Brano: [...]rgano. Giovonni Zammerini; bassetto, Poolo Leonori

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Brano: [...]IV Brigata Garibaldi e poi delTUfficio sabotaggi e controsabotaggi del Comando militare regionale piemontese.

Mentre perdurava l’occupazione tedesca, elaborò il piano generale di antisabotaggio (v.) in Piemonte, ioer la difesa degli impianti industriali e dei servizi pubblici; organizzò la difesa degli stabilimenti mediante apprestamenti tecnici e depositi clandestini di armi; curò l’addestramento degli uomini, particolarmente alla FIAT, alla SPA, alla ST1PEL, alle Officine del Gas, alle Ferriere Piemontesi; estese infine l'opera preventiva di difesa degli impianti alle diverse zone industriali del Piemonte, alle ferrovìe e alle centrali elettriche.

Belloni, Ambrogio

N. a San Michele (Alessandria) lo 1.6.1864, m. a Villanova Monferrato il 21.7.1950; avvocato. Tra i fondatori del Partito socialista (1892) e sempre attivamente militante nelle frazioni di sinistra, fece parte della direzione del suo partito negli anni 19181919. Nel 1921 aderì, fin dalla fondazione, al Partito comunista, entrando a far parte del Comitato centrale de[...]

[...]alia nel 1866 Belluno, come quasi tutte le province venete, vide ancora peggiorate le proprie condizioni economiche rispetto ai precedenti periodi. Da quel momento ebbe inizio il movimento migratorio.

Origini del socialismo bellunese

A contatto con il movimento operaio dei paesi di emigrazione, specialmente della Svizzera e della Germania, gli emigranti si formavano rapidamente una coscienza di classe e, al loro ritorno, assieme ai pochi risparmi portavano a casa le prime idee socialiste, spesso imbevute di anarchismo e anticlericalismo, che dovevano scuotere i secolari rapporti sociali, basati sulla cieca sottomissione dei contadini al prepotere dei signorotti locali e del clero. È agli emigranti, per lo più muratori, che si deve la costituzione, a partire dal 1895, delle prime sezioni socialiste, a Forno di Zoldo, Villabruna di Feltre, Lentiai, Santa Giustina, Longarone. Sono gli emigranti che finanziano i due primi fogli popolari della provincia, La Democrazia di Feltre e L’Avvenire di Belluno, sorti all’inizio del 1901, unifica[...]

Brano: [...]tte quella della pace.

« Anche Badoglio vuole la pace », — fu la risposta del militare — « ma ci vuole pazienza e soprattutto non dovete scioperare ».

E mentre invitava gli operai a tornarsene tranquillamente al lavoro, l’infido generale (che già nelle settimane precedenti aveva fatto versare il sangue di inermi cittadini), dispose che reparti armati si portassero davanti alla Grandi Motori. L’ufficiale che comandava quei reparti ordinò di sparare senza esitazione contro chiunque mostrasse di voler abbandonare la fabbrica, e quando alcuni operai si presentarono all'uscita aprì personalmente il fuoco, uccidendo un ragazzo (il garzone di un fornitore che portava alcune provviste allo spaccio), ferendo gravemente quattro operai e uno di questi in modo mortale.

Il 19 agosto tutte le officine torinesi scesero nuovamente in sciopero per protesta contro quelle uccisioni e il Comitato del Fronte nazionale antifascista dette al movimento la sua piena adesione. Il Comitato di agitazione operaio diffuse il seguente appello:

« Lavoratori, solo il vostro energico intervento può imporre la vostra volontà al governo.

Domani giovedì tutti compatti disertiamo il lavoro in segno di protesta contro la guerra fascista, per la pace immediata e la libertà ».

Malgrado il minaccioso sp[...]

[...], tra cui l’aumento del 100 per cento del salario, più adeguate razioni di pane e di grassi, e il diritto di sospendere il lavoro durante le incursioni aeree (in uno degli ultimi bombardamenti la Direzione aveva ritardato a dare l’allarme e gli operai erano corsi nei rifugi solo dopo che i bombardieri stavano sulla città). Lo sciopero si allargò rapidamente: il 17 alla FIAT Grandi Motori, alle Acciaierie Piemontesi, all’Aeritalia, alla RIV, alla SPA, alle Ferriere FIAT, alla Michelin; e il 18 novembre si estese a tutti i più importanti stabilimenti torinesi.

II 17 novembre il Comitato provinciale sindacale clandestino lanciò il seguente proclama:

« Operai, operaie torinesi!

Da ieri gli operai della FIAT sono in sciopero. Essi rivendicano la sollecita liquidazione delle paghe del mese di ottobre, l’aumento degli anticipi del mese, l'au

mento della paga base dei cottimi e della razione dei generi tesserati.

Operai, operaie torinesi!

Solidarizzate con i forti operai degli stabilimenti FIAT. Le loro rivendicazioni sono le v[...]

Brano: [...]27.11.1934, li condannò a una pena complessiva di 56 anni di reclusione. Le maggiori pene furono inflitte a Conte (14 anni) e a Capriolo (7 anni).

Il gruppo RavettoBellone (193940)

Nell’autunno 1938 e nella primavera

1939, mentre il pericolo di guerra andava crescendo in Europa, l’attività economica italiana era basata sull’“autarchia” e l’industria funzionava a pieno ritmo per la produzione bellica. In particolare la FIAT era in piena espansione per le commesse militari: negli stabilimenti del Lingotto e di Mirafiori si fabbricavano vetture e autocarri, alla SPA carri armati, alla Grandi Motori equipaggiamenti navali, alla Materferro equipaggiamenti ferroviari, alla Aeronautica d’Italia aerei militari, alle Ferriere Piemontesi ghisa e acciaio. Anche nelle altre grandi fabbriche torinesi (Lancia, Riv, Microtecnica, Savigliano, Michelin Italiana, Ceat, Incet, MontecatiniStura, SniaViscosa, ecc.) la produzione era in pieno sviluppo, sempre ai fini bellici e centinaia di piccole aziende gravitavano intorno a queste come subfornitori. Tra le decine di migliaia di operai, tecnici e impiegati che lavoravano in questi stabilimenti l’avversione al fascismo si[...]