Brano: [...]e al tumore dell'apartheid, i tribalismi; gli enormi scompensi, anzi l'abisso sociale scavatosi fra — da una parte — un proletariato rurale « dei villaggi », che dei progressi tecnicoorganizzativi soffre (si pensi alla detribalizzazione e ai suoi effetti funesti!) più che godere e un sottoproletariato urbano figlio del primo, dall'altra parte alcune élites minoritarie per lo più così profondamente europeizzate, anzi « abbagliate dagli splendidi orpelli della civiltà occidentale... da essere del tutto stornate dalla tradizione come da una cosa perfettamente marcia e ,spregevo'le» (1): tutto ciò rischia — se non prevaranno le forze interne ed esterne più democratiche e sagge, che pure non mancano — di travolgere l'Africa sulla scia dei dispotismi coloniali, sulla via dello strumentalismo politico di gruppi interni che noi definiamo «autocolonialisti », sulla via dell'opportunismo classista, fino all'abdicazione totale della propria civiltà e dei valori originali. « Sarebbe vera ironia
(1) TURNBULL, 1962, p. 251.
144 VI'T'TORIO L.NTERNAR[...]
[...]nei paesi di recente indipendenza.
La prima parte del nostro discorso riguarda sincretismi
e messianismi. Essa appare a suo modo più agevole e matura, perché la letteratura esistente è cosi vasta, sia per settori etnografici particolari sia per la parte comparativa, che ci sembra giunto il momento di trarre alcune conclusioni. La seconda parte riguarda il neotriadizionallismo d'età post,coloniale. Quest'ultimo presenta problemi complessi d'interpretazione sociologicostorica.
Precisiamo che per neotradizionalismo intendiamo convenzionalmente la tendenza a riprendere tratti della tradizione religiosa nativa in parte già abbandonati, indipendentemente da espliciti influssi delle grandi religioni occidentali. Il neotradizionalismo cosi inteso si distingue dal sincretismo, intendendo per sincretismo restrittivamente la tendenza a fondere con tratti religiosi nativi altri elementi religiosi di provenienza occidentale. Tali distinzioni, come tutte quelle di carattere terminologico, hanno un valore convenzionale e relativo: lato sensu non es[...]
[...] vietano di raccoglierle in certe stagioni. Meno figli nascono e più ne muoiono per le malattie veneree. I morbi infieriscono su di noi: specie la tbc, introdotta dai biànchi. Tutto ciò non può esser dovuto che a stregoneria, e perciò io ho invitato il f etis'hman a individuare i colpevoli mediante le ordalie» (16). Così l'esperienza dominante d'oppressione e frustrazione, proiettata nello specchio della tradizione magica, offre uno schema d'interpretazione rigido e univoco, alla mente indi
(8) FIELD, 1948, 171189; FIELD 1960, 87133.
(9) WARD 1956.
(10) MORTONWILLIAMS 1956.
(11) PAULME 1962, 180193; HOLAS 1954, 6164; HOLAS 1957, 155158.
(12) VANSINA 1959.
(13) RICHARDS 1935.
(14) MARWICK 1950.
(15) FERNANDEZ 1961, 251252. Per altri culti magici, cfr. BOUCHAUD 1956, 9399.
(16) DEBRUNNER 1961, 6667.
RELIGIONE, SOCIETÀ, POLITICA ECC. 149
gena, per spiegare qualsiasi male o incidente, pertinente o meno — al lume della logica — alla presenza dei bianchi.
Dunque sia i culti nuovi antistregonisti, sia i movimenti sincretisti e mes[...]
[...]ionata, in parte abbandonata, in parte sostituita. E' questo l'elemento tradizionalerinnovato. In realtà non v'è alcun movimento nativista che comporti una ripresa integrale e passiva della tradizione: questa, in virtù della selezione, é trasformata.
3) impadronirsi della «potenza» insita nella cultura cristiana a proprio vantaggio — secondo la filosofia della ((forza vitale» propria della tradizione —, per resistere all'egemonia europea, reinterpretando quei tratti esterni in senso pagano, nativista o — in altri momenti — autonomista. E' questo l'elemento rinnovatore esterno.
I sincretismi africani appaiono dunque, in origine, come altrettante manifestazioni particolari del ((nativismo », nel senso oggi comunemente ammesso, di o rivivificazione e rinnovamento polemico dei valori nativi di fronte agli Europei» (22).
Se queste sono le tendenze originarie dei sincretismi africani, i fattori storicosociali preposti alla loro genesi sono almeno tre, c'ioé:
1) un contatto non fuggevole con il cristianesimo come esponente d'una civiltà co[...]
[...]con il cristianesimo come esponente d'una civiltà conquistatrice e deculturatrice, perciò superiore — in senso pratico — a quella nativa. I nativi non acquistano coscienza d'una superiorità spirituale del cristianesimo se non tardi, 'panda cioè società e cultura siano pervenute ad intense trasformazioni del proprio assetto, e bisogni « spirituali » di tipo cristiano possano allignare.
2) l'emergere d'una o più personalità carismatiche, come interpreti ed esponenti dell'intera cultura, sensibili, per 'la propria formazione culturale (contatto personale con missioni) ad
(22) Vedi ancho, per il nativismo, MÜHLMANN 1963, 165166.
RELIGIONE, SOCIETA, POLITICA ECC. 153
alcuni tratti cristiani ch'essi reinterpretano. E' vero: alcuni profeti hanno fondato culti asincretisti: ciò vuol dire che ad essi é mancata l'esperienza delle missioni, o personalmente l'hanno respinta. Altri culti asincretisti sono stati introdotti senza necessariamente l'azione di profeti. P. es. 'il culto asye dei Bete è stato acquistato per pagamento, ad opera d'un gruppo di esponenti locali, da un pruppo Baulé vicino. Si possono citare analoghi casi di culti nuovi introdotti per pagamento tra gli Ascianti e gli Akim (23). Ma i m.oviment+i sincretisti nascono sempre per l'azione individuale d'un fondatoreprofeta. Ciò comparati[...]
[...]hé esso avesse effetto, un intero processo di trasformazione di fondo, che doveva cominciare due secoli dopo. Vediamo dunque, in questo caso, l'esempio di un sincretismo puramente «formale », che non interessa la sostanza delle idee religiose.
Nello stesso movimento Antoniano a carattere decisamente nativista, millenarista, antieuropeo, fondato da Donna Beatrice tra i Bakongo nel XVIII sec., la figura del santo che regge il bambino Gesù é reinterpretata in modo conforme a una religione magica di fecondità e fertilità: dunque si ha un elemento di sincretismo precisamente a formale », benché nel contesto di un millenarismo assai complesso (24).
Proprio due secoli dopo nasce fra i Bakongo il Kimbangismo. Il sincretismo kimbangista, di tutt'altra natura, rompe la tradizione religiosa e dà avvio ad un processo di rinnovamento generale. L'antifeticismo proclamato da Kimbangu, l'uso e la conoscenza della Bibbia, la liturgia fondata su canti biblici, il battesimo, la confessione, l'idea di un unico Dio, la 'latta contro la poligamia sono trat[...]
[...]ar Simon Kimbangu », la chiesa nazionale congolese, troviamo nelle sue posizioni uno spirito radicalmente differente da quello che animò 40 anni prima il messaggio del fondatore. Aliena da spirito antioccidentale, esplicitamente disimpegnata da qualsiasi interesse politico, ossequiente verso le autorità, l'Eglise accetta il decalogo mosaico, predica la Bibbia protestante nell'edizione della Foreign Bible Society di Londra lasciando libertà d'interpretazione. La sua liturgia ha un tono severo e solenne, affine — come anche la dottrina — a quella della chiesa Battista: insomma l'Eglise appare un'organizzazione cristiana di tipo evangelico. Eppure permangono in essa tratti tradizionali che ne fanno una diretta emanazione del Kimbangismo: cosí il battesimo per immersione usato come tecnica magicomedica di guarigione dai mali (tratto comune alla maggioranza dei movimenti nativisti africani), la genuflessione rituale dinanzi ai «principi » o « saggi » dell'organizzazione, le danze serali, il tremito dei partecipanti, e — last but not least — [...]
[...]sulla religione Deima della Costa d'Avorio, ha mostrato che può coesistere una sostanziale cristianizzazione dell'etica tribale (con richiamo al principio di fraternità universale) e del culto (eliminazione del feticismo, dei sacrifici, di feste orgiastiche ecc.) in sieme con un rinnovamento della mitologia e della concezione del mondo tradizionale. Basti dire che, nella religione Deima, Gesù è ritenuto figlio di Dio e contemporaneamente é reinterpretato come una specie di trickster o eroebuffone, autore di quell'« errore» primordiale che diede origine alla morte e alle malattie, insomma quasi d'un «peccato originale ». In ciò si può forse vedere una reinterpretazione della «situazione coloniale ». Georges Balandier ha sottolineato il significato ideologico e politico della mitologia sincretista (26).
Siamo in grado ora di trarre una conclusione. Vi sono autori, come il Guariglia, che seguono un metodo tipologico astratto, cioè uniscono e dividono comparativamente fra loro :i movimenti religiosi prendendoli in blocco senza distinguere fasi e sviluppi, a seconda che in essi sia presente od assente il «sincretismo»
sic et simp&iciter. autori, così facendo, non aiutano
a capire la storia di tali movimenti, ma confondono case ed idee. Con qual crit[...]
[...]resente, d'attesa di salvezza attraverso il ritorno ad una condizione primordiale, mitica, o mitizzata. Anche quando il messianismo indigeno é influenzato dal messianismo biblicocristiano, quest'ultimo agisce come elemento catalizzatore di un fermento messianico del tutto originale e spontaneo. Anche nei messianismi come nei sincretismi, «il senso della tradizione e dell'autonomia culturale agisce sull'uomo africano — come dice Fernandez — reinterpretando, sincretizzando, creando: anche quando egli sembra piú acquiescente ai valori apportatigli dalla cultura europea» (44).
(43) COHN 1962, 4043.
(44) FERNANDEZ 1961, 244254.
RELIGIONE, SOCIETÀ, POLITICA ECC. 165
r11111.111.1..."''Le risposte dei negri coll'occidente.
Ho finora accennato ad alcuni problemi che si pongono allo storico di fronte ai sincretismi e messianismi africani. Ma i movimenti sincretisti e messianici rappresentano soltanto un tipo di risposta, benché importante, data dalle culture indigene all'urto coi bianchi, ed un altro tipo di risposta già esaminato è dato dai[...]
[...]uesto proposito, di una « mentalità da colonizzati (esprit colonisé) e di perdita della personalità (55).
Il caso degli Anang della Nigeria sudorientale, studiato dal Messenger (56), é eloquente. Fra gli Anang (prov. di Calabar) si diffuse nel 1930 il movimento degli Spiritualisti, i quali, ispirati dallo (( Spirito Santo», entravano in convulsione, si rotolavano in terra, parlavano lingue. Lo Spirito Santo derivante dal cristianesimo era reinterpretato magicamente come potenza capace di guarire i malati, di assicurare benessere, longevità e ogni altro bene a chi ne fosse posseduto. E' il medesimo fenomeno che s'é prodotto nella setta Arathé dei Kikuyu, in quella dei «Tremolanti » congolesi (Mpeveyalongo), nelle sette spirituali del Ghana. Ma la storia del movimento « spiritualista » degli Anang presenta vari momenti. Dopoché numerose calamità si abbatterono sugli Anang nel 193637, il nuovo culto fu abbandonato e il gruppo si divise in due tendenze opposte. Gli anziani tornarono alla tradizione integrale, convinti che averla parzialmen[...]
[...]e supremo castigatore dei trasgressori. Infatti, convinti di crearsi l'impunità per ogni sorta di azioni immorali e di vincere qualsiasi potenza avversa, molti individui si mettono indosso una croce ed altri pregano o sacrificano allo Spirito Santo, certi tosi di ottenere il perdono.
Come si vede, l'introduzione di un'idea o dogma sia pure elevato come quello della grazia divina, originariamente estraneo alla cultura ricevente, dà luogo a reinterpretazioni del tutto eterodosse e ingenue; inoltre essa può essere controproducente al punto da ingenerare o incrementare il collasso etico,sociale. In questo caso la società, per le condizioni generali dell'ambiente e della cultura, non è evidentemente matura a ricevere quell'idea o quel dogma senza falsarlo e senza farne perfino strumento di suicidio sociale (57).
Dunque la cieca ripulsa della cultura tradizionale e la incondizionata imitazione, puramente esteriore, di una cultura superiore, è una reazione possibile e reale delle culture negre africane al contatto europeo: ma è una reazione [...]
[...]movimenti religiosi dell'Africa Nera, in relazione ai movimenti di livello etnologico in genere.
Attenendomi ai risultati del mio lavoro (61) nonché della abbondante letteratura apparsa in questi ultimi anni, ecco le principali tendenze. In primo luogo, un complesso religioso tradizionale o precristiano, che comprende: la figura d'un Essere supremo identificato col dio giudiacocristiano; il tema del ritorno dei morti e il culto funerario, reinterpretati nel contesto di un rinnovamento escatologico e cosmico definitivo; il principio di guarigione magica; le pratiche taumaturgiche e di pos sessione che improntano sia l'azione dei profeti sia i servizi religiosi; inoltre vari elementi mitici particolari: il tutto riportato a fondamento d'una reinterpretazione più o meno «paganizzata » del cristianesimo. In secondo luogo, un complesso antistregonista e antifeticista che da un lato rompe la precedente tradizione, d'altro lato é legato ai culti neotradizionali paralleli o antecedenti, col medesimo scopo d'assicurare la salvezza dei proseliti contra ogni solta di mali e calamità. In terzo luogo, una tendenza autonomista che s'esprime, secondo i casi e le differenti fasi, in modo polemico e violento, o pacificamente, fino alla nascita d'un vero movimento panafricano che urta tutta
(61) LANTERNARI, Movimenti religiosi, ecc., 6166.
172 VITTORI[...]
[...]osi, ecc., 6166.
172 VITTORIO LANTERNARI
via contro delle opposte tendenze nazionali o tribali. In quarto luogo, v'è la tendenza a formare delle organizzazioni ecclesiastiche, come reazione alla segregazione subita, in sostituzione degli antichi aggruppamenti sociali sradicati, e come prodotto dell'autonomismo e insieme dell'istituzionalizzazione dei movimenti. Infine c'è i1 complesso giudaicacristiano, che viene ogni volta selezionato e reinterpretato in modo nativista o auto nomista. Fra le stesse componenti del cristianesimo missionario viene operata una selezione ed una reinterpretazione secondo una tendenza « giudaizzante»: il popolo negro s'identifica col popolo ebraico, sulla base d'una comune origine mitizzata e di analoghe persecuzioni subite. Ecco perché numerosi sono i movimenti « sionisti», «israeliti » presso le società dell'Africa nera (62).
Ora, se si guardano nel loro insieme le risposte dei negri africani ai richiami cristiani trasmessi dall'occidente, si deve tener conto anche di altri fatti: in particolare dell'entusiastica adesione di gruppi di negri a certi movimenti religiosi e parareligiosi per così dire eterodossi o nonconformisti, venuti tra lor[...]
[...]a, i motivi originari a cui s'ispirano molte sette moderne auroamericane (incluse quelle dei secc. XIX e XX, fra cui la Watch Tower) sono perfettamenti paragonabili a quelli dei movimenti religiosi africani, e cioè: superare le contraddizioni fra comportamento e principi, sgomberare la religione dagli interessi istituzionali, riguadagnare il senso di religiosità autonoma dell'individuo: tutto ciò mediante un «ritorno alle origini» variamente interpretato caso per caso.
C'è dunque, nella nascita dei movimenti indigenisti e delle sette moderne occidentali, un parallelismo di condizioni storiche. Sarebbe interessante estendere l'esame di questi paralleli
(68) SEIEPPERSON 1963, 150.
(69) CTIENu 1962, 534.
1
RELIGIONE, SOCIETÀ, POLITICA ECC. 175
smi anche ai movimenti profetici del mondo antico. Come vari autori hanno osservato, il cristianesimo stesso, ai suoi inizi si pre
senta come un movimento profetico e millenarista profondamente
legato alle speranze d'un miglioramento immediato delle condizioni della popolazione. «Dopo tutto —[...]
[...]una corrispondenza precisa nelle sette millenariste come il Gioachimismo, la Watch Tower, gli Shakers (72), gli Avventisti del VII giorno (73) e nei profetismi indigeni rivolti contra gli stati colonialisti e le missioni nel loro aspetto deculturatore e opprimente (74).
Tuttavia al di lá dei parallelismi non vanno ignorate le dif
(70) KOEBBEN 1960, 161.
(71) CoHN 1962, 33. Per il millenarismo popolare dei primi secoli cristiani, secondo l'interpretazione immanentista e materialista del «millennio» annunciato dall'Apocalisse„ cfr. KAUFMANN 1964, 1213.
(72) DESROCHE 1960, 31321.
(73) SHEPPERSON 1958, 134135.
(74) L'identificazione e la confusione del ruolo delle missioni con quello delle amministrazioni coloniali proviene dai negri stessi, a causa della natura solidale e organica delle esperienze storiche, da loro subite, dell'u uomo bianco ». Ciò non esclude che per molti altri rispetti i missionari assunsero la protezione dei negri contro il colonialismo, e i negri mostrarono più volte di riconoscere nelle missioni un ruolo distin[...]
[...]rale. Egli la definiva una potente centrale d'attrazione dei nativi contro il proselitismo missionario, ed una forte organizzazione religiosa.
Alice Lenshina Mulenga, della tribù Bemba, moglie d'un funzionario della missione presbiteriana, abbandonò la missione nel 1953 allorché, in seguito a una malattia, cadde in transe e ricevette la visione di Dio e degli angeli. Ella annunciò di essere morta e rinata. Iniziò poco dopo, come emissaria e interprete di Dio, la predicazione della nuova religione, e cominciò a «bat
(76) BASTIDE 1961, 8.
(77) RETIF 1959, 191. Il nome Lumpa può significare « che va lontano n, « l'eccellente a che salva * (TAYLORLEHMANN 1961, 253).
178 VITTORIO LANTERNARI
tezzare» le folle che venivano a lei dai territori vicini e lontani, in sacro pellegrinaggio, facendo del villaggio di Kasomo (distretto di Chinsali) la (( nuova Sion », il centro della setta. Fondò, con il marito Petro, una forte organizzazione, formata di discepoli, di diaconi, e di un clero devoto. Il movimento si estese fino al Tanganyka e al Nya[...]
[...]azione » che la profetessa ha sperimentato su di sé all'origine (79).
I cruenti episodi del luglioagosto di quest'anno, con l'uccisione da parte dei Lumpisti di numerosi bianchi, rappresentanti dell'autorità locale, e di negri, fino all'arresto della profetessa per opera della polizia (80), possono far pensare che il programma millenarista e di salvezza promosso dalla fondatrice come risposta alla situazione coloniale di allora, sia stato reinterpretato e adattato, dai seguaci, in questi ultimi tempi e in regime di preindipendenza (81), contro le forze e i gruppi dell'interno che rappresentano la tendenza occidentalizzante e « depersonalizzante » (82). Il sincretismo di questo movimento pare si sia caricato di un significato neotradizionalista e, sia pure nei modi di un fanatismo settario, si sia volto a salvare alcuni valori originali della società e della cultura. E' il processo di trasformazione d'un movimento già anticolonialista e innovatore, passato a un ruolo di rivolta conservatrice e di classe. Certo lo spirito conservatore é [...]
[...]e messianici nella loro fase estrema e organizzata, di fronte a una società che sta già sulla via di
uno degli spiriti (ngulu) più potenti della religione tradizionale Bemba. I due nomi raccolgono i simboli della vecchia e della nuova religione (TAYLORLEHMANN, 1961, 267). Secondo dicerie di missionari, che TaylorLehmann ritengono denigratrici (RÉTIF 1959, 190; OGER 1962, 130), Alice compirebbe anche pratiche divinatorie suonando un flauto e interpretando dal suono la voce di Dio (TAYLORLEHMANN 1961, 251).
(79) RETIE 1959; CHÉRY 1959; ROTBERG 1961; OGER 1962; TAYLORLEHMANN 1961, 24868.
(80) Il Resto del Carlino, 4 Ago. 1964; II Messaggero, 13 Ago. 1964; s Le Missioni Cattoliche » 89 1964, 35455.
(81) La Rhodesia sett. sancirà la sua indipendenza nell'ottobre 1964.
(82) S. TouEt 1961, 117119. Si noti che la chiesa Lumpa é riconosciuta dal governo (OGEE 1962, 131).
180 VITTORIO LANTERNARI
trasformare le sue strutture. Ma lo spirito conservatore di questo e di altri movimenti del genere trova un terreno favorevole nella situazione di[...]
[...]ta praticamente fuori del processo di ammodernamento e insieme avviata, dal contatto occidentale, a uscire dalla tradizione — e l'élite dirigente del paese: un vuoto che significa distanza e tensione di classi. Contra l'élite dirigente «colonizzata » e « colonizzatrice » la massa rurale esprime il suo insoddisfacimento nei modi conformi alla tradizione, attraverso una polemica che si attua sul piano sociale e insieme religioso: a tal punto l'interpenetrazione dei bisogni sociali e deligiosi é radicata nelle culture dell'Africa Nera.
Si va dunque profilando una tensione fra masse rurali e città, fra cultura tradizionale ed élites europeizzate. Jean Rouch ha ben mostrato in casi dettagliati come le culture tradizionali reinterpretano a modo loro fatti, istituzioni, persone proprie della civiltà secolarizzata ed europeizzante delle città. I Songhay del Niger hanno dal 1926 aggiunto al pantheon tradizionale dei loro spiriti, o geni, o divinità, la categoria degli Hauka, che rappresentano la ((forza » della civiltà occidentale. Essi includono personaggi come Gamma: (( le gouverneur », «le générale Malia », «le roi des juges », « le guerrier », «le commandant mauvais», ((le caporal de garde », ecc. Questo processo di mitizzazione delle autorità e dei personaggi di tipo occidentale corrisponde a una tendenza diffusa in A[...]
[...]ha spostato all'interno della società le forze promotrici degli antichi contrasti, e che precedentemente agivano su di essa dall'esterno. Neila maggior parte dei paesi, dal colonialismo socialpoliticoeconomico imposto dagli europei si é passati al colonialismo socioculturale imposto dalle élites dirigenti. In tale quadro sembrano spiegarsi le suaccennate manifestazioni di rivolta socialreligiosa, di tradizionalismo e neotradizionalismo, di reinterpretazione mitologica del «potere» politico. Esse direttamente o indirettamente denunciano il «vuoto » socioculturale creatosi nella maggioranza delle nuove nazioni africane fra la classe dirigente che ha fatto proprio il mondo mentale, la secolarizzazione della vita, lo spregiudicato individualismo degli occidentali, e il proletariato rurale o il sottoproletariato urbano, che da un lato sono spinti dal contatto a uscire dall'antica cultura in crisi e d'altra parte rimangono ai margini della cultura nuova, anzi spesso sono strumentalizzati in funzione di interessi particolari di gruppi e person[...]
[...], u Revue Intern. des Sciences Sociales », UNESCO, XIII. 2. 1961, 208226.
BANTON M., African prophets, «Race» V, 2. 1963, 4255.
BASTIDE R., Le suicide du Nègre Brésilien, a Cah. Int. Sociol. a, XII, 1952, 7990.
BASTIDE R., Messianisme et développement économique et social, a Cah. Intern. Social. a, 31, 1961,
314.
BASTIDE R., L'homme africain á travers sa religion traditionnelle, « Présence Africaine », 1962,
1, 3243.
BASTIDE R., Les métamorphoses du sacré dans les sociétés en transition, a Civilisations a, 9. 1959,
4, 432443.
BASTIDE R., Les religions africaines au Brésil, Paris 1960.
BERNARDI B., Le religioni pagane nell'Africa Nera, « La Chiesa e le trasformazioni politiche
e culturali nell'Africa Nera », Como 1960, 6376.
BOHANNAN P., Extraprocessual events in Tiv political institutions, a Amer. Anthropol. », 60.
1958, 112.
BOUCHAUD J., L'Eglise en Afrique Noire, Paris 1958.
BOUCHAUD J., Aspects modernes du paganisme africain, a Annales Spiritaines », 1956. 7, 9399.
Butcx (R. P.) G. VAN, Le Prophète Harris vu par luime[...]
[...]is mo di nuovo genere dei governi locali verso le aree rurali (ib., 218).
188 VITTORIO LANTERNARI
BUSHAYIJA S., Indifférence religieuse et néopaganisme au Ruanda, « Rythmes du Monde », IX,
1961, 1, 5867.
CERUI.LI E. ,La setta dei Water Carriers, « Studi e Materiali di Storia delle Religioni », (SMSR)
Roma, 34. 1963, 1, 2760.
CHENU P. M. D., Libération politique et messianisme religieux, « Parole et Mission», 19, Oct.
1962, 529542.
CHERY (R.P.) H. CH., Visage des sectes et motifs de dissidence, « Devant les sectes nonchrétien
nes », Louvain 1961, 2851.
CIIERY (R.P.) H. CH., Les sectes en Rhodésie du Nord, « Parole et Mission », 7.15 Oct. 1959,
578594.
Chiesa (La) e le trasformazioni sociali, politiche e culturali dell'Africa Nera, « Atti della I° Settimana
di Studi Missionari », 2429 luglio 1960, Milano 1961.
CHOMÉ J., La passion de Simon Kímbangu, Bruxelles 1959.
ComN N., Medieval millenarism: its bearing on the comparative study of millenarian movements,
«Millennial dreams in action », The Hague 1962, pp. 3143
DAUEECRIES MGR., Le Kitawala, «Tendences du temps», 19. 58. 1961, 518.
DEBRUNNER H., Witchcraft in Ghana, Accra 1961.
DECAPMAEKER R. P[...]
[...]bertà e di salvezza dei popoli oppressi, Milano 1960; Mouvements religieux des peuples opprimés, Paris 1962; The religions of the oppressed: a study of modern messianic cults, New YorkLondon 1963.
LANTERNARI V., Discorso sul messianismo, «Nuovi Argomenti », 46. 1960, 1336. LANTERNARI V., Movimenti profeticosalvifici a livello etnologico. Una pubblicazione recente. « SMSR» 32. 1961, 284308.
LANTERNARI V., Messianism: its historical origin and morphology, « History of Religions s, Chicago II. 1962, 5272.
LANTERNARI V., La religione della libertà dei popoli del Congo, « Ulisse », VI, 39. 1961, 6069. LANTERNARI V., La chiesa e le religioni dissidenti d'Africa, d'Asia, Oceania e America, «Ulisse» XV. 1962. 7, 127143.
LANTERNARI V., Razionalità, irrazionalità e scienze religiose, « Nuovi Argomenti », 5960. 1963, 6273.
LANTERNARI V., Convegno Internazionale di Bouaké sui sincretismi e messianismi dell'Africa Nera, « Rivista di Antropologia », 50. 1963, 213230.
LANTERNARI V., Dinamica culturale e nuove religioni dei popoli arretrati, « At[...]
[...]étiennes », Louvain 1961, 8290.
MASSON (R. P.) J., Liminaire. Conclusions, « Devant les sectes nonchrétiennes », Louvain 1961, 712; 292298.
MEAD M., Independent religious movements, « Comparative studies in society and History*, 1.4.1959, 324329.
MEEK C. K., Law and authority in a Nigerian Tribe, London 1950 (1937, I ed.).
MERs.o M. C., Les sectes au Dahoméy, « Devant les sectes nonchrétiennes », Louvain 1961, 102119.
MESSENGER J. C., Reinterpretation of christian and indigenous beliefs in a Nigerian nativist church, « Amer. Anthropol. », 62. 2. 1962, 268278.
MESSENGER J. C., Religious acculturation among the Anang Ibibio, « Continuity and change in African Cultures », ed. BascomHerskovits, Chicago 1959, 279299.
MIDDLETON J., Lugbara religion. Ritual and authority among an eastafrican people, London 1960, pp. 258270.
MIDDLETON J., The Yakan or Allah Walter Cult among the Lugbara, «J.R.A.I. », 93. 1. 1963. 80108.
Millennial dreams in action, Suppl. II, « Comparative studies in society and history ». Papers on religious movements[...]