Brano: [...]iddish). Due versioni di questa testimonianza sono comparse in italiano: La rivolta del campo di morte di Sobibor, in A. Nirenstajn “Ricorda cosa ti ha fatto Amalek”, Torino 1958, pp. 366402; Y. Suhl, Ed essi si ribellarono, Milano, 1969, pp. 2871. A. Rùckerl, National sozialistiche Vernichtungslager in Spiegel deutscher Stafprozesse. Belzec, Sobibor, Treblinka, Chelmno, Munich, 1977.
L.P.F.
Soccorso Rosso
Soccorso Rosso Internazionale; S.R.I.; M.O.P.R.. Organizzazione fondata a Mosca nel dicembre 1922 dopo il IV Congresso della Terza Internazionale (v.), per iniziativa della Associazione dei vecchi bolsceviche allo scopo di offrire aiuto materiale e morale a tutte le vittime della reazione e del fascismo. L'Ufficio centrale del S.R.I. fu inizialmente composto da: Lepesinskij, Marchlewski e Fischer, rappresentanti appunto dei « vecchi bolscevici »; dal bulgaro Vassili Petrov Kolarov come segretario generale dell’Internazionale; e dalla Kramarova in rappresentanza della Associazione degli ex prigionieri politici. Fu inoltre costituito un Comitato allargato, del quale facevano parte: 6 membri del Comitato esecutivo dell'Internazionale, rappresentanti rispettivamente i Partiti comunisti di Francia, Germania, Gran Bretagna, U.S.A., Cecoslovacchia e Italia; i rappresentanti dei Partiti comunisti di Polonia, Lituania, Lettonia [...]
[...]tuania, Lettonia e Finlandia; i delegati del Segretariato femminile internazionale e del dipartimento femminile del Comitato centrale del Partito bolscevico; un delegato della Sezione per le cooperative deH’Internazionale e un altro in rappresentanza della Cooperativa centrale dell’Unione Sovietica.
Nella prima sessione del Comitato allargato, svoltasi il 17.12.1922 nella sede dell’Internazionale, Marchlewski venne eletto primo presidente del S.R.I.. Nel giugno 1924, al V Con
gresso dell’Internazionale, il S.R.I. fu rappresentato da Pestkovskij e Temkin (con voto consultivo). Nella stessa occasione furono stabilite due giornate internazionali del S.R. I.: il 18 marzo (anniversario della Comune di Parigi) e l’11 dicembre (Comune di Canton). Da allora il S.R.I. fu sempre presente all’interno dei grandi movimenti di lotta negli anni Venti e Trenta: nei moti popolari di Vienna del 1927, nella guerra di Spagna, nella lotta antifascista in Italia e di Germania, nelle lotte di liberazione in Asia.
Il lavoro in Italia
Alla testa della Sezione italiana del S.R.I. venne destinato come segretario generale Aladino Bibolotti (v.), membro del Comitato centrale del P.C. d’I.. Il primo comitato italiano del S.R.I. comprendeva inoltre: Ruggero Grieco (v.), per la Sezione agraria del partito e per l’Associazione nazionale di difesa dei contadini poveri; Camilla Ravera (v.) per il Segretariato femminile; Giuseppe Dozza (v.) per la Federazione giovanile comunista; Giovanni Nicola (v.) per la Federazione italiana lavoratori albergo e mensa. Rappresentante italiano presso il Comitato esecutivo del S.R.I. fu designato Anseimo Marabini (v.).
La fase costituente della Sezione italiana del S.R.I. si ebbe nel 1924. Il P.C. d’I. fece propaganda tra tutti i lavoratori senza preclusione di partito, sollecitando la collaborazione delle altre forze politiche popolari e antifasciste. Il lavoro organizzativo venne sostenuto dalla stampa comunista con la pubblicazione di due opuscoli: “Aiutiamo le vittime della reazione”, e “Che cos'è il Soccorso Rosso Internazionale”. Nello stesso tempo fu avviata la creazione di un’ampia rete di Comitati provinciali in tutte le maggiori città italiane e la distribuzione di
100.000 tessere di aderenti al S.R.I..
Insieme all'attività propagandistica e [...]
[...]o, sollecitando la collaborazione delle altre forze politiche popolari e antifasciste. Il lavoro organizzativo venne sostenuto dalla stampa comunista con la pubblicazione di due opuscoli: “Aiutiamo le vittime della reazione”, e “Che cos'è il Soccorso Rosso Internazionale”. Nello stesso tempo fu avviata la creazione di un’ampia rete di Comitati provinciali in tutte le maggiori città italiane e la distribuzione di
100.000 tessere di aderenti al S.R.I..
Insieme all'attività propagandistica e organizzativa si mise subito in moto anche la macchina assistenziale: furono stese le prime statistiche di detenuti politici e raccolti i primi fondi che, integrati dal contributo internazionale, vennero distribuiti ai carcerati, alle loro famiglie, agli esuli espatriati per sfuggire alle persecuzioni poliziesche o colpiti da “bandi” fascisti. Una parte consistente dei fondi raccolti dovette essere impiegata per la costituzione dei collegi di difesa nei processi.
Un elemento di novità introdotto dal S.R.I. nella antica tradizione di solidarietà [...]
[...]istenziale: furono stese le prime statistiche di detenuti politici e raccolti i primi fondi che, integrati dal contributo internazionale, vennero distribuiti ai carcerati, alle loro famiglie, agli esuli espatriati per sfuggire alle persecuzioni poliziesche o colpiti da “bandi” fascisti. Una parte consistente dei fondi raccolti dovette essere impiegata per la costituzione dei collegi di difesa nei processi.
Un elemento di novità introdotto dal S.R.I. nella antica tradizione di solidarietà proletaria fu la obbligatorietà del tesseramento per i sottoscrittori. Questo aspetto organizzativo traduceva sul piano della solidarietà la tattica del “Fronte unico” (v.) e la parola d’ordine “alle masse”, ribadite dal V Congresso deH'Internazionale per radicare l'azione in strati più vasti della società italiana e conquistare la maggioranza della classe operaia.
Il successo delle prime fasi di attività del S.R.I., il buon andamento delle sottoscrizioni e la effettiva realizzazione, alla base e in varie occasioni, di un « fronte unico » con « soci[...]
[...] antica tradizione di solidarietà proletaria fu la obbligatorietà del tesseramento per i sottoscrittori. Questo aspetto organizzativo traduceva sul piano della solidarietà la tattica del “Fronte unico” (v.) e la parola d’ordine “alle masse”, ribadite dal V Congresso deH'Internazionale per radicare l'azione in strati più vasti della società italiana e conquistare la maggioranza della classe operaia.
Il successo delle prime fasi di attività del S.R.I., il buon andamento delle sottoscrizioni e la effettiva realizzazione, alla base e in varie occasioni, di un « fronte unico » con « socialistirepubblicaniliberali », non riuscirono a smuovere dalle loro posizioni i dirigenti delle altre formazioni politiche del movimento operaio italiano: i socialisti rifiutarono le ripetute proposte di collaborazione aH’interno del S.R.I. avanzate dai comunisti, così come i sindacalisti e gli anarchici dell’U.S.I. si opposero alla creazione di un Comitato nazionale proamnistia per le vittime della reazione, sollecitato dai comunisti.
All’inizio del 1925 le persecuzioni della polizia fascista costrinsero il S.R.I. alla clandestinità, ma non determinarono la fine della sua opera: nel primo semestre del 1925 vennero distribuiti i due unici numeri del bollettino “Soccorso Rosso” e, nel luglio, l’organizzazione riprese a funzionare.
Tra la fine del 1925 e il gennaio
1926 si ebbe una ristrutturazione organizzativa, per evitare i rigori della legge fascista sulle società segrete. Fu assunta la nuova denominazione ufficiale di Soccorso Vittime, vennero create nuove basi operative locali e i rapporti con il Centro furono assicurati da 3 ispettori regionali, uno per ogni grande compartimento in cui era [...]
[...]sa l’organizzazione in Italia: Bibolotti fu sostituito nella segreteria da Guglielmo Jonna; venne costituito l'Ufficio legale centrale diretto dal deputato comunista Antonio Graziadei (v.), al quale si affiancarono gli avvocati Francesco Buffoni (v.), £zio Riboldi e Rosolino Per ragni, fu intensificata l’azione dei parlamentari comunisti che compivano regolari visite nelle maggiori carceri italiane.
Nel febbraio 1926 la rete organizzativa del S.R.I. in Italia aveva raggiunto il massimo dell’espansione, in una situazione di semiclandestinità: 77 Comitati provinciali; 515 sottocomitati territoriali; 1.012 grup
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