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Il segmento testuale Pedagogia è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 719Entità Multimediali , di cui in selezione 17 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 649

Brano: [...] propria sfera e tuttavia destinate a riunificarsi nell’attività pratica dell’uomo. Egli ebbe quindi del marxismo una concezione che lo portava a respingere ogni chiusura settaria, specialmente nel campo pedagogico.

Dopo aver preso parte alla Prima guerra mondiale, fu coerentemente antifascista. Aggredito dagli squadristi a Lucca, nel 1925 tu trasferito da questa città in un liceo di Cuneo, poi a Genova. Nel 1926 conseguì la libera docenza in Pedagogia e iniziò a insegnare all’università, ma ne venne espulso nel 1930 per essersi rifiutato di giurare fedeltà al regime. Continuò a lavorare come bibliotecario, pubblicando libri di Filosofia del diritto e sempre tenendosi in contatto con gli ambienti antifascisti. Dopo la caduta del fascismo prese parte alla Resistenza a Genova (v.) : nel 1943 fu segretario regionale del P.S.I. per la Liguria e membro del C.L.N., finché venne arrestato e deportato a Gries (Bolzano) con il figlio.

Nel secondo dopoguerra fu direttore del quotidiano II Lavoro nuovo (v.), aderì al P.S.D.I. e rappresentò questo p[...]



da [Breve storia della musica italiana (vol. I) : Estratto dal volume II della Storia della Musica Italiana / a cura del professor Cesare Valabrega], p. 2Copertina (Disco vinile

Brano: L’Autore

Nato a Novara nel 1898. Pianista, musicologo, titolare della cattedra di Storia della Musica nel Conservatorio « S. Pietro a Majella » di Napoli e docente per la musica ai Corsi di Alta Cultura all'Università per Stranieri di Perugia. E* Presidente della « Sesione Musica » nell’Associazione Nazionale per l’Educazione artistica, promossa dall’Istituto di Pedagogia della Università di Roma.

Ha tenuto concerti, conferenzeconcerto e corsi di cultura musicale nei maggiori Paesi europei ed extraeuropei. Collaboratore della Radio Italiana e di riviste, giornali, enciclopedie italiane e straniere.

Ha fondato a Roma l’Associazione Romana Concerti Storici, di cui è direttore artistico.

E’ autore di fondamentali monografie su Domenico Scarlatti, J. S. Rack, Schumann, (edit. GuandaParma), e ha inoltre pubblicato II piccolo dizionario musicale per tutti, (ed. Curci Milano), Adolfo Gandino, musicista bolognese, (ed. Faro Roma). La lirica da camera di Vin[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 443

Brano: [...]iberali prefascisti e quella della dittatura mussoliniana, con gli aggiustamenti formali e organizzativi via via ritenuti necessari per adeguare la scuola alle esigenze “educative” del regime, fino alle aberrazioni della Mistica fascista (v.).

La riforma Gentile

Almeno in un primo tempo il ministro Gentile potè agire con una certa libertà, seguendo un piano di riorganizzazione degli studi che egli stesso aveva delineato nel suo Sommario di Pedagogia generale del 1913 e ripreso nel 1918 in una famosa polemica da lui avuta con il ministro della Pubblica istruzione Berenini contro la “massificazione” della scuola. Esisteva d’altra parte una sostanziale convergenza fra una riforma liberista mirante a eliminare la “zavorra” che affollava le scuole dello Stato e le finalità politiche del fascismo, elitario e antidemocratico.

Si può semmai osservare, alla luce degli sviluppi successivi, come l'autoritarismo gentlliano fosse fin troppo drastico rispetto alle esigenze del regime. Facendo appello all’antiburocratismo e alla velleità di restaura[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 279

Brano: [...] ti ca »

M. Mila, « Il melodramma di Verdi »

N.M. Butler, « La crisi della società contemporanea »

L Russo, « Elogio della polemica »

1934

A. Omodeo, « Momenti della vita di guerra »

1935

G.O. Griffith, « Mazzini profeta di una nuova Europa »

G. Santonastaso, « P.J. Proudhon »

R. Jhering, « La lotta per il diritto »

E. Quinet, « Le rivoluzioni d’Italia »

H.J. Laski, « Democrazia in crisi »

G. LombardoRadice, « Pedagogia di apostoli e di operai »

1936

H.A.L. Fisher, « Storia d’Europa »

1937

A. Capitini, « Elementi di un’esperienza religiosa »

E. Tagliacozzo, « Voci di realismo politico dopo il 1870 »

G. Mosca, « Storia delle dottrine politiche » G. Weill, « Storia dell’idea laica in Francia nel secolo XIX »

1938

B. Croce, « La storia come pensiero e come azione »

A. Labriola, « La concezione materialistica della storia »

1939

G. Mosca, « Elementi di scienza politica » A. Labriola, « Discorrendo di socialismo e di filosofia »

1940

K.R. Greenfield, « Economia e liberalismo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 236

Brano: Krupskaja, Nadiezda Kostantinovna

Krupskaja, Nadiezda Kostantinovna

N. a Pietroburgo il 14.2.1869, m. a Mosca il 27.2.1939. Moglie di Lenin (v.), ne divise le vicende, dalla clandestinità e dall’esilio alla guida del primo Stato socialista. Figlia di piccoli nobili, laureata in Pedagogia, nel 1890 aderì a un circolo studentesco marxista e nel 1894 conobbe Lenin. Arrestata nel 1896, dopo 7 mesi di detenzione fu deportata per 3 anni in Siberia, dove già era stato mandato Lenin. Come sua fidanzata ottenne di poterlo raggiungere e, una volta sposati, di convivere.

Dall’emigrazione al governo

Scaduti i tre anni di confino, la Krupskaja raggiunse all’estero Lenin (liberato prima di lei); lavorò nelle redazioni dell’« Iskra » (v.), di « Vperiod » e più tardi di « Proletari ». Sempre con Lenin, durante la rivoluzione del 1905 tornò a Pietroburgo. Nel 1907 emigrò nuovamente in S[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 444

Brano: [...]istituti tecnici, la ghettizzazione dell’istruzione professionale e sostanziali modifiche nelle materie di insegnamento, fino agli “abbinamenti” più discutibili sotto l’aspetto didattico (matematicafisica, storiafilosofia, ecc.). Strettamente connesse a tale politica pedagogica erano l’organizzazione didattica e la formazione dei docenti. Qui la dialettica gentiliana conseguì il massimo dei consensi, rimettendo “sulla testa” quella scuola che la pedagogia attivistica aveva cominciato a rovesciare attraverso una sottolineatura della centralità delTallievo nel processo educativo.

Già nel suo Sommario di Pedagogia generale Gentile aveva sostenuto la concezione, secondo la quale il maestro andava considerato come incarnazione dello spirito, (« principio, fonte e norma ideale, nonché modello vivente del pensare e dell'operare, immanente alla personalità dell’alunno stesso ») e allo stesso tempo a essa sovraordinato. In modo tale che quella singolare giustificazione filosoficoretorica dell’autoritarismo favoriva, accanto alla rivalutazione della « lezione frontale » anche rispetto alla semplice « lezione delle cose », la difesa dei curricula tradizionali per la formazione e il reclutamento dei docenti, su[...]

[...] delle cose », la difesa dei curricula tradizionali per la formazione e il reclutamento dei docenti, su una base esclusivamente culturale e prescindendo dal possesso di specifiche competenze in ambito psicologico e metodologicodidattico. Una difesa che si basava sulla supposta identità fra “sapere” e “saper insegnare”, che implicava il rifiuto della scienza pedagogica distinta dal sapere che si fà, cioè dalla filosofia.

« lo sono nemico della pedagogia — diceva Gentile — di quella pedagogia che è stata il tormento delle nostre scuole normali; che vorrebbe essere il tormento delle Università, di tutti i futuri insegnanti, insegnando loro pedantescamente quel

lo che non può essere insegnato, quello che è arte spontanea del nostro cuore di educatori, che è genialità dell'uomo che viene a contatto con altri minori di lui ».

Tra i frutti di siffatto modo di pensare sarà da annoverare la tragica inadeguatezza della preparazione degli insegnanti e, ancor oggi, quel vero e proprio relitto pedagogico,

sopravvissuto a tutte le critiche, che è l’istituto Magistrale, liceo di serie[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 447

Brano: [...]a), si incaricò di spiegarlo lo stesso Bottai. In un suo discorso alla radio del 16.10.1938 egli sostenne infatti che la razza italiana, per favorire il proprio autonomo e originale svilup

po, aveva bisogno di assicurarsi una scuola interamente « sua » nella concezione, nel personale e nella cultura, senza prestiti estranei, tanto meno da parte di una razza « nemica ».

Di qui venne anche l’incoraggiamento alla costituzione di una specifica pedagogia che si occupasse dei modi e delle strategie più opportune per instillare il pregiudizio razziale nelle nuove generazioni, fin dalla più tenera età. Furono create cattedre e accreditate competenze e funzioni a gerarchi e a giovani insegnanti che, in molti casi, per questa via trovarono modo di inserirsi nel mondo accademico. Il direttore generale della Pubblica istruzione [Nazzareno Pad eli aro) si prodigava nel fornire consigli e suggerimenti didattici ai docenti (per esempio, su come spiegare ai bambini di prima elementare l’equivalenza fra negro ed ebreo).

La Carta della scuola

Il 19.[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 449

Brano: Scuola e Resistenza

na, Firenze, 1950; G. Inzeri Ilo, Storia della politica scolastica in Italia, Roma 1974; A. Santoni Rugiu, Il professore nella scuola italiana, Firenze 1959; F. Sisinni, La scuola media dalla Legge Casati ad oggi, Roma 1969. Studi a carattere generale su scuola e fascismo: M. Bellucci — M. Ciliberto, La scuola e la pedagogia del fascismo, Torino 1978; M. Osteno, La scuola italiana durante II fascismo, Bari 1981; A. Visalberghi, Il fascismo e la scuola, in “Il ponte”, anno XVIII n° 5, maggio 1961.

Periodo gentiliano: G. Gentile, La riforma dell'educazione, Firenze 1975; Idem, La riforma della scuola, Discorso tenuto il 15 nov. 1923 al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, Bari 1924; Idem, La riforma della scuola In Italia, Firenze 1932; Idem, Sommarlo di pedagogia generale, Palermo 1913; R. Gentili, Riforma e Controriforma della scuola, In “Scuola e città”, 1965 n° 3; U. Pirro, La riforma Gentile e il [...]

[...] del fascismo, Torino 1978; M. Osteno, La scuola italiana durante II fascismo, Bari 1981; A. Visalberghi, Il fascismo e la scuola, in “Il ponte”, anno XVIII n° 5, maggio 1961.

Periodo gentiliano: G. Gentile, La riforma dell'educazione, Firenze 1975; Idem, La riforma della scuola, Discorso tenuto il 15 nov. 1923 al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, Bari 1924; Idem, La riforma della scuola In Italia, Firenze 1932; Idem, Sommarlo di pedagogia generale, Palermo 1913; R. Gentili, Riforma e Controriforma della scuola, In “Scuola e città”, 1965 n° 3; U. Pirro, La riforma Gentile e il fascismo, in “Giornale critico della filosofia italiana”, III, lugliosettembre 1973; T. Tornasi, Idealismo e fascismo nella scuola Italiana, Firenze 1969; O. Roman

— F. lodice, Ministero e crisi degli organi collegiali, Roma 1980.

Sulla scuola come luogo di propaganda politica: M. Isnenghi, L'educazione dellltaliano, Bologna 1979; M.T. Mazzarosta, Il regime fascista tra educazione e propaganda, Bologna 1979.

Su Bottai: M. Alfassio Grimaldi, Tra B[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 453

Brano: [...]zzazione deM’istruzione, presieduta dall’americano Washburne, risalendo l’Italia al seguito delle truppe compiva la sua opera di “defascistizzazione” sui libri di testo della scuola elementare (ristampati in un testo epurato già nel Natale del 1943), attuando una blanda selezione all’interno dell’apparato scolastico, predisponendo i nuovi programmi della scuola elementare in una redazione che rappresentava uno strumento per la penetrazione della pedagogia attivistica in Italia. Questo era tutto e, nel concreto, nient’altro venne fatto che non andasse In direzione della pura e semplice conservazione dell’esistente.

Per contro il tentativo, a carattere fortemente innovatore per i suoi intendimenti antiburocratici, di riorganizzare l’apparato dell’istruzione pubblica su un’ipotesi di decentramento regionale (l’esperimento fu tentato dal C.L.N. regionale piemontese della scuola, sotto la guida di Augusto Monti, dall’aprile al settembre 1945) venne immediatamente stroncato dalla ostilità degli Alleati e dalle strutture centralizzate dello Stato.[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 564

Brano: [...]ie concordatarie » e di essere invece riluttanti nei confronti « dello spirito che ha animato la attuazione » dei Patti stessi.

La Fuci ufficiale mostrò anche nei fatti di rifiutare la protezione del regime, consapevole che la posta in gioco era il vasto campo dell’educazione giovanile e, nella fattispecie, quello dell’educazione universitaria delle generazioni che sarebbero diventate classe dirigente. La Fuci avvertiva l'inconciliabilità tra pedagogia cristiana e pedagogia

fascista, intrisa com'era quest'ultima di retorica statolatria, di violenza e di culto paganeggiante della natura.

Queste tensioni raggiunsero l'apice nel 1931, quando (a soli tre anni dal Concordato) si ebbe la chiusura delle associazioni cattoliche da parte del regime e lo scontro tra fascismo e Azione cattolica divenne manifesto anche ai più ottimisti sostenitori della ritrovata unità fra trono e altare. L’accordo del 3.9. 1931, che sanciva il compromesso, significò per la Fuci la riduzione di ogni gruppo a gruppo “diocesano”, sotto il vigile controllo del vescovo, ma significò anche[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Pedagogia, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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