Brano: [...]carnazione, col suo cristianesimo esoterico e con la sua fede in un progresso spirituale infinito degli uomini, con l'atmosfera che si respirava nelle sue logge e con i voli poetici che si leggevano nelle sue riviste, poteva provvisoriamente, in guisa certamente fantastica, acquietare le ansie di un diciottenne in preda « alla piú pazza sfuriata di romanticismo che io conosca, dentro e fuori la letteratura che mi è nota », come avrebbe scritto a Papini nel 1906 (Kühn, p. 116).
Questa fase di « teosofia ingenua » durò fin verso la fine del 1901. Furono anni di fervido impegno per il giovane Amendola: fece voto di castità, di rinunzia alla carne, al vino ed al tabacco, studiò il sanscrito per conoscere direttamente le religioni e le filosofie orientali, dell'India in particolare, si interessò alle ricerche che il von Schrön svolgeva sulla vita dei cristalli, iniziò un intenso lavoro di apostolato che lo portò, come conferenziere, nelle logge teosofiche di mezza Italia. Ma i fantasmi della teosofia ortodossa non potevano accontentarlo
a lung[...]
[...]posti non scientifici, e pseudoscientifiche erano gran parte delle sue conclusioni, ma essa contribuí a mettere insieme una vasta gamma di osservazioni e di casi clinici, su cui poi lavorarono i maggiori esponenti della psichiatria e della psicanalisi contemporanea.
Amendola affrontò questi temi nella sua collaborazione a « La Nuova Parola », la rivista diretta da Arnaldo Cervesato: pubblicazione teosofica, in cui però — come ebbe a dire poi il Papini — « la teosofia era mascherata da molta letteratura spiritualista » 13. Egli collaborò ad essa con una certa assiduità, dalla fondazione alla scomparsa (1908), talora con lo pseudonimo Reader; nel 1903 curò per alcuni mesi una rubrica, Il problema dell'anima nella vita moderna, assai eterogenea e disuguale, in cui informava delle piú recenti pubblicazioni nel campo della teosofia, della ricerca psichica ecc. Ed ecco, dalla sua penna, analisi spesso ingenue ed entusiastiche di libri dei vari Charcot, Flournoy, Figuier, Sidgwick; ma soprattutto egli guardava a coloro (William James, F. Myers) c[...]
[...] nelle sue forme piú eccentriche. Ma anche qui Amendola operava un'acrobazia logica, non del tutto estranea allo stesso James, volendo attribuire all'indagine psicologica non solo una finalità descrittiva e scientifica, ma soprattutto metafisica: essa poteva essere — a suo giudizio il trampolino per « dimostrare scientificamente l'invisibile », poteva condurre « alla spiegazione finale del vero luogo dell'umanità nell'universo » 15
13 GIOVANNI PAPINI, Franche spiegazioni (a proposito di rinascenza spirituale e di occultismo), « Leonardo », v, aprilegiugno 1907, ora in La cultura italiana del '900 attraverso le riviste, vol. 1, « Leonardo » « Hermes » «Il Regno », Torino, Einaudi, 1960, p. 353.
14 Queste parole di William James sono riportate da Amendola nell'intervista Un colloquio con William James, «La Nuova Parola », Iv, n. 7, luglio 1905, p. 50.
15 GIOVANNI AMENDOLA, Il problema dell'anima nella vita moderna, ivi, Il, n. 3, marzo 1903, p. 209.
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Da molteplici ragioni scaturiva l'interesse di Amendola per Fr[...]
[...]pessa » Annie Besant domò la ribellione ed allora
« i teosofi onesti che avevano un po' di sale in zucca uscirono disgustati dalla Società »18. Era l'autunno del 1905, ma già da alcuni mesi Amendola si era mosso al di fuori degli ambienti teosofici. Nell'aprile aveva preso parte al v Congresso di psicologia, tenutosi a Roma: vi aveva conosciuto William James, che gli concesse un'intervista per « La Nuova Parola », ed i giovani del « Leonardo », Papini in testa. Aveva scritto un saggio per « Il Regno », la cui direzione era da poco passata a Campodonico, strinse amicizia con Giuseppe Vannicola ed iniziò la collaborazione alla « Revue du Nord »: insomma era entrato nel variegato mondo delle riviste di idee.
Anni di pazze sfuriate romantiche quelli della teosofia, ma non anni inutili. In essi trovano una soluzione ingenua e mitologica problemi che restarono al centro della ricerca amendoliana: l'autonomia del sentimento religioso, le motivazioni di fondo dell'impegno morale, un forte interesse per i problemi della psicologia e dei loro rappo[...]
[...]roblemi della psicologia e dei loro rapporti con l'etica. Kant, James e Schopenhauer restarono costanti interlocutori delle riflessioni di Amendola, come pure non lo abbandonò l'interesse per le teorie di riforma sociale di un Ruskin, per le correnti di misticismo religioso, per i new thinkers americani 19 ecc. Ma se non c'era frattura nei temi di riflessione, ve n'era una, decisiva, nel metodo d'indagine. Alla fine del 1906, Amendola scriveva a Papini: « Conosco personalmente i fantasmi, sebbene ne parli meno di te — ma non ne voglio essere apostolo — piuttosto che vivere fra essi preferisco l'assoluta sterilità » (Kühn, p. 116).
ROBERTO PERTICI
18 GUIDO FERRANDO, La Società Teosofica, n, « La Voce », i, n. 17, 8 aprile 1909, p. 66.
19 Il new thought americano annoverava pensatori oggi dimenticati, allora molto noti come Ralph Waldo Trine, Horatio Dresser, Edward Carpenter, Prentice Mulford ecc.
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NOTA BIBLIOGRAFICA. — Gli anni dell'adolescenza e della prima giovinezza di Giovanni Amendola sono stati senza alcun[...]
[...]ovanili, per la scarsezza delle fonti documentarie e per il fatto che l'attenzione precipua degli studiosi è stata rivolta agli anni delle battaglie antifasciste; ma indubbiamente ha pesato anche il carattere eccentrico, inconsueto dell'esperienza giovanile amendoliana, che si svolse per tanta parte, all'interno della Società Teosofica, tanto che, quando se n'è parlato, lo si è fatto con intenti più o meno sottilmente polemici, come da parte del PAPINI, in quello che è il primo, rapido profilo biografico di Amendola, pubblicato nel febbraio 1919 sulla « Vraie Italie, organe de Liaison Intellectuelle entre l'Italie et les autres Pays ». Anche nel bel saggio di PREZZOLINI, che apparve in edizione provvisoria e ridotta su « L'Italia che scrive », febbraio 1924, poi in volume presso l'editore Formiggini nel 1926, ora ristampato nel libro Amendola e «La Voce » (Firenze, Sansoni, 1973) non ci sono che pochi cenni ai problemi da noi affrontati in questo saggio. Poiché i due lavori pubblicati nel 1956, nel trentesimo della morte di Amendola, cioè G[...]