Brano: Carabinieri, Arma dei
Gennaro Capuozzo
zione della sua medaglia d’oro — durante le giornate insurrezionali di Napoli partecipò agli scontri sostenuti contro i tedeschi, dapprima rifornendo di munizioni i patrioti e poi impugnando egli stesso le armi. In uno scontro con carri armati tedeschi, in piedK sprezzante della morte, tra due insorti che facevano fuoco, con indomito coraggio lanciava bombe a mano fino a che lo scoppio di una granata lo sfracellava sul posto di combattimento insieme al mitragliere che gli era al fianco ».
Capuzi, Pietro
Medaglia d'oro al valor militare alla memoria. N. a Visso (Macerata) nel 1890, caduto a Ussita (Macerata) il 26.5.1944. Combattente della prima guerra mondiale, nel corsa della quale fu ferito, benché in età avanzata partecipò fin dall’8 settembre 1943 alla Resistenza, organizzando nella zona di Visso un centro di guerrigli[...]
[...]ima commissario politico delia Brigata « Spartaco », fece parte poi del Comando umbromarchigiano delle Brigate Garibaldi. Sfuggì più volte miracolosamente ai tedeschi che accanitamente lo ricercavano ef malgrado la forte taglia che gravava sulla sua testa, continuò la lotta. Catturato nel corso di una missione ispettiva, dopo essere stato barbaramente torturato venne fucilato in località Vena d’Oro.
Caqueteo
Vocabolo caratteristico nella terminologia della guerra civile spagnola. Indica il processo che va dallo scoraggiamento al terrore vero e proprio che coglie certe unità in combattimento o al fronte. Il caqueteo si conclude quasi sempre con la fuga e, in breve tempo, può determinare la disgregazione di reparti,
ancora poco prima organizzati ed efficienti.
« Vidi una volta un commissario politico piazzare una mitragliatrice in mezzo alla carretera e pacatamente fare fuoco sui fuggiaschi. Quando i morti raggiunsero la ventina il caqueteo si arrestò e allora, sempre pacatamente, il commissario riunì gli sbandati, li fece inquadrare e li rispedì verso
il nemico ».
F.Ni.
Di alcuni casi di caqueteo parla anche Luigi Longo in Brigate internazionali in Spagna. Riguardo alla battaglia di Madrid del 18.11.1936, scrive: « I più pratici dei fenomeni al fronte, qu[...]
[...]l caqueteo si arrestò e allora, sempre pacatamente, il commissario riunì gli sbandati, li fece inquadrare e li rispedì verso
il nemico ».
F.Ni.
Di alcuni casi di caqueteo parla anche Luigi Longo in Brigate internazionali in Spagna. Riguardo alla battaglia di Madrid del 18.11.1936, scrive: « I più pratici dei fenomeni al fronte, quelli'che hanno già combattuto con la centuria "Gastone Sozzi”, il capitano Leone in primo luogo, danno l’allarme, è un inizio di caqueteo. Ufficiali e commissari, pistole alla mano, fermano i fuggitivi, li svergognano, fanno loro fare dietro front e intanto spiegano la formazione in combattimento ».
Carabinieri, Arma dei
Corpo dell’esercito italiano, istituito in Piemonte dal re Vittorio Emanuele I nel 1814 con mansioni di polizia. I carabinieri furono chiamati « reali » per sottolineare il carattere di emanazione dell’autorità regia.
L’organico del Corpo, che all’inizio era soltanto di 800 uomini tra ufficiali e militi, nel 1822 fu portato a 100 ufficiali e 2.900 uomini di truppa. Nel 1855 il Corpo prese parte alla spedizione di Crimea e nel 1860 comprendeva quasi 5.000 uomini, dì cui 114 ufficiali. Nel 1859 istituì un proprio servizio di informazioni che si avvalse dell’opera di militari in borgh[...]
[...]4 con mansioni di polizia. I carabinieri furono chiamati « reali » per sottolineare il carattere di emanazione dell’autorità regia.
L’organico del Corpo, che all’inizio era soltanto di 800 uomini tra ufficiali e militi, nel 1822 fu portato a 100 ufficiali e 2.900 uomini di truppa. Nel 1855 il Corpo prese parte alla spedizione di Crimea e nel 1860 comprendeva quasi 5.000 uomini, dì cui 114 ufficiali. Nel 1859 istituì un proprio servizio di informazioni che si avvalse dell’opera di militari in borghese.
Dal 1862 al ’66 i carabinieri vennero largamente impiegati contro il cosiddetto « brigantaggio » nell’Italia meridionale e si resero corresponsabili di efferatezze che suscitarono lo sdegno di Garibaldi e degli uomini più illuminati dell’epoca (da Ferrari a Villari, a Massari e al Castagnola), i quali ritenevano giustamente che il brigantaggio fosse « la protesta selvaggia e brutale della miseria contro antiche e secolari ingiustizie », un grave e complesso fenomeno sociale che non poteva certo risolversi con le carabine. Nel 1866 i [...]
[...]he il brigantaggio fosse « la protesta selvaggia e brutale della miseria contro antiche e secolari ingiustizie », un grave e complesso fenomeno sociale che non poteva certo risolversi con le carabine. Nel 1866 i carabinieri furono talmente impegnaci nella lotta contro i «briganti » che concorsero alle operazioni di guerra contro l’Austria solo con pochi reparti addetti al Quartier Generale. Alla proclamazione del regno d’Italia il Corpo divenne Arma.
Tra la fine del secolo scorso e gli inizi del presente le cronache registrarono una lunga serie di eccidi,
dovuti all’azione repressivajantipopolare dell’Arma (Racalmuto, Conselice, Berrà, Candela, Giarratana, Crevalcore, Corticella, Budrio, Casalecchio, Galliera, Roccagorga), che suscitarono indignazione nel paese, inchieste e numerose interpellanze parlamentari (da parte di N. Colajanni, N. Barbato, R.M. Imbriani, G. Bovio, F. Turati, C. Prampolini e di altri noti democratici e socialisti del tempo). Alla guerra coloniale libica (191112) e specialmente alla prima guerra mondiale l'Arma partecipò, non soltanto con compiti di polizia, ma come unità tattica: nella guerra 191518 caddero circa 500 carabinieri, 4.000 furono feriti e 800 tratti in prigionia. L’Arma si distinse nell’attacco delle posizioni del Podgora e nella liberazione di Gorizia.
Primo dopoguerra e fascismo
Nel 1919 l’organico dei carabinieri raggiunse i 60.000 uomini. Nel periodo 19191922 l’Arma, che molti consideravano come una forza capace di garantire non solo le prerogative monarchiche ma anche le libertà statutarie, mancò pienamente al suo compito di repressione dello squadrismo imperversante nelle città e nelle campagne: Invece di operare in difesa del buon diritto e della vita dei cittadini, nella maggior parte de} casi finì per proteggere l’incolumità degli aggressori fascisti dalla reazione popolare. Durante il regime mussoliniano gli alti Comandi dell’Arma, pur svolgendo sostanzialmente i compiti loro assegnati dal fascismo, rimasero fedeli alla monarchia e a volte entraro[...]
[...]ome una forza capace di garantire non solo le prerogative monarchiche ma anche le libertà statutarie, mancò pienamente al suo compito di repressione dello squadrismo imperversante nelle città e nelle campagne: Invece di operare in difesa del buon diritto e della vita dei cittadini, nella maggior parte de} casi finì per proteggere l’incolumità degli aggressori fascisti dalla reazione popolare. Durante il regime mussoliniano gli alti Comandi dell’Arma, pur svolgendo sostanzialmente i compiti loro assegnati dal fascismo, rimasero fedeli alla monarchia e a volte entrarono anche in contrasto con le gerarchie della milizia fascista. Tuttavia fu soltanto nel momento in cui si verificò la rottura tra Vittorio Emanuele III e Mussolini che l’Arma si rivelò un importante strumento della monarchia nella fótta che si andava delineando tra le due parti, entrambe^ corresponsabili fino a quel momento jdelle guerre di aggressione e delle loro tragiche conseguenze. Nel colpo di stato che portò all’arresto di Mussolini, i carabinieri furono un elemento importante nella pratica attuazione della congiura: l’operazione dell’arresto di Mussolini a Villa Savoia, il 25 luglio 1943, fu diretta dal generale Angelo Cerica che era stato nominato tre giorni prima comandante generale dell’Arma. I carabinieri furono poi impiegati, durante
i 45 giorni d[...]
[...]ndo tra le due parti, entrambe^ corresponsabili fino a quel momento jdelle guerre di aggressione e delle loro tragiche conseguenze. Nel colpo di stato che portò all’arresto di Mussolini, i carabinieri furono un elemento importante nella pratica attuazione della congiura: l’operazione dell’arresto di Mussolini a Villa Savoia, il 25 luglio 1943, fu diretta dal generale Angelo Cerica che era stato nominato tre giorni prima comandante generale dell’Arma. I carabinieri furono poi impiegati, durante
i 45 giorni del governo Badoglio (v.)f in numerose altre operazioni preventive e repressive nei con
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