Brano: VARIETÀ E DOCUMENTI
TOGLIATTI E I CANTI POPOLARI
[scritto del 1953, per metà inedito]
Tra le annotazioni di canti popolari e dialettali e altro materiale d'interesse demologico trovato fra le carte inedite di Rocco Scotellaro e affidatomi per la pubblicazione da Rocco Mazzarone (l'amico intimo e custode intelligente della sua memoria e della sua produzione) c'è un dattiloscritto di otto cartelle intitolato Togliatti e i canti popolari, che merita di essere presentato e commentato a parte, in quanto rientra nella produzione critica del nostro.
La prima parte (fino al distico « E hanno attentato a Togliatti, / il capo dei lavoratori ») apparve su « Vie Nuove », otto mesi dopo la morte di Scotellaro, nel n. 35 del 5 settembre 1954 (annata ix), p. 17, col titolo Uno scritto inedito di Rocco Scotellaro.
Questo « inte[...]
[...]pubblicazione da Rocco Mazzarone (l'amico intimo e custode intelligente della sua memoria e della sua produzione) c'è un dattiloscritto di otto cartelle intitolato Togliatti e i canti popolari, che merita di essere presentato e commentato a parte, in quanto rientra nella produzione critica del nostro.
La prima parte (fino al distico « E hanno attentato a Togliatti, / il capo dei lavoratori ») apparve su « Vie Nuove », otto mesi dopo la morte di Scotellaro, nel n. 35 del 5 settembre 1954 (annata ix), p. 17, col titolo Uno scritto inedito di Rocco Scotellaro.
Questo « interessante studio inedito » di Scotellaro, come si legge nella presentazione redazionale dell'articolo, era stato redatto « a suo tempo per `Vie Nuove' ». Per la precisione, esso deve essere stato commissionato a Scotellaro per il fascicolo dell'anno precedente dedicato a Togliatti in occasione del suo sessantesimo compleanno (vIII, 1953, n. 13, 29 marzo 1953), che s'intitola appunto Palmiro Togliatti compie sessant'anni. In una sezione di questo fascicolo (pp. 1115), sotto il titolo In tutti i dialetti d'Italia il popolo canta Togliatti, furono presentati canti dialettali (non tutti, in verità, anche popolari) di varie regioni italiane composti su Togliatti. Non vi trovò posto il saggio di Scotellaro con i canti lucani da lui raccolti o trascritti, che si distingueva per impostazione critica e per originalità d[...]
[...] precedente dedicato a Togliatti in occasione del suo sessantesimo compleanno (vIII, 1953, n. 13, 29 marzo 1953), che s'intitola appunto Palmiro Togliatti compie sessant'anni. In una sezione di questo fascicolo (pp. 1115), sotto il titolo In tutti i dialetti d'Italia il popolo canta Togliatti, furono presentati canti dialettali (non tutti, in verità, anche popolari) di varie regioni italiane composti su Togliatti. Non vi trovò posto il saggio di Scotellaro con i canti lucani da lui raccolti o trascritti, che si distingueva per impostazione critica e per originalità di documentazione, sí che meritava di essere pubblicato a solo, come fu fatto l'anno successivo.
Lo scritto è importante, prima che demologicamente in senso stretto e forse piú, come testimonianza personale del poeta nel suo ruolo di coproduttore di poesia popolare. Senza frange erudite e prolegomeni accademici, egli centra súbito e discute il momento creativo non della poesia popolare in generale, che negli anni Cinquanta — si noti — non ancora tutti riconoscevano come una utopia r[...]
[...]osí scrivendo, e riferendosi alla sua stessa esperienza (« [...] volte a volte, mi sono trovato a essere sia principale autore sia semplice collaboratore con la modestia e l'orgoglio che dà il lavoro comune »), egli conferma implicitamente il suo ruolo di intellettuale poeta socialpopolare, come si è creduto di poterlo definire analizzando tutta la sua produzione in versi e in prosa 1.
I Rinvio a Cultura popolare in dimensione letteraria. Rocco Scotellaro, di prossima pubblicazione nella rivista « Lares ».
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A me sembra che la premessa contenga la parte teorica piú nuova e piú attuale del saggio, in quanto tocca un problema, quello della produzione in atto di poesia popolare, che è stato generalmente scansato dagli studiosi, volti al prodotto e tendenti, per la perdurante influenza romantica, a far svanire in una indeterminata creazione collettiva l'apporto del singolo nella sua singola identità sociale e culturale.
Scotellaro rimprovera allo stesso De Martino, riferendosi agli articoli sulla « spedizione in Lucania » [...]
[...]res ».
444 VARIETÀ E DOCUMENTI
A me sembra che la premessa contenga la parte teorica piú nuova e piú attuale del saggio, in quanto tocca un problema, quello della produzione in atto di poesia popolare, che è stato generalmente scansato dagli studiosi, volti al prodotto e tendenti, per la perdurante influenza romantica, a far svanire in una indeterminata creazione collettiva l'apporto del singolo nella sua singola identità sociale e culturale.
Scotellaro rimprovera allo stesso De Martino, riferendosi agli articoli sulla « spedizione in Lucania » che questi andava pubblicando su « Vie Nuove » e altrove, di aver trascurato di considerare il momento della creazione e di identificare i singoli autori o elaboratori, che spesso a torto e anche volutamente per « comodo intellettuale » vengono registrati come ignoti. Il fatto è che l'interesse di Ernesto De Martino era rivolto al momento della recitazione, non direi neppure della fruizione obiettiva, ma della recitazione del contadino o dell'operaio nell'incontroscontro diretto tra lui e l'altro, tra[...]
[...]lla creazione e di identificare i singoli autori o elaboratori, che spesso a torto e anche volutamente per « comodo intellettuale » vengono registrati come ignoti. Il fatto è che l'interesse di Ernesto De Martino era rivolto al momento della recitazione, non direi neppure della fruizione obiettiva, ma della recitazione del contadino o dell'operaio nell'incontroscontro diretto tra lui e l'altro, tra il « nostro » e l'« alieno ».
Ciò che qui dice Scotellaro è vero soprattutto per uno speciale genere di poesia popolare cantata, che è quello sociale e politico, di carattere progressista, per la cui creazione si può arrivate, dalla cooperazione fra popolo e intellettuali fino alla delega ad essi data dal proletariato per la composizione dei canti di protesta 2. Comunque, richiamando l'attenzione sulla « fase creativa di solito comune, ma spesso individuale », Scotellaro ripropone un'antica (come tutti sanno) querelle in termini nuovi: dando una consistenza reale a quella comunione; non accettando l'alternativa, mal posta, o collettivita o individuo; connotando socialmente e ideologicamente le individualità (identificabili anche quando non sono personalità) che formano la comunione o che compongono in comune; non rinnegando, come spesso si faceva e si fa astoricamente, il ruolo della borghesia intellettuale nella formazione della cultura popolare.
Tale ruolo, che le va riconosciuto sia in male che in bene, ha una duplice e opposta finalità a seconda del rapp[...]
[...]ella valle padana, Modena, Università del tempo libero 1976, pp. 533549; G. B. BRONZINI, Rito e letteratura dei Maggi, in corso di stampa negli « Atti » del convegno su « Il Maggio drammatico nell'area toscoemiliana », (Pisa 2628 maggio 1978).
Alan
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non è simultanea. $ il caso in cui il contadino od operaio poeta utilizza schemi sintattici, motivi tematici e ritmi musicali di canzoni d'autore. Ce ne dà una testimonianza Scotellaro, concludendo il suo saggio, con la composizione dello stagnino già attore di varietà.
I canti togliattiani, come quasi tutti i canti di soggetto politico, sono legati al personaggio e al momento in cui egli riscosse il maggior successo popolare, che coincise con gli anni in cui Togliatti manifestò viva l'urgenza di stabilire rapporti piú solidi fra intellettuali e masse contadine 4. La popolarità fruitiva di detti canti è conseguentemente, come di fatto è stata, di breve durata. La popolarità creativa, invece, non viene intaccata dalla brevità di uso; rimane un fatto acquisito. Ed è merito d[...]
[...]ico, sono legati al personaggio e al momento in cui egli riscosse il maggior successo popolare, che coincise con gli anni in cui Togliatti manifestò viva l'urgenza di stabilire rapporti piú solidi fra intellettuali e masse contadine 4. La popolarità fruitiva di detti canti è conseguentemente, come di fatto è stata, di breve durata. La popolarità creativa, invece, non viene intaccata dalla brevità di uso; rimane un fatto acquisito. Ed è merito di Scotellaro di averlo intuito anche prima che noi prendessimo coscienza critica, per via scientifica (antropologica e linguistica) della cultura contadina come un modo di produzione, condizionato e omologabile, in parte, al processo di produzione economica, facendo salvi alcuni altri valori e fattori che la teoria marxistica non considera.
GIOVANNI BATTISTA BRONZINI
Sul valore culturale e progressivo di alcune manifestazioni del folklore me ridionale molti si sono occupati in questi ultimi tempi impostando variamente la ricerca sui testi di poesie e canti popolari della piú diversa ispirazione religios[...]
[...] voce squillante da contralto si esibisce al microfono nelle feste popolari, mi ha detto di aspettarlo. È venuto poco dopo a dirmi di aver composto alcuni versi in onore di Togliatti, cantabili sul motivo di « A Rossa » del noto maestro Cioffi: « Viate chella mamma ch' l'ha fatte / Riceva tutt' a gente r'o paese. / È nate nu uaglione e tene 'n faccia / doie schiocche 'e russe e nu ranate (di melograno) / Viate chella mamma de Togliatti ».
ROCCO SCOTELLARO
IL GENOCIDIO CIRENAICO E LA STORIOGRAFIA COLONIALE
In una recente nota polemica un esponente della storiografia coloniale piú legata ai temi e miti del passato, Enrico De Leone, ha vivacemente attaccato un mío articolo di vari anni fa sulla repressione italiana della resistenza delle popolazioni cirenaiche culminata nel 193031, prendendo in particolare di mira l'espressione di genocidio che avevo usato per definire la politica di Mussolini e De Bono, Badoglio e Graziani I. Purtroppo il De Leone, invece di discutere i risultati di
t ENRICO DE LEONE, Il genocidio delle genti cirenaiche secon[...]