Brano: DIETRO LE QUINTE DELLA PAROLA
Anche di Omero parlerò, per motivi spero accettabili: « Se tu sapessi parlare per arte e per scienza di Omero, sapresti parlare ad un tempo di tutti i poeti, poiché la poietica è un tutto unico »: cosi il Socrate platonico nel dialogo che prende il nome dal rapsodo Ione. Ione è quel rapsodo che si mette a sonnecchiare quando parlano di altri poeti, ma la lingua gli si scioglie appena sente il nome Omero (532c).
Che Omero sia un preautore di teatro è del resto pacifico, a iniziare da Platone e da quei manoscritti su papiro che lo presentano come un'opera a piú voci. Platone: « di tutti quest[...]
[...]caico (e di un'Iliade ciclica) del novembre 1979, mi sono fermato qui sull'ingegneria dello spettacolo per il « canto decimo Dolonia » nel programma agonale e teatrale dell'Iliade. Ora risulta, in maniera tanto inaspettata quanto diretta, che la redazione della Dolonia fu da Omero affidata a un collaboratore: ne parlerò insieme ad altre notizie per sonali r i s e r v a t e da Omero intessute in luoghi deputati dell'opera, dietro le quinte della parola.
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la poietica omerica e drammaturgica adotta una unità di misura ossia un modulo e che segue il principio delle proporzioni ossia dei rapporti. L'unità di misura è il tre. Cosa vuol dire? Vuol dire che gli uni e gli altri materiali, gli uni e gli altri aspetti costruttivi sono modulari, ossia sono divisibili per quella unità modulare.
Ma il modulare sarebbe un principio in sé e per sé inerte. La composizione vera e propria si attua secondo la dinamica dei rapporti e delle relazioni che regolano gli uni e gli altri materiali, gli uni e gli altri elementi e piani de[...]
[...]La composizione, nell'adottare un modulo, si muove liberamente entro l'unità di misura: non trovate terzine, sestine, enneadi, ecc. Questo per il modulo. La dinamica della composizione è data dal rapporto, e i rapporti sono: armonico, geometrico, aritmetico. La coesistenza di rapporti concorrenti dà alla composizione quella flessibilità e varietà che il compositore sembra si negherebbe: le regole non imprigionano la Musa.
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Naturalmente l'utente non percepisce tutto: anche dopo un concerto, solo il ricorso a un esemplare dello spartito può dare un'idea della struttura profonda. L'utente antichista, certo, dispone solo di esemplari di relativa autorità; purtuttavia in quegli esemplari è rimasta piú che l'ombra del libretto d'autore, perché le proprietà costruttive e le didascalie principi sono interne al testo, da Omero ai drammaturghi. Giorgio Pasquali, quando insegnava qui in Toscana, esclamava: « Siamo piú ricchi, siamo piú ricchi di quel che crediamo ». E piú ricchi sono anche i modernisti; cinquanta ann[...]
[...]re silenziati per un agone ciclico e quale è il canto invece che deve entrare in circuito per quella occasione, e con quale messaggio programmatico e teatrale. E perché l'ammirata scena fra Glauco e Diomede nel libro sesto è mobile, e quale messaggio programmatico e teatrale ha tale mobilità. Cos'è avvenuto per Omero? È avvenuto che sono riemersi i principi pilota: principi matematici, quanto mai elementari e cristallini.
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Naturale e dinamico patrimonio per un antico poetamusico e per i suoi utenti questa pur elementare matematica poietica procura un qualche disagio ai piú dei moderni. Giosuè Carducci nel discorso sull'opera di Dante attestava che le proprietà matematiche della Divina Commedia non erano intese dai suoi contemporanei; ma il poeta Carducci le intendeva e indicava quale armonica esecuzione formale avesse prodotto il fren dell'arte. Ernst Robert Curtius, nel 1948, raccomandava ai dantisti occupati nel commento antiquario e nel godimento apparentemente estetico di fare attenzione ai principi co[...]
[...]ne della cultura in campi separati e minorati, mentre scissa non era la cultura greca. Sentite di nuovo Platone, terra terra: « prendiamo quella scienza che abbraccia tutte le discipline in unità. — Quale? — Questa, ad esempio, di cui ha bisogno ogni arte, ogni indagine, ogni scienza, e che fra le prime deve essere appresa da chiunque. — Ma quale è? — Una cosa da nulla, e che consiste nel saper distinguere i numeri: l'uno, il due, il tre. In una parola sola la scienza dei numeri e il calcolo: non è forse vero che ogni arte e ogni scienza sono costrette a farne uso? » (Platone, Repubblica, libro vii 522bc). I greci non distinguevano le cosiddette belle arti e le cosiddette arti manuali; l'abilità tecnica era tanto del carpentiere che dell'architetto che del costruttore di poesie.
Per concludere intorno al disagio: romantico è l'ammonimento sull'antagonismo fra intelletto e intuizione, idealistico e neoidealistico è lo snobismo per i « numeri ». E sia pure; ma per il panico non ci sono t r a n q u i 11 a n t i: il panico che la Parola ha di [...]
[...]a, libro vii 522bc). I greci non distinguevano le cosiddette belle arti e le cosiddette arti manuali; l'abilità tecnica era tanto del carpentiere che dell'architetto che del costruttore di poesie.
Per concludere intorno al disagio: romantico è l'ammonimento sull'antagonismo fra intelletto e intuizione, idealistico e neoidealistico è lo snobismo per i « numeri ». E sia pure; ma per il panico non ci sono t r a n q u i 11 a n t i: il panico che la Parola ha di venire spodestata dal Numero.
Palazzo Riccardi, 28 aprile 79
CARLO FERDINANDO Russo
« BELFAGOR » Antichità
1980: V. LANTERNARI Enciclopedia delle religioni di A. Donini G. VALGIMIGLI Marchesi amico di casa Valgimigli V. DE DONATO e BELF. Calendari antichi e Una corsiva da « Scriptorium » A. LAMI Città e regimi classici nel pensiero greco
F. DE MARTINO Un proemio secondo e le due palinodie di Stesicoro O. Vox Esiodo fra Beozia e Pieria S. TIMPANARO Il carteggio RajnaSalvioni e gli epigoni di Graziadio Ascoli C.F. Russo Dietro le quinte della parola
1979: J.P. VERNANT Le sujet tragi[...]
[...]tichità
1980: V. LANTERNARI Enciclopedia delle religioni di A. Donini G. VALGIMIGLI Marchesi amico di casa Valgimigli V. DE DONATO e BELF. Calendari antichi e Una corsiva da « Scriptorium » A. LAMI Città e regimi classici nel pensiero greco
F. DE MARTINO Un proemio secondo e le due palinodie di Stesicoro O. Vox Esiodo fra Beozia e Pieria S. TIMPANARO Il carteggio RajnaSalvioni e gli epigoni di Graziadio Ascoli C.F. Russo Dietro le quinte della parola
1979: J.P. VERNANT Le sujet tragique: historicité et transhistoricité F. DE
MARTINO Posizioni eccentriche: Zenodoto e Agamennone S. TIMPANARO Vitelli e De Sanctis (in una lettera a L. Russo del 1924) O. Vox La prima discendenza delle foglie di Omero B. HEMMERDINGER Fustel de Coulanges et la lutte des classes, à Athènes et à Paris C. F. Russo Fisionomia di un manoscritto arcaico (e di un'Iliade ciclica) M. VALGIMIGLI L'apollineo Ettore Bignone [inedito 1938]
1978: G. PASQUALI scritti rari Mutamenti nel paesaggio italiano [1942]. « Libreria Fratelli Sosii » di G. Pascoli [ 1951, con lettere[...]