Brano: Slovenia
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Fonogramma inviato dal gen.
Fabbri ai Comandi superiori, per comunicare una avvenuta strage di sloveni e la distruzione di alcuni villaggi. A margine, il compiaciuto commento autografo di Robotti: « Bravo Fabbri. Non ha certo gli scrupoli di Ruggero (dirglielo a quest’ultimo per telefono. Non si insisterà mai abbastanza!) »
(5.8.1942)
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[...] autografo di Robotti: « Bravo Fabbri. Non ha certo gli scrupoli di Ruggero (dirglielo a quest’ultimo per telefono. Non si insisterà mai abbastanza!) »
(5.8.1942)
risultato che quello di rinvigorire il movimento di liberazione che si sviluppò anche nelle città, soprattutto a Lubiana dove sabotaggi e attentati divennero quotidiani.
Nel novembre 1941 operavano a Lubiana 188 Comitati territoriali dell’O.F., funzionava una stazione radio trasmittente e usciva il giornale “Slovenski Porocevalec”. Nell'ambito dell’O.F. operavano gruppi di difesa popolare comprendenti alcune centinaia di combattenti che davano la caccia agli agenti dell'occupatore, più il Soccorso popolare che raccoglieva denaro, viveri e dava rifugio ai combattenti clandestini.
Le forze moderate si schierarono con l’invasore: l’ex bano (governatore) della Slovenia Marko Natlacen aveva istituito per la Provincia di Lubiana un Consiglio nazionale, i cui componenti fin dall’8 giugno si erano recati a Roma, dove erano stati ricevuti da Benito Mussolini e dal papa che [...]
[...]2 furono anche distinte
4 Zone operative: Dolejnsko, Notranjsko, le Alpi e la Stajerska.
Guerriglia in Italia
Dai territori occupati dai fascisti
nell'aprile 1941 la lotta partigiana si estese ben presto a quelli che erano stati annessi all'Italia dopo la Prima guerra mondiale, vale a dire alla Venezia Giulia fin oltre l’Isonzo. In questi territori, nei quali la popolazione slovena aveva subito per un ventennio l’oppressione del fascismo snazionalizzatore (oltre 700 i condannati dal Tribunale speciale, di cui ben 34 a morte), le motivazioni per la lotta erano naturalmente ancora più forti.
Fin dall’agosto 1941, con la costituzione dei primi comitati dell’O.F. sul Carso triestino, gruppi partigiani presero a operare nella zona di San Pietro del Carso (oggi Pivka). Organizzazioni clandestine dell'O.F. sorsero anche a Gorizia e dintorni, nella valle del Vipacco (Vipava), nella zona di Tolmino e sul Collio. Il 24.12.1941 il Tribunale speciale fascista processò a Trieste 60 comunisti e antifascisti sloveni, condannandone 9 all[...]
[...]on Gregorcic” che operò nella zona di Tolmino, nella valle del Vipacco e nel Tarnovano. In ottobre venne co
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Istruzioni del capo di S.M. della Divisione “Isonzo” ai rleparti dipendenti per mascherare come « scontri » le stragi di popolazione civile (3.3.1943)
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