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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale Presidente è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 162Analitici , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Tibor Mende, Riflessioni in margine agli avvenimenti indonesiani in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1958 - 7 - 1 - numero 33

Brano: [...]ale meno forte, che lasciasse alle « altre isole » la loro autonomia. Così, durante la guerra contro i guerriglieri Indonesia
ni, l'Olanda cosa comprensibilissima — incoraggiò le tendenze
separatiste, di modo che il Governo dell'Indonesia indipendente si vide costretto ad esercitare una autorità centrale anche più forte per contrastare queste tendenze. E il forte « Stato Unitario », sotto ,l'influenza del capo del movimento di indipendenza, il Presidente Sukarno stesso, non fece che accentuare la rivolta regionale contro la preminenza accentratrice e « parassitica » dell'inesperta Giava.
Fin dal principio questa resistenza assunse una forma militare. La più importante era un'organizzazione ortodossa Musulmana, la DarulIslam, opposta alla Stato secolare e decisa ad organizzare l'Indonesia sulla base delle prescrizioni Coraniche. In un paese Musulmano al 90% non poteva mancare di avere una considerevole influenza. Già nei primi anni dell'indipendenza essa si era insediata in vaste zone occidentali di Giava, e aveva simpatizzanti a Borneo, Cele[...]

[...]rtanti regioni e riconoscevano l'autorità di Giacarta solo quando conveniva ai loro interessi. L'ambizione personale di questi capi militari locali era in realtà sostenuta dalla possibilità di commerciare le materie prime delle loro regioni direttamente con Singapore, le Filippine e altri porti stranieri, escludendo dal circuito i rappresentanti del Governo centrale.
Al di sopra di questa confusa situazione prevaleva l'autorità di Sukarno, come Presidente della Repubblica, e del Dott. Hatta, come VicePresidente. Come personificazioni della mistica della liberazione, essi continuarono ad essere molto stimati, e perfino i Capi militari ribelli, di solito, ritenevano opportuno manifestare ad essi la loro fedeltà. In realtà i due uomini si completavano mirabilmente a vicenda. Sukarno, un tribuno impetuoso ed eloquente con il dono particolare di saper trascinare le folle, rimase il sim
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bolo dell'elemento « rivoluzionario » nella lotta per la liberazione. La sua lunga e coraggiosa battaglia contro l'Olanda, durante e dopo la guerra di liberazione, gli accattivò l'affetto delle masse e, in[...]

[...]erciò con i sentimenti della popolazione delle « altre isole », scontente della predominanza di Giava.
L'incompatibilità di carattere dei due uomini, la sempre maggiore differenza di opinioni sulle questioni politiche di tutti i giorni, come pure le pressioni dei partiti politici sorte dietro i loro nomi, in diverse occasioni hanno messo a dura prova la difficile collaborazione tra loro. A Giacarta erano frequenti le voci di un conflitto tra il Presidente e il VicePresidente, e nessuno in realtà fu sorpreso quando, dopo le ultime elezioni generali, essi furono costretti a separarsi. Il dott. Hatta dette le dimissioni e Sukarno rimase da solo al timone. Tuttavia, il potere incontrastato aggiun to all'inevitabile aumento delle difficoltà politiche ed economiche non poteva non far crescere le critiche a Sukarno. Come in tanti altri paesi Asiatici di recente indipendenza, la corruzione crebbe, ci furono scandali pubblici e, per la prima volta, lo stesso Sukarno fu violentemente attaccato. Durante la sua visita in Cina e nell'Unione Sovietica egli fu ricevuto regalmen[...]

[...]i altri paesi Asiatici di recente indipendenza, la corruzione crebbe, ci furono scandali pubblici e, per la prima volta, lo stesso Sukarno fu violentemente attaccato. Durante la sua visita in Cina e nell'Unione Sovietica egli fu ricevuto regalmente e tornò apparentemente entusiasta di ciò che aveva visto; le critiche, fino a quel mamento vaghe e saltuarie, si fecero più forti e puntarono a riunire i Capi Musulmani e l'opinione pubblica contra il Presidente. Questa opposizione fu sottolineata solamente dall'intenzione dichiarata da Sukarno di modificare il tipo occidentale della democrazia parlamentare del paese e sostituirla con una « idea » sua per
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sonale di una « democrazia guidata » nella quale un Consiglio no minato, comprendente tutti i partiti in un comitato di esperti, avrebbe avuto la facoltà di veto sul parlamento.
Fin dall'inizio dell'indipendenza Indonesiana risultò chiaro che il paese era diviso in due principali correnti politiche. La prima era vagamente Marxista, nazionalis[...]

[...]bbe avuto la facoltà di veto sul parlamento.
Fin dall'inizio dell'indipendenza Indonesiana risultò chiaro che il paese era diviso in due principali correnti politiche. La prima era vagamente Marxista, nazionalista antioccidentale e aveva, le radici del suo dinamismo nella lotta anticoloniale. Si attuava principalmente nel Partito Nazionalista, fondato dallo stesso Sukarno. Alla sua sinistra c'erano i Comunisti, all'inizio rivali del Partito del Presidente, ma dopo i primi anni di indipendenza, suoi principali alleati. La seconda era essenzialmente conservatrice e la religione fungeva da comune denominatore. Era antimarxista, musulmana progressiva o ortodossa e, nel complesso, pronta ad accettare una stretta collaborazione coll'Occidente. In questa corrente religiosa di opposizione, il Partito principale era il Masjumi, con alla destra vari partiti Musulmani ortodossi. Tra i due gruppi i Socialisti, i quali, pur avendo un capo capace ed esperto nella persona di Sjahrir, persero importanza e, numericamente parlando, cessarono di avere la minima [...]

[...] sufficientemente stabile, che si appoggiavano sempre
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di più sulla forza equilibratrice di piccoli e discordi partitini. Di fronte a una tale instabilità di Governo — benché i Nazionalisti avessero ottenuto mezzo milione di voti in più dei loro principali avversari, i Masjumi — inevitabilmente venne a formarsi un blocco di sinistra sotto forma di una collaborazione sempre più stretta tra i Nazionalisti e il Partito Comunista. Il Presidente Sukarno, fidandosi della sua popolarità personale nel paese, si convinse che i Comunisti gli sarebbero serviti come strumento per vincere il blocco religioso. Secondo l'opinione di diversi osservatori, comunque, si correvano seri rischi che i Comunisti — piuttosto che servire come strumento — si infiltrassero nei ranghi nazionalisti e trasformassero lo stesso Presidente in un loro strumento per ottenere una posizione dominante nel Governo.
Fu nel belmezzo di queste manovre di coalizione che « l'idea » di una « democrazia guidata » del Presidente Sukarno fu lanciata nel vivace dibattito politico indonesiano. Retrospettivamente, sembra ora che essa rappresentò una svolta decisiva sia nella vita di Sukarno che in quella dell'Indonesia.
Nel giugno del 1957, dopo prolungate discussioni, si formò un Consiglio Nazionale, presieduto dallo stesso Presidente Sukarno. I membri del Consiglio erano nominati dal Governo e dovevano rappresentare tutti i principali elementi della società Indonesiana. Gli operai e i contadini, gli intellettuali e i soldati, i rappresentanti della gioventù e degli exguerriglieri, gli artisti, i leaders di minoranze nazionali, i capi di regione e i notabili in genere, i giornalisti nonché le donne, tutti dovevano avere i loro rappresentanti nel Consiglio. I due partiti più rappresentati erano quello nazionalista e quello comunista. Il Nahdatul Ulama, uno dei partiti Musulmani, decise dopo molte esitazioni di parteciparvi.[...]

[...]eri, gli artisti, i leaders di minoranze nazionali, i capi di regione e i notabili in genere, i giornalisti nonché le donne, tutti dovevano avere i loro rappresentanti nel Consiglio. I due partiti più rappresentati erano quello nazionalista e quello comunista. Il Nahdatul Ulama, uno dei partiti Musulmani, decise dopo molte esitazioni di parteciparvi. Ma i Masjumi si schierarono tutti all'opposizione e, ciò che è anche più grave, lo stesso ex VicePresidente Hatta espresse energicamente la sua ostilità. Il consiglio, comunque, fu formato col compito di dare, richiesto o no, il' suo parere al Gabinetto.
RIFLESSIONI IN MARGINE AGLI AVVENIMENTI INDONESIANI 65
È probabile che « la democrazia guidata » del Presidente Sukarno abbia dato ai Comunisti un'influenza maggiore di quanto non avrebbe consentito la loro forza numerica nel tradizionale gioco politico dei governi di coalizione. Nello stesso tempo è bene tener presente che « l'idea » rispondeva, entro certi limiti, a una necessità sentita in tutta l'Asia non Comunista. Parti sempre maggiori di opinione pubblica credono che il complicato sistëmä di democri zia parlamentare, ereditato per lo più dalle ex colonie, non potrà mai andare incontro aIlë reälí necessità del popolo ed è destinato a soccombere sotto il peso crescente dei prablemi economici. Nell[...]

[...]afforzare il potere esecutivo, può essere, ed è in realtà, interpretata in Asia come una preferenza dell'Occidente per le strutture democratiche inefficienti e superficiali che — secondo questa inter
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pretazione — rendono relativamente facili gli interventi economici da parte di imprenditori o uomini politici occidentali.
Cosi, mentre una grossa parte dell'opinione pubblica Indonesiana era sinceramente contraria all'« idea » del Presidente Sukarno, era relativamente facile convincere l'altra parte, altrettanto grossa e anticolonialista che tale opposizione non era che l'espressione di interessi personali da parte di stabili posizioni occidentali.
***
Sulla sfondo particolare dell'opposizione latente fra l'Indonesia « affollata » e quella « vuota », le discussioni per la formazione del Consiglio Nazionale non potevano fare a meno di rafforzare la rivalità tra la « sinistroide » Giava e le altre isole « conservatrici », in particolare la più ricca fra queste: Sumatra. Il primo risultato concreto fu quello di confermare le paure[...]

[...]interventi fu l'insurrezione delle truppe cinesi nazionaliste a Burma quando, tra il 1949 e il 1954, il governo socialista del paese cercava di consolidare la sua politica estera neutrale e non impegnativa. L'inclusione del Pakistan nella S.E.A.T.O., l'aiuto finanziario del signor Diem, e il continuo armarsi di Ciangkaishek, non furono che gradi successivi.
Tuttavia questa volta la strategia in un certo senso falli. E non perché la politica del Presidente Sukarno fosse perfetta o perché gli indonesiani, con i loro atteggiamenti sconsiderati, si fossero già procurati gravi danni economici. Falli semplicemente perché, ancora una volta, si era basata su una valutazione errata della pubblica opinione asiatica.
Per tutta l'Asia il colonialismo olandese ha lasciato un amaro ricordo e, nel caso di un'azione che, sia pure con approssimazione, possa esser chiamata lotta contro un'indiretta ripresa dell'intervento
RIFLESSIONI IN MARGINE AGLI AVVENIMENTI INIH)NESIANI 75
Occidentale, gli indonesiani possono contare sull'appoggio della maggior parte dei[...]



da Renato Mieli, La constrata evoluzione della sicilia in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1960 - 1 - 1 - numero 42

Brano: [...]oversa. Tutti concordano nel ritenere che si debba investire una cifra considerevole per trasformare l'agricoltura regionale in modo da porla su un piano di redditività competitiva nei confronti dell'Italia centrosettentrionale e di altri paesi europei. Ma tutti sembrano sottintendere che oltre ad un certo limite, di cui non viene precisata l'elevatezza, é meglio non spingersi, per convogliare piuttosto gli investimenti in altra direzione.
L'ex Presidente della Regione, Milazzo, pensa che ci siano già troppe bocche da sfamare nella campagna siciliana e che la terra sfruttata da secoli e coltivata male offra sempre minori possibilità di viverci. Torna a ripetere, a chi lo interroga su questo argomento che gli sta particolarmente a cuore, che ogni giorno nascono in Sicilia 135 nuovi candidati alla fame e che i contadini disperati non ne vogliono più sapere di sprecare la loro fatica quotidiana per quella terra ingrata. Come uscirne? Milazzo non é ottimista; e non lo nasconde. Da conoscitore
128 RENATO MIELI
qual è, vede la situazione molto scu[...]

[...]amento . degli strumenti esistenti: il problema é dell'uso che si intende farne. In mano ai comunisti certi organi di direzione della politica agraria possono servire ad imprimere un determinato indirizzo; in mano ai monarchici possono servire all'opposto. E in mano ad en
trambi diciamo la verità —. servono solo a generare confusione e
contrasti che hanno come unica risultante l'immobilismo.
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Purtroppo c'era poco da fare. L'exPresidente Milazzo aveva bisogno dei voti dell'ala sinistra e dell'ala destra della sua striminzita maggioranza all'Assemblea Regionale e non avrebbe potuto concedersi il lusso di scontentare né Macaluso né Majorana della Nicchiara. Ma non poteva nemmeno accontentarli entrambi con un programma di rinnovamento dell'economia agraria perché le concezioni e soprattutto gli interessi, di cui sono gli esponenti, stavano agli antipodi. Ognuno sarebbe rimasto, per quanto é possibile, sulle sue posizioni, cercando di ottenere il massimo beneficio dalle circostanze occasionali. E cosí é andata. Parlare di un pian[...]

[...]a danno dell'incremento produttivo nel settore elettrico, andrebbe ora addebitato all'Ente pubblico. II colmo é che quest'accusa veniva candidamente — diciamo così — ribadita dall'Assessore delegato dell'Industria, Barone, il quale ammetteva che vi era stato da parte dell'E.S.E. un tentativo per indurre il governo a revocare quel decreto di autorizzazione (revoca che venne deliberata in seguito). Messo in grave imbarazzo da questa ammissione, il Presidente Milazzo ritenne allora di non dovere né approvare né sconfessare il suo, forse ingenuo, collaboratore. Ma la K gaffe » rimase; e con essa il dubbio che la politica di intervento pubblico per lo sviluppo dell'energia elettrica in. Sicilia fosse in mano di uomini che non sembravano all'altezza del compito.
***
Se si passa ad altri settori dell'industria di base la situazione appare notevolmente diversa. Nel settore chimico sono stati compiuti considerevoli progressi. Gli stabilimenti della Sincat e della Montecatini sono tra i più grandi che esistano nel nostro paese, e senza dubbio tra i più[...]

[...]tratezza economica. Sembrava che la massima pubblicità sarebbe stata data a quell'indagine per permettere a tutti di vedere come si sarebbe proceduto a una rapida ed efficiente industrializzazione della Sicilia. E invece da allora non se ne è più sentito parlare. Tornato a Palermo con il « piano Battelle », La Cavera si é chiuso in un impenetrabile mutismo. Nessuno ha potuto sapere a quali conclusioni avesse approdato quello studio. Neppure l'ex Presidente Milazzo è riuscito a prenderne visione. Mistero. Perché tanto silenzio? Di congetture se ne potrebbero fare molte: non ultima quella di un dissenso fra il direttore La Cavera e l'on. Bianco che proprio in quei giorni era stato nominato Presidente della Sofis. Ma il contrasto fra i due dirigenti, che hanno una spiccata personalità e palese divergenza di opinioni, non spiega molto. Resta, cioè oscuro il contenuto di quel piano e il motivo per cui da qualche parte si sia avuto interesse a non renderlo di pubblica ragione. Né ci sembrano convincenti le spiegazioni che vengono date sottovoce negli ambienti della direzione della Sofis. « Renderemmo un servizio ai nostri avversari — si dice — se divulgassimo i suggerimenti che scaturiscono da quell'indagine ». Sembra di dover capire che la Sofis si riprometterebbe di cogliere di sorpresa, co[...]

[...]a anche diffidenti. Un silenzio di tomba in una materia così delicata, quaIe é quella di promuovere e finanziare attività industriali che possono, anzi dovrebbero, generare lauti profitti a beneficio di un certo numero di imprenditori, si presta a facili e pesanti sospetti.
Ma, lasciando da parte le considerazioni di ordine morale e le riflessioni di natura psicologica, vi è una ragione pratica che rende necessaria la rottura del silenzio. L'ex Presidente Milazzo, accogliendo la richiesta dei sindacati e del P.C.I., aveva annunciato la creazione di un Comitato incaricato di elaborare un piano di sviluppo economico e sociale dell'isola. E un piano del genere non avrebbe potuto certo tacere sui compiti spettanti alla Sofis.
Quali sarebbero state le linee fondamentali di questo piano non é dato sapere. Vari sono i problemi da risolvere e gli interessi da conci
LA CONTRASTATA EVOLUZIONE DELLA SICILIA 153
liare; ma alcune questioni pregiudiziali sembrano già adesso impor si all'attenzione. Quando si parla di industrializzazione e in particolare [...]

[...] una vera identità di obbiettivi fra le due ali su cui si reggeva il governo Milazzo. Al contrario, vi è sempre stato un inconciliabile contrasto. E ancor oggi, quel contrasto perdura: la partita, chiusa con la fine dell'esperimento Milazzo, rimane aperta all'interno della Sofis. Può darsi che, in tema di utilizzazione di questo strumento di sviluppo industriale, prevalgano le tendenze privatistiche, che avrebbero il loro più forte assertore nel Presidente della Società, Bianco; o quelle pubblicistiche, che farebbero capo al Direttore, La Cavera. Può anche darsi che, neutralizzandosi a vicenda, le due tendenze finiscano per paralizzare la Società Finanziaria siciliana, condannandola a un'azione spicciola, disordinata e inconcludente. E ancora troppo presto per fare previsioni, anche se sono già trascorsi tanti mesi dalla nomina dei due dirigenti; é sempre troppo presto per pronunciare un giudizio definitivo su una questione in cui si scontrano interessi e personalità siciliane.
Per il Partito Comunista la via da seguire era evidente. Avendo in[...]



da Roberto Guiducci, Pamphlet sul disgelo e sulla cultura di sinistra in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1955 - 11 - 1 - numero 17

Brano: [...] di persuasione, per incontrare un maggior numero di persone dalle quali farsi capire. Ma non è possibile ammettere che l'ideologia marxista nel suo complesso possa seguire le linee tattiche fino all'ecclettismo (3). Mi
(3) È del 27 settembre 1955 questo episodio riportato dall'Avanti!: « Una notizia ha commosso l'opinione pubblica americana. 'A Mosca il pastore Alexei Karpov ha esortato dal pulpito alla preghiera: `II nostro compagno Bulganin, Presidente del Consiglio
. PAMPHLET SUL DISGELO E SULLA CULTURA DI SINISTRA 91
pare anzi che, proprio oggi, di fronte all'allargamento delle possibilità 'tattiche, il patrimonio ideale e morale del comunismo richieda in modo particolarmente sensibile le massime cure e sia, in certo senso, da sottrarsi al gioco quotidiano, da escludersi come carta fra le altre carte. Quando Togliatti dice, a proposito dell'avvicinamento ai cattolici sul terreno di un'intesa per le rivendicazioni economiche e sociali elementari: «Che cosa hanno a che fare, a questo proposito, i contrasti fra differenti sistemi e orienta[...]

[...]a Gramsci, dello Stato operaio e contadino in nuce, dove si esercita nel profondo la fatica rinnovatrice, dove ogni atto presente é anche costruzione di una civiltà futura. Il primo piano (tattico) può essere viceversa inteso come il luogo della diplomazia dello Stato in nuce, della sua politica estera, del suo rapportarsi con le altre classi, con gli altri partiti, con gli altri Stati, in una complessa rete di relazione (4).
dei Ministri, e il Presidente Eisenhower sono stati grandi artefici della causa della pace. Ora, cari fratelli e sorelle, preghiamo per la guarigione del Presidente Eisenhower, affinché egli possa continuare il suo grande lavoro a favore della causa della pace ». Dove, come si vede,, la colomba della pace leninista rischia addirittura di assimilarsi alla simbologia paleocristiana in un sapiente gioco caleidoscopico. Molto opportuno ci è sembrato a questo proposito il fondo di Togliatti su « Rinascita » (n: 9, settembre 1955) nella parte in cui si distingue il piano ideologico generale (in cui esistono ineliminabili distanze fra concezioni antitetiche) da quello politico contingente (in cui un accordo è possibile su questioni particolari).
(4) Estremamen[...]



da Saverio Tutino, Conclusa l'importante discussione sull'orientamento dello sviluppo nazionale. Cuba ha fatto le sue scelte economiche. Il progresso agricolo è la base dell'industrializzazione. I successi nella produzione di zucchero - Incentivi morali e incentivi materiali - Le posizioni di Guevara. in KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1965 - - maggio - 28

Brano: [...]essi nella produzione di zucchero — Incentivi morali e incentivi materiali — Le posizioni di Guevara
Dal nostro corrispondente
L'AVANA, maggio il primo maggio Fidel Castro ha preannunciato una grande vittoria per l'economia collana: sei milioni di tonnellate di zucchero saranno certamente prodotte entro il 10 giugno. Nei prossimi anni il raccolto dovrà essere sempre più ingente, fino a raggiungere i dieci milioni nel 1970.
Il sette maggio il presidente della Repubblica e ministro del l'economia Osvaldo Dorticos ha ribadito le grandi linee direttrici dello sviluppo della produzione di base, agricola e zootecnica, e di una prima fase d'industrializzazione nelle branche legate alla produzione agricola. Dorticos ha aggiunto che proprio mentre si ricerca un maggiore incremento della produzione di base, si impone per la direzione politica ed economica del paese «il dovere di scoprire e precisare quali devono essere le altre linee direttrici di sviluppo industriale nel nostro paese»: perché «l'accentuazione nello sviluppo agricolo e zootecnico non[...]

[...] speciali si sono fusi con l'attività dell'INRA. Dopo cinque anni di tentennamenti e anche di errori, si va verso un'economia pianificata: «Dobbiamo — ha detto Dorticos — precisare ogni giorno di più — fino a riunire tutte le condizioni necessarie per la formulazione di un vero piano di sviluppo economico — quali devono es sere i nostri orientamenti e le nostre scelte per lo sviluppo industriale del paese, accanto allo sviluppo zuccheriero».
Il presidente — occorre subito sottolinearlo — parlava ai lavoratori di avanguardia del ministero dell'Industria. Si sa che negli anni scorsi vi è stata una lunga discussione tra il gruppo del ministero dell'Industria capeggiato da Ernesto Che Guevara e altri settori ministeriali, come l'INRA, con Carlos Rafael Rodriguez alla testa, Talloni direttore e presidente della Banca Nazionale Marcelo Fernandez e altri, sull'ordine di priorità e sui metodi di pianificazione economica. Ancora un anno fa, di questi giorni, le riviste del partito e del ministero dell'economia erano piene di articoli improntati a una polemica fraterna ma anche profonda. Da un lato si sostenevano i principi di un'industrializzazione ravvicinata, nel quadro di una pianificazione rigorosamente centralizzata e sulla base di una mobilitazione politica delle forze produttive – senza tener troppo conto dei rapporti di produzione –: dall'altro si propendeva per una politica di giusti ince[...]

[...]che vi hanno preso parte anche economisti come Charles Bettelheim, in polemica con Ernest Mandel.
Ora sembra che la direzione politica abbia risolto, perlomeno provvisoriamente, il conflitto. Nel discorso dell'8 maggio, Dorticos ha ribadito una linea che sembra dare ragione a tutte due le parti e torto ad entrambe: in realtà ha prevalso una scelta che appare realistica e anche teoricamente corretta: «Noi siamo altamente soddisfatti – ha detto il Presidente – che il fattore morale sia quello che stimola di più gli sforzi del ministero dell'Industria, sappiamo che questa è stata adottata come la dottrina del ministero e applaudiamo a questa dottrina. Il nostro presente e il nostro avvenire riposano fondamentalmente sulla nostra ideologia e sulla nostra morale rivoluzionaria. Questo non nega i principi cardinali che debbono regolare la retribuzione del lavoro nella società socialista, vale a dire il retribuire ciascuno secondo il suo lavoro. Secondo noi questo principio è assolutamente compatibile e conseguente con quello che si avvia a sottolinea[...]



da Romano Ledda (a cura di), Dossier NATO in KBD-Periodici: Rinascita 1969 - 5 - 9 - numero 19

Brano: [...] Essi possono, se vogliono, trasformare il problema politico in un problema economico o, come ultima risorsa, in un problema militare » : è su questa base che nasce l'impegno mondiale degli USA
Il primo atto che sancisce formalmente la nascita della Alleanza atlantica è la risoluzione Vandenberg votata dal Senato degli Stati Uniti d'America l'11 giugno 1948. Con essa si auspica « il progressivo sviluppo di accordi regionali » .e si autorizza il Presidente ad « associare l'America all'Europa occidentale in accordi di mutua difesa che contribuiscano alla sicurezza nazionale ». Ma è noto che la sua radice politica è da ricercarsi un po' più indietro nel tempo, in quella inversione di tendenza della politica estera americana che iniziò sul finire stesso della seconda guerra mondiale, e su cui influirono fattori di varia natura, tra cui il monopolio dell'arma atomica. La percezione delle profonde trasformazioni nate dallo sconvolgimento bellico, e la volontà di congelarle, il senso di una profonda crisi che sconvolgeva l'ordinamento capitalistico e[...]

[...] che « la NATO è stata la prima delle nostre alleanze coinvolgenti ed è ancora la più importante. Attorno alla NATO costruimmo la nostra diplomazia postbellica di contenimento e di intervento ». Di lì, con una logica obbligata, sarebbero discesi poi i patti militari e le alleanze regionali del CENTO, SEATO, ANZUS, la Dottrina Eisenhower per « proteggere » gli arabi dal comunismo, e, infine, la risoluzione del Golfo del Tonchino, che autorizzò il presidente a intervenire nel Sudest asiatico: in breve, più di un milione di soldati americani all'estero, più di 3.000 basi militari sparse in tutto il mondo (sulla base di un rapporto del Pentagono il New York Times dell'li aprile 1969 afferma che le basi sono 3.491), quattro alleanze di « difesa », 42 trattati di mutua assistenza militare, aiuti militari a oltre settanta paesi. « Impegni i cui eguali — ha scritto James Reston — nessuna nazione sovrana ha mai preso nella storia del mondo ». L'Alleanza atlantica fu il primo anello della catena perche l'Europa era l'epicentro dello scontro.
Si è parlat[...]

[...]e americane in Europa non integrate nella NATO (EUCOM). Se si considera che nell'arsenale della NATO le forze più importanti sono i bombardieri del SAC e la VI flotta americana nel Mediterra neo, e che essi non sono integrati nella NATO, si capisce subito quale sia il reale rapporto di dipendenza dagli USA.
Dobbiamo insistere brevemente su questo punto. Si tratta infatti di un potenziale militare atomico e missilistico dipendente unicamente dal presidente degli Stati Uniti. Esso viene utilizzato come mezzo di pressione sugli stessi alleati, ma soprattutto è la base di pronto intervento americano in ogni parte del. l'occidente e del Medio Oriente (nel 1958, ad esempio, in Libano). Ebbene, la questione è: fino a che punto questo intreccio di poteri coinvolge la NATO, e quindi la trascina automaticamente in conflitti esterni alla sua regione? Ancora. Giustamente Filippo Frassati osserva su Critica Marxista (n. 2, 1968): « Il co
SANREMO 27 APRILE 1969
ONO a L0110 COMO LRMGM
MAhhFESJNuIOIE POPOIORE
CRRTRR LE BRSI 51111>11
Siepwri della quella [...]

[...]uropeismo atlantico » e della capacità dell'Europa di stabilire nuovi rapporti con i paesi di nuova indipendenza
della distensione) « la natura eminentemente politica delle scelte possibili nella strategia della dissuasione porta a rafforzare anzichè ad attenuare la supremazia politicomilitare esercitata dagli USA »,
Con l'accettazione della nuova strategia americana, la NATO diviene definitivamente
e semplicemente un « braccio militare » del presidente degli Stati Uniti. In secondo luogo, si è caratterizzato meglio lo impegno della NATO nell'ambito extraeuropeo. Mentre con la « rappresaglia massiccia » la NATO era solo automaticamente travolta da un conflitto mondiale, qui il suo impegno diventa più diretto, non automatico ma volontario, in quella che Walt Rostow chiama la « continuità territoriale della difesa ». Con molta chiarezza del resto il 6 marzo 1965, in un importante discorso tenuto a Cleveland, il segretario di Stato americano Dean Rusk affermava: « La Europa e la comunità nordatlantica non possono preservare la loro sicurezza se[...]



da Renato Rovetta, Noterelle e schermaglie. Dalla scuola kafkiana alla rupe tarpea in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4

Brano: [...]vile e, tra gli avamposti diffusi del dominio, anche la scuola. Nonostante ciò, nessun testo di pedagogia teorica, nessuna « attivizzante » tecnica didattica promuove la capacità di riconoscere e cogliere il senso delle contraddizioni che attraversano le radici dell'intero vissuto dei bambini. Che si vive nella contraddizione, che il senso della contraddizione è la regola aurea della conoscenza e della dialettica l'aveva detto ragionevolmente il Presidente per ora demodée. E la prima contraddizione fondamentale resta quella tra capitale e lavoro, l'obiettivo piú urgente da insegnare e apprendere con l'uso di categorie d'indagine di base, piaccia o meno alla cupa cultura della crisi, o della lagna. Le altre grandi vecchie novità che
NOTERELLE E SCHERMAGLIE 479
resisteranno ad ogni moda culturale — e si dovrebbero proporre come obiettivi didattici generali — sono pure la conoscenza delle altre contraddizioni primarie che riguardano ogni materia letteraria: quella tra governanti e governati, tra sviluppo tecnoproduttivo ed equilibrio biologico, [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Presidente, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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<---Al CONFINI <---Alastair Buchan <---Alberto Predieri <---Alexei Karpov <---Alice nel paese delle meraviglie <---Alma Ata <---Alma-Ata <---Alto Com <---Analogamente <---Andandosene <---André Fontaine <---Antara <---Appare <---Appassionatamente <---Approvvigionamenl <---Aritmetica <---Armamenti <---Asia Treaty <---Assessore <---Atlantic Treaty <---Avere <---Baba <---Balcani <---Ballistic Missiles <---Baltico <---Banca Nazionale <---Banca di Indonesia <---Bandinelli <---Barone Pupillo <---Basi NATO <---Basta <---Basterà <---Batavia <---Battelle <---Benedetto Croce <---Berlina <---Bilan <---Biteneio <---Black Drechker <---Bomprini Parodi Delfino <---Bontà <---Borneo <---Boston <---Bratsk <---Brunssum <---Bruxelles <---Buchan a Henry Kissinger <---Bukhara <---Bulganin <---Bullpup <---Burma <---CED <---Calogero La Malfa <---Cambiano <---Canadà <---Capi Musulmani <---Carlos Rafael Rodriguez <---Carollo <---Carta di Trasferimento <---Cassa del Mezzogiorno <---Casse <---Casteao <---Catania 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Berlinguer <---Ente di Riforma <---Enzo Collotti <---Ernest Mandel <---Ernesto Che Guevara <---Ernesto Guevara <---Esteri Nenni <---Eternit Siciliana <---Europa ACE <---Fanfani <---Fasino <---Federico Artesio <---Federico Artusio <---Fidel Castro <---Filippo Frassati <---Filosofia <---Fisica <---Foreign <---Foreign Affairs <---Foreign Relations <---Formosa <---Fortini <---Forze <---Foster Dulles <---Francia <---Franco Fortini <---Galvano Della Volpe <---Gattopardo <---Gazman <---Gela <---Gengis Khan <---George Kennan <---Gerhardsen <---Germania di Bonn <---Germiania <---Giacarta <---Giakarta <---Giappone <---Giava <---Giovanni Gentile <---Giugno <---Giunta Milazzo <---Gli <---Gli Indonesiani <---Gli USA <---Goldrake <---Golfo <---Governo Indonesiano <---Governo Milazzo <---Gramsci <---Grecia <---Gruppo Strategico <---Guglielmo Tagliacarne <---Gulf <---Gulf Italia <---Hammerskjold <---Harriman <---Harvard <---Hatta <---Henry R Luce <---Il Consiglio <---Il Mulino <---Il P C I <---Il 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