Brano: [...]sione dell'insurrezione milanese, occupando tra l'altro la sede dell’E.I.A.R., la Zecca, il Distretto militare e alcune caserme, compresa quella di piazzale Firenze, dove venne giustiziato il colonnello Tarnburini, responsabile dell’invio coatto in Germania di migliaia di giovani rastrellati.

Il 29.4.1945, circondato dai partigiani della « Pasubio », Sandro Pertini tenne il primo comizio nella capitale della Resistenza e dell’insurrezione, in Piazza del Duomo. Nei giorni successivi, i muri di Milano vennero letteralmente tappezzati di manifesti inneggianti a Marozin, presentato come « liberatore » della città: interessi oscuri, doppiogiochisti e avventurieri facevano grappolo intorno a Marozin, degradando

il nome della « Pasubio » in una triste fiera delle vanità.

Il dopoliberazione

Il 4 maggio Marozin tornò ad Arzignano, la sua città natale, con un gruppo di suoi « veterani », minacciando l'inferno. Venne affrontato da un distaccamento della « Garemi » comandato da Tigre che, fino aH’inverno, era stato tra i più capaci partigiani della «[...]

Brano: Quattordici luglio (1948)

Protesta operaia in Piazza del Duomo a Milano, all'indomani dell’attentato a Togliatti

tenne una conferenza stampa per annunciare il ritrovamento di 15 mitragliatrici, 30 moschetti e 20 casse di bombe a mano, il tutto in perfetta efficienza e pronto per l’uso. Arresti di dirigenti sindacali^ continuarono a susseguirsi un po’ ovunque. Secondo un approssimativo bilancio, negli scontri avvenuti tra il 14 e il 16 luglio si erano avuti, oltre ai morti, 800 feriti. Gli arresti nei giorni successivi furono oltre 7.000, di cui 1.796 nella sola Toscana.

Basandosi su queste cifre, Sceiba accusò esplicitamente il P.C.I. di essere la [...]

Brano: [...]ciavano con effusione, come se una nuova vita si spalancasse davanti a loro, come se la possibilità di esprimere quanto covava nel loro animo da tempo creasse un nuovo rapporto sociale e desse un significato dimenticato alle parole patria e nazione.

Dappertutto si formarono cortei, assembramenti di persone esultanti che senza alcuna parola d’ordine confuirono in piazza Vittorio Emanuele, ove fermarono un’unica grande colonna “ che mosse verso Piazza del Duomo, cantando i vecchi inni gloriosi del Risorgimento... ”.

E in queste masse di folla anonima vi era un grande senso di responsabilità. Sembrava che tutti comprendessero la difficoltà in cui versava il governo nella sua manovra di sganciamento dalla politica fascista e che nessuno volesse ostacolare nella sua azione, che necessariamente doveva approdare alla pace ed alla libertà.

Le masse in quel primo giorno di apparente liberazione agirono per impulso spontaneo; non avevano ancora preso contatto con i movimenti politici ridotti ai quadri degli attivisti, e rivelarono un grado di maturità[...]

Brano: La guerra per bande, caro Pisacane, questa volta era riuscita. L’esercito partigiano, già alla vigilia dello scioglimento, e così rivestito, ripulito, agghindato quasi, con tanti gradi e distintivi, che a me proprio non andavano a fagiolo, non pare più quello dei tempi duri. Pure era ancora la insurrezione armata che era arrivata alla vittoria, perché, caro Pisacane, era stata la insurrezione di popolo che tu sognavi, e poteva sfilare in Piazza del Duomo a Milano perché voleva essere l’esercito della nazione nuova. Nonostante gli errori, le contese, le discordie era portatrice di una unità dì fondo, non mentita, più solida, meno transitoria di quella stessa dei Cln. La unità di uno spirito democratico consegnata per l’ultima vittoria ai costituenti.