Brano: Neuengamme
stagna e, con l'aiuto di Willy Dreimann, li aveva gassati con Cyclon
B. I prigionieri erano morti in pochi minuti e i loro corpi erano stati portati via a bordo di autocarri.
« I deportati dovettero sfilare davanti a quel macabro spettacolo cantando una canzone il cui primo verso diceva: Benvenuto dolce lavoratore, siamo lieti e contenti ». (L. Russell, «Il flagello della svastica»).
Anche a Neuengamme furono eseguiti «esperimenti» chirurgici su cavie umane. Fra l’altro, furono compiuti studi per disintossicare acqua precedentemente resa letale con sostanze tossiche. Dopo la presunta « disintossicazione », l’acqua venne somministrata a più di 150 detenuti che, per la maggior parte, morirono avvelenati con atroci sofferenze.
All’inizio del 1945, arrivarono al campo 80 deportati olandesi. Di questi, 20 morirono subito dopo l’arrivo, mentre gli altri 60 furono impiccati in segreto. Per questo lavoro « straordinario », Dreimann e Thumann ricevettero una razione supplementare di alcool.
Nel febbraio dello stes[...]
[...]0 morirono subito dopo l’arrivo, mentre gli altri 60 furono impiccati in segreto. Per questo lavoro « straordinario », Dreimann e Thumann ricevettero una razione supplementare di alcool.
Nel febbraio dello stesso anno, a poco meno di due mesi dalla Liberazione, 20 bambini ebrei, francesi e russi di età fra i cinque e i dodici anni, detenuti a Neuengamme, furono selezionati dal dott. Heissmeyer di Berlino per essere sottoposti a particolari « esperimenti ». Molti di questi bambini vennero a trovarsi in condizioni fisiche gravissime e, nell’aprile, all’approssimarsi delle truppe alleate, tutti vennero trasferiti a Bullenhausendamt. Li accompagnavano il Trzebinski, quattro infermieri (due medici francesi e due olandesi) e sei russi. La mattina stessa furono uniti al gruppo dei bambini 24 russi. Tutti i prigionieri furono fatti entrare in una cantina, dove li aspettava un altro nazista, di nome Johann Framm/ Gli adulti russi furono impiccati a parte, mentre i bambini vennero spogliati. Trzebinski, in un impulso di umanità, iniettò loro una dose di morfina, poi Framm mise il cappio al collo delle piccole vittime e (sono le sue parole, quale imputato al processo poi svoltosi ad Amburgo) « furono appesi come quadri ai ganci delle pareti ».
La marcia della morte
Dal 18.4.1945, con l’approssimarsi delle truppe alleate, il campo di Neuengamme venne evacuato. I deportati furono fatti partire a piedi a gruppi di 500, scortati da cani e
da S.S., per una spietata quanto assurda marcia della morte. Essi furono condotti da Neuengamme a Bergen Belsen, poi a nord fino a [...]
[...]i umanità, iniettò loro una dose di morfina, poi Framm mise il cappio al collo delle piccole vittime e (sono le sue parole, quale imputato al processo poi svoltosi ad Amburgo) « furono appesi come quadri ai ganci delle pareti ».
La marcia della morte
Dal 18.4.1945, con l’approssimarsi delle truppe alleate, il campo di Neuengamme venne evacuato. I deportati furono fatti partire a piedi a gruppi di 500, scortati da cani e
da S.S., per una spietata quanto assurda marcia della morte. Essi furono condotti da Neuengamme a Bergen Belsen, poi a nord fino a Lubecca, poi (i superstiti) a Bargedorf, quindi di nuovo verso Neuengamme e infine a Sandbostel, percorrendo sempre a piedi un tragitto di 737 chilometri.
Il trasferimento dei deportati da Bergen Belsen a Lubecca ebbe luogo in seguito a un accordo intercorso fra Himmler e il conte Bernadotte (a nome del governo svedese), per cui i prigionieri di nazionalità danese e norvegese avrebbero dovuto essere trasferiti in Svezia. In base a tale accordo, 8.00010.000 superstiti di Neuengamme[...]
[...]initi a Sandbostel, fra Amburgo e Brema, sede dello Stalag X B per prigionieri di guerra. Quelli provenienti da Neuengamme e da alcuni kommandos esterni arrivarono a destinazione così sfiniti, da non poter sopravvivere. Quando le avanguardie della I Armata inglese entrarono nel campo, trovarono nelle baracche più morti che vivi e, per portar via i cadaveri, si servirono degli abitanti tedeschi del luogo.
Gli italiani a Neuengamme
Nessun trasporto di deportati italiani arrivò a Neuengamme direttamente
dall’Italia. I trenta italiani sopravvissuti nel campo, i cui nomi risultano dai documenti ufficiali, vi giunsero dal lager di Dachau. Essi erano quasi tutti originari del Friuli, della Venezia Giulia e dell’lstria. I pochi italiani giunti a Neuengamme senza transitare per altri campi provenivano invece dalla Francia e dal Belgio, dove risiedevano quali emigrati.
Analoghe osservazioni si possono fare per i caduti italiani, la cui percentuale rispetto al numero dei sopravvissuti è altissima: 125 caduti contro 30 sopravvissuti. Na[...]
[...]all’Italia. I trenta italiani sopravvissuti nel campo, i cui nomi risultano dai documenti ufficiali, vi giunsero dal lager di Dachau. Essi erano quasi tutti originari del Friuli, della Venezia Giulia e dell’lstria. I pochi italiani giunti a Neuengamme senza transitare per altri campi provenivano invece dalla Francia e dal Belgio, dove risiedevano quali emigrati.
Analoghe osservazioni si possono fare per i caduti italiani, la cui percentuale rispetto al numero dei sopravvissuti è altissima: 125 caduti contro 30 sopravvissuti. Naturalmente, come per gli altri campi, si tratta di cifre incomplete.
Italiani morti a Neuengamme
Elenco di 126 deportati di nazionalità italiana deceduti a Neuengamme e nei kommandos dipendenti (tra parentesi, il luogo di origine e l’anno di nascita): Emilio Aler (Fiume, 1944); Ugo Anzil (Tarcento, 1915); Nicolò Attimis (Nimis, 1909); Luigi Bani (Trieste, 1980); Settimo Basso (Premariacco, 1924); Libero Bastelli (Bologna, 1907); Aurelio Belligoi (Faedis, 1921); Albano Beltrame (Mortegliano, 1904); Pietro [...]
[...]me, 1944); Ugo Anzil (Tarcento, 1915); Nicolò Attimis (Nimis, 1909); Luigi Bani (Trieste, 1980); Settimo Basso (Premariacco, 1924); Libero Bastelli (Bologna, 1907); Aurelio Belligoi (Faedis, 1921); Albano Beltrame (Mortegliano, 1904); Pietro Bernardi (Foliina, 1902); Ottavio Bernazzi (Santalesi, 1912); Paolo Bertolla (Nimis, 1911); Carlo Bertolutti (Faedis, 1912); Lino Bertólutti (Faedis, 1913); Rodolfo Bislacchi (Trieste, 1909); Mario Bianchin (S.P. Natisone, 1913); Aldo Brans (Tarcento, 1925); Giovanni Bresaz (Al Bona, 1915); Josip Burolo (Burnii, 1889); Tarcisio Burra (Torreano, 1912); Virginio Carghel (Lucinico,
1896); Oscare Carli (Trieste, 1919); Dario Ceglar (Trieste, 1925); Ernesto Cerneaz (Attimis, 1899); Filippo Cerrettini (Cagli, 1892); Aldo Ceschia (Nimis, 1912); Giacomo Ceschia (Nimis, 1913); Giuseppe Ceschia (Nimis, 1905); Alfredo Cerpan (Gorizia, 1920); Beppino Colaoni (Reana,
1925); Bruno Coliovati (Teor, 1916); Antonio Comelli (Nimis, 1906); A. Francesco Comelli (Nimis, 1902); Giovanni Comelli (Nimis, 1919); Giovann[...]
[...](Lucinico,
1896); Oscare Carli (Trieste, 1919); Dario Ceglar (Trieste, 1925); Ernesto Cerneaz (Attimis, 1899); Filippo Cerrettini (Cagli, 1892); Aldo Ceschia (Nimis, 1912); Giacomo Ceschia (Nimis, 1913); Giuseppe Ceschia (Nimis, 1905); Alfredo Cerpan (Gorizia, 1920); Beppino Colaoni (Reana,
1925); Bruno Coliovati (Teor, 1916); Antonio Comelli (Nimis, 1906); A. Francesco Comelli (Nimis, 1902); Giovanni Comelli (Nimis, 1919); Giovanni Coren (S.P. Natisone, 1896); Angelo Cosmi (Rivignano,
1897); Vittorio Coss (Salerno, 1918); Giobatta Cuciz (Nimis, 1915); Aldo Cudiz
Deportati morenti trovati a Sandbostel al momento della liberazione
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