Brano: [...] mesi è uscito in Francia Sémiotique: Dictionnaire raisonné de la théorie du langage di Greimas e Courtés che presenta tuttavia notevoli lacune bibliografiche per la non motivata decisione degli autori di operare un appiattimento cronologico del materiale esaminato; infine è da ricordare quello di Marchese (1978), piuttosto insoddisfacente e lacunoso in molti lemmi.
Da quando Peirce e Saussure, ciascuno per conto proprio, scoprivano il valore « segnico » degli oggetti, questa disciplina, chiamata ormai indifferentemente, dopo varie polemiche e proposte, semiologia o semiotica, si è sviluppata
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ed allargata fino al punto che gli stessi semiologi non sono concordi all'unanimità sulla sua definizione. Essa è straripata dagli originari margini strettamente filosofici
o linguistici per andare ad indagare, prima con strumenti strutturali e poi più specificamente semiotici, altri oggetti come l'antropologia (LeviStrauss), le pratiche culinarie e la moda (Barthes), l'araldica (Mounin), il fumetto (FresnaultDeruelle), la [...]
[...]o (FresnaultDeruelle), la musica (Pagnini, Stefani), l'architettura (De Fusco, Scalvini), la comunicazione animale (Sebeok), il cinema (Metz, Bettetini), il teatro (Ruffini), la psicanalisi (Lacan, Verdiglione) ecc.
La semiotica, come è considerata da qualche decennio, riconosce come propri ascendenti sia Peirce, che sul versante logicofilosofico scopriva, alla fine del secolo scorso, l'esistenza di « una dottrina quasi necessaria o formale dei segni », sia Saussure, che sul versante linguistico, agli inizi di questo secolo, postulava una scienza generale, comprensiva della stessa linguistica, che studiasse la « vita dei segni nel quadro della vita sociale » (p. 26). Le idee di Peirce sono state successivamente sviluppate da Morris (1939, tr. it. 1954 e 1946, tr. it. 1949); eredi della tradizione saussuriana sono il ben noto Circolo fonologico praghese, il Circolo danese (Hjelmslev), Buyssens, Prieto. In Italia, di stretta osservanza saussuriana possono considerarsi Segre, Avalle e Corti; Eco (1975) invece opera, spesso con esiti convincenti, lucidi tentativi di conciliazione e di amalgama delle due tendenze, miranti ad una dottrina unificante del segno.
Oggetto della semiotica è qualsiasi segno di qualsiasi natur[...]
[...]stretta osservanza saussuriana possono considerarsi Segre, Avalle e Corti; Eco (1975) invece opera, spesso con esiti convincenti, lucidi tentativi di conciliazione e di amalgama delle due tendenze, miranti ad una dottrina unificante del segno.
Oggetto della semiotica è qualsiasi segno di qualsiasi natura che abbia funzione significativa e/o comunicativa. Questa affermazione non sembri priva di problemi poiché ad una tendenza che analizza solo i segni con valore intenzionalmente comunicativo, si oppone un'altra, di ascendenza peirciana, che esamina qualsiasi tipo di segni, indipendentemente dall'intenzionalità dell'emittente. Sono di pertinenza della semiotica, in questa accezione più lata, sia gli oggetti linguistici (letteratura, strutture narrative di qualsiasi tipo, atti linguistici ecc.) che qualsiasi altro oggetto che possa ritenersi in qualche modo significante (moda, cucina, architettura). Quest'ultima tendenza, che mira ad investigare con strumenti linguistici oggetti di altra natura, fa capo soprattutto a Barthes (1964, tr. it. 1966; 1967, tr. it. 1970) secondo il quale la semiotica deve prendere dalla linguistica i concetti generali per poter costru[...]
[...]roposta di modelli linguistici e il controllo della formulazione grammaticale e lessicale delle sue espressioni fino a fargli produrre espressioni « corrette » del messaggio.
Afferma RossiLandi (1975) che tra struttura e sovrastruttura, tra modi di produzione ed ideologia esiste un elemento mediatore (il sistema semiologico) che permette un'analisi piú articolata e completa della realtà: « l'elemento mediatore consiste nel complesso dei sistemi segnici, verbali come non verbali che sono presenti in ogni comunità, `costituiscono' il sociale... Se tale ipotesi è corretta, i `pezzi del gioco' sono pertanto non già due ma tre: ai modi di produzione ed alle ideologie è necessario aggiungere i sistemi segnici » (p. 206). Evidente
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risulta l'importanza della pubblicità, dei massmedia per la formazione e vitalità di una ideologia, Su questo argomento si veda anche Foucault (1970, tr. it. 1972).
Recentemente sono apparsi due volumi della Kristeva (1969, tr. it. 1978 e 1974, tr. it. 1979). Nel primo EriµrLwti.xrj, Ricerche per una semanalisi, viene avanzata la proposta di parlare di semanalisi piuttosto che di semiologia. La Kristeva osserva che il lavoro (in senso marxiano) della lingua consiste nel produrre senso e, in questa produzione, subisce un processo di trasformazi[...]
[...]dal motivo che compito della semiotica, come abbiamo già detto, è anche lo studio della significazione, del linguaggio come capacità espressiva e, quindi, del codice, dei modelli culturali e sociali che lo determinano. Numerosi sono i lavori teorici ed applicativi in questo ambito di studi: basterà sfogliare qualche numero di « Strumenti critici » per rendersene conto.
Lo studio del testo letterario come oggetto semiotico, ossia come sistema di segni polivalenti, è stato il tema dell'ultimo volume miscellaneo di Segre (1979) che prende a prestito, elaborandoli, alcuni concetti di linguistica testuale, i « modelli culturali secondari » della scuola di Tartu (uxss), sistematizzandoli nel discorso filologico che è l'unico punto di ancoraggio per qualsiasi analisi testuale: « la filologia aiuta a superare il soggettivismo e il solipsismo di certe posizioni moderne della critica e, ahimé, della semiotica » (p. 20). La partita quindi si gioca sul testo, il solo punto di incontro e terreno valido per verificare qualsiasi modello teorico. Nella t[...]
[...]elli non deve spingere il semiologo a prestare fede cieca alla loro validità assoluta ed oggettiva nonostante la loro articolazione e complessità perché « occorrerà tener conto... che ogni lettura è una forma di `esecuzione' e che nessuna lettura è esente dall'intervento dei codici, linguistici e culturali, del lettore » (p. 37). Coerente al principio della verifica sul testo delle posizioni teoriche, Segre inserisce in tutti i suoi volumi, da I segni e la critica (1969) a Le strutture e il tempo (1974), una elaborazione teorica ed una parte applicativa. Sulla stessa linea di fusione dei modelli culturali con l'opera letteraria, ma a carattere esclusivamente teorico, si pone anche Semiotica, storia e cultura (1977)
Altri lavori di applicazione alla letteratura dei metodi semiologici sono quelli di Avalle datati fin dagli anni Sessanta: critico acuto, Avalle applica con rigore sistematico le tecniche semiotiche soprattutto a testi medievali (1975 e 1977); mentre la Corti nei Principi della comunicazione letteraria (1976) presenta un accura[...]
[...]clopedico delle scienze del linguaggio, Milano, ISEDI, 1972; Eco, Umberto 1973: Segno, Milano, ISEDI; 1975: Trattato di semiotica generale, Milano, Bompiani; 1979: Lector in fabula. La cooperazione interpretativa nei testi narrativi, Milano, Bompiani; ERLICH, Viktor 1954: Russian Formalism, The Hague, Mouton, 1964', tr. it. Il formalismo russo, trad. di M. Bassi, Milano, Bompiani, 1966; FACCANI, Remo & Eco, Umberto (a cura di) 1969: I sistemi di segni e lo strutturalismo sovietico, Milano, Bompiani; FERRARIBRAVO, Donatella 1978: La scienza letteraria sovietica in Italia. Saggio bibliografico. 196077, « Strumenti critici » 3637 (1978), pp. 353417; FINzi, Alessandro 1979: Modelli grafici e critica letteraria, Torino, Einaudi; FLORESCU, Vasile 1960: Retorica si reabilitarea ei in fclozofia contemporanä, Bucuresti, Ed. Academiei R.S. România, tr. it. La retorica nel suo sviluppo storico, trad. di A. Serra, Bologna, Il Mulino, 1971; FoNzI, Ada & NEGRO SANCIPRIANO, Elena 1975: La magia delle parole. La riscoperta della metafora, Torino, Einaudi;[...]
[...]le scienze umane nell'URSS, a cura di C. Strada Janovic, Torino, Einaudi.
MARCHESE, Angelo 1978: Dizionario di retorica e di stilistica, Milano, Mondadori; MARTINET, Jeanne 1973: Clefs pour la sémiologie, Paris, Seghers, tr. it. La semiologia, Firenze, Sanson, 1979; MORIER, Henri 1961: Dictionnaire de poétique et de rhétorique, Paris, PUF; MORRIS, Charles W. 1939: Foundations of the Theory of Signs, Chicago, tr. it. Lineamenti di una teoria dei segni, di F. RossiLandi, Torino, Paravia, 1954; 1945: Signs, Language and Behavior, New York, tr. it. Segni, linguaggio e comportamento, di S. Ceccato, Milano, Longanesi, 1949 (19632); MOUNIN, Georges 1970: Introduction d la sémiologie, Paris, Minuit, tr. it. Introduzione alla semiologia, di N. Colecchia, Roma, Ubaldini, 1972; OLBRECHTSTYTECA, Lucie 1977: Le comique du discours, Bruxelles, Editions de l'Université, tr. it. Il comico del discorso. Un contributo alla teoria generale del comico e del riso, di A. Serra, Milano, Feltrinelli, 1977. PEIRCE, Charles Sanders 1960: Collected Papers, Cambridge, Massachussets, Harvard Univ. Press; PERELMAN, Chaim 1952: Rhétorique et Philosophie, Paris, PUF, tr[...]
[...]nificazione del «Laxxarillo de Tormes ». II. La fabula. Il modello trasformazionale, Torino, Giappichelli.
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