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Il segmento testuale Segni è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 189Analitici , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Alfonso Paolella, Varietà e documenti. Semiologia, narratologia e retorica. Una rassegna bibliografica 1975-1979 in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...] mesi è uscito in Francia Sémiotique: Dictionnaire raisonné de la théorie du langage di Greimas e Courtés che presenta tuttavia notevoli lacune bibliografiche per la non motivata decisione degli autori di operare un appiattimento cronologico del materiale esaminato; infine è da ricordare quello di Marchese (1978), piuttosto insoddisfacente e lacunoso in molti lemmi.
Da quando Peirce e Saussure, ciascuno per conto proprio, scoprivano il valore « segnico » degli oggetti, questa disciplina, chiamata ormai indifferentemente, dopo varie polemiche e proposte, semiologia o semiotica, si è sviluppata
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ed allargata fino al punto che gli stessi semiologi non sono concordi all'unanimità sulla sua definizione. Essa è straripata dagli originari margini strettamente filosofici
o linguistici per andare ad indagare, prima con strumenti strutturali e poi più specificamente semiotici, altri oggetti come l'antropologia (LeviStrauss), le pratiche culinarie e la moda (Barthes), l'araldica (Mounin), il fumetto (FresnaultDeruelle), la [...]

[...]o (FresnaultDeruelle), la musica (Pagnini, Stefani), l'architettura (De Fusco, Scalvini), la comunicazione animale (Sebeok), il cinema (Metz, Bettetini), il teatro (Ruffini), la psicanalisi (Lacan, Verdiglione) ecc.
La semiotica, come è considerata da qualche decennio, riconosce come propri ascendenti sia Peirce, che sul versante logicofilosofico scopriva, alla fine del secolo scorso, l'esistenza di « una dottrina quasi necessaria o formale dei segni », sia Saussure, che sul versante linguistico, agli inizi di questo secolo, postulava una scienza generale, comprensiva della stessa linguistica, che studiasse la « vita dei segni nel quadro della vita sociale » (p. 26). Le idee di Peirce sono state successivamente sviluppate da Morris (1939, tr. it. 1954 e 1946, tr. it. 1949); eredi della tradizione saussuriana sono il ben noto Circolo fonologico praghese, il Circolo danese (Hjelmslev), Buyssens, Prieto. In Italia, di stretta osservanza saussuriana possono considerarsi Segre, Avalle e Corti; Eco (1975) invece opera, spesso con esiti convincenti, lucidi tentativi di conciliazione e di amalgama delle due tendenze, miranti ad una dottrina unificante del segno.
Oggetto della semiotica è qualsiasi segno di qualsiasi natur[...]

[...]stretta osservanza saussuriana possono considerarsi Segre, Avalle e Corti; Eco (1975) invece opera, spesso con esiti convincenti, lucidi tentativi di conciliazione e di amalgama delle due tendenze, miranti ad una dottrina unificante del segno.
Oggetto della semiotica è qualsiasi segno di qualsiasi natura che abbia funzione significativa e/o comunicativa. Questa affermazione non sembri priva di problemi poiché ad una tendenza che analizza solo i segni con valore intenzionalmente comunicativo, si oppone un'altra, di ascendenza peirciana, che esamina qualsiasi tipo di segni, indipendentemente dall'intenzionalità dell'emittente. Sono di pertinenza della semiotica, in questa accezione più lata, sia gli oggetti linguistici (letteratura, strutture narrative di qualsiasi tipo, atti linguistici ecc.) che qualsiasi altro oggetto che possa ritenersi in qualche modo significante (moda, cucina, architettura). Quest'ultima tendenza, che mira ad investigare con strumenti linguistici oggetti di altra natura, fa capo soprattutto a Barthes (1964, tr. it. 1966; 1967, tr. it. 1970) secondo il quale la semiotica deve prendere dalla linguistica i concetti generali per poter costru[...]

[...]roposta di modelli linguistici e il controllo della formulazione grammaticale e lessicale delle sue espressioni fino a fargli produrre espressioni « corrette » del messaggio.
Afferma RossiLandi (1975) che tra struttura e sovrastruttura, tra modi di produzione ed ideologia esiste un elemento mediatore (il sistema semiologico) che permette un'analisi piú articolata e completa della realtà: « l'elemento mediatore consiste nel complesso dei sistemi segnici, verbali come non verbali che sono presenti in ogni comunità, `costituiscono' il sociale... Se tale ipotesi è corretta, i `pezzi del gioco' sono pertanto non già due ma tre: ai modi di produzione ed alle ideologie è necessario aggiungere i sistemi segnici » (p. 206). Evidente
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risulta l'importanza della pubblicità, dei massmedia per la formazione e vitalità di una ideologia, Su questo argomento si veda anche Foucault (1970, tr. it. 1972).
Recentemente sono apparsi due volumi della Kristeva (1969, tr. it. 1978 e 1974, tr. it. 1979). Nel primo EriµrLwti.xrj, Ricerche per una semanalisi, viene avanzata la proposta di parlare di semanalisi piuttosto che di semiologia. La Kristeva osserva che il lavoro (in senso marxiano) della lingua consiste nel produrre senso e, in questa produzione, subisce un processo di trasformazi[...]

[...]dal motivo che compito della semiotica, come abbiamo già detto, è anche lo studio della significazione, del linguaggio come capacità espressiva e, quindi, del codice, dei modelli culturali e sociali che lo determinano. Numerosi sono i lavori teorici ed applicativi in questo ambito di studi: basterà sfogliare qualche numero di « Strumenti critici » per rendersene conto.
Lo studio del testo letterario come oggetto semiotico, ossia come sistema di segni polivalenti, è stato il tema dell'ultimo volume miscellaneo di Segre (1979) che prende a prestito, elaborandoli, alcuni concetti di linguistica testuale, i « modelli culturali secondari » della scuola di Tartu (uxss), sistematizzandoli nel discorso filologico che è l'unico punto di ancoraggio per qualsiasi analisi testuale: « la filologia aiuta a superare il soggettivismo e il solipsismo di certe posizioni moderne della critica e, ahimé, della semiotica » (p. 20). La partita quindi si gioca sul testo, il solo punto di incontro e terreno valido per verificare qualsiasi modello teorico. Nella t[...]

[...]elli non deve spingere il semiologo a prestare fede cieca alla loro validità assoluta ed oggettiva nonostante la loro articolazione e complessità perché « occorrerà tener conto... che ogni lettura è una forma di `esecuzione' e che nessuna lettura è esente dall'intervento dei codici, linguistici e culturali, del lettore » (p. 37). Coerente al principio della verifica sul testo delle posizioni teoriche, Segre inserisce in tutti i suoi volumi, da I segni e la critica (1969) a Le strutture e il tempo (1974), una elaborazione teorica ed una parte applicativa. Sulla stessa linea di fusione dei modelli culturali con l'opera letteraria, ma a carattere esclusivamente teorico, si pone anche Semiotica, storia e cultura (1977)
Altri lavori di applicazione alla letteratura dei metodi semiologici sono quelli di Avalle datati fin dagli anni Sessanta: critico acuto, Avalle applica con rigore sistematico le tecniche semiotiche soprattutto a testi medievali (1975 e 1977); mentre la Corti nei Principi della comunicazione letteraria (1976) presenta un accura[...]

[...]clopedico delle scienze del linguaggio, Milano, ISEDI, 1972; Eco, Umberto 1973: Segno, Milano, ISEDI; 1975: Trattato di semiotica generale, Milano, Bompiani; 1979: Lector in fabula. La cooperazione interpretativa nei testi narrativi, Milano, Bompiani; ERLICH, Viktor 1954: Russian Formalism, The Hague, Mouton, 1964', tr. it. Il formalismo russo, trad. di M. Bassi, Milano, Bompiani, 1966; FACCANI, Remo & Eco, Umberto (a cura di) 1969: I sistemi di segni e lo strutturalismo sovietico, Milano, Bompiani; FERRARIBRAVO, Donatella 1978: La scienza letteraria sovietica in Italia. Saggio bibliografico. 196077, « Strumenti critici » 3637 (1978), pp. 353417; FINzi, Alessandro 1979: Modelli grafici e critica letteraria, Torino, Einaudi; FLORESCU, Vasile 1960: Retorica si reabilitarea ei in fclozofia contemporanä, Bucuresti, Ed. Academiei R.S. România, tr. it. La retorica nel suo sviluppo storico, trad. di A. Serra, Bologna, Il Mulino, 1971; FoNzI, Ada & NEGRO SANCIPRIANO, Elena 1975: La magia delle parole. La riscoperta della metafora, Torino, Einaudi;[...]

[...]le scienze umane nell'URSS, a cura di C. Strada Janovic, Torino, Einaudi.
MARCHESE, Angelo 1978: Dizionario di retorica e di stilistica, Milano, Mondadori; MARTINET, Jeanne 1973: Clefs pour la sémiologie, Paris, Seghers, tr. it. La semiologia, Firenze, Sanson, 1979; MORIER, Henri 1961: Dictionnaire de poétique et de rhétorique, Paris, PUF; MORRIS, Charles W. 1939: Foundations of the Theory of Signs, Chicago, tr. it. Lineamenti di una teoria dei segni, di F. RossiLandi, Torino, Paravia, 1954; 1945: Signs, Language and Behavior, New York, tr. it. Segni, linguaggio e comportamento, di S. Ceccato, Milano, Longanesi, 1949 (19632); MOUNIN, Georges 1970: Introduction d la sémiologie, Paris, Minuit, tr. it. Introduzione alla semiologia, di N. Colecchia, Roma, Ubaldini, 1972; OLBRECHTSTYTECA, Lucie 1977: Le comique du discours, Bruxelles, Editions de l'Université, tr. it. Il comico del discorso. Un contributo alla teoria generale del comico e del riso, di A. Serra, Milano, Feltrinelli, 1977. PEIRCE, Charles Sanders 1960: Collected Papers, Cambridge, Massachussets, Harvard Univ. Press; PERELMAN, Chaim 1952: Rhétorique et Philosophie, Paris, PUF, tr[...]

[...]nificazione del «Laxxarillo de Tormes ». II. La fabula. Il modello trasformazionale, Torino, Giappichelli.
SAUSSURE, Ferdinand de 1916: Cours de linguistique générale, publié par Ch. Bally & A. Sechehaye, Paris, Payot (19312), tr. it. Corso di Linguistica generale, a cura di T. De Mauro, Bari, Laterza, 1967 (19702); SEBEOK, Thomas 1976: Contributions to the doctrine of signs, Indiana University, Bloomington, tr. it. Contributi alla dottrina dei segni, Milano, FeltrinelliBocca, 1979; SEGRE, Cesare 1969: I segni e la critica. Fra strutturalismo e semiologia, Torino, Einaudi; 1974: Le strutture e il tempo. Narrazione poesia modelli. Torino, Einaudi; 1977: Semiotica storia e cultura, Padova, Liviana; 1978: Discorso, « Enciclopedia Einaudi », Vol. Iv: CostituzioneDivinazione, Torino, Einaudi; 1979: Semiotica filologica. Testo e modelli culturali, Torino, Einaudi; SKLOVSKIJ, Viktor 1925: 0 teorii proxy, Moskva, tr. it. Una teoria della prosa, di M. Olsoufieva, Bari, De Donato, 1966; Teoria della prosa, trad. di C. De Michelis e R. Oliva, Torino, Einaudi, 1976; 1959: Chudozestvennaja proza, Moskva, tr. it[...]



da Danilo Dolci, Pagine di un inchiesta a palermo, introduzione di Ernesto De Martino in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1955 - 11 - 1 - numero 17

Brano: [...] a mangiare pane e formaggio e qualche contadino aveva portato un po' di vino.
Ma la mattina avevamo visto sbucare da lontano un uomo, vestito da mafioso, con gli stivaloni, la giacca e la coppola di velluto
(«coppole di seta, coppole di velluto,
m'hai dato appuntamento e 'un sei venuto...»)
e i calzoni alla cavallerizza. Schioppo sulla spalla. Dice: — Che facete? Cu vi ci purtau ca? — Io ci andai incontro e ci dissi che in virtù della legge SegniGullo, occupavamo le terre. Ce lo dissi in modo gentile, che dietro le pale di ficurinni se ti tira una scoppiettata chi la vede poi? Iddu se n'andò.
Verso sera se ne venne un'acqua terribile che arrivato al paese, in. casa di un contadino m'infornarono i panni. Noi ce ne eravamo andati
PAGINE DI UNA INCHIESTA. A PALERMO 169
ma due vollero rimanere attaccati alla terra: non volevano muoversi. E i . carabinieri, quando questi rimasero soli, vennero ad arrestarli.
Non so con precisione come siano andate a finire le cose perche la sera, stessa, tornato da li, andai a Montelepre, per l'occupaz[...]



da Renato Mieli, La constrata evoluzione della sicilia in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1960 - 1 - 1 - numero 42

Brano: [...]i tempo per il disinvestimento della quota di avviamento. Si creerebbe in tal modo un meccanismo di riscatto, che darebbe luogo ad un processo di privatizzazione, più o meno automatico. Questo potrebbe essere uno schema per favorire la formazione di imprese private siciliane nel settore della produzione di beni di consumo: schema ingegnoso, senza dubbio, ma — come dire? — un po' troppo teorico. Se gli imprenditori siciliani non hanno dato finora segni di vita, nonostante gli aiuti e gli incentivi messi in opera dalla Regione, é piuttosto ardito pensare che lo faranno nel prossimo avvenire, perché sorretti dalla Sofis. La Cavera che di questo problema si sente investito con il fervore passionale di chi crede di avere una missione da compiere, non si nasconde affatto quanto sia arduo creare una mentalità imprenditoriale tra i siciliani. È come — egli pensa — vo ler dare da mangiare a chi é digiuno da secoli; occorre abituarlo gradualmente. Né si può fare leva sulla sete di ricchezza che in altre parti ha tanta presa sugli uomini. Con i sicil[...]

[...]itica spregiudicata nei metodi ma tenace nei fini.
Si é detto che la politica di questa destra era obbiettivamente di sinistra. Vero fino a un certo punto. Nella fase iniziale di convergenza autonomistica, il movimento di Milazzo può aver reso un prezioso servizio al P.C.I. e al P.S.I., in quanto ha impedito il ricostruirsi in Sicilia di una maggioranza dominata dalla D.C. e, di riflesso sul piano nazionale, ha alimentato la crisi della formula Segni. Ma per quanto si riferisce allo sviluppo dell'economia isolana, ed in particolare alla industrializzazione, non si può dire che vi sia mai stata una vera identità di obbiettivi fra le due ali su cui si reggeva il governo Milazzo. Al contrario, vi è sempre stato un inconciliabile contrasto. E ancor oggi, quel contrasto perdura: la partita, chiusa con la fine dell'esperimento Milazzo, rimane aperta all'interno della Sofis. Può darsi che, in tema di utilizzazione di questo strumento di sviluppo industriale, prevalgano le tendenze privatistiche, che avrebbero il loro più forte assertore nel Pres[...]



da Carlo Muscetta, [Saggio introduttivo a] Angelo Muscetta, Memorie di un commerciante in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1964 - 7 - 1 - numero 69

Brano: [...]memorie (il cui autografo sarà depositato presso la pedanteria, cioè col massimo rispetto per i lettori, per mio padre e pagine bianche di un bollettario del CONACER (Consorzio Nazionale Cereagricole) occupano 67 fogli non numerati. Solo in due
26 CARLO MUSCETTA
luoghi, tra le carte 2930 e 6465, v'è traccia di fogli strappati: strappati dall'autore, perché è evidente la continuità del dettato, l'assenza di ogni raccordo posteriore. Sono i soli segni notevoli di ripensamenti. Rarissime correzioni o aggiunte di qualche parola spiccano nella scrittura chiara, posata, sicura. Ma se sono di scarsa importanza dal punto di vista stilistico, interessano per lo scrupolo di esattezza (corne certe rettifiche al numero dei « viaggi » di un trasloco o al numero dei giorni di una traversata, o alcuni spazi bianchi da colmare con una data accertata). Altre volte il narratore vuol rimediare allo scorso penna, o adeguar meglio l'espressione al contenuto, nell'intento di conseguire una maggior proprietà linguistica, talvolta è soltanto una sintomatica pre[...]

[...]ccabili uscite di certi plurali come « risparmii «principii » e simili. Se « terribile » per lui é terribbile, in compenso « visibile » è visibile. «Mensili » è sempre mensili; le cambiali sono qualche volta le cambiale. Se una volta gli scappa anal f abeto, poi sempre analfabeta. E non é detto che i vocaboli meno comuni siano scritti più scorrettamente. Dice i «paesi viciniori » e ironizza. su «i preliminari di pace» di un burbero benefico zio. Segni di buona volontà si notano perfino nei nomi italiani e stranieri, sicché Iclesias é raddrizzato in Iglesias, ad Ex, qualche pagina dopo, felicemente contraddice Aix, e la Bonne Mère de la Garde di Marsiglia due volte gli sovviene, anche se un'altra volta lo abbandona a un Bonne Maire.
Per commerciante di provincia, mio padre era un uomo tutt'altro che incolto (come vedremo): senza di che non avrebbe potuto neppur concepire e comporre la sua «narrazione » (come la chiama). Sui lontanissimi rudimenti di una terza elementare interrotta al secondo mese di scuola in Italia e di un «certificat d'i[...]

[...]icabili e alle parole testuali. Compaiono (due o tre volte) anche i due punti e qualche arrischiato punto e virgola. Che si tratti, in complesso, di una interpunzione approssimativa e diseguale ma non rozza, e peccante più per eccesso o per velleità che per ignoranza, lo provano malte virgole e sottolineature, destinate a sfumare, a distinguere, a ironiz
;ts
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zare, a sorprendere. Alcune di queste virgole erano da cambiare in. segni più convenienti; altre solo dislocate, e dunque da rimettere a posto. Solo il corsivo di qualche parola straniera é mio (come buffet, chef). Ma tranne un solo caso (rilevato in nota) le innumerevoli parentesi sono tutte dell'autore, che le adoperava con una disinvoltura degna di Benedetto Croce (anche se ogni tanto dimenticava di aprirle o di chiuderle).
Impossibile é stato conservare le infinite maiuscole. Donde sono venute fuori? Solo in parte è da farne carico all'abuso che se ne faceva nell'Era Fascista. Si tratta a volte di maiuscole abitudinarie (per es. Rosolio, Anice e Rhum, come in [...]

[...]rne carico all'abuso che se ne faceva nell'Era Fascista. Si tratta a volte di maiuscole abitudinarie (per es. Rosolio, Anice e Rhum, come in una fattura commerciale). Moltissime son di natura affettiva, di amore per i congiunti che va fino a certi Lei, riferiti alla madre o al « primo amore », e per i vari Zii, che vegliarono sul destino dell'autore e gli combinarono due matrimoni, come usava anni fa, con costume da vecchia Cina. Altre volte son segni di riguardo per i notabili, dal Caporeparto al Console Generale, dal Canonico al Notaio, ai Dottori (più o mena abusivi). Ne ho tenuto conto, perché il protagonista li colloca al loro posto sulla scala sociale che fu ben deciso ad ascendere e ciò valeva anche e innanzi tutto per il Capo Treno delle FF. SS., Carlo Recine, cognato e poi suocero, col quale egli fu orgoglioso di « apparentare » due volte (era una famiglia di piccoli proprietari terrieri, più indigenti che agiati, ma « apparentati » a loro volta a « veri signori », cioè a gente avvezza a vivere di rendita o sul lavoro dei contadin[...]

[...]posati che chiamò con gli altri a far parte della sua ditta, mentre il secondo piano « fu esibito tutto per Albergo ». Questa maiuscola che rappresenta il supremo fastigio dell'edificazione aziendale, l'ho lasciata. E lo stesso ho fatto per malte altre, quando erano evidenti le intenzioni espressive di cui erano cariche. Così il lettore troverà «la Terza Elementare Francese» di cui mio padre era orgoglioso quanta una «Laurea Universitaria »; e i segni di sbeffeggiamento per l'avarizia dell'« Ebreo padrone di casa ». o d'un sentimento di rivalsa, di tipo nazionalproletario, nel ricordo delle povere « famiglie Algerine » e delle « famiglie Italiane » che a Marsiglia abitavano accanto alle «famiglie francesi ». Non mi pareva giusto soffocare il brivido estetico dell'« esagerata Bellezza » ammirata al San Carlo, o rimpicciolire il narcisismo del giovane mercante (« ero diventato l'Idolo di tutta la clientela eletta»), o contenere un moto di storica indignazione per la «Barbaria Tedesca» ai tempi della prima Guerra Mondiale. Con lo stesso crite[...]



da senza firma, Il turco in Italia in KBD-Periodici: Rinascita 1963 - 3 - 23 - numero 12

Brano: La settimana
Il turco in Italia
La settima
na scorsa ha avuto luogo la visita del ministro degli Esteri di Turchia, sig. Erkin. II viaggio in Italia del
ministro degli Esteri turco, il quale si è incontrato a lungo con i governanti . italiani, compreso Segni, si inquadra nella cornice di un rafforzamento dei legami e dei contatti fra i paesiPolaris. Come è noto, sia l'Italia che la Turchia sono in questo periodo al centro delle attenzioni politicomilitari americane, essendo entrambe in teressate da vicino ai nuovi principi della strategia nucleare statunitense. Sia l'Italia che la Turchia, infatti, sono dotate di basi per missili terrestri Jupiter. E sia l'Italia che la Turchia, attualmente, sono punti focali della strategia dei sottomarini Polaris, e attendono di sostituire le basi terrestri con le nuove basi flottanti. I colloqui romani di Erki[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Segni, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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