Brano: Guadalajara
La battaglia di Guadalajara nella iconografia fascista: Gesù Cristo sostiene un legionario morente, simbolo della sconfitta subita. Dipinto di Taf uri, riprodotto su cartolina [1939)
Notevoli furono le ripercussioni della vittoria nella Repubblica spagnola, anche se continuò a mancare un aiuto concreto da parte dei paesi di democrazia borghese. L’esito della battaglia, dando fiducia alle masse, contribuì a imprimere una svolta decisiva nell’opera di creazione di un nuovo esercito popolare, disciplinato, capace di affrontare la guerra contro unità militari organiche e ben armate. Il fatto influenzò lo sviluppo delle operazioni belliche durante tutto il .1937, [...]
[...]ubblica spagnola, anche se continuò a mancare un aiuto concreto da parte dei paesi di democrazia borghese. L’esito della battaglia, dando fiducia alle masse, contribuì a imprimere una svolta decisiva nell’opera di creazione di un nuovo esercito popolare, disciplinato, capace di affrontare la guerra contro unità militari organiche e ben armate. Il fatto influenzò lo sviluppo delle operazioni belliche durante tutto il .1937, un anno che nel complesso fu favorevole ai repubblicani. La situazione muterà nel 1938, quando il sempre più massiccio invio di uomini e materiali dall’Italia e dalla Germania permetterà a Franco di contrapporre alle forze repubblicane un esercito assai più numeroso e una potenza di fuoco schiacciante. A.Ro.
Bibliografia: H. Thomas, Storia della guerra civile spagnuola, Torino, 1963; Manuel Tunon De Lara, Storia della Repubblica e della guerra civile in Spagna, Roma, 1966; G. Calandrone, La Spagna brucia, Roma. 1962.
Guadaiupi, Mario Marino
N. a Taranto il 10.1.1918; laureato in legge. Ufficiale di complemento
nella marina da guerra, durante il servizio militare collaborò con il gruppo clandestino « Buona guardia repubblicana ». Dopo la liberazione dell'Italia meridionale fece parte del C.L.N. di Brindisi, in rappresentanza del gruppo liberal[...]
[...] il 10.1.1918; laureato in legge. Ufficiale di complemento
nella marina da guerra, durante il servizio militare collaborò con il gruppo clandestino « Buona guardia repubblicana ». Dopo la liberazione dell'Italia meridionale fece parte del C.L.N. di Brindisi, in rappresentanza del gruppo liberale antifascista. Quindi partecipò alla Guerra di liberazione, dal 1943 al 1945, arruolandosi come volontario. Dopo la Liberazione, iscrittosi al Partito socialista, fu eletto nel Comitato centrale del partito. Deputato alla Camera fin dalla prima legislatura della Repubblica, rieletto in tutte le legislature successive, ha avuto l’incarico di sottosegretario alla Difesa nel primo e nel secondo governo Moro (12.12.196321.1.1966) e nel primo governo Rumor (12.12.196811.7.1969).
Guadarrama
Massiccio montuoso della Spagna, si estende per circa 180 km attraversando (da N.E. a S.O.) l’altipiano centrale [meseta). La Sierra Guadarrama è percorsa da importanti vie di comunicazione: la strada MadridSegovia, lungo la quale si trovano le città di Puerto de Guadarrama e Puerto de Navacerrada; le ferrovie MadridAvila e MadridSegovia. Dai monti della sierra scende il Rio Guadarrama che bagna le città di Villanueva de la Canada, Villanueva del Pardillo e Brunete.
Nel luglioagosto 1937 queste località furono teatro di aspri combattimenti tra le forze repubblicane e l’esercito fascista. A fianco dei repubblicani combatterono, subendo dolorose perdite, gli antifascisti italiani [...]
[...]ttà Universitaria. Quest'ampia manovra a tenaglia aveva come luogo d’operazione la Sierra Guadarrama.
Alla battaglia parteciparono tre corpi d’armata repubblicani (il II, il III e l’VIII) che inquadravano le Brigate Internazionali 11a, 12a e 14a (la 133 e la 15a facevano invece parte della riserva).
« Le operazioni — scrive Luigi Longo — iniziano il 5 luglio con un attacco alle posizioni fasciste di Cuesta de la Reina (Sesena), condotto al solo scopo di attirare da questa parte l’attenzione del nemico, e con il bombardamento da parte della nostra aviazione di Navalcarnero e di Valdemoro, situate nelle immediate retrovie fasciste del settore dove si intende condurre l’azione principale. Questa ha inizio nella notte del 6 luglio. La Divisione " E. Lister ” attacca con decisione; con il favore delle tenebre si infiltra nelle linee fasciste, le sorpassa quasi senza colpo ferire; le sue avanguardie avanzano per una decina di chilometri, arrivano al bosco a nord di Brunete e, già alle otto del mattino, occupano questo importante centro. La sorpresa è riuscita in pieno ».
Attraverso la breccia aperta il 6 luglio nello schieramento nemico, le forze repubblicane sarebbero potute arrivare di slancio sulla strada che da Madrid portava in Estremadura. Ma il Comando repubblicano preferì assicurarsi i fianchi e allargare la base di penetrazione conquistando le posizioni di Villenueva del PardiIlo, Villenueva de la Canada e Quijorna. Qui i repubblicani incontrarono una tenace resistenza che ritardò la realizzazione del piano generale.
Scrive ancora Longo: « Davanti a Villanueva de la Canada la nostra fanteria, che ha seguito i carri armati nel loro slancio, ora è ferma su di [...]
[...]blicano preferì assicurarsi i fianchi e allargare la base di penetrazione conquistando le posizioni di Villenueva del PardiIlo, Villenueva de la Canada e Quijorna. Qui i repubblicani incontrarono una tenace resistenza che ritardò la realizzazione del piano generale.
Scrive ancora Longo: « Davanti a Villanueva de la Canada la nostra fanteria, che ha seguito i carri armati nel loro slancio, ora è ferma su di un terreno scoperto, arroventato dal sole di luglio e senz'acqua. Ogni tentativo dei nostri di muoversi, provoca l'immediata reazione nemica sotto forma di nutrite e micidiali raffiche di mitragliatrici. La nostra artiglieria e la nostra aviazione battono quasi ininterrottamente le trincee fasciste ed il villaggio poco discosto. Questo non è più che un cumulo di rovine. Ma i fascisti non cedono. Riparati dietro un buon sistema di trincee che fa capo, ai lati, e due fortini, resistono a ogni attacco. Nelle prime ore del pomeriggio, il comando del XVIII Corpo d'armata dà ordine alle forze della XV Divisione, composta dalla 13a e dalla 15a Brigata Internazionale, e che, secondo i piani, doveva entrare in campo solo dopo la conquista di [...]
[...]errottamente le trincee fasciste ed il villaggio poco discosto. Questo non è più che un cumulo di rovine. Ma i fascisti non cedono. Riparati dietro un buon sistema di trincee che fa capo, ai lati, e due fortini, resistono a ogni attacco. Nelle prime ore del pomeriggio, il comando del XVIII Corpo d'armata dà ordine alle forze della XV Divisione, composta dalla 13a e dalla 15a Brigata Internazionale, e che, secondo i piani, doveva entrare in campo solo dopo la conquista di Villanueva de la Canada, di venire in aiuto ai combattenti della XXXIV Divisione, che si battono dal mattino. I nostri volontari vanno baldanzosamente all’attacco; la 13a Brigata occupa i! cimitero e il bosco d'olivi a sinistra del villaggio; la 15a Brigata avanza per il cammino aperto, al mattino, dalla Divisione " E. Lister ”, si porta oltre il villaggio, poi attacca a tergo le posizioni nemiche, avanzando per la strada che da Brunete risale a Villanueva de la Canada. Al sopraggiungere della notte questa località, attaccata di fronte, da sinistra e da tergo, è occupat[...]
[...]venire in aiuto ai combattenti della XXXIV Divisione, che si battono dal mattino. I nostri volontari vanno baldanzosamente all’attacco; la 13a Brigata occupa i! cimitero e il bosco d'olivi a sinistra del villaggio; la 15a Brigata avanza per il cammino aperto, al mattino, dalla Divisione " E. Lister ”, si porta oltre il villaggio, poi attacca a tergo le posizioni nemiche, avanzando per la strada che da Brunete risale a Villanueva de la Canada. Al sopraggiungere della notte questa località, attaccata di fronte, da sinistra e da tergo, è occupata dalle nostre truppe. Il presidio fascista, però, riesce a sfuggire alla cattura, salvandosi per un tratto di terreno ancora libero, oltre il Guadarrama, sulle alture di Romanillos.
Alla fine della prima giornata tutto il settore attaccato è sfondato al centro; resistono però ancora i suoi due pilastri laterali: Villanueva del PardiIlo, a sinistra, e Quijorna a destra. Ciò non impedisce alle no
682