Brano: [...]obbiamo finire. Credete forse che vogliamo finire così, morire così ? No! No! Non vogliamo! Nonostante tutte queste esperienze, l'istinto di conservazione sembra diventare più forte, più intensa la volontà di vivere quanto più s'avvicina la morte. Non si riesce a comprendere nulla.
Miei cari, David giace al cimitero ebraico. Non so dove giac
LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RES ISTENZA EUROPEA 7
cia la mamma, l'hanno portata a Balaec. Dove sarò sepolta io, non lo so. Se forse verrete qui dopo la guerra, qualche conoscente vi dirà dove sono stati condotti i trasporti dei lager. Non è facile dire addio per sempre. Addio, addio...
JULIUS FUGÍK
Cecoslovacco, nato a Smikhov, sobborgo di Praga, il 23 febbraio 1903. Studente in Filosofia vive facendo il fattorino, l'allenatore sportivo, il muratore e infine il redattore del « Rude Pravo a. Studioso e scrittore, nella clandestinita organizza una rete di giornali e riviste ed é membro del Comitato Centrale del Partito Comunista Ceco. Arrestato nella primavera del 1942, viene processato a B[...]
[...]urrezione sono lastricate con i nostri carpi, le porte della nuova primavera sono costruite con le nostre teste. Cara nazione boema, caro papà Josef ! Noi alld fine, malgrado tutto, vinceremo. E tu, Hedvika, ed anche tu terra di Ostrava avrete nel cuore il mio monumento, con su incise queste parole: Ricordo eterno e gloria agli eroi! Noi due abbiamo intrapreso una strada spinosa, ma nobile. Tu arriverai fino alla fine di questa strada, io no. Io sarò caduto alcuni passi prima della méta. Per l'idea muoiono, nella Unione Sovietica, centinaia di migliaia di persone, muoiono an che per noi. Salutami tutta Ostrava e tutti i conoscenti, soprattutto la fedele Slezká Ostrava. Sono convinto che, così come ho fatto io, anche tu — moglie di un comunista trucidato — ed anche' tutte le altre donne alle quali la Gestapo ha preso gli uomini, vi porrete al posto dei vostri mariti ed appoggerete il Partito Comunista e lavorerete per esso.
Hedvika, sulle nostre nozze d'argento é piombata una nube nera. Io, però, ringrazio il destino per i 25 anni trascor[...]
[...]nto quella canzone che cantavamo pulendo le piume e anche quell'altra: o Arriva la primavera, arriva, di nuovo verrà maggio ». Sii coraggiosa, non piangere, soltanto l'uomo debole dispera di sé. In occasione delle nostre nozze d'argento ti ringrazio per il tuo amore
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verso di me, per tutto ciò che hai fatto per me. Che la vita ti dia
ancora raggi di sole dorato e il profumo delle rose!
Sarò felice, Hedvika, di ricevere ancora tuoi scritti. Sii forte
e coraggiosa.
Tuo
Josef
ANTONIE BEJDOVÄ
Cecoslovacca, operaia, moglie del redattore del giornale giovanile « Mladé Gardy » Karel Elsnic. Lavora nella Segreteria dei Sindacati Rossi di Moravská Ostrava e continua tale lavoro durante l'occupazione nazista e dopo che, nell'autunno del 1941, il marito viene suppliziata dai tedeschi. Nel luglio 1943 viene arrestata perché sospettata di spionaggio a favore dell'U.R.S.S., condannata a morte e suppliziata a Berlino il 9 settembre 1944. (Lettera tratta dalla raccolta « Poslední Dopisy »,[...]
[...]i che molta gente sta anche peggio e che si debbono superare le prove più difficili. Guarda quante preoccupazioni hanno dovuto passare con noi i nostri genitori, ebbene... le hanno superate. E così, miei cari, penso di poter ricevere da voi ancora qualche lettera, che forse é in viaggio. Ne avrei molto piacere. Da qui, tra due o tre giorni, verrò trasferito in una prigione dove aspetterò, soltanto aspetterò. Oggi indosso ancora abiti civili, poi sarò vestito da carcerato. Potete continuare a scrivermi finché non vi ritornino indietro le lettere.
Salutate Emilka, ma non ditele nulla di come sono andato a finire. Portate i miei cordiali saluti anche a Lojzík, alla zia, a tutti i vicini e conoscenti. Ora ho molto tempo per i ricordi. Uno può ora rivivere di nuovo tutta la sua vita, ora vede assai meglio di prima i suoi lati buoni, ma soprattutto anche le sue insufficienze e gli errori.
Se si potesse ritornare, dopo tali prove vitali, si sarebbe certamente migliori di quanto si sia stati prima. Ma nella vita succede così: dobbiamo continuam[...]
[...]el Partito Comunista Ungherese, dopo quattro anni di attività clandestina viene arrestato, il 6 luglio 1942, e consegnato alla Gestapo ungherese. Condannato a morte il 29 settembre 1942, il 9 ottobre viene suppliziato. (Lettera inedita avuta dall'Associazione Ungherese Combattenti della Libertà)
Budapest, 8 ottobre 1942
Mio adorato Gyuri, figlio mio, mia adorata moglie,
caro piccolo figlio mio, quando riceverai fra le mani queste righe io non sarò più. Muoio nel giorno stesso in cui tua madre ti partorì con dolore. Muoio nel giorno del tuo compleanno. Questa è l'eterna legge della vita, la natura. Tutto quello che nasce deve anche morire. Io muoio, ma in te sta sorgendo nuova forza che continua la vita: u ...der Weg, die brennende Strasse geht weiter, wenn auch dein Weg, wenn auch mein Weg Kamarade zu Ende geht ». Ancora tu non puoi capire quello che sta succedendo intorno a te. Quando sarai grande, tua madre, . e anche altri, ti racconteranno come era tuo padre, cosa fece, e che grande guerra c'è stata. Giá, cara Márta, questa guerra [...]
[...]Verlag Volk und Welt, Berlino)
Questo lo scrivo il lunedì 8 marzo. Anche i terribili minuti verso le ore 13, quando vengono a prelevare dalle celle le vittime per la sera, e quando tutta la casa trattiene il respiro, anche questi minuti sono per oggi trascorsi e la giornata può essere registrata come un'altra giornata guadagnata...
21 marzo 1943
Domani é di nuovo una giornata critica di prim'ordine, e nessuno può sapere se tra ventiquattr'ore sarò ancora in questa cella, se fra trenta ore sarò ancora vivo. Ma alla morte é tolta ogni amarezza, non la tristezza, naturalmente, ma non é forse que
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sta quasi dolce? Proprio ora lo sento fortissimo, ora che da una indefinibile e profonda unione con te ritrovo la via verso le parole, le idee.
Donde ci verra questa cosa che con magica forza tocca i nostri animi e li unisce? Perché questa sorgente non sgorga sempre? Sedevo sul duro sgabello della mia cella, come cento e cento ore prima d'allora, e mi trovai profondamente immerso nel tutto: nella natura, nell'uomo, nell'arte. La diff[...]
[...]imana, mi conducono sull'orlo dell'abisso, e mentre mi costringo di guardarvi dentro con calma, aspetto la piccola spinta che basterà a farmi precipitare...
4 aprile 1943
Di nuovo mi avvicino a un crepuscolo... é il crepuscolo che annuncia la mattina ed il nuovo giorno. Non riesco ad immaginarmelo se non con te, accanto a te, in te... Sono trascorse cinque ore, mi hanno appena trasferito al numero sette, questa sera cioè, tra altre cinque ore, sarò giustiziato.
Ho in me una grande pace, una grande leggerezza. Ogni gravame é caduto! E mai ho avuto più puro, immacolato, intimo, l'amore tua e degli altri. Sono inspiegabilmente felice. Ricordami cosí...
ERIKA VON BROCKDORF
Tedesca, nata in Pomerania il 13 febbraio 1910, assistente sociale. Insieme al marito Cay, arrestato con lei ma poi liberato, partecipa all'attività cospirativa del gruppo Schulze BoysenHarnack. Arrestata a Berlino dalla Gestapo, alla fine di agosto del 1942, insieme a tutti i dirigenti del
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gruppo, é la sol[...]
[...]Tedesco, nato a Leer (Ostfriesland) il 16 aprile 1912. Cappellano della comunità di Lubecca, svolge attività cospirativa nei locali gruppi giovanili cattolici. Arrestato a Lubecca il 15 giugno 1942, viene decapitato ad Amburgo, il 10 novembre 1943, insieme ad altri due cappellani cattolici e ad un pastore protestante. (Lettera inedita avuta dalla Redazione del periodico «Die Tat » di Francoforte sul Meno)
Quando riceverete questa lettera io non sarò più fra i vivi! Ciò che da molti mesi ormai ha continuamente occupato le nostre menti senza lasciarci un minimo di tregua, sta per avverarsi. Mi dispiace immensamente, dopo tutto, di non aver più visto P. che avevo atteso con molta certezza per oggi. D'altra parte é bene che sia a casa proprio in questi giorni, così potrete consolarvi a vicenda. Se mi chiedete come mi sento, posso soltanto rispondervi: sono serenamente commosso e pieno di una grande attesa. Con oggi ha termine per me ogni sofferenza, ogni miseria terrena, e «Dio detergerà ogni lacrima dai loro occhi ». Quale consolazione, qua[...]
[...]io in questi giorni, così potrete consolarvi a vicenda. Se mi chiedete come mi sento, posso soltanto rispondervi: sono serenamente commosso e pieno di una grande attesa. Con oggi ha termine per me ogni sofferenza, ogni miseria terrena, e «Dio detergerà ogni lacrima dai loro occhi ». Quale consolazione, quale mirabile forza emana dalla fede in Cristo che ci ha preceduto nella morte. In Lui ho creduto, in Lui credo oggi più fermamente e so che non sarò distrutto. Come tante volte, vorrei anche oggi citarvi San Paolo. Rileggete i seguenti versetti: 1 Cor. 15/43 e Romani 14/8. Ovunque ci si guardi attorno, ovunque troviamo giubilo per la grazia di essere figli di Dio. Cosa mai può capitare ad un figlio di Dio? Cosa avrei da temere? Al contrario: rallegratevi. Ancora vi ripeto: rallegratevi!...
Ora a voi! Io so il vostro stato d'animo. Se penso a voi, il cuore mi diventa greve. Era duro il peso che si é abbattuto sulle vostre spalle negli ultimi mesi, e più dura é questa fine. E bene che ora ci sia P ... Voi tutti mi darete una grande gioia s[...]
[...] e cari compagni,
vi scrivo questa lettera, 7 ore e 50 prima della mia morte.
Paul, quando Jean ritornerà dalla Germania gli dirai che non mi é dispiaciuto di morire perché da quando ho lasciato casa sapevo quello che facevo. Non prendermi per un bugiardo, ma andremo alla fucilazione cantando, perché noi non moriremo come molti nel letto, ma per la nosta libertà, per il Belgio, per la nostra Patria. Mio caro fratello Jean, quando ritornerai io sarò già morto, ma è una morte difficile da guadagdarsi in tempo di pace, ma facile da guadagnarsi in tempo di guerra.
Jean, fatti coraggio e soprattutto tieni alto il morale, perché un giorno non ci si vedrà sulla terra, ma in cielo.
Mio caro Paul, la tua pipa l'ho regalata ad uno dei miei migliori amici, che mi ha dato da mangiare e me ne ha data un'altra, con la quale ho molto fumato, è molto buona, conservala come mio ricordo. Sebbene sia un tedesco mi ha abbracciato, aveva le lacrime agli occhi. Mio caro Paul, mi saluterai i compagni Adrien, Edgar, Paul Delise e sua moglie e Willy, Pauline [...]
[...]i, ho fatto il nome di nessuno. Avrei potuto salvare la mia testa, ma ho preferito nulla fare e nulla dire che potesse tradire la patria.
Ti renderai conto che dopo tutto questo ho il coraggio sufficiente per essere fucilato. Che è una bagatella in confronto a tutto quello che ho sopportato.
Parecchie persone debbono ringraziarmi per non aver fatto il loro nome. Ed ora sono fiero di me, perché ho resistito a tutto ed ho salvato molte vite.
Vi sarò riconoscente di far conoscere questo resoconto a Gilberte così come alle associazioni di cui facevo parte.
Il mio corpo resterà nel cimitero militare di Liegi e morirò da vero belga. Viva. il Belgio!
Guy Jacques
sempre belga
morto per la Patria
JV LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
(Biglietto trovato negli abiti di Jacques Guy dopo la sua morte)
Un'ultima parola per dirvi che per parte mia non ho mai denunciato o incolpato alcuno, malgrado le numerose fustigate che ho ricevuto per farmi parlare.
Avrei potuto salvare la mia testa in molti modi. Ma ho preferito esser[...]
[...]ricevuto per farmi parlare.
Avrei potuto salvare la mia testa in molti modi. Ma ho preferito essere fucilato che tradire, in questo modo muoio da uomo in gamba e fiero di me.
Guy Jacques
FERNANDE VORRAL
Belga, nata a Charleroi, decapitata a Wolfenbuttel il 7 agosto 1944. (Lettera avuta dall'Armée Belge des Partisans)
Mia piccola mamma,
ho una notizia ben triste da darti, sii coraggiosa ti prego, sono stata condannata a morte. Forse stasera sarò giustiziata. Tu devi pensare a mio fratello e sopportare tranquillamente questa prova. Sono molto calma, mia piccola mamma. Lo vedi anche tu, ho la coscienza tranquilla. Ho agito conformemente ai miei iprincipi. Non è una morte triste quando si ha questa consolazione. Credo di essermi sempre comportata degnamente. Ho moltò,pensato a te, dopo che sono in prigione. Mia piccola mamma, erediti conto pure tu, non devi troppo piangermi, ero giovane e libera, non lascio bambini.
Per quanto riguarda mio fratello, digli che cerchi di essere un uomo, questo é tutto quanto gli chiedo. Presto il mondo s[...]
[...]ffido mia moglie, amatela, aiutatela, io l'amo tanto.
Paul
JEAN CAMUS
Francese, nato a Gonesse (S.et0.) il 25 matzo 1926, fucilato i1 25 aprile 1944. (Lettera tratta dalla raccolta ((Lettres de fusillés », Editions France d'Abord, Paris, 1946)
Fresnes, 25 aprile 1944
Cará mammina cara,
perdonami, mia cara mamma, di averti già dato tante pene, ma oggi te ne dò una più dolorosa di tutte: fra due ore, cioè alle quindici di questo pomeriggio, sarò fucilato dal plotone d'esecuzione.
Sono stato condannato a morte 1'11 aprile e sarò fucilato a 18
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anni ed un mese giusto: muoio da valoroso che ha la coscienza di non aver fatto che il suo dovere. Voglio proprio, cara mamma, che tu non ti faccia del cattivo sangue per tuo figlio, perché io non sono più da compiangere, parto per raggiungere il regno di Dio dove sari) molto felice: quelli che sono più da compiangere siete voi, tu ed il mio amato papá.
Prima di morire, domando perdono a tutte le persone a cui ho fatto del male e perdono tutte le persone che mi hanno fatto del male..
Tu andrai a trovare Clémence, Léon[...]
[...]maggio 1944, con altri cinquantasette patrioti. (Lettera inedita avuta dalla famiglia per il tramite di Calisto Saettone di Genova)
Carceri 16/5/1944
Mammina carissima,
un triste presentimento mi dice che oggi é stata l'ultima volta che ci siamo visti.
Mammina cara, il destino continua ad essere crudele con te.
Questa mia vita che insieme abbiamo contesa tante volte alla morte, credo stia per sfuggirmi. Ti sia di conforto il pensiero che io sarò forte fino all'ultimo.
Certamente paura non ne sento. L'unica grande spina del mio cuore é il sapere che tu e Milli resterete sole al mondo.
Ho volñto seguire la mia idea e adesso mi domando se di fronte a te avevo il diritto di farlo.
Perdonami, mammina, se ti cagiono questo grande dolore. Ti avevo pur detto che mi sembrava poco naturale restar vivo solo io fra tanti compagni morti.
Adesso andrò con loro. Doveva finire così.
Ancora una volta, mammina, perdonami.
Anche Milli deve perdonarmi e dille che se spesse volte ci si bisticciava, era proprio perché ci volevamo bene.
Quando il do[...]