Brano: [...]cinato come un giovane innamorato può essere con un bella ra
INCHIESTA SU ORGOSOLO 241
gazza. Ed ecco che nella scuola, invece di pensare al libro ed al quaderno, era primo mio pensiero ingrassare le agnelline, per poi vederle grandi dare il latte per tutta la mia famiglia. Il dialogo fra i compagni era quello del pastore coraggioso che cammina di natte sfidando le oscurità e le intemperie del tempo, va a cavallo portando il latte e l'agnello, ripetendo la cantilena antica che le donne dicono per distrarre i bambini:
Torna Pappae dae Baronia
a che leare custos pizzineddos.
Hana a tentare tantos anzoneddos
dorminde in forasa in ghiddighia (1).
Frequentai cosí senza imparare niente la seconda elementare e, dopo che fui pochi giorni in terza, un mio zio si offerse di prendermi a su sartu (il salto, territorio comunale e demaniale) come anzoneddaru cioè pastore di agnelli. Non so descrivere quale fu la gioia nel partire a cavallo con un vestitino di velluto e un paio di gambaletti.
Una delle virtù del pastore é quella di conoscere le pe[...]
[...]al marzo del '45, che fui avvisato di partire soldato.
Eravamo la prima classe che si presentava a riabilitare l'Esercito italiano logorato dal famigerato ventennio fascista. Siamo rimasti pochi giorni nel distretto di Oristano, dove ci passarono la visita, e ci destinarono il Corpo. Venni assegnato alla fanteria e destinato a Trani, provincia di Bari. A Napoli abbiamo visto il disastro apportato da quel regime che ci avevano detto e si sentiva ripetere dal prete e dalle bigotte «Provvidenziale », ed esaltavano Mussolini che fu distrutto per avere distrutto l'Italia, come « Uomo della Provvidenza ». A Trani ci lasciarono un paio di mesi accampati nei pidocchi e nella fame, e ci imparavano l'un dué con la stupida disciplina del « signorsì » , « Ottimo per la truppa ». Eravamo circa duemila sardi, ed eravamo tutti d'accordo nell'abborrire quella vita. Nutrivamo tutti un odio profondo contro quegli ufficiali che si presentavano fanatici ed ancor nostalgici del risorgere di un Esercito servito solo in passato a proteggere la Corona Reale ed il[...]
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e che per ciò ci dovevamo obbedienza e rispetto. — Avanti, marciate pochi metri a passo — ci ordinò subito. La corsa, nonostante un tale ordine fu ripetuto diverse volte a voce alta, andò a vuoto. Tutti si era, d'accordo per non eseguirlo. Il sergentino andò in bestia, ordinò l'alt e ci apostrofò con minaccie di essere il comandante, e, che se un prossimo comando gli veniva disubbedito, ci avrebbe fatto correre fino a creparci. Ripeté l'ordine e venne respinto di nuovo. Fu il colmo della rabbia del comandante, ed infuriato lanciò la sfida: chi non vuole correre alzi la mano. La alzai per primo, poi seguirono i miei paesani che portavo al fianco. E mi chiese con rabbia: — Tu perché non vuoi correre? «Per dimostrargli che questi farabutti di sardi — come lei ha voluto chiamarci ieri sera — non sono affatto disposti a farsi prendere per il naso da leccappiatti come lei, che fino ad ieri ha fatto buon servo a Mussolini ». Nel sentirsi ripetere le frasi pronunciate la sera prima perdette le staffe e rinunciò ad affrontare il co[...]
[...]bbia del comandante, ed infuriato lanciò la sfida: chi non vuole correre alzi la mano. La alzai per primo, poi seguirono i miei paesani che portavo al fianco. E mi chiese con rabbia: — Tu perché non vuoi correre? «Per dimostrargli che questi farabutti di sardi — come lei ha voluto chiamarci ieri sera — non sono affatto disposti a farsi prendere per il naso da leccappiatti come lei, che fino ad ieri ha fatto buon servo a Mussolini ». Nel sentirsi ripetere le frasi pronunciate la sera prima perdette le staffe e rinunciò ad affrontare il comando. Dopo avermi minacciato che mi denunciava ci piantò li e corse in caserma a chiamare il Tenente. Quando rivenne con il Tenente era un lupo sdentato, non mordeva piú: non ebbe nemmeno il coraggio di aprir bocca quando il Tenente chiese perché ci rifiutavamo di eseguire gli ordini del sergente che era un brav'uomo. Fu accolto da un grido generale: « Non lo vogliamo! Non vagliamo essere comandati dai fascisti! ». Il sergentino fu messo in riposo. La sera siamo rientrati un po' in ritardo con un compagno d[...]
[...]angiare, ancor prima di interrogarlo. Per quel giorno che dite io ci ho prove buone, alibi, e intanto mi rifiuto di rispondere prima che non mi avete fatto mangiare e bere ».
E per ogni altra domanda rispondevo: « Viva il Comunismo! ».
Il maresciallo non tardò a farsi sostituire da un altro in abiti civili, e costui, con aria lusinghiera, fingendo di non saper nulla', mi chiese: « Perché ti hanno portato? ». « Perché stavo lavorando ». Incalzò ripetendo: « Vuoi rispondere bene e dirmi perché ti hanno arrestato? ». « Ho già detto la verità, ed ora aggiungo che sono 3 giorni che non mi davano pane, nemmeno acqua ». E che volevo sapere se mi avevano portato per motivi di giustizia o per farmi morire di fame. Ordinò che mi fosse dato subito da mangiare e, dopo mangiato, mi tradusse in una camionetta; e siam partiti con il tenente e due marescialli per riportarmi a Nuoro. Le varie domande rivoltemi in viaggio per i banditi e per le rapine finivano in argomento politico. « Tu sei un comunista » dicevano. « Evviva il Comunismo! » dicevo io.
La [...]