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Il segmento testuale Scotellaro è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 36Analitici , di cui in selezione 2 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Giovanni Battista Bronzini, Varietà e documenti. Togliatti e i canti popolari [scritto del 1953, per metà inedito [quadre nel testo]] [e trascrizione documento di Rocco Scotellaro [quadre di catalogo]] in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4

Brano: VARIETÀ E DOCUMENTI
TOGLIATTI E I CANTI POPOLARI
[scritto del 1953, per metà inedito]
Tra le annotazioni di canti popolari e dialettali e altro materiale d'interesse demologico trovato fra le carte inedite di Rocco Scotellaro e affidatomi per la pubblicazione da Rocco Mazzarone (l'amico intimo e custode intelligente della sua memoria e della sua produzione) c'è un dattiloscritto di otto cartelle intitolato Togliatti e i canti popolari, che merita di essere presentato e commentato a parte, in quanto rientra nella produzione critica del nostro.
La prima parte (fino al distico « E hanno attentato a Togliatti, / il capo dei lavoratori ») apparve su « Vie Nuove », otto mesi dopo la morte di Scotellaro, nel n. 35 del 5 settembre 1954 (annata ix), p. 17, col titolo Uno scritto inedito di Rocco Scotellaro.
Questo « inte[...]

[...]pubblicazione da Rocco Mazzarone (l'amico intimo e custode intelligente della sua memoria e della sua produzione) c'è un dattiloscritto di otto cartelle intitolato Togliatti e i canti popolari, che merita di essere presentato e commentato a parte, in quanto rientra nella produzione critica del nostro.
La prima parte (fino al distico « E hanno attentato a Togliatti, / il capo dei lavoratori ») apparve su « Vie Nuove », otto mesi dopo la morte di Scotellaro, nel n. 35 del 5 settembre 1954 (annata ix), p. 17, col titolo Uno scritto inedito di Rocco Scotellaro.
Questo « interessante studio inedito » di Scotellaro, come si legge nella presentazione redazionale dell'articolo, era stato redatto « a suo tempo per `Vie Nuove' ». Per la precisione, esso deve essere stato commissionato a Scotellaro per il fascicolo dell'anno precedente dedicato a Togliatti in occasione del suo sessantesimo compleanno (vIII, 1953, n. 13, 29 marzo 1953), che s'intitola appunto Palmiro Togliatti compie sessant'anni. In una sezione di questo fascicolo (pp. 1115), sotto il titolo In tutti i dialetti d'Italia il popolo canta Togliatti, furono presentati canti dialettali (non tutti, in verità, anche popolari) di varie regioni italiane composti su Togliatti. Non vi trovò posto il saggio di Scotellaro con i canti lucani da lui raccolti o trascritti, che si distingueva per impostazione critica e per originalità d[...]

[...] precedente dedicato a Togliatti in occasione del suo sessantesimo compleanno (vIII, 1953, n. 13, 29 marzo 1953), che s'intitola appunto Palmiro Togliatti compie sessant'anni. In una sezione di questo fascicolo (pp. 1115), sotto il titolo In tutti i dialetti d'Italia il popolo canta Togliatti, furono presentati canti dialettali (non tutti, in verità, anche popolari) di varie regioni italiane composti su Togliatti. Non vi trovò posto il saggio di Scotellaro con i canti lucani da lui raccolti o trascritti, che si distingueva per impostazione critica e per originalità di documentazione, sí che meritava di essere pubblicato a solo, come fu fatto l'anno successivo.
Lo scritto è importante, prima che demologicamente in senso stretto e forse piú, come testimonianza personale del poeta nel suo ruolo di coproduttore di poesia popolare. Senza frange erudite e prolegomeni accademici, egli centra súbito e discute il momento creativo non della poesia popolare in generale, che negli anni Cinquanta — si noti — non ancora tutti riconoscevano come una utopia r[...]

[...]osí scrivendo, e riferendosi alla sua stessa esperienza (« [...] volte a volte, mi sono trovato a essere sia principale autore sia semplice collaboratore con la modestia e l'orgoglio che dà il lavoro comune »), egli conferma implicitamente il suo ruolo di intellettuale poeta socialpopolare, come si è creduto di poterlo definire analizzando tutta la sua produzione in versi e in prosa 1.
I Rinvio a Cultura popolare in dimensione letteraria. Rocco Scotellaro, di prossima pubblicazione nella rivista « Lares ».
444 VARIETÀ E DOCUMENTI
A me sembra che la premessa contenga la parte teorica piú nuova e piú attuale del saggio, in quanto tocca un problema, quello della produzione in atto di poesia popolare, che è stato generalmente scansato dagli studiosi, volti al prodotto e tendenti, per la perdurante influenza romantica, a far svanire in una indeterminata creazione collettiva l'apporto del singolo nella sua singola identità sociale e culturale.
Scotellaro rimprovera allo stesso De Martino, riferendosi agli articoli sulla « spedizione in Lucania » [...]

[...]res ».
444 VARIETÀ E DOCUMENTI
A me sembra che la premessa contenga la parte teorica piú nuova e piú attuale del saggio, in quanto tocca un problema, quello della produzione in atto di poesia popolare, che è stato generalmente scansato dagli studiosi, volti al prodotto e tendenti, per la perdurante influenza romantica, a far svanire in una indeterminata creazione collettiva l'apporto del singolo nella sua singola identità sociale e culturale.
Scotellaro rimprovera allo stesso De Martino, riferendosi agli articoli sulla « spedizione in Lucania » che questi andava pubblicando su « Vie Nuove » e altrove, di aver trascurato di considerare il momento della creazione e di identificare i singoli autori o elaboratori, che spesso a torto e anche volutamente per « comodo intellettuale » vengono registrati come ignoti. Il fatto è che l'interesse di Ernesto De Martino era rivolto al momento della recitazione, non direi neppure della fruizione obiettiva, ma della recitazione del contadino o dell'operaio nell'incontroscontro diretto tra lui e l'altro, tra[...]

[...]lla creazione e di identificare i singoli autori o elaboratori, che spesso a torto e anche volutamente per « comodo intellettuale » vengono registrati come ignoti. Il fatto è che l'interesse di Ernesto De Martino era rivolto al momento della recitazione, non direi neppure della fruizione obiettiva, ma della recitazione del contadino o dell'operaio nell'incontroscontro diretto tra lui e l'altro, tra il « nostro » e l'« alieno ».
Ciò che qui dice Scotellaro è vero soprattutto per uno speciale genere di poesia popolare cantata, che è quello sociale e politico, di carattere progressista, per la cui creazione si può arrivate, dalla cooperazione fra popolo e intellettuali fino alla delega ad essi data dal proletariato per la composizione dei canti di protesta 2. Comunque, richiamando l'attenzione sulla « fase creativa di solito comune, ma spesso individuale », Scotellaro ripropone un'antica (come tutti sanno) querelle in termini nuovi: dando una consistenza reale a quella comunione; non accettando l'alternativa, mal posta, o collettivita o individuo; connotando socialmente e ideologicamente le individualità (identificabili anche quando non sono personalità) che formano la comunione o che compongono in comune; non rinnegando, come spesso si faceva e si fa astoricamente, il ruolo della borghesia intellettuale nella formazione della cultura popolare.
Tale ruolo, che le va riconosciuto sia in male che in bene, ha una duplice e opposta finalità a seconda del rapp[...]

[...]ella valle padana, Modena, Università del tempo libero 1976, pp. 533549; G. B. BRONZINI, Rito e letteratura dei Maggi, in corso di stampa negli « Atti » del convegno su « Il Maggio drammatico nell'area toscoemiliana », (Pisa 2628 maggio 1978).
Alan
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non è simultanea. $ il caso in cui il contadino od operaio poeta utilizza schemi sintattici, motivi tematici e ritmi musicali di canzoni d'autore. Ce ne dà una testimonianza Scotellaro, concludendo il suo saggio, con la composizione dello stagnino già attore di varietà.
I canti togliattiani, come quasi tutti i canti di soggetto politico, sono legati al personaggio e al momento in cui egli riscosse il maggior successo popolare, che coincise con gli anni in cui Togliatti manifestò viva l'urgenza di stabilire rapporti piú solidi fra intellettuali e masse contadine 4. La popolarità fruitiva di detti canti è conseguentemente, come di fatto è stata, di breve durata. La popolarità creativa, invece, non viene intaccata dalla brevità di uso; rimane un fatto acquisito. Ed è merito d[...]

[...]ico, sono legati al personaggio e al momento in cui egli riscosse il maggior successo popolare, che coincise con gli anni in cui Togliatti manifestò viva l'urgenza di stabilire rapporti piú solidi fra intellettuali e masse contadine 4. La popolarità fruitiva di detti canti è conseguentemente, come di fatto è stata, di breve durata. La popolarità creativa, invece, non viene intaccata dalla brevità di uso; rimane un fatto acquisito. Ed è merito di Scotellaro di averlo intuito anche prima che noi prendessimo coscienza critica, per via scientifica (antropologica e linguistica) della cultura contadina come un modo di produzione, condizionato e omologabile, in parte, al processo di produzione economica, facendo salvi alcuni altri valori e fattori che la teoria marxistica non considera.
GIOVANNI BATTISTA BRONZINI
Sul valore culturale e progressivo di alcune manifestazioni del folklore me ridionale molti si sono occupati in questi ultimi tempi impostando variamente la ricerca sui testi di poesie e canti popolari della piú diversa ispirazione religios[...]

[...] voce squillante da contralto si esibisce al microfono nelle feste popolari, mi ha detto di aspettarlo. È venuto poco dopo a dirmi di aver composto alcuni versi in onore di Togliatti, cantabili sul motivo di « A Rossa » del noto maestro Cioffi: « Viate chella mamma ch' l'ha fatte / Riceva tutt' a gente r'o paese. / È nate nu uaglione e tene 'n faccia / doie schiocche 'e russe e nu ranate (di melograno) / Viate chella mamma de Togliatti ».
ROCCO SCOTELLARO
IL GENOCIDIO CIRENAICO E LA STORIOGRAFIA COLONIALE
In una recente nota polemica un esponente della storiografia coloniale piú legata ai temi e miti del passato, Enrico De Leone, ha vivacemente attaccato un mío articolo di vari anni fa sulla repressione italiana della resistenza delle popolazioni cirenaiche culminata nel 193031, prendendo in particolare di mira l'espressione di genocidio che avevo usato per definire la politica di Mussolini e De Bono, Badoglio e Graziani I. Purtroppo il De Leone, invece di discutere i risultati di
t ENRICO DE LEONE, Il genocidio delle genti cirenaiche secon[...]



da Alberto Sobrero, Incontro con A.M. Cirese. Con «Intellettuali, folklore e istinti di classe», di prossima pubblicazione, l'antropologo ripropone le sue note su Verga, Deledda, Scotellaro, Gramsci in KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1976 - - gennaio - 22

Brano: Incontro con
A. M. Cirese
p Con « Intellettuali, folklore, istinto di classe », di prossima pubblicazione, l'antropologo ripropone le sue note su Verga, Deledda, Scotellaro, Gramsci
Alberto Mario Cirese, titolare di Antropologia culturale all'Università di Roma, si è occupato di varie manifestazioni socioculturali rappresentative del mondo popolare subalterno. Attraverso la sua militanza In partit! ed organizzazioni di sinistra ha reso sempre operativo il suo impegno culturale e professionale. Presso l'editore Einaudi sta per uscire .Intellettuali, folklore, Istinto di classe Note su Verga, Deledda, Scotellaro, Gramsci ».
Cirese, come è nato il libro e cosa contiene?
Pensavo ad una raccoltá del materiali che in venti anni ho accumulato per una storia degli atteggiamenti ideologici verso il mondo subalterno, dal popolarismo romantico alla rottura gramsclana. Ma veniva un libro troppo voluminoso, e casi ripubblico per intanto le note su Verga e Scotellaro del '55
e quelle su Grazia Deledda
e Gramsci del 1969'72, accompagnandole però con molte aggiunte critiche e autocritiche, legate anche ai dibattiti attuali in materia di folklore e di antropologia ed alle osservazioni che vari giovani studiosi marxisti hanno masso ad alcune mie posizioni.
Quali erano negli anni '50 le ragioni culturali e politiche che ti portavano ad occuparti di letterait come Verga e Scotellaro? E come riai, più tardi, ancora un letterato quale la Deledda?
Sono incursioni in terreno non mio, ma senza pretese letterarie. Di Verga e Grazia Deledda m è parsa interessante la ideologia verso il mondo subalterno siciliano o sardo; di Scotellaro poi mi sono occupato solo come raccoglitore di biografie contadine. Quanto agli anni '45'55, sarebbe lungo parlare del carattere di rottura che — a ragione o a torto — certi terni o autori assunsero nel clima delle lotte per la terra. di Melissa e Portella della Ginestra, di Scelba e del «culturame », della militanza nelle sezioni del PSI o del PCI praticata anche come azione per il rinnovamento della cultura. Comunque, Verga fu riferimento emergente per chi da sinistra operava per uscire dagli s:hemi crociani, e attorno a Scotellaro si apri la politica meridionalistica e il problema del lega[...]

[...] anni '45'55, sarebbe lungo parlare del carattere di rottura che — a ragione o a torto — certi terni o autori assunsero nel clima delle lotte per la terra. di Melissa e Portella della Ginestra, di Scelba e del «culturame », della militanza nelle sezioni del PSI o del PCI praticata anche come azione per il rinnovamento della cultura. Comunque, Verga fu riferimento emergente per chi da sinistra operava per uscire dagli s:hemi crociani, e attorno a Scotellaro si apri la politica meridionalistica e il problema del legame fra contadini e operai.
Dopo vent'anni, ora che il movimento operaio è tanto più forte sul terreno sociale e culturale, che senso ha per te riproporre queste tue esperienze di studio?
Potrei ricordare 1attualità del a caso Verga » o delle discussioni sul populismo o sulla regionalitil. risollecitate anche dagli anniversari della Deledda
e di Scotellaro. Ma più mi interessa la fortissima attualità di Gramsci che, rimeditato sull'ottima edizione critica curata da Gerratana, porta ad approfondire certe ipotesi sulle relazioni tra dislivelli di cultura e dislivelli di potere che anni fa avevo solo abbozzato. Non che ora io vada molto oltre: ma forse 11 libro, letto a partire dalle note su Gramsci. può contribuire ad un più vasto lavoro collegiale di rifondazione marxista de gli studi etnoantropologici in Italia.
Ma quale pensi possa essere il contributo di Gramsci a questa rifondazione?
E' un contributo essenziale. perché Gramsci fornisce cat[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Scotellaro, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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