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Il segmento testuale Poeti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 36Analitici , di cui in selezione 2 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Vitilio Masiello, Noterelle e schermaglie. Pius Julius (ossia dall'uomo del Guicciardini all'uomo della D.C.) in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - novembre - 30 - numero 6

Brano: [...]va l'endemica incubazione nella coscienza nazionale (« vivit, immo in senatum venit, e lo incontri ad ogni passo ») è morto. Dalle sue ceneri rinasce, ricco di valori civili, spirituali, morali, l'uomo della D.C.
Ora possiamo guardare con maggior fiducia all'avvenire. Si compagni, con questi uomini si può collaborare alla edificazione di una nuova società.
VITILIO MASIELLO
DELLA POESIA, OVVERO IL DISPIACERE PRELIMINARE
« ... mediocribus esse poetis / non homines, non di, non concessere columnae », diceva Orazio, ma da allora i tempi sono molto cambiati e l'epoca delle comunicazioni di massa pare abbia esigenze del tutto diverse; si bada poco alla
Tra le molte pubblicazioni dedicate alla poesia d'oggi, mi limito a ricordare qui i titoli a carattere antologico: Il pubblico della poesia, a cura di A. Berardinelli e F. Cordelli, Cosenza, Lerici, 1975; La parola innamorata. I poeti nuovi. 19761978, a cura di G. Pontiggia e E. Di Mauro, Milano, Feltrinelli, 1978 (a queste due raccolte fa in particolar modo riferimento il saggio, cui mi richiamo: S. ANTONIELLI, La corporazione della poesia, in Pubblico 1979, a cura di V. Spinazzola, Milano, Il Saggiatore, 1980, pp. 4159). Dal volume Poesia degli anni Settanta, a cura di A. Porta, Milano, Feltrinelli, 1979, prendo qui spunto come da quello recentemente piú discusso, ma sono ora usciti anche: Nuovi poeti italiani. 1, curatori vari, Torino, Einaudi, 1980; Poesia uno, a cura di M. Cucchi e G. Raboni, Milano, Guanda, 1980, men[...]

[...]a di G. Pontiggia e E. Di Mauro, Milano, Feltrinelli, 1978 (a queste due raccolte fa in particolar modo riferimento il saggio, cui mi richiamo: S. ANTONIELLI, La corporazione della poesia, in Pubblico 1979, a cura di V. Spinazzola, Milano, Il Saggiatore, 1980, pp. 4159). Dal volume Poesia degli anni Settanta, a cura di A. Porta, Milano, Feltrinelli, 1979, prendo qui spunto come da quello recentemente piú discusso, ma sono ora usciti anche: Nuovi poeti italiani. 1, curatori vari, Torino, Einaudi, 1980; Poesia uno, a cura di M. Cucchi e G. Raboni, Milano, Guanda, 1980, mentre al momento in cui scrivo non è ancora apparso l'Almanacco dello Specchio per il 1980, in cui Mondadori presenta annualmente un'ampia rassegna poetica. L'antologia curata da Pier Vincenzo Mengaldo che cito nel testo è Poeti italiani del Novecento, Milano, Mondadori, 1978; su di essa si possono confrontare gli interventi di R. Luperini e dello stesso Mengaldo in « Belfagor », 31 marzo e 31 luglio 1979.



da Edoardo Esposito, Noterelle e schermaglie. Della Poesia, ovvero il dispiacere preliminare in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - novembre - 30 - numero 6

Brano: [...]va l'endemica incubazione nella coscienza nazionale (« vivit, immo in senatum venit, e lo incontri ad ogni passo ») è morto. Dalle sue ceneri rinasce, ricco di valori civili, spirituali, morali, l'uomo della D.C.
Ora possiamo guardare con maggior fiducia all'avvenire. Si compagni, con questi uomini si può collaborare alla edificazione di una nuova società.
VITILIO MASIELLO
DELLA POESIA, OVVERO IL DISPIACERE PRELIMINARE
« ... mediocribus esse poetis / non homines, non di, non concessere columnae », diceva Orazio, ma da allora i tempi sono molto cambiati e l'epoca delle comunicazioni di massa pare abbia esigenze del tutto diverse; si bada poco alla
Tra le molte pubblicazioni dedicate alla poesia d'oggi, mi limito a ricordare qui i titoli a carattere antologico: Il pubblico della poesia, a cura di A. Berardinelli e F. Cordelli, Cosenza, Lerici, 1975; La parola innamorata. I poeti nuovi. 19761978, a cura di G. Pontiggia e E. Di Mauro, Milano, Feltrinelli, 1978 (a queste due raccolte fa in particolar modo riferimento il saggio, cui mi richiamo: S. ANTONIELLI, La corporazione della poesia, in Pubblico 1979, a cura di V. Spinazzola, Milano, Il Saggiatore, 1980, pp. 4159). Dal volume Poesia degli anni Settanta, a cura di A. Porta, Milano, Feltrinelli, 1979, prendo qui spunto come da quello recentemente piú discusso, ma sono ora usciti anche: Nuovi poeti italiani. 1, curatori vari, Torino, Einaudi, 1980; Poesia uno, a cura di M. Cucchi e G. Raboni, Milano, Guanda, 1980, men[...]

[...]a di G. Pontiggia e E. Di Mauro, Milano, Feltrinelli, 1978 (a queste due raccolte fa in particolar modo riferimento il saggio, cui mi richiamo: S. ANTONIELLI, La corporazione della poesia, in Pubblico 1979, a cura di V. Spinazzola, Milano, Il Saggiatore, 1980, pp. 4159). Dal volume Poesia degli anni Settanta, a cura di A. Porta, Milano, Feltrinelli, 1979, prendo qui spunto come da quello recentemente piú discusso, ma sono ora usciti anche: Nuovi poeti italiani. 1, curatori vari, Torino, Einaudi, 1980; Poesia uno, a cura di M. Cucchi e G. Raboni, Milano, Guanda, 1980, mentre al momento in cui scrivo non è ancora apparso l'Almanacco dello Specchio per il 1980, in cui Mondadori presenta annualmente un'ampia rassegna poetica. L'antologia curata da Pier Vincenzo Mengaldo che cito nel testo è Poeti italiani del Novecento, Milano, Mondadori, 1978; su di essa si possono confrontare gli interventi di R. Luperini e dello stesso Mengaldo in « Belfagor », 31 marzo e 31 luglio 1979.
NOTERELLE E SCHERMAGLIE 725
mediocrità o meno di ciò che si presenta, e importante è diventato il fatto stesso del presentare: tutti poeti, quindi.
C'è qualcosa di allegro e spavaldo, in tutto questo, che non può non suscitare simpatia, specie quando si pensi alla seriosità che molte volte aduggia il mondo della cultura; cosí come fa piacere pensare a questo largo interesse, a questo voler partecipare in prima persona: il rifiuto sessantottesco della delega rifluisce dalla politica alla poesia; e forse non ci sarebbe da lamentarsene, se non ne nascesse il sospetto, in molti casi, e allora come ora, della moda, e se non si trattasse semplicemente di un altro tipo di seriosità. Ciò che si presenta come nuovo, come diverso, attira[...]

[...] buone cose, il lettore è sempre piú costretto a un ritmo da cottimo, e temo che la stanchezza conseguente vada non poco a scapito di un sereno giudizio.
Troppo lungo sarebbe l'elenco dei volumi pubblicati in questi ultimi anni, e anche limitandosi alle antologie chi volesse aggiornarsi sul fenomeno della poesia attuale può sentirsi a ragione scoraggiato; basti dire che il volume Poesia degli anni Settanta, a cura di Antonio Porta, contempla 85 poeti per una decina d'anni (non solo giovani, certo), contro i 51 che leggiamo nella antologia curata da Pier Vincenzo Mengaldo e relativa a tutto il Novecento; cronaca e storia, naturalmente, ma il rapporto non pare comunque un po' sproporzionato? Ci sono fra questi poeti persone che a trent'anni hanno già pubblicato tanti versi quanti Ungaretti o Montale in una vita; se questo è anche un risultato di poetica (l'accumulazione, tanto piú se dell'informe, sembra essere diventata un preciso canone espressivo), bisogna riconoscere che non è estranea ad esso un'intenzione che non ha niente a che vedere con la poesia e che è appunto moda e volontà di presenza.
Ha scritto Sergio Antonielli in un saggio recente, e pur tra favorevoli apprezzamenti, che « l'odierno diffuso saper scrivere in versi » potrebbe sembrare, ma in realtà è lontano dall'essere « un sintomo di buona salute nazionale »; e non solo perché sembra in questo costume di veder risorgere il « letterato » di altri tempi, o perché in fondo [...]

[...] sociale »; o meglio non solo per ciò che queste immagini immediatamente suggeriscono, ma per la verità che sta al fondo di esse, e che sempre Antonielli indica parlando altrove di « pronunciato intellettualismo », di « pre
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ziosismo da discorso rivolto a pochi », di « mistica dell'autosufficienza del testo ». Se è vero, infatti, che non si tratta di riproporre vani anatemi contra le tendenze criptiche del linguaggio poetico, è anche vero che gran parte dell'attuale poesia si distingue proprio per il suo disinteresse per la comunicazione, per l'esaurirsi della sua capacità espressiva nel narcisistico gioco di un linguaggio del tutto privato: esito naturale del suo esasperato sperimentalismo, del suo avere innalzato a fine quello che dovrebbe essere soltanto mezzo.
Non intendo naturalmente fare d'ogni erba un fascio; mi esprimo contro una tendenza e non presumo di esaurire con questo il possibile discorso sulla poesia d'oggi e sui suoi aspetti positivi. Proprio in riferimento all'antologia di Porta le cose da s[...]

[...]n tradizionali andrebbero citati Majorino, Rossana Ombres, Valentino Zeichen, la Rosselli, Giuseppe Conte e altri. Ci sono, in molti di questi versi, figurazioni intense, ci sono immagini vive e la musica delle parole che da sempre è propria della poesia; sono tratti di per sé sufficienti a garantire che non siamo di fronte a intenzioni o a parole false, e che c'è in molti di questi giovani e meno giovani una tensione sincera verso l'espressfone poetica. Ma soprattutto dove questa appare solo in potentia credo sia giusto non consentirvi con troppa immediatezza, e chiedere piuttosto uno sforzo maggiore, una disciplina piú severa; non ci si improvvisa poeti, e se la difficoltà di far seguire a un'immagine felice, a un armonico giro di parole uno sviluppo adeguato, una serie di immagini e di parole che quelle prime approfondiscano e rendano vere; se questa difficoltà viene aggirata privilegiando un incontrollato associazionismo, un susseguirsi di piú o meno indovinati frammenti che eludono lo sforzo compositivo, continueremo ad avere pagine e pagine di righe arbitrariamente troncate che continueremo a chiamare versi semplicemente per mancanza di un vocabolo piú adatto.
Non so come Giuliani o Cagnone o Kemeny o Ballerini e molti altri possano anc[...]

[...]lui raccolti. L'osservazione può comunque essere pertinente, e colgo l'occasione per sottolineare che non è la « comunicazione » astrattamente intesa, o la comunicazione a tutti i costi (il contenuto, si sarebbe detto in altri tempi) che intendo difendere, ma la comunicazione che deve essere propria della poesia. Molti testi di questi « anni Settanta » si distinguono per un andamento raziocinante che è certamente comunicativo ma non per questo è poetico; e i difetti già indicati di accumulazione sono tali anche se ciò che si accumula è comunicabilissimo; anche qui, sia pure in altro modo, si trascrive il proprio vissuto senza capacità di coglierne gli elementi piú interessanti e di farne scaturire significati che superino la propria quotidianamente banale esperienza.
Un poeta di indubbio valore e di complessa formazione, che pure nelle sue ultime composizioni ha un po' troppo ceduto al gusto della proliferante associazione è Zanzotto; anche in lui (benché certo con una ricchezza di implicazioni che non hanno coloro che dei suoi versi si f[...]

[...] sue possibilità; l'ambiguità, il sempre presente « altro senso » del nostro parlare è messo in rilievo attraverso un'intenzione comica, umilmente ma tanto piú in modo significativo (è necessario ricordare che anche il nonsense ha delle regole e non significa semplicemente « privo di senso »?).
Fuori di polemica, mi sembra che le capacità che si intravedono, che la magari caparbia fiducia nella forza della propria parola che è presente in tanti poeti meritino di essere indirizzate a mete forse piú ardue ma certo meno illusorie. Altrimenti, per tornare ai termini del discorso di Antonielli, si avrà davvero piú una « corporazione » che una « società di poesia », e sarà ancora lecito parlare della nuova Arcadia nel vecchio senso desanctisiano.
EDOARDO ESPOSITO
LO STRAORDINARIO GOETHEINSTITUT DI LISBONA, 19691976
Un libro straordinario, un grande scrittore, un letterato colto e raffinato, esperto di letteratura e della civiltà lusitana, con alle spalle una lunga esperienza brasiliana, traduttore e mediatore di culture. Cosí si rivela nei s[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Poeti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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