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Il segmento testuale Robespierre è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 72Analitici , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Michele A. Cortellazzo, recensione su Hans Ulrich Gumbrecht, Funktionen parlamentarischer Rhetorik in der französichen Revolution. Vorstudien Entwicklung einer historischen Textpragmatik, Munchen, Wilheilm Verlag, 1978, pp.165 in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - marzo - 31 - numero 2

Brano: [...]Konsens: ein Projekt d'adresse des Grafen Mirabeau und seine Diskussion vor der Assemblée nationale (16. Juli 1789) (pp. 4461; precedentemente pubblicato in italiano come Cos'è « sollecitazione del consenso con mezzi retorici »? Interpretazione di una discussione tenutasi all'Assemblea Nazionale francese il 16 luglio 1789, in Attualità della retorica, Padova, Liviana, 1975, pp. 6588); Die allmähliche Entwicklung von Gruppenidentitäten: eine Rede Robespierres im Rahmen des Prozesses gegen Ludwig XVI. und die Replik des Girondisten Vergniaud (28.131. Dezember 1792) (pp. 6292); Die Sicherung institutionalisierter Einmütigkeit: epideiktische Reden zum Tode Marats (Juli/September 1793) (pp. 93125). I testi esaminati sono riportati in appendice.
La base teorica di tutto il libro proviene dalla Rezeptionsästhetik e dalla linguistica pragmatica (quella parte della linguistica che, recependo gli spunti della filosofia del linguaggio inglese, si interessa della lingua come mezzo d'azione e non solo di comunicazione e descrive, quindi, modalità, motivazio[...]

[...]llo, infine, della messa allo scoperto di motivazioni all'azione di cui i protagonisti non potevano rendersi conto, perché l'ideologia si frapponeva come barriera comunicativa. Che l'analisi testuale possa per lo meno portare nuove prove a favore o contro una determinata ipotesi storiografica è dimostrato proprio dallo studio di eventi concreti effettuato nel corso del volume; cosí nel 3° capitolo la ricostruzione della struttura dei discorsi di Robespierre e Vergniaud, rispettivamente contro e a favore del ricorso al popolo per decidere sulla sorte di Luigi xvi, permette di confermare l'interpretazione di alcuni storici che, al momento del processo al re, i due gruppi dei Giacobini e dei Girondini non si fossero ancora formati in frazioni parlamentari omogenee, portatrici di interessi contrapposti; l'analisi del 4° capitolo sui discorsi in morte di Marat cerca di coprire la lacuna interpretativa sui fondamenti psicosociali del Terrore. (Fra parentesi notiamo che questa analisi è la piú ampia del volume, quella in cui il procedimento di continua[...]

[...]re una risposta positiva, è se e quanto l'aspetto retoricolinguistico sia determinante nella presa di decisioni da parte di una assemblea parlamentare: sempre nel processo contro Luigi xvi, che pare una situazione ideale per il primato della retorica dati l'assoluta mancanza di evidenza della decisione da prendere, il fatto che i due oratori principali siano portatori in questa circostanza di posizioni diverse dalle loro abituali (il democratico Robespierre è contro l'appello al popolo, il moderato Vergniaud si presenta invece come difensore della democrazia diretta) ed infine il gran numero di parlamentari privi all'inizio del dibattito di convinzioni precise sull'argomento, dal dibattito esce sconfitto Vergniaud, il cui discorso risulta dall'analisi come il meglio costruito e dai resoconti parlamentari come il piú applaudito.
Dal complesso delle analisi delle tre situazioni comunicative si possono utilmente estrarre numerosi spunti per lo studio di alcuni comportamenti tipici della prassi politica, verificabili anche in contesti diversi da qu[...]



da (Nove domande sullo stalinismo) Gabriele Pepe in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1956 - 5 - 1 - numero 20

Brano: [...] buone ragioni per la
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esecuzione dei Rosenberg. Ma la coscienza degli uomini non politici ha reagito in ambedue i casi, perché ha sentito immediatamente che l'una e l'altra esecuzione avevano ubbidito a sole esigenze politiche.
Al quinto quesito non so rispondere perché mi sembra più metafisico che storicopolitico il concetto di tradizione russa in una classe dirigente che ha fatto sua la tradizione, se mai, del Robespierre, del Machiavelli, di Marx. Ho l'impressione che si parli un po' a casaccio di tradizione, dimenticando che la politica é fatta non del passato, ma del presente.
Sesto quesito. Indubbiamente non solo la dittatura personale di Stalin, ma tutta la quarantennale dittatura del proletariato ha tenuto presente l'esperienza Robesperriana, che aveva inaugurato una razionalità di misure eccezionali che col nome di terrore portò per la prima volta alla luce della storia il quarto stato. Ma quando si parla di terrore si dimentica che in confronto al terrore di Robespierre il terrore bianco della Jeuness[...]

[...] la politica é fatta non del passato, ma del presente.
Sesto quesito. Indubbiamente non solo la dittatura personale di Stalin, ma tutta la quarantennale dittatura del proletariato ha tenuto presente l'esperienza Robesperriana, che aveva inaugurato una razionalità di misure eccezionali che col nome di terrore portò per la prima volta alla luce della storia il quarto stato. Ma quando si parla di terrore si dimentica che in confronto al terrore di Robespierre il terrore bianco della Jeunesse dorée teimidoriana fu assai più sanguinoso e crudele. La rivoluzione russa é stata anche essa sanguinosa; ha conosciuto guerre, fame, torbidi interni; ma tutto ha superato con il suo «terrore ». Se di un errore si può parlare nella rivoluzione russa, esso non consiste nella difesa armata della rivoluzione fino al 1945, ma nell'aver prolungato uno stato di sospetto e di persecuzione che non si confaceva ai tempi mutati. Questo forse fu l'errare di Stalin, il quale però aveva non poche ragioni di temere che ancora la rivoluzione dovesse difendersi.
Settimo ques[...]



da Alberto Moravia, Inchiesta sull'arte e il comunismo. Il comunismo al potere e i problemi dell'arte in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 3 - 1 - numero 1

Brano: [...]cipi illuministici : la borghesia non é ancora al potere e attraverso l'arte esercita una critica mordente e corrosiva contro l'Ancien Regime. Dopo la rivoluzione, la borghesia abbandona l'illuminismo ormai inutile e descrive se stessa come umanità e realtà universale. Nel primo momento abbiamo Voltaire, nel secondo Balzac. Ma per far questo la borghesia deve anche abbandonare le posizioni dittatoriali dell'illuminismo e disfarsi del Terrore, di Robespierre e anche di Napoleone. Naturalmente la rivoluzione russa é cosa assai diversa dalla rivoluzione francese; e il decorso da noi descritto, nel caso della rivoluzione russa, viene modificato da un fatto nuovo: il persistente carattere religioso assunto dall'ideologia marxista in Russia e nel mondo intero.
* * *
L'arte, ogni volta che viene a contatto con un'ortodossia, abbandona la critica di fondo della società e si limita alla natura, ossia a quanto nell'uomo é immutabile e immodificabile. Ma nel caso del comunismo, abbiamo questa singolare contraddizione: un'ortodossia che postula la mutabil[...]



da (Nove domande sullo stalinismo) Lelio Basso in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1956 - 5 - 1 - numero 20

Brano: [...]rmai progredito e capace di governarsi con metodi piú civili e democratici pretese di continuare ad imporre delle forme di governo superate. Giocarono in suo favore anche tradizioni storiche e politiche di un popolo che non aveva mai conosciuto un reggimento democratico? Credo che sarebbe difficile negarlo.
Se mi sembra puerile e antistorico spiegare la dittatura 'staliniana (che è un portato della situazione rivoluzionaria come la dittatura di Robespierre e SaintJust durante la rivoluzione francese), come se fosse semplicemente la continuazione di precedenti forme di tirannia, credo tuttavia che essa sia stata agevolata dal fatto che al popolo russo mancava l'esperienza della rivoluzione borghese, di una rivoluzione cioè che attraverso lo sviluppo della ricchezza mobiliare, dei commerci e dei viaggi, aveva sradicato l'individuo dall'ambiente medievale, lo aveva dotato di una coscienza della personalità e lo aveva educato alla secolare battaglia del principio di libertà contro il principio di autorità. Ma ritornerò su quest'argomento parlando d[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] R. Zangheri, La mancata rivoluzione agraria nel Risorgimento e i problemi economici dell'unità in Studi gramsciani

Brano: [...]l’Europa dopo il 1815 » 2. Entro questa cornice, che Gramsci mantiene ben ferma, riesce meglio comprensibile l’idea dell’assenza di giacobinismo nel Risorgimento, di cui è già un accenno nel Labriola 3.

Il termine giacobinismo, di cui Gramsci sottolinea l’uso analogico e improprio, non contiene, di regola, una specifica e rigida caratterizzazione storica, ma esprime un concetto direttivo e quasi uno strumento della ricerca. Sono « giacobini » Robespierre e Cromwell, Gioberti e Machiavelli, Lenin, per tratti generalissimi del loro pensiero e della loro azione politica, consistenti, essenzialmente, nella volontà di collegare la forza dirigente nazionale, borghesia, proletariato, nei diversi momenti, alle masse popolari e, in ispecie, contadine. Gli elementi costitutivi di questa categoria del giacobinismo Gramsci li trae dalla storia della Francia rivoluzionaria 4, ma è cosi lontano dal sovrapporre un mo
1 R., p. 150.

2 £., p. 87.

3 A. Labriola, Discorrendo di socialismo e di filosofia, Bari, 1944, p. 141.

4 Gramsci certamente conosce[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Robespierre, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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