello stesso corso, Stalin insegnava: « Il Partito é lo strumento della dittatura del proletariato. Da questo deriva che, con la scomparsa delle classi, con l'estinguersi della dittatura del proletariato, deve estinguersi anche il Partito » (Q.d.L. pag. 92).
8) Evoluzione discontinua ed evoluzione lineare.
Non c'é alcun dubbio che il XX Congresso segni una svolta brusca e che abbia l'apparenza di un « colpo di Stato » anche se,
72 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
curiosamente, solo su un dominio « postumo ». Sotto l'apparenza, c'è anche una precisa e innegabile realtà: l'evoluzione sovietica avviene ancora per sbalzi, per urti, per conflagrazioni.
Di qui il fatto che il «salto» sia stato diretto dall'alto, in certo modo a sorpresa. La « verità » sul cammino, che ha compiuto e sta compiendo, tutto il popolo sovietico é ancora costretto a chiarirsela definitivamente, a trovarla oggettivata sulle « edizioni straordinarie » della notte. D'altra parte, però, il colpo di scena consiste, a nostro avviso, solo nell'enunciazione della verità, non nella verità in quanto tale. Da molti sintomi, e ormai più che da sintomi, dai fatti, era chiaro il processo che andava svolgendosi in URSS. Tutta la macchina sovietica era in stato di revisione. Lo annunciavano a gola spiegata i congressi de[...]

[...]iuto e sta compiendo, tutto il popolo sovietico é ancora costretto a chiarirsela definitivamente, a trovarla oggettivata sulle « edizioni straordinarie » della notte. D'altra parte, però, il colpo di scena consiste, a nostro avviso, solo nell'enunciazione della verità, non nella verità in quanto tale. Da molti sintomi, e ormai più che da sintomi, dai fatti, era chiaro il processo che andava svolgendosi in URSS. Tutta la macchina sovietica era in stato di revisione. Lo annunciavano a gola spiegata i congressi degli scrittori, degli economisti, degli architetti, dei giuristi, ecc. Lo indicavano tutta una serie di provvedimenti che via via venivano presi per sottoporre a critica istituzioni e modi di lavoro del passato.
Tutto questo processo critico (che arrivava, ad es., nella richiesta di revisione del codice penale, a proporre nuove forme di « legalità socialista ») non poteva non comportare un « processo storico » verso chi aveva creato, sostenuto, edificato precisamente quelle forme e quegli istituti che si andavano demolendo e ricostru[...]

[...]davano demolendo e ricostruendo in altro modo.
Il « processo a Stalin » era implicito nella revisione dei suoi modi di condurre la politica interna ed estera. E si potrebbe aggiungere che il « processo critico » era a sua volta basato su un «processo reale », di modifiche sostanziali, di fatto, il quale, dalla morte di Stalin, ormai si estendeva all'intera Unione Sovietica. Prima che dal Congresso, il processo al « culto della personalità » era stato condotto e verificato dall'attività del paese. Ma se il modo dell'annuncio del nuovo corso (ed il suo linguaggio) è an
cora un modo in certo senso « staliniano » come si può pensare che lo superi di fatto ? Occorre ricordare che una verità che cerca
di esprimersi d'un tratto, per la prima volta, tende a manifestarsi con il linguaggio della vecchia, e perciò non è ancora interamente la nuova verità, ma l'esplicazione della sua potenzialità, il suo
ROBERTO GUIDUCCI 73
primo passo, l'antitesi, la negazione. Se i discorsi del XX Congresso ed i dialoghi in corso in URSS non sono l'espressione [...]

[...]ltà, Krusciov non ne è ancora il Platone, sebbene per qualche aspetto tenda ad esserlo, perché il nuovo assestamento della società sovietica deve passare oltre Krusciov ed il Comitato Centrale, ed essere una « costituzione collettiva » che si formuli dalla collaborazione generale degli operai, dei contadini, dei tecnici e dei filosofi dell'Unione Sovietica.
Allora anche i modi e il linguaggio della nuova verità socialista saranno diversi e sarà stato un diverso costume a nutrirli, a coltivarli.
L'ipotesi della posizione del XX Congresso codificatrice di una nuova realtà in movimento positivo scarta sia l'ipotesi del perdurare sotto altra veste dello stalinismo, sia quella secondo la quale il XX Congresso rivelerebbe bruscamente ed esprimerebbe la presenza di una situazione conflittuale di fondo fra varie forze che nell'URSS si contenderebbero il potere. Siamo persuasi che nell'URSS sia veramente cessata la latta di classe e che quindi non esista materia economica per conflitti strutturali (le cause «oggettive» di cui parlava Stalin, nell[...]

[...]per un mondo diverso. Se i « mostri del genere umano » fossero realmente esistiti in URSS, se il sistema socialista li avesse veramente prodotti o sopportati ai più alti posti di responsabilità negli anni della Rivoluzione e in quelli della costruzione successiva, se « spie del nemico e agenti del capitalismo » avessero potuto per semplice gioco professionale elaborare teorie marxiste anche originali o comunque tecnicamente elaborate, ci sarebbe stato da disperare nell'uomo in quanto tale e nel socialismo anche.
Magari fosse stata possibile una spiegazione razionale dei fatti in questo senso! Viceversa non lo era e l'altra ipotesi si affacciò subito: divergenze politiche, errori politici. È terribile che il sistema debba essere così drastico verso chi commette errori — si pensava — ma le condizioni oggettive ancora lo richiedono. La rivoluzione ha il suo prezzo. E fa parte del suo prezzo anche il dare una qualificazione degradante di chi sbaglia: definitiva e senza residui deve essere la sua eliminazione sia fisica che morale. La « base »[...]

[...]bbero date volentieri, perché ciò comporterebbe una fatica inutile. È certo per tutti che la verità é la seconda.
Non è il caso di insistere troppo su questo argomento: vorremmo solo aggiungere che come ieri non credemmo, oggi non crediamo, se non ci saranno date incontrovertibili prove, che « gli imperialisti riponevano particolari speranze nel loro vecchio agente Beria, che si era perfidamente insinuato nei posti dirigenti del partito e dello Stato » (Relaz. Krusciov, pag. 16465), né, in ogni caso, che la sua eliminazione ed il modo di essa sia « una grande vittoria del Partito, una vittoria della sua direzione collegiale ». Al contrario. Pensiamo che Beria può aver commesso determinati errori politici, od anche colpe, ma dubitiamo di quella per cui sarebbe stato da sempre agente dell'imperialismo se, per tutta la guerra mondiale, egli fu il responsabile della sicurezza interna dell'URSS e, nell'URSS, finora nessuno aveva rilevato di non aver goduto pienamente di questa sicurezza. Pensiamo che i metodi epurativi di Stalin, che oggi gli si rimproverano, non possano essere riscattati sostituendo, all'arbitrio dell'uno, un non docu
78
9 DOMANDE SULLO STALINISMO
mentato operare di una direzione collegiale, sia pure teso ad abolire precisamente gli arbitrii passati. E un'altra considerazione ci sembra utile fare sul problema generale. I riabilitati in[...]

[...]generale, i loro slanci. È forse chiaro oggi che la politica staliniana, prevalentemente introversa, e tesa alla propria stabilizzazione fino a raggiungere il livello produttivo « sommato » dei paesi capitalistici, fu molto, probabilmente troppo, prudente verso i movimenti altrui. Ma quando questi giocarono le loro carte vincendo la partita (come la Cina), l'URSS diede loro aiuto anche sacrificando gravi interessi diplomatici con l'Occidente.
È stato un destino dell'URSS di essere stata, nonostante tutto, costretta a dare in anticipo quello che sarebbe stata disposta ad offrire spontaneamente ad un certo traguardo di potenza economica interna pienamente conseguita. Malgrado la prudenza staliniana, un'imprudenza rivoluzionaria di fatto accompagnò la politica estera dell'URSS. Tale imprudenza oggi si ribalta in sicurezza e se il più diretto « accerchiamento socialista », la zona « neutrale », l'alleanza pacifica della « maggioranza » mondiale
80 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
sono un fatto compiuto dalle rivoluzioni negli altri paesi, ciò gio[...]

[...]are che la dittatura personale di Stalin s'inserisca nella tradizione russa, pensando ad una continuazione della figura degli zar.
5. Dubito che i comunisti di tutto il mondo (od almeno gli intellettuali comunisti) abbiano veramente creduto alla versione ufficiale staliniana sui processi e le cospirazioni, abbiano potuto credere alle autoaccuse.
Penso piuttosto ad una terribile disciplina impostasi, alla necessità per loro di non screditare lo Statoguida.
6. Non so se la critica al culto della personalità porterà ad un mutamento di rapporti tra l'URSS e le cosiddette democrazie popolari. Ciò dipenderà soprattutto dal dato se si accompagni o
84 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
meno a questa critica l'abbandono della idea dello Statoguida, la accettazione di una sostanziale parità di posizione di tutti i partiti comunisti.
7. Penso comunque che non recherà di per sé alcun sensibile mutamento nei rapporti con l'occidente.
Questi rapporti sono segnati: da uno spirito di proselitismo che indubbiamente il comunismo ha e contro cui l'occidente non comunista è deciso a difendersi con ogni mezzo; dalla profonda fede che l'America nutre nella iniziativa privata, nella economia della impresa privata, ch'essa idealizza ed in cui crede di scorgere la base delle libertà.
Chi guarda spassionatamente sa che l'avversione al bolscevis[...]

[...]to nei rapporti con l'occidente.
Questi rapporti sono segnati: da uno spirito di proselitismo che indubbiamente il comunismo ha e contro cui l'occidente non comunista è deciso a difendersi con ogni mezzo; dalla profonda fede che l'America nutre nella iniziativa privata, nella economia della impresa privata, ch'essa idealizza ed in cui crede di scorgere la base delle libertà.
Chi guarda spassionatamente sa che l'avversione al bolscevismo qual é stato fin qui: in un piccolo numero di occidentali é legata al senso della libertà e cadrebbe il giorno in cui la Russia divenisse un Paese liberale; in un numero maggiore, é connessa all'avversione per la filosofia deteriore, per il materialismo, per la irreligiosità che sono nella concezione generale propria al bolscevismo; e verrebbe meno il giorno in cui questo staccasse programma politico ed economico da quella filosofia. Ma in un numero infinitamente maggiore é connessa alla sua struttura ed alla sua politica economica; il giorno che i Paesi comunisti aprissero le porte agl'investimenti del c[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] U. Cerroni, Gramsci e il superamento della separazione tra società e Stato in Studi gramsciani

Brano: Umberto Cerroni
GRAMSCI E IL SUPERAMENTO DELLA SEPARAZIONE
TRA SOCIETÀ E STATO
La separazione appare come il rapporto normale in questa società.
MARX
Al fondo della opera critica e ricostruttiva di Marx sta una costante istanza unitaria: l'istanza, cioè, mirante ad afferrare nella sua pienezza e totalità l'unità del mondo oggettivo (natura e società) organato secondo leggi che vanno bensí specificandosi socialmente al livello della natura umana, ma che sempre conservano una loro integrale adeguatezza e sufficienza oggettiva. Questa istanza unitaria, in pari tempo ipotesi e sperimentazione, cioè costruzione scientificorazionale, sta altresí alla base dell'opera progra[...]

[...]itica nella società civile » 2. Tralasciando i problemi attinenti alle forme e ai ritmi del processo che a ciò conduce (su cui è ancora illuminante l'analisi di Lenin) preme piuttosto verificare sul piano teorico l'essenzialità di quel « riassorbimento » ai fini già accennati di una ricostruzione unitaria della società umana e della coscienza sociale.
A tal fine appare utile ricordare una acuta polemica di Lenin con Struve circa la natura dello Stato 3. Affermava Struve che la critica marxista dello Stato sarebbe stata «unilaterale » giacché, trascurando il fatto che « lo Stato è prima di tutto organizzazione dell'ordine » , avrebbe pro
dotto all'estremo la critica dello Stato postulandone la fine — e dimen
ticato cosí che la sua criticabilità è esclusivamente condizionata dalla struttura economica della società. Sicché — concludeva Struve — essendo tratto caratteristico dello Stato soltanto il potere coercitivo, una volta mutata (rivoluzionata) la struttura economica della società, nulla si oppone.
M. S., pp. 133, 159.
2 Mach., p. 94. Nello stesso vol. vedi anche pp. 128, 130 e 132.
3 Vedi V. I. LENIN, Il contenuto economico del populismo in Opere, Roma, 1954, vol. I, pp. 431432.
108 I documenti del convegno
alla persistenza di tale potere, cioè dello Stato. A Struve, Lenin obiettava che il potere coercitivo non può essere assunto come tratto caratteristico essenziale dello Stato; « il potere coercitivo esiste in qualsiasi convivenza umana, nel sistema gentilizio come nella famiglia, ma là lo Stato non c'era » 1. In che cosa dunque consiste il « tratto caratteristico dello Stato » ? Citando Engels, Lenin ricordava a Struve che « uno dei caratteri distintivi essenziali dello Stato... consiste in un potere pubblico distinto dalla massa del popolo » . E, dopo aver esemplificato con Engels a proposito della nascita di un « potere pubblico » in seno alla società gentilizia (nascita che appunto intaccò sostanzialmente la specificità di tale società), concludeva affermando che « la caratteristica dello Stato è l'esistenza di una particolare classe di persone nelle cui mani si concentra il potere ». E specificava ulteriormente: « Nessuno, naturalmente, potrebbe chiamare Stato una comunità in cui " l'organizzazione dell'ordine " sia diretta a turno da tutti i suoi membri ».
Questa citazione di Lenin serve a precisare come e perché nel pensiero marxista la critica dello Stato (inteso non come potere coercitivo, ma come separazione della « organizzazione dell'ordine » dalla totalità del popolo, dalla società) assuma posto essenziale. E serve altresí a documentare come Gramsci, anche a questo proposito, sia strettamente coerente alla impostazione di Marx e Lenin. Come Marx e Lenin, infatti, Gramsci avverte che « solo il gruppo sociale che pone la fine dello Stato e di se stesso come fine da raggiungere, può creare uno Stato etico, tendente a porre fine alle divisioni interne di dominanti e dominati ecc., e a creare un organismo sociale unitario tecnicomorale » 2. Di piú: soltanto partendo dalla precisazione di Lenin circa la natura dello Stato se ne può intendere il condizionamento economico di classe che non discende già (soltanto) dalla deliberata volontà del gruppo dominante di opprimere, ma proprio dalla sostanziale e strutturale caratteristica dello Stato come risultanza necessaria della divisione della società in classi. Soltanto cosí, cioè, si può evitare l'errore soggettivistico — che non fu evitato, per esempio, dal Vyscinski — di concepire il condizionamento di classe
1 Struve, a sostegno della sua tesi, aveva affermato appunto che anche il sistema gentilizio conosceva lo Stato, che lo Stato, dunque, rimane anche quando vengono eliminate le dassi (cioè nel comunismo).
2 Mach., p. 128.
Umberto Cerroni 109
dello Stato e del diritto come derivante dalla volontà del gruppo dominante 1. E, finalmente, soltanto cosí si può preservare l'integrità rivoluzionaria della critica marxista allo Stato borghese moderno ove la separazione tra potere pubblico e popolo non può essere sanata se non dalla totale trasformazione delle strutture economiche e della stessa « macchina statale ». Con le parole di Gramsci si può altrimenti dire che senza un riassorbimento (sia pure graduale) del potere politico nella società dei produttori la trasformazione radicale dello Stato borghese non è possibile. Piú in generale — e in termini politici — non è possibile risolvere l'antinomia della società borghese moderna senza sopprimerla con un integrale rivoluzionamento delle sue strutture economiche e politiche.
Ma vediamo di approfondire ulteriormente il problema del superamento della separazione tra Stato e società, in cui abbiamo visto riposare una caratteristica generale della società divisa in classi. L'analisi di Marx ha lucidamente dimostrato, in polemica con Hegel e poi con Proudhon e la socialdemocrazia di destra, che quella separazione scaturisce
1 Esaurire nella volontà della classe dominante la struttura oppressiva dello Stato, mentre chiaramente riproduce una concezione idealisticavolontaristica dello Stato, riconduce a quella « superstizione politica » da cui metteva in guardia Marx : « Solo la superstizione politica immagina ancora oggi che la vita civile debba essere tenuta insieme dallo Stato, mentre, al contrario, è lo Stato, in realtà, che è tenuto insieme dalla vita civile » (K. MARX, La Sacra famiglia, Roma, Ed. Rinascita, 1954, p. 131). Di piú, riducendo alla volontà oppressiva della classe dominante la natura oppressiva dello Stato si scivola necessariamente nella vecchia teoria della violenza criticata da Marx, Engels e Lenin anche in sede politica. Naturalmente quella volontà esiste, solo che essa si trova a poter operare come oppressiva in forza di un processo storicosociale che genera lo Stato come « comunità illusoria », cioè come parte (classe) che opera illusoriamente per tutta la società. Su un altro piano, in relazione cioè al diritto, viene ancora piú nettamente rilevata la necessità di evitare questa soluzione volontaristica. Vyscinski, che pure aveva affermato « non l'arbitrio, ma lo stato delle forze produttive genera il diritto e la legge» (dr. Voprosy teorii gosudarstva % prava, Moskva, Gosinrizdat, 1949, p. 21) esaurendo il diritto nella « norma » esprimente la volontà della classe dominante, trascurò proprio di stabilire un durevole collegamento tra quella norma e il rapporto reale che fornisce ad essa la materia su cui deve pronunciarsi: tutto tornava così a ridursi all'analisi della volontà della classe, quindi alla identificazione dei connotati di classe della norma, senza che prendesse slancio la ricerca scientifica capace di saldare la norma alla realtà, di ritrovare [...]

[...]ro, dalla frantumazione, insomma, dell'organismo lavorativo umano atomizzato dalla proprietà privata dei mezzi di produzione. L'esigenza naturale di quella unità dell'organismo lavorativo viene cosí a imporsi « alle spalle dei produttori » conferendo a tutto il processo economico carattere cieco e caotico, spezzandolo nella antinomia tra interesse particolare e interesse generale, tra privato e pubblico, e affidando la necessaria mediazione allo Stato divenuto « illusorio interesse generale » in quanto nesso sociale ipostatizzato, entificato. L'universale umano, inglobato nella mediazione interindividuale o generica del lavoro, si fa per sé stante spezzando in concreto l'unità naturale del genere, con ciò stesso costruendosi soltanto come falsa mediazione, come arbitraria universalizzazione di una parte soltanto della società (la classe dominante).
Se è vero che questa origine del potere politico non dipende dalla volontà di una classe, ma dal processo storicoeconomico reale, ben si comprende che la critica dello Stato non può esaurirsi n[...]

[...]ella mediazione interindividuale o generica del lavoro, si fa per sé stante spezzando in concreto l'unità naturale del genere, con ciò stesso costruendosi soltanto come falsa mediazione, come arbitraria universalizzazione di una parte soltanto della società (la classe dominante).
Se è vero che questa origine del potere politico non dipende dalla volontà di una classe, ma dal processo storicoeconomico reale, ben si comprende che la critica dello Stato non può esaurirsi nella critica della volontà di classe che lo anima: deve svolgersi come radicale critica del processo di separazione dello Stato dalla società. E se questa critica, poi, vuole divenire effettivamente incisiva sulla realtà dovrà tradursi, come lucidamente vide Gramsci, nella costruzione di « un nuovo ordine sulla base del quale sia resa impossibile l'esistenza della società divisa in classi e il cui sviluppo sistematico tenda perciò a coincidere con un processo di esaurimento del potere di Stato, con un dissolversi sistematico dell'organizzazione politica di difesa della classe proletaria che si dissolve come classe per diventare l'umanità » 1. Un tale ordine appare logicamente possibile soltanto mediante una radicale riforma della società che possa « realizzare l'unità della classe lavoratrice al di sopra delle categorie determinate dalla divisione del lavoro » 2. Con eguale acutezza Gramsci vide altresí la profonda tendenziale trasformazione che nella nuova società vivrà lo stesso ordinamento giuridico, il cui fine sarà di realizzare le condizioni stesse del suo esaurimento. Lo Sta[...]

[...] » 1. Un tale ordine appare logicamente possibile soltanto mediante una radicale riforma della società che possa « realizzare l'unità della classe lavoratrice al di sopra delle categorie determinate dalla divisione del lavoro » 2. Con eguale acutezza Gramsci vide altresí la profonda tendenziale trasformazione che nella nuova società vivrà lo stesso ordinamento giuridico, il cui fine sarà di realizzare le condizioni stesse del suo esaurimento. Lo Stato nuovo avrà infatti non già « un diritto costituzionale del tipo tradizionale, ma solo
1 0. N., p. 136.
2 0. N., p. 29. Ma vedi anche p. 95.
T
Umberto Cerroni 111
un sistema di principi che affermano come fine dello Stato la sua propria fine, il suo proprio sparire, cioè il riassorbimento della società politica nella società civile » 1.
Se si tiene presente la somma di indicazioni date da Marx a questo proposito, si vedrà agevolmente come la nuova società esaurirà con una critica reale le altre forme tradizionali della coscienza sociale; e non solo la religione, ma anche la filosofia (integralmente ridotta a metodo scientifico dell'analisi storica e logica) e la stessa politica che gradualmente si esaurirà nello « autogoverno della società » . E cid non già per artificiosa soppressione della vita politica, ma[...]

[...]eguaglianza politicogiuridica degli uomini. Tale eguaglianza, nata dalla soppressione del privilegio feudale cui si contrappone il diritto della società borghese, è sostanzialmente « l'astrazione dalla società civile, dalla sua condizione reale » resa possibile e necessaria dalla astrattezza stessa del lavoro nella società mercantilecapitalistica (ove il valore sovrasta sul valore d'uso).
Quando Gramsci delinea i tratti caratteristici del nuovo Stato socialista (di transizione) pone sempre l'accento sul concetto di « autogoverno delle masse » proprio per sottolineare la fine dell'antagonismo tra pubblico e privato, il progressivo riassorbimento delle funzioni politiche nelle funzioni sociali. Egli scrive per esempio: « Il tipo di Stato proletario
1 Mach., p. 94.
112 1 documenti del convegno
non è la falsa democrazia borghese... ma la democrazia proletaria che realizzerà la libertà delle masse lavoratrici; non il parlamentarismo, ma l'autogoverno delle masse attraverso i propri organi elettivi; non la burocrazia di carriera, ma organi amministrativi creati dalle masse stesse, con la partecipazione reale delle masse all'amministrazione del paese e all'opera socialista di costruzione ». Di piú. Si ripete in Gramsci una prospettiva che Marx stesso aveva appena accennato quando nella Critica della filosofia hegeliana del diri[...]

[...]rlamentarismo, ma l'autogoverno delle masse attraverso i propri organi elettivi; non la burocrazia di carriera, ma organi amministrativi creati dalle masse stesse, con la partecipazione reale delle masse all'amministrazione del paese e all'opera socialista di costruzione ». Di piú. Si ripete in Gramsci una prospettiva che Marx stesso aveva appena accennato quando nella Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico affermava che « in uno Stato razionale conviene piuttosto far l'esame per diventare calzolaio che funzionario esecutivo dello Stato », che cioè si deve ridurre la funzione politica a funzione sociale. Ora, in una bellissima nota dell'Ordine Nuovo Gramsci, sia pure di passaggio soltanto, vede lucidamente lo stesso problema quando rileva (a proposito della censura) che nella società odierna « l'impiegato dello Stato è un mezzo, non è un'attività... È una satrapia, non è una funzione » 1. E si tratta invece proprio di ridurre il mezzo ad attività, la carica a funzione. E ancora: « A differenza dello Stato borghese che è tanto piú forte all'interno e all'esterno quanto meno i cittadini controllano e seguono l'attività dei poteri, lo Stato socialista domanda la partecipazione attiva e permanente dei compagni alla vita delle sue istituzioni ». Concetto, questo, che si trova quasi identico in Lenin: « L'ulteriore sviluppo dell'organizzazione sovietica dello Stato deve consistere in ciò che ogni membro del Soviet debba partecipare permanentemente all'amministrazione dello Stato oltre che alle assemblee dei Soviet; e inoltre deve consistere in ciò che la popolazione venga spinta in massa e gradualmente sia a partecipare alla organizzazione sovietica, sia ad assumersi la responsabilità dell'amministrazione statale » ~.
È infine utile segnalare due conseguenze che ci sembrano discendere da quanto è stato esposto. Oltre, infatti, a permettere una connessione organica tra rapporti di produzione e istituzioni politicogiuridiche e a porre in luce la realizzazione pratica della critica teorica alla società divisa in classi, la prospettiva che abbiamo cercato di inquadrare consente di riproporre la distinzione tra la teoria marxista dello Stato e due concezioni che rischiano di riemergere al di sotto di essa. Alludiamo
O. N., p. 441.
2 V. I. LENIN, Opere, ed. russa, vol. XXVII, pp. 129130.
Umberto Cerroni 113
alla « teoria della violenza » (nelle varianti blanquista e soreliana) e all'anarchismo, contro cui i teorici del marxismo si sono nettamente pronunciati.
Circa la « teoria della violenza » occorre dire che, pur profondamente estranea al marxismo, essa rischia di riaffiorare ove venga perduto di vista il collegamento genetico tra le forme storiche dei rapporti di produzione e le istituzioni politicogiuridiche, le quali ven[...]

[...]se contemporaneo venga prevalentemente limitata alla « violazione della legalità borghese » e non estesa invece alla sua stessa natura di « norma eguale per condizioni diseguali » (Marx).
Per quanto riguarda l'anarchismo, egualmente esso rischia di riaffiorare ove vengano trascurati i fondamenti storici determinati di ogni organismo statuale e giuridico, la loro relatività e dipendenza dai rapporti di produzione. In questo caso la critica dello Stato e del diritto torna ad esercitarsi su quei concetti di « Stato in generale » e di « diritto in generale » che arbitrariamente trascendono le categorie storiche determinate. Lucidissimo, in proposito, è il pensiero di Gramsci il quale
« La legislazione sia politica che civile scrive per esempio Marx non fa che pronunciare, che verbalizzare la volontà dei rapporti economici » (Miseria della filosofia, Roma, Ed. Rinascita, 1949, p. 68). E ancora, esplicitamente contro la riduzione del diritto a norma : « tutte le istituzioni di carattere collettivo vengono mediate dallo Stato e ricevono una forma politica. Di qui l'illusione che la legge riposi sulla volo[...]

[...]trascendono le categorie storiche determinate. Lucidissimo, in proposito, è il pensiero di Gramsci il quale
« La legislazione sia politica che civile scrive per esempio Marx non fa che pronunciare, che verbalizzare la volontà dei rapporti economici » (Miseria della filosofia, Roma, Ed. Rinascita, 1949, p. 68). E ancora, esplicitamente contro la riduzione del diritto a norma : « tutte le istituzioni di carattere collettivo vengono mediate dallo Stato e ricevono una forma politica. Di qui l'illusione che la legge riposi sulla volontà, ed invero sulla volontà libera, avulsa dalla sua base reale. Del pari il diritto viene allora ridotto alla semplice legge » (Ideologia tedesca, Milano, Ed. IEI, 1947, p. 132).
114 I documenti del convegno
definí l'anarchismo come « la coscienza sovversiva elementare di ogni classe oppressa » e in pari tempo « la coscienza diffusa di ogni classe dominante » . « Poiché — spiega Gramsci — ogni oppressione di classe ha preso forma in uno Stato, l'anarchismo è la concezione sovversiva elementare che pone nello S[...]

[...] volontà, ed invero sulla volontà libera, avulsa dalla sua base reale. Del pari il diritto viene allora ridotto alla semplice legge » (Ideologia tedesca, Milano, Ed. IEI, 1947, p. 132).
114 I documenti del convegno
definí l'anarchismo come « la coscienza sovversiva elementare di ogni classe oppressa » e in pari tempo « la coscienza diffusa di ogni classe dominante » . « Poiché — spiega Gramsci — ogni oppressione di classe ha preso forma in uno Stato, l'anarchismo è la concezione sovversiva elementare che pone nello Stato in sé e per sé la cagione di tutte le miserie della classe oppressa. Ogni classe diventando dominante ha realizzato la propria concezione anarchica, perché ha realizzato la propria libertà ». L'anarchismo, insomma, è « la concezione " marginale " di ogni classe oppressa » sicché « il borghese ridiventerà anarchico dopo la rivoluzione proletaria... si accorgerà nuovamente dell'esistenza di uno Stato... » . II nuovo Stato socialista sarà dunque quella « fase della lotta di classe, fase suprema, in cui il proletariato ha il sopravvento come forza politica organizzata » , lo Stato « che viene usato dalla classe operaia e dai contadini per garantire la propria libertà di sviluppo, per eliminare completamente la borghesia dalia storia, per consolidare le condizioni materiali in cui nessuna oppressione di classi può ancora determinarsi » j. Sarà, insomma, lo Stato di transizione, di cui parlava Lenin, verso il comunismo ove « ogni problema e bisogno è pubblico, deve essere risolto socialmente dal piú limitato al piú universale, gradualmente », ove cessa, cioè, per storico esaurimento dei suoi presupposti materiali, la scissione tra individuo e società, tra Stato e società: « La differenza essenziale tra il regime capitalista e il comunismo consiste appunto in ciò: nell'essere il regime capitalista fondato sull'individuocittadino in latta con lo Stato e quindi con la società, mentre i1 comunismo avrà per base cellule già organiche di compagni solidali, i quali risolvono i loro problemi e soddisfano i loro bisogni non singolarmente, in lotta gli uni contro gli altri, come problemi e bisogni privati, ma nella sfera sociale della comunità » 2. II comunismo, dunque, si prospetta come quella condizione necessaria per la realizzazione integrale della critica marxista (o se si vuole della filosofia), per la ricostruzione unitaria, insomma, del genere umano sotto il profilo del lavoro e del pensiero.
O. N., pp. 398399. 2 O. N., pp. 442443.



da Franco Cagnetta, Inchiesta su Orgosolo. Parte seconda: Orgosolo e lo stato in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 9 - 1 - numero 10

Brano: IL
ORGOSOLO E LO STATO
Il paese di Orgosolo, in tutta la sua storia, non é mai stato, e tanto meno oggi, un mondo veramente isolato: é un errore pensarlo chiuso soltanto in sé, non compromesso con il mondo che lo circonda. Sin dai primordi Orgosolo é stato in continuo rapporto con uomini e popoli, con società ed organizzazioni più complesse: con lo Stato. E questo rapporto condiziona la sua fisionomia dalle più profonde radici. La storia di Orgosolo é un capitolo della nostra civiltà. È un capitolo della storia di una regione, la Barbagia, di cui conserva, quasi caso limite, tutte le contraddizioni, i contrasti, l'oppressione, la schiavitù della conquista subita da parte di civiltà da lei diverse, di Stati. E la storia della Barbagia, che quasi nessun italiano conosce, é, per questo aspetto, una storia di grandissima importanza, direi quasi esemplare, per comprendere la più profonda e tragica formazione della nostra società contemporanea.
Il[...]

[...]'oppressione, la schiavitù della conquista subita da parte di civiltà da lei diverse, di Stati. E la storia della Barbagia, che quasi nessun italiano conosce, é, per questo aspetto, una storia di grandissima importanza, direi quasi esemplare, per comprendere la più profonda e tragica formazione della nostra società contemporanea.
Il paese di Orgosolo ha un destino singolare, unico, probabilmente, tra tutti i paesi d'Europa: da tremila anni è in stato permanente di assedio militare e poliziesco. Cartaginesi, Romani, Bizantini, Spagnoli, Piemontesi, Italiani, di fronte alla sua radicale interna turbolenza, non sono riusciti mai a conquistarlo stabilmente, a penetrarlo: si sono limitati dapprima ad attaccarlo, costretti a tenerlo a bada circondato con truppe; a contenerlo poi, una volta occupato, con un continuo regime di polizia. Da secoli i rapporti tra Orgosolo e lo Stato sono fondamentalmente gli stessi: conflitti, guerre, tensione, ostilità.
Questo assedio militare e poliziesco ha un'importanza decisiva per la storia del paese: da un lato ne assicura, ne conserva la vita antichissima come in un paradossale museo; dall'altro ne rende permanente, ne stabilizza la turbolenza.
Se la turbolenza di Orgosolo ha radici nella struttura economica e sociale odierna comune a tutto il mondo dei pastori di Barbagia e si manifesta in forme proprie e gravi per la sopravvivenza di residui di
146 FRANCO CAGNETTA
una struttura economica e sociale più antica, di un mondo di[...]

[...]ravvivenza e fa si che il paese rimanga oggi una eccezione rispetto a quelli consimili e vicini che, finito un analogo assedio, si vanno trasformando.
Il lungo assedio militare e poliziesco contro Orgosolo, ancor oggi presente, non è un problema secondario, soltanto politico, ma di primo piano, di civiltà: coinvolge la persistenza di tutta la sua singolare economia e cultura.
Se cerchiamo le notizie che riguardano i rapporti di Orgosolo con lo Stato, dall'origine sino ad oggi, non troviamo altro che cenni di guerra, di polizia. E un insieme di sistemi e di meodi di guerra, di polizia è il solo quadro della storia «statale» del paese.
Per l'epoca antica si tratta di vere e proprie guerre contro tutta la regione che lo circonda, tentativi di conquista. Le più antiche notizie, per il periodo cartaginese (VIIV sec. a. C.) ce le forniscono Pausania e Diodoro. Scrive Pausania che di fronte ai cartaginesi molti sardi: « si salvarono tra i monti dell'isola rifugiandosi in montagne, difesi da spelonche e da crepacci » (1). i< Rifugiatisi tra le [...]

[...]l periodo bizantino (VVI sec. d. C.) il papa Gregorio I Magno ci informa che una campagna militare e di polizia fu quivi condotta dal generale Zabarda dal 594 al 599 d. C. (8).
Si tratta, sino a qui, di azioni contro tutto un territorio, contro popoli stranieri.
Per il periodo dell'autonomia sarda o del regno dei Giudici di Sardegna (IV sec. 1410) sappiamo che in questo periodo Orgosolo entra a far parte per la prima volta di un vero e proprio Stato, il Giudicato di Arborea (ma non sappiamo come), ed é allora certamente che per la prima volta si costituiscono veri e propri rapporti, codificati, tra il paese e lo Stato. E da questo periodo non abbiamo che notizie di polizia.
Confrontando l'Atto di pace del 1388 tra Eleonora Giudichessa di Arborea e don Giovanni di Aragona (in cui si nomina per la prima volta esplicitamente Orgosolo) (9) con il contemporaneo codice legislativo della « Carta de Logu » (10), sappiamo che esisteva nel paese, formalmente, un posto di polizia con un « Majore de villa » e cinque
(4) ib. Titi Livi ab Urbe condita a cura di Wilhelm Weissenhorn. Vol. V, 1899, Lipsia, Teubner, XL, 34, p. 82; XLI, 6, 8, 9, 17, pp. 108, 110, 117.
(5) ib. C. Suetoni Tranquilli quae superstunt omnia a [...]

[...]e Logu »: per l'omicidio la decapitazione; per le ferite taglione e pene pecuniarie; per la grassazione la forca; per il furto pene pecuniarie, l'estrazione di un occhio, l'accecamento, la forca; per i danneggiamenti di bestiame e di campagna taglione e pene pecuniarie; per gli incendi taglio della mano, rogo, pene pecuniarie ecc.
I paragrafi 6 e 7 della « Carta de Logu » ci fanno intendere come, in quel momento, altrettanto, il rapporto tra lo Stato ed il paese si configura per la prima volta come problema del «banditismo ». Il banditismo, infatti, non é un fenomeno che si generi immediatamente, direttamente dalla struttura economica e sociale locale in sé isolata come la « vendetta » e la «bardana », ma è solo un prodotto dell'incontro, dell'attrito tra l'antica struttura economica e sociale indigena e quella nuova ed estranea dello Stato.
In quei paragrafi per la prima volta compare la definizione giuridica statale di bandito (« isbandidu »). Era tenuto per tale ogni accusato di reato che si sottraesse a giudizio o, catturato, evadesse. Si imponeva a tutto il paese, insieme al corpo di polizia, l'obbligo di catturare il
bandito entro un mese, pena, altrimenti, una multa di 100 lire sarde per la collettività, 10 per il Majore e 5 per ogni Juratu. I beni del ban
dito venivano confiscati. Ogni favoreggiatore, eccetto la moglie ed i figli,
era punito con multa di 100 lire sarde o, non potendo pagare, con la prigione a discrez[...]

[...]no confiscati. Ogni favoreggiatore, eccetto la moglie ed i figli,
era punito con multa di 100 lire sarde o, non potendo pagare, con la prigione a discrezione del Giudice. Non conosciamo il numero dei ban
diti di Orgosolo ma, tenute presenti le notizie di altri paesi di Sardegna, si deve ritenere altissimo e, in certi momenti, quasi vicino alla totalità del paese.
Ma é nel periodo di dominio spagnolo (14101721) che i rapporti tra Orgosolo e lo Stato si configurano in linee che, fortemente, esistono. tutt'oggi.
Con l'introduzione del sistema feudale spagnolo e l'inclusione di Orgosolo nei feudi della Curadoria Dore dapprima e del Marchesato d'Ora
INCHIESTA SU ORGOSOLO 149
ni poi, una profonda trasformazione viene a colpire la vita del paese. I pastori, che sino a quel momento usavano liberamente del pascolo, devono ora, per « diritto », pagare un tanto per capo al signore, oltre ad altri diritti che abbiamo elencato in altro luogo (11). Questo rapporto provoca una crisi di sistema che porta con sé, per secoli, un aggravamento generale [...]

[...]porto provoca una crisi di sistema che porta con sé, per secoli, un aggravamento generale della situazione criminale. Per il periodo del feudalesimo spagnolo, come per quasi tutti i paesi di Sardegna, non abbiamo documenti particolari per Orgosolo, e, naturalmente, di polizia, poiché gli spagnoli per prudenza li avevano distrutti o trasportati nella loro terra. Ci possiamo fare però un'idea abbastanza precisa dei vaghi rapporti tra Orgosolo e lo Stato, studiando le leggi criminali spagnole e qualche superstite editto particolare, le « grida ».
Come é noto, il sistema di giustizia spagnolo si preoccupava soprattutto della riscossione di tributi. La giustizia era affidata privatamente ai signori, rappresentati da un delegato locale che la amministrava in Curie private e la faceva eseguire da milizie private. Non c'é bisogno di dire di che specie di giustizia si trattasse. Non dissimile deve essere stata la vita di Orgosolo da quella di tutti i paesi della Sardegna sotto quel tristo potere spagnolo. Il sistema abituale di procedura, si sa, e[...]

[...]degna sotto quel tristo potere spagnolo. Il sistema abituale di procedura, si sa, era solo la tortura. Le pene, quelle della « Carta de Logu » che gli spagnoli avevano lasciato in Sardegna non sostituendola con codici reali.
Particolarmente interessante, naturalmente, é la legislazione speciale che riguarda i « banditi ». E per « banditi » si doveva intendere certamente in quel periodo quasi tutti gli uomini di Orgosolo, se si tiene presente lo stato generale di Sardegna.
Era ritenuto per bandito (catalano: bandejat; spagnolo: bandeado) chiunque, senza anche esser dichiarato per tale da uno scritto, si pensava si sottraesse a giudizio o, se condannato, pur non sapendolo si sottraesse, o, se catturato, evadesse. I suoi beni andavano al signore, al Delegato, agli sgherri (Prammatica 26, 1). Tali «banditi », insieme a loro compagni considerati fuoriusciti (« foragits ») imperversavano in tutte le campagne. « Son le terre inquiete e tormentate da uomini facinorosi che vanno in squadriglie uccidendo, rubando senza fine » (Prammatica 26, 2). I[...]

[...]avviene invece in tutti i paesi vicini, sintomo di una crisi di sistema paragonabile a quella dell'introduzione del feudo. Nessuna « chiudenda » si costruisce in Orgosolo per il collettivo rifiuto dei pastori che si vedono spogliati dell'antichissimo pascolo comune; né può dire che i pastori quasi si accorgano di essere stati liberati dal signore, il marchese di Orani, poiché i diritti che a lui pagavano devono ora pagare ad un altro signore, lo Stato, che li richiede come rimborso delle riforme (legge prediale) e per sue leggi generali.
L'ingresso e l'affermarsi della « proprietà privata », che coincide con l'inclusione della Sardegna nel nuovo Regno d'Italia (1849), e con l'inizio del nuovo periodo del dominio italiano é contrassegnato in tutta la Sardegna da una sempre crescente pressione fiscale, da una continua richiesta di soldati (per le guerre risorgimentali) e, contemporaneamente, da una sistematica spogliazione dei boschi e dallo scorporo di terreni comunali ad opera non piú di soli piemontesi ma di ogni sorta di italiani. Il pa[...]

[...]entali) e, contemporaneamente, da una sistematica spogliazione dei boschi e dallo scorporo di terreni comunali ad opera non piú di soli piemontesi ma di ogni sorta di italiani. Il paese di Orgosolo, come ce lo descrivono per es. l'abate Angius ed il padre Bresciani il 1841 edil 1847 (13) rimane invece chiuso in sé, circondato di lontano da un assedio militare. Negli anni successivi, sino al 1880 circa, di fronte alle crescenti esigenze del nuovo Stato, il «brigantaggio » di Orgosolo diventa intenso, endemico (come ci fanno intendere le notizie generali) ed un assedio permanente rinchiude il paese, che si può dire il solo, o almeno il principale in Sardegna, che si sottragga, in qualche modo, alle tasse, alle leve, alla spogliazione dei boschi e dei terreni comunali, ancora oggi conservati.
La storia dei rapporti tra Orgosolo e lo Stato moderno, lo Stato borghese, — a differenza di tutti i paesi di Sardegna — si può dire che si apra non dal 1849 ma dal 1880 circa, in coincidenza con il passaggio della borghesia italiana nella fase imperialista. Compiuta l'unità italiana, la unificazione dei mercati nazionali, tentata per l'esaurimento di questi l'espansione in quelli coloniali — ma indebolita dalle guerre precedenti ed in ritardo di concorrenza con tutti i paesi europei, dopo la sconfitta in Abissinia — la borghesia italiana, necessitosa di conquistare
(13) cfr. pp. 8890 e p. 87.
INCHIESTA SU ORGOSOLO 153
nuovi mercati, non trova altra via[...]

[...]a ricchi o, meglio, non ancora troppo sfruttati, che può trovare ancora e solo nel Mezzogiorno e nelle isole. Orgosolo si presenta in quel momento come un paese o mercato « vergine », ricco, non troppo sfruttato. Il problema di conquistarlo si pone, innanzitutto, come problema di eliminare la turbolenza ed il brigantaggio secolare che ne impediscano l'ingresso e lo sfruttamento eventuale. E in questo momento che la borghesia italiana, tramite lo Stato che controlla, inizia nei riguardi di Orgosolo una politica continua di guerra, di guerra coloniale — o, se si vuole, subcoloniale — che é quella, esattamente, che costituisce la storia « italiana » del paese dal 1880 circa sino ai nostri giorni. L'intensificarsi di questa guerra coincide sempre con i periodi di impoverimento nazionale, con i periodi di « ritorno in sé » dopo crisi economiche, guerre, ecc.: presenta cioè un carattere di periodicità che coincide, esattamente, con le crisi discontinue ma permanenti del sistema interno della borghesia imperialista. La intensità di questa guerra [...]

[...]i altro sito d'Italia, il divario, tra classi ricche e classi povere, tra paesi e regioni ricche e paesi poveri — prodotto della formazione infelice dell'Unità d'Italia a vantaggio di una classe, la borghesia, e di un insieme territoriale, l'Italia settentrionale e centrale, — si presenta qui non come un contrasto di sole classi, di territori, ma, addirittura come un contrasto di vere e proprie civiltà, e un contrasto da sanare. Una civiltà allo stato primitivo si contrappone ad una civiltà evoluta nell'ultima fase borghese.
Si può trovare una legge fissa delle crisi; ne elenco qui le principali: In coincidenza con la crisi economica dal 1880, dopo la guerra di Etiopia, sino al 1900, assistiamo ad una guerra dello Stato contro 200 bande di orgolesi e barbaricini che da tutta la regione si concentrano, come estrema roccaforte, nel territorio di Orgosolo. Tutti i sistemi della guerra coloniale vengono impiegati dallo Stato. Si usa l'esercito e la polizia con battaglie campali come quella svoltasi nella foresta orgosolese di Murgugliai il 1899 tra 200 soldati, poliziotti e carabinieri contro la banda dei briganti SerraSanna di Nuoro e Giuseppe Lovicu di Orgosolo. Negli scontri, durati per vent'anni tra lo Stato ed i pastori muoiono oltre 100 carabinieri ed un numero imprecisato, di certo maggiore, di pastori.
1
154 FRANCO CAGNETTA
Interi paesi nel 1899 vengono rastrellati e deportati, ed in una sola volta sono presi nella regione e nel paese di Orgosolo 800 uomini, donne e bambini, di cui 790 sono poi rilasciati. I tribunali, che condannano indiscriminatamente, siedono in permanenza. Enormi distruzioni di patrimoni (di greggi, di campagne, di case) impoveriscono paurosamente il territorio. In coincidenza con questa guerra, ideologi borghesi, in particolare il Niceforo ed il Ferri, i1.1900, analiz[...]

[...]di barbaricini, promulgano la teoria razzista della « zona criminale ».
Posseggo i dati per una completa ricostruzione di questa crisi ma mi riprometto la esposizione completa in un volume scritto per Giulio Einaudi.
In coincidenza con la crisi economica del 1905 e con quella successiva alla guerra 191518 si sviluppa in Orgosolo la vendetta di sangue tra i Cossu e i Corraine, vera e propria guerra durata vent'anni tra il paese di Orgosolo e lo Stato, che ho ricostruito nel mio cit. studio « La disamistade di Orgosolo ».
In coincidenza con l'ultima guerra e con la crisi successiva, da qualche anno una vera e propria situazione di guerra esiste nuovamente tra Orgosolo e lo Stato. Da qualche anno la stampa italiana e straniera, di tanto in tanto, torna ad occuparsi di Orgosolo e si agita su piano nazionale un dibattito solo in casi estremi, in occasione di fatti irrimediabili, ultimo, per es., il sequestro e la morte dell'ing. Davide Capra.
Quale é la situazione presente del paese?
Ho cercato, nelle pagine che seguono, di ricostruirne l'ambiente attraverso alcuni dati, considerazioni e, soprattutto, attraverso testimonianze dirette di orgolesi, di cui posseggo il testo scritto o che mi sono state dettate e trascritte parola per parola. Sino ad oggi si é parlato in I[...]

[...]ne l'ambiente attraverso alcuni dati, considerazioni e, soprattutto, attraverso testimonianze dirette di orgolesi, di cui posseggo il testo scritto o che mi sono state dettate e trascritte parola per parola. Sino ad oggi si é parlato in Italia degli orgolesi ma mai, se non nei tribunali o su qualche giornale sardo, hanno parlato gli orgolesi.
La situazione — come giudicherà il lettore é molto grave. I metodi di guerra coloniale usati dal nostro Stato contro il paese di Orgosolo ripugnano alla coscienza di ogni uomo civile. Dopo aver visto e constatato .direttamente nel corso della mia inchiesta non posso più sottrarmi con un silenzio che sarebbe un reato.
INCHIE'STA SU oRCOSbLo 155 '
ELENCO DEGLI OMICIDI AVVENUTI IN ORGOSOLO
NEGLI ULTIMI QUATTRO ANNI (195054)
1950
1) Floris Antonio Maria, pastore, 1' 18 aprile 1950.
2) Massola Giovanni, contadino, t maggio 1950.
3) Pichireddu Maria Antonia, casalinga, t 1 luglio 1950.
4) Biscu Alfonso, pastore.
5) Soro Maddalena, casalinga, t 26 luglio 1950.
6) Cucchedda Francesco, ex carabinier[...]

[...]i 26.
E altri.
ET.FNCO DEI LATITANTI DI ORGOSOLO NEGLI ULTIMI QUATTRO ANNI
(195054)
Gli orgolesi alla macchia, di volta in volta, devono considerarsi quasi tutti gli uomini di Orgosolo o come dogau (latitanti per timore di essere perseguiti) o come latitanti veri e propri. Pertanto un catalogo esatto e stabile si rende impossibile.
Tra i latitanti veri e propri hanno avuto fama negli ultimi anni :
1) Liandru Giovanni Battista, pastore, arrestato.
2) Dettori Giuseppe detto Liandreddu, pastore, arrestato.
3) Floris Antonio Maria, pastore.
4) Floris Raffaele, pastore.
5) Tanteddu Pietro, pastore, deceduto.
6) Tanteddu Pasquale, pastore.
Attualmente sono latitanti ed hanno fama :
I) Tanteddu Pasquale.
2) Floris Raffaele, dogau.
Per « favoreggiamento » di banditi si possono considerare, di volta in volta, colpiti da arresto, confino o ammonizione, quasi tutti gli uomini di Orgosolo e alcune donne. Ecco, per es., lo :
ELENCO DEI CONFINATI DI ORGOSOLO
1) Tanteddu Antonia, di anni 20, condannata ad 1 anno a Terraferma.
2) Tanteddu Antonio, di anni 65, pastore, 3 anni a ...
3) Tanteddu F[...]

[...]onera (Carabinieri).
6) loc. Sorasi (Carabinieri).
7) loc. Olai (Carabinieri).
8) loc. Sant'Antiocu (Carabinieri).
9) loc. Deluisco (Carabinieri).
10) loc. S. Leonardo (Carabinieri)
11) loc. Adeth (Carabinieri).
160 FRANCO CAGNETTA
12) loc. Orulu (Carabinieri).
13) loc. Visti (Carabinieri).
14) loc. Locoe (Carabinieri).
15) loc. Funtana bona (P. S.).
I1 totale numerico delle forze di polizia (carabinieri e p. s.) in Orgosolo non mi é stato possibile accertare. Si consideri in rapporto al numero delle caserme, e si tenga presente che, abitualmente, e specie in situazioni di contingenza, assai frequenti, fanno servizio tutte le forze di polizia (carabinieri e p. s.) del Comando di Nuoro, che si aggira sugli 800. Proporzionalmente al territorio è il più alto di tutt'Italia.
* * *
Le autorità del Governo italiano preposte alla p. s. in provincia di Nuoro pare abbiano sulla popolazione di Orgosolo le stesse opinioni che ieri avevano probabilmente sulle popolazioni dei nostri ex territori africani: opinioni discendenti da teorie ra[...]

[...]cciamola scomparire come entità geografica » (27 novembre 1953).
INCHIESTA SU ORGOSOLO 161
Non c'è da stupirsi perciò se troppo spesso si sentono da alcuni carabinieri, poliziotti e funzionari mandati in Orgosolo giudizi su quella popolazione come, ad es.: « razza criminale », « sangue assassino », « delinquenti nati », « belve umane », ecc.
Da 50 anni é questo il principale clima ideologico e la quasi sola preparazione culturale di quanti lo Stato italiano invia a rappresentarlo, a combattere i crimini, a tutelare la legge.
I metodi di prevenzione e di repressione dei frequenti delitti di Orgosolo trovano troppo spesso giustificazione in teorie razziste e la loro pratica è coloniale.
Durante il corso della mia inchiesta ho raccolto molte testimonianze di orgolesi che qui pubblico in n. di 25 e che, più di ogni spiegazione, provano che non si tratta di metodi usati da gran parte della polizia per casi isolati e contro efferati delinquenti, ma per tutto, un paese e contro pacifici cittadini. Si tratta quasi di un sistema. Queste dichia[...]

[...]numerose ma non posso pubblicarle tutte poiché alcuni temono, con la pubblicita, rappresaglie. Rendo onore a questi orgolesi che, in una situazione di terrore, hanno voluto parlare e li indico come esempio di alto sentire civile e di grande coraggio.
Il triste dibattito che sono costretto a riaprire (e che nel passato e nel presente troppe volte si é dovuto riaprire in Italia) chiama in causa i fondamenti stessi della nostra civilta, del nostro Stato: il rispetto della personalità, della liberta individuale, dell'integrita fisica dell'individuo. Chi li minaccia non sono soltanto i banditi e i criminali ma troppo spesso, purtroppo, anche molti carabinieri, poliziotti, coloro cioè che dovrebbero invece difenderli e tutelarli.
Per quanto quei diritti, conquistati in altro tempo dalla borghesia, siano oggi da tutti riconosciuti in Italia e risultino codificati nella Costituzione, tutti sanno in Italia — anche se non ci pensano o se lo vogliono nascondere — che si agisce in pratica violandoli troppo spesso. Si torna a principi e metodi non ri[...]

[...]ratica usata contro Orgosolo: il quadro che ne risulta non é meno grave della pratica peggiore usata già da noi contro la Libia, l'Abissinia ecc.
La situazione criminale di Orgosolo per le ragioni più profonde e cioè, come abbiamo visto, per ragioni di struttura economica e sociale, è indublmente, molto grave: i delitti sono continui. Trascurando il problema dell'origine della criminalità, del suo nascere dalla struttura economica e sociale, lo Stato italiano si preoccupa invece e soltanto del locale « banditismo », dei « banditi » che esistono in Orgosolo: del fenomeno piú appariscente della situazione cioè, e del piú apparentemente comprensibile, poiché si verifica anche in altre regioni, ma che, certamente, è, al tempo stesso, l'aspetto derivato, secondario, « superficiale ». Trascurando il problema dell'origine della criminalità, del suo nascere dalla struttura economica e sociale, lo Stato italiano si propone soltanto il problema piú immediato — ed, in certo senso, il piú comodo —: catturare i latitanti. Trascurando, con profonda ignoranza, di conoscere la particolare situazione locale, esso impiega metodi e sistemi giudiziari — piú esattamente, direi, militari — che possono valere (se pure), in altre regioni d'Italia, per es. in Sicilia, contro un banditismo che è di delinquenti abituali, di bande.
Sorprenderà molti sapere, invece, che in Orgosolo di banditi veri e propri, di banditi «legali », attualmente ve ne è uno solo — Pasquale Tanteddu —, latitante già condannato a due[...]

[...]ergastoli. Volendo, si pos
INCHIESTA Su ORGOSOLO 163
sono contare in piú, di volta in volta, altri occasionali (una diecina, forse, in tutta la provincia di Nuoro), imputati per lo più di reati di poco conto. Questi banditi, nei delitti che vengono loro attribuiti, non sono legati, abitualmente, tra di loro; non costituiscono banda (e non ne é mai esistita una vera e propria in Orgosolo); sono spesso rivali, divisi tra di loro, nemici.
Per lo Stato questi banditi costituiscono un solo problema veramente grave: essi non sono odiati dalla popolazione ma, direi, amati: ricevono protezione, aiuto, quasi da tutti. E questo, certamente, il solo problema veramente grave per lo Stato.
Il suo compito principale che consiste (o dovrebbe consistere) nell'isolare dalle popolazioni quei banditi, nel conquistare l'appoggio della popolazione contro i banditi, si cerca oggi di ottenere — come già ieri nell'Africa italiana — con i seguenti sistemi:
Stato d'assedio periodico e rastrellamenti generali
E misura che, di tanto in tanto, è presa in Orgosolo in occasione di delitti che colpiscono i « bianchi », cioè continentali, rappresentanti di forze di polizia, o, secondariamente, amici dei «bianchi »; confidenti di polizia. L'elencazione di questa misura dal 1880 ad oggi comprenderebbe troppe pagine. Mi limito qui ad indicare gli esempi ultimi e più gravi:
1) I1 20 dicembre 1949, in occasione di un omicidio di un proprietario di Orotelli, 150 carabinieri armati di mitra e di fucili in piena notte circondano il paese. 50 o 60 case vengono perq[...]

[...]ziotti
Da qualche anno in Orgosolo la polizia é stata dotata di cani poliziotti per snidare a banditi ». Abbiamo visto come Manio Pomponio li avesse usati con poco risultato il 231 a. C. In una situazione in cui il delinquente muta continuamente, sono inutili. Di contrapposto, e con migliori risultati, gli orgolesi hanno, per es., addestrato cani che, in paese
o in campagna, abbaiano solo alla vista di una divisa. Un cane poliziotto costa allo Stato, per mantenimento, L. 400 giornaliere : il salario di un bracciante in Orgosolo é di L. 400. Attualmente i cani sono 10
o 15: potrebbero con quella spesa vivere 10 o 15 disoccupati. E si eviterebbe uno spettacolo che ricorda inoltre, le SS. di macabra memoria. come ha avuto a denunciare al Senato l'on. Emilio Lussu il 16 dicembre 1953.
Sistemi di inquisizione della polizia. Fermi, arresti, maltrattamenti, tortura, perquisizioni domiciliari
La grave situazione, comune in tutt'Italia, determinata dal fatto che la polizia troppo frequentemente si sostituisce alla magistratura, assumendosi le [...]

[...]izione, cioè una libertà vigilata per la durata di due anni, con l'obbligo di presentarsi agli uffici di polizia ad ore fisse; con numerosi divieti tra cui, per es., quello di uscire di casa la mattina e la sera prima e dopo ore fissate; di frequentare bettole, osterie ecc.; di prender parte a pubbliche riu' nioni, feste ecc. 2) Il Confino, cioè la deportazione con lavoro forzato, per la durata da 1 a 5 anni, in una colonia penale speciale dello Stato (Ustica ecc.) o in un comune diverso da quello di residenza.
Questi provvedimenti non colpiscono coloro che sono autori di un reato, ma coloro che sono sospettati di esser autori di reati, o che potrebbero diventarlo. La larghezza di reati contemplati da questo Tribunale speciale è, altrettanto, un indice del suo grande potere. Per l'ammonizione (secondo l'art. 165), si contemplano reati come omicidio, grassazione, furto, resistenza all'autorità ecc.; per il confino gli stessi (secondo l'art. 165), oltre la trasgressione all'Ammonizione (art. 181,1) e un reato chiaramente politico che consis[...]

[...]anto, un indice del suo grande potere. Per l'ammonizione (secondo l'art. 165), si contemplano reati come omicidio, grassazione, furto, resistenza all'autorità ecc.; per il confino gli stessi (secondo l'art. 165), oltre la trasgressione all'Ammonizione (art. 181,1) e un reato chiaramente politico che consiste nel: « proposito di svolgere una attività rivolta a sovvertire violentemente gli ordinamenti politici, economici o sociali costituiti dallo Stato o a contrastare o a ostacolare l'azione dei poteri dello Stato », (art. 182,3). Oggi si interpreta questo ultimo passo come « favoreggiamento di banditismo », benché, tra i numerosissimi reati citati nel testo non ve ne sia mai la menzione; e, per la elasticità della formula, come scrive Mario Berlinguer, «qualunque irriverenza, qualunque molestia anche verso il più umile tra i pubblici ufficiali dovrebbe portare nientemeno che il confino di polizia » (14).
Ma vediamo, ora, le mostruosità giuridiche di questo Tribunale:
Innanzitutto esso non è composto da giudici naturali, magistrati, ma da membri della polizia: il, Questore, il Comandante dei Carabini[...]

[...]rivato cittadino; cui si aggiungono due magistrati. Su denuncia del Questore — che diviene cosí insieme accusatore, inquisitore e giudice — l'imputato viene chiamato in questura per l'Am
(14) Mario Berlinguer, Giustizia e Rinascita per la Sardegna. (Discorsi pronunciati alla Camera dei Deputati nelle sedute del 20 maggio e del 3 giugno 1954). Tip. della Camera dei Deputati, pp. 1213.
168 FRANCO CAGNETTA
monizione; e per il Confino tradotto in stato d'arresto davanti alla Commissione.
La maggior mostruosità giuridica di questo Tribunale consiste nel fatto che per una condanna non si richiede la prova di reato ma (incredibile a dirsi) il solo sospetto di reato. Dice infatti testualmente la legge che con l'Ammonizione ed il Confino possono essere colpite « le persone designate dalla voce pubblica come socialmente pericolose » o «diffamate » (art. 164). Per « voce pubblica », di cui si rispetta sempre l'anonimato, devono intendersi abitualmente e quasi solo, nemici personali, confidenti di polizia. Devono essere molti — si giustificano i f[...]

[...]oltre a formulare il parere in favore di se stesso, non esita ad inserire nel suo rapporto alla commissione centrale nuove circostanze che non sono state vagliate dalla commissione di primo grado, senza naturalmente indicarne le fonti e spesso in contrasto con gli stessi accertamenti della polizia e dei carabinieri » (15). Istituto cioè tipicamente fascista. Non per niente il solo difensore di esso alla Camera e con aperta motivazione fascista è stato, appunto, il fascista on. Angioy del M. S. I. Con esso si può considerare imputato chi si vuole per « favoreggiamento di banditismo ». E, si noti, fa osservare ancora Mario Berlinguer che: « se taluno è chiamato in giudizio per rispondere di favoreggiamento non come sospetto ma sulla base di prove precise, lo si condanna a pochi mesi; la legge penale autorizberebbe un giudice inesorabile a giungere fino al limite massimo della pena : 4 anni. (art. 378 C. P.). Se invece è soltanto investito da un sospetto di favoreggiamento gli si irrogano 5 anni di confino » (16).
L'uso, anzi l'abuso smodera[...]

[...]re, e senza sapere a volte, neppure a chi: intere famiglie risultano infatti confinate in Orgosolo!
Si consideri, ancora, che i maggiori latitanti, per es. Pasquale Tan
(15) ib. pp. 910.
(16) ib. p. 11.
(17) cfr. pp.
170 FRANCO CAGNETTA
teddu, sono diventati tali proprio per sottrarsi a questa imposizione. E se la delinquenza non trova incentivo in questo modo, lo trova altrettanto con il rancore che un innocente prova verso la polizia, lo Stato che lo colpisce ingiustamente; lo trova nella permanenza al confino, vera e propria colonia e scuola di delinquenza.
Questo infamante Tribunale è una delle più gravi cause di perturbazione nel paese. Adesso si è arrivati a colpire — e per la prima volta nella storia sarda — persino delle donne! Il suo odioso carattere di Tribunale coloniale fa arrossire ogni italiano civile.
2) Tribunali ordinari.
Ma anche nel regolare processo di fronte alla magistratura si profila qui un carattere speciale. L'autorità di polizia, avocando a sé generalmente l'indagine, delimita l'ambiente nel quale poi si[...]

[...]e processo di fronte alla magistratura si profila qui un carattere speciale. L'autorità di polizia, avocando a sé generalmente l'indagine, delimita l'ambiente nel quale poi si muove la stessa magistratura. Non sempre, su queste basi, l'autorità giudiziaria ha potuto dare buone prove di sé in Sardegna. Così fu per es. il 1905 in un famoso processo ad Oristano che ingenerò la « disamistade » di Orgosolo e nel quale si assolse l'assassino; e così é stato nel 1953 nel famoso processo di Cagliari per «Monte Maore » (Villagrande) e per « Sa verula », imbastito solo su basi indiziarie, e nel quale, solo in base ad un riconoscimento fotografico di un pregiudicato, Sebastiano Mereu, furono condannati all'ergastolo ben 11 orgolesi. Certamente molti di essi, come tutti sanno in Sardegna, sono innocenti: auguriamo che l'Appello saprà riparare a questi torti. Questo ha denunziato anche l'on. Velio Spano al Senato il 13 dicembre 1953.
Ostaggi
Da qualche tempo la polizia in Orgosolo ha iniziato una misura gravissima. I famigliari di un latitante, genit[...]

[...] famiglia, non ha veramente piú niente
INCHIESTA SU ORGOSOLO 171
da perdere e nulla lo arresta nel delitto. Lo si irrita, lo si vuole un « cinghiale ».
La grave situazione ed il pericolo grave di questa pericolosa misura é stata denunciata largamente alla Camera dagli on. Lussu, Berlinguer, Laconi, Pirastu ecc.
Confidenti di polizia
Poiché i metodi di violenza diretta non servono, in Orgosolo si ricorre al più antico sistema usato quando lo Stato non é forte ma impotente, e quando si trova in territorio nemico, specialmente nelle colonie: i confidenti prezzolati dalla polizia. È un metodo che nei secoli scorsi in Orgosolo ha sempre dato pessimi risultati e gravi conseguenze: si pensi al « guidatico » spagnolo e piemontese.
I confidenti in Orgosolo é possibile trovarli solo tra pregiudicati che sono mossi dalla speranza di impunità o tra uomini moralmente miserabili che sono mossi da cupidigia di denaro. E questo genere di confidenti è oggi una delle più gravi cause, se non la più grave, dei delitti e del banditismo di Orgosolo.
Negl[...]

[...] 4 anni, sui 27 omicidi avvenuti in Orgosolo almeno 20 con certezza possono essere considerati esecuzioni di confidenti. E la loro morte é accolta quasi con soddisfazione, come l'esecuzione di una spia nemica in periodo di guerra.
Il parere degli orgolesi sui confidenti — ed il termine più ingiu
172 FRANCO CAGNETTA

rioso nel paese é appunto « s'ispia » — é qui espresso nella sua forma più abituale dalla acclusa testimonianza n. 9.
Oggi lo Stato per mantenere confidenti in Orgosolo spende forse la somma più alta che si impieghi per il paese: questo denaro, che potrebbe servire a migliorare la situazione di miseria, non si riduce ad altro che ad un involontario finanziamento di nuovi delitti.
Taglie sui banditi
Oltre ai confidenti non vi é probabilmente sistema più pericoloso, nella particolare situazione di Orgosolo, che le taglie sui banditi. Già usate dagli spagnoli, dai piemontesi, esse, se pur hanno per effetto la cattura di un bandito, quasi sempre danno luogo a 1,5,10 omicidi per la loro spartizione, per vendetta ecc.; e ne v[...]

[...]iù pericoloso, nella particolare situazione di Orgosolo, che le taglie sui banditi. Già usate dagli spagnoli, dai piemontesi, esse, se pur hanno per effetto la cattura di un bandito, quasi sempre danno luogo a 1,5,10 omicidi per la loro spartizione, per vendetta ecc.; e ne vengono fuori, ancora, 1,5,10 nuovi banditi. Se pur hanno il risultato della cattura di qualche bandito senza sanguinose conseguenze, esse si risolvono in una grave beffa allo Stato che le paga, poiché la cattura — o meglio consegna — del bandito avviene quasi sempre con il suo accordo, ed è lui, la famiglia, gli amici che intascano le taglie : si riducono cosí ad un invito alla latitanza.
« Fraternizzazione con gli indigeni»
Uno dei problemi che si é sempre posto per Orgosolo da parte di autorità e di giornali é quello se i carabinieri e i poliziotti devono o non devono « fraternizzare con gli indigeni », e, specialmente, con le donne. Il PaisSerra nella sua inchiesta per conto del Governo protestava che : « difetto grave sono le relazioni, il contatto con il popolo »[...]

[...]e: — Le ragazze di Orgosolo non se la fanno con i carabinieri. Carabinieri: — Voi ci offendete. Badate come parlate!
Ragazze: — Lasciateci stare e rispettateci.
Carabinieri: — Siete più delinquenti degli uomini. Vi domeremo con lo strumento.
Ragazze: — Ma chi credete di essere, o vanitosi! Pensate a domare voi stessi con la giustizia.
***
Quale é la conseguenza di questa politica razzista, coloniale?
La divisione completa tra il paese e lo Stato, lo stato di vera e propria paura reciproca e continua che esiste tra la popolazione e le forze di polizia, la sfiducia completa degli orgolesi per ciò che é statale e non è orgolese.
E questo l'ambiente che genera essenzialmente il « banditismo ».
Per la minima mancanza o reato commessi, per la minima minaccia o per il solo amichevole avviso che un nemico personale, un confidente, un poliziotto ecc. stanno per denunciarlo all'autorità statale, l'orgolese si dà alla macchia. Lo fa, come qui si dice (e questo denuncia chiaramente la situazione) non per sfuggire alla giústizia ma per « sfuggire all'ing[...]

[...]incensurati, neppure a volte colpiti da misure di p.s., che vive in una singolare condizione di semilatitanza. Impauriti, si nascondono alla polizia e vivono tra il paese e la campagna le loro tristi giornate. La frequenza e l'estensione del fenomeno é cosí vasta che esiste a Orgosolo persino un termine speciale per indicare un semilatitante: su dogau. E si può dire che, almeno una volta nella vita, ogni orgolese, o quasi, sia passato per questo stato.
174
FRANCO CAGNETTA
Dal dogau generalmente viene fuori il vero e proprio bandito. Uno sguardo alla storia dei banditi del paese (e, si potrebbe dire, di tutta la Barbagia) ci dimostra che all'origine di un bandito sta un'ingiustizia iniziale ed il dogau.
Così dogau fu per es. in passato Onorato Succu per vendetta, e dogau nel presente fu Pasquale Tanteddu per sfuggire alla commissione di confino. Per quanto la latitanza del dogau non sia reato, e non può essere neppure considerata prova di colpevolezza, una volta alla macchia, al dogau si presentano cento circostanze che lo spingono a fa[...]

[...]etari della zona, piccoli o grandi, viene chiesto direttamente dal bandito o da chi per lui, di tanto in tanto, una somma in denaro, in bestiame ecc. secondo le possibilità. Il ricattato, nella stragrande maggioranza dei casi paga senza fiatare per evitare il sequestro di persona, l'omicidio. Ma, in verità, bisogna dire che come la rapina é ritenuta qui naturale, altrettanto si considera il ricatto in Orgosolo. Nessuno, o quasi mai, ricorre allo Stato.
Di fronte alle persecuzioni, ai mali enormi che vengono dallo Stato, persino il ricatto é considerato un male minore: una sorta di « tassa u che non si paga allo Stato ma si paga al bandito, e più volentieri poiché domani su di lui, si può, eventualmente, contare, mentre sullo Stato non si può contare purtroppo, né per protezione, né per la propria pace.
I rapporti tra la popolazione e il bandito in Orgosolo (e in generale in tutta la Barbagia) sono profondamente diversi da quelli tra la
INCHIESTA SU ORGOSOLO 175
popolazione ed il bandito di città. « Voi pensate probabilmente a un bandito della Barbagia nei termini in cui concepite un qualunque delinquente di città », ha detto Renzo Laconi. « Un delinquente in città non é riconosciuto come proprio dalla società che lo circonda, é isolato nella vita di un paese civile; ma per il bandito in Barbagia é un'altra cosa. La [...]

[...]ta società che circonda i banditi e i banditi stessi non vi é rottura morale. Ogni pastore sa che si potrà trovare nella situazione in cui dovrà diventare un bandito, e ogni bandito sa di non essere altro se non un pastore « sfortunato » che ha avuto una disavventura » (19) Ed il bandito nei lineamenti essenziali della tradizione di Orgosolo (e della Barbagia) non é un rinnegato del suo mondo. Diviene latitante per sfuggire solo alla legge dello Stato, ma si sente impegnato a rispettare la legge del paese. Egli si studia di non rendersi colpevole di delitti ingiusti, inumani, che gli taglierebbero la possibilità di conservare i rapporti. Entro questi limiti l'orgolese aiuta il latitante libero e compiange il latitante catturato.
Il latitante catturato, in questa tradizione, é solo uno « sfortunato ». Liberato dal carcere, magari dopo anni di carcere che ha fatto innocente, egli viene accolto festosamente: ognuno gli augura «a chent'annos» (fra cent'anni una nuova disgrazia).
La fidanzata lo ha atteso per anni, la moglie gli é stata fedel[...]

[...]o anni di carcere che ha fatto innocente, egli viene accolto festosamente: ognuno gli augura «a chent'annos» (fra cent'anni una nuova disgrazia).
La fidanzata lo ha atteso per anni, la moglie gli é stata fedele, gli ha educato i figli, ha mandato avanti la famiglia. Senza moralismi e senza piani di rieducazione la comunità dei pastori riaccoglie il galeotto che, se non ha vendette da compiere, torna pacifico alla sua vita, al suo lavoro. Essere stato latitante, essere latitante non ha significato di rimprovero, non é motivo che ripugna. Al contrario!
Il bandito anzi, in generale, viene persino eroizzato, mitizzato. Egli, se é libero, è una specie di rappresentante del potere esecutivo del paese contro il potere esecutivo dello Stato. È il « Giustiziere », iI « Vendicatore ». E qui, come in ogni società primitiva, conta sempre chi vince, chi è il più forte: e non é, quasi mai, lo Stato. Il bandito orgolese resta alla macchia anche 20, 30 anni. Lo aiuta, certamente, il
(19) Renzo Laconi Ignazio Pirastu, Il banditismo in Sardegna e le sue cause sociali. (Discorsi pronunciati alla Camera dei Deputati nelle sedute del 20, 25 maggio e del 3 giugno 1954). Tip. della Camera dei Deputati, pp. 5455.
176 FRANCO CAGNETrA
territorio; il Supramonte per es. Ma il latitante orgolese, per es., abitualmente non vive in campagna: ma in paese.
Per la enorme parentela che quasi sempre conta, per le amicizie, per il sentimento generale di opposizione alla polizia, tutto il paese lo nascond[...]

[...]lo, per es., ha generalmente, due, tre quattro porte che danno sulle strade; corridoi, tortuosi; meandri; interrati e soffitti; botole ecc., costruiti di proposito. La protezione al bandito é tale, che egli pub, con qualcne precauzione, passeggiare persino per le vie del paese, sotto il naso di carabinieri e di poliziotti. E molto raro che il bandito sia denunziato, e, se questo avviene, avviene per beghe personali, non per timore od amore dello Stato.
Il silenzio di fronte alla polizia é legge generale, rispettata e fatta rispettare, come il « codice locale ». Non esiste probabilmente altro paese in Italia in cui il silenzio popolare — la omertà, per usare un termine statale — é tanto vasto. È il prodotto di una storia secolare, profondissima. « La verità — dichiarava per es. l'anno scorso il comandante dei carabinieri della provincia di Nuoro, magg. Onofrio Casano — é che interrogare gli orgolesi é perfettamente inutile. E tutto tempo perso. Anche messi davanti all'evidenza dei fatti gli orgolesi non parlano se non in un caso su dieci m[...]

[...]., una idea della centenaria « sapienza giudiziaria acquisita nel paese:
Una banda di rapinatori aveva assalito la casa di due vecchi pro
prietari e aveva uccisi. Dodici giovani imputati erano stati portati in tribunale: tutti avevano un alibi fortissimo, meno uno. Messo a confronto con un teste, un cugino che diceva di odiarlo, riconosciuto, non avendo neppure accennato una risposta, benché non vi fosse nessuna prova contro di lui, questi era stato condannato. L'avvocato difensore, di fronte a quell'insano comportamento, era disperato. Il condannato sta due anni in carcere, poi scrive al Procuratore: ricorda, finalmente, dove si trovava il giorno della rapina : era andato a Macomer in treno, conservava il biglietto ferroviario, anzi era stato multato, aveva un testimone che lo poteva riconoscere, un prete che aveva viaggiato con lui. L'avvocato difensore, sia pur irritato contro lo stesso imputato, fa riaprire il processo: si constata che la multa, intestata al nome dell'imputato, corrisponde al giorno della rapina, il prete lo riconosce e viene assolto. In camera charitatis l'avvocato difensore ora chiede all'orgolese : « Come è possibile che tu avevi dimenticato un alibi così formidabile? ». « Eccellenza — risponde l'orgolese — io ho partecipato a quella rapina di cui ero imputato. Mio cugino, quello stesso che mi ha accusato, é[...]



da Bruno Bongiovanni, Ritratti critici contemporanei. Maximilien Rubel in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: RITRATTI CRITICI DI CONTEMPORANEI
MAXIMILIEN RUBEL
1. L'« Incompiuta » di Marx. — L'apparizione delle Oeuvres di Karl Marx nella « Bibliothèque de la Pléiade », la prestigiosa collana di Gallimard, venne salutata come un « segno dei tempi »I. Per una cinquantina d'anni dopo la sua morte, infatti, Marx era stato, con alterne vicende, pubblicato a cura degli studiosi dei partiti operai: la cultura universitaria aveva per lo piú trascurato l'indagine criticofilologica sul lascito intellettuale marxiano, considerato opera di un agitatore rivoluzionario e non certo di uno scienziato sociale. Le cose in Occidente cambiarono soprattutto dopo il 1945, nonostante le critiche, non sempre piú puntuali e documentate che in passato, che gli scritti di Marx continuarono a subire da una buona parte degli ambienti accademici. Il Marx « economico » della Pléiade — il cui secondo volume venne alla luce proprio nel 19[...]

[...]dichiarata del presunto padre fondatore, ha derivato il nome dal maestro: l'incompiutezza dell'opera di Marx.
Nell'Introduzione del 1857, anch'essa nel primo volume delle Oeuvres nonostante sia stata fatta conoscere per la prima volta da Kautsky nel 1903 e sia quindi postuma, Marx tracciava il piano di quell'impresa ciclopica che per convenzione possiamo definire Economia: 1. Il Capitale; 2. La proprietà fondiaria; 3. Il lavoro salariato; 4. Lo Stato; 5. Il commercio estero; 6. Il mercato mondiale. Nella prefazione effettivamente anteposta alla Critica dell'economia politica del 1859 Marx ammette di avere soppresso una Introduzione, ma non perché in questa si diceva poco, commenta Rubel, ma perché si diceva troppo: si anticipavano dei risultati non ancora raggiunti.
Di tutto il suo grandioso progetto Marx non riuscí che a scrivere una piccola parte e, a parte la Critica del 1859, solo la prima parte della prima delle sei sezioni previste vide la luce mentre Marx era vivo. Come si fa a dire che l'opera « economica » di Marx è conclusa? Se[...]

[...]ilosofiche che le diverse scuole « marxiste » si sono scagliate l'un l'altra appoggiandosi ai Manoscritti o all'Ideologia tedesca, ai Grundrisse o al Capitolo VI inedito. La pubblicazione degli inediti non favoriva un ritorno a Marx, ma un'integrazione degli inediti stessi nel « marxismo ». Si può dire, invece, che i due volumi delle Oeuvres di Marx dedicati all'Economia costituiscono un vero ritorno a Marx, con tutti i limiti riconducibili allo stato delle fonti, limiti che Rubel non si stanca di sottolineare. D'altra parte, il difficile cammino a ritroso zurück zu Marx, sembra ritenere Rubel, è l'unico modo per rendere nuovamente possibile, senza apriorismi, una Zukun f tstheorie.
Nelle 132 pagine di introduzione al secondo volume, Rubel ripercorre la storia di una « lunga ossessione », di un incubo durato tutta una vita: la critica dell'economia politica. La carriera intellettuale di Marx era infatti iniziata, dopo una prima fase liberale, all'insegna della critica della politica e dello Stato, riconoscibile nella meditazione di Kreuzn[...]

[...]troso zurück zu Marx, sembra ritenere Rubel, è l'unico modo per rendere nuovamente possibile, senza apriorismi, una Zukun f tstheorie.
Nelle 132 pagine di introduzione al secondo volume, Rubel ripercorre la storia di una « lunga ossessione », di un incubo durato tutta una vita: la critica dell'economia politica. La carriera intellettuale di Marx era infatti iniziata, dopo una prima fase liberale, all'insegna della critica della politica e dello Stato, riconoscibile nella meditazione di Kreuznach del 1843', critica che con la Questione ebraica diventa un manifesto anarchico e proletario 4. Le prime letture economiche di Marx sono tuttavia all'origine di un trauma che durerà tutta una vita: risultano fondamentali De la misère
2 Cfr. F. ENGELS, Prefazione a K.M., Il Capitale. Libro III, Editori Riuniti, Roma 1965, pp. 928. Per un giudizio negativo sull'edizione di Rubel in nome del conservatorismo filoengelsiano cfr. GILBERT BADIA, Brèves remarques sur le tome II des oeuvres de Marx, in « L'Homme et la Société », n. 17, 1970, pp. 319323. Pe[...]

[...]onomia politica (1844), geniale opera giovanile di Friedrich Engels, densa di fervidi umori moralistici. Proprio in questo periodo nasce un'ossessione teorica che non abbandonerà piú Marx — che coglie nelle prime rivolte operaie in Germania l'inizio di una nuova era — ed il cui primo prodotto sono i Manoscritti economicofilosofici del 1844. Secondo Rubel, tuttavia, Marx non abbandona mai il progetto di scrivere una critica della politica e dello Stato 5, ma con l'esposizione della concezione materialistica della storia (L'ideologia tedesca, 184546) Marx comincia a scorgere nel processo reale di produzione il punto di partenza per ogni analisi teoricocritica. Da questo momento Marx si trova costretto a fare i conti con Proudhon, che l'ha iniziato alla critica dell'economia politica, ma che si ostina ad analizzare il capitale dal punto di vista del capitale e la miseria dal punto di vista della miseria. Sopravvengono le rivoluzioni del 1848, l'esilio londinese, l'immersione totale nel British Museum, la scoperta dell'enorme importanza di Ric[...]

[...]Capitale pubblicato nel 1867 è solo il primo libro della prima parte. Rubel contrasta le tesi di chi sostiene che Marx mutò idea 6 e che i libri de Il Capitale a nostra disposizione contengono tutta la materia prevista nel piano originario. Nulla di piú falso, secondo Rubel: Marx non ha mai rinunciato all'opera colossale che si era prefisso, ma Il Capitale e tutte le implicazioni di esso gli hanno sottratto una quantità di tempo che egli non era stato in grado di calcolare con precisione. Ed in piú
5 Il 3 febbraio 1845 Marx firma un contratto con l'editore Leske di Darmstadt per la pubblicazione di un'opera, in due volumi, mai consegnata, dal titolo Critica della politica e dell'economia politica.
6 Cfr. HENRYK GROSSMANN, Die Anderung des unsprünglichen Aufbauplans des Marxschen Kapital und ihre Ursachen, in « Archiv für die Geschichte des Sozialismus und der Arbeiterbewegung », xlv, 1929, pp. 305338. Per una posizione intermedia tra Grossmann e Rubel cfr. ROMAN ROSDOLSKY, Genesi e struttura del Capitale, Laterza, Bari 1971. Per lo svilu[...]

[...]i appassiona alla storia naturale ed ai primi passi del darvinismo, si getta con competenza sull'antropologia e sull'etnologia ed in piú è parte in causa, attiva e fattiva, della storia del movimento operaio inter nazionale ed in particolare dell'Associazione internazionale dei lavoratori. C'è da stupirsi se Marx non ha potuto condurre a termine che una parte dell'immenso lavoro progettato? Per quel che riguarda la critica della politica e dello Stato dobbiamo soprattutto accontentarci delle opere giova nili, precedenti all'elaborazione della concezione materialistica della storia (Marx mai parlò di « materialismo storico » e tantomeno di « materialismo dialettico », assi portanti del Diamat stalinosovietico). Maximilien Rubel non ha comunque dubbi sul fatto che nella quarta sezione della sua Critica progettata e mai conclusa, quella dedicata allo Stato, Marx avrebbe ripreso e sviluppato i temi del biennio 18431844, riproponendo la tematica profondamente libertaria é comunista dell'alienazione nel politico.
Non è inutile a questo punto ricordare che nel 1965 in Francia uscivano due opere, destinate a grande successo e popolarità: Pour Marx e Lire le Capital'. del « filosofo marxista » Louis Althusser: con questi studi compare sull'orizzonte di quel lungo e faticoso commento che 'è la storia dottrinale del « marxismo » il fin troppo celebre concetto della coupure épistemologique, che sottrae al marxismo l'opera giovanile di Marx e che fa de [...]

[...]anoscritti del 1844, dei quali esisteva in Francia, a quel momento, una traduzione parziale nel volume vi delle Oeuvres philosophiques di Karl Marx (Costes, Paris 1937)1°. Rubel scrive che il testo giovanile di Marx è impregnato di un profondo spirito etico (tema destinato a diventare un leitmotiv nell'indagine marxologica di Rubel), che resta valido — aggiunge — in un'epoca in cui si assiste alla trasformazione dell'operaio libero in schiavo di Stato e a quella del capitalista privato in burotecnocrate o in monopolista di Stato.
A questo punto, per meglio inquadrare il clima intellettuale al cui in
9 Cfr. Riflessioni sull'utopia e sulla rivoluzione, in ERICH FROMM (a cura di), L'umanesimo socialista, Dedalo, Bari 1971.
10 La prima traduzione francese completa è quella delle Editions Sociales, Paris 1962. In Italia erano già uscite una traduzione di Norberto Bobbio (Einaudi, Torino 1949) ed una di Galvano della Volpe (Rinascita, Roma 1950).
286 BRUNO BONGIOVANNI
terno si situano le origini degli studi di Rubel, ricordiamo che nel numero precedente della « Revue Socialiste » del 1947 era stato pubblicato un testo[...]

[...], in ERICH FROMM (a cura di), L'umanesimo socialista, Dedalo, Bari 1971.
10 La prima traduzione francese completa è quella delle Editions Sociales, Paris 1962. In Italia erano già uscite una traduzione di Norberto Bobbio (Einaudi, Torino 1949) ed una di Galvano della Volpe (Rinascita, Roma 1950).
286 BRUNO BONGIOVANNI
terno si situano le origini degli studi di Rubel, ricordiamo che nel numero precedente della « Revue Socialiste » del 1947 era stato pubblicato un testo di Léon Blum, dal titolo Révolution socialiste où révolution directoriale? ", risposta socialista alle tesi di James Burnham, il cui libro The Managerial Revolution — del quale oggi sappiamo che fu in gran parte un plagio ai danni di un testo allora sconosciuto dell'italiano Bruno Rizzi 12 — nega che il declino del capitalismo debba condurre al socialismo, al posto del quale comparirà, secondo il sociologo americano, un regime totalitarioburocratico la cui classe dominante verrà costituita, come già accade nella Russia sovietica e come si è intravisto nella Germania nazist[...]

[...]socialisme ou barbarie »: se si pensa che il saggio di Claude Lefort La contradiction de Trotsky, che ha preceduto di qualche mese l'uscita del primo numero della rivista « Socialisme ou barbarie », è apparso su « Les Temps modernes » a cavallo tra il 1948 ed il 194917, si comprende in che misura l'antologia di Rubel abbia circolato negli ambienti che rifiutavano l'ortodossia bolscevica (fosse pure trockista) ed il « marxismo » come ideologia di Stato e come dogma di partito 18. Il problema fondamentale affrontato nell'Introduction all'antologia del 1948 è il rapporto tra scienza ed azione, tra il « revisionismo » di Bernstein ed il « volontarismo » dei Sorel e degli Arturo Labriola 19. Rosa Luxemburg, sia pure in modo imperfetto, secondo Rubel, ha conciliato il determinismo economico e la spontaneità, riprendendo la teoria marxiana della catastrofe ed interpretandola come barbarie. Rosa Luxemburg, testimone e vittima della barbarie della prima guerra mondiale, ha intuito che la tendenza catastrofica (dove per catastrofe s'intende anche il[...]

[...]ema viene ripreso da AMA DEO BORDIGA nel suo scritto False risorse dell'attivismo, in « Sul filo del tempo », n. 1, 1953, pp. 2327, ma Bordiga risolve in rigido monismo monolitico il dualismo di Rubel.
288 BRUNO BONGIOVANNI
si schiuda all'umanità la barbarie totalitaria della managerial revolution. Se invece trionfa l'etica marxiana dell'azione rivoluzionaria che si accompagna al determinismo della traiettoria della catastrofe — il secolo xx è stato ricchissimo in fatto di barbarie, secondo Rubel — prevale la tendenza positiva del dilemma luxemburghiano, costituita dall'autoemancipazione dei lavoratori (Rubel ricorda spesso che Marx derivò questa formula da Flora Tristan) e dallo sbocco socialista.
Altro tema trattato nell'Introduction è il tema del partito. Rubel riproduce alcuni suggestivi ed affascinanti passi del carteggio tra Marx e Freiligrath, dove Marx distingue tra partito formale — quello che di volta in volta s'incarna in istituti visibili e che sorge direttamente dai contrasti della società — ed il partito storico, il «parti[...]

[...]rviene direttamente nel perdurante dibattito sulle tesi di Burnham 22. Discute la letteratura sociologicoeconomica presente nell'opera dell'americano (Veblen, Rathenau, Berle e Means) e la confronta con le opinioni espresse in proposito, dalle scuole marxiste, da Bernstein, Renner, Cunow, Hilferding, Horkheimer. Rubel avvicina le tesi di Burnham alla teoria dell'autosocializzazione del capitale di Renner ed a quella del, carattere proteico dello Stato di Kautsky (teorie a sfondo ottimistico), per concludere che un antimarxista come Burnham (che trattiene il possibile esito catastrofico) può essere piú fedele a Marx di tanti marxisti (Rubel, ovviamente, non poteva sapere del plagio dello stesso Burnham). Secondo Rubel gli avvenimenti contemporanei — e la tematica della managerial revolution lo conferma — gettano una nuova luce sulla dottrina marxiana della catastrofe sociale, secondo termini che sia gli « ortodossi » che i « revisionisti » (tutti ligi al piú rassicurante ottimismo di partito) erano stati incapaci di prevedere.
20 Introduct[...]

[...]o Burnham). Secondo Rubel gli avvenimenti contemporanei — e la tematica della managerial revolution lo conferma — gettano una nuova luce sulla dottrina marxiana della catastrofe sociale, secondo termini che sia gli « ortodossi » che i « revisionisti » (tutti ligi al piú rassicurante ottimismo di partito) erano stati incapaci di prevedere.
20 Introduction a Pages de Karl Marx pour une éthique socialiste, cit., p. 45 (ed. 1970). Questo concetto è stato ripreso da JACQUES CAMATTE negli anni Sessanta: dr. ora Verso la comunità umana, Jaca Book, Milano 1978, pp. 43 ss.
21 Cfr. La Pensée maîtresse du Manifeste communiste, in « Revue Socialiste », n. 1718, 1948; Fragments d'un journal de voyage de Friedrich Engels, n. 27, 1949; Echange de lettres entre Lassalle et Marx, n. 32, 1949; La Russie dans l'oeuvre de Marx et d'Engels, n. 36, 1950.
22 Cfr. Réflexions sur la société diréctoriale, in « Revue Socialiste », n. 44, 1951.
MAXIMILIEN RUBEL 289
Nell'ottobre dello stesso anno, inoltre, Rubel si sente in dovere d'intervenire in polemica con il[...]

[...] sul movimento del capitalismo moderno, sulla fisionomia storicosociale delle classi, sulla tecnocrazia e sugli intellettuali: davanti all'idolatria del marxismoleninismo inteso come sistema che incarna un potere che si presenta come verità assoluta e davanti alla risoluta negazione di ogni ipotesi socialista in nome della rabbiosa difesa del « mondo libero », si sentiva nettissimo il bisogno di un ritorno critico al discorso marxiano. Ma in che stato era questo discorso? Che cosa se ne sapeva realmente? Può sembrare un paradosso, eppure proprio negli anni in cui il « marxismo », dottrina obbligatoria di Stato per un'enorme quantità di esseri umani, si afferma come ideologia dominante del ventesimo secolo, su di esso si sa poco, in modo disorganico e disordinato, a dispetto dell'imponente massa di pubblicazioni (« ufficiali » e no), di edizioni (anche « popolari »), di commenti e di interpretazioni.
Prima del 1956 non esisteva alcuna impresa in cantiere atta a pubblicare l'opera completa di Marx ed Engels: tra il 1956 ed il 1968 sono usciti i 41 volumi dei MarxEngels Werke (MEW), pubblicati a BerlinoEst, a cura dell'Istituto di marxismoleninismo presso il comitato centrale della SED 26. Si tratta [...]

[...]giorata: la pubblicazione dei Resultate des unmittelbaren Produktionsprozesses (il Capitolo VI inedito) sull'« Arkhiv Marksa i Engelsa » del 1933 e quella dei Grundrisse nel 193941 avevano avuto scarsissima eco e per molti il « marxismo » era un sistema compiuto depositato nei manuali di partito o, nel migliore dei casi, nel Manifesto e ne Il Capitale. Vi erano naturalmente numerosi studiosi e numerosi lettori che non si accontentavano di questo stato di cose, ma la interruzione della grande MEGA e la confusione delle lingue succeduta alla rottura « scientifica », oltre che politica, tra socialdemocrazia e bolscevismo staliniano, non giovavano ad una comprensione critica del fenomeno: soprattutto mancava un inventario aggiornato e scrupoloso del lascito intellettuale di Marx. A disposizione del lettore sino a quel momento vi era solo la vecchia bibliografia di Ernst Drahn, sommaria, lacunosa e costruita con criteri scientifici estremamente labili 32. Nel 1956 Maximilien Rubel porta a termine la prima fase del suo lavoro dando alle stampe l[...]

[...] La bibliografia è divisa in quattro parti: la prima comprende le opere e gli scritti pubblicati vivente l'autore, la seconda l'epistolario, la terza i manoscritti inediti, la quarta gli scritti dubbi o d'incerta attribuzione. Si può dire che in Occidente è possibile districarsi compiutamente nella selva delle pubblicazioni marxiane solo a partire da questa bibliografia: nel 1960 venne fatto seguire
31 Dei volumi della vecchia MEGA (19271935) è stato fatto un reprint dalla Verlag Detlev Auvermann, Glashütten im Taunus 1970.
32 Cfr. ERNST DRAHN, MarxBibliographie. Ein Lebensbild Karl Marx' in biographischbibliographischen Daten, Deutsche . Verlagsgesellschaft für Politik und Geschichte, Charlottenburg 1920: di questo testo esiste un reprint presso Slienger, London.
33 Cfr. Bibliographie des oeuvres de Karl Marx, Rivière, Paris 1956.
MAXIMILIEN RUBEL 293
un supplemento 34. La MarxForschung comincia ora ad uscire dalle diatribe di partito e ad emanciparsi dai pregiudizi ideologici: è infatti solo esibendo allo studioso ed al lettore la c[...]

[...]'uomo (das kommunistische Wesen), a proposito del quale viene ricordato che Marx, in un passo della sua opera, in un primo tempo, in luogo di Gemeinwesen, aveva scritto die Kommune, parola che in seguito aveva cancellato. Di qui l'inizio di tutta la riflessione sul comunismo, che non è solo il punto d'approdo conclusivo di uno sviluppo economicoquantitativo, ma è l'essere reale dell'uomo, esiliato in una società civile separata ed oppressa dallo Stato, atomizzato e parcellizzato da una parte, inquadrato e burocratizzato dall'altra 4D. La concezione materialistica della storia, come la sociologia critica, come la critica dell'economia politica, è il metodo d'analisi delle leggi della società, di quelle leggi che soffocano il Gemeinwesen, che ne impediscono la libera affermazione. Il Gemeinwesen è la sostanza del comunismo, ciò che ne rende possibile la realizzazione: il comunismo, a sua volta, è il movimento reale che fa emergere il Gemeinwesen, è l'azione sociale che affossa la troppo lunga preistoria umana.
4. Bonapartismo e stalinismo. [...]

[...]ulle avventure messicane, sulla fatale guerra francoprussiana. Particolarmente interessanti le pagine che commentano la guerre d'Italie, dove si mette in luce come, di contro a Lassalle, prevalesse in Marx ed Engels l'ipoteca antibonapartista sull'esigenza « nazionale » dell'unificazione italiana 43
L'interesse particolare che il bonapartismo suscita deriva però dall'essere esso da Marx identificato come il momento di supremo antagonismo tra lo Stato e la società: il bonapartismo non è tanto il comitato d'affari della borghesia, l'espressione di una classe dominante, è un fenomeno politico particolare grazie al quale si può osservare l'astrazione dello Stato dalla società civile che raggiunge il suo culmine. Marx definisce lo Stato bonapartista una macchina da guerra del capitale contro il lavoro, ma, articolando in modo apparentemente contraddittorio il giudizio, sostiene anche che la classe che tale Stato meglio rappresenta è quella con
42 Karl Marx devant le bonapartisme, Mouton, Paris 1960.
43 Cfr. ivi, pp. 6777. In Italia gli scritti di Marx ed Engels sul 185960 sono stati abbastanza poco studiati, anche perché piuttosto imbarazzanti dal punto di vista dell'ortodossia gramsciana e da quello delle priorità patriottiche. Cfr. ERNESTO RA
GIONIERI, Prefazione a K. Max,A F. ENGELS, Scritti sul risorgimento, Editori Riuniti,
Roma 1960 e FRANCO VALSECCHI, La politica di Napoleone III e la guerra d'Italia del 1859 nell'interpretazione di Marx, Engels e Lassalle, in Mélanges Pierre Renouvin, Etu[...]

[...]one di Marx, Engels e Lassalle, in Mélanges Pierre Renouvin, Etudes d'histoire des rélations internationales, Puf, Paris 1966.
296 BRUNO BONGIOVANNI
tadina (di qui i buoni rapporti dell'exliberale con il parti prêtre), complice dunque delle truffe dell'aristocrazia finanziaria e del parassitismo degli strati direttamente gravitanti intorno alla corona. Se Marx sostiene da una parte che il regime parlamentare può contenere in nuce i germi dello Stato bonapartista, il che è stato utilizzato per un'interpretazione marxiana dei fascismi contemporanei , dall'altra lo Stato bonapartista sembra potenziare quegli strumenti di dominiocontrollo sulla società civile che lo sottraggono ad una connotazione di classe valida una volta per tutte: come il capitale, liberatosi dalle pastoie della proprietà privata borghese, nelle forme moderne che Marx già aveva descritto, tende a diventare il capital sans phrases, cosí, secondo Rubel, sembra che a partire dal bonapartismo, si possa parlare di un Etat sans phrases, in cui la classe dominante progressivamente si confonde con l'apparato dello Stato, sino a che emerge l'oggettività complessa della macchina burocratica di domin[...]

[...]lo sulla società civile che lo sottraggono ad una connotazione di classe valida una volta per tutte: come il capitale, liberatosi dalle pastoie della proprietà privata borghese, nelle forme moderne che Marx già aveva descritto, tende a diventare il capital sans phrases, cosí, secondo Rubel, sembra che a partire dal bonapartismo, si possa parlare di un Etat sans phrases, in cui la classe dominante progressivamente si confonde con l'apparato dello Stato, sino a che emerge l'oggettività complessa della macchina burocratica di dominio che, ereditata dal passato e messa a punto per l'avvenire, regola l'organismo politico e sociale nel suo complesso: secondò Rubel, il bonapartismo, cosí lucidamente analizzato da Marx, è il destino del mondo moderno. Sotto il segno del bonapartismo, inteso insieme come modernizzazione oppressivototalitaria e come demagogico populismo di Stato che compie le rivoluzioni dall'alto, si sono formate le grandi unità nazionali ed i grandi sistemi industriali, o, meglio, questi fenomeni macrostorici, paralleli alla formazione delle grandi masse proletarie urbane, hanno condotto a strutture di dominio che non pochi punti di contatto hanno con il « bonapartismo » ancora primitivo ed inefficiente di Napoleone le petit".
Non è possibile continuare un'analisi serrata degli scritti di Marx senza, prima o poi, porsi il problema della natura sociale di quello Stato e di quella società che, ufficialmente, al pensiero di Marx si richiamano:.. lo S[...]

[...] unità nazionali ed i grandi sistemi industriali, o, meglio, questi fenomeni macrostorici, paralleli alla formazione delle grandi masse proletarie urbane, hanno condotto a strutture di dominio che non pochi punti di contatto hanno con il « bonapartismo » ancora primitivo ed inefficiente di Napoleone le petit".
Non è possibile continuare un'analisi serrata degli scritti di Marx senza, prima o poi, porsi il problema della natura sociale di quello Stato e di quella società che, ufficialmente, al pensiero di Marx si richiamano:.. lo Stato e la società dell'uRs S. Rubel, nel 1957, comincia una riflessione che proseguirà negli anni successivi 46 e che condurrà in piena armonia con i risultati delle sue analisi marxologiche. Rubel comincia con il ricordare che Lenin, a proposito della Russia sovietica, parlava di capitalismo di Stato sorvegliato e diretto dal potere operaio, un potere che si identifica nel partito bolscevico,
44 Cfr. AUGUST THALHEIMER, Sul fascismo, in RENZO DE FELICE (a cura di), Il fascismo. Le interpretazioni dei contemporanei e degli storici, Laterza, Bari 1970. Cfr. anche GIAN ENRICO RuscoNl, La teoria critica della società, Il Mulino, Bologna 1968, pp. 176187.
' Cfr. Karl Marx devant le bonapartisme, cit., p. 160. ..
46 Cfr. La croissance du capital en U.R.S.S. (1957), The relationship of Bolshevism to Marxism (1968), La fonction historique de la nouvelle bourgeoisie (1971), La société de transit[...]

[...]a proletaria del potere politico, non è altro che un mito: il bolscevismo si è servito del pensiero di Marx per fare accettare alle masse operaie esigue del 1917 ed a quelle ben piú cospicue dei decenni successivi una corsa alla concentrazione del capitale di una rapidità e di una violenza superiori a quelle della rivoluzione industriale nei paesi occidentali. Marx, secondo Rubel, ha concepito, in pagine profetiche, un sistema capitalistico allo stato puro che è stato realizzato dalla società sovietica, la quale ha fatto di necessità virtú ed è riuscita a mettere in moto un'accumulazione capitalistica di grandi dimensioni senza fare ricorso ai tradizionali uffici della classe borghese. Marx aveva studiato le condizioni sociali della Russia, guardato con interesse ai suoi istituti comunitari ed auspicato che, grazie alla permanenza di tali istituti ed al rapido affermarsi della rivoluzione in Occidente, la Russia potesse avere la ventura di passare al socialismo senza attraversare il necessariamente intermedio purgatorio capitalistico: ma già negli ultimi a[...]

[...]i una borghesia impari al suo compito storico, senza liberalismo e senza regime costituzionaldemocratico, definendo, in forza dell'ideologia « marxista », accumulazione socialista quella che era la consueta e brutale accumulazione capitalistica. Gli studi di Marx sulla genesi storica e sulla crescita del capitalismo sono stati trasformati, soprattutto con l'avvento di Stalin, in ricette economiche per l'edificazione del socialismo: è cosí che lo Stato sovietico, capitalismo d'imitazione per quel che riguarda il materiale tecnologico impiegato, ha in breve tempo utilizzato tutti i metodi di accumulazione descritti da Marx. In questo modo l'Urss, attraverso la dittatura di partito, si è avvicinata alla realizzazione di quel capital sans phrases, privo di ostacoli borghesi, che Marx aveva intravisto ed il suo Stato teocratico, fondato sul doppio terrorismo ideologico e poli
47 Cfr. BRUNO BONGIOVANNI, Introduzione a F. ENGELS, La politica estera degli zar, La Salamandra, Milano 1978, pp. 936.
298 BRUNO BONGIOVANNI
tico, ha perfezionato quell'Etat sans phrases che Rubel ha creduto di ravvisare nell'analisi marxiana del bonapartismo.
Ritornano in parte, come si vede, le suggestioni dell'immediato dopoguerra: a proposito dell'uRs s Rubel parla di capitalisme directorial e ricorda che nel libro iii de Il Capitale Marx aveva usato il termine managers, modificato poi da Engels 48. A differenza dei teorici [...]

[...]ll'interno di un modo di produzione di tipo nuovo, non previsto da Marx e contrassegnato dall'oppressione della nuova classe tecnoburocratica e dal totalitarismo economicopolitico: l'uRss è caratterizzata dalla croissance du capital, dall'instaurazione di un capitalismo emancipato da ogni ipoteca tradizionalmente borghese e realizzato con il concorso totalitario del dispotismo burocratico. Con Lenin, e ancor piú con Stalin, il proletariato non è stato abolito, ma è stato creato, la divisione del lavoro è stata approfondita, lo Stato è stato perfezionato nei suoi strumenti di controllo e di oppressione, lo scambio monetario è divenuto, nell'intero mercato nazionale, il principale incentivo per ogni lavoro, la gerarchia sociale e professionale è divenuta l'ossatura stessa della nuova società 50. L'URSS non ha realizzato le speranze di Marx, non è sfuggita, secondo Rubel, all'intermedia tappa capitalistica: d'altra parte non ha neppure realizzato le piú ridotte speranze dei menscevichi, non ha guadato e non sta guadando l'impetuoso fiume capitalistico all'interno di un sistema costituzionaldemocratico.
5. Gli « Etudes de marxologi[...]

[...]ocumenti e testimonianze, studi ed analisi sull'opera di
48 Cfr. K.M., Il Capitale. Libro III, cit., pp. 460 e Oeuvres. Economie II, cit., pp. 11471150 e 1175 e 1792.
49 Tra questi Rizzi e Burnham, ma anche Shatchman: due personaggi che hanno avuto posizioni del tutto simili sono stati Rudolf Hilferding, sul versante socialista democratico, e Victor Serge, sul versante libertario.
50 Rubel riconosce di non essere l'unico a definire l'uRss uno Stato capitalistico: tra gli altri cita Pannekoek, Rühle, Bordiga, Cliff, Castoriadis. Cfr. Marx critique du marxisme, cit., p. 92.
MAXIMILIEN RUBEL 299
Marx e sul marxismo, ed inoltre rassegne storiche, bibliografie, traduzioni di inediti. I venti numeri sono oggi uno strumento di studio indispensabile per chiunque voglia approfondire i problemi della marxologia. Nell'Avantpropos del numero 3 Rubel afferma che la parola marxologie non traduce in modo perfetto la piú elegante espressione tedesca MarxForschung, ma ritiene necessario che anche nelle lingue latine si trovi un termine atto non a fond[...]

[...]a parte del pianeta, né gli uni né gli altri, dicevamo, possono eludere la ricerca marxologica, anche se possono, in tacito accordo, censurarne i settori imbarazzanti o mummificarla e trasformarla in stanca accademia. Nell'Avantpropos del numero 5 Rubel conferma che l'azione preliminare della MarxForschung deve essere la rimozione dell'aura religiosa che si è sovrapposta sul pensiero del maestro, il rifiuto del « marxismo » divenuto ideologia di Stato e dogma di partito.
Nel frattempo gli « Etudes de marxologie » traducono o presentano testi, spesso quasi sconosciuti, almeno in Francia, di Marx e di Engels, ma anche di Sorel e di Struve ed inoltre saggi di studiosi come Draper, Pipes, Mattick, Na'aman, su temi fondamentali come la dittatura del proletariato, il movimento cooperativo, l'utopia, la storia dei movimenti operai, il risorgimento italiano, la diffusione del « marxismo » nei vari paesi, l'interpretazione marxiana e lassalliana della rivoluzione francese. E poi ancora scritti di Korsch e di Rosdolsky, la questione ebraica ed il r[...]

[...]za anche il numero 11 (1967) sul centenario de Il Capitale e soprattutto il numero del 1969 contenente gli scritti di Marx e di Engels (alcuni inediti in francese)
300 BRUNO BONGIOVANNI
sullo zarismo e sulla comune russa 51. Il numero del 1970, consacrato al comunismo, mette in luce le origini utopiche del pensiero di Marx: il comunismo, si cerca di dimostrare, è poi degenerato in mitologia attraverso la mediazione degli apparati ideologici di Stato. Questo numero contiene testi importanti di Moses Hess, di Max Adler, di Weitling, di Rühle e di Mattick: la presentazione di lavori poco noti o addirittura inediti, con commenti ed annotazioni, è sicuramente uno dei meriti maggiori degli « Etudes ». Nel numero 15 Rubel pubblica il saggio La légende de Marx ou Engels fondateur che indica in Engels il primo ed ancor timido responsabile della costituzione del « marxismo »: in questo numero, oltre a studi importanti di Draper e di Bahne, vi sono anche testi di notevole importanza di Pierre Leroux e di Joseph Déjacque. Nel numero 16 la traduzione[...]

[...]bel, ricordando che il termine « marxismo » è nato come invettiva ed ingiuria degli avversari, attribuisce ad Engels la responsabilità storica ed ideologica di avere costituito un pensiero critico in dottrina: credendosi erede, Engels fu in realtà il fondatore. Con questa relazione, che suscitò grande scandalo soprattutto tra i « marxisti » ortodossi e tra gli studiosi dell'Est, Rubel ha inaugurato un terreno di ricerca parzialmente nuovo, che è stato in seguito arricchito con grande competenza da Margaret Manale, ma anche da altri studiosi non attestati sulle sue posizioni, come Hobsbawm e soprattutto come Haupt che, pur ritenendo « discutibile » l'impostazione provocatoria di Rubel, ne ha nei fatti seguito le tracce 56.
b) L'anarchismo di Marx. Analizzando gli scritti giovanili di Marx e rileggendo quelli dell'età matura alla luce della convinzione di una mai spezzata continuità di ispirazione, Rubel ritiene che tutta l'opera di Marx sia essenzialmente una critica dello Stato e del denaro ed argomenta che la sezione sullo Stato della Cr[...]

[...]studiosi non attestati sulle sue posizioni, come Hobsbawm e soprattutto come Haupt che, pur ritenendo « discutibile » l'impostazione provocatoria di Rubel, ne ha nei fatti seguito le tracce 56.
b) L'anarchismo di Marx. Analizzando gli scritti giovanili di Marx e rileggendo quelli dell'età matura alla luce della convinzione di una mai spezzata continuità di ispirazione, Rubel ritiene che tutta l'opera di Marx sia essenzialmente una critica dello Stato e del denaro ed argomenta che la sezione sullo Stato della Critica, compresa nel famoso progetto del 1857 e mai scritta, non poteva contenere che la teoria della società liberata dallo Stato. Si può dire che Bakunin, nonostante le sue affermazioni in contrario, risenta dell'elitismo smanioso di clandestinità suggeritogli dalla mai sopita vocazione romantica del cospiratore di professione (si pensi al rapporto con Necaev): Rubel ritiene che questi atteggiamenti fossero estranei a Marx e che paradossalmente vi sia piú « leninismo » nell'azione politica di Bakunin. Ma è soprattutto negli scritti anteriori al 1846 che è possibile cogliere in Marx un théoricien de l'anarchisme: per il Marx di questi primi anni l'emancipazione politica era l'ultima forma dell'emancipazione umana all'in[...]

[...] HAUPT, Marx e il marxismo, in Storia del marxismo, vol. I, cit., pp. 291314. Cfr. anche i saggi nel secondo volume della Storia del marxismo (Einaudi, Torino 1979). Per un giudizio su Marx critique du marxisme cfr. OLIVIER CORPET, Pour une theorie marxienne de l'autogestion, in « Autogestion et socialisme », n. 3536, 1976, pp. 7198.
302 BRUNO BONGIOVANNI
mondo e solo una critica di essa poteva entrare a far parte di una critica radicale dello stato di cose esistente. Restano fondamentali, a questo proposito, le valutazioni sulla rivoluzione francese, sul giacobinismo e sul Terrore. Rubel pensa però che Marx, che pure ebbe aspri contrasti con gli anarchici autoproclamantisi tali, restò sempre sostanzialmente fedele a questa ispirazione, pur privilegiando l'analisi del processo di produzione e la critica del denaro rispetto all'analisi delle forme di associazione civile ed alla critica dello Stato.
c) Il mito dell'Ottobre. Abbiamo già visto in precedenza qual è l'impostazione di Rubel sulla natura sociale dei paesi « socialisti » e sul r[...]

[...]di cose esistente. Restano fondamentali, a questo proposito, le valutazioni sulla rivoluzione francese, sul giacobinismo e sul Terrore. Rubel pensa però che Marx, che pure ebbe aspri contrasti con gli anarchici autoproclamantisi tali, restò sempre sostanzialmente fedele a questa ispirazione, pur privilegiando l'analisi del processo di produzione e la critica del denaro rispetto all'analisi delle forme di associazione civile ed alla critica dello Stato.
c) Il mito dell'Ottobre. Abbiamo già visto in precedenza qual è l'impostazione di Rubel sulla natura sociale dei paesi « socialisti » e sul ruolo del marxismo in essi. Capitalismo statalmanageriale sul piano sociale, dittatura burocratica sul piano politico: il marxismo ed il leninismo non sono altro che le ideologie dell'accumulazione. Il partito rivoluzionario bolscevico si è fatto veicolo del determinismo oggettivo delle forze produttive in un paese estremamente arretrato e privo di una classe dirigente borghese, autonoma dall'autocrazia e dotata di una chiara visione modernizzatrice. Lo[...]

[...]o veicolo del determinismo oggettivo delle forze produttive in un paese estremamente arretrato e privo di una classe dirigente borghese, autonoma dall'autocrazia e dotata di una chiara visione modernizzatrice. Lo scandalo dell'Ottobre non è comunque la trasformazione dell'uRss in grande potenza imperiale, ma il fatto di propagandare come « socialismo » un processo di accumulazione capitalistica, che, come e piú di quelli che l'hanno preceduto, è stato causa di oppressione e di sofferenze.
d) Partito e proletariato. Ciò che piú conta per Marx, secondo Rubel, è la Selbsttatigkeit, l'autoattività e l'autonomia del movimento di emancipazione. I partiti che si formano di volta in volta sono semplici mezzi per raggiungere questo fine, per assecondare il processo di autoliberazione e di autosoppressione del proletariato in una società senza classi. Il partito storico, organo del proletariato, è invece l'accumularsi delle esperienze di liberazione ed insieme anticipazione utopica della società futura: questo partito è l'espressione del movimento [...]

[...]ura: questo partito è l'espressione del movimento reale finalizzato al comunismo, è il depositario della coscienza e della conoscenza, ma non s'incarna mai compiutamente in istituti formali e concreti. La costituzione della classe in partito è necessaria per la conquista della democrazia, per abbattere ogni residuo del passato feudale e reazionario: da questo momento, però, opera il processo di autoemancipazione, che mira alla soppressione dello Stato e del denaro ed alla formazione di una società in cui il lavoro venga associato senza costrizione e senza sfruttamento. Di qui, secondo Rubel, deriva la non rottura tra gli utopisti e Marx, il cui pensiero è ben radicato nella tradizione che gli utopisti stessi hanno inaugurato. Marx ha riconosciuto la spontaneità del proletariato e dentro questa ha ravvisato una missione storica, operando, nel contempo, per fornire al proletariato stesso, senza pretese egemoniche, la conoscenza delle leggi della società e dei mezzi e dei fini del processo di liberazione. Nel movimento reale che tende al comu[...]

[...]riconosciuto la spontaneità del proletariato e dentro questa ha ravvisato una missione storica, operando, nel contempo, per fornire al proletariato stesso, senza pretese egemoniche, la conoscenza delle leggi della società e dei mezzi e dei fini del processo di liberazione. Nel movimento reale che tende al comuni
MAXIMILIEN RUBEL 303
smo Marx ha ravvisato, secondo Rubel, le norme di un'etica rivoluzionaria, che è insieme coscienza critica dello stato di cose esistente ed anticipazione del comunismo, entrambe armoniosamente collegate con l'utopia socialista. Ecco perché in Marx coesistono la libertà (etica della rivoluzione) e la necessità (determinismo delle forze produttive), l'utopia e la critica: con Marx, il socialismo non ha proceduto dall'utopia alla scienza, come ha preteso Engels e dopo di lui lo scientismo di marca sovietica. Marx non ha mai rinnegato la tensione utopica insita nel movimento reale, pur analizzando con rigore storicocritico e scientifico le norme di funzionamento del processo di produzione. Del resto, se il social[...]

[...]ell'attesa e mai avvenuta liberazione, nazionalsocialismi e nazionalcomunismi compresi. Il trionfo del « marxismo » come superstizione politica, in particolare, è secondo Rubel sinonimo della disfatta del movimento operaio, declino della grande speranza di libertà ad esso connessa. Quest'ultimo fenomeno si collega al grande paradosso: l'essere cose accidentata ed ideologizzata la storia delle pubblicazioni del maestro che piú di chiunque altro è stato presente, icona inoffensiva piú spesso che coscienza critica, nel grande dibattito teorico sul significato e sul destino della nostra società.
Come si vede, la ricerca filologica volta al recupero di un pensiero disperso si lega ad un'ipotesi ben precisa, dal punto di vista storico identificabile all'insegna della continuità. Marx non è un magico spartiacque che segna in modo irreversibile la storia, il suo avvento non è l'epifania misteriosa di un miracolo foriero di futuri, inevitabili prodigi. Rubel lo inserisce
304 BRUNO BONGIOVANNI
in quel lungo processo di Au f klärung critica che pe[...]

[...]alcune voci, si è visto, sono già pubblicate), Rubel sta concludendo il volume sulla Philosophie delle Oeuvres di Marx nella Pléiade: la pubblicazione è prevista per la metà del 1981. Ma l'impresa forse piú importante della sua carriera — logica ed impegnativa conclusione di oltre trent'anni di studi — è una MarxJubiläumseditioyc, un'edizione delle opere di Marx in occasione del centenario della sua morte (1983): quest'impresa è attualmente allo stato di progetto, e le difficoltà d'ordine sia materiale che intellettuale non mancheranno. Ma forse attualmente Maximilien Rubel è l'unica persona, in Occidente, dove non esistono Stati promotori di un'ideologia « marxista », a potere dirigere un lavoro cosí ambizioso. I testi verranno pubblicati nella loro lingua originale (quella in cui Marx li scrisse) e saranno suddivisi in 35 volumi, a loro volta ordinati secondo una tripartizione che può essere considerata come il risultato della lettura filologicocritica di Rubel: la critica dell'ideologia, la critica della politica, la critica dell'econom[...]



da Luigi Rodelli, Il Craxi-concordato. tre atti con i patti del 18 febbraio in KBD-Periodici: Belfagor 1984 - 3 - 31 - numero 2

Brano: [...] vertici politicoburocratici, vaticani e italiani, tutta una serie di rapporti tra vita religiosa e vita civile che, in regime democratico, dovrebb’essere lasciata alPiniziativa dal basso, cioè dei singoli individui, credenti e non credenti.

Al contribuente italiano, cattolico o di altra credenza o non credente, piacerebbe forse sapere quanto costa il sistema concordatario italiano. A questa curiosità, legittima e pertinente al discorso sullo stato della finanza pubblica, una giornalista bene informata ha risposto così: « Un calcolo prudenziale e che considera soltanto i contributi al clero e alle istituzioni cattoliche porta a una cifra di circa 1.000 miliardi di lire Panno. Ma le cifre sarebbero assai più alte se si potessero calcolare i mancati introiti per esenzioni e facilitazioni varie » (« Dio che tassa », « Il Mondo », 28 novembre 1983, p. 37).

Dalla ricostruzione fatta da « Il Mondo » vengono fuori « voci » e capitoli che splenderebbero come preziosità giuridiche in uno Stato confessionale. Qualche esempio: acquisto e manute[...]

[...]ale e che considera soltanto i contributi al clero e alle istituzioni cattoliche porta a una cifra di circa 1.000 miliardi di lire Panno. Ma le cifre sarebbero assai più alte se si potessero calcolare i mancati introiti per esenzioni e facilitazioni varie » (« Dio che tassa », « Il Mondo », 28 novembre 1983, p. 37).

Dalla ricostruzione fatta da « Il Mondo » vengono fuori « voci » e capitoli che splenderebbero come preziosità giuridiche in uno Stato confessionale. Qualche esempio: acquisto e manutenzione di arredi sacri; costruzioni di edifici ecclesiastici con opere annesse ed eventuale acquisto delle aree occorrenti; spese dell’esercizio del culto e dell’istruzione nelle missioni cattoliche all’estero; mantenimento e diffusione delle scuole materne non statali gestite (nella quasi totalità) da ecclesiastici; finanziamento al 21% delle università cattoliche; prezzo ridotto dell’ente nazionale cellulosa alla stampa cattolica; esenzione da oneri fiscali di tutte le pubblicazioni relative al governo dei fedeli, nonché dei libri e di tutte [...]

[...]dovuta) una condizione per la firma del Concordato.

Atto secondo. Craxi si presenta dunque al Senato il 25 gennaio ’84 dichiarando di preferire un’esposizione descrittiva alla consegna della sesta bozza. Nessuno dubita ormai che della bozza definitiva non si sarebbe visto neppure un lembo. Craxi fa sapere infatti che il nuovo Concordato consisterà in una « cornice generale » di principi che regolano la reciproca sovranità e indipendenza dello Stato e della Chiesa cattolica nei rispettivi ordini, « individuando gli specifici fondamenti sui quali costruire il nuovo sistema di relazioni ». La « cornice generale » conterrebbe perciò « opportuni rinvii ad ulteriori intese tra le competenti autorità dello Stato e della Chiesa cattolica ». Questa nuova impostazione offrirebbe « minore rigidità »: segnerebbe, secondo Craxi, « l’inizio di una fase di nuovi accordi StatoChiesa che risolvano l’antico ruolo di definizione teorica dei confini nella più ampia dimensione della libertà religiosa, trasformando i cosiddetti patti di unione in nuovi patti di libertà e di cooperazione ».

Da queste parole il lettore non credente comincia a temere che gli estensori della « esposizione descrittiva » letta da Craxi in Parlamento appartengano a un altro pianeta, dal momento che « patti di libertà e di cooperazione » sono già pienamente realizzabili in Italia, in base alla Costituzione della Repubblica. A questo fine il Concordato è del tutto superfluo. Gli stessi « princ[...]

[...]to appartengano a un altro pianeta, dal momento che « patti di libertà e di cooperazione » sono già pienamente realizzabili in Italia, in base alla Costituzione della Repubblica. A questo fine il Concordato è del tutto superfluo. Gli stessi « principi » che compongono la « cornice generale », altisonanti e vaghi, possono far pendere la bilancia dalla parte voluta da chi li legge. Si lascia decadere, ad esempio, il principio della religione dello Stato, ma non se ne trae la diretta conseguenza del decadimento di tutti i privilegi della Chiesa cattolica e di tutti gli obblighi finanziari dello Stato nei riguardi della « religione dello Stato » e delle sue istituzioni: essi vengono anzi accresciuti.

È caduto anche il richiamo, contenuto in alcune delle precedenti bozze, alla Costituzione della Repubblica italiana e al Concilio vaticano secondo. Ma Craxi non ha rinunciato a citare alcuni passi della Gaudium et spes, un documento in cui la Chiesa rivendica per sé una libertà senza limiti, nonché « il diritto di esercitare senza ostacoli la sua missione tra gli uomini » al fine di « perfezionare » la « persona », i cui diritti fondamentali sono nell’unione con Dio e con la Chiesa. Potenziali conflitti sono già nell’accostamento de[...]

[...] delle masse cattoliche? Nel linguaggio della Chiesa, la « persona » è il luogo dove risuonaIL CRAXICONCORDATO

217

la « Parola », cioè la parola di Dio, interpretata dalla gerarchia ecclesiastica. Non è previsto che nelle « ulteriori intese » i diritti della « persona » debbano cedere di fronte ai diritti dell’individuo, cioè del cittadino che non si riconosca nella cattolica « persona ».

Inutile chiedersi se la cooperazione sarà dello Stato con la Chiesa o della Chiesa con lo Stato. I craxiani « patti di libertà e di cooperazione » non saranno soggetti all’approvazione del Parlamento, ma saranno riconducibili, come ha detto il « saggio » e « logico » Craxi, ai moduli convenzionali dell’ordinaria amministrazione (saranno stretti, cioè, di volta in volta, tra vescovi e ministri o sottoministri). Con baldanzosa ingenuità, Craxi ha affermato che in tal modo si supera la logica « privilegiata » del Concordato mussoliniano. Le vignette di Forattini colgono invece le somiglianze.

I vescovi diventano dunque interlocutori dell’interno dello Stato e acquistano di diritto un po[...]

[...]o riconducibili, come ha detto il « saggio » e « logico » Craxi, ai moduli convenzionali dell’ordinaria amministrazione (saranno stretti, cioè, di volta in volta, tra vescovi e ministri o sottoministri). Con baldanzosa ingenuità, Craxi ha affermato che in tal modo si supera la logica « privilegiata » del Concordato mussoliniano. Le vignette di Forattini colgono invece le somiglianze.

I vescovi diventano dunque interlocutori dell’interno dello Stato e acquistano di diritto un potere di contrattazione con le autorità dello Stato sia sul piano nazionale sia sul piano regionale e locale. Le materie sulle quali tratteranno gli « episcopati » sono state elencate da Craxi: festività religiose con validità civile, titoli accademici ecclesiastici, « assistenza spirituale » nell’esercito, nelle carceri, negli ospedali, beni culturali di proprietà ecclesiastica, organizzazione dell’insegnamento religioso nelle scuole pubbliche. Su queste materie, dietro le quali ci sono precisi programmi e strategie di avanzamento delle forze cattoliche, da tempo mobilitate a tali fini, non si sono avute contestazioni di rilievo da parte dei [...]

[...] anche il principio dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge « senza distinzione di religione », sancito dalla Costituzione (art. 3) e si identifica con un censimento in materia di religione.

Il numero degli insegnanti di religione cattolica andrà al raddoppio o anche più: viene stabilito infatti che l’insegnamento religioso avverrà « senza differenza di sistema fra scuole materneelementari e medie superiori ». Ciò significa che lo Stato pagherà altri stipendi ad altre persone scelte dai vescovi e sottratte al controllo dello Stato. È noto che a tutt’oggi l’insegnamento della religione nelle scuole elementari è tra i compiti del maestro della classe.

A chi lamentava la mancanza nelle scuole secondarie superiori di un insegnamento di storia delle religioni fondato su una preparazione di livello universitario, Craxi ha risposto che questa giusta esigenza sarà soddisfatta. Vi hanno già pensato, a modo loro, gli estensori cattolici delle « ulteriori intese », di due in particolare: quella sui titoli accademici ecclesiastici e quella sull’organizzazione dell’insegnamento religioso nelle scuole pubbliche. Le facoltà teolog[...]

[...]nche qualche università stanno approntando corsi di laurea in cosiddette « scienze religiose » per l’abilitazione all’insegnamento « scientifico » cattolicamente elaborato, delle religioni, viste dall’angolo visuale della teologia cattolica, che, come si sa, è la « vera » verità intorno a Dio, alla « creazione » ecc. Lo spazio dove inserire questa nuova materia di studio (o di propagazione del cattolicesimo) obbligatoria per tutti gli alunni, è stato già predisposto dalla riforma della scuola secondaria superiore, approvata, senza riserve su questo punto, dalla Camera dei deputati e ora in discussione al Senato. Il tutto sempre a spese dello Stato e con goliardica noncuranza dell’avvenire della ricerca scientifica in Italia, dell’istruzione e dell’educazione dei giovani (v. Scenario per un’altra materia religiosa, in « Belfagor », settembre 1983).

Sono balzati dunque sulla scena temi « nuovi » e rinvìi a statuizioni insidiose, innumerevoli e imprevedibili, che potranno gravare sull’opinione pubblica privandola del senso dell’unità civile e del diritto comune. Solo una minoranza dei parlamentari se ne è resa conto nel brevissimo tempo concesso al dibattito (un pomeriggio al Senato e due alla Camera); la maggioranza (Pei compreso, fed[...]

[...]Solo una minoranza dei parlamentari se ne è resa conto nel brevissimo tempo concesso al dibattito (un pomeriggio al Senato e due alla Camera); la maggioranza (Pei compreso, fedele al togliattiano art. 7 della Costituzione) aveva deciso in anticipo l’approvazione a scatola chiusa, considerando la revisione del Concordato un atto dovuto. Il Psi, che alla Costituente aveva votato contro l’art. 7, oggi si vanta di avere « laicizzato » i rapporti tra Stato e Chiesa.IL CRAXICONCORDATO

219

Evidentemente, « laico » ha per i socialisti lo stesso significato che ha per il cattolicissimo Andreotti; « laico » nella Chiesa cattolica designa appunto colui che non appartiene al clero (cioè il popolo, non iniziato alle cose sacre e distinto dal sacerdote), ne accoglie i precetti e ne esegue gli ordini.

Su questa scena italopontificia Andreotti, Craxi e molti altri (intellettuali e no) si riconoscono e si riveriscono come « laici ». Vedremo il séguito.

Atto terzo. Fra Craxi e Casaroli si svolge in Vaticano il colloquio definito « preliminare »[...]

[...]della Chiesa ». Libertà di imporre: la valutazione del test appartiene infatti unicamente alla Chiesa col suo « diritto divino », sopraeminente rispetto al diritto degli Stati. I laici sono avvertiti; ma non vi badano.

Le argomentazioni critiche e le motivazioni storiche e ideali degli oppositori, tutti a parte i liberali alla sinistra del Pci, bisogna andarle a cercare nel resoconto stenografico del dibattito alla Camera: si vedrà come sia stato incalzato il governo (Craxi abbandonava l’aula) sulla questione delle sentenze di nullità dei matrimoni concordatari per cui l’ordinamento della Chiesa, che è « estraneo » a quello dello Stato, viene parificato a un ordinamento statuale straniero (Guerzoni, Melimi); sulla questione dell’assenza di controlli sulle operazioni bancarie, sulle esportazioni di capitali e sullo scavalcamento di barriere valutarie reso possibile dal Trattato del Laterano (Meliini, Minervini, G. Negri e altri); sull’aggancio al Concordato, in funzione fumogena dell’Intesa separatista con la Chiesa valdese metodista, tenuta nel cassetto fin dal 1978 (Zanone).

All’appuntamento delle ore 12 del 18 febbraio a Villa Madama, Craxi, dicono le cronache, è arrivato di buon umore e in buona forma. « Da socialis[...]

[...] Vaticano II; avendo presenti, da parte della Repubblica italiana, i principi sanciti dalla sua Costituzione, e, da parte della Santa Sede, le dichiarazioni del Concilio Ecumenico Vaticano II circa la libertà religiosa e i rapporti fra la Chiesa e la comunità politica, nonché la nuova codificazione del diritto canonico; considerato inoltre che, in forza del secondo comma dell’art. 7 della Costituzione della Repubblica italiana, i rapporti tra lo Stato e la Chiesa cattolica sono regolati dai Patti lateranensi, i quali per altro possono essere modificati di comune accordo dalle due Parti senza che ciò richieda procedimenti di revisione costituzionale; hanno riconosciuto l’opportunità di addivenire alle seguenti modificazioni consensuali del Concordato lateranense:

1. Rapporti tra lo Stato e la Chiesa cattolica La Repubblica italiana e la Santa Sede riaffermano che lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciscuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani, impegnandosi al pieno rispetto di tale principio nei loro rapporti ed alla reciproca collaborazione per la promozione delPuomo e il bene del Paese.

2. Libertà religiosa 1. La Repubblica italiana riconosce alla Chiesa cattolica la piena libertà di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di santificazione. In particolare è assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministero spirituale nonché del[...]

[...] ogni altro mezzo di diffusione.

4. La Repubblica italiana riconosce il particolare significato che Roma, sede vescovile del Sommo Pontefice, ha per la cattolicità.

3. Vescovi e parroci 1. La circoscrizione delle diocesi e delle parrocchie è liberamente determinata dall’autorità ecclesiastica. La Santa Sede si impegna a non includere alcuna parte del territorio italiano in una diocesi la cui sede vescovile si trovi nel territorio di altro Stato.

2. La nomina dei titolari di uffici ecclesiastici è liberamente effettuata dall’autorità ecclesiastica. Quest’ultima dà comunicazione alle competenti autorità civili della nomina degli Arcivescovi e Vescovi diocesani, dei Coadiutori, degli Abati e Prelati con giurisdizione territoriale, così come dei Parroci e dei titolari degli altri uffici ecclesiastici rilevanti per l’ordinamento dello Stato.

3. Salvo che per la diocesi di Roma e per quelle suburbicarie, non saranno nominati agli uffici di cui al presente articolo ecclesiastici che non siano cittadini italiani.

4. Condizione degli ecclesiastici 1. I sacerdoti, i diaconi ed i religiosi che hanno emesso i voti hanno facoltà di ottenere, a loro richiesta, di essere esonerati dal servizio militare oppure assegnati al servizio civile sostitutivo.

2. In caso di mobilitazione generale gli ecclesiastici non assegnati alla cura d’anime sono chiamati ad esercitare il ministero religioso fra le truppe, oppure, subordinatamente, as[...]

[...]ffetti civili di ogni mutamento sostanziale degli enti medesimi.

3. Agli effetti tributari gli enti ecclesiastici aventi fine di religione o di culto, come pure le attività dirette a tali scopi, sono equiparati a quelli aventi fine di beneficenza o di istruzione.

Le attività diverse da quelle di religione o di culto, svolte dagli enti ecclesiastici, sono soggette, nel rispetto della struttura e della finalità di tali enti, alle leggi dello Stato concernenti tali attività e al regime tributario previsto per le medesime.

4. Gli edifici aperti al culto, le pubblicazioni di atti, le affissioni all’interno o all’ingresso degli edifici di culto o ecclesiastici, e le collette effettuate nei predetti edifici, continueranno ad essere soggetti al regime vigente.

5. L’amministrazione dei beni appartenenti agli enti ecclesiastici è soggetta ai controlli previsti dal diritto canonico. Gli acquisti di questi enti sono però soggetti anche ai controlli previsti dalle leggi italiane per gli acquisti delle persone giuridiche.

6. All’atto dell[...]

[...]i dal diritto canonico. Gli acquisti di questi enti sono però soggetti anche ai controlli previsti dalle leggi italiane per gli acquisti delle persone giuridiche.

6. All’atto della firma del presente Accordo, le Parti istituiscono una Commissione paritetica per la formulazione delle norme da sottoporre alla loro approvazione per la disciplina di tutta la materia degli enti e beni ecclesiastici e per la revisione degli impegni finanziari dello Stato italiano e degli interventi del medesimo nella gestione patrimoniale degli enti ecclesiastici.

In via transitoria e fino all’entrata in vigore della nuova disciplina restano applicabili gli articoli 17, comma terzo, 18, 27, 29 e 30 del precedente testo concordatario.

8. Disciplina del matrimonio 1. Sono riconosciuti gli effetti civili ai matrimoni contratti secondo le norme del diritto canonico, a condizione che l’atto relativo sia trascritto nei registri dello stato civile, previe pubblicazioni nella casa comunale. Subito dopo la celebrazione, il parroco o il suo delegato spiegherà ai[...]

[...]enti del medesimo nella gestione patrimoniale degli enti ecclesiastici.

In via transitoria e fino all’entrata in vigore della nuova disciplina restano applicabili gli articoli 17, comma terzo, 18, 27, 29 e 30 del precedente testo concordatario.

8. Disciplina del matrimonio 1. Sono riconosciuti gli effetti civili ai matrimoni contratti secondo le norme del diritto canonico, a condizione che l’atto relativo sia trascritto nei registri dello stato civile, previe pubblicazioni nella casa comunale. Subito dopo la celebrazione, il parroco o il suo delegato spiegherà ai contraenti gli effetti civili del matrimonio, dando lettura degli articoli del codice civile riguardanti i diritti e i doveri dei coniugi, e redigerà quindi, in doppio originale, l’atto di matrimonio, nel quale potranno essere inserite le dichiarazioni dei coniugi consentite secondo la legge civile.

La Santa Sede prende atto che la trascrizione non potrà avere luogo:

a) quando gli sposi non rispondano ai requisiti della legge civile circa l’età richiesta per la celebr[...]

[...]

a) quando gli sposi non rispondano ai requisiti della legge civile circa l’età richiesta per la celebrazione;

b) quando sussiste fra gli sposi un impedimento che la legge civile considera inderogabile.

La trascrizione è tuttavia ammessa quando, secondo la legge civile, l’azione di nullità o di annullamento non potrebbe essere più proposta.

La richiesta di trascrizione è fatta, per iscritto, dal parroco del luogo dove il matrimonio è stato celebrato, non oltre i cinque giorni dalla celebrazione. L’ufficiale dello stato civile, ove sussistano le condizioni per la trascrizione, l’effettua entro ventiquattro ore dal ricevimento dell’atto e ne dà notizia al parroco.

Il matrimonio ha effetti civili dal momento della celebrazione, anche se l’ufficiale dello stato civile, per qualsiasi ragione, abbia effettuato la trascrizione oltre il ter mine prescritto.

La trascrizione può essere effettuata anche posteriormente su richiesta dei due contraenti, o anche di uno di essi, con la conoscenza e senza l’opposizione dell’altro, sempre che entrambi abbiano conservato ininterrottamente lo stato libero dal momento della celebrazione a quello della richiesta di trascrizione, e senza pregiudizio dei diritti legittimamente acquisiti dai terzi.

2. Le sentenze di nullità di matrimonio pronunciate dai tribunali ecclesiastici, che siano munite del decreto di esecutività del superiore organo ecclesiastico di controllo, sono, su domanda delle parti o di una di esse, dichiarate efficaci nella Repubblica italiana con sentenza della corte d’appello competente, quando questa accerti:IL CRAXICONCORDATO

223

a) che il giudice ecclesiastico era il giudice competente a conoscere della causa [...]

[...]uperiore organo ecclesiastico di controllo, sono, su domanda delle parti o di una di esse, dichiarate efficaci nella Repubblica italiana con sentenza della corte d’appello competente, quando questa accerti:IL CRAXICONCORDATO

223

a) che il giudice ecclesiastico era il giudice competente a conoscere della causa in quanto matrimonio celebrato in conformità del presente articolo;

b) che nel procedimento davanti ai tribunali ecclesiastici è stato assicurato alle parti il diritto di agire e di resistere in giudizio in modo non difforme dai principi fondamentali deirordinamento italiano;

c) che ricorrono le altre condizioni richieste dalla legislazione italiana per la dichiarazione di efficacia delle sentenze straniere.

La corte d’appello potrà, nella sentenza intesa a rendere esecutiva una sentenza canonica, statuire provvedimenti economici provvisori a favore di uno dei coniugi il cui matrimonio sia stato dichiarato nullo, rimandando le parti al giudice competente per la decisione sulla materia.

3. Nell’accedere al presente r[...]

[...]rti il diritto di agire e di resistere in giudizio in modo non difforme dai principi fondamentali deirordinamento italiano;

c) che ricorrono le altre condizioni richieste dalla legislazione italiana per la dichiarazione di efficacia delle sentenze straniere.

La corte d’appello potrà, nella sentenza intesa a rendere esecutiva una sentenza canonica, statuire provvedimenti economici provvisori a favore di uno dei coniugi il cui matrimonio sia stato dichiarato nullo, rimandando le parti al giudice competente per la decisione sulla materia.

3. Nell’accedere al presente regolamento della materia matrimoniale la Santa Sede sente l’esigenza di riaffermare il valore immutato della dottrina cattolica sul matrimonio e la sollecitudine della Chiesa per la dignità ed i valori della famiglia, fondamento della società.

9. Vinsegnamento religioso 1. La Repubblica italiana, in conformità al principio della libertà della scuola e dell’insegnamento e nei termini previsti dalla propria Costituzione, garantisce alla Chiesa cattolica il diritto di [...]

[...]ioso 1. La Repubblica italiana, in conformità al principio della libertà della scuola e dell’insegnamento e nei termini previsti dalla propria Costituzione, garantisce alla Chiesa cattolica il diritto di istituire liberamente scuole di ogni ordine e grado e istituti di educazione.

A tali scuole che ottengono la parità è assicurata piena libertà, ed ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni delle scuole dello Stato e degli altri enti territoriali, anche per quanto concerne Tesarne di Stato.

2. La Repubblica italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, continuerà ad assicurare, nel quadro delle finalità della scuola, l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado.

Nel rispetto della libertà di coscienza e della responsabilità educativa dei genitori, è garantito a ciascuno il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi di detto insegnamento.

All’atto dell’iscrizione gli studenti o i loro genit[...]

[...]universitari, i seminari, le accademie, i collegi e gli altri istituti per ecclesiastici e religiosi o per la formazione nelle discipline ecclesiastiche, istituiti secondo il diritto canonico, continueranno a dipendere unicamente dall’autorità ecclesiastica.

2. I titoli accademici in teologia e nelle altre discipline ecclesiastiche, determinate d’accordo tra le Parti, conferiti dalle Facoltà approvate dalla Santa Sede, sono riconosciuti dallo Stato.

Sono parimenti riconosciuti i diplomi conseguiti nelle Scuole vaticane di paleografia, diplomatica e archivistica e di biblioteconomia.

3. Le nomine dei docenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dei dipendenti istituti sono subordinate al gradimento, sotto il profilo religioso, della competente autorità ecclesiastica.

11. Assistenza spirituale 1. La Repubblica italiana assicura che l’appartenenza alle forze armate, alla polizia, o ad altri servizi assimilati, la degenza in ospedali, case di cura o di assistenza pubbliche, la permanenza negli istituti di prevenzione e pena[...]

[...]i servizi assimilati, la degenza in ospedali, case di cura o di assistenza pubbliche, la permanenza negli istituti di prevenzione e pena non possono dar luogo ad alcun impedimento nell’esercizio della libertà religiosa e nell’adempimento delle pratiche di culto dei cattolici.

2. L’assistenza spirituale ai medisimi è assicurata da ecclesiastici nominati dalle autorità italiane competenti su designazione dell’autorità ecclesiastica e secondo lo stato giuridico, l’organico e le modalità stabiliti d’intesa fra tali autorità.224

LUIGI RQDELLI

12. Il patrimonio storicoartistico 1. La Santa Sede e la Repubblica italiana, nel rispettivo ordine, collaborano per la tutela del patrimonio storico ed artistico.

Al fine di armonizzare; l’applicazione della legge italiana con le esigenze di carattere religioso, gli organi competenti delle due Parti concorderanno opportune disposizioni per la salvaguardia, la valorizzazione e il godimento dei beni culturali d’interesse religioso appartenenti ad enti e istituzioni ecclesiastiche.

La conser[...]

[...]lioteche dei medesimi enti e istituzioni saranno favorite e agevolate sulla base di intese tra i competenti organi delle due Parti.

2. La Santa Sede conserva la disponibilità delle catacombe cristiane esistenti nel suolo di Roma e nelle altre parti del territorio italiano con l’onere conseguente della custodia, della manutenzione e della conservazione, rinunciando alla disponibilità delle altre catacombe.

Con l’osservanza delle leggi dello Stato e fatti salvi gli eventuali diritti di terzi, la Santa Sede può procedere agli scavi occorrenti ed al trasferimento delle sacre reliquie.

13. Entrata in vigore del Concordato 1. Le disposizioni precedenti costituiscono modificazioni del Concordato lateranense accettate dalle due Parti, ed entreranno in vigore alla data dello scambio degli strumenti di ratifica. Salvo quanto previsto dall’art. 7, n. 6, le disposizioni del Concordato stesso non riprodotte nel presente testo sono abrogate.

2. Ulteriori materie per le quali si manifesti l’esigenza di collaborazione tra la Chiesa cattolica [...]

[...]n vigore del Concordato 1. Le disposizioni precedenti costituiscono modificazioni del Concordato lateranense accettate dalle due Parti, ed entreranno in vigore alla data dello scambio degli strumenti di ratifica. Salvo quanto previsto dall’art. 7, n. 6, le disposizioni del Concordato stesso non riprodotte nel presente testo sono abrogate.

2. Ulteriori materie per le quali si manifesti l’esigenza di collaborazione tra la Chiesa cattolica e lo Stato potranno essere regolate sia con nuovi accordi tra le due Parti sia con intese tra le competenti autorità dello Stato e la Conferenza Episcopale Italiana.

14. Soluzioni e problemi di applicazione Se in avvenire sorgessero difficoltà di interpretazione o di applicazione delle disposizioni precedenti, la Santa Sede e la Repubblica italiana affideranno la ricerca di un’amichevole soluzione ad una Commissione paritetica da loro nominata.

Roma, diciotto febbraio millenovecentottantaquattro.

PROTOCOLLO ADDIZIONALE

Al momento della firma dell’Accordo che apporta modificazioni al Concordato lateranense la Santa Sede e la Repubblica italiana, desiderose di assicurare con opportune precisazioni la miglior[...]

[...] Concordato lateranense la Santa Sede e la Repubblica italiana, desiderose di assicurare con opportune precisazioni la migliore applicazione dei Patti lateranensi e delle convenute modificazioni e di evitare ogni difficoltà di interpretazione, dichiarano di comune intesa:

1. In relazione all’Art. 1 Si considera non più in vigore il principio originariamente richiamato dai Patti lateranensi, della religione cattolica come sola religione dello Stato italiano.

2. In relazione alVArt. 4 a) Con riferimento al n. 2, si considerano in cura d’anime gli Ordinari, i parroci, i vicari parrocchiali, i rettori di chiese aperte al culto ed i sacerdoti stabilmente addetti ai servizi di assistenza spirituale di cui all’art. 11.

b) La Repubblica italiana assicura che l’autorità giudiziaria darà comunicazione all’autorità ecclesiastica competente per territorio dei procedimenti penali promossi a carico di ecclesiastici.

c) La Santa Sede prende occasione dalla modificazione del Concordato lateranense per dichiararsi d’accordo, senza pregiudizio[...]

[...]nte addetti ai servizi di assistenza spirituale di cui all’art. 11.

b) La Repubblica italiana assicura che l’autorità giudiziaria darà comunicazione all’autorità ecclesiastica competente per territorio dei procedimenti penali promossi a carico di ecclesiastici.

c) La Santa Sede prende occasione dalla modificazione del Concordato lateranense per dichiararsi d’accordo, senza pregiudizio dell’ordinamento canonico, con l’interpretazione che lo Stato dà dell’art. 23, secondo comma, del Trattato lateranense, secondo la quale gli effetti civili delle sentenze e dei provvedimenti emanati da autorità ecclesiastiche, previsti da tale disposizione, vanno intesi in armonia con i diritti costituzionalmente garantiti ai cittadini italiani.IL CRAXICONCORDATO

225

3. In relazione all*Art. 7 a) La Repubblica italiana assicura che resterà escluso l’obbligo per gli enti ecclesiastici di procedere alla conversione di beni immobili, salvo accordi presi di volta in volta tra le competenti autorità governative ed ecclesiastiche, qualora ricorrano pa[...]

[...] canonico;

2) si considera sentenza passata in giudicato la sentenza che sia divenuta esecutiva secondo il diritto canonico;

3) si intende che in ogni caso non si procederà al riesame del merito.

c) Le disposizioni del n. 2 si applicano anche ai matrimoni celebrati, prima dell’entrata in vigore del presente Accordo, in conformità alle norme dell’art. 34 del Concordato lateranense e della legge 27 maggio 1929, n. 847, per i quali non sia stato iniziato il procedimento dinanzi all’autorità giudiziaria civile, previsto dalle norme stesse.

5. In relazione alVArt. 9 a) L’insegnamento della religione cattolica nelle scuole indicate al n. 2 è impartito in conformità alla dottrina della Chiesa e nel rispetto della libertà di coscienza degli alunni da insegnanti che siano riconosciuti idonei dall’autorità ecclesiastica, nominati, d’intesa con essa, dall’autorità scolastica.

Nelle scuole materne ed elementari detto insegnamento può essere impartito dall’insegnante di classe, riconosciuto idoneo dall’autorità ecclesiastica, che sia [...]



da Franco Cagnetta, Inchiesta su Orgosolo. Parte terza: Orgosolo moderna in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 9 - 1 - numero 10

Brano: [...]a italiana introduce la proprietà privata nelle terre di pascolo che, conseguentemente, si danno in affitto, la prima necessità dell'azienda del pastore — procacciarsi il pascolo — comincia a coincidere con la necessità di procacciarsi il denaro. L'affitto, richiesto in denaro dai proprietari dei pascoli, viene pagato per) dal 1830 al 1880, abitualmente, in natura: il denaro scarseggia enormemente in Barbagia; lo hanno nelle mani solo piccoli prestatori e piccoli commercianti che lo danno, in modo usurario, in cambio di prodotti: latte, lana, formaggio, pelli, carni ecc.
È da quando la borghesia italiana (trasformatasi in imperialista) mette piede in Barbagia, il 1880 circa, con i primi industriali caseari, che il denaro, affluendo in maggior misura di prima e sempre più richiesto dai proprietari di terre diviene il motore dell'economia di Barbagia.
Da quel momento la locale economia prende l'aspetto tipico di una economia coloniale.
L'industriale caseario, dal 1880, giunge in Barbagia in cerca di materie prime — latte soprattutto — che[...]

[...]rtizione della Sardegna tra pochi di essi (Locatelli, Galbani ecc.) avviene — come nella economia coloniale in modo « abbastanza » pacifico.
Ma vediamo invece, ora, la situazione del pastore.
Il pastore, obbligato a pagare sempre più in denaro il pascolo, non trovando il denaro con facilità se non dall'industriale, é costretto sempre più a sottostargli. Il pastore é una figura economicamente debole di fronte all'industriale: nell'ambito dello Stato non conta quasi nulla, mentre molto conta l'industriale. Il pastore si assume la parte passiva, il lavoro: si fa solo custode e mungitore delle pecore; cede invece all'industriale la parte attiva, la possibilità di guadagno: il prodotto. Nel momento principale del mercato — nella determinazione del prezzo del latte — o l'industriale impone personalmente il suo prezzo o, per suo conto, lo impone lo Stato. Il pastore, che pur é l'attore principale, non prende parte se non formalmente in questa determinazione. Il prezzo è legato spesso al mercato mondiale: per es. l'America riduce il contingente di importazione del formaggio sardo (come é avvenuto di recente): scoppia una crisi. Il pastore di Barbagia, senza poterne controllare la causa é coinvolto, sconvolto dalla crisi. L'industriale caseario pub almeno manipolare il prezzo : si salva; il pastore é completamente indifeso : si rovina.
Da 70 anni, e con processo discontinuo ma sempre crescente, si va formando una classe di pastori rovinati, e [...]

[...]he hanno, se non peggiori: la prospettiva finale è, ancora, la disoccupazione. E così i pastori — categoria tipicamente «conservatrice », perché da millenni abituata alla sola pastorizia — non hanno convenienza di emigrare, di muoversi: rimangono in paese.
Potrebbe sembrare, a prima vista, che a questo nuovo processo, comune a tutti i pastori di Barbagia, il paese di Orgosolo si sottragga, poiché è l'unico, l'ultimo che non risulti ancora conquistato dallo Stato e dalla economia imperialista. La proprietà privata delle terre per pascolo non è molta; il territorio comunale estesissimo; gli industriali caseari che incettano il latte non sono visibilmente presenti nel paese : pochi centri di raccolta esistono ai margini del territorio di Orgosolo.
INCHIESTA SU ORGOSOLO 215
Ma la sottrazione del paese alla economia imperialista è soltanto illusoria. I pastori di Orgosolo, seminomadi — per ragioni climatiche — per la meta dell'anno e cioè per l'inverno, sono costretti ad andare nei territori circostanti, cioè in terre private di pascolo che pagano in de[...]

[...] sua antichissima storia ma è entrato anche nella storia contemporanea; il suo territorio è ancora il territorio del paese, ma si è dilatato al territorio nazionale, mondiale.
Studieremo l'azione di questa nuova classe creatasi di recente, che ha fisionomia singolare e già dimostra possibilità di spezzare una storia millenaria, di introdurre nel paese il più profondo rinnovamento.
**(
La situazione coloniale del paese di Orgosolo in seno allo Stato italiano è una situazione coloniale due volte aggravata : e per il colonialismo economico, comune a tante altre zone d'Italia; e per il colonialismo militare proprio (almeno per intensità) solo al paese di Orgosolo. Una così grave, estrema forma di oppressione imperialista comporta — con urgenza — la necessità di « liberazione » del paese, l'interesse comune e generale ad una totale « liberazione ». Si può dire che il problema del paese di fronte allo Stato, dal 1880 ad oggi, sia stato
216 FRANCO CAGNETTA
sempre, essenzialmente, il problema di una liberazione « nazionale » o, più esattament[...]

[...]no è una situazione coloniale due volte aggravata : e per il colonialismo economico, comune a tante altre zone d'Italia; e per il colonialismo militare proprio (almeno per intensità) solo al paese di Orgosolo. Una così grave, estrema forma di oppressione imperialista comporta — con urgenza — la necessità di « liberazione » del paese, l'interesse comune e generale ad una totale « liberazione ». Si può dire che il problema del paese di fronte allo Stato, dal 1880 ad oggi, sia stato
216 FRANCO CAGNETTA
sempre, essenzialmente, il problema di una liberazione « nazionale » o, più esattamente « paesana », e di una liberazione « sociale » dall'oppressione che si approfondisce sempre piú. Le forme di « ribellione » dal 1880 al 1943 (e si potrebbero dire anche di « rivolta coloniale ») si configurano, dapprima, intrecciate al banditismo. Il banditismo del 18801900, ed il banditismo della « disamistade » (19051926) possono considerarsi, in modo proprio, anche una specie di « ribellione » di rivolta coloniale. Attori di questa ribellione sono i « banditi »: coloro che, senza di[...]

[...] dire anche di « rivolta coloniale ») si configurano, dapprima, intrecciate al banditismo. Il banditismo del 18801900, ed il banditismo della « disamistade » (19051926) possono considerarsi, in modo proprio, anche una specie di « ribellione » di rivolta coloniale. Attori di questa ribellione sono i « banditi »: coloro che, senza distinzione di classe, ricchi e poveri, « meres » e «terraccos », vendicano il paese dalla crescente oppressione dello Stato. E il momento della «liberazione» indistinta, torbida, terrorista, individuale.
Dal 1943, con la comparsa di un proletariato pastorale la storia dei tentativi di questa liberazione si modifica profondamente.
II proletariato pastorale risente dell'oppressione « paesana » come ogni classe del paese; in maggior misura di ogni altra, risente l'oppressione « sociale ». È la classe ai limiti del processo economico, quella che non ha niente da perdere ma tutto da guadagnare : é la classe storicamente destinata a prendere le redini di tutto il locale movimento di liberazione:
Naturalmente il prole[...]

[...] paesana » come ogni classe del paese; in maggior misura di ogni altra, risente l'oppressione « sociale ». È la classe ai limiti del processo economico, quella che non ha niente da perdere ma tutto da guadagnare : é la classe storicamente destinata a prendere le redini di tutto il locale movimento di liberazione:
Naturalmente il proletariato pastorale non può di certo dirigere od operare da solo nella liberazione: é una classe appena nata, allo stato di una disgregazione più che di una formazione; non discende da un processo lineare (come quello del proletariato industriale) in cui vi é un nemico diretto — l'industriale : discende da un processo confuso in cui vi sono molti nemici — il proletariato del pascolo, il pastore concorrente — dietro i quali si nasconde il nemico diretto, l'industriale.
Di fronte a tutte le classi del paese il proletariato pastorale, però, non solo risente meglio ma meglio può vedere le ragioni stesse dell'oppressione e le vie da seguire per la liberazione. Come classe non tipica del paese o chiusa in un ristret[...]

[...]ionale » (o qui «paesana ») ed una liberazione « sociale »; é la sola teoria e la sola pratica che siano nate per combattere con una profonda azione pratica, e non con la declamazione, l'oppressione nazionale e proletaria. I nemici del comunismo su piano mondiale sono i nemici del proletariato pastorale di Orgosolo su piano locale.
Con l'ingresso di fermenti « comunisti » nel paese le due antiche classi sociali, la opposizione tra il paese e lo Stato acquistano un rilievo mai raggiunto. Sotto questa stimolo nascono in Orgosolo in altri gruppi, tra i «meres» soprattutto, anche idee e organizzazioni opposte: in particolare la d. c., il partito dei proprietari, dei conservatori, governativo, « statale ». Due i partiti, e corrispondono quasi nettamente alle
218 FRANCO CAGNETTA

due classi sociali tradizionali, alla interna divisione paeseStato. È interessante notare che l'antico « Partito » Sardo d'Azione — basato su
clientele — subisce un processo di disgregazione, cosí che la parte con
servatrice si orienta verso la d. c. e la parte popolare verso il p. c. La frattura si acuisce. Ma per la prima volta la vecchia vita del paese, la
lotta tra le classi, la lotta paeseStato, abbandona il terreno, individuale del terrorismo che, come abbiamo visto, é quello della vendetta, del banditismo, per passare al terreno della lotta civile, del dibattito delle idee, della organizzazione in partiti. Nobilitati, elevati nella vita di moderni partiti, gli interessi locali — i vecchi « partiti », se così si può dire — sono spinti ad abbandonare ogni legame col sangue. È questa la prima grande vittoria, la « rivoluzione » iniziata dal proletariato pastorale, dai suoi «intellettuali », che ha imposto a tutto il paese, amici ed avversari questo terreno di lotta. Il comunismo, com[...]

[...]o di lotta. Il comunismo, come nessuno per secoli, sembra aprire la via della civiltà moderna in Orgosolo; sembra essere il fenomeno che può introdurre una nuova vita moderna nel paese, spezzare l'antica organizzazione, l'antico mondo chiuso.
Ma vediamo l'ambiente, le forme culturali, le organizzazioni con cui è nato il particolare, singolare « comunismo » di Orgosolo.
Chi pensi, secondo uno schema preconcetto, che il comunismo in Orgosolo sia stato « importato » ad opera di « agitatori » commette un errore di valutazione della situazione. Esistono pochi paesi come Or gosolo che abbiano un terreno « precostituito » per la introduzione e lo sviluppo interno del comunismo, anche se non esiste, e non può esistere, un locale proletariato industriale.
Le situazioni coloniali (ed é ormai chiaro in tutto il mondo) sono estremamente « ricettive », « propense » alla introduzione ed allo sviluppo interno del comunismo. Come già il liberalismo nel XIX secolo é il solo movimento di liberazione nazionale dei popoli europei oppressi dal potere feudal[...]

[...]ese é simile al popolo ebraico. Ma se per l'ebreo il « volto di dio » é comparso or è 5000 anni fa, per l'orgolese un « volto di dio » é comparso solo oggi, dopo 5000 anni. Il comunismo per la prima volta dà all'orgolese la possibilità, in una comunità di interessi con milioni di uomini, di parlare, di farsi conoscere, di esprimere il proprio dolore nella storia. L'orgolese oggi vuole entrare nella storia non solo nel senso di impadronirsi dello Stato, di mutare la situazione, ma in quello più semplice che il proprio dolore privato non si consumi più nel buio dell'individuo: si faccia noto, comune, acquisti carattere pubblico. « Dite che noi pure orgolesi siamo uomini. Dite che noi pure orgolesi siamo uomini sventurati », dicono a tutti continuamente gli orgolesi. E la coscienza di un paese che si risveglia, che entra nel mondo. E per la prima volta davvero l'orgolese entra nel mondo. Il comunismo gli fa conoscere se stesso come uomo, gli fa conoscere che la sua condizione umana é comune a quella di milioni di uomini come lui. I suoi probl[...]

[...]gno) suona questo nome sulla bocca del
(1) Tutto dipende dalla faccenda / che non sono comuni i beni.
(2) Possiamo le delizie antiche / noi volendo nel mondo godere? / Basta in comune lasciare / terreni e prodotti e lavoro.
S'r
FRANCO CAGNETTA
l'orgolese come anticamente doveva suonare fratello sulla bocca del cristiano. Il cristianesimo non ha più questo suono, non libera. Al contrario! Il cristianesimo è il prete, il prete che benedice lo Stato. E l'antica millenaria aspirazione alla fine dell'oppressione, alla giustizia, all'eguaglianza, al mondo migliore l'orgolese non la trova più nel cristianesimo, la trova nel comunismo. Il comunismo é la Speranza.
Per queste due condizioni, assai profonde, quasi tutto il paese di Orgosolo, uomini e donne, bambini e vecchi, si professano « comunisti »; quasi tutto il paese è « propenso » al comunismo.
I maggiori stimoli al comunismo, ad uno sforzo verso il comunismo, ad una organizzazione, vengono poi, in verità, soprattutto dallo Stato. Il generale operato dello Stato é la più profonda propa[...]

[...]glianza, al mondo migliore l'orgolese non la trova più nel cristianesimo, la trova nel comunismo. Il comunismo é la Speranza.
Per queste due condizioni, assai profonde, quasi tutto il paese di Orgosolo, uomini e donne, bambini e vecchi, si professano « comunisti »; quasi tutto il paese è « propenso » al comunismo.
I maggiori stimoli al comunismo, ad uno sforzo verso il comunismo, ad una organizzazione, vengono poi, in verità, soprattutto dallo Stato. Il generale operato dello Stato é la più profonda propaganda al comunismo. E lo Stato lo crea poi, per es., in particolare con due vere e proprie « scuole di comunismo » che sono la leva militare ed il carcere e il confino.
L'importanza della leva, della vita militare per la formazione di un ambiente di simpatia al comunismo è di molta importanza. Per avere interrogato i « primi » comunisti orgolesi in ordine di tempo e diecine e diecine di comunisti orgolesi posso dire che la prima cognizione di idee comuniste e la prima « cosciente » formazione comunista é avvenuta (e ancora avviene) attraverso l'esercito italiano. Trasportato per la prima volta in una vita « collettiva » p[...]

[...]sento questo dovere e l'obbligo di distruggere queste leggi al colmo di disordini e tirannie. Io pensare che dopo nove mesi di sacrifici e di tirannia sporca ho chiesto visita per la prima volta. Quando andai al « Signor ,> tenente medico dopo avergli detto che avevo febbre mi rispose: sai che si chiede visita 24 ore prima di morire, perché io non riconosco malati che non sputano almeno un litro di sangue in mia presenza. Non mi adirai : sarebbe stato peggio. Ma intanto da ora, come mi hanno detto certi bolognesi : viva sa bandera comunista e tottu cantu sa Russia intera. Pro aver votadu su clericalista nos tratana cun pessima manera. Viva viva il comunismo ».
Altra scuola di « comunismo » il carcere, il confino. Anche qui la concentrazione, lo scambio con altri uomini, l'incontro con «politici », le condizioni particolari di « proletariato » carcerario e confinario creano le condizioni per la formazione di una coscienza « I`omunista ». E singolare osservare, per es., che il carcere di Nuoro persino per molte donne di Orgosolo costituisce[...]

[...]scuola di « comunismo » il carcere, il confino. Anche qui la concentrazione, lo scambio con altri uomini, l'incontro con «politici », le condizioni particolari di « proletariato » carcerario e confinario creano le condizioni per la formazione di una coscienza « I`omunista ». E singolare osservare, per es., che il carcere di Nuoro persino per molte donne di Orgosolo costituisce la sola « scuola » moderna, la scuola « comunista » che offre loro lo Stato : molte donne escono dal paese solo per venire a colloquio con famigliari detenuti: prima non hanno visto mai niente oltre il loro paese. Il viaggio, l'incontro con un nuovo mondo, qualche discorso sentito e fatto furtivamente le fanno « moderne, comuniste ».
Per avere, per es., un'idea del rapporto di ingenuo proselitismo al comunismo che si instaura tra confinati e famigliari, riporto qui di seguito alcune lettere anche queste scelte a caso tra molte e che, con pochi squarci sono di per sé esemplari :
1) « Cara sorella, rispondo con ritardo alla tua. Siamo qui circondati dall'oceano, nell[...]

[...]i sono di per sé esemplari :
1) « Cara sorella, rispondo con ritardo alla tua. Siamo qui circondati dall'oceano, nell'isola di dolore, ossia "confino". Molti sono comunisti e pensano bene. Io comincio a vedere ».
2) « Compare carissimo, il 30 luglio o ricevuto la vostra adorabile letterina e sono contentissimo. Vi faccio sapere delle novità del paese
ZZZ FRANCO CAGNETTA
che hanno ammazzato a ziu P. gli hanno ammazzato 210 pecore ed hanno arrestato il servo C. poi due buoi mancati a ziu M. poi hanno ammazzato a ziu V. e gli hanno tagliato la gola, un orecchio bucato, gli occhi e poi hanno fatto un conflitto su territorio Gavoi il quale sono restati R. ed hanno ferito e arrestato T. Io vi prego di non dire che per voi non dobbiamo lasciare la rabbia. No e poi no. Che siete condannati innocentissimamente pro su confinu. Vi assicuro che qui tutti adirati siete adorati come un santo, assai piú. Sono per questo tutti diventando contro all'iungiustizia, insomma, come sapete, comunisti ».
3) « Caro, non credere che siete mai dimenticati. E solo il dolore di pensarvi. Che in voi tutti troviamo ora compagni i più fedeli. Quando penso alle lunghe conversazioni che facevano. Discorsi di pace, di libertà. Si chiedeva libertà e ci hanno dato galera, si chiedeva lavoro e ci hanno[...]

[...], assai piú. Sono per questo tutti diventando contro all'iungiustizia, insomma, come sapete, comunisti ».
3) « Caro, non credere che siete mai dimenticati. E solo il dolore di pensarvi. Che in voi tutti troviamo ora compagni i più fedeli. Quando penso alle lunghe conversazioni che facevano. Discorsi di pace, di libertà. Si chiedeva libertà e ci hanno dato galera, si chiedeva lavoro e ci hanno dato l'ozio. Chi era nemico dei banditi lo hanno arrestato, quelli che dovevano combattere i banditi! Il vostro arresto ha sbalordito la popolazione che é offesa e indignata. C'è ingiustizia. In paese. Qui hanno aperto lavoro e poi l'hanno chiuso. Si é lavorato non più di 10 giorni. Saluta i compagni di sventura. Coraggio, coraggio, indimenticabile compagno ».
4) « Caro figlio, chi ti ha potuto vedere così? Caro, ti auguro che nessuna cosa al mondo potrà deviare il tuo ideale diventato comunista, che stai lottando per il nostro bene comune, di oppressi. Anche tu sarai. al corrente della situazione politica. Sarai più forte. Hai capito? I tempi cambi[...]

[...]che permettevano l'ingresso e lo stabilizzarsi di una cultura comunista ?
L'incapacità ad intendere l'italiano assai diffusa; l'incapacità a leggere e scrivere quasi generale.
INCHIESTA SU ORGOSOLO 223
La frattura tra l'orgolese e l'intellettuale sardo « tradizionale » incolmabile. Generalmente l'intellettuale apertamente e coscientemente schierato contro il pastore e il contadino, l'ideologo del proprietario terriero, dell'industriale, dello Stato é « figura » meno diffusa in Sardegna che in continente: non esiste, o quasi nell'isola un forte strato ed una forte organizzazione di questi intellettuali. L'intellettuale sardo proviene, generalmente, dalle classi medie. Per ragioni di millenario dominio « straniero » queste non hanno mai avuto (e non hanno) la possibilità di farsi una vera e propria consistenza economica, una forte spina dorsale economica; sono sempre in pericolo di ritornare alle condizioni dei pastori e dei contadini. Non esistono pertanto le condizioni stesse perché l'intellettuale abbia una vera e propria consistenza c[...]

[...]ericolo di ritornare alle condizioni dei pastori e dei contadini. Non esistono pertanto le condizioni stesse perché l'intellettuale abbia una vera e propria consistenza culturale, una forte spina dorsale culturale che li distacchi e li ponga, apertamente e coscientemente, contro il pastore e il contadino. Ma l'intellettuale sardo delle classi medie — l'intellettuale « tradizionale » — é una tragica figura di intellettuale coloniale. Tenuto dallo Stato italiano in condizioni di suddito, di subalterno coloniale, generalmente egli é affetto da un complesso di inferiorità coloniale e da un conseguente risentito, e mal inteso, amore per la sua terra. Egli é « geloso » dei problemi locali, li nasconde per sospetto o per orgoglio al « continentale », li rimugina soltanto in sé. Proveniente dalle classi medie, da classi instabili, in crisi, un forte complesso di evasione (fuggire in continente!) lo assale di continuo, e si alterna con il desiderio, e l'impotenza, di non uscire dalla propria terra. Egli cerca di mettersi a paro con la cultura del c[...]

[...]e, egli conosce e rimugina le più astruse teorie del continente, ma con questo va sempre più perdendo contatto con la sua terra, non sa più che cosa sono i pastori e i contadini. Contenuto provinciale e forma cosmopolita sono la fisionomia più comune dell'intellettuale sardo « tradizionale ». E questa fisionomia, rivelatrice di una crisi profonda, per la stessa debole costituzione di questo intellettuale, non si rivolta (come dovrebbe) contro lo Stato — se non con proteste platoniche — ma, generalmente, contro il proprio stesso popolo. Trovando base nella propria origine di classe, questo intellettuale riversa la propria inferiorità non sullo Stato ma sul pastore e il contadino : lo studente, il giornalista si fa l'ideologo dei nemici del pastore e contadino, l'avvocato pensa solo a fare affari sul pastore, sul contadino. Se uno di questi intellettuali riesce, come avviene qualche volta, ad entrare nello Stato, da militare, maestro, magistrato, funzionario ecc.
224 FRANCO CAGNETTA

diviene il più fedele esecutore di questo e il nemico piú crudele del pastore e del contadino. Non é in questo, certamente, che il pastore e il contadino può trovare la sua guida. Il sospetto, il disprezzo verso l'intellettuale (abitualmente non espresso apertamente, se non nei momenti critici) é l'aspetto piú profondo di questa incolmabile divisione.
La cultura comunista non poteva trovare perciò altra via (una via non « sospetta », una via « genuina ») se non attraverso le ferme culturali proprie e tradizionali de[...]

[...], buoni conoscitori dei problemi di Orgosolo. È interessante notare — ed è un dato indicativo che la sua vera possibilità di azione e di successo in Orgosolo, la possibilità di creare una sua organizzazione locale le si è aperta solo dopo le elezioni politiche del 1948: quando cioè il P. C. I., uscito dalla coalizione governativa con la D. C., è divenuto « il partito dell'opposizione », il partito che si batte contro i governi di classe cioè lo Stato ». La Federazione di Nuoro del P. C. I. con una azione ben condotta di propaganda, di contatti, è riuscita a mettere in evidenza in Orgosolo i legami che ha il proletariato pastorale e tutto il paese con il movimento nazionale e internazionale degli operai, dei contadini, degli intellettuali; ha sviluppato in difesa di Orgosolo una campagna contro i soprusi statali, polizieschi e burocratici; ha sottolineato la necessità di pace, di abbandono del terrorismo individuale, dei delitti ecc. e la improrogabile necessità (perché questo si ottenga) che vi sia lavoro, progresso economico, trasformazi[...]

[...]intellettuale e dirigente politico avverso — d. c.: del partito « dei signori » — che non gode credito ma discredito tra la maggioranza del paese. Quello che agevola (e rende particolarmente interessante) la figura dell'intellettuale e del dirigente politico comunista locale é la somma delle qualità positive che gli discendono dall'antica storia del paese.
.L'orgolese é un uomo dal carattere di ferro. Per migliaia di anni egli ha lottato con lo Stato e non é stato conquistato : mai reso servo, avvilito. Il carattere dell'orgolese non é servile, stanco, come quello del popolano di altri paesi d'Italia, combattuto dallo Stato ma da millenni conquistato, e così asservito, reso fiacco. In Italia, questa é la regola. La corruzione « civile o statale » del carattere é il fondo dell'italiano: un popolo che da millenni ha subito la civiltà. L'orgolese non ha ricevuto e non ha subito la civiltà.: non conosce ancora corruzione « civile o statale ».
Questo, naturalmente, in certo senso é un limite, poiché non si può prevedere la sua capacità a resistere una volta entrato nella « civiltà », una volta entrato nello « Stato ». Ma per ora, come nei popoli coloniali, ciò consente una riserva di freschezza, di entusiasmo, di forza tra noi del tutto scono[...]

[...]ito, reso fiacco. In Italia, questa é la regola. La corruzione « civile o statale » del carattere é il fondo dell'italiano: un popolo che da millenni ha subito la civiltà. L'orgolese non ha ricevuto e non ha subito la civiltà.: non conosce ancora corruzione « civile o statale ».
Questo, naturalmente, in certo senso é un limite, poiché non si può prevedere la sua capacità a resistere una volta entrato nella « civiltà », una volta entrato nello « Stato ». Ma per ora, come nei popoli coloniali, ciò consente una riserva di freschezza, di entusiasmo, di forza tra noi del tutto sconosciuta.
Esiste ancora tanta onestà tra questi uomini che é impossibile trovare ormai, credo, in tutt'Italia, se non tra uomini ridotti ad un uguale stato di estraneità dalla società italiana, dalla « civiltà »: operai, contadini ecc. Uomini tutti d'un pezzo, uomini integrali.
Nella conoscenza che il popolano di Orgosolo ha dello Stato, della « civiltà », egli é, in un certo senso, in una situazione privilegiata: egli
230 FRANCO CAGNETTA
conosce già il « male » della società italiana, ne ha sentito, e pesantemente, il male « da lontano ». E contro questo è un ribelle nato, un ostinato, diffidente, difficile ad ingannare. Egli é un uomo ancora fondamentalmente sano, un uomo fondamentalmente vero.
Ingenuo, ((preistorico))? Sarà! Ma ingenuo e « preistorico » come l'uomo « nuovo » dei popoli coloniali. Noi « cristiani ed europei » non siamo neppure più in grado di capire questo « nuovo » uomo. La storia: — come essa si sta p[...]

[...]umana, di pace, e soprattutto di civile progresso in quella arretrata terra. Si persuada che l'arretratezza civile e morale è la fonte del mal costume ivi esistente. Nessun altra lotta diversa dalla mia servirà a sterminarlo. Lasci il mitra ad arrugginire.
Fiducioso dell'osservanza e ansioso di favorevole esito
con reverenza.
Giuseppe Marotto ».
Eppure contro questi uomini, contro i « comunisti » di Orgosolo
seppure in forma non aperta — lo Stato ha incominciato a svolgere — come nelle colonie — una politica di repressione, di persecuzione. Si cerca di colpire « i capi », gli « intellettuali », i « dirigenti proprio coloro che dovrebbero cioè essere piuttosto incoraggiati, assistiti, se non altro perché sono i soli, in luogo dello Stato, che si battano e facciano qualche cosa per eliminare nel paese la mentalità « propensa » al banditismo, per introdurre praticamente un progresso reale.
L'istituto del confino è lo strumento attraverso il quale sì sviluppa questa politica (ricompare la vera natura « politica », fascista del con
238 FRANCO CAGNETrA
fino). Di volta in volta col pretesto del « favoreggiamento » di banditi, senza prove, contro tutte le prove, si colpiscono uomini ostili al banditismo che lottano notoriamente contro il banditismo: ad es. Francesco Murgia, segretario della sezione comunista di Orgosolo o Peppino[...]

[...] (ricompare la vera natura « politica », fascista del con
238 FRANCO CAGNETrA
fino). Di volta in volta col pretesto del « favoreggiamento » di banditi, senza prove, contro tutte le prove, si colpiscono uomini ostili al banditismo che lottano notoriamente contro il banditismo: ad es. Francesco Murgia, segretario della sezione comunista di Orgosolo o Peppino Marotto, segretario della C. d. L. di Orgosolo. E quel che é peggio é che l'azione dello Stato non avviene immediatamente, direttamente per iniziativa di autorità statali : avviene attraverso i nemici « politici » dei paese che inviano denunzie anonime, che organizzano e concordano testimonianze false per coprire il più delle volte la loro abitudine all'antica pratica di banditi, per lasciare il campo aperto al banditismo. Prestandosi a questo gli organi dello Stato italiano si rendono involontari complici del banditismo : combattono l'unica forza che in paese in teoria ed in pratica abbia una aperta, decisa, coraggiosa posizione contro il banditismo.
Non vi é stato un solo discorso di parlamentari e di dirigenti della Federazione di Nuoro ed un solo discorso di dirigenti della sezione comunista di Orgosolo in cui non si sia direttamente criticato e condannato il banditismo: critica e condanna al metodo, al sistema e non declamazione, infierire contro individui singoli sciagurati « banditi », che sono vittime della situazione. In privato e in pubblico, sempre hanno chiarito che la ribellione individuale e sanguinosa non solo non risolve niente ma incancrenisce la situazione. Chiunque si rende conto che i comunisti orgolesi sono oggi i veri nemici della p[...]

[...]to di qualità di poeta che lo fanno uno dei migliori e più apprezzati poeti orgolesi, é l'esempio di quanto la disposizione « spirituale » di un orgolese, la ricchezza di un uomo orgolese possa essere insidiata, frustata da una società e da un mondo che impediscono più di ogni altro lo sviluppo della personalità.
Costretto alla dura vita del pastore sin dalla più piccola età, obbligato a lasciare presto le scuole, disoccupato, poi militare, arrestato perché comunista e organizzatore dello sciopero di pace, confinato ad Ustica dal 1950 al 1952, organizzatore della « Pace di Orgosolo », nuovamente minacciato di arresto e nuovamente condannato al confino per la sua attività politica, il suo amore costante alla cultura, il suo
INCHIESTA SU ORGOSOLO 239
sforzo allo studio é stato ed é veramente eroico (9). La cultura di Marotto è una cultura non fatta di ripiegamenti, di intimismi, ma militante, impegnata : viva, di grandi problemi. Uomo che ama profondamente la pace (e la cultura é pace, difesa della pace), condannato al confino (1 anno a Castelmauro, prov. di Campobasso), dopo essere stato per breve tempo dogana alla macchia, senza farsi bandito, come molti avrebbero voluto, egli si é ora consegnato civilmente ai suoi persecutori per scontare la ingiusta condanna.
Mi ritengo fortunato di potere per primo pubblicare la biografia di un uomo « nuovo » orgolese.
(9) Nel soggiorno in Orgosolo nella sua casa, io ho avuto occasione di potere con sultare le sue carte, i suoi quaderni. Essi danno un esempio delle difficoltà, della volontà, del coraggio dell'« autodidatta » orgolese. Ecco, ad es., il sommario di un quaderno:
1) Elenco di pronomi, nomi e verbi in italiano.
2) « Parole[...]

[...]raggiungere tutti la soppressa meta della libertà, del benessere umano, della pace, voi invoco perché non posso più invocare la mia Mamma che per pena e per dolore mi é morta, mi richiamo alle altre madri, sorelle e spose a stringersi forte attorno alla bandiera del Socialismo ed unite gridare a squarciagola: Lavoro e libertà ».
12) Raccolta di poesie partigiane.
13) « Bolscevico il partito chiamato comunista che instaurò nel 1917 in Russia lo Stato Bello dopo la Rivoluzione. Il Bolscevico sinonimo di ribelle ».
Questo quaderno é intramezzato da disegni, ricalcati a matita, di MaoTzeTung, sotto i quali si legge: «Il Compagno Mao liberatore della nostra schiavitù ».
Trovo anche la lista dei libri letti. Comprendono una serie di manuali e libri tecnici per i lavori agricoli, artigiani ecc. Tra i libri di lettura: 1) Storia del P. C. dell'U.R.S.S.; 2) I Miserabili di V. Hugo; 3) Il rubino d'oro di Alessandro Manzoni (?); 4) La Madre di Gorki; 5) Le Lettere di Gramsci; 6) Il Ponte dei Sospiri di Michele Zevaco; 7) L'Imperialismo di Lenin; [...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] P. Togliatti, Il leninismo nel pensiero e nell'azione di A. Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]ativi di stabilizzazione dei regimi borghesi da una parte e alla costruzione di una società socialista dall'altra. La grande vittoria della Rivoluzione socialista dell'Ottobre 1917 era uscita dalle contraddizioni oggettive del mondo capitalistico, le quali continuavano a esistere e svilupparsi. Esse agivano però in altro modo, mentre era in atto lo sforzo borghese di restaurazione riformistica e la classe operaia, consolidato il suo potere nello Stato sovietico, tendeva, con un'azione molteplice, ad affermare la propria egemonia in una competizione che già era di portata mondiale. La guerra di posizione, cui si era in questo modo passata, era, secondo G., la fase decisiva della lotta, ma la fase .piú difficile. « La guerra di posizione domanda enormi sacrifizi a masse sterminate di popolazione; perciò è necessaria una concentrazione inaudita della egemonia e quindi una forma di governo piú " intervenzionista ", che più apertamente prenda l'offensiva contro gli oppositori e organizzi permanentemente l' " impossibilità" di disgregazione inte[...]

[...]umenti del convegno
20

Solo dal 1918 Lenin cominciò a essere conosciuto, tradotto, pubblicato, letto ampiamente, in Italia. Con prevalenza, però, degli scritti dedicati alla lotta immediata di quegli anni, contro il socialsciovinismo e il centrismo, per la creazione di partiti comunisti in tutti i paesi, per la fondazione e l'organizzazione della Internazionale comunista. Dei grandi lavori teorici, vengono allora conosciuti l'Imperialismo, Stato e rivoluzione, la Ripoluzione proletaria e il rinnegato Kautsky, le relazioni e le tesi per il I e per il II Congresso dell'Internazionale comunista, quindi l'Estremismo, e i discorsi al III Congresso, che ne sono quasi un commento. Meno noti Che fare?, Due tattiche e Un passo avanti e due indietro. Difficilissimi a trovare e quindi quasi sconosciuti Lo sviluppo del capitalismo in Russia e L'empiriocriticismo 1 . Si può ritenere che nel 1922, quando si recò nell'Unione sovietica, Gramsci già fosse a conoscenza di tutti questi scritti. Da essi risultavano le tesi fondamentali del leninismo, ci[...]

[...]simi a trovare e quindi quasi sconosciuti Lo sviluppo del capitalismo in Russia e L'empiriocriticismo 1 . Si può ritenere che nel 1922, quando si recò nell'Unione sovietica, Gramsci già fosse a conoscenza di tutti questi scritti. Da essi risultavano le tesi fondamentali del leninismo, circa l'analisi dell'imperialismo e il carattere del periodo storico aperto dal passaggio a questa fase suprema della economia capitalistica, circa la natura dello Stato borghese e della dittatura proletaria, il carattere della Rivoluzione di Ottobre e dello Stato sovietico e circa le fondamentali questioni della strategia e tattica rivoluzionarie del partito della classe operaia.
Nel 1922, quando Gramsci giunse in Unione sovietica e vi risiedette alcuni mesi, si era tenuto da poco piú di un anno il X Congresso del PC russo (b), si era chiusa la discussione sui sindacati e si compiva il passaggio alla Nuova politica economica. Tappa assai importante in cui erano state trattate a fondo alcune questioni decisive per lo sviluppo della rivoluzione. Sono di questo periodo alcuni tra i lavori piú importanti di Lenin relativamente ai problemi della costruzio[...]

[...] costruzione di una. economia e di una società socialiste. Nel dibattito sulla funzione dei sindacati egli aveva affrontato, in polemica con Trotzki, con Bukharin e con un gruppo di tendenza anarcosindacalista, la questione del rapporta tra la politica e la economia nella edificazione socialista. Aveva sostenuto che la politica non è che « espressione concentrata dell'economia ». È una tesi di importanza decisiva nella concezione leninista dello Stato..
1 Sconosciuto era l'importantissimo Che cosa sono gli amici del popolo?, anche in Russia ripubblicato solo nel 1923.
Palmiro Togliatti 21
Ne deriva, infatti che la classe operaia non può rimanere al potere e quindi non può adempiere al proprio compito nel campo produttivo (sviluppo delle forze di produzione) se non sulla base di una giusta posizione politica cioè sulla base di un giusto rapporto con gli altri gruppi della società. Di qui traeva origine la differenziazione tra la concezione leninista della costruzione socialista e le proposte che venivano da. Trotzki e che, trascurando il[...]

[...]una indagine scientifica la quale non può prescindere dai momenti sovrastrutturali. Analogamente le sovrastrutture politiche e ideali non sono un blocco, ma si distinguono per gradi diversi di reciproca autonomia, cosí come si distinguono momenti diversi della struttura. Indicazioni preziose di Lenin, che dovevano spingere alla ricerca metodologica in questa direzione, non si trovano soltanto nella grande polemica leninista circa la natura dello Stato, ma anche negli scritti ultimi, contemporanei o posteriori al passaggio alla Nuova politica economica, e relativi ai compiti della costruzione socialista, ai problemi, ai contrasti, alle difficoltà che sorgono nel corso di questa costruzione e alle funzioni dello Stato (e della politica) in questo nuovo periodo della storia.
Ci troviamo qui di fronte alla affermazione, che è a1 centro di tutto il pensiero di Gràmsci, della storicità assoluta della realtà sociale e politica, e alla definizione del marxismo, quindi, come storicismo assoluto, in quanto sola dottrina capace di guidare alla comprensione di tutto il movimento della storia e al dominio di questo movimento da parte degli uomini associati. In questo ambito vengono risolti i temi della libertà
e della necessità, viene elaborato un criterio per giudicare quali sono i problemi storicamente concreti, [...]

[...]
e unicità deve essere compresa e concepita se si vuole dominarla e dirigerla ». La classe operaia diventerà quindi classe dirigente solo « se interpreterà esattamente questa combinazione, di cui essa stessa è componente e in quanto tale appunto può dare al movimento un certo indirizzo in certe prospettive ».
Nei giudizi sulla Rivoluzione d'Ottobre e nella valutazione della geniale opera di Lenin come capo della classe operaia russa e del nuovo Stato proletario, Gramsci insisterà sempre, dai primi commenti, ancora per molti aspetti imprecisi e frammentari, sino alle ultime note dei
1 Mach., pp. 114115.
Palmiro Togliatti 27
Quaderni, su questo momento. La realizzazione del primo Stato proletario, fatta da Lenin, è stato « un grande avvenimento metafisico » . Essa ha tradotto in pratica la filosofia, l'ha ridotta a « storia in atto », che è la sola filosofia 1. Essa ha trasformato le prospettive della storia mondiale. Ma essa è riuscita a fare tutto questo perché è stata il punto di arrivo necessario della storia nazionale del popolo russo; perché « i bolscevichi hanno dato forma statale alle esperienze storiche e sociali del proletariato russo, che sono le esperienze della classe operaia e contadina internazionale » 2. Lo Stato dei Soviet, negazione dialettica dell'ordinamento zarista, « dimostra... di esser[...]

[...]tica la filosofia, l'ha ridotta a « storia in atto », che è la sola filosofia 1. Essa ha trasformato le prospettive della storia mondiale. Ma essa è riuscita a fare tutto questo perché è stata il punto di arrivo necessario della storia nazionale del popolo russo; perché « i bolscevichi hanno dato forma statale alle esperienze storiche e sociali del proletariato russo, che sono le esperienze della classe operaia e contadina internazionale » 2. Lo Stato dei Soviet, negazione dialettica dell'ordinamento zarista, « dimostra... di essere un momento fatale ed irrevocabile del processo fatale della civiltà umana, di essere il primo nucleo di una società nuova » 3.
La funzione nazionale della classe operaia si realizza nella posizione che questa classe occupa nella lotta immediata e nei rapporti con gli altri gruppi sociali, con quelli che apertamente combatte e con quelli dai quali vuole ottenere la collaborazione o la neutralità. Deve essere quindi superato ,il carattere corporativo che la latta di classe del proletariato ha nei primi stadi del[...]

[...]circostanze esterne, ma senza fare opera di radicale rinnovamento, come le classi dirigenti italiane nel Risorgimento.
Nella pratica, come vennero attuati da Gramsci questi grandi principii direttivi? La politica di alleanze da lui elaborata e proposta, e che fa pernio sulla soluzione della questione meridionale attraverso la unità politica delle masse contadine e popolari meridionali con la classe operaia nella lotta contro il capitalismo e lo Stato borghese, è di diretta derivazione leninista, come tutto il modo di trattare la questione contadina. Non rimane qui traccia alcuna di ristretto strumentalismo corporativo, di puro appoggio reciproco tra due gruppi sociali allo scopo della realizzazione, da parte di ciascuno di essi, di un suo programma di riven
28 I documenti del convegno
dicazioni. L'alleanza esce dalla struttura di tutta la società italiana e crea le condizioni di un nuovo blocco storico dirigente. La formazione di una volontà collettiva nazionalepopolare è riconosciuta impossibile, « se le grandi masse dei contadini col[...]

[...]ndacato, e nella pratica la elezione del Consiglio da parte di tutti gli operai, e non solo degli organizzati, doveva rendere a tutti evidente questa differenza. Ma vi fu in Gramsci la tendenza, nel 191920, a ritenere che il Consiglio come tale, forma di organizzazione degli operai aderente in modo immediato al processo produttivo, contenesse in sé la soluzione del problema del potere, cioè della conquista di esso e della costruzione di un nuovo Stato? Credo che per sostenere questa tesi si possono allegare soltanto alcune proposizioni di scritti del 1919, ma staccandole
t. Mach., p. 7.
Palmiro Togliatti 29
dal contesto e soprattutto staccandole dalla comprensione della complessiva azione che Gramsci svolgeva in quel momento. Questa azione tendeva, essenzialmente e prima di tutto, ad affermare che la classe operaia, come gruppo sociale omogeneo, era in grado di fornire gli elementi necessari a superare la crisi, il disordine, il caos nei quali allora si dibatteva la società nazionale e quindi, come immediata e necessaria conseguenza, te[...]

[...] della produzione. Cosí fece del resto anche la classe borghese, che per prima cosa ristabilí nel campo della produzione, nelle fabbriche, il suo potere assoluto, servendosi a questo scopo del fascismo. Il proletariato doveva affermare il suo potere nella fabbrica, inserire una propria attività organizzata nei processo di sviluppo delle forze produttive, e in questo modo si sarebbe presentato a tutta la società come capace di instaurare il nuovo Stato. La prima forma di intervento nella vita produttiva sarebbe stato il controllo, e attorno al problema del controllo si sarebbe combattuta la battaglia decisiva per la conquista della maggioranza e la conquista del potere.
In che misura mancò, nella impostazione e nello sviluppo di questo movimento, l'elemento piú strettamente politico, che doveva portare all'azione generale diretta dal partito della classe operaia, aI confronto con gli altri partiti, all'urto con i poteri dello Stato? Mancò nella misura in cui tutto il movimento torinese del 191920 non riuscí a elevarsi sul piano nazionale, per i difetti che parecchie volte già sono stati indicati e che non credo siano da cercarsi nella impostazione generale, ma nei limiti, nelle ristrettezze della realizzazione su una scala che non fosse soltanto cittadina o regionale. Anche, del resto, il problema della alleanza tra le avanguardie operaie settentrionali e le grandi masse contadine meridionali, giustamente impostato da Gramsci sin da allora (si veda l'esempio, da lui citato, dell'azione verso i sardi della Brigata Sassar[...]

[...]ovimento torinese del 191920 non riuscí a elevarsi sul piano nazionale, per i difetti che parecchie volte già sono stati indicati e che non credo siano da cercarsi nella impostazione generale, ma nei limiti, nelle ristrettezze della realizzazione su una scala che non fosse soltanto cittadina o regionale. Anche, del resto, il problema della alleanza tra le avanguardie operaie settentrionali e le grandi masse contadine meridionali, giustamente impostato da Gramsci sin da allora (si veda l'esempio, da lui citato, dell'azione verso i sardi della Brigata Sassari), non ebbe, attraverso l'azione svolta dal gruppo torinese, alcuna soluzione pratica di grande rilievo. Gli orientamenti errati, riformisti o massimalisti, del partito socialista, erano superati nella critica, non da un'azione di successo nazionale. Ma quello era allora il solo partito, cioè la sola organizzazione politica nazionale, che la classe operaia avesse a sua disposizione. Per questo il movimento torinese si concluse con
30 I documenti del convegno
l'affermazione della necess[...]

[...]ma è un tentativo di analisi della struttura sociale degli Stati Uniti d'America, in un momento del suo sviluppo.
5. Anche l'ampia, complessa e tormentata indagine sulla funzione degli intellettuali, impostata da Gramsci prima dell'arresto (e ciò risulta non solo dal ricordo di conversazioni con lui, ma dallo stesso scritto sulla Quistione meridionale) e condotta a fondo negli anni del carcere, ha un fondamento leninista, che non mi sembra sia stato sinora rilevato a sufficienza, ma deve esserlo, invece.
Né alludo al fatto che questa indagine fa parte delle analisi generali sulla struttura della società, quanto piuttosto alla dimostrazione storica e allo approfondimento della tesi dell'impegno politico e sociale (di classe) degli intellettuali, che è parte essenziale delle dottrine leniniste. Anche di questo impegno si può dare una interpretazione volgare, di tipo economistico, o persino ridurlo a questione di servizio e di stipendio. Anche questo aspetto esiste, ma è quasi sempre il piú facilmente riconoscibile e richiede uno studio pa[...]

[...]ca completa, cioè guida della azione rivoluzionaria. Dottrina del partito e della dittatura della classe operaia sono del resto elaborate dal marxismo nel modo logicamente piú aderente alla realtà.
Lenin elabora la dottrina del partito partendo principalmente dalle grandi esperienze della Rivoluzione francese e della storia rivoluzionaria dell'Ottocento, mentre la sua dottrina della dittatura è fondata sull'analisi del contenuto di classe dello Stato e quindi di tutta la ideologia borghese, che attribuisce un valore assoluto alle forme di organizzazione politica date allo Stato della borghesia.
ll nesso è evidente. La classe rivoluzionaria si organizza in partito per poter fare dello Stato uno strumento della propria azione rivoluzionaria e quindi per affermare la propria direzione su tutta la vita sociale. Ma lo Stato che essa crea è, nella storia, una formazione del tutto nuova, perché alla sua base vi è una struttura economica che sopprime lo sfruttamento e l'anarchia della produzione. Quindi in questo Stato il ter
Palmero Togliatti 33
mine stesso di democrazia assume un nuovo contenuto, perché vi è superata la contraddizione fondamentale di classe che è nella struttura borghese della società.
Il pensiero di Gramsci si muove, tanto prima dell'arresto quanto nei Quaderni, secondo questa grande linea. È quindi essenziale per lui la distinzione tra id concetto filosofico di libertà e le forme di governo e gli istituti politici concreti del liberalismo e della democrazia. Questo è anzi uno dei capitoli :piú efficaci della sua polemica. La libertà, in quanto iniziativa e attiva creazione umana, non[...]

[...]
T
1 M. S., p. 195.
34 I documenti del convegno
zione », che è poi un risveglio, un progresso delle menti che rende piú rapida la formazione di un movimento storico e di una volontà collettiva 1. Il regime dei partiti diventa una necessità della storia e l'affermarsi della classe operaia è affermarsi e avanzata del partita politico che la esprime.
Già per Hegel, il partito era una trama « privata » dello Stara, e questa concezione prevede lo Stato parlamentare 2. Il marxismoleninismo non solo estende questa concezione, ma la rinnova. Dalla esperienza sia delle rivoluzioni borghesi, sia dello stesso parlamentarismo, deriva la nozione del partito come strumento del potere e per la conquista di esso. La classe borghese non si serve solo di questo strumento, che per essa è sussidiario, per attuare e mantenere il suo dominio. Questo parte dal mondo della produzione. Neanche la classe operaia, quando il capitalismo è giunto a un certo grado del suo sviluppo, si serve soltanto del partita politico per contrastare il dominio borghese e prepara[...]

[...]ramsci una differenza e quale, nello sviluppo di questi concetti, tra il termine di egemonia e quello di dittatura? Una differenza vi è, ma non di sostanza. Si può dire che il primo termine si riferisca in prevalenza ai rapporti che si stabiliscono nella società civile e quindi sia piú ampio del primo. Ma è da tenere presente che per lo stesso Gramsci la differenza tra società civile e società politica è soltanto metodologica, non organica. Ogni Stato è una dittatura, e ogni dittatura presuppone non solo il potere di una classe, ma un sistema di alleanze e di mediazioni, attraverso le quali si giunge al dominio di tutto il corpo sociale e del mondo stesso della cultura, cosí come ogni Stato è anche un organismo educativo della società, negli obiettivi delle classi
1 Mach., pp. 8283.
2 Mach., p. 128.
Palmiro Togliatti 35
che dominano. La società politica può però assumere una forma di estremo rigore dittatoriale, quando, per i contrasti frastruttura e sovrastruttura, si crea un distacco tra la società civile e la società politica, o si apre, cioè, una delle grandi crisi rivoluzionarie della storia. Allora « si ha una forma estrema di società politica: o per lottare contro il nuovo e conservare il traballante rinsaldandolo coercitivamente, o come espressione del nuovo per spez[...]

[...]aesi diversi. È un nuovo capitolo del leninismo che si discute, quello alla cui elaborazione completa sta oggi lavorando il movimento operaio internazionale.
11 dominio politico della classe operaia tende a creare una società non piú divisa in classi, ma « regolata ». Ma che cosa vuol dire una società regolata e come si giunge ad essa? Occorreranno, dice Gramsci, parecchi secoli. Questo vuol dire che la conquista del potere e la creazione dello Stato socialista non portano alla risoluzione di tutte le contraddizioni. Anche al di fuori di quelle che sono legate al carattere parziale delle prime vittorie, altre ne sorgono e devono essere risolte. Uno dei cavalli di battaglia contro la concezione marxista del mondo e della storia era di chiedere come si concilia la nostra visione dialettica della realtà con la nostra lotta per una società regolata. Quale sviluppo dialettico ci potrà dunque essere in siffatta società? Al che Gramsci ci insegna a rispondere che il marxismo non è dottrina di profezie, ma dottrina della realtà. Noi conosciamo le[...]



da (Nove domande sullo stalinismo) Giuseppe Chiarante in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1956 - 5 - 1 - numero 20

Brano: [...] viene addirittura affermata una distinzione fra Stalin e il regime, quasi che per mera coincidenza egli ne sia rimasto il leader per un tren
GIUSEPPE CHIARANTE 17
tenno guidandone la costruzione e il consolidamento. Su questa via, ovviamente, si giunge ben presto all'assurdo scientifico di considerare l'ultimo ventennio di politica sovietica una parentesi priva di significanza storica, se non per il fatto di aver in via pratica consolidato lo stato socialista e di averne salvaguardato l'esistenza; e si finisce col vagheggiare una sorta di scolastico e astratto « ritorno al leninismo ». Diviene quasi naturale, se questa fosse la strada sulla quale si procederà, rimpiangere gli inesatti ma coraggiosamente coerenti giudizi del passato.
Permetta quindi — caro Carocci che, temendo le secche del « buon .senso » e dei « distinguo », eviti di rispondere singolarmente alle numerose e interessanti questioni che lei pone; e cerchi invece, per comodità di metodo, di ridurle (riferendomi soprattutto a quelle indicate al terzo, al quarto, al quinto[...]

[...] natura e sulle implicazioni di questa tesi di Stalin, non si può neppure cogliere il significato complessivo della sua politica e tanto meno storicamente comprendere gli aspetti più coercitivi e autoritari della sua gestione del potere.
Tutti coloro infatti — fra i critici del grande rivoluzionario, socialdemocratici o radicali di sinistra che fossero — che pur hanno ammesso l'esattezza del principio dell'edificazione del socialismo in un solo Stato, hanno però sempre considerato tale linea una semplice scelta politica suggerita dalle circost ‘ize, che, come tale, non mutava i termini sostanziali dei proble _1 rivoluzionari. Diveniva.
allora logico che, nella misura in cui stalinismo si allontanava
dagli schemi di direzione politica consueti al marxismoleninismo, se ne denunciasse la degenerazione, la involuzione illiberale.
Ma, a mio avviso, così non é. La tesi staliniana sull'edificazione del socialismo rappresenta — almeno a me pare — l'accertamento scientifico di una situazione storica per molti aspetti non prevista da Marx o da L[...]

[...]lto maggiore? » (1). Questa posizione, del resto, fu ripresa infinite volte ed anche accentuata da Engels.
Cosa mai è poi sopravvenuto a confutarla ? Lo stesso Stalin ce lo chiarisce con precisione: « Zinoviev dimentica che la citazione di Marx si riferisce al periodo del capitalismo monopolistico quando il capitalismo nel suo insieme si sviluppava secondo una linea ascendente... Altra cosa è il capitalismo imperialistico, quando il mondo è già stato spartito tra i gruppi capitalistici, quando lo sviluppo a sbalzi del capitalismo esige nuove ripartizioni del mondo già spartito, mediante conflitti militari, quando i conflitti e le guerre tra i gruppi imperialistici che sorgono su questo terreno indeboliscouo il fronte mondiale del capitalismo, lo rendono facilmente vulnerabile e creano la possibilità di aprire una breccia in singoli paesi » (2).
In altri termini, la dottrina leninista sul passaggio del capitalismo alla sua « fase suprema », mentre costituiva la teoria sulla quale si fondava la rivoluzione socialista in un paese arretrato [...]

[...]sse non proletarie, sotto la pressione dei tentativi controrivoluzionari della borghesia internazionale: é questo un disegno che, quanti altri mai, sottolinea le capacità dell'uomo, della classe, del partito, nel mutare il mondo circostante, nel superare gli ostacoli creati dalla storia e dalla natura.
Quella frase di Lenin, che fu più volte utilizzata da Zinoviev, e Ho già avuto occasione di dire: per i russi, in confronto ai paesi avanzati, é stato più facile iniziare la grande rivoluzione proletaria; ma sarà per essi più difficile continuarla e condurla sino alla vittoria definitiva, nel senso della completa organizzazione della società .socialista» (5), anzi che divenire occasione per il disfattismo e la rinuncia, diveniva così, per Stalin, un drammatico incitamento alla lotta e al sacrificio rivolto ai proletari e ai contadini sovietici.
***
Posizione profondamente rinnovata, quindi, quella staliniana.
Ma era anche l'unica posizione esatta ?
Dimostrarlo sulla base dei testi di Stalin sarebbe forse un'im
(5) Lenin, Opere, vol. XX[...]

[...]tta e al sacrificio rivolto ai proletari e ai contadini sovietici.
***
Posizione profondamente rinnovata, quindi, quella staliniana.
Ma era anche l'unica posizione esatta ?
Dimostrarlo sulla base dei testi di Stalin sarebbe forse un'im
(5) Lenin, Opere, vol. XXIX pag. 284.
GIUSEPPE CHIARANTE 23
presa complessa e difficile. Il fatto é che la scelta staliniana fu, in primo luogo e sovrattutto, scelta di un politico, intuizione di un uomo di Stato. Non sempre e non del tutto, perciò, il suo stesso autore riuscì a difenderla con chiarezza e persuasività di argomenti teorici.
Altro però diviene il discorso potendo usare, come noi possiamo, gli strumenti dei posteri: avendo cioè a disposizione la conoscenza dell'ulteriore sviluppo storico e i più elaborati strumenti concettuali che la situazione attuale obiettivamente ci offre.
Tutta la storia più recente sta infatti a dimostrare — mi sembra — che nei paesi capitalistici non sono esistite per quasi tutta l'epoca staliniana (fino cioè, più o meno, alla guerra antifascista e alla rivoluzi[...]

[...]mere caratteristiche del tutto nuove: lo sviluppo storico delle contraddizioni capitalistiche aveva ormai assunto un carattere catastrofico, così da minacciare e coinvolgere nel proprio meccanismo i destini della civiltà nel suo complesso e quindi dello stesso movimento proletario. Diveniva in tale situazione necessario alle forze rivoluzionarie inserirsi attivamente nella crisi mondiale, per correggerne la logica; e questo difficilmente sarebbe stato possibile, se non disponendo dello strumento di urì ormai compiuto e consolidato sistema statuale.
In secondo luogo il fascismo fece chiaramente intendere che una semplice alleanza operaicontadini contrapposta in modo rigido

24 9 DOMANDE SULLO STALINISMO

ad ogni altro gruppo sociale non è sufficiente ad esprimere e organizzare la « grande maggioranza della popolazione » nei paesi occidentali; e ciò per l'esistenza in tali paesi di grandi masse di medio ceto facilmente egemonizzabili dalla borghesia di fronte alla prospettiva di una rivoluzione meramente proletariacont[...]

[...]mocratiche, esso ancora non aveva raggiunto un sufficiente livello teorico, non aveva precisato pienamente una prospettiva rivoluzionaria adeguata alle condizioni storiche in cui si trovava ad operare. Ogni qualvolta infatti si trattò di assumere in positivo la direzione politica e sociale dei paesi dell'Occidente, i partiti comunisti, non potendo disporre di uno schema statuale altrettanto adeguato ai sistemi sociali di tali paesi quanto lo era stato quello sovietico per la Russia, finirono col pregiudicare la loro intesa coi ceti medi e talvolta col compromettere l'alleanza stessa tra operai e contadini. Ogni aspetto, insomma, dello sviluppo storico ulteriore non può che confermare l'esattezza del giudizio staliniano.
Ma c'è di piú: non solo le condizioni rivoluzionarie obiettivamente mancavano in Occidente; ma esse anche in linea di principio non potevano esistere, e quindi era assurdo sollecitarne con impazienza lo sviluppo. Non solo la tesi staliniana era la più prudente e realistica ma anche l'unica scientificamente esatta.
[...]

[...]zione. Ma c'è di piú: non si può infatti dimenticare l'affermazione, più volte fatta da Trotzki, della famosa « tesi Clemenceau », secondo la quale l'opposizione avrebbe atteso la guerra per rovesciare la macchina staliniana di potere. È pensabile che l'Unione Sovietica potesse avviarsi a subire l'aggressione capitalista minacciata al suo interno dalle forze dell'opposizione politica obiettivamente sovversiva ? Chi ha l'animo di sostenere che lo Stato sovietico avrebbe retto alle prime disfatte belliche, se non fosse stata con le tristi vicende dell'epurazione del '36 e del '38 del tutto eliminata l'opposizione interna ?
Troppi. dimenticano — a me pare — che senza il realismo e il coraggio con cui Stalin seppe affrontare scelte tanto drammatiche
28 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
e dolorose (scelte, anzi, contro le quali un primo moto d'orrore è quasi istintivo), con ogni probabilità i liberali e i socialdemocratici non avrebbero oggi che da rimpiangere il loro « stato di diritto » in una Europa fascista.
IT
Il secondo problema che mi pare[...]

[...]ta con le tristi vicende dell'epurazione del '36 e del '38 del tutto eliminata l'opposizione interna ?
Troppi. dimenticano — a me pare — che senza il realismo e il coraggio con cui Stalin seppe affrontare scelte tanto drammatiche
28 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
e dolorose (scelte, anzi, contro le quali un primo moto d'orrore è quasi istintivo), con ogni probabilità i liberali e i socialdemocratici non avrebbero oggi che da rimpiangere il loro « stato di diritto » in una Europa fascista.
IT
Il secondo problema che mi pare vada esaminato, per giungere ad un compiuto giudizio sull'opera di Stalin, si collega in linea immediata a una obiezione che potrebbe venire avanzata contro il ragionamento sin qui svolto e che in effetti nell'ultimo ventennio è stata a più riprese formulata da diverse correnti politiche e culturali,
e in particolare dalla socialdemocrazia di sinistra. Si può infatti obiettare: ammettiamo pure che l'opera di Stalin rappresenti la necessaria linea di sviluppo, nelle concrete condizioni in cui si trovava l'Unione Sovieti[...]

[...]l'opera di Stalin rappresenti la necessaria linea di sviluppo, nelle concrete condizioni in cui si trovava l'Unione Sovietica, della rivoluzione leninista del 1917. Ciò non toglie che essa rappresenti una via di edificazione del socialismo adeguata soltanto alla situazione di un paese arretrato quale era la Russia, e perciò di gran lunga inferiore alla via, gradualistica nei suoi metodi e rispettosa nella sua sostanza dei classici istituti dello Stato liberale, indicata già da tempo dall'interpretazione socialdemocratica del marxismo.
E chiaro qual è il corollario che discende da questa tesi: la rivoluzione sovietica non è in alcun modo un fatto di' valore mondiale
e perciò da essa ben poco ha da apprendere l'evoluto socialismo europeo; anzi la Russia stessa, colmato il distacco che la separava nel grado di sviluppo economico dalle più progredite nazioni dell'Occidente, è a sua volta destinata, per uscire dall'ancor barbarica autocrazia staliniana, ad assumere le più « civili » strutture politiche delle moderne democrazie occidentali.
Q[...]

[...]i tende ora a riconoscere che l'Unione Sovietica può svolgere, a determinate condizioni, un ruolo positivo sul piano internazionale, e che anche talune esperienze di politica economica interna possono essere vantaggiosamente utilizzate da parte di altri paesi; rimane però immutato il giudizio di fondo, e quindi l'affermazione della decisa inferiorità, dovuta all'estrema arretratezza delle condizioni di partenza del processo rivoluzionario, dello Stato stalinista rispetto all'assetto statuale proposto dalla socialdemocrazia più avanzata.
A dimostrare l'estrema debolezza di questa obiezione potrebbe anche esser sufficiente — mi pare — il richiamo a quanta si é detto in precedenza riguardo al problema dell'edificazione del socialismo in un solo Stato. Si é visto infatti come tale dottrina rappresenti non già il frutto.di una scelta empirica, per ciò stesso teoricamente non più valida di altre possibili scelte, ma sia il logico punto d'arrivo della costruzione di una teoria politica scientificamente determinata (e quindi non più genericamente ideologica) sulla rivoluzione socialista e sulle sue condizioni obiettive in una particolare fase storica. E si è pure visto come, fra le concrete condizioni che hanno portato in URSS nell'era staliniana all'adozione di metodi di governo di
30 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
accentuata repressione, quell[...]

[...]solamente un'accentuazione quantitativa e non una variazione qualitativa del processo); mentre tutte le condizioni decisive — resistenza delle vecchie classi dominanti, accerchiamento capitalistico e pressione della borghesia internazionale sino alla minaccia di guerra, isolamento dal mercato mondiale, realizzazione ex novo della prima
esperienza di economia socialista sono logicamente collegate al
concetto di rivoluzione proletaria in un solo Stato, indipendentemente dal paese in cui questa abbia a verificarsi.
***
Ma all'obiezione avanzata dalla socialdemocrazia di sinistra é possibile dare anche un significato piú ampio e di fondo: e in tal
caso con essa vengono di fatto a consentire anche gli eredi della più matura e conseguente tradizione liberale (Si ricordino, ad esempio, gli articoli pubblicati su questa stessa rivista da Norberto Bobbio). Ci si può cioè domandare: un processo rivoluzionario che in vista della realizzazione di un'economia socialista comporti il sacrificio dei tradizionali istituti di libertà, non implica un pr[...]

[...]RANTE 31
qúesta via rientra in gioco anche tutta la polemica leninista con la Seconda Internazionale sulla dottrina della dittatura del proletariato. Mi pare tuttavia, pur senza alcuna pretesa di dar fondo in poche righe al problema, che anche in questa sede sia possibile portare su tale argomento alcune non inutili precisazioni: o meglio ancora suggerire alcuni temi, il cui approfondimento — almeno così io penso — può condurre a vedere come lo Stato socialista forgiato da Stalin, nonostante le profonde insufficienze che in esso certamente esistevano ed esistono, rappresenti comunque un decisivo passo avanti rispetto a qualsivoglia assetto, sia pure il più evoluto, di tipo democraticoborghese.
Credo che proprio il problema della libertà possa costituire a questo riguardo un utile punto di partenza. Ciò non certo nel senso di voler vedere nella rivoluzione proletaria, secondo gli schemi ormai troppo abusati di `un generico e superficiale storicismo, solo un momento del grande processo di liberazione che si vien svolgendo attraverso la sto[...]

[...], una soluzione troppo sbrigativa e al fondo insufficiente.
Si tratta invece — mi pare — di cercar di chiarire, muovendo non da generiche considerazioni di filosofia della storia ma da un'analisi di scienza politica il più possibilmente rigorosa, attraverso quale processo é possibile passare dal livello di libertà garantito dall'assetto borghese a un livello più ampio e comprensivo.
Sotto il profilo della libertà il grande merito storico dello Stato liberalborghese é, come é noto, essenzialmente quello di aver realizzato la « scoperta » scientifica di alcuni fondamentali istituti, destinati a costituire altrettante garanzie di libertà per i cittadini. Nello Stato borghese, però, tali istituti, (e le corrispondenti formulazioni scientifiche) sono viziati — e nel mettere in luce questa situazione sta l'aspetto di validità della dottrina leninista sul carattere dittatoriale di ogni stato a base classista — dal fatto che nell'assetto sociale che tale Stato garantisce le libertà si dipongono in funzioni della
32 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
classe dominante, in quanto risultano limitate, in profondità ed estensione, del meccanismo esclusivo della proprietà privata.
Come é posibile spezzare tale meccanismo e determinare un allargamento della sfera della libertà? In ordine a tale problema la questione della dittatura del proletariato (e vedremo poi meglio come questo concetto debba essere inteso, al di là delle immagini di terrore e di violenza che esso quasi naturalmente ma troppo semplicisticamente richiama) si pone, a ben vedere, in questi ter[...]

[...]di transi
(8) Lenin, Opere, vol. XXIII pag. 354.
34 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
zione dal capitalismo al socialismo, perché la riorganizzazione della produzione è cosa difficile, perché occorre del tempo per operare delle trasformazioni radicali in tutti i campi della vita, perché la forza enorme dei costumi economici piccoloborghesi può essere superata soltanto attraverso una lotta lunga e accanita » (9).
e) Infine, non va dimenticato che lo Stato socialista si viene edificando sotto la pressione della borghesia internazionale che fa gravare su di esso una continua minaccia di guerra; e ciò comporta inevitabilmente restrizioni e sacrifici.
Questo lungo richiamo alle tesi di Lenin e Stalin sulla dittatura del proletariato mi è parso necessario perché ritengo che esso ponga bene in luce come, nello sviluppo della rivoluzione sovietica, tale forma di gestione del potere non sia stata il frutto di una scelta empirica, ma abbia rappresentato scientificamente ii necessario passaggio per il superamento della società classista e l'edificazion[...]

[...]e, nello sviluppo della rivoluzione sovietica, tale forma di gestione del potere non sia stata il frutto di una scelta empirica, ma abbia rappresentato scientificamente ii necessario passaggio per il superamento della società classista e l'edificazione del socialismo: e abbia segnato quindi, sotto questo aspetto e nel senso indicato, anche un decisivo passo avanti sulla strada della libertà. E del resto, la teoria leninista sull'estinzione dello Stato, anche da Stalin mai ripudiata, non sta proprio a rappresentare, pur con i suoi evidenti limiti di sapore anarchicheggiante, come la meta cui necessariamente tende quel processo rivoluzionario che ha la dittatura del proletario come suo momento, sia proprio la crescita della libertà ?
D'altra parte, il decisivo significato che ha avuto, anche sul piano mondiale (nel senso di render possibile l'uscita dall'assetto borghese), la rottura rivoluzionaria operatasi in URSS attraverso la dittatura del proletariato, mi pare sia pure dimostrata, in linea indiretta ma non confutabile, dall'inevitabile[...]

[...]ofico: laddove invece l'esperienza sovietica ha stabilito un punto fermo da cui é oggi possibile muovere per un ordinato sviluppo dell'assetto mondiale.
É per questo che la vicenda politica staliniana, anziché essere considerata come un fenomeno tipico di un paese arretrato, va storicamente collocata come un fatto di indubbio valore universale. Certamente oggi, spezzatosi l'accerchiamento capitalista e superata la fase del socialismo in un solo Stato, anche il concetto di dittatura del proletariato può essere, non solo nella teoria ma anche nella pratica, progressivamente depurato dei suoi caratteri oppressivi e violenti, e venire inteso soprattutto come la dottrina della necessaria egemonia del proletariato all'interno di un fronte di alleanza che fornisca una base stabile per l'edificazione del socialismo. E del resto Stalin stesso, nei Principi del leninismo, scriveva già nel 1924: u Certo in un avvenire lontano, se il proletariato vincerà nei principali paesi capitalistici e se l'attuale accerchiamento capitalistico sarà sostituito da[...]

[...] possibile per alcuni paesi capitalistici, in cui i capitalisti, di fronte a una situazione internazionale sfavorevole, giudicheranno opportuno fare essi stessi delle concessioni serie al proletariato» (10).
Ma ciò che anche nella nuova situazione rimane valido é il nucleo essenziale della dottrina della dittatura del proletariato: rimane cioè valido che, solo sotto la piena e stabile egemonia di una forza quale "quella proletaria, che ha conquistato una completa autonomia rispetto alla classe borghese e non è disposta ad alcun compromesso con l'assetto privatistico della proprietà, é possibile il superamento delle contraddizioni capitalistiche e dei progressivi sacrifici di libertà che queste fatalmente comportano. É vero che lo sviluppo dello assetto mondiale rende oggi non' più utopistico, nei
(10) Stalin, Opere, vol. VI pag. 147.
1
36 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
paesi d'occidente, cercare di far si che l'egemonia proletaria possa attuarsi in modo pieno senza comportare l'istituzionalizzazione di metodi autoritari e violenti di gove[...]

[...]tta a fondo contro la borghesia per l'abbattimento della struttura capitalistica, ma che al tempo stesso permettano di dare un più largo respiro al processo rivoluzionario, così che questo possa svilupparsi in modo da riassorbire e riqualificare le migliori conquiste della civiltà liberale (dalla pluralità dei partiti giustificata in base non a contrapposizione di classe ma a distinzioni di correnti ideali, alla non identificazione fra partito e Stato, al rispetto dell'autonomia delle diverse dimensioni in cui si viene svolgendo la vita della società civile). Ma una cosa non va dimenticata: ed è che se oggi un tale allargamento di respiro del movimento proletario é possibile, senza che questo significhi corrompimento opportunistico o cedimento all'egemonia borghese, ciò é solo perché esiste ormai un saldo punto d'appoggio costituito da quel mondo socialista che proprio la gigantesca tenacia di Stalin ha consentito di edificare.
Ma se così stanno le cose, non diviene del tutto retorico e letterario vedere nell'opera staliniana solo la ditt[...]

[...] essere concepita come l'oppressione di una minoranza sul resto della popolazione, ma deve trovare la sua giustificazione nel fatto di esprimere gli interessi della grande maggioranza del popolo;
b) che la dittatura del proletariato non é il dominio esclusivo di una sola classe, ma é essenzialmente una formula di alleanza, in cui il proletariato é egemone, tra forze distinte (forze che possono essere semplicemente classi sociali diverse, come é stato il caso della Russia, ma che possono essere anche, in una situazione più evoluta quale quella occidentale, forze politiche che si differenziano per tradizioni, cultura e patrimonio ideale, e tuttavia convergono in una comune lotta per l'uscita dall'assetto borghese).
Non mi pare sia necessario sottolineare l'importanza di entrambi questi motivi ai fini di uno sviluppo non più rigorosamente dialettico, ma sempre più ampio e comprensivo della rivoluzione proletaria.
III
Mi rendo conto che quanto ho scritto sinora può suonare, sostanzialmente, come un panegirico quasi incondizionato dell'oper[...]

[...]anche il tono accentuatamente polemico (che a un primo esame può parere addirittura antistorico) con cui da parte degli attuali dirigenti sovietici é stata sviluppata al Congresso di Mosca la critica alle forme staliniane di gestione del potere, si rivela pienamente giustificato: é chiaro infatti che un sistema politico durato per tanti anni lascia dietro di sé cristallizzazioni e bardature che, anche quando si rivelano non più adeguate al nuovo stato di cose, non possono essere demolite senza contrasti e senza lotte.
Qual é il motivo che rede oggi necessaria una revisione della politica staliniana ? Essenzialmente il fatto che il periodo storico cui tale politica rispondeva, e cioè la fase dell'edificazione del socialismo all'interno di un solo Stato é oggi definitivamente chiusa. Logicamente tale fase è terminata sin dal momento della conclusione vittoriosa della guerra antifascista; su un piano storico più empiricamente determinato, é stato il successo della rivoluzione in Cina che ha sanzionato in modo non piú rifiutabile la rottura del mercato mondiale capitalistico e il consolidamento di un mondo socialista ormai in grado di porre la sua candidatura a forza egemone dello sviluppo politico.
In questa situazione i metodi di governo accentuatamente
GIUSEPPE CHIARANTE 39
rigidi e autoritari usati da Stalin si rivelano non più necessari; ed anzi essi, in quanto comportano un massimo di conservazione nella teoria e nella prassi, un massimo di imbrigliamento allo sviluppo di nuove energie politiche e culturali, divengono obiettiv[...]

[...]ncrete condizioni storiche della sua epoca, della rivoluzione proletaria; e successivamente come questa, pur con tutti gli immensi sacrifici che ha comportato, segni, anche sotto il profilo della libertà, un decisivo passo avanti rispetto al cosidetto « ordinamento democratico tradizionale D. Se, come io spero, queste tesi non sono azzardate ed erronee, ne discende logicamente che solo salvando nella sua interezza il grande patrimonio così conquistato
lit V S trrY; t:ri¡AKANTY. 41
è possibile superare in positivo e senza secche perdite gli aspetti ormai storicamente insostenibili della politica staliniana.
Ma come si pone, di conseguenza, il problema del superamento dello stalinismo? A mio avviso esso si configura in questi termini: mantenere salda, senza alcun compromesso con la borghesia, la conquista sostanziale della rivoluzione proletaria, e cioè la fondazione di un nuovo assetto sociale che è ormai al di là di quello borghese e tende per sua natura alla società senza classi; e insieme condurre avanti, come è consentito dalle nuove[...]

[...]etaria, e cioè la fondazione di un nuovo assetto sociale che è ormai al di là di quello borghese e tende per sua natura alla società senza classi; e insieme condurre avanti, come è consentito dalle nuove condizioni, lo sforzo già iniziato da Lenin e da Stalin per liberare la dottrina su cui il proletariato ha fondato le sue fortune da ogni implicazione metafisicheggiante e così portarla al suo esatto significato di scienza della politica e dello Stato. Solo infatti depurando la politica dai vizi ideologici, e cioè dalla tentazione di porsi metafisicamente come scienza di tutta la realtà, è possibile pervenire a un pieno riconoscimento dell'autonomia dei diversi momenti in cui si organizza la vita complessa della società umana (dalla dimensione del privato e dall'individuale alla cultura e alla religione) e così dare concretezza alle più ricche possibilità di libertà offerte da una società non più borghese.
E su questa linea — già vi ho accennato — che è a mio parere possibile un fecondo sviluppo del movimento proletario in Occidente: la r[...]

[...]sibile un fecondo sviluppo del movimento proletario in Occidente: la riduzione della politica alla sua esatta funzione (ormai possibile per il fatto che il movimento operaio ha consolidato la sua piena autonomia rispetto alla borghesia e questa ha perduto l'egemonia mondiale) può consentire di riprendere, riqualificandole all'interno di un più ricco contesto, alcune essenziali conquiste libe rali (pluralità dei partiti, distinzione fra partito e Stato, tradizionali libertà dell'individuo, ecc.); e con ciò porre le basi per un incontro fra il proletariato e altre forze che non sono organicamente collegate con l'assetto borghese ma sono tuttavia rimaste sinora diffidenti nei confronti del comunismo, in quanta comprensibilmente temono che da questo possa venir compromesso il patrimonio culturale filosofico o religioso cui si richiamano.
E evidente che queste innovazioni di sostanza comportano
42 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
anche profonde innovazioni di metodo: in particolare diviene necessario un progressivo passaggio a una forma non più ri[...]



da [Gli interventi] Alberto Caracciolo in Studi gramsciani

Brano: Alberto Caracciolo

Ad un certo punto delila sua relazione l’on. Palmiro Togliatti ha ricordato come Lenin abbia svòlto la propria elaborazione intorno a tre principali punti nodali: quello della Rivoluzione, quello dello Stato e quello del Partito. In questo triplice ordine di problemi strettamente connessi ed interdipendenti, si deve effettivamente svolgere, mi pare, ogni ricerca per stabilire il leninismo di Gramsci, i suoi rapporti con l'esperienza rivoluzionaria ed il pensiero bolscevico.

Io qui desidero fermarmi, però, su di un solo aspetto: quello della teoria dei Consigli di fabbrica e più in generale dei Consigli operai, quale si presenta in Gramsci nel quadro della teoria dello Stato proletario. E non perché io creda, sia chiaro, che in questo solo aspetto si possa conchiudere tutto Gramsci, né perché m[...]

[...]In questo triplice ordine di problemi strettamente connessi ed interdipendenti, si deve effettivamente svolgere, mi pare, ogni ricerca per stabilire il leninismo di Gramsci, i suoi rapporti con l'esperienza rivoluzionaria ed il pensiero bolscevico.

Io qui desidero fermarmi, però, su di un solo aspetto: quello della teoria dei Consigli di fabbrica e più in generale dei Consigli operai, quale si presenta in Gramsci nel quadro della teoria dello Stato proletario. E non perché io creda, sia chiaro, che in questo solo aspetto si possa conchiudere tutto Gramsci, né perché mi muova qualche mito — per cosi dire — dei Consigli dappertutto ed in tutti i modi, ma perché credo che questo sia uno dei punti sui quali meglio si può misurare il reale leninismo di Gramsci o di chiunque altro su una delle tre grandi questioni prima indicate, cioè precisamente sulla questione dello Stato.

In che senso Gramsci traduce il leninismo o la esperienza rivoluzionaria russa, in rapporto a tale questione ed alla prospettiva di uno Stato operaio in Italia? Negli appunti che ho presentato per iscritto osservavo come, a rileggere gli scritti del periodo fra il ’17 ed il ’19, accanto al consenso entusiastico, si manifesti verso la Rivoluzione russa anche una certa idealizzazione, una certa trasposizione, nei termini del diverso quadro italiano, della stessa realtà di quel rivolgimento, immaginando senz’altro il' nuovo edificio che là si costruiva come « una organizzazione della libertà di tutti e per tutti — cito Gramsci — ohe non avrà nes562

Gli interventi

sixn carattere stabile e definito, ma sarà una ricerca continua d[...]

[...] di iniziativa e di gestione operaia, vi siano alcune importanti originalità nel pensiero di Gramsci e negazione dell'Ordine Nuovo e di Gramsci stesso, rispetto a quella sovietica. Sarà da vedere quanto in questo vi sia di residuo delle iniziali teorie sindacaliste o volontaristiche, delle cui letture Gramsci era particolarmente preso, si potrà anche esaminare se non vi sia qui una certa particolare sensibilità verso la concezione marxiana dello Stato comunista, come Stato dei produttori, come palestra di autogoverno, come luogo che rivaluta e torna a far riemergere progressivamente dalla società politica la società civile.

Si tratta comunque, mi pare, di una inclinazione inconfondibile del pensiero gramsciano, che lo distingue per certi aspetti dal pensiero di Lenin e che a sua volta distingue il movimento dell’Ordine Nuovo, tutto generato dal basso, articolato, autogovernato, dal movimento dei Soviet russi, più tendente a forme di centralizzazione.

Ber Gramsci il Consiglio di fabbrica è autentico ed essenziale organo del poterle che non può in alcun mod[...]

[...]stema dei Consigli, responsabili dinnanzi alla massa, costituiti di delegati che, se appartengono al Partito Socialista oltre che alle organizzazioni sindacali sono controllati anche dal Partito che segue una disciplina stabilita dai congressi ai quali ha partecipato l’avanguardia rivoluzionaria di tutta la nazione ». Consigli che, secondo un’altra immagine di Gramsci « stanno al Partito Comunista come, nello svolgimento storico tradizionale, lo Stato sta al Governo».

Differenze dunque dalla pratica dei Soviet, che si possono e si devono ancora approfondire, originalità del movimento dei Consigli, suggerimento di sviluppi nuovi, maturati nella speciale temperie di Torino e dell’Itaiia del primo dopoguerra.

Accennato sia pure rapidamente a questo, io devo fare qui, in un certo senso, un passo indietro. Sento il bisogno cioè di riaffermare come il pensiero di Gramsci si muova, a mio avviso, sulla questione dello Stato operaio e dei Consigli ancora sempre, precisamente, nel grande alveo del pensiero leninista. Non è vero, come potrebbe [...]

[...]erenze dunque dalla pratica dei Soviet, che si possono e si devono ancora approfondire, originalità del movimento dei Consigli, suggerimento di sviluppi nuovi, maturati nella speciale temperie di Torino e dell’Itaiia del primo dopoguerra.

Accennato sia pure rapidamente a questo, io devo fare qui, in un certo senso, un passo indietro. Sento il bisogno cioè di riaffermare come il pensiero di Gramsci si muova, a mio avviso, sulla questione dello Stato operaio e dei Consigli ancora sempre, precisamente, nel grande alveo del pensiero leninista. Non è vero, come potrebbe apparire dalla relazione di Padmiro Togliatti, Che Gramsci non abbia presente la distinzione organica fra società civile e società politica, come dimostrano moltissime affermazioni; non vero soprattutto, come apparirebbe dalla stessa relazione, che Gramsci abbia della dittatura del proletariato una idea indeterminata, astratta, indifferente alla ricerca di forme istituzionali proprie. Questa era, se mai, precisamente la posizione degli avversari politici di Gramsci in campo s[...]

[...]e più avanzata del proletariato per realizzare ia propria egemonia nella lotta per rovesciare il potere delk borghesia ed instaurare la dittatura del proletariato ».

Per questo, grazie a questo impegno del quale ogni atto ed ogni pagina dell'azione sua sono testimoni, mi pare si possa parlare di un Gramsci e di un movimento dell’Ordine Nuovo che si inquadrano con le loro originalità e peculiarità nel grande filone leninista dei problemi dello Stato operaio. E non avrei bisogno di ripeterlo tanto la cosa appare ovvia se non mi avesse colpito, in verità, il fatto che nel testo a noi distribuito defila redazione Togliatti, mentre si parla molto di dittatura e di egemonia, di partito di avanguardia e di intellettuali organici, quesito argomento 'invece si accenna solo di sfuggita per dichiarare inaccettabile la tesi secondo la quale il Consiglio conterrebbe in sé la soluzione del problema del potere, cioè la conquista di esso e la creazione di un nuovo Stato. Eppure questa è precisamente la tesi che ancora venti anni fa Togliatti sosteneva [...]

[...]re ovvia se non mi avesse colpito, in verità, il fatto che nel testo a noi distribuito defila redazione Togliatti, mentre si parla molto di dittatura e di egemonia, di partito di avanguardia e di intellettuali organici, quesito argomento 'invece si accenna solo di sfuggita per dichiarare inaccettabile la tesi secondo la quale il Consiglio conterrebbe in sé la soluzione del problema del potere, cioè la conquista di esso e la creazione di un nuovo Stato. Eppure questa è precisamente la tesi che ancora venti anni fa Togliatti sosteneva parlando di Gramsci, quando diceva : « Egli fu il capo del movimento dei Consigli di fabbrica e faceva dei Consigli di fabbrica l’asse della lotta per il potere ». Mi riferisco ad un volumetto che tutti conoscono, commemorativo di Gramsci, che è del 1938.

C’è anzi di più, perché nel discorso sviluppato ieri sono stato colpito, dal fatto che neppure una volta sia stata pronunziata la parola « Consigli di fabbrica », neppure una volta la parola od il concetto dei Soviet, il concetto dei Consigli operai e contadini, ed è mancato quell’accenno che troviamo invece in uno scritto assai noto di Togliatti aH’indomani del XX Congresso sovietico sull'originale significato democratico di un sistema fondato sui Soviet e sui Consigli.

Io mi chiedo, perciò: che cosa è Gramsci senza i Consigli di fabbrica, senza io sforzo suo di comprensione dei Soviet russi, che cosa, senza di questo, gli resta di leninista nella con[...]

[...]o dei Consigli operai e contadini, ed è mancato quell’accenno che troviamo invece in uno scritto assai noto di Togliatti aH’indomani del XX Congresso sovietico sull'originale significato democratico di un sistema fondato sui Soviet e sui Consigli.

Io mi chiedo, perciò: che cosa è Gramsci senza i Consigli di fabbrica, senza io sforzo suo di comprensione dei Soviet russi, che cosa, senza di questo, gli resta di leninista nella concezione d'elio Stato operaio? Soltanto una credenza nella dittatura del proletariato, senza forme reali, senza istituzioni, senza garanzie per il dominio della classe e per la sanità stessa del potere.

Certo molte cose sono accadute da allora nel movimento operaio italiano, inella stessa Unione Sovietica, che sembrano avere allontanato di attualità questo ordine di problemi. Ma noi siamo qui per sforzarci di conoscere Gramsci per quello che è stato, e Gramsci anche su questo punto, io credo, fu leninista, secondo quello che era il leninismo nelAlberto Caracciolo

565

suo tempo, naturalmente, non il leninismo di oggi od il leninismo dell’epoca di Stalin.

Allora io accetterei piuttosto l’interpretazione fatta da Togliatti appunto nel lontano 1938, quando dedicava un lungo capitolo di quel suo scritto a giudicare Gramsci « primo leninista italiano anche precisamente perché interprete nel movimento e nella concezione dei Consigli di fabbrica di una forma italiana della idea dei Soviet, della idea del governo operaio». Vorrei che fo[...]

[...]sso, è una forma universale, il Soviet è la forma in cui, dappertutto dove esistano proletari, la lotta per conquistare l'autonomia industriale, la classe operaia, manifesta questa volontà di emanciparsi. Il soviet è la forma di autogoverno delie masse operaie ».

Chi torni a sfogliare gli scritti di Gramsci non può che trovare conferma, senza davvero bisogno di accostamenti tendenziosi, di questo solido nucleo leninista nel suo pensiero sullo Stato. Non si tratta che di restituirlo pazientemente alla luce e di valutarlo criticamente.

Frasi come quella sopra ricordata si trovano d’altronde in forme assolutamente analoghe in tutto il discorso del gruppo dirigente bolscevico nell’epoea della Rivoluzione. Sarebbe troppo ovvio e troppo lungo andare in cerca dei punti in cui Lenin si esprime in questo senso, specialmente nel suo scritto contro il rinnegato Kautsky. Mi limiterò ad osservare come questa concezione dei Soviet come struttura democratica ed eminentemente caratteristica del nuovo Stato, era anche la direttiva essenziale della In[...]

[...] quella sopra ricordata si trovano d’altronde in forme assolutamente analoghe in tutto il discorso del gruppo dirigente bolscevico nell’epoea della Rivoluzione. Sarebbe troppo ovvio e troppo lungo andare in cerca dei punti in cui Lenin si esprime in questo senso, specialmente nel suo scritto contro il rinnegato Kautsky. Mi limiterò ad osservare come questa concezione dei Soviet come struttura democratica ed eminentemente caratteristica del nuovo Stato, era anche la direttiva essenziale della Internazionale Comunista nei suoi primi anni. Scriveva Radek, uno dei segretari dell’Internazionale comunista, in un suo opuscolo 'intitolato L’evoluzione del socialismo dalla scienza all’azione che fu tradotto in una rivista socialista italiana : « Quale forma avrà il dominio dittatoriale del proletariato in Europa? sono i Consigli, cioè la rappresentanza della classe operaia nella fabbrica, nella città e nella nazione; il governo dai Consigli operai non è una forma di governo democratica, ma è la forma del governo operaio, la forma del governo dei Co[...]

[...]granare le proprie istituzioni con quelle degli Stati proletari di Russia e di Ungheria. La Internazionale comunista deve essere una rete di istituzioni proletarie che dal loro seno stesso esprimono una gerarchia complessa e bene articolata ».Alberto Caracciolo

561

Ed ancora in queirarticolo in polemica con Mondolfo, già citato da Togliatti, si dice che « ... l’essenziale fatto della Rivoluzione russa è l'instaurazione di un tipo nuovo di Stato, lo Stato dei Consigli, ed a esso deve rivolgersi la critica storica. Tutto il resto è contingenza ».

Più cerco di 'esaminare questa questione e meno riesco a capire come un simile aspetto del leninismo di Gramsci, e direi, del leninismo tout court, possa essere dimenticato. La questione era allora di cosi grande importanza che rappresentava una vera e propria condizione per partecipare al movimento comunista internazionale, e una decisiya discriminante rispetto ad ogni sorta di posizione socialdemocratica.

E si pensi che sia pure a parole e sia pure confusamente e senza nessun principio di appli[...]

[...]ia pure confusamente e senza nessun principio di applicazione reale l’intero movimento socialista italiano ripeteva allora con maggiore o minore consapevolezza queste cose, ad eccezione appunto dell’ala riformista. Si potrebbero prendere, anche su questo punto, numerosi documenti. Per esempio il programma della frazione massimalistaelezioìnista nel settembre 1919, dove si dice, dopo aver respinto la possibilità di qualunque compromesso nel nuovo Stato con forme parlamentari, che «... il potere dovrà essere affidato interamente ed esclusivamente ai Consigli degli operai e dei contadini, Consigli che avranno nello stesso tempo funzione legislativa ed esecutiva. Sarà realizzata cosi la dittatura proletaria con la formula Tutto il potere ai Consigli dei lavoratori ». Ed in questa stessa risoluzione si dice che « è necessario seguire le tesi del'l’Internazionale sulla questione di organizzare i Consigli dei lavoratori in tutti i domini deirindustria, fra gli operai ed i contadini, addestrarili ad essere oggi strumenti di propaganda e preparazio[...]

[...] quali divengano organismi di trasformazione sociale ed economica, di ricostruzione del nuovo ordine comunista ».

Mi pare che un’attenta e precisa ricerca su quello che era Gramsci negli anni in cui viveva Lenin, ci dimostri il suo leninismo anche su questa questione. Direi che ise non ci fosse in Gramsci questa precisa concezione sviluppata e poi originalmente portata avanti, dei Consigli come strumenti del potere, come forma originale dello Stato operaio, non

37.568

Gli interventi

potremmo dire che Gramsci sia stato leninista, sia stato in quel momento partecipe del pensiero complessivo di Lenin. 'Per questo, mentre nella comunicazione che ho presentato per iscritto avevo creduto di qualche interesse soffermarmi sulle differenze che si possono presentare tra i'1 pensiero di Lenin e quello di Gramsci, ho creduto però anche che fosse opportuno preliminarmente ribadire che queste differenze si svolgono pur sempre meH’ambito di una .generale concordanza, di una generale partecipazione alla esperienza, airinsegnamento, alle linee maestre che da Lenin venivano in quel momento portate, e che cosi si deve rileggere, reinterpretare G[...]



da Renato Mieli, La constrata evoluzione della sicilia in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1960 - 1 - 1 - numero 42

Brano: [...]rogredite del nostro paese presuppongono che si riconosca, senza riserve mentali, che l'isola è parte integrante della nazione, della quale deve dividere non solo la pro sperità di domani, se ci sarà, ma anche le difficoltà e responsabilità di oggi, che purtroppo non mancano. Se no, sarebbe un altro discorso.,
Non vorrei qui essere frainteso. Questa premessa non è fatta per anticipare, né tanto meno predeterminare, un giudizio sui rapporti tra. Stato e Regione; serve unicamente a fissare un criterio omogeneo di valutazione per misurare l'attuale dislivello economico e lo sforzo occor
LA CONTRASTATA EVOLUZIONE DELLA SICILIA 115
rente per colmarlo. Ne deriva perciò una regola: quella di dire, in cifre assolute, il minimo indispensabile sulle condizioni odierne dell'isola, per concentrare invece l'attenzione sui dati relativi allo sviluppo comparato di essa rispetto alla nazione.
Che la Sicilia sia un'area sottosviluppata è un fatto su cui non ci sono dubbi. Bastano a comprovarlo due dati statistici: quello sull'occupazione e quello sul r[...]

[...]ita delle popolazioni meridionali, da un secolo a questa parte, ha insegnato qualcosa. Un tempo si poteva anche credere che bastasse l'unità politica a generare spontaneamente la parità economica, stabilendo per forza di cose un equilibrio tra le regioni arretrate e quelle avanzate, in modo analogo a quanto avviene tra vasi comunicanti. Oggi non lo pensa più nessuno. Oggi si sa che senza un intervento organico, su scala nazionale, da parte dello Stato e dell'iniziativa privata, non si colmano i dislivelli esistenti. Al contrario, a lasciar fare alle leggi, diciamo così, di natura, quei dislivelli tenderebbero ad aumentare anziché a diminuire, poiché la ricchezza tende a moltiplicarsi attorno ai « punti di accumulazione », dove è, cioè, più concentrata. Una politica economica di « non intervento » ormai non è sostenibile. È interesse riconosciuto della nazione correggere gli squilibri tra regione e regione; e dovere dello Stato operare affinché ciò avvenga. Parlare di « miglioramento » delle condizioni in Sicilia, in termini strettamente re[...]

[...]n si colmano i dislivelli esistenti. Al contrario, a lasciar fare alle leggi, diciamo così, di natura, quei dislivelli tenderebbero ad aumentare anziché a diminuire, poiché la ricchezza tende a moltiplicarsi attorno ai « punti di accumulazione », dove è, cioè, più concentrata. Una politica economica di « non intervento » ormai non è sostenibile. È interesse riconosciuto della nazione correggere gli squilibri tra regione e regione; e dovere dello Stato operare affinché ciò avvenga. Parlare di « miglioramento » delle condizioni in Sicilia, in termini strettamente regionali, sarebbe perciò fuori luogo: sarebbe un'implicita sottovalutazione di quel fattore che ha contribuito in misura così rilevante all'impoverimento dell'isola, dopo lo sbarco di Garibaldi, e che dovrebbe contribuire ora, all'inverso, ad affrettarne lo sviluppo. Meno che mai ciò si giustifiche
Indice motorizzazione 62
Media dei 6 numeri indici 65
Se si pone in confronto questa media dei 6 indici dei consumi per abitante con il corrispondente indice del reddito prodotto per [...]

[...]ttovalutazione di quel fattore che ha contribuito in misura così rilevante all'impoverimento dell'isola, dopo lo sbarco di Garibaldi, e che dovrebbe contribuire ora, all'inverso, ad affrettarne lo sviluppo. Meno che mai ciò si giustifiche
Indice motorizzazione 62
Media dei 6 numeri indici 65
Se si pone in confronto questa media dei 6 indici dei consumi per abitante con il corrispondente indice del reddito prodotto per abitante nel 1958, che è stato calcolato a 58,8 per la Sicilia (media Italia 100) si ha un rapporto pari a 1,11. Ció significa che durante il 1958 si è consumato — relativamente — nell'isola in una proporzione maggiore di quanto si è prodotto.
LA CONTRASTATA EVOLUZIONE DELLA SICILIA 117
rebbe dopo la presentazione del « Piano Vanoni » che ha precisamente tra i suoi obbiettivi principali quello dello sviluppo del Mezzogiorno e del pieno impiego: due obbiettivi essenziali per la Sicilia. Per questi motivi ci sembra che il miglior modo per valutare adeguatamente il problema siciliano sia quello di vedere quali progressi si [...]

[...]un elevato grado di sviluppo potrebbe diminuire la percentuale della popolazione attiva (per una minore partecipazione ad esempio di vecchi o di donne al processo produttivo) con un compensativo incremento della produttività. Non è questo il caso della Sicilia. L'isola è certamente al disotto del livello normale di occupazione. Tuttavia è difficile dire quanto essa sia al disotto perché la stessa media nazionale non può ancora considerarsi, allo stato delle cose, co me normale.
Comunque vi è un eccesso di popolazione che potrebbe lavorare enon cerca nemmeno lavoro in Sicilia, tanto è convinta che sia inutile cercarlo. E questa tara dell'economia isolana deve essere eliminata. Si
118 RENATO MIELI
tratta ora di vedere se stia scomparendo o no, e con quale velocità e ampiezza si modifichi la percentuale delle forze di lavoro. Se si prende in esame il periodo 19551959 si ha il seguente quadro delle variazioni rilevate:
Anno Forze di lavoro (migliaia) Popolazione residente Percentuale
(migliaia) f. lav./p. res.
1955 (8 maggio) 1.493 4.6[...]

[...]0.665 9,537%
LA CONTRASTATA EVOLUZIONE DELLA SICILIA 119
scere molto lentamente: troppo lentamente perché si possa pensare che, di questo passo, la soluzione sia in vista, entro un ragionevole periodo di tempo (3).
Fin qui si é considerato quello che potrebbe essere il potenziale umano tuttora improduttivo e si é constatato quanto resta da fare in Sicilia per raggiungere il livello italiano in tema di occupazione. Ma se si considera l'attuale stato di cose, per quanto si riferisce all'offerta di lavoro nell'isola, la situazione appare un po' meno preoccupante. Tuttavia non c'è per ora da compiacersene troppo. Oltre ai siciliani « inoccupati », che attualmente non hanno speranza di trovare lavoro, vi sono anche i « disoccupati », ossia i licenziati in cerca di nuova occupazione e le ultime leve in cerca di prima occupazione. Secondo le liste di collocamento, gli iscritti in queste due classi erano passati da circa 200.000 alla fine del 1956 a meno di 130.000 nella primavera del 1959. Stando invece alle stime dell'Istituto Centrale di Sta[...]

[...]quanto si è fatto per la Sicilia, si può così compendiare l'andamento del fenomeno della disoccupazione in Italia, in base al numero degli iscritti alle prime due classi delle liste di collocamento e alle rilevazioni campionarie dell'ISTAT
LA CONTRASTATA EVOLUZIONE DELLA SICILIA 121
neamente sul piano nazionale è passato dal 92,4% al 94,7% (6). Trova così conferma l'impressione che il progresso compiuto dalla Sicilia in questi quattro anni sia stato relativamente più accentuato di quello avutosi in Italia.
Ciò non deve indurre, però, a un compiacente ottimismo. E vero: la disoccupazione che fino al 1957 era in continuo aumento, da due anni sta diminuendo. Non bisogna dimenticare tuttavia che vi sono alcuni fattori che possono aver contribuito in misura sensibile a determinare questo miglioramento in Sicilia. Due di essi, soprattutto, van
relative ai licenziati in cerca di nuova occupazione o ai giovani in cerca di prima occupazione:
Data Iscritti liste collocamento Rilevazioni ISTAT
(migliaia) (migliaia)

I classe I[...]

[...]rze sul mercato di lavoro é quello che va dal 1954 al 1970. Durante questo periodo il minimo sarà raggiunto, prevedibilmente, nel biennio 19611963 corrispondente al 18' anno d'età dei nati nel 19431945. Si pue, quindi avanzare l'ipotesi che anche per la Sicilia i prossimi anni produrranno un alleggerimento della offerta di lavoro. Del secondo fattore, ossia della tendenza ad emigrare nelle regioni settentrionali, c'é da ritenere che, dopo essere stato per alcuni anni un fenomeno di notevoli proporzioni, possa, in un avvenire non lontano, attenuarsi considerevolmente. Man mano che si andrà sviluppando il trend delineatosi negli ultimi anni, anche questo esodo di popolazioni dalle zone sottosviluppate in cerca di lavoro andrà presumibilmente assestandosi con un insediamento economicamente piú razionale.
Ad ogni modo, non vi é motivo per prevedere un peggioramento della situazione, nell'immediato avvenire. Né si può negare che vi sia stato in Sicilia un progresso che, tutto sommato, resta un fatto positivo e incoraggiante.
Se poi si esamina[...]

[...]proporzioni, possa, in un avvenire non lontano, attenuarsi considerevolmente. Man mano che si andrà sviluppando il trend delineatosi negli ultimi anni, anche questo esodo di popolazioni dalle zone sottosviluppate in cerca di lavoro andrà presumibilmente assestandosi con un insediamento economicamente piú razionale.
Ad ogni modo, non vi é motivo per prevedere un peggioramento della situazione, nell'immediato avvenire. Né si può negare che vi sia stato in Sicilia un progresso che, tutto sommato, resta un fatto positivo e incoraggiante.
Se poi si esamina piú attentamente come si é sviluppato questo processo di parziale assorbimento della disoccupazione siciliana si riscontra una sostanziale disuguaglianza a seconda dei rami di attività.
Dal 1955 al 1959, secondo le indagini dell'Istat, si è registrata la seguente variazione:
Anno Agricoltura (migliaia) Occ. Disocc. Industria (migliaia) Occ. Disocc. Altre attività
(migliaia)
Occ. Disocc
1955 (maggio) 595 27 359 48 409 14
1956 (aprile) 597 36 333 55 425 16
1957 (maggio) 56[...]

[...]a 937.546 nel 1941 e poi fino a un minimo di 814.746 nel 1944 per risalire a 1.036.098 nel 1946.
LA CONTRASTATA EVOLUZIONE DELLA SICILIA 123
Durante questo periodo, nell'agricoltura il numero degli addetti è dunque diminuito di 15.000 unità (in media 3.750 all'anno) mentre nell'industria è aumentato di 84.000 unità (in media 21.000 all'anno) e nelle altre attività di 79.000 (in media 19.750 all'anno). In altri termini si può stimare che vi sia stato un assorbimento netto di circa 37.000 persone all'anno, ossia che le attività industriali e terziarie abbiano non solo assorbito un'aliquota equivalente a quella espulsa dall'agricoltura, ma anche una quota non irrilevante di disoccupati e di inoccupati. Per quanto si riferisce ai licenziati o ai giovani in cerca di una prima occupazione, dai dati statistici, sembra di poter dedurre che soltanto una frazione di essi è riuscita a trovar lavoro. Ciò fa pensare, a conferma di quanto si diceva prima, che vi sia anche un certo numero di inoccupati e di sottoccupati che vengono lentamente ammessi n[...]

[...]cilia Italia Percent. Sicilia Italia
1955 533.486 3.954.000 5,36% 113.957 202.386
1956 583.741 19.790.000 5,41% 123.635 217.725
1957 657.137 11.469.000 5,73% 138.164 229.862
1958 688.627 12.288.000 5,60% 143.633 244.437
Da questi dati, raccolti ed elaborati dal Tagliacarne, sembra doversi desumere che il divario dei redditi procapite tra la Sicilia e l'Italia sia andato aumentando in valore assoluto, sebbene l'incremento medio siciliano sia stato ogni anno proporzionalmente piú elevato di quello italiano (26,3% contro 17,2%). Ossia dovremmo ritenere che, mentre il contributo medio della Sicilia alla formazione del reddito nazionale si mantiene basso, come risulta dalla percentuale variante dal 5,36% al 5,6%, si sono in qualche modo allungate le distanze tra il reddito medio dei siciliani e quello italiano, nonostante il più intenso ritmo di progresso registrato nell'isola. Ad ogni buon conto, non si può negare che vi sia stato in Sicilia, in questi ultimi quattro anni, un aumento del reddito molto maggiore che nel passato, anche se il[...]

[...]evato di quello italiano (26,3% contro 17,2%). Ossia dovremmo ritenere che, mentre il contributo medio della Sicilia alla formazione del reddito nazionale si mantiene basso, come risulta dalla percentuale variante dal 5,36% al 5,6%, si sono in qualche modo allungate le distanze tra il reddito medio dei siciliani e quello italiano, nonostante il più intenso ritmo di progresso registrato nell'isola. Ad ogni buon conto, non si può negare che vi sia stato in Sicilia, in questi ultimi quattro anni, un aumento del reddito molto maggiore che nel passato, anche se il divario con le regioni più sviluppate del nostro paese, non si è contemporaneamente
LA CONTRASTATA EVOLUZIONE DELLA SICILIA 125
attenuato, per effetto dei progressi registrati nel CentroNord in conseguenza della favorevole congiuntura.
A questo punto é opportuno fare una prima tappa, al termine della ricognizione effettuata. In sintesi ci sembra che si possa dire che durante questi ultimi cinque anni la Sicilia ha fatto qualche passo avanti, sia per quanto si riferisce all'occupazi[...]

[...]coltura per trattenere un numero superiore di siciliani nelle campagne, dove la redditività, nonostante tutti gli sforzi, resterebbe bassa. Può darsi benissimo che sia più conveniente assorbire una parte degli inoccupati e sottoccupati in attività industriali e terziarie. Per deciderlo, non giova richiamarsi a schemi ideali; meglio affidarsi al calcolo economico del maggior vantaggio collettivo.
Per la Sicilia non ci consta che tale calcolo sia stato fatto finora. Si è accennato a varie soluzioni di massima; ma senza specificare, con
r
LA CONTRASTATA EVOLUZIONE DELLA SICILIA 127
cifre precise, che cosa si proporrebbe di fare. Da tutti è riconosciuto che tosi non si può continuare: ed é comprensibile. La cerealicoltura occupa attualmente più di un terzo della superficie agraria dell'isola; proporzione eccessivamente elevata se si tien conto delle necessarie rotazioni che sono infatti ovunque troppo brevi. Il rendimento quantitativo è molto basso: 11,5 q/ha in media contro circa 35 nella Valle Padana. È vero che il grano duro siciliano é[...]

[...]in primo luogo, è una chiara idea di ciò che si può e si vuol fare. Bisogna studiare anzitutto quali siano le colture più adatte alla Sicilia e più convenienti in termini di sviluppo economico; poi esaminare i metodi di coltura più moderni che dovrebbero essere applicati per elevare al massimo la produttività; e infine adottare le misure necessarie per l'attuazione del programma di rimodernamento agrario. La Loggia non ritiene che si possa, allo stato attuale, dire quali riconversioni si impongano nell'indirizzo delle colture; è argomento, questo, che va studiato con la massima serietà. Ritiene invece che vi sia qualcosa da dire sul metodo. Il suo pensiero è che per liberare l'agricoltura siciliana dalla secolare arretratezza sia indispensabile liberarla dalla sua insufficiente produttività. dovuta alla mancanza di spirito associativo. Bisogna introdurre e applicare gli stessi criteri che stanno alla base di
LA CONTRASTATA EVOLUZIONE DELLA SICILIA 129
ogni altra forma di attività economica moderna. E finita l'epoca dell'individualismo an[...]

[...]é Macaluso né Majorana della Nicchiara. Ma non poteva nemmeno accontentarli entrambi con un programma di rinnovamento dell'economia agraria perché le concezioni e soprattutto gli interessi, di cui sono gli esponenti, stavano agli antipodi. Ognuno sarebbe rimasto, per quanto é possibile, sulle sue posizioni, cercando di ottenere il massimo beneficio dalle circostanze occasionali. E cosí é andata. Parlare di un piano, in queste condizioni, sarebbe stato pura ipocrisia o demagogia. Al massimo, si sarebbe potuto parlare di intenzioni, lodevoli ma non impegnative.
In questo stato di necessità, il P.C.I., e analogamente il P.S.I., non volendo far naufragare l'esperimento Milazzo, avevano poco da scegliere. Non potevano varare quel piano di rimodernamento dell'agricoltura che, fino a quando erano stati all'opposizione avevano additato come una lontana speranza, ma che, essendo sia pure indirettamente al potere, avrebbero dovuto formulare con impegni e scadenze precise. Dovevano quindi, per forza di cose, accontentarsi di 'esercitare quel tanto di autorità che avrebbe consentito di esaudire almeno in parte ciò che il loro elettorato si attendeva da essi. Ma non era molto[...]

[...]rammate in modo da anticipare non un qualsiasi progresso, ma un ben determinato sviluppo. Rientrano, insomma, in un piano economico, con quella funzione propulsiva che possono esplicare sol tanto se congegnate apposta per tale scopo.
A questo proposito vi é un problema di competenze che introduce parecchie complicazioni. Una buona parte delle opere infrastrutturali, ritenute necessarie dalla Regione, appartengono alla sfera di competen za dello Stato: ferrovie, porti, aereoporti, grandi arterie di comunicazione, ecc. Per evidenti motivi di interesse nazionale non si può la
LA CONTRASTATA EVOLUZIONE DELLA SICILIA 133
sciare alla Regione la responsabilità di decidere in materia. Poiché si tratta di opere fondamentali per lo sviluppo dell'economia isolana, bisogna ammettere che nessun piano sarebbe realistico a meno di non tener conto di questo fatto, inquadrandosi razionalmente nello schema di sviluppo nazionale. E già questo pone dei limiti al concetto di autonomia nella programmazione economica.
Ma anche per la parte che é di competenz[...]

[...] in materia. Poiché si tratta di opere fondamentali per lo sviluppo dell'economia isolana, bisogna ammettere che nessun piano sarebbe realistico a meno di non tener conto di questo fatto, inquadrandosi razionalmente nello schema di sviluppo nazionale. E già questo pone dei limiti al concetto di autonomia nella programmazione economica.
Ma anche per la parte che é di competenza della Regione non mancano complicazioni, inerenti ai rapporti con lo Stato. Tra le varie controversie, che non é il caso di elencare, quella, diciamo così, di fondo sembra la più ostinata e, per ragioni che vedremo meglio in seguito, la più preoccupante. Lo Stato — si dice — ha non solo diritti ma anche doveri nei confronti della Sicilia. Uno di questi, riconosciuto dalla Costituzione e dallo Statuto regionale, è di contribuire con un fondo di solidarietà a superare lo squilibrio tra l'isola e le regioni più progredite del nostro paese. La politica meridionalistica, intrapresa successivamente dal governo con la Cassa del Mezzogiorno, non pub. annullare questi impegni, conglobando il contributo dovuto alla Sicilia nella quota che le spetterebbe in base ad un criterio di ripartizione proporzionale degli aiuti alle zone sottosviluppate. In linea di dirit[...]

[...]li aiuti alle zone sottosviluppate. In linea di diritto è una tesi che si può sostenere. Ma non sarebbe una discrimi nazione, diretta di fatto contro le altre regioni meridionali, accogliere il principio che alla Sicilia spetti un contributo proporzionalmente superiore, in virtù di obblighi assunti in precedenza dal governo? Comunque, si voglia giudicarla, questa rivendicazione siciliana, sarebbe certamente meno assillante se il contributo dello Stato, indipendentemente dal titolo di legittimazione, fosse più elevato e adeguato alle necessità dell'isola. Il rimodernamento delle infrastrutture siciliane richiede effettivamente di piú. Però, possono i siciliani dire di aver fatto finora il miglior uso possibile dei mezzi, sia pure insufficienti, di cui disponeva la Regione? Onestamente, quando si sente affermare, senza convincenti smentite, che alcune decine di miliardi giacciono inutilizzati da mesi nelle casse della Regione, un certo senso di disagio è difficile non provarlo. L'on. Lanza, che fu Assessore ai Lavori Pubblici nel governo La [...]

[...]e e non si accorgono nemmeno di quelli che hanno in cassa e che non sanno spendere.
Fuori da ogni polemica, resta il fatto che un po' di chiarezza su questo argomento non sarebbe sprecata. Che vi siano decine di miliardi nelle Casse della Regione bloccati per lunghi periodi di tempo è da appurare. Ma se tosi fosse — come sembra probabile — bisognerebbe piuttosto che invocare una legge per giustificarsi, individuare un rimedio per correggere uno stato di cose svantaggioso per l'isola. E sarebbe il modo più persuasivo per dimostrare che l'autonomia non è soltanto necessaria ma anche operante in Sicilia.
***
Tutte queste considerazioni non sono che un preambolo al discorso .che più ci interessa: il discorso sulla industrializzazione. Questa è la spina dorsale del problema siciliano. Argomento, dunque, che va affrontato con la massima chiarezza se si vuol vedere sul serio quali sono gli impedimenti e quali potrebbero essere i rimedi per il progresso economico dell'isola. Ma non è facile. A volerne parlare con assoluta sincerità ci si scontr[...]

[...]roppo semplicistico. In realtà senza un'industria di base non si sviluppa un'industria manifatturiera sana. Bisogna incominciare con creare quel tronco vitale che è l'industria pesante perché si possa formare attorno tutta la ramificazione dell'industria leggera. Questo è il frutto dell'esperienza fatta non solo nei paesi occidentali, ma anche e soprattutto in quelli che si muovono sulla scia dell'esempio sovietico.
***
Per giudicare quale sia stato lo sviluppo dell'industria di base in Sicilia, durante il periodo 19551959, il primo settore su cui è opportuno soffermarci è quello elettrico. Dai dati fin qui pubblicati risulta che la produzione complessiva — termoelettrica ed idroelettrica — è salita da
136 RENATO MIELI
809 milioni di kWh nel 1955 a 1.145 milioni di kWh nel 1958. Con la costruzione di due dei tre gruppi della centrale Tifeo di Augusta, la disponibilità di energia elettrica nel 1959 ha raggiunto quasi i due miliardi di kWh. Un progresso c'è, dunque, stato in questi anni; un progresso che appare più rilevante se si prende[...]

[...]l primo settore su cui è opportuno soffermarci è quello elettrico. Dai dati fin qui pubblicati risulta che la produzione complessiva — termoelettrica ed idroelettrica — è salita da
136 RENATO MIELI
809 milioni di kWh nel 1955 a 1.145 milioni di kWh nel 1958. Con la costruzione di due dei tre gruppi della centrale Tifeo di Augusta, la disponibilità di energia elettrica nel 1959 ha raggiunto quasi i due miliardi di kWh. Un progresso c'è, dunque, stato in questi anni; un progresso che appare più rilevante se si prende come termine di riferimento la produzione del quinquennio precedente (9). Ma se si prende come termine di confronto la produzione nazionale per abitante, e più ancora il consumo procapite, si ha una nuova conferma del sottosviluppo siciliano (10). Ancora una volta si è costretti a riconoscere che tra la media nazionale e quella regionale c'è un divario che si stenta a colmare al ritmo di sviluppo attuale.
(9) L'aumento dell'energia generata dagli impianti termoelettrici ed idroelettrici in Sicilia dal 1952 al 1959 è veramente[...]

[...] registrato nel 1958, come può vedersi dai seguenti dati dell'ANIDEL:
Consumi di energia elettrica in Sicilia
(milioni di kWh)
Totale 1958 Variazione in % rispetto al 1957
Usi civili 292 14,87%
Usi industriali 478 14,31%
Usi elettrochimici ed elettrometallurgici 12,6 — 2,20%
Trazione 60,2 — 1,46%
Usi agricoli 45,8 19,64%
Totale 888,6 13,26%
Se si tiene presente che l'aumento globale dei consumi nel 1958 rispetto all'anno precedente è stato in media per l'Italia del 5,59% e che in particolare quello degli usi civili (illuminazione pubblica, illuminazione privata, applicazioni domestiche e commerciali) è stato nello stesso periodo per l'Italia dell'8,83%, si deve riconoscere che iï miglioramento avutosi in Sicilia è stato, relativamente, superiore, come media, a quello nazionale.
(10) L'incremento della produzione elettrica in Sicilia, per quanto apprezzabile in valore assoluto e relativo, non deve farci dimenticare che l'isola con una popolazione
137
LA CONTRASTATA EVOLUZIONE DELLA SICILIA

Posto in questi termini, il problema si riduce a una ripetizione di quanto si è già detto. In realtà, se si tiene conto della funzione prioritaria che la produzione energetica ha in un'economia in sviluppo, non ci si può accontentare di un ragionamento così limitato e meccanico per commisurare i progressi compiu[...]

[...]Tuttavia non si può negare che l'indice del consumo di energia elettrica sia andato elevandosi in Sicilia più che in Italia, se si giudica in base ai seguenti dati (base 1946 = 100) dell'ANIDEL:
1946 1952 1955 1956 1957 1958
Sicilia 100 251 390 451 493 558
Italia 100 182 227 244 259 273
(11) Difatti se si dovesse prevedere un aumento annuo dei consumi di energia elettrica in Sicilia del 15% (tenendo presente che quello registrato nel 1958 è stato del 13,26%), le centrali in costruzione basterebbero largamente a coprire il fabbisogno; senza contare poi l'elettrodotto che, attraverso lo Stretto di Messina, assicura all'isola una disponibilità di energia elettrica di gran lunga superiore alla richiesta attuale.
138. RENATO MIELI
l'isola, non investirebbe certamente tanti miliardi nel settore elettrico. È superfluo quindi discuterne. Non c'è dubbio che la disponibilità di energia elettrica debba essere sensibilmente e rapidamente incrementata. Il vero motivo di controversia sta nel decidere l'entità e l'intensità dell'incremento. Può da[...]

[...] ancora da dimostrare con prove circostanziate. Però non lo si può escludere. Da fonte competente, si risponde con una controaccusa; non è vero che son mancati i finanziamenti, ci sono già stati nella misura dei due terzi della spesa d'impianto ed erano disponibili anche per il rimanente terzo. È mancata invece la capacità dei dirigenti dell'E.S.E. i quali non hanno saputo utilizzare le possibilità esistenti. Se alla testa di quell'Ente ci fosse stato un uomo come Mattei si dice — a quest'ora la centrale dell'E.S.E. sarebbe già entrata in funzione da un pezzo. Bastava che non si respingesse l'offerta di credito di un'impresa appaltatrice (offerta che sarebbe stata integrata e garantita dai fondi della Regione), per il timore di insinuazioni o sospetti.
Chi ha ragione? Il dirigente dell'E.S.E. o gli uomini politici che hanno sulla coscienza il rimorso di averlo collocato a quel posto? È difficile dirlo; bisognerebbe saperne molto di piú. In mancanza di una inchiesta che permetta di accertare come siano andate le cose, è più saggio sospend[...]

[...]nerebbe saperne molto di piú. In mancanza di una inchiesta che permetta di accertare come siano andate le cose, è più saggio sospendere qualsiasi giudizio sul passato e concentrare l'attenzione sul presente. Perché non si provvede ora a procurare il finanziamento necessario per completare l'opera intrapresa e restata a metà? Chi lo impedisce? Qui non c'entrano più i «monopoli ». Il problema, a quanto è dato capire, riguarda invece i rapporti tra Stato e Regione. Nel corso del dibattito sul bilancio all'Assemblea Regionale, nel novembre scorso, l'on. Fasino, che fu, in precedenza, Assessore all'Industria, rinfacciò al Governo Milazzo di aver ereditato otto miliardi che lo Stato si era impegnato ad erogare subito a favore dell'E.S.E. e gli rimproverò di non aver fatto nulla per approntare l'emissione di obbligazioni allo scopo di completare il programma dell'Ente. Milazzo rispose assicurando che gli otto miliardi concessi dalla Regione sui fondi corrisposti dallo Stato in base all'art. 38 (contributo di solidarietà) erano già in programma ma non dovevano essere interpretati come uno « spostamento dal livello nazionale a quello regionale » dell'impegno relativo al problema energetico. In altre parole, Milazzo insisteva per non far gravare sulle finanze regionali la spesa relativa al completamento del programma dell'E.S.E., mentre da varie parti, ed in particolare dalla D.C., lo si invitava allora ad affrettare comunque la conclusione dell'opera incompiuta, sostenendo che si sarebbe alleggerito in tal modo una grave passività.
Ma il contrasto tra iniziativa [...]

[...]no i sostenitori dell'iniziativa privata che accusavano l'E.S.E. di aver ostacolato con pretesti capziosi il decreto di autorizzazione della centrale di Termini alla Tifeo. Dunque, l'ostruzionismo a danno dell'incremento produttivo nel settore elettrico, andrebbe ora addebitato all'Ente pubblico. II colmo é che quest'accusa veniva candidamente — diciamo così — ribadita dall'Assessore delegato dell'Industria, Barone, il quale ammetteva che vi era stato da parte dell'E.S.E. un tentativo per indurre il governo a revocare quel decreto di autorizzazione (revoca che venne deliberata in seguito). Messo in grave imbarazzo da questa ammissione, il Presidente Milazzo ritenne allora di non dovere né approvare né sconfessare il suo, forse ingenuo, collaboratore. Ma la K gaffe » rimase; e con essa il dubbio che la politica di intervento pubblico per lo sviluppo dell'energia elettrica in. Sicilia fosse in mano di uomini che non sembravano all'altezza del compito.
***
Se si passa ad altri settori dell'industria di base la situazione appare notevolmente[...]

[...]te sbagliata e in parte ingiustificabile. Si capisce: gli utili delle imprese settentrionali in Sicilia tornano alle stesse, cosi come tornano alle loro famiglie le rimesse dei tecnici e degli operai trasferitisi dal Nord per lavorare nell'isola. E non. potrebbe essere altrimenti, fino a quando non ci saranno imprese, tecnici e maestranze siciliane che provvederanno a prendere il posto dei settentrionali. Ma non è giusto ignorare che, anche allo stato at tuale, una parte non irrilevante di quegli utili e soprattutto di quelle rimunerazioni rimane nell'isola, dove alimenta se non altro uno svi luppo del commercio e dei servizi. Molto più ragionevole sarebbe studiare come si potrebbe accrescere questa aliquota che va a beneficio della Sicilia invece di perder tempo in recriminazioni.
Una terza osservazione viene fatta meno di frequente, sebbene offiirebbe maggiori spunti per una critica convincente. È un fatto: che
142 RENATO MIELI
attorno ai grandi complessi sorti in Sicilia non si sia verificato quello sviluppo di attività indotte che s[...]

[...]ccanico in cui non si é compiuto alcun progresso durante questi anni. Il calcolo in termini di convenienza sembra aver dissuaso non solo i privati ma anche l'I.R.I. ad intervenire in tale direzione. Ora, se è comprensibile che la grande industria del Nord abbia ritenuto di non doversi impegnare con investimenti che non le garantivano profitti pari a quelli ottenibili altrove, meno comprensibile riesce la circospezione dimostrata dalle aziende di Stato nel declinare l'invito, ad esse ripetutamente rivolto, di creare in Sicilia un complesso siderurgico o un complesso meccanico. Intendiamoci: sarebbe sciocco mettere in dubbio la competenza tecnica dei diri genti dell'I.R.I. Ne sanno certamente piú di noi in materia di distribuzione degli investimenti in rapporto agli utili prevedibili. Né c'è da pensare che tale atteggiamento tragga la sua origine da inconfessate finalità politiche, in quanto esso é rimasto immutato nonostante il cambiamento di governo e di indirizzo verificatosi a Palermo. Con La Loggia o con Milazzo, 1'I.R.I. non ha dimostr[...]

[...] iniziativa pubblica nel settore in cui un intervento avrebbe avuto un carattere integrativo e non sostitutivo di quella
LA CONTRASTATA EVOLUZIONE DELLA SICILIA 143
privata, che non sembra avere interesse a manifestarsi, fa riscontro una spiccata volontà di presenza nel settore chimico in cui, dato quanto si é già fatto in questi anni, meno si dovrebbe sentire la necessità di un intervento. È vero che si tratta dell'E.N.I., ossia di un ente di Stato diretto da una forte e dinamica personalità. Ma ciò non toglie che si possa avere qualche perplessità sulle scelte effettuate dalle aziende a partecipazione statale.
Molto si é scritto in questi tempi a proposito del complesso industriale di Gela progettato dall'E.N.I. e approvato alcuni mesi fa dal Ministero competente. Non é il caso di sottolinearne l'importanza, che é più che evidente. Bastano pochi dati a chi vuol farsene un'idea. L'impianto di Gela dovrebbe avere tre componenti fondamentali: 1) una raffineria capace di produrre circa una tonnellata all'anno di benzina greggia e d'auto d[...]

[...]zione che avrebbe dovuto esplicarsi attorno alle industrie di base con una germi
146 RENATO MIELI
nazione di attività sussidiarie. In quale misura si è avuta tale induzione? O, piuttosto, perché é così esiguo il numero delle industrie indotte?
Si prenda ad esempio Ragusa, la città del petrolio. Ebbene dal 1953, ossia da quando sono stati scoperti i giacimenti tuttora sfruttati dalla « Gulf », quali attività sono sorte? In un primo tempo vi é stato un gran fiorire di esercizi che alla stregua del livello di vita cittadino potrebbero senz'altro definirsi di lusso : alberghi, ristoranti, cinema, negozi... Poi, passata l'euforia, il boom si è arrestato. Oggi, a parecchi anni di distanza, a Ragusa manca ancora la luce e l'acqua, che vengono erogate in misura assolutamente insufficiente. Non parliamo poi di attività industriali; solo in questi ultimi tempi è entrato in funzione l'impianto della ABCD (società del gruppo Bomprini Parodi Delfino) per la produzione di politene. È il primo esempio di utilizzazione del petrolio estratto a Ragusa; ma è, purtroppo, anche l'unico. Quel petrolio che da anni sgorga abbondantemente, va attraverso l'oleodotto costruito dalla « Gulf » direttamente alla raffineria Rasiom di Augusta, senza lasciare dietro di[...]

[...]svariati; lavorazione del
legno, del ferro, di materie, plastiche, resine sintetiche, vetro, ceramica,
materiali da costruzione, derivati del petrolio, medicinali, apparecchi radio, gomma, colori, vernici, tessuti e confezioni, generi alimentari e
conserve, macchine agricole, istallazioni ferroviarie, tubi di acciaio... Tutta una gamma, come si vede, che si estende su un vasto settore. Il risultato, in termini di assorbimento di manodopera, è stato che si sono creati poco più di 2000 posti di lavoro. Altri 3000 nuovi posti verranno creati quando saranno realizzati i 40 progetti di nuovi impianti di cui si stanno attualmente istruendo le pratiche. Complessivamente, dunque, tra due o tre anni, la zona industriale avrà immesso nell'attività produttiva circa 5000 persone. Non sono molte; però non sono che un nucleo destinato, per l'effetto moltiplicatore delle attività manifatturiere, a generare attorno a sé un maggiore incremento dell'occupazione in attività terziarie ad esse connesse. Tale sviluppo a Catania ha immobilizzato finora, per i[...]

[...]superiore ai due milioni per ogni nuovo occupato. Elemento, questo, da tenersi in considerazione nell'indagine sulle possibilità di uno sviluppo industriale dell'isola, che si adegui alla deficienza di capitale e sovrabbondanza di manodopera.
Tornando al quesito che ci si poneva, bisogna riconoscere che nonostante eccezioni come quella di Catania, non si é avuto quello sviluppo dell'industria manifatturiera che per induzione si sperava sarebbe stato determinato o stimolato dal sorgere di alcuni grandi impianti nel settore di base. Le ragioni possono essere varie e cumulative. Scarsità di capitale: si sa che il capitale privato siciliano non é molto ed ha comunque una propensione per gli investimenti più sicuri o più fruttuosi a breve scadenza. A Catania, però, il capitale affluito é in gran parte di provenienza straniera o settentrionale. Non vi è motivo per escludere che ciò possa ripetersi altrove e su più vasta scala. Vi è invece da osservare che sussistono ancora alcune difficoltà nel sistema creditizio, le quali possono rappresentar[...]

[...]lle fonti di energia (scarse le risorse idriche, data la irregolarità delle precipitazioni stagionali e la natura del terreno, e notevole la dispersione degli utenti) per finire con le materie prime e i semilavorati che dovrebbero essere importati (14). La insufficienza delle infrastrutture crea, in partenza, condizioni di inferiorità per un industriale siciliano nei confronti di
(14) È opinione molto diffusa che lo sviluppo industriale sarebbe stato ritardato nel nostro paese dall'alto costo dell'energia elettrica. In realtà, l'incidenza della spesa per l'energia elettrica sul valore del prodotto è in media del 2%. Se si considera, ad esempio, che l'incidenza del costo del lavoro è invece dell'ordine del 50% si deve riconoscere che le spese per l'energia elettrica non influiscono in misura determinante sui costi industriali. Ciononostante è innegabile che una riduzione del costo dell'energia elettrica avrebbe un effetto benefico sullo sviluppo industriale in zone come la Sicilia. Una politica tariffaria diretta in tale senso sarebbe, in [...]

[...]SICILIA 149
un concorrente settentrionale. Per quanto si faccia, ci vorrà molto tempo per colmare questo svantaggio ereditato dal passato.
Tutte queste condizioni sfavorevoli esistono e non si possono ignorare. Ma la vera difficoltà é nel fattore umano. Quello che manca in Sicilia sono gli imprenditori. È inutile ripetere che ciò si deve in gran parte all'opera di soffocamento compiuta dall'industria del Nord con la complicità dei poteri dello Stato, dopo l'unificazione nazionale. E vero: il protezionismo imposto per favorire l'affermarsi delle industrie, dislocate nel triangolo settentrionale, lo hanno pagato i meridionali — e tra questi i siciliani — con la contrazione delle loro esportazioni agricole e l'impoverimento della loro economia. Ma anche prima che questo processo di polarizzazione della ricchezza e della miseria nel nostro paese si sviluppasse in pieno, i siciliani avevano già quella propensione a concepire l'economia isolana piuttosto in termini di consumo locale che in termini di scambio. C'é una grande verità nelle parole[...]

[...]on se ne è più sentito parlare. Tornato a Palermo con il « piano Battelle », La Cavera si é chiuso in un impenetrabile mutismo. Nessuno ha potuto sapere a quali conclusioni avesse approdato quello studio. Neppure l'ex Presidente Milazzo è riuscito a prenderne visione. Mistero. Perché tanto silenzio? Di congetture se ne potrebbero fare molte: non ultima quella di un dissenso fra il direttore La Cavera e l'on. Bianco che proprio in quei giorni era stato nominato Presidente della Sofis. Ma il contrasto fra i due dirigenti, che hanno una spiccata personalità e palese divergenza di opinioni, non spiega molto. Resta, cioè oscuro il contenuto di quel piano e il motivo per cui da qualche parte si sia avuto interesse a non renderlo di pubblica ragione. Né ci sembrano convincenti le spiegazioni che vengono date sottovoce negli ambienti della direzione della Sofis. « Renderemmo un servizio ai nostri avversari — si dice — se divulgassimo i suggerimenti che scaturiscono da quell'indagine ». Sembra di dover capire che la Sofis si riprometterebbe di cogl[...]

[...], che non consentono più di ragionare in astratto per il bene dell'isola. Nella classe dirigente regionale vi é una
156 RENATO MIEL!
divisione di opinioni e convergenza occasionale di interessi, che presenta un'immagine confusa, contraddittoria e quasi incomprensibile di quella società in evoluzione.
Cercare di spiegarsi che cosa sia il c milazzismo », non è semplice. Come fenomeno politico si può pensare che all'origine del movimento ci sia stato l'impulso a formare un secondo partito cattolico, piú sensibile alle esigenze locali e capace di sostituirsi, a breve scadenza, a quei partiti di destra, instabili e incoerenti come il loro elettorato. Un'idea del genere poteva incontrare all'inizio il favore di alcuni settori della gerarchia ecclesiastica, preoccupati del vuoto a destra che esiste nello schieramento politico italiano e ansiose di collaudare in Sicilia una nuova formula.
A questo si sommava una sollecitazione di altra natura. Il momento dell'industrializzazione, giunto al punto critico, diventava il momento dell'autonomia. P[...]

[...]io al P.C.I. e al P.S.I., in quanto ha impedito il ricostruirsi in Sicilia di una maggioranza dominata dalla D.C. e, di riflesso sul piano nazionale, ha alimentato la crisi della formula Segni. Ma per quanto si riferisce allo sviluppo dell'economia isolana, ed in particolare alla industrializzazione, non si può dire che vi sia mai stata una vera identità di obbiettivi fra le due ali su cui si reggeva il governo Milazzo. Al contrario, vi è sempre stato un inconciliabile contrasto. E ancor oggi, quel contrasto perdura: la partita, chiusa con la fine dell'esperimento Milazzo, rimane aperta all'interno della Sofis. Può darsi che, in tema di utilizzazione di questo strumento di sviluppo industriale, prevalgano le tendenze privatistiche, che avrebbero il loro più forte assertore nel Presidente della Società, Bianco; o quelle pubblicistiche, che farebbero capo al Direttore, La Cavera. Può anche darsi che, neutralizzandosi a vicenda, le due tendenze finiscano per paralizzare la Società Finanziaria siciliana, condannandola a un'azione spicciola, di[...]

[...]pochismo e di clientelismo, che si instaura dove
158 RENATO MIELI.
non c'è una volontà produttivistica seria. E il pericolo maggiore era di venir coinvolti in una gestione irresponsabile della cosa pubblica; o,
per parlar di cose più concrete, di permettere che i miliardi, di cui può
disporre la Regione e più particolarmente la Sofis, finissero per essere dissipati in opere di beneficenza a fine politico o in spese improduttive.
Ciò sarebbe stato un disastro non solo per l'isola ma anche per coloro
che si sono addossati il compito di liberarla dalla sua dolorosa arretratezza. Per il P.C.I. era necessario che l'esperimento Milazzo avesse esi
to positivo; ed era necessario che lo avesse avuto al più presto. Altrimenti le speranze suscitate dal risveglio autonomistico si sarebbero tradotte in amaro e sfiduciato risentimento.
Per il P.S.I. il problema era ancor più delicato. Avendo appoggiato, sia pur con qualche riserva ed esitazione, l'esperimento Milazzo, i socialisti comprendevano che non avrebbero potuto sottrarsi alle conseguenze[...]

[...]pedire il fallimento di un tentativo di progresso accelerato sul piano regionale. Per il P.S.I. che è, in campo nazionale, assertore dell'alternativa democratica, si poneva, però, l'imbarazzante dilemma se considerare o no la formula siciliana come una esemplificazione della prospettiva additata al paese. La politica di Milazzo — ci si chiedeva — era quella che si sarebbe voluto riprodurre al livello del governo nazionale? Palermo sarebbe dunque stato un banco di prova per ciò che si sarebbe dovuto ritentare a Roma. Ma il P.S.I. ha sempre esitato a considerarlo tale e non si è fidato di dare quell'esperimento a modello per il resto del paese.
Ancor più impacciata e preoccupata è stata la D.C. La frazione che
da essa si era distaccata per dar vita al movimento di Milazzo non era
quella che aveva dimostrato in precedenza di avere una propensione
per l'apertura a sinistra. Al contrario era sostanzialmente l'ala conser
vatrice del partito, allarmata dai propositi e soprattutto dai metodi di Fanfani e dei fanfaniani. Andandosene, quella fr[...]

[...] dei partiti di sinistra, anche per effetto del contraccolpo subito e della preoccupazione di non restare tagliata fuori dal nuovo clima diffusosi nell'isola. Ne é derivata una situazione contraddittoria. La D.C. siciliana, diventata suo malgrado opposizione di destra ha continuato a professare idee più avanzate di quelle di una parte della. maggioranza formatasi attorno a Milazzo. In tema di industrializzazione, per esempio, si é arrivati a uno stato di cose veramente parados
LA CONTRASTATA EVOLUZIONE DELLA SICILIA 159
sale: l'impostazione suggerita dai fanfaniani era piú vicina a quella dei socialisti di quanto non lo fosse l'impostazione di una parte dei milazziani. Il pensiero di Lanza, La Loggia, Carollo, Lo Magro era in sostanza questo: poiché l'iniziativa privata dimostra di aver esaurito il suo interesse per nuovi investimenti in Sicilia, tocca ora a quella pubblica farsi avanti per colmare il vuoto che resta. Tocca, cioè, alle aziende di Stato, come quelle del gruppo E.N.I. e a quelle regionali, che dovrebbero sorgere ad opera d[...]

[...]A SICILIA 159
sale: l'impostazione suggerita dai fanfaniani era piú vicina a quella dei socialisti di quanto non lo fosse l'impostazione di una parte dei milazziani. Il pensiero di Lanza, La Loggia, Carollo, Lo Magro era in sostanza questo: poiché l'iniziativa privata dimostra di aver esaurito il suo interesse per nuovi investimenti in Sicilia, tocca ora a quella pubblica farsi avanti per colmare il vuoto che resta. Tocca, cioè, alle aziende di Stato, come quelle del gruppo E.N.I. e a quelle regionali, che dovrebbero sorgere ad opera della Sofis, farsi avanti con un piano organico di investimenti, ben studiato ed energicamente attuato.
Se si dovessero prendere alla lettera tali dichiarazioni di intenzioni ci sarebbe da chiedersi, oggi come ieri, che cosa abbia vietato in Sicilia il formarsi di una maggioranza coerente. D'accordo: il veto della direzione di alcuni partiti impedisce che si sperimenti a Palermo una formula di governo che non si vuole ammettere a Roma. Ma non potrebbe impedire una convergenza nelle scelte di politica economi[...]

[...]i incomincerà a veder chiaro.
***
Che cosa si è aspettato a farlo? L'operazione Milazzo, dopo tanti mesi perduti nella schermaglia parlamentare e nel lavoro dietro le quinte del sottogoverno, é fallita. E tempo ora di mettere ciascuno di fronte alle proprie responsabilità. Prima che i miliardi che dovrebbero essere destinati all'industria evaporino in altre direzioni, bisogna decidersi a proporre un piano di interventi pubblici, da parte dello Stato e della Regione. E dovrà essere un piano che si integri nello sviluppo nazionale. Altrimenti l'autonomia, male interpretata, si ritorcerà a danno della Sicilia, la quale, come parte integrante dell'Italia, non pub sottrarsi alle conseguenze della politica liberistica, in generale, e del MEC, in particolare, che maggiormente colpiscono le aree sottosviluppate in questa. fase del loro incipiente sviluppo industriale. Tener conto delle leggi del mercato, non solo nazionale ma mondiale, operando con una prospettiva non di consumo locale ma di scambio, è una necessità inderogabile.
160 RENATO MIE[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Stato, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Storia <---socialista <---italiano <---siano <---italiana <---comunista <---Pratica <---Diritto <---Ciò <---comunisti <---socialismo <---marxista <---socialisti <---fascismo <---ideologia <---italiani <---marxismo <---Dialettica <---Logica <---abbiano <---capitalismo <---ideologico <---Così <---Filosofia <---Francia <---comunismo <---imperialismo <---leninista <---Partito <---Gramsci <---fascista <---Lenin <---Marx <---ideologica <---Ecco <---Perché <---leninismo <---marxisti <---materialismo <--- <---Turchia <---Agraria <---italiane <---Russia <---d'Italia <---realismo <---storicismo <---Stalin <---Storiografia <---dell'Europa <---idealismo <---ideologici <---socialiste <---Del resto <---Scienze <---Sociologia <---Sulla <---fascisti <---gramsciano <---ideologie <---liberalismo <---riformismo <---sociologia <---Fisica <---Grecia <---Più <---capitalista <---capitalisti <---cristiana <---gramsciana <---riformista <---riformisti <---Chiesa <---Dio <---Engels <---NATO <---Quale <---Sistematica <---cristianesimo <---cristiano <---dell'Italia <---dell'Unione <---hegeliana <---ideologiche <---imperialista <---nazionalista <---Dinamica <---Diplomatica <---Il lavoro <---La lotta <---Meccanica <---Metafisica <---Mi pare <---Trotzki <---USA <---d'Europa <---dell'Asia <---dinamismo <---filologica <---individualismo <---lasciano <---nazionalismo <---progressisti <---terrorismo <---Ankara <---Basta <---Cipro <---Dogmatica <---Medio Oriente <---Mosca <---Ordine Nuovo <---Retorica <---Scienze naturali <---dell'Impero <---economisti <---lista <---marxiana <---nell'Unione <---opportunismo <---ottimismo <---progressista <---psicologico <---sindacalismo <---sindacalisti <---stalinista <---umanesimo <---Cosa <---Dei <---Etica <---Già <---Gli <---Noi <---Però <---Pochi <---Poetica <---Psicologia <---Repubblica <---Senato <---Togliatti <---Viene <---antifascista <---colonialismo <---comuniste <---conformismo <---conservatorismo <---dell'Ordine <---estremismo <---filologico <---giacobinismo <---gnoseologico <---hegeliano <---meccanicismo <---metodologia <---metodologica <---metodologico <---mitologia <---nazionalisti <---psicologia <---psicologica <---siciliani <---staliniana <---staliniano <---stalinismo <---zarista <---Antonio Gramsci <---Antonio Labriola <---Bibliografia <---Bologna <---Capitale <---Carlo Marx <---Feuerbach <---Filologia <---Il Capitale <---Inghilterra <---Jugoslavia <---La guerra <---Linguistica <---Mussolini <---PCUS <---Risorgimento <---Scienza politica <---URSS <---anarchismo <---antagonismo <---artigiani <---banditismo <---cattolicesimo <---centralismo <---cristiane <---cristiani <---dell'America <---dell'Esercito <---determinismo <---dogmatismo <---fanatismo <---filologia <---gramsciane <---gramsciani <---immobilismo <---lismo <---liste <---nell'Europa <---radicalismo <---relativismo <---volontarismo <---Agli <---Belfagor <---Bulent Ecevit <---Come <---D.C. <---Discipline <---Ecevit <---Entro <---Filosofia della storia <---Giappone <---La Turchia <---Labriola <---Le Monde <---Menderes <---Non voglio <---Nord e Sud <---Oltre <---Perchè <---Presidente <---Problemi <---Pure <---Rinascimento <---Sardegna <---Statistica <---Storia mondiale <---Teoretica <---U.S.A. <---Unione Sovietica <---anticomunismo <---antimperialista <---bolscevismo <---classista <---cominciano <---crociana <---crociano <---dell'Istituto <---dell'Occidente <---economista <---egoismo <---empirismo <---estremista <---hegelismo <---israeliano <---kemalista <---laicismo <---leninisti <---marxiste <---massimalisti <---materialista <---metodologiche <---militarismo <---nazista <---neutralismo <---neutralisti <---oltranzisti <---parlamentarismo <---patriottismo <---pessimismo <---positivismo <---revisionismo <---rischiano <---scetticismo <---stiano <---tecnologica <---tecnologico <---umanisti <---Ataturk <---Balcani <---Barbagia <---Beria <---Bukharin <---Chimica <---Cominciò <---Congresso di Bologna <---Corea <---Costituzione <---Crispi <---Cuba <---Dico <---Dipartimento di Stato <---Editori Riuniti <---Estetica <---Fenomenologia <---Geschichte <---Gli Stati Uniti <---Hegel <---Ideologia tedesca <---Ilici <---Indonesia <---Inonu <---Ismet Inonu <---Kienthal <---La sera <---MEC <---Mao <---Marx-Engels <---Meglio <---Nenni <---Nord <---Nuoro <---Nuova <---Nuovi Argomenti <---Orgosolo <---P.C.I. <---PCI <---Pakistan <---Papa <---Pensiero filosofico <---Rinascita <---Salvemini <---Spagna <---Stato guida <---Studi <---Suez <---Suleiman Demirel <---Teologia <---Torino <---U.R.S.S. <---Ustica <---Verrà <---Zimmerwald <---antagonista <---anticolonialista <---anticomunista <---assolutismo <---atlantismo <---burocratismo <---centristi <---colonialista <---colonialiste <---corporativismo <---d'America <---d'Azione <---d'Ottobre <---dell'Africa <---dell'Internazionale <---dell'Unità <---denunciano <---dilettantismo <---dispotismo <---dualismo <---estremisti <---evoluzionismo <---facciano <---fatalismo <---fenomenologia <---fenomenologica <---feticismo <---feudalesimo <---gradualismo <---gradualista <---idealisti <---illuminismo <---imperialiste <---indiano <---industrialismo <---integralismo <---internazionalismo <---irredentismo <---kemalismo <---latifondisti <---leniniste <---marxiano <---metodologici <---misticismo <---monismo <---naturalismo <---nazionaliste <---nell'Africa <---nell'Alleanza <---nell'Asia <---neocolonialismo <---neutraliste <---ottimista <---parallelismo <---particolarismo <---personalismi <---pluralismo <---positivisti <---progressiste <---proselitismo <---provincialismo <---prussiana <---psicologiche <---psicologici <---psicologismo <---razionalismo <---separatiste <---settarismo <---siciliano <---sionista <---siste <---sociologico <---spiritualismo <---staliniani <---storicista <---teologia <---totalitarismi <---totalitarismo <---trotskisti <---umanista <---utopisti <---A.C. <---ACLI <---Abbasso <---Abissinia <---Agiografia <---Althusser <---Amministrazione <---Andreotti <---Appunti <---Apuleio <---Arturo Labriola <---Avertissement <---Azione cattolica <---Banca <---Benedetto Croce <---Bergson <---Berlino <---Bernstein <---Bevan <---Biologia <---Bissolati <---Borneo <---Brèves <---Budapest <---Bukarin <---Bulganin <---Bulgaria <---Bulletin <---CIA <---Cagliari <---Cahiers <---Cambogia <---Canale di Suez <---Capitale di Carlo Marx <---Cattaneo <---Caucaso <---Cecoslovacchia <---Ceylon <---Clemenceau <---Commissione <---Comune di Parigi <---Confederazione <---Congresso del Partito <---Congresso di Halle <---Corriere della Sera <---Costantinopoli <---Crimea <---Critica Marxista <---Critica marxista <---Cronologia <---D'Annunzio <---Dal <---Dare <---De Gasperi <---De Martino <---Demirel <---Die <---Direzione del Partito <---Diritto canonico <---Diritto pubblico <---Dodici <---Economia agraria <---Economia politica <---Emiliano Succu <---Erbakan <---Ernesto De Martino <---Etats <---Etats-Unis <---Etudes <---FIAT <---Famagosta <---Filippo Turati <---Formosa <---Forze Repressione <---Freud <---Gaetano Salvemini <---Galvano Della Volpe <---Genealogia <---Giava <---Giordania <---Giovanni Gentile <---Giulio Andreotti <---Giulio Einaudi <---Gnoseologia <---Gobetti <---Ibid <---Il Consiglio <---Il Messaggero <---Il Mondo <---Il Mulino <---Il Risorgimento <---Il XX <---In ogni modo <---Indocina <---Infine <---Iran <---Istanbul <---Jaca Book <---Kamenev <---Kant <---Karl Marx <---Kemal Ataturk <---Kissinger <---L.A. <---La Chiesa <---La Costituzione <---La Francia <---La Nuova Italia <---La Pensée <---La Repubblica <---La Rivoluzione <---La Russia <---La Società <---La Terza <---Labour Party <---Lascio <---Le Autorità <---Liandreddu <---Libano <---Locoe <---Logica formale <---Londra <---Louis Althusser <---Lukàcs <---M.S. <---Madonne <---Manifesto dei comunisti <---Marotto Giuseppe <---Mathiez <---Mereu Giuseppe <---Ministero <---Movimento <---Municipio <---Musicologia <---N.A.T.O. <---Nazioni <---Nehru <---Nei Quaderni <---Neri Pozza <---New York <---Nicosia <---Niente <---Norberto Bobbio <---Nuova Italia <---Nuova Zelanda <---P.A. <---Paese <---Palermo <---Palmiro Togliatti <---Panno <---Parlò <---Partito Comunista <---Pasquale Tanteddu <---Pedagogia <---Per Marx <---Pietrogrado <---Pio XII <---Pogliani <---Pour Marx <---Principi del leninismo <---Proudhon <---Présentation <---Quaderni <---Rajk <---Reggio Emilia <---Repressione Banditismo <---Rhodesia <---Rodolfo Mondolfo <---Rodolfo Morandi <---Révolution <---S.S. <---SEATO <---Sa mundana cummedia <---Santo Padre <---Savelli <---Saverio Tutino <---Scienza della politica <---Scienze politiche <---Scuole <---Se Marx <---Se Mussolini <---Secondo Gramsci <---Segni <---Seuil <---Shakespeare <---Sicilia <---Singapore <---Società <---Société <---Sorel <---Spagnoli <---Spesse <---Spinoza <---Statica <---Stato dei Soviet <---Stato in Italia <---Stilistica <---Storia contemporanea <---Storia moderna <---Storia religiosa <---Struve <---Sud Africa <---Sukarno <---Suleyman Demirel <---Sunay <---Taylan Ozgur <---Tecnologie <---Terrasini <---The <---Topica <---Tractatus <---Ungheria <---Urbanistica <---Vaticano <---Verso <---Vito Grasso <---americanismo <---antagonisti <---anticristiano <---antifascisti <---antimarxista <---antimarxisti <---antinazionalisti <---antisocialista <---antistalinismo <---antropologia <---apriorismo <---artigiano <---astrattismo <---attivismo <---attivisti <---autonomismo <---autonomista <---autonomisti <---autoritarismo <---azionisti <---bergsoniano <---biologia <---biologica <---biologico <---bonapartismo <---calvinismo <---cambiano <---capitaliste <---cattolicismo <---centesimi <---cismo <---classiste <---clericalismo <---collaborazionista <---collettivismo <---colonialisti <---communiste <---conformista <---consigliano <---cosmopolitismo <---crocianesimo <---crociani <---d'Austria <---dannunziano <---deirimperialismo <---dell'Alleanza <---dell'Alto <---dell'Anatolia <---dell'Archivio <---dell'Ars <---dell'Azione <---dell'Egitto <---dell'Est <---dell'Idea <---dell'Interno <---dell'Iran <---dell'Oceano <---dell'Ottobre <---dell'Ottocento <---dell'Università <---democristiana <---democristiano <---desanctisiana <---desanctisiano <---differenziano <---disfattismo <---eclettismo <---economicismo <---economismo <---egiziana <---engelsiane <---eroismo <---espansionismo <---espressionismo <---estetismo <---estremismi <---etnologia <---fasciste <---federalismo <---feudalismo <---feuerbachiana <---feuerbachiano <---filologiche <---filologismo <---formalismo <---genealogia <---georgiano <---giolittiana <---giolittiano <---giolittismo <---gismo <---gnoseologia <---golpisti <---gregoriano <---hitleriana <---hitleriani <---ideologismo <---immanentismo <---imperialisti <---incominciano <---indiana <---individualista <---indonesiana <---indonesiani <---indonesiano <---interclassismo <---internazionalista <---interventismo <---intrecciano <---inviano <---isolazionismo <---israeliana <---laburista <---liberismo <---mangiano <---massimalismo <---massimalista <---militarista <---mitologica <---monoteismo <---moralismo <---nazismo <---nazisti <---nell'America <---nell'Avvertenza <---nell'Italia <---neoidealismo <---nietzschiano <---nisti <---nominalismo <---ontologia <---ontologico <---opportunisti <---ostruzionismo <---particolarismi <---paternalismo <---pessimista <---politeismo <---politicismo <---populismo <---positivista <---pragmatista <---protestantesimo <---protezionismo <---razzista <---realisti <---revisionisti <---riconquista <---riformiste <---romanticismo <---ruffiani <---scambiano <---scientismo <---sciovinismo <---separatista <---siciliana <---simbologia <---sindacalista <---sindacaliste <---siriana <---sociologie <---solidarismo <---staliniane <---staliniste <---statalista <---succhiano <---sull'Avanti <---tecnologie <---teleologica <---teologico <---terminologiche <---testimoniano <---tismo <---togliattiano <---umaniste <---umorismo <---vitalismo <---vogliano <---volontaristi <---zarismo <---A.A. <---A.B. <---A.G. <---A.R. <---A.V. <---ABC <---ACI <---ALBERTO CARACCIOLO <---Abati <---Abbandonato <---Abbassi <---Abbkmo <---Abdul Hamid <---Academiae Scientiarum <---Accanto <---Accontentiamoli <---Acculturation <---Acque <---Acquista <---Acquistate <---Acta Ethnographica <---Ad Atene <---Ad Ustica <---Ad-Duruz <---Adenauer <---Aderire <---Adeth <---Adib Shishakli <---Adieu <---Adman Menderes <---Adolfo Omodeo <---Adoratskij <---Adrianopoli <---Adrien Petit <---Advenit <---Aereo <---Affari Esteri <---Affen <---Aflaq <---Africa Egli <---African <---African Church <---African Separatist <---African Studies <---Africanas <---Afrique <---Afrique Equatoriale <---Afrique Noire <---Afrique Occidental <---Afro-American <---Agenorea <---Agerona <---Agincourt Carol <---Agnus <---Agostino Depretis <---Agricoltura <---Agricolture <---Aibricci <---Air Command <---Akim-Kotoku <---Akram Awrani <---Al CONFINI <---Al Hafiz <---Al Quwali <---Alastair Buchan <---Alauita <---Albert Hensley <---Alberto Caldana <---Alberto Goddi <---Alberto Predieri <---Alden Gilchrist <---Aldo Serio <---Alejandro Planchart <---Aleppo <---Alessandretta <---Alessandro D'Ancona <---Alessandro Manzoni <---Alessandro Nievskii <---Alexander Gerschenkron <---Alexei Karpov <---Alfa <---Alfredo Oriani <---Alice nel paese delle meraviglie <---Alla Conferenza <---Alleati <---Alleluja <---Allora <---Alma Ata <---Alma Redemptoris <---Alma-Ata <---Alparslan Turkes <---Alpi <---Alta Autorità <---Alta Italia <---Altare <---Alto Com <---Alto Commissario <---Altri <---Alò <---Ambrogio Donini <---America Latina <---American Church <---American Musicological Society <---Americhe <---Amicale Balali <---Amici del Mondo <---Amilcare Pizzi <---Amin Al <---Amman <---Ammesso <---Amministrazioni <---Amours <---Amérique <---Anaconda <---Anaideia Antirtide <---Analizziamole <---Analogamente <---Anassagora <---Andandosene <---Andersson <---Andhara <---Andrea Antico <---Andrea Binazzi <---Andrea Costa <---Andreas Papandreu <---André Daspre <---André Fontaine <---André Malraux <---André Matstia <---Angelo Paccagnini <---Angioy <---Angius <---Angleterre <---Ango <---Angot <---Angriff <---Anima <---Anmerkung <---Anna Karenina di Tolátoi <---Anna Kuliscioff <---Anna Maria Mozzoni <---Anna di Cipro <---Annals Amer <---Annexe <---Anonimi <---Anonimo <---Ansaldo T C <---Ansano Giannarelli <---Anta <---Antara <---Anticomunista <---Antifone <---Antiles <---Antoine Busnois <---Antoine Vérard <---Antonello Trombadori <---Antonio Banfi <---Antonio Brotzu <---Antonio La Penna <---Antonio Sanna <---Antonio Solaro <---Antonio Squarcialupi <---Antropogenia <---Antropologia <---Anzi <---Apapocuva <---Apapocuva-Guarani <---Apologetico <---Appare <---Appendice <---Approvvigionamenl <---Appunto <---Aragona <---Arbeiterbewegung <---Arborea <---Archiv <---Archiv Produktion <---Archiv XXIII <---Archives de Social <---Archives de Sociol <---Archives de Sociologie <---Archivio <---Archivio Storico Sardo <---Archivistica <---Archos <---Arcivescovi <---Arguments <---Aritmetica <---Aritzo <---Arkhiv Marksa <---Armageddon <---Armamenti <---Armando Hodnig <---Armando Sapori <---Armes <---Arnobio <---Arnold Sch <---Arras <---Arrigo Iv <---Arrisvegliati <---Arrivare <---Ars <---Ars Nova <---Arturo Carlo Jemolo <---Arturo Graf <---Asia Treaty <---Asiaticus <---Aspettamo <---Aspida <---Assemblea Costituente <---Assessore <---Assisi di Cagliari <---Assisi di Sassari <---Associazione dei Testimoni di Geova <---Associazioni <---Assurde <---Astrapi <---Atassi <---Atlante <---Atlantic Treaty <---Atti del Convegno <---Attilio Momigliano <---Auerstaedt <---Aufbauplans <---Auferre <---August Reifferscheid <---August Wilhelm <---Aujourd <---Aut-Aut <---Autogestion <---Automaticamente M <---Autorità Provinciali <---Auxerre <---Ave <---Avenarius <---Avendo <---Avendogli <---Avere <---Avìanu <---Aydin <---Aydin K <---Azimonti <---Azione <---Azra Erhat <---Azzorre <---B.A. <---B.C. <---Baba <---Babele <---Baccarini <---Bach Guild <---Bachelard <---Bachelard Althusser <---Baessler Archiv <---Baghdad <---Bahne <---Bakongo <---Baldesi <---Balibar <---Ballades <---Ballar <---Ballarti <---Ballestrero <---Ballistic Missiles <---Balthasar Resinarius <---Baltico <---Balzac <---Banca Commerciale <---Banca di Indonesia <---Banco Ambrosiano <---Banco di Napoli <---Bandinelli <---Bandito <---Bandung <---Banfi <---Banner <---Barcelona <---Bargabia <---Barone Pupillo <---Barrère <---Bartolucci <---Barzilai <---Bas Congo <---Bashilele <---Basi NATO <---Basso Congo <---Bassu Antonio <---Basterà <---Bataccone <---Bataccone Luigi <---Bataccone Marco <---Batavia <---Battelle <---Bausteine <---Bautista <---Bayar-Menderes <---Beata Mater <---Beato Angelico <---Becattini <---Because <---Because I <---Begdash <---Behice Boran <---Beime <---Beirut <---Beitrag <---Beitráge <---Belges <---Belgio <---Belgrado <---Bellasich <---Belles Lettres <---Bellissimo <---Bellum Catilinae di Sallu <---Beloff <---Benedictus <---Benefici <---Beniamino Finocchiaro <---Ber Gramsci <---Berdiaev <---Berle <---Berlina <---Berlino-Est <---Berna <---Bernard Marx <---Bernstein-Debatte <---Bertacchi <---Bertone I <---Besançon <---Besides <---Besseler <---Bethoven <---Beziehungen <---Bhilai <---Biakkers <---Biaks <---Biaks-Noem <---Bibbia <---Bibliographie <---Biblioteconomia <---Bibliothèque <---Biebuyck <---Big Four <---Bilan <---Bilancio <---Bilbao <---Bilddokumenten <---Birmania <---Bisaquino <---Biscaro <---Biscu Alfonso <---Bisognerà <---Bissainthe <---Bitar <---Biteneio <---Blackwell <---Blance <---Blocco <---Bogino <---Bohran <---Bolchévisme <---Bollettino <---Bolognese <---Bolscevico <---Bolshevism <---Boma <---Bombay <---Bomprini Parodi Delfino <---Bonagiunta <---Bonaparte <---Bonté <---Bordiga <---Bore Piras <---Borgo Manero <---Borgogna <---Borgogna Filippo <---Boris Nikolaevskij <---Borisovic Rjazanov <---Borren <---Bosforo <---Bosnia <---Bossard <---Botanica <---Bottle <---Bottomore <---Bourgogne <---Bourguignon <---Boys-Reymond <---Braccarmi <---Bracciano <---Bragalone <---Brahms <---Branchidda Antonio <---Brandeburgo <---Brandeburgo Federico <---Brandeburgo-Prussia <---Brani <---Brasilkunde <---Bratsk <---Brave New World <---Brazzaville <---Brecht <---Breda <---Breitkopf <---Brest-Litovsk <---Brest-Litowsk <---Briand in Francia <---Brigadiere <---Brigata Sassari <---Brigate <---British <---British Foreign Policy <---British N <---Britist Central <---Brofferio <---Bronstein <---Brumaio di Luigi Bonaparte <---Brumel <---Bruno Caielli <---Bruno Rizzi <---Brunssum <---Bruxelles <---Brève <---Buchan a Henry Kissinger <---Buchanan <---Bucovina <---Budapest II <---Buenos Aires <---Buetens Lute <---Bukhara <---Bulent <---Bulent Ulusu <---Bullpup <---Buona Spe <---Buongoverno <---Buoni <---Buozzi-Mazzini <---Buret <---Burgundiae <---Burgundy <---Burma <---Burnham <---Bushiri <---Butlent <---Butlent E <---Bwiti <---C.A. <---C.C. <---C.D. <---C.F.R.B. <---C.G. <---C.I. <---C.I.L. <---C.L.N. <---C.M. <---C.N. <---C.N.C.R. <---C.P. <---C.P.P. <---C.R. <---C.V. <---CED <---CGIL <---CISL <---CLNAI <---CNRS <---Cabrini <---Cacce <---Cachin <---Cachin-Frossard <---Caduto nella latta per la Costruzione Socialista <---Caggiano <---Caglayangil <---Cagliari-Palermo <---Cahors <---Caino <---Calava <---Calcago <---Calendario del Popolo <---California Anthropol <---Calmann <---Calmann-Lévy <---Calogero La Malfa <---Calvario <---Camaguey <---Camal Gursel <---Cambiano <---Cambrai <---Cambridge University <---Cambrésis <---Camera dei Deputati <---Camillo Prampolini <---Camp David <---Campidoglio <---Campobasso <---Canaan <---Canadà <---Cananei <---Canas <---Canta Poddighe <---Cantiere <---Cantonera <---Cantus <---Capella <---Capella Antiqua <---Capella Cordina <---Capi Comunisti <---Capi Musulmani <---Capital <---Capitale Marx <---Capitalisme <---Capitano <---Capitolo <---Capitolo VI <---Capo <---Caporale <---Cappuccino <---Capra <---Capra Davide <---Caramanlis <---Carataco <---Carbondale <---Carbonia <---Carcere <---Cardijn <---Cargo <---Cargo Cult <---Cargo Cults <---Cargo Movement <---Carissimi <---Carlo Carretto <---Carlo Cattaneo <---Carlo Felice <---Carlo Malatesta <---Carlo Moro <---Carlo Pascal <---Carlsson <---Carmela Rossi <---Carmelina Naselli <---Carmi <---Carneade <---Caro Turati <---Carolina Marotto <---Carollo <---Carrozzas <---Carta de Logu <---Carta de Zogu <---Carta di Trasferimento <---Cartas <---Carte Ernesto <---Caruledda <---Casa Bianca <---Casa Editrice <---Casaroli <---Case Nuove <---Caserme <---Cassa Malattie <---Cassa del Mezzogiorno <---Cassazione <---Casse <---Cassiano Scribano <---Casteao <---Castello S <---Castellorizo <---Castelmauro <---Castiglioni <---Castoriadis <---Castro del Mediterraneo <---Catalina Dufay <---Catania <---Caterina II <---Catgiu <---Catgiu Francesco <---Catgiu Salvatore <---Catholicisme <---Catroux <---Cattaro <---Cattedrale <---Cattolica Italiana <---Cavera <---Cavicchi <---Caviglia <---Cavour <---Cavour di Torino <---Cedé Ii <---Celal Bayar <---Celebe <---Celebes <---Celere <---Celestino Lanfisio <---Cemal <---Cemal Gursel <---Cemal Pascià <---Cento <---Centoventi <---Centrale Britannica <---Centrale Sovietica <---Centre Européen <---Centre National <---Centro Cattolico <---Centro Europa <---Centro Sociale Protestante <---Centro-Nord <---Cerano <---Cercle <---Cernáuti <---Certo Marchesi <---Cesano <---Cesare Luporini <---Cesare Spellanzon <---Cesarini <---Cfr <---Chamber Choir <---Chambéry <---Chambéry I <---Champion <---Chansons <---Charles Flory <---Charles Taze Russell <---Charlottenburg <---Charolais <---Chauleu <---Chauleu-Montal <---Che Althusser <---Che Dio <---Che Gramsci <---Che da Palermo <---Che ha combattuto nella guerra santa contro gli infedeli <---Cheddi Jagan <---Chemnitz <---Cherubim <---Chiang <---Chicago Press <---Chiddu <---Chiesa D La <---Chiesa del Signore <---Chiesa di Roma <---Chiesi <---Chimay <---Chinnery <---Chinnery-Haddon <---Chippewa <---Chiriguano <---Chissa <---Chissi <---Choix <---Christe <---Christianity <---Chronique <---Chronologie <---Cia <---Ciad <---Ciampa <---Cie <---Cincafmed <---Cinematografico <---Cinquanta Rubel <---Cinquantanni <---Citazioni <---Civilizations <---Civiltà <---Civiltà Cattolica <---Ciò in Italia <---Clan <---Clasification <---Classe <---Claude Julien <---Claude Lefort <---Claudia Mancina <---Clemencic Consort <---Cleveland <---Clinica <---Coadiutori <---Coblenza <---Coda <---Codex Justinianus <---Codice <---Codice Penale <---Codignola <---Collana <---Collectanea Historiae <---Colletti Bologna <---Collocamento <---Colonia <---Colonization <---Colpi <---Columbia University <---Comandante dei Carabinieri <---Comando <---Comando Atlantico <---Comando Europeo <---Comdata <---Comdata Politico <---Comdata Sci <---Come Althusser <---Come Marx <---Comhaire <---Cominform <---Comitati Cattolici <---Comitati Civici <---Comitato Centrale del Partito <---Comitato Direttivo <---Comitato Politico <---Comitato Saraceno <---Commendator Gargano <---Commissariato del Popolo <---Commissario di Pubblica Sicurezza <---Commissione Provinciale <---Communal <---Commune de Paris <---Communist Lenin <---Community <---Compagno Mao <---Compnque <---Comptes Rendus <---Comunista in Italia <---Comunità XI <---Con Pettazzoni <---Concentration <---Concetto Marchesi <---Concilio <---Concilio Ecumenico <---Concilio Vaticano <---Concilio di Trento <---Conditor <---Conducted <---Confederazione Generale del Lavoro <---Conferenza Episcopale Italiana <---Conferenza di Manilla <---Congo <---Congo Belga <---Congo Belge <---Congonhas <---Congresso degli Stati Uniti <---Congresso del Ba <---Congresso del Pcus <---Congresso di Mosca <---Conquestado <---Conseil <---Consigli di Gestione <---Consiglio Atlantieo <---Consiglio Nazionale <---Consiglio Supremo <---Consiglio di Stato <---Constable <---Constantinople <---Constantinopolitanae <---Contemporaneamente <---Contestado <---Contrapporvisi <---Contrat Social <---Contre Althusser <---Contribution <---Contro <---Conventi <---Converrà <---Convivenza Pacifica <---Cordelli <---Cornelii Taciti Annalium <---Corniesto <---Corona Reale <---Corpo <---Corpo franco <---Corpus Paravianum <---Corrado Corghi <---Corraine Nicolò <---Corrao <---Corrias <---Corrias Giacobbe <---Corrias Maddalena <---Corrias Pasquale <---Corriere della sera <---Corte di Assisi di Cagliari <---Corte di Assisi di Sassari <---Cortile <---Cortile Cascino <---Cortile Catarro <---Cortile Salaro <---Cortili Cascino <---Coscienza Democratica <---Cosi Rubel <---Cosl <---Costa Rica <---Costarica <---Costellazione Film <---Costituzione Evren <---Costruzione Socialista <---Cosulich <---Così in Africa <---Council <---Cracovia <---Craindre <---Craxi <---Creare <---Cremlino <---Crepuscolo degli dei <---Creta <---Creò <---Cristo Negro <---Cristo Re <---Cristo-Uomo <---Cristu <---Critique <---Crémo <---Cuango <---Cucchedda Francesco <---Cucureddu Giovanni Antonio <---Cuddu <---Cum <---Cumhu <---Cumhuriyet <---Cunard Line <---Cuncertos <---Cunow <---Cuore <---Curadoria Dore <---Curie <---Curiosissima <---Current <---Currias Egidio <---Czernowitz <---D'Ancona <---D'Annnuzio <---D'Aragona <---D'Ossuna <---D'Ossuna a Cortile Grotta <---D.H. <---D.L. <---D.O.C. <---D.P. <---DANILO DOLCI <---Da Adriano <---Da Gramsci <---Da Salvemini <---Daily Tribune <---Dal Gabinetto Vieucseur <---Dal Pane <---Dal Patto di Londra <---Dalandier <---Dalla Bibbia <---Dalla Biblioteca Nazionale <---Dalla Conferenza <---Dalla Liberia <---Dalla Torre <---Damiano Lo Greco <---Damocle <---Danilo Dolci <---Dante Nardo <---Danza del Sogno dei Menomini <---Danzica <---Dardanelli <---Darmstadt <---Das Ubersetzen <---Datemi <---Daten <---Daumier <---David Borisovic <---David Lazzaretti <---David Ricardo <---David Rjazanov <---Davide Capra <---Davide Ricardo <---De Donato <---De Gaulle <---De Guin <---De Jonghe <---De Maistre <---De Mansren Cultus <---De Marx <---De Muru <---De Sanctis <---Dean Rusk <---Del Gandini <---Delacroix <---Delewares <---Della Chiesa <---Della Magia <---Della Panamerican <---Della Torre <---Deluisco <---Demarco <---Demetra <---Democrazia nazionale <---Den Haag <---Deniz Gezmis <---Denkprozess <---Descartes <---Despote <---Dessirier <---Destra del Solaro <---Detlev Auvermann <---Dettori Giuseppe <---Deul <---Deutcher <---Deutsche Grammophon Gesellschaft <---Deux <---Devachan <---Devaddis Francesco <---Devory <---Di ANONIMI <---Di Carlo <---Di Cesare <---Di Lenin <---Di Maggio <---Di Mauro <---Di Santa Rosalia <---Dialecti <---Dialectiques <---Dialektik <---Diamat <---Dichiarazione Programmatica <---Diciotto Brumaio <---Die Anderung <---Die Geschichte <---Die Gesellschaft <---Die Musik <---Die Musik in Geschichte <---Die Propheten <---Die Sagen <---Diecine <---Diego Carpitella <---Dielt <---Difesa Aerea <---Difesa Garuf <---Difficilissimi <---Difficultés <---Difugere <---Dimenticarne <---Dimodoché <---Dimostrarlo <---Dimostratasi <---Dio di Duf <---Dio di Simon Kimbangu <---Dio-Padre <---Diodori <---Diogène <---Dipenderà <---Diplomats <---Direction Charles Ravier <---Direttore <---Direzione <---Direzione del Partita <---Diritto comune <---Diritto costituzionale <---Diritto internazionale <---Diritto marittimo <---Diritto processuale <---Dirk U <---Dirk U Stikker <---Discipline umanistiche <---Disco N <---Ditta <---Diversi <---Divi Angusti <---Divisione Cremona <---Dix <---Dizionario Archivistico <---Dl SINISTRA <---Docana <---Documents <---Dodecaneso <---Dolce <---Dolléans <---Domenico Buscarino <---Dominique Lecourt <---Dommanget <---Don Primo <---Don Romolo <---Donda <---Donizetti <---Donna Beatrice <---Donnez <---Donnés <---Dopo Althusser <---Dossier NATO <---Dottrina Eisenhower <---Dottrina McNamara <---Dottrina Truman <---Dougall <---Dousa <---Dove La Penna <---Dramatis <---Draper <---Du Bots <---Dualchi <---Dubrovnik <---Dueil <---Dufay <---Dufay di Nuper <---Dulles <---Dulles-Adenauer <---Duménil <---Dunedin <---Dunstable <---Dupont White <---Dushanbe <---Dutch Petroleum Company for New Guinea <---Duynster <--- <---Démocratie Nouvelle <---E Carlo Marx <---E De Gasperi <---E.N.I. <---Eaesi <---Eastern Central Highlands <---Ebrei <---Echange <---Economic Organization <---Economie I <---Economie II <---Economique Appliquée <---Ecumenico Vaticano <---Edevit <---Edimburgo <---Editions Sociales <---Edizioni Scientifiche Italiane <---Edmondo De Amicis <---Eduard Fraenkel <---Edward C <---Efisio Lorigas <---Egitto <---Ein <---Ein Lebensbild Karl Marx <---Eisenhower in Italia <---El Assad <---Eleanor Marx <---Electrola <---Elements <---Elencò <---Eleonora Giudichessa di Arborea <---Elettronica <---Eliade <---Elisabethville <---Elk Hair <---Elleinstein <---Elmo Zumwalt <---Elvio Cinna <---Eléments <---Elémire Zolla <---Emanuele III <---Emerging <---Emil Du Boys <---Emilio Lussu <---Enciclopedia Italiana <---Enea Cerquetti <---Energie Nuove <---Engels a Paul <---Engelsa <---England <---Ensaio <---Ente di Riforma <---Enver Bey <---Enzo Collotti <---Enzo Tagliacozzo <---Eoka <---Epicuro <---Epikilipikili <---Epistemologia <---Epistémologie <---Epitaphe <---Eranos Jahrbuch <---Erdal Inonu <---Eregli <---Ermeneutica <---Ernst Drahn <---Erschaflung <---Esecuzioni del Piccolo Complesso <---Espiritu <---Esquisse <---Essays <---Essence <---Establet <---Estampie <---Esteri Lord Curzon <---Esteri Nenni <---Etat <---Eternit Siciliana <---Ethiopien <---Etienne Balazs <---Etnografia <---Etnologia <---Età <---Eugenio Donadoni <---Eugenio Garin <---Eugène Buret <---Eulandier <---Europa ACE <---Europa-Stati <---Evidentissima <---Evren <---Excelsa <---Explanation <---Ezio Franceschini <---F.A. <---F.C. <---F.E.C. <---F.G. <---F.O.B.B. <---F.P. <---F.S. <---Facciamola <---Facoltà di Filosofia <---Facundo <---Faffossatrice <---Faisal <---Faletta <---Fanfani <---Fang del Gabon <---Farò <---Fasino <---Fatma Dost <---Fauré <---Fawzi Salu <---Fayard <---Federale Turco <---Federazioni Comunista <---Federbraccianti <---Federico Artesio <---Federico Artusio <---Federico Guglielmo <---Federico II <---Federico III <---Feisal Al Atassi <---Felice Alderisio <---Felice Alrlerisio <---Feliciuzza <---Feltrinelli Editore <---Femmine <---Fenghi <---Fenton <---Ferrari <---Ferrarino <---Ferruccio Parri <---Festmusik <---Fidelity LL <---Fiera di Milano <---Figlio di Dio <---Filindeu Giovanni <---Filippo Frassati <---Filles <---Filologia classica <---Filosofia cinese <---Filosofia del diritto <---Filosofia della natura <---Filosofia della pratica <---Filosofia e storia <---Filosofia italiana <---Filosofia tedesca <---Filosofia teoretica <---Finiamola <---Finita <---Finmeccanica <---Firmò <---First Series <---Fisheries <---Fisica atomica <---Fistetti <---Fleur de Rhétorique <---Fleurus <---Flora Tristan <---Floris Antonio Maria <---Floris Gonario <---Floris Leonardo <---Floris Raffaele <---Flos <---Foch <---Folklore <---Fondamentalmente <---Fondazione Rockefeller <---Fondò in Francia <---Fonni <---Food <---Foot Moore <---For Marx <---Forattini <---Foreign <---Foreign Affairs <---Foreign Relations <---Foreword <---Forges Davanzati <---Fortini <---Fortleben di Lucano nel Medioevo <---Forze <---Foster Dulles <---Fourier <---Fournière <---Fragments <---Franca Gazzarri <---France Nouvelle <---France Observateur <---Francescane <---Franceschini <---Francesco De Sanctis <---Francesco Flora <---Francesco Gennaro <---Francesco Giuseppe <---Francesco Murgia <---Franchino Gaffurio <---Franchoise <---Francia Balzac <---Francia Libera <---Francisco Rebello <---Franco Bertone <---Franco Fortini <---Francoforte <---Franz Xavier <---François Perroux <---François Villon <---Frari <---Fratelli <---Frazer <---Freiligrath <---Friburgo <---Friedrich Engels <---Friedrich Leo <---Friedrich List <---Friedrich Spiro <---Front Royal <---Fronte popolare <---Frossard <---Fss <---Fulgens <---Fumeux <---Funtana <---G.F. <---G.L. <---G.M. <---Gabinetto <---Gaetano Trezza <---Gallipoli <---Ganci <---Gandhi <---Garippa Giuseppe <---Garnier <---Garnier-Flammarion <---Gaston Bachelard <---Gattopardo <---Gaudium <---Gavino Congiu <---Gedanken <---Gedda <---Gegenwart <---Geistliche <---Gela <---Gemeinwesen <---Gemenskap <---Genetica <---Gengis Khan <---Gennaro Acquaviva <---Gentile a Ernesto Codignola <---Geografia <---George Kennan <---George Meany <---George Thomson <---Georges Canguilhem <---Geova <---Gerhardsen <---Germania Tacito <---Germania di Bonn <---Germany <---Germiania <---Gerschenkron <---Gerusalemme <---Gesammelte Schriften <---Gesellscha <---Gesù Cristo <---Gev Donc <---Ghana <---Ghizeghem <---Ghost Dance <---Giacarta <---Giakarta <---Gian Casimiro <---Gian Pietro <---Giancarlo Caselli <---Giancarlo Lannuti <---Gianfranco Mingozzi <---Gianluigi Melega <---Giannozzo Manetti <---Giappichelli <---Gibilterra <---Gilles Binchois <---Gilles Mureau <---Gino O <---Gioacchino Pepoli <---Giobbe di Rapisardi <---Giolitti <---Giorgio Lukacs <---Giorgio Mori <---Giorgio Mortara <---Giorgio Pasquali <---Giorgio Valgimigli <---Giornale storico della letteratura italiana <---Giorni <---Giovani Turchi <---Giovanni Agnelli <---Giovanni Angella <---Giovanni Bertacchi <---Giovanni Gallittu <---Giovanni Giolitti <---Giovanni Grissantu <---Giovanni Macchia <---Giovanni Manunta <---Giovanni Menneas <---Giovanni Menrteas <---Giovanni Scopoli <---Giovanni in Persiceto <---Giovoni Santino <---Giudicato di Arborea <---Giugno <---Giulio Preti <---Giunta Milazzo <---Giunti <---Giurisdavidici <---Giuseppe Ferrara <---Giuseppe Ferrari <---Giuseppe Lovicu di Orgosolo <---Giuseppe Marotto <---Giuseppe Mazzini <---Giuseppe Stalin <---Giuseppe Tamburrano <---Giussani <---Giustizia <---Giustizia di Camillo Prampolini <---Giustizia di Demirel <---Già Bachelard <---Già Engels <---Giù <---Glencoe <---Gli Indonesiani <---Gli USA <---Gliederung <---Gnomon <---Goethe <---Goffredo Volpes <---Golan <---Gold Coast <---Goldoni <---Golfo <---Golfo Persico <---Golgota <---Gollancz <---Gonella <---Gorki <---Gosinrizdat <---Gothic Cathedral <---Gott Sch <---Governi di Roma <---Governo Indonesiano <---Governo Milazzo <---Governo Nitti <---Goya <---Gracias <---Graecorum <---Graegori <---Graf <---Graf a Turati <---Graf-Rapisardi <---Gramsci Il <---Gramsci sulla Rivoluzione <---Gran Bretagna <---Gran Consiglio <---Grande Eccellenza <---Grande Festa <---Grande Libano <---Grande Messaggio <---Grande Spirito <---Grands <---Grave <---Grayson Burgess <---Grazie a Dib <---Greenwood <---Gregers Werle <---Gregorio I <---Gregorio I Magno <---Grigioni <---Grillenzoni <---Grissantu Andrea <---Grissantu Carlo <---Grissantu Giovanni <---Grivas <---Gromiko <---Gronovius <---Grosoli <---Grossmann <---Grundlagen <---Grundrisse <---Gruppo <---Gruppo Strategico <---Gràmsci <---Guarda Turati <---Guayana <---Guerra Enver <---Guggenheim <---Guglielmo Ferrero <---Guglielmo II <---Guglielmo Tagliacarne <---Guicciardini <---Guild DG <---Guillaume Du Fay <---Guillaume Dufay <---Guillaume de Machault <---Guinea Britannica <---Guittone <---Guizot <---Gulf <---Gulf Italia <---Gunnar Carlsson <---Gunzi <---Gunzi-Kakista <---Gunzikakiste <---Gunzismo <---Gunzismo-Amicalismo <---Gunzista <---Gunzista-Amicalista <---Gursel <---Gustave Le <---HENRYK GROSSMANN <---Haberl <---Hachette <---Haeckel <---Hafez El <---Hagendahl <---Halle <---Hamburg <---Hammerskjold <---Hancock <---Handbook <---Handsome Lake <---Hans Gillesberger <---Hardinge <---Harold Spencer <---Harriman <---Harry Truman <---Harvard <---Hatay <---Hatta <---Hauhauism <---Have <---Hayes <---Hayne <---Hayri Urguplu <---Hegel-Marx <---Heiliger Geist di Balthasar Resinarius <---Heinrich Besseler <---Heinze <---Helmholtz <---Henri Le <---Henri Saint <---Henry R Luce <---Henry S <---Henry S Woodbrige <---Herbert Marcuse <---Herbert Spencer <---Herzen <---Hibbert Journal <---Himmler <---Hinman Allenby <---Hinnawi <---Historiae Musicae <---Hitler <---Ho Chi Minh <---Hohenzol <---Hohenzollern <---Holas <---Hommes <---Hommes-Dieux <---Homs <---Hosni Ez <---Houghton Mifflin Comp <---Housman <---Huizinga <---Huseyin Inan <---Huxley <---Hymnen <---Hélas <---I Promessi Sposi <---I.F. <---Iaica <---Ibandla <---Ibsen <---Iconografia <---Idano <---Iddu <---Identity <---Idéologie <---Ieggi <---If Jesus <---Igiene <---Iglesias <---Iglesiente <---Ignazio Pirastu <---Il Comitato <---Il Comunista <---Il Confino <---Il Congresso <---Il Costume <---Il Giornale <---Il III <---Il Kant <---Il LA PENNA <---Il MIFED <---Il Machiavelli <---Il Manifesto <---Il Messianesimo <---Il P C I <---Il Papa <---Il Partito <---Il Ponte <---Il Regno <---Il Saggiatore <---Il bolscevismo <---Il disgelo <---Il segretario di Stato <---Ile I <---Ilr <---Ilte <---Iltit <---Imola <---Imperii <---Improvement Association <---In Assise <---In Germania <---In Italia <---In Marchesi <---In Oriente <---In Turchia <---In È <---Incalzò <---Incominciò <---Incomparable <---Indian Messiah <---Indian Religion <---Indian Shaker <---Indian Shakers <---Indian-White <---Indices <---Indicherò <---Indie Olandesi <---Indie Orientali Olandesi <---Indien <---Indigénisme <---Indios <---Indonesian Problem <---Indonesian Society in Transition <---Indonesie <---Industriale Palermitano <---Industrie in Barbagia <---Infine La Penna <---Inonu in Turchia <---Instrumental <---Intensification <---International Review <---Internationaux <---Internazionale <---Internazionale Comunista <---Internazionalmente <---Interni Serit <---Interni Talat <---Interpréte <---Interpréte PAUL <---Intorno a Gramsci <---Introduction a Pages de Karl Marx <---Io Stato <---Ioro <---Iraq <---Iring Fetscher <---Irkutsk <---Irochesi <---Iroquois <---Irrazia <---Isik <---Isla de Pinos <---Ismet Pascià <---Isorhythmic Motets <---Istambul <---Istituto <---Istituto nordamericano per lo sviluppo del lavoro libero <---Italian Renaissance <---Italiana di Musicologia <---Italie <---Italy <---Ivory Coast <---Iza <---J.O.C. <---JACQUES CAMATTE <---Jahrbuch <---Jahrbuch I <---Jahren <---Jamaican <---James Burnham <---James Callaghan <---James Warburg <---Jan May <---Jannas <---Jannequin <---Jardin de Plaisance <---Jean Lemaire <---Jebel <---Jehovas Vittnen <---Jena <---Jeunesse <---Jeunesse Etudiante Chrétienne <---Joannis Zonarae Epitome Historiarum <---Joazeiro <---Johannes Tinctoris <---Johannes Wolf <---John Beckett <---John Dunstable <---John Law <---John Lewis <---John Locke <---John Rave <---John Stuart Mill <---John Wilson <---Johnson Cyrus Vance <---Joseph Déjacque <---Josquin <---Josquin Desprès <---José Dolores Bautista <---Journées <---Juillet <---Julian L <---Julian L Hayes <---Juratos <---Juratu <---Justesse <---Juvelier <---Juvenis <---K.M. <---Kafka <---Kahnt Nachfolger <---Kakismo <---Kakista <---Kalsa <---Kalsaas <---Kamma <---Kanti <---Kantilenen <---Kantilenen-Messen <---Karamanlis <---Karl Korsch <---Karl Kraus <---Karl Ludwig <---Karsz <---Katà <---Kautsky <---Kees Otten <---Kefauver <---Kemal-Ataturk <---Kenan Evren <---Kenyatta <---Kere <---Kerenski <---Khaled Begdash <---Kierkegaard <---Kiesewetter <---Kiev <---Kikuyu del Kenya <---Kimbagu <---Kimbangismo <---Kimbangista <---Kimbangu <---Kinshasa <---Kirov <---Kitawala <---Kitower <---Kiyoka <---Kizildere <---Klagenfurt <---Klassenbewusstsein <---Kommune <---Konrad Ruhland <---Koray Dogan <---Koreri <---Korsch <---Koruturk <---Koréri <---Koréri-Bewegingen <---Kossuth <---Kotelawala <---Kovanscina <---Kreuznach <---Krilenko <---Krusciov <---Kufinu Philippe <---Kulturen <---Kulturgeschichte <---Kulturwandel <---Kumu <---Kunstprosa <---Kuo Min <---Kuomintag <---Kuomintang <---Kuper <---Kurdistan <---Kyp <---Kyrie <---L.G. <---L.L. <---L.N. <---L.P <---L.P. <---L.R. <---LOMBARDO RADICE <---La Alfonsina <---La Barre <---La Civiltà Moderna <---La Commissione <---La Conferenza <---La Critica <---La D C <---La Danza degli Spiriti <---La Direzione del Partito <---La Europa <---La FSS <---La Federazione di Nuoro <---La Fionda <---La Germania <---La Grande <---La Guerre Sainte <---La Legge <---La Loggia <---La Madre di Gorki <---La Marx <---La Miami <---La Morra <---La Musica <---La NATO <---La Natività <---La Necessità <---La Nef <---La Nouvelle Criti <---La Nouvelle Critique <---La Penna <---La Pergola <---La Pernette <---La Prefazione <---La Presidenza <---La Prussia <---La Rechèrche <---La Revolution <---La Russie <---La S <---La Sacra <---La Salamandra <---La Santa Sede <---La Scuola Cattolica <---La Siberia <---La Siria <---La Société <---La Sofis <---La Spagna <---La Spezia <---La Vita <---La casa <---La popolare <---La rivoluzione contro il Capitale <---Labanta <---Labica <---Labriola II <---Labriola-Gramsei <---Lacan <---Lachmann <---Lamarck <---Lamentatio Sanctae <---Lamentatio Sanctae Matris Ecclesiae <---Lamentation <---Lamentazioni di Geremia <---Lannoy <---Lannoys <---Lantins <---Laos <---Laotsè <---Laplace <---Lascialo <---Lasciateci <---Lassami <---Lasso <---Latakia <---Lavori Pubblici <---Lavoro <---Lavoro Libero <---Lazzarettismo <---Le ACLI <---Le Bon <---Le Bonniec <---Le Capital <---Le Chapelier <---Le Contrat <---Le Jardin <---Le Kitawala <---Le Lettere <---Le Mahdisme <---Le Parti <---Le Van Duc <---Leakey <---Leben <---Lebenschauung <---Lectura de Marx <---Leeuw <---Lefort La <---Lefèvre <---Leggere Il Capitale <---Leibniz <---Leipzig-Berlin <---Leipziger Allgemeine <---Leitung Konrad <---Lelio Basso <---Lemnitzer <---Lenin Gramsci <---Leningrado <---Leo Marchesi <---Leonardo Giustiniani <---Leone XIII <---Leopardi <---Leopoldo Francherai <---Leopoldo Franchetti <---Lereu Giovanni Andrea <---Les <---Les Egaux <---Les Messies <---Les Mouvements <---Les Pawnees <---Les Questions <---Les Temps <---Les Temps modernes <---Lesbo <---Leske di Darmstadt <---Letras <---Lettera a Régis Debray <---Lettere di Gramsci <---Leuckert <---Lexique de Marx <---Liandru Giovanni Battista <---Liber I <---Libero Bizzarri <---Libertini <---Libri <---Libro Bianco <---Libro III <---Libro del Capitale <---Liebesliederwalzer <---Ligue <---Liguori <---Liguria <---Limitandoci <---Limitandosi <---Lingua <---Linguistica strutturale <---Linton <---Lione <---Lisander <---Lissabon <---Litowski <---Lituania <---Livio Antonielli <---Livre <---Livre I <---Lloyd George <---Lo Magro <---Lo Spettatore <---Lo Stato <---Lockefeer <---Loddo Canepa <---Loddo-Canepa <---Loggettività <---Logu <---Logudoro <---Lollove <---Lombardia <---Londra a Washington <---Longuet <---Loqueville <---Lord Curzon <---Lord Hardinge <---Lorenzo Monaco <---Loriot <---Lospinoso <---Lottano <---Louis Janover <---Louis de Savoie <---Louls <---Lower Congo <---Lowie <---Lucano nel Medioevo <---Luci ed ombre del Congresso di Mosca <---Luciana Castellina <---Luciano Cafagna <---Luciano Guerzoni <---Lucien Goldmann <---Lucio COLLETTI <---Lucques <---Lucrezio-Virgilio <---Lucrèce <---Ludwig Dindorf <---Ludwig Feuerbach <---Ludwig Roth <---Lughes <---Luigi Ambrosoli <---Luigi Bonaparte <---Luigi Casti <---Luigi Gedda <---Luigi Pintor <---Luigi Rodelli <---Luigi Salvatorelli <---Luisa Calogero <---Luisa Maciocchi <---Luiz Francisco <---Lukenie <---Lukoi <---Lukusu <---Lukàes <---Lumière <---Lumpenproletariat <---Lupi grigi <---Lute Ensemble <---Luzzatto <---Lycée <---Lyrichord <---Lyrichord High Fidelity <---Lyssenko <--- <---Lénine <---Léninisme <---Léon Blum <---Léopold Senghor <---Lévy <---Lévy-Bruhl <---Lévy-Strauss <--- <---M.A. <---M.E.C. <---M.F. <---M.G. <---M.L.M. <---M.P. <---M.S.I. <---M.T. <---M.V. <---Ma Craxi <---Ma Giolitti <---Ma La Cavera <---Ma Stalin <---Ma Zeus <---Ma a Krusciov <---Ma dalla Russia <---Ma in Ideologia <---Ma nella Storia <---Mac Carty <---Mac Namara <---Macaluso <---Macchi <---Macchi MB <---Machault <---Macherey <---Machiavelli <---Macomer <---Madagascar <---Madonna Addolorata <---Madonnas <---Madonne di Lorenzo Monaco <---Madrid <---Madrigal Singers <---Magdalena Rufer <---Magnani <---Magnanimae <---Magnas <---Magnificat VI <---Majorana <---Majore <---Makarios <---Malaspina <---Malateste <---Malenkov <---Malesia <---Malraux <---Malta <---Mamaia <---Mambwe People <---Mammì <---Managerial Revolution <---Manara Valgimigli <---Manca Francesco Antonio <---Manchester <---Manciuria <---Mancò <---Mani <---Manica <---Manifestes <---Manifesto del Partito <---Manila <---Manio Pomponio <---Manlio Brosio <---Manlio Sempronio Gracco <---Manlio Torquato <---Manuale di Bukharin <---Manus <---Manuscrits <---Manuskript <---Manziana <---Mao-Tze-Tung <---Maometto <---Maqueda <---Mar <---Mar Mediterraneo <---Mar Rosso <---Marcantonio Bragadin <---Marcel Hayez <---Marche <---Marchesato <---Marchesi <---Marcus Garvey <---Mare di Levante <---Margaret Manale <---Maria Capo a Vetere <---Maria Luisa <---Maria Rimoldi <---Maria del Fiore <---Mariangela Tolu <---Marianronia Fogu <---Marineo <---Mario Battasi <---Mario Berlinguer <---Mario Carbone <---Mario Colletti <---Mario Rapisardi <---Marmara <---Marocco <---Marotta <---Marotto <---Marquard <---Marta Harnecker <---Marte <---Martinov <---Martoff <---Marx Pages <---Marx di Federico <---Marx nella Pléiade <---Marx-Engels-Lenin <---Marx-Forschung <---Marx-Lassalle <---Marx-Lenin <---Marxism Today <---Marxisme <---Marxismus <---Marxismusstudien <---Marxistes <---Marxistes-Léninistes <---Marxistische Kritik <---Marxschen <---Marxschen Kapital <---Marzabotto <---Masaryk <---Masjumi <---Maspero <---Masses <---Massimo Robersi <---Massimo Robersii <---Massola Giovanni <---Mastellone <---Masterpieces <---Matematica <---Materiali di Storia <---Matrice <---Mattick <---Mattu Santino <---Maté <---Matérialisme <---Mau Mau <---Mau-Mau <---Maurizio Ferrari <---Mavonda Ntangu <---Max Adler <---Max Eastman <---Max Leopold Wagner <---Max Miiller <---Maximilien Rubel <---Maynaud <---Me Peace <---Means <---Meany <---Media <---Media Oriente <---Medici Rie <---Medici di Agricoltura <---Medicina <---Medicina in India <---Medio-Evo <---Meditatela <---Meditatele <---Mediterranela <---Mehmed <---Mehmed V <---Mehmed VI <---Meisenheim <---Melanesia <---Melanesian <---Melanesien <---Mele Giuseppe <---Melimi <---Melzi <---Mema <---Memling <---Menato <---Meninfili <---Menneas Domenico <---Menneas Egidio <---Menneas Giuseppe <---Menominee Indians <---Menomini Powwow <---Mensural Notation <---Merce <---Mereu Luigi <---Merry del Val <---Mesina <---Mesina Antonio <---Mesina Francesco <---Mesina Vincenzo <---Mesopotamia <---Messa <---Messa Dufay <---Messa Se <---Messa da Requiem <---Messekompositionen <---Messen <---Messiahs <---Messianic <---Messianisme <---Messianismes <---Messianismes Brésiliens <---Messiasglauben in Indien <---Messico <---Messire Gille Arpin <---Messire Guillaume <---Metraux <---Mezzogiorno <---Michael Morrow <---Michel Aflaq <---Michel Verret <---Michele Gandin <---Michele Zevaco <---Micromillénarismes <---Middle Ages <---Migrations <---Mikoian <---Milazzo <---Milford <---Milieu Social Interne <---Mille <---Millecinquecento <---Millennium <---Milliyet <---Millénarisme <---Millénarisme Russes <---Millénarismes <---Milwaukee <---Minasola <---Mineralogia <---Minervini <---Ministro Medici <---Ministro degli Esteri <---Ministère <---Minucio Felice <---Mirandas <---Miroslav Venhoda <---Miseria <---Misilmeri <---Missa Ave <---Missa Caput <---Missa Fuit <---Missa Sancti <---Missa Sancti Antonii Viennensis <---Missa Sancti Jacobi <---Mission <---Missionary <---Missionary-African <---Missioni Consolata <---Missions <---Missions Chrétiens <---Misticismo estetico <---Miti <---Mnxx <---Modena <---Moissonier <---Mokone <---Moleschott <---Molfetta <---Mombasa <---Mon <---Mondes <---Mondo Operaio <---Moneta <---Monni Salvatore <---Monographische Studie <---Monotheismus <---Montagne <---Monte Labro <---Monte Maore <---Monte Pellegrino <---Monte Sion <---Montecitorio <---Montelepre <---Montesquieu <---Montreal <---Montreux <---Monumenta Germaniae <---Monza <---Morale marxista <---Morgari <---Moribus <---Moriz Haupt <---Moro Domenico <---Moro Nicola <---Moro Pasquale <---Mosconi <---Moscou <---Moses Hess <---Moskau <---Moskva <---Mossul <---Motetten <---Mouton <---Mouvement <---Movement in Britist Central <---Movimento Laureati <---Movimento Maestri <---Mozart <---Muana <---Muana Lesa <---Muana Okanga <---Muccl <---Mulino Pecoraro <---Multatuli <---Mundi <---Munro <---Munsegnores <---Murgia Antonia <---Murgia Francesco <---Murgugliai <---Muro Lucano <---Muru Francesco <---Muscau Antonio Fedele <---Muscau Giuseppe <---Museum City <---Musica <---Musical Quarterly <---Musicology di Roma <---Musikgeschichte <---Musina Giuseppe <---Musique <---Mustafa Kemal <---Mustafa Timisi <---Mustapha Mond <---Mélanges Pierre <---N.G. <---N.M. <---NEP <---Nabdatul Ulama <---Nachlasses <---Nachwort <---Nahdatul Ulama <---Nanà <---Nanà di Zola <---Napoleone I <---Napoleone III <---National Security Council <---Nationalismes <---Nationalreligion <---Nativistic Movements <---Nato di Franco Bertone <---Natural History <---Nazim Al Qudsi <---Nazioni Unite <---Ne Gli <---Nebelspalter <---Nebili degli Azande <---Necaev <---Necessità Storica <---Necmettin Erbakan <---Negli USA <---Negra <---Negri <---Negro <---Negro Improvement <---Nei q taiirc <---Neisse <---Nell'Indonesia <---Nell'Introduzione <---Nell'Unione <---Nell'Unione Sovietica <---Nellambito <---Nelle Noterelle di G C Abba <---Nello Stato <---Nemi <---Nerva <---Neue Rheinische Zeitung <---Neue Zeit <---Neues Deutschland <---New Deal <---New Definition <---New Guinea <---New Haven <---New Left Books <---New Lives <---New Oxford <---New York Times <---Nicchiara <---Nicola Barbato <---Nicola Bombacci <---Nicola Moro <---Nicola Sanna <---Nicola Taras <---Nicolai Podgorni <---Nicolas Grenon <---Nicora <---Nihat Erim <---Nimuendayu <---Nitti <---Nkamba <---Noi in Italia <---Noi in Russia <---Noirs <---Nolis Luigi <---Nomi <---Non abbiamo bisogno <---Nonesuch <---Nonesuch H <---Nonesuch Records <---Nord Europa <---Nord Italia <---Nord-America <---Nord-Atlantico <---Nord-Ovest <---Nordafrica <---Norden <---Normale Supérieure <---Northern Rhodesia <---Notaro <---Note sul Machiavelli <---Notion <---Notiziario Economico Finanziario Siciliano <---Notizie NATO <---Nouvelle Vague <---Nouvelles Hébrides <---Novantadue <---Novecento <---Nuatri <---Nuova Delhi <---Nuova Gerusalemme <---Nuova Guinea <---Nuova Guinea Occidentale <---Nuova Guinea Olandese <---Nuova Rivista Storica <---Nuova Turchia <---Nuova rivista storica <---Nuovo Gramsci <---Nuper <---Nyakyusa <---Nyassa <---Nzambi Pungu <---Né Malraux <---Né Millerand <---Né in Indonesia <---Nécéssité <---Nésciunu <---O.A. <---O.G.C. <---O.R.T.F. <---O.S. <---OSA <---Ober Marx <---Objets <---Obrecht <---Occhi <---Occhio <---Occidentale in Indonesia <---Oceania XXIX <---Oceania XXVII <---Ockeghem <---Océanistes <---Odi <---Oekonomie <---Oeuvres <---Oeuvres di Karl Marx <---Oeuvres di Marx <---Oeuvres di Marx nella Pléiade <---Offenbach <---Oggettivandolo <---Ogni <---Ogni Stato <---Oken <---Okonomie <---Olai <---Olandese Indonesiana <---Oman <---Omnes <---Onofri sul Contemporaneo <---Onofrio Casano <---Onofrio Casano del Comando <---Onorato Succu <---Opera <---Opera dei Congressi <---Opuscoli Accademici <---Orani <---Ordine nuovo <---Ordinò <---Organisateurs <---Organisml <---Organizzazione degli Stati <---Orgolese <---Orgolesi <---Orgoloso <---Orientalistica <---Origgio <---Orlando-Sonnino <---Orokaiva <---Orokaiva Magic <---Orokaiva Society <---Orotelli <---Orulu <---Oskian <---Oslo <---Osman Bolukbashi <---Ottana <---Ottica <---Otto Bauer <---Ottobre <---Ottone Rasai <---Outlook <---Ouwatli <---Oxford History <--- <---P.C. <---P.F. <---P.G. <---P.I. <---P.M. <---P.P. <---P.P.I. <---P.S.I. <---P.U.F. <---P.V. <---Pablo Neruda <---Pace di Orgosolo <---Pacific Islands <---Pacific Northwest <---Pacific Oil <---Padang <---Padmiro Togliatti <---Padova <---Padri Gesuiti <---Padua <---Paese Sera <---Paganuzzi <---Paimiro Togliatti <---Pais-Serra <---Pakeha <---Palazzo Reale <---Paleografia <---Palestrina <---Pallanza <---Palmero Togliatti <---Panamerican Airways <---Panindianismo <---Pantelleria <---Panzieri <---Paola Boccardt <---Paolo Spriano <---Paolo VI <---Papa Ratti <---Papa Sarto <---Papa Wojtyla <---Papadopulos <---Papae Registrum <---Papale Italiana <---Papam Lou <---Papandreu <---Papouasie <---Pappae <---Papparato <---Paradis Perdu <---Paratore <---Pareille <---Parlamento Siciliano <---Parlamento di Francoforte <---Parlo <---Parola <---Parole <---Parousie <---Parteiarchivs <---Partenza <---Particolaritá <---Particolo <---Partinico <---Partiti in Europa <---Partito Comunista Francese <---Partito Nazionalista <---Partito Sardo <---Partito Socialista <---Partito del Lavoro <---Partito del Millet <---Partito-Stato <---Paschalina <---Pasciukanis <---Pascoli <---Pasquali <---Patin <---Patriae <---Patteri Antonio Pasquale <---Patti del Laterano <---Patto Atlantico <---Patto di Varsavia <---Paul Ernst <---Paul Ewald <---Paul Giniewsky <---Paul Krueger <---Paul Ricoeur <---Paura <---Pausania <---Pausaniae Grae <---Pax Romana <---Payot <---Pcc <---Pci <---Pcus <---Peace Conference <---Peacemaking <---Pechino <---Peiotismo <---Peiper <---Peiper-Richter <---Pejote Cult <---Pelloux <---Peoples <---Pepoli <---Peppino Mai <---Peppino Marotto <---Peppino Mereu di Tonara <---Per Hegel <---Per Nitti <---Perché Andreotti <---Pereira de Queiroz <---Pereira de Quieroz <---Peretrazione <---Perroux <---Persiceto <---Persone <---Pestratto <---Peter Grace <---Petit Coclicus <---Petrassi <---Petronio Arbitro <---Petrullo <---Pettazzoni <---Pettazzoni a Ernesto Codignola <---Peyatism <---Peyote Cult <---Peyote Religion <---Phantom <---Pharsalia <---Philips <---Philosophie <---Philosophy <---Pia XI <---Piacenza <---Piana degli Aranci <---Pianezzola <---Piano <---Piano Acheson <---Piano Marshall <---Piano Pie <---Piano Radford <---Piano Vanoni <---Piano di aiuti <---Piatakov <---Piazza Donnissini <---Pibul <---Piccardia <---Piccole <---Pichireddu Maria Antonia <---Piemonte <---Piera Lado <---Piero Livi <---Piero Treves <---Pierre Branchicourt <---Pierre Dailly <---Pierre Fontaine <---Pierre Leroux <---Pierre Mpadi <---Pierre Renouvin <---Pierre-Joseph <---Pietro Aron <---Pietro Fer <---Pietro III <---Pietro Mastino <---Pietro Vieusseux <---Pietro-Pierre <---Piglio <---Pigorini di Roma <---Piisacane <---Pile <---Pinario Rusca <---Pincarico <---Pineda <---Pinos <---Pio X <---Pio XI <---Piove <---Pipes <---Piras Antonio <---Pirenei <---Pireo <---Pisacane <---Pisanello <---Pisciotta <---Pittaluga <---Pittanu Moretti <---Pizzardo <---Plaisance <---Plekhanov <---Plon <---Plummer <---Pléiade <---Podda Egidio <---Podda Luigi <---Poddighe <---Podimus <---Podrecca <---Poeti <---Policies <---Polinesia <---Politica <---Politique <---Polonia Federico <---Polynesian Society <---Pono <---Ponomariov <---Ponte <---Popoli <---Poriginaria <---Porro <---Porta <---Porta Pia <---Portogallo <---Pos TILLA <---Posen <---Positions <---Post-Communio <---Posta <---Posto <---Potenze Occidentali <---Pour <---Povarin <---Prague Madrigal <---Pratiche Editrice <---Prefazione a Per <---Prefetto di Nuoro <---Pregandolo <---Prelati <---Preoc <---Presa <---Presburgo <---Presence Africaine <---Presidente Eisenhower <---Presidente Milazzo <---Presidente Sukarno <---Presidente del Consiglio <---Presidente del Tribunale di Nuoro <---Presiding <---Presse de Paris <---Preuves <---Preziosi <---Prii <---Primavera silenziosa <---Primitiven <---Primo Mazzolari <---Primo Ministro <---Priolo <---Probleme <---Procaspio <---Prodam <---Produktionsprozesses <---Produzlone <---Profeti <---Proletari di tutti i paesi unitevi <---Prophetentum <---Prophetismus <---Prophétisme <---Propos <---Propuesta <---Prorincia <---Proserpina <---Protocollo Addizionale <---Provvidenza Ci <---Provvisoriamente <---Prp <---Prussia <---Près <---Préface <---Psalm <---Psicanalisi <---Psicoanalisi <---Psychological <---Psychologie <---Pubblica Sicurezza <---Public Museum <---Publication <---Puccinelli <---Pucelotte <---Puisque <---Puligheddu Antonio <---Pur <---Purcell Consort <---Purg <---Purgatorio <---Pvm Convegno Volta <---Père Laurent de Lucques <---Quaderni ACI <---Quam <---Qudsi <---Queiroz <---Quelque <---Quelques <---Questionnaire <---Questore di Nuoro <---Questura di Firenze <---Qui G <---Quieroz <---Quis <---Qumran <---Quwatli <---R.A.U. <---R.D. <---R.P. <---RDT <---Rabelais <---Raccolta <---Racconterò <---Race Nègre <---Rachel Carston <---Racial <---Radical America <---Raffaele Pettazzoni <---Ragusa <---Rama Pasquale <---Ramacina <---Rana Francesco Maria <---Rancière <---Range Ballistic <---Rangoon <---Rapallo <---Rapisardi <---Rasiom di Augusta <---Rasputin <---Rassegna Pugliese <---Rassegna storica del Risorgimento <---Reaction <---Reading Capital <---Recherche Scientifique <---Reclam <---Reges Tharsis <---Regione <---Registrum Epistolarum <---Regno di Dio <---Reinbek <---Reisebilder <---Religion in Geschichte <---Religione nella Grecia <---Religious <---Remarque <---Remigio Sabbadini <---Renner <---Renoir <---Renzo Laconi <---Renzo Renzi <---René Albrecht <---Reply <---Repubblica Araba Unita <---Repubblica Italiana <---Repubblica Papale <---Repubblica dei Soviety <---Repubblica di Salò <---Repubblica di Turchia <---Repubblica federale <---Resistenza a Roma <---Resultate <---Resveillez <---Resveilliés <---Retrospettivamente <---Revista <---Revitalization <---Revue <---Revue Socialiste <---Reykjavik <---Rhee <---Rhee in Corea <---Rheinische Zeitunt <---Rhétorique <---Riazanov <---Riccardiano <---Riccardo Lombardi <---Ricerche religiose <---Richard Owen <---Richter <---Ricorderò <---Ridotto <---Rifugiatisi <---Rilievo <---Rimbert <---Ringatu <---Ringatu dei Maori <---Ringraziarvi <---Rio Icano <---Ripeté <---Ripoluzione <---Rivarolo <---Rivista Italiana <---Rivista di Antropologia <---Rivista storica italiana <---Rivoluzione Francese <---Rivoluzione Sociale <---Rivoluzione di Lenin <---Rivoluzione di Ottobre <---Rjazanov <---Robbe Grillet <---Robbe-Grillet <---Robert Morton <---Robert Mossé <---Robespierre <---Robetro <---Robilant <---Roger Blanchard <---Roma Buchanan <---Romagna <---Romagnoli <---Romagnoli-Bignone <---Romano Ledda <---Romanorum Teubneriana <---Rommerskirschen <---Romolo Murri <---Ronald Steel <---Ronchi <---Rondeaux Resvellons <---Rorschach <---Rosa Luxemburg <---Rosberg <---Rosdolsky <---Ross E <---Rossana Rossanda <---Rubano Antonio <---Rubanu <---Rubanu Francesco <---Rubanu Pasquale <---Rubel <---Rudolf Hilferding <---Rue <---Rumori <---Russellismo <---Russes <---Russia Tolstoi <---Réflextions <---Rénaudel <---Rénould <---Réponse <---Réponse de Louis Althusser <---S.C. <---S.D. <---S.E.A.T.O. <---S.G. <---S.R. <---S.V. <---SAC <---SED <---Sabbie <---Saceur <---Sacra Regina di Andrea Antico <---Sacra Scrittura <---Sacro Cuore <---Sadat <---Sagana <---Saggio <---Saggio popolare di sociologia <---Saint Simon <---Saint-Gothard <---Saint-Simon <---Sainte-Beuve <---Saladini <---Salah Jedid <---Salario <---Salata <---Sales Giovanni <---Sallu <---Salvatore Giacomo Graziano <---Salvatore Poddighe di Dualchi <---Salvatore Tilocca <---Salvatorelli <---Salve Regina <---Salò <---Samarkand <---Samotracia <---Samsun <---Samuel Butler <---San Francisco <---San Nicandro <---San Paolo <---San Remo <---San Salvador <---Sanctam <---Sancte Spiritus <---Sanctis-Marchesi <---Sankuru <---Sanmore <---Sanna Antonio Nicolò <---Sant'Agostino <---Sant'Antiocu <---Santa Cecilia <---Santa Croce <---Santa Maria <---Santa Rosalia <---Santa Sede <---Santo Patrono <---Santo Sacrificio <---Santoli <---Sao Paulo <---Sapienza <---Saragat <---Saragattiano <---Sarai <---Sarni Hinnawi <---Sarraj <---Sarò <---Sassari <---Satgia Antioco <---Savants <---Savoie <---Scalarmi <---Scelba <---Scelsi <---Scevola Mariotti <---Scharnhorst <---Scheidemann <---Schema Vanoni <---Schicksal <---Schioppo <---Schlosser <---Schmidt <---Schumann <---Sciabbica <---Scialoja <---Science Economique <---Sciences Col <---Scientiarum Hungaricae <---Scientific Discovery <---Scientific Mon <---Scientificamente <---Scienze umane <---Sciolokhov <---Scopoli <---Scriptorum <---Scuola di Servizio Sociale <---Scusami <---Se Bisanzio <---Se Stalin <---Se Sukarno <---Se in Italia <---Se in Marxismo <---Seara <---Seassaro <---Seassaro di Milano <---Sebald Heyden <---Sebastiano Mereu <---Secci Giuseppe <---Secondo Rosario Romeo <---Secondo Rubel <---Secondo Walter Maturi <---Seghers <---Segni-Gullo <---Segretanato <---Seguy <---Selbsttatigkeit <---Selbstzeugnissen <---Selected Writings in Sociology <---Selezione <---Sembat <---Sembrò <---Semeria <---Senato degli Stati Uniti <---Sende <---Seneca <---Seneca Prophet <---Senghor <---Separatist Churches <---Serafino Aquilano <---Serafino Cambareri <---Serafino Romualdi <---Seraphim <---Serbia <---Serie M <---Serie Reflexe <---Serit Ku <---Serpente <---Serpente parlante <---Serra-Sanna <---Serrati <---Serrati-Graziadei <---Servizio Sociale <---Sessanta <---Sett& <---Setta <---Settantaquattro <---Settembre nero <---Seul <---Sezione Culturale <---Sezione di Milano <---Sferracavallo <---Sforza a Rapallo <---Shaker Church <---Shakerista <---Shatchman <---Shukri Al Quwatli <---Siberia <---Sicilia di Gianfranco Mingozzi <---Siciliani <---Sicindustria <---Siepwri <---Sierra Leone <---Signor Direttore <---Signori <---Signori Continentali <---Silvio Crespi <---Simon Kimbangu <---Simon Mpadi <---Simon Pierre <---Simon Toko <---Sincat <---Sini Bachisio <---Sini Francesco <---Sinkiang <---Siné <---Sio Antonio <---Sioux <---Sioux Outbreak <---Siria-Palestina <---Sismik <---Sismik I <---Sitting Bull <---Sjahrir <---Skyhawks <---Slatkine <---Slesia <---Slienger <---Slotkin <---Smirne <---Social <---Social Anthropology in Melanesia <---Social Philosophy <---Social Sciences <---Social Studies <---Socialisme <---Sociedades <---Societies <---Società Editrice <---Società Finanziaria <---Società Finanziaria Siciliana <---Societé <---Sociologia e filosofia <---Sociology <---Société Kumu <---Sofis <---Solares <---Soma <---Sommo Gerarca <---Sommo Pontefice <---Sopramonte <---Sopramontini <---Sorasi <---Sorbona <---Sorgono <---Sorighe Antonio <---Sorighe Giovanni <---Sorighe Raimondo <---Soro <---Soro Maddalena <---Soro Pasquale <---Soro Vincenzo <---Sorprenderà <---Sos <---Sospiri di Michele Zevaco <---Sotto Benedetto <---South African Foundation <---South American Indians <---South West <---South-East <---Southwestern Journal <---Sovereign Good <---Sovrana Potenza <---Sozialgeschichte <---Spartaco Borra <---Spartacus <---Spazziamo Orgosolo <---Specchio <---Spine Sante <---Spiritus Domini <---Spontanée <---Sprofon <---Squarcialupi <---Staatsapparate <---Staatsmotetten <---Stability <---Staden <---Staden-Jahrbuch <---Stainer <---Staline <---Stalingrado <---Stalinismus <---Standard Oil <---Standard Oil Company <---Standard United <---Stanley Buetens <---Stara <---State Mus <---Stati <---Stati Comunisti <---Stati Socialisti <---Stato Bello <---Stato Federale <---Stato Indipendente di Indonesia <---Stato Kissinger <---Stato Sovrano <---Stato Unitario <---Stato a Stato <---Stato dei Consigli <---Stato di Firenze <---Stato di Israele <---Stato di Kautsky <---Stato di Torino <---Stato libero <---Stato nei Soviet <---Stato-Chiesa <---Statuto Albertino <---Statò <---Stazione di Orgosolo <---Steel <---Stefanopulos <---Stendhal <---Stia <---Stoccarda <---Stockholm <---Stockmann <---Storia d'Italia Einaudi <---Storia del De Sanctis <---Storia della Chiesa <---Storia ecclesiastica <---Storia moderna e contemporanea <---Storia su Plauto <---Storia universale <---Storiografia francese <---Storiografia italiana <---Strasburgo <---Stretto di Messina <---Structuralisme <---Structuralist <---Stucka <---Studi Etruschi <---Studi storici <---Stàto <---Su ORGOSOLO <---Suat Hayri <---Sub Ar <---Succu Carlo <---Succu Carmine <---Succu Emiliano <---Succu Luigi <---Sud <---Sud Europa <---Sud dell'Alleanza Atlantica <---Sud-Africa <---Suetoni Tranquilli <---Suhrkamp Verlag <---Sujet <---Sulla contraddizione <---Sun Yat <---Sunday Times <---Sundi Ladi <---Sundkler <---Supererà <---Superius <---Supramonte <---Supraphon <---Supremum <---Sur <---Surabaya <---Sverdlov <---Svizzera <---Sykes <---Sykes-Picot <---Syngn <---Syntactica <---Syntagma Musicum <---Sèvres <---T.F. <---T.G. <---T.S. <---Ta Nea <---Ta T <---Taal <---Tacitoz <---Tagliarla <---Taipeh <---Talat Avdemir <---Talat Pascià <---Talché <---Talleyrand <---Tanganika <---Tanteddu Antonia <---Tanteddu Antonio <---Tanteddu Francesco <---Tanteddu Giovanni <---Tanteddu Pasquale <---Tanteddu Pietro <---Tappster <---Taras Antonio <---Taras Giovanni <---Taras Nicola <---Tashkent <---Tastevin <---Taunus <---Tavola Ro <---Tavola Rotonda <---Te-Ua <---Tecnologia <---Telefunken <---Teleologo <---Tempi <---Tener <---Tenga <---Tenuto dallo Stato <---Teologia cattolica <---Teoria <---Teoricismo <---Termini <---Termini Imerese <---Terra <---Terrore del Diavolo <---Terzaghi <---Terzo Reich <---Terzo tempo <---Tesarne <---Tesi su Feuerbach <---Tessoni Antonio Luigi <---Testi <---Testimonianze <---Textes <---Thai <---Thailandia <---Thaon di Revel <---The Austra <---The Azincourt <---The Bach <---The Berkeley Chamber Singers <---The Big <---The Dream Dance <---The Ghost <---The Guarani <---The Hague <---The Indian <---The Jehovah <---The Journal <---The Managerial <---The Menomini <---The Mensheviks <---The Messiah in Indonesia <---The Mormons <---The Musical <---The Musical Quarterly <---The Nation <---The Pejote <---The Peyote <---The Scientific <---The Swazi <---The Theory <---The Tupinamba <---The University <---The Upraised <---The Vailala <---Theodore Draper <---Theoretical Practice <---There <---Thomas Chevru <---Thomas Edward Lawrence <---Thonon <---Thoreau <---Thysville <---Théorie <---Tiberius <---Tiberius III <---Tieste <---Tifeo di Augusta <---Tijdschr <---Tino Ranieri <---Tipografia Vincenzo <---Titi Livi <---Tito Ebulo <---Tito Livio <---Tito Manlio <---Tittoni <---Tntli <---Tocco <---Toeplitz <---Toko <---Tolstoi <---Tolstoj <---Tolu Antonia <---Tolátoi <---Tommaso Fiore <---Tommaso Moro <---Tomo Nyirenda <---Tonara <---Topici del Riposati <---Torino-Roma <---Torna Papà dalla Baronia <---Torze <---Toscana Firenze <---Tottu <---Tous <---Tracia Orientale <---Tradizionalmente <---Trani <---Transition <---Trattato di Losanna <---Trattato di Rapallo <---Travallieurs Nègres <---Tremelloni <---Trenta <---Trevignano <---Trezza <---Tribal <---Trieb <---Triste España <---Troades <---Troia <---Trois <---Trono e Altare <---Trossarelli <---Trotskij <---Trotzkj <---Trovandosi <---Trovo <---True Temper <---Très <---Tupi-Guarani <---Turchia di Kemal Ataturk <---Turehia <---Turgut Ozal <---Turham Feyzoglu <---Turiello <---Turkes <---Turnabout <---Turnabout TV <---Tutzing <---Twonsend Hoopes su Foreign Affairs <---Tze Tung <---U.A. <---U.G.E. <---Ufficiali Americani <---Ufficio Militare <---Uganda <---Ugo Casalegno <---Ulan Bator <---Umanesimo-Riforma <---Umberto Cerroni <---Unione <---Unione Tipografico <---Unione popolare <---United Fruit <---United Kingdom <---Uniti <---Uniti E <---Uniti Harry <---Uniti in Asia <---Unità <---Università Indonesiana <---Università di Ulan Bator <---Unter <---Uppsala <---Upraised Hand <---Urbe <---Urgentibus <---Urghench <---Urguplu <---Urmono <---Urmonotheismus <---Ursachen <---Urzulei <---Usa nel Mediterraneo <---Utet <---V di Winston Churchill <---V.C. <---Vado <---Vaggioli <---Vaggioli II <---Vahlen <---Valentino Orsini <---Valguarnera <---Valle Padana <---Valurta Giovanni <---Van Eyck <---Van Gogh <---Van Wulfften <---Vandenberg <---Vanguard <---Vannes <---Varsavia <---Vaticano II <---Vedi V I LENIN <---Vedilo <---Velio Spano <---Venetia <---Venezia Giulia <---Venezuela <---Venga <---Venizelos <---Vera Zasulic <---Vergene <---Verlag Detlev <---Verlagsgesellschaft <---Verlaine <---Vernichtung <---Veronese <---Verrà S E <---Versuch <---Verula <---Vescovo <---Vexilla <---Vhistoire <---Via Cairoli <---Via F <---Via IV <---Via M <---Vicarios <---Vice-Presidente <---Victor Serge <---Videa <---Vienna Chamber <---Viet Nam <---Viet Nam del Sud <---Villa Madama <---Villagrande <---Vincentia <---Vincenzo Gioberti <---Vincenzo Mengaldo <---Vincenzo Pollo <---Virgilio Tosi <---Virgilio nel Medio Evo del Comparetti <---Visconti Venosta <---Vittoria Colonna <---Vittorino Veronese <---Vittorio Armentano <---Vittorio Calcina <---Vittorio Emanuele Orlando <---Vittorio Guida <---Viva Russia <---Viva Stalin <---Vodou <---Voglio <---Vogt <---Voi Indiani <---Voices <---Volkenkund <---Volkenkund LXXXIII <---Volksverein <---Voprosy <---Vossia <---Vuscarino Domenico <---Vyscinski <---Vèlla <---W.C. <---W.R. <---Wade Harris <---Wales <---Walt Rostow <---Walter Rostow <---Wannijn <---Watch Tower <---Watts <---Wechsel <---Wechsel-Melodik <---Weidmann <---Weitling <---Weltanschauung <---Weltanschauung di Marchesi <---West Africa <---West Berlin <---West-Berlin <---Western Irian <---Western Siberia <---Westinghouse <---Westphalen <---White Man <---Wilamowitz <---Wilhelm Ambros <---Wilhelm Du <---Wilhelm Weissenhorn <---Winston Churchill <---Wirklichkeit <---Witnesses <---Wohlstetter <---Worsley <---Worst <---Worst L <---Wowoka <---Wrigley <---Wronskij <---Wulfften Palthe <---Wuppertal <---X.Y. <---Xavier Haberl <---Yale Univ <---Yaschar Kemal <---Ybomo <---Yemen <---Yesu <---Yhomo <---Yltalia <---York Daily <---York State <---Yusuf Asian <---Yusuf Zuwayyin <---Zabarda <---Zaccaria Bonzo <---Zakunine <---Zanellà <---Zangheri <---Zarathustra <---Zdanov <---Zealand <---Zeitraum <---Zeus <---Zeus Lykàios <---Zigdis <---Zinoviev <---Zinowieff <---Zogu <---Zootecnia <---Zukun <---Zulus <---Zur <---Zur Kritik <---Zurigo <---Zurlini <---Zweiter Band <---abbaiano <---accademismo <---aclassista <---affacciano <---africanista <---agnosticismo <---alcoolismo <---alessandrinismo <---allarmismo <---allegorismo <---althusseriana <---amicalista <---analfabetismo <---anarcosindacalista <---animismo <---annessionista <---annessionisti <---annunciano <---annunzianismo <---annunziano <---ansaldiana <---antagonismi <---antiatlantismo <---antibakuniniane <---antibonapartista <---antiborghesismo <---anticlassista <---anticlericalismo <---anticolonialismo <---anticomunisti <---antieconomicista <---antiempirismo <---antiempirista <---antifascismo <---antifeticista <---antifilosofismo <---antihegeliana <---antihegeliano <---antihegelismo <---antihitleriana <---antihitleriani <---antikemalista <---antikemaliste <---antimilitaristi <---antimperialismo <---antinazionalista <---antinazionaliste <---antiprovvidenzialismo <---antirigorista <---antiscientismo <---antisindacaliste <---antisocialiste <---antisociologista <---antistaliniana <---antistatalista <---antistoricismo <---antistoricista <---antistregonista <---antistregoniste <---antiumanesimo <---antiumanista <---antropocentrismo <---antropologica <---apprendista <---apprendiste <---apprendisti <---apriorismi <---arabismo <---arcaismi <---arcaismo <---archeologica <---aristocraticismo <---arnobiani <---arnobiano <---arrangiano <---arricciano <---arrivisti <---assiologica <---assiologici <---assiologico <---astrattismi <---atavismo <---atletismo <---atomismo <---attivista <---australiani <---autista <---autobiografismo <---autocentrismo <---autoesorcismo <---autonomiste <---avviano <---bachelardiano <---bakunismo <---bakunisti <---benthamiano <---bergsoniana <---bergsonismo <---bifrontismo <---bigottismo <---biologiche <---biologici <---bissolatiano <---bizantinismo <---blanquista <---bonapartiana <---bonapartista <---brasiliani <---buddismo <---bukhariniano <---burocraticismo <---camorristi <---campanilismo <---capitalismi <---capolista <---carducciani <---carrierismo <---castrismo <---cattaneiana <---cattocomunisti <---cattosocialista <---cattosocialisti <---causalismo <---cavourriani <---centralisti <---centrismo <---centrista <---cerdotalismo <---chismo <---chista <---chisti <---churchilliana <---cialfascisti <---cialisti <---ciceronianismo <---cinismo <---cipazionista <---cista <---classicismo <---classicista <---clericalista <---clientelismo <---colcosiana <---collaborazionismo <---collettivista <---combattentismo <---cominformista <---comparativismo <---concentrazionisti <---confessionalismo <---conformiste <---confusionismo <---congetturalismo <---conquisti <---craxiani <---craxismo <---cristi <---crocismo <---d'Africa <---d'Alta <---d'Althusser <---d'Amiens <---d'Aroma <---d'Avorio <---d'Azeglio <---d'Engels <---d'Etat <---d'Etudes <---d'Haiti <---d'Indonesia <---d'Israele <---d'Italie <---d'Oriente <---d'Oro <---d'Ulm <---d'études <---d'étudiants <---daltonista <---dannunziana <---dannunzianesimo <---dannunziani <---danubiana <---darvinismo <---darwinismo <---decadentismo <---deliimperialismo <---dell'Accademia <---dell'Adriatico <---dell'Aeronautica <---dell'Afa <---dell'Akbaba <---dell'Albergheria <---dell'Alienazione <---dell'Ammonizione <---dell'Anaconda <---dell'Anna <---dell'Anno <---dell'Antilucrèce <---dell'Apostolato <---dell'Arabia <---dell'Assemblea <---dell'Associazione <---dell'Atlantleg <---dell'Australia <---dell'Austria <---dell'Avanti <---dell'Aventino <---dell'Ecole <---dell'Economia <---dell'Elba <---dell'Enciclopeda <---dell'Ente <---dell'Eoka <---dell'Erlas <---dell'Esercitq <---dell'Esilio <---dell'Essere <---dell'Estremo <---dell'Etica <---dell'Express <---dell'Humanité <---dell'Ideologia <---dell'Illuminismo <---dell'India <---dell'Indice <---dell'Indonesia <---dell'Industria <---dell'Inghilterra <---dell'Inno <---dell'Intesa <---dell'Introduzione <---dell'Iraq <---dell'Irian <---dell'Islam <---dell'Istat <---dell'Occidènte <---dell'Oder <---dell'Oklahoma <---dell'Olanda <---dell'Onu <---dell'Orator <---dell'Organizzazione <---dell'Osservatore <---dell'Ufficio <---dell'Umanesimo <---dell'Uomo <---dell'Urss <---demireliana <---democraticismo <---democristiani <---deontologia <---desanctisismo <---despotismo <---destristi <---deterministi <---dialettismo <---diani <---diano <---dossismo <---dreottiano <---dullesiana <---dòñesiane <---ecclettismo <---economicista <---edonismo <---egalitarismo <---egiziane <---egiziani <---egiziano <---egoismi <---elezioìnista <---elitismo <---emancipazionismo <---emancipazionista <---emiliani <---empiriocriticismo <---empiristi <---engelsiana <---epicureismo <---epistemologia <---epistemologica <---epistemologici <---epistemologico <---eroismi <---esclusivismo <---ethnologie <---etimologia <---etiopista <---etiopiste <---etnologica <---etnologici <---etnologico <---eufemismo <---europeismo <---europeista <---evoluzioniste <---fabiano <---fanatismi <---fanfaniani <---fascismi <---feticista <---feudalista <---feueibacchismo <---feuetibacchiano <---filisteismo <---filocomunista <---filocomuniste <---filocomunisti <---filoengelsiano <---filologici <---filosocialista <---filosovietismo <---finalismo <---fisiologica <---fisiologico <---fisiologismo <---fordismo <---formigginiani <---franchismo <---freudiana <---futurismo <---futuriste <---gallismo <---gandhiani <---garantismo <---genealogici <---gentiliana <---gentiliani <---gentiliano <---georgiani <---giganteggiano <---giobertiana <---giobertiano <---gista <---giusnaturalismo <---globalismo <---goethiano <---gollista <---golpismo <---golpista <---gordiani <---gregoriana <---gunzista <---hegeliane <---hegeliani <---hitleriano <---humiano <---idealista <---idéologie <---illuminista <---incrociano <---indiane <---indiani <---indigenista <---indigeniste <---indipendentista <---indipendentisti <---indoeuropeismo <---indonesiane <---industriano <---infantilismo <---iniziano <---integralismi <---interirnperialista <---internazionalisti <---interventisti <---intervenzionista <---intimismi <---intuizionismo <---iraniana <---iraniani <---irrazionalismo <---irredentista <---islamismo <---islamista <---israeliani <---isti <---italianisti <---itredentismo <---kakista <---kantiano <---kautskismo <---kekista <---kemaliste <---kemalisti <---kennediano <---kimbangista <---laicista <---lanciano <---laplaciano <---lassalliana <---latifondista <---latinisti <---leniniana <---leniniani <---lesionista <---liana <---liani <---libertarismo <---liticismo <---liviano <---loamericanismo <---logie <---logismo <---lucreziana <---lucrezianesimo <---lucreziani <---lucreziano <---lucrezismo <---luxemburghiano <---lysenkiana <---lysenkiane <---lysenkiani <---maccartista <---macchinismi <---machista <---maltusianesimo <---maneggiano <---marchesiana <---marchesiano <---marmista <---marxengelsiana <---marxengelsiani <---marxiane <---marxiani <---marxologia <---marxologica <---marxologiche <---marxologici <---marxologico <---marxologie <---marzialiano <---materialisti <---matérialiste <---mazzinianesimo <---meccaniciste <---medievalista <---medievalisti <---melanesiane <---menscevismo <---mercantilismo <---messianesimo <---messianismo <---metodista <---milazzismo <---militaristi <---millenarismo <---minacciano <---mineralogia <---mismo <---mitologici <---moderatismo <---modernismo <---modernista <---mommseniana <---monadologica <---monopolista <---moralismi <---morfologica <---morfologico <---morfologismo <---munista <---murriana <---musicista <---musicisti <---musicologia <---musicologico <---mussoliniano <---mussolinismo <---mutismo <---nasseriano <---nativismo <---nativista <---nativiste <---nativisti <---naturalisti <---nazionalcomunismi <---nazionalismi <---nazionalsocialismi <---neiano <---neirempiriocriticismo <---nell'Agnus <---nell'Agricola <---nell'Anatolia <---nell'Angola <---nell'Antiduhring <---nell'Arnobio <---nell'Artico <---nell'Assemblea <---nell'Atene <---nell'Atlantico <---nell'Avanti <---nell'Economia <---nell'Egeo <---nell'Epilogo <---nell'Esecutivo <---nell'Esercito <---nell'Honduras <---nell'Humanité <---nell'Idea <---nell'Indonesia <---nell'Inghilterra <---nell'Internazionale <---nell'Introduction <---nell'Iraq <---nell'Irian <---nell'Istituto <---nell'Occidente <---nell'Oceano <---nell'Orazio <---nell'Ordine <---nell'Ottobre <---nell'Ottocento <---nell'Ufficio <---nell'Uganda <---nell'Unità <---nell'Università <---nell'Urss <---neofascista <---neofascisti <---neoidealisti <---neoilluminismo <---neopositivismo <---neroniana <---nesiana <---nesimo <---neutralista <---niane <---nianismo <---niano <---niarxismo <---nietzschiana <---ninisti <---nismi <---nismo <---nittiana <---nittiano <---nnisti <---nologica <---nomismo <---nudista <---nullismo <---occidentalista <---odiano <---oggettivisti <---oltranzismo <---oltranzista <---omunista <---ontologica <---ontologiche <---ontologici <---operaismo <---operaista <---opportunista <---oraziana <---oraziane <---oraziano <---organista <---oscurantismo <---pacciardiani <---pacifista <---paganesimo <---paiano <---paleocristiana <---panafricanista <---panafricaniste <---panindianista <---parafascisti <---parassitismo <---paratisti <---parlamentaristi <---partisti <---pasqualiano <---passatismo <---pazionista <---pedantismo <---persiane <---pettazzoniani <---plurilinguismo <---pluripartitismo <---polifonista <---polinesiane <---polinesiani <---politeista <---populista <---populiste <---populisti <---possibilismo <---potenziano <---pragmatiste <---precristiano <---prefascismo <---prefascista <---pressapochismo <---pretoriano <---problemismo <---professionisti <---profetismi <---profetismo <---progressismo <---prometeismo <---propagandista <---proudhonismo <---prussianesimo <---prussiani <---prussianismo <---prussiano <---psicologista <---puritanesimo <---qualunquismo <---qualunquisti <---quarantaseiesimo <---quista <---rapisardiana <---rapisardiano <---razionalista <---razionalisti <---razziste <---razzisti <---realista <---regionalista <---resocontista <---reumatismi <---revanchista <---revanchisti <---revancitisti <---revisionismi <---revisionista <---revisioniste <---rialismo <---riallacciano <---riani <---ricista <---rigorismo <---riniani <---rinunziano <---rinviano <---ripiano <---rismo <---rispecchiano <---rivoluzionarismo <---robespierrismo <---romanisti <---roussoiana <---russoiana <---sacerdotalismo <---salazarismo <---salveminiana <---salveminiani <---sanctisiana <---sansimoniana <---sappiano <---sbucciano <---scagliano <---schematismi <---schematismo <---schiacciano <---schopenhaueriana <---sciano <---scientista <---scissionista <---scissionisti <---scolasticismo <---secessionismo <---secessionista <---secessionisti <---sellismo <---semisocialista <---semisocialisti <---semplicismo <---semplicista <---senechiana <---separatisti <---seriani <---servilismo <---shakespeariana <---siana <---siciliane <---simbolismo <---sincretismo <---sincretista <---sioniste <---siriane <---siriani <---siriano <---sismo <---sista <---snobismo <---socialpacifista <---socialpacifisti <---socialsciovinismo <---sociologica <---sociologiche <---sociologismo <---soggettivismo <---soggettivisti <---soreliana <---soreliane <---sorvegliano <---soteriologico <---sovversivismo <---spaventiana <---speciallista <---speculativismo <---spidocchiano <---spinoziana <---spontaneista <---squadrismo <---stakanovismo <---stalinisti <---statalismo <---stataliste <---stiani <---stilista <---stilisti <---storiciste <---storicisti <---stregonismo <---strumentalismo <---strutturalismo <---strutturalista <---subsahariani <---suirimperialismo <---sull'Alleanza <---sull'Ansaldo <---sull'Antico <---sull'Asia <---sull'Equilibrio <---sull'Euratom <---sull'Europa <---sull'Italia <---sull'Umanesimo <---svegliano <---taneiano <---tatticismo <---tecnologia <---teleologia <---teleologismo <---teologiche <---teologici <---teologismo <---teoricismo <---teoricista <---termidoriani <---terrorista <---terroristi <---theologico <---thista <---thisti <---thusseriano <---tiani <---tiano <---ticismo <---timismo <---tipologico <---tivista <---trascendentista <---trasformismo <---trionfalismo <---trockismo <---trockista <---troschista <---trotzkisti <---tubista <---umanismo <---umanitarismo <---umànismo <---universalismo <---vandalismo <---variano <---vaviloviano <---velleitarismo <---veneziano <---verbalismo <---verismo <---vichiana <---virgiliano <---virtuosismo <---visivismo <---volgarismi <---volontarista <---volteriani <---wilsoniana <---witziano <---xismo <---xista <---xisti <---zariste <---ziani <---zismo <---Ìl



Modalità in atto filtro S.M.O.G+: CORPUS OGGETTO

visualizza mappa Entità, Analitici e Records di catalogo del corpus selezionato/autorizzato (+MAP)




Interfaccia kSQL

passa a modalità Interfaccia kSQL