Brano: [...]empo suo, una cosa puramente 46 libresca ”, un monopolio di pensatori isolati, un libro segreto che circola tra iniziati. Lo stile del Machiavelli non è quello di un trattatista sistematico... è stile di uomo d’azione,, di chi vuole spingere all’azione, è stile da “ manifesto ” di partito »2. Manifesto e profezia: dover esser che si fa costruttivo dell’essere. Gramsci a proposito di Machiavelli pone due rapporti illuminanti: con Savonarola e con Rousseau.
« L’opposizione SavonarolaMachiavelli — scrive — non è l’opposizione tra essere e dover essere... ma tra due dover essere, quello astratto... del Savonarola, e quello realistico del Machiavelli, realistico anche se noti diventato realtà », perché Machiavelli non fu capo di uno Stato, né capitano di un esercito : ma si « uomo di parte, di passioni poderose, un
tosto di qua, dal bene e dal male morale, che ha le sue leggi a cui è vano ribellarsi, che non si può esorcizzare e cacciare dal mondo con l’acqua benedetta... Il problema del Rousseau non è di questa sorta, e, in fondo, non è un [...]
[...]ere... ma tra due dover essere, quello astratto... del Savonarola, e quello realistico del Machiavelli, realistico anche se noti diventato realtà », perché Machiavelli non fu capo di uno Stato, né capitano di un esercito : ma si « uomo di parte, di passioni poderose, un
tosto di qua, dal bene e dal male morale, che ha le sue leggi a cui è vano ribellarsi, che non si può esorcizzare e cacciare dal mondo con l’acqua benedetta... Il problema del Rousseau non è di questa sorta, e, in fondo, non è un problema che si riferisca all’indagine della realtà»).
1 Mach., pp. 6, 9, 141; P., p. 34; I., pp. 345.
2 Mach., pp. 13, 15, 9.Eugenio Garin 415
politico in atto, che vuol creare nuovi rapporti di forze e perciò non può non occuparsi del “ dover essere ” ». Machiavelli non è mai « un mero scienziato » ; « si fa popolo; {e} non con un popolo genericamente inteso, ma col popolo di cui egli diventa e si sente cosciente espressione ». Ed ecco che nei termini di Rousseau il Principe diventa la volontà generale nel momento del contrasto e dell'a[...]
[...]isca all’indagine della realtà»).
1 Mach., pp. 6, 9, 141; P., p. 34; I., pp. 345.
2 Mach., pp. 13, 15, 9.Eugenio Garin 415
politico in atto, che vuol creare nuovi rapporti di forze e perciò non può non occuparsi del “ dover essere ” ». Machiavelli non è mai « un mero scienziato » ; « si fa popolo; {e} non con un popolo genericamente inteso, ma col popolo di cui egli diventa e si sente cosciente espressione ». Ed ecco che nei termini di Rousseau il Principe diventa la volontà generale nel momento del contrasto e dell'autorità, mentre i Discorsi rappresentano il momento del consenso \ Anche se talora sembrano affiorare parole diverse, Gramsci respinge l’idea di un Machiavelli fondatore della scienza politica, primo annunziatore dell’autonomia della politica, e scopritore dell’economico. « Morale » è il principato, « morale » è la repubblica. « Il Principe prende il posto, nella coscienza, della divinità o dell’imperativo categorico, diventa la base del laicismo moderno e di una completa laicizzazione di tutta la vita », per la res pub[...]
[...] forma che può essere riempita da qualsiasi contenuto storico attuale e anacronistico (con le sue contraddizioni...). La formula kantiana, sembra superiore perché gli intellettuali la riempiono del loro particolare modo di vivere e di operare... » 3. Nella « staticità » formale kantiana, opposta al non velleitario dover essere di Machiavelli, al suo dannarsi per la terrestre res publica, nella dialettica PrincipeDiscorsi; nella figura MachiavelliRousseau; in Machiavelli rivoluzionario, si trova puntualizzata la posizione di Gramsci e la sua distanza da Croce. Non si trattava solo di rovesciare la formula crociana di Marx « Machiavelli del proletariato » in un Machiavelli « Marx del po~
1 Mach., pp. 10, 3940.
2 Mach., pp. 147, 117
3 P., p. 202.416
Le relazioni
polo » fiorentino e italiano del ’500. Con la proclamata « moralità » del Principe si rifiutava cosi la « distinzione » di tipo crociano come l’idea teologale ad essa congiunta di una « natura » umana, per risolvere con forza ogni «forma» trascendentale nella società umana [...]