Brano: L'AZIONE CATTOLICA
Pio XI é stato chiamato il Papa dell'Azione cattolica, ch'egli diceva « pupilla dei suoi occhi ». Acquista, dunque, un valore particolare la definizione che di essa egli ebbe a dare: «la partecipazione dei laici all'apostolato gerarchico della Chiesa » Questa definizione il pontefice riteneva di averla formulata «non senza divina ispirazione»; e precisò di essersi ispirato «ai testi della Sacra Scrittura », cioè a un passo dell'epistola di San Paolo ai Filippesi (IV, 3): «aiuta quelle che lavorano con me nel Vangelo ». Come si vede, San Paolo parlava di donne. La partecipazione dei laici all'apostolato si estende adunque ad[...]
[...]ne cattolica » preso
84 LUIGI SALVATORELLI
nel primo senso; bensì, certe attività specifiche, caratterizzate e unificate da uno spirito e da un obbiettivo comuni: caratterizzazione e unificazione che è, per l'appunto, cómpito dell'Azione cattolicaistituto di assicurare.
La caratterizzazione dell'Azione cattolica quale partecipazione laicale all'opera di apostolato del clero é stata fatta propria, e sistematicamente ripetuta, dal successore di papa Ratti, Pio XII, nonché dalle alte gerarchie cattoliche di ogni paese: ed ha avuto la sua proclamazine « urbi et orbi » nel primo « Convegno mon diale per l'apostolato dei laici» tenutosi a Roma dal 7 al 14 ottobre 1951. Ad esso parteciparono — secondo i dati dell'Osservatore Romano — sessantaquattro paesi e trentacinque organizzazioni nazionali.
Il tema dell'apostolato laico in collaborazione con la gerarchia ecclesiastica fu il motivo conduttore dei discorsi tenuti al Convegno, con insistenza sul carattere religioso, spirituale, dell'apostolato medesimo. Dopo un primo saluto, a nome della p[...]
[...]individuale e sociale D. A proposito di tale lavoro, delle cui specie diverse è fatta una lunga enumerazione, Pio XII credeva di potersi felicitare con i congressisti «della vostra resistenza a quella tendenza nefasta, regnante anche presso taluni cattolici, la quale vorrebbe confinare la Chiesa nelle questioni puramente religiose, lasciando al di fuori l'umanità dibattersi nelle sue angustie D. (( Necessariamente e continuatamente », seguitò il papa, ((la vita umana privata e sociale si trova in contatto con la legge e lo spirito del Cristo; ne risulta, per la forza delle cose, una compenetrazione reciproca dell'apostolato religioso e dell'azione politica... Sul terreno politico si dibattono e si dettano le leggi di più alta portata, come quelle riguardanti il matrimonio, la famiglia, il fan ciullo, la scuola... Possono esse lasciare indifferente, apatico, un apostolo? ». E qui, richiamando dichiarazioni sue precedenti, Pio XI giunge ad affermare che pur non dovendo entrare l'A. C. nella lizza dei partiti, « sarebbe biasimevole di lascia[...]
[...]te sul terreno strettamente dommatico: l'offerta del Santo Sacrificio, l'amministrazione dei sacramenti, interdicendole ogni incursione, e perfino ogni diritto di esame, sul dominio della vita pubblica, qualsiasi intervento nell'ordine civile e sociale... Pareille vivisection est tout simplement anticatholique ».
L'AZIONE CATTOLICA 91
Occorre appena spiegare, per chi ha una qualche conoscenza di storia ecclesiastica, che simili affermazioni di papa Pacelli sono sulla linea tradizionale del cattolicismo romano (per quello grecoortodosso é un altro affare: e ciò spiega la facilità con cui la Chiesa russa ha fatto pace e alleanza col governo sovietico). All'indomani dei patti lateranensi io ebbi ad avvertire (cito da La Chiesa e il Mondo, Roma, 1948, p. 163 s.) « i termini errati nei quali é posto generalmente il problema delle relazioni fra la Chiesa (Cattolica) e lo Stato. Quasi tutti (comprendendo in questi «tutti» anche gli specialisti) sono ipnotizzati dalla visione di due entità di natura non soltanto diversa, ma opposta. La coppia C[...]
[...]osì eroicamente antigiu ridico Discorso della Montagna ».
Abbiamo inteso Pio XII ricollegare l'Azione cattolica al Regno di Cristo. In ciò egli continuava direttamente Pio XI, il quale precisamente aveva concepito l'Azione cattolica, da lui riorganizzata, come lo strumento di attuazione della regalità di Cristo e del supremo governo della Chiesa sulla società cristiana. La «regalità di Cristo» é stata una delle iniziative più caratteristiche di papa Ratti: non già ch'egli inventasse l'idea, ma fu lui a trarla in luce — alla ribalta, se così é permesso esprimersi — dall'oscurità e dalla dimenticanza delle «riserve» ecclesiastiche. Istituendo la festa di Cristo Re con l'enciclica Quas primas datata 11 dicembre 1925 (cioè pochi giorni avanti la chiusura dell'Anno Santo), egli precisò che a CristoUomo si doveva rivendicare il nome e il potere di re nel vero senso della parola, con la triplice potestà legislativa, giudiziaria, esecutiva, e il relativo potere su tutte le cose temporali, secondo il diritto assoluto concessogli dal Padre sulle
[...]
[...]inato testé ne sono la prova. In quanta all'attuazione pratica, però, passa una differenza notevole fra i due pontificati. Qui occorre rifarsi indie
L'AZIONE CATTOLICA 93
tro, tentando un breve schizzo di storia politicoecclesiastica del cinquantennio.
La successione, nel 1903, di Pio X a Leone XIII — il cui pontificato aveva raggiunto e superato i leggendari «annos Petri» — é forse il caso più favorevole per quello schema dell'alternanza fra papa politico e papa religioso il quale ebbe gran voga nel primo venticinquennio del nostro secolo. Ho detto altrove, più volte (particolarmente in «Ricerche religiose », 1949, pp. 163164), in che limiti la distinzione sia accettabile. Essa non implica che un papa «religioso» non tocchi a materie e interessi politici: cosa impossibile, dato l'intreccio dei rapporti sociali umani, e in particolar modo dato il carattere del pontificato romano. Significa invece, quella distinzione, che il papa religioso si comporterà, toccando il terreno dei rapporti con l'autorità civile, in modo diverso dal papa o politico ». La diversità potrà anche sboccare in una maggiore decisione, in una più spiccata intransigenza, in una «totalitarietà ». Ci potrà essere, sotto il papa «religioso », maggiore probabilità di conflitto fra Chiesa e Stato; e, ove i conflitti manchino, una preparazione bellicosa per i conflitti futuri. Con il pontificato di Pio X ci fu l'uno e l'altro: i contrasti con la. Francia, con la Spagna, con la Germania: ,e l'affermazione più risoluta che mai, in fatto e in diritto, del potere assoluto papale, così da potersi parlare di rinnovate impostazioni teocratiche. Ricordiamo le parole rivolte ai pellegrini francesi nel 1909: «Chi si ribella all'autorità della Chiesa, sotto l'ingiusto pretesto che essa invade i termini dello Stato, impone dei termini alla verità. La Chiesa domina il mondo perché é la sposa di Gesù Cristo ». Come si vede, Pio X anticipa qui la dottrina di Pio XI sulla regalità di Cristo esercitantesi attraverso la Chiesa.
Pio X è una figura estremamente interessante, e l'opera sua di pontefice fu di grande importanza, non soltanto per la Chiesa. La figura attende ancora c[...]
[...]sto esercitantesi attraverso la Chiesa.
Pio X è una figura estremamente interessante, e l'opera sua di pontefice fu di grande importanza, non soltanto per la Chiesa. La figura attende ancora chi la ritragga «in piedi », come l'opera non ha ancora avuto il suo storico. Leone XIII aveva mirato a
94 LUIGI SALVATORELLI
rimettere in contatto la Chiesa col mondo mediante un'opera paziente e pieghevole di adattamento; aveva voluto far riprendere
al papato la partecipazione — egli, anzi, aveva sognato: la dire zione — nella vita internazionale. Pio X fece opera tutta contraria: lavorò a concentrare, a raccogliere in se stesso, ad isolare (potremmo dire) il cattolicesimo. Concentration et défense catholiques: con queste parole fu esattamente definita l'opera sua.
A Leone XIII non meno che a Pio XI spetterebbe il titolo di papa dell'Azione Cattolica. Potremmo dire che il primo é stato il fondatore, il secondo il restauratore (e il terzo, papa Pacelli, il trasformatore). L'« Opera dei Congressi e dei Comitati Cattolici rappresenta la prima organizzazione dell'Azione cattolica: si può in proposito consultare con profitto il libro del De Rosa, presso Laterza, L'Azione cattolica. Storia politica dal 1874 al 1904. L'a Opera dei Congressi » rispondeva piuttosto al principio, vigorosamente riaffermato adesso da Pio XII, dell'espansione della Chiesa dal santuario nel mondo civile, che non a quello dell'« apostolato laico» quale abbiamo visto predominare nel congresso omonimo. L'a Opera» — il cui titolo burocratico trovò censure nel campo [...]
[...]istiana, alla cui avanguardia era Don Romolo Murri. Partendo da principi teocratici, Murri arrivava alla democrazia sociale, che la Chiesa avrebbe dovuto far sua rivolgendola contro lo stato liberalelaico. L'urto con la direzione (Paganuzzi) della vecchia « Opera » fu fortissimo; ma Leone XIII riuscì ancora a cavarsela, prima di scomparire, con il suo metodo di dare o un colpo al cerchio e uno alla botte ». Un metodo simile era inconcepibile per Papa Sarto, e per il suo alto consigliere ed esecutore, Merry del Val. Di fronte alla penetrazione democristiana nell'o Opera », largamente effettuatasi sotto il successore di Paganuzzi, il Grosoli, Papa e Segretario di Stato impugnarono la
L'AZIONE CATTOLICA 95
spada recidente i nodi gordiani. L'Opera dei Congressi nel luglio 1904 fu sciolta, e sostituita da tre organizzazioni separate, facenti tutte capo direttamente alla Curia romana e da essa rigidamente controllate; Unione popolare (aspirante a imitare il « Volksverein della Germania cattolica); Unione economicosociale; Unione elettorale cattolica. Guardando alla situazione di oggi, potremmo dire che alle tre corrispondono rispettivamente l'Azione cattolica propriamente detta, le ACLI, i Comitati civici.
Il concetto direttivo della de[...]
[...] 1904 e sistematicamente nel 1913 (Patto Gentiloni). Altrove, in Francia, l'alleanza si spinse fino a un quasiconnubio con l'Action Française, il cui campione Maurras fu protetto da Pio X con la non pubblicazione della condanna da parte della Congregazione dell'Indice (gennaio 1914) di sette opere sue, nonché del quindicinale « L'Action française ».
L'avvento di Benedetto XV segnò una reazione all'« integrali
»: in quanto all'Azione cattolica, papa Della Chiesa lasciò formalmente le cose come stavano, e l'« Unione popolare» seguitò a vivacchiare; ma le altre due organizzazioni piane cessarono di
96 LUIGI SALVATORELLI
fatto di esistere, data la nuova presenza della Confederazione italiana dei lavoratori (Confederazione « bianca ») — fondata formalmente nel 1918, ma avviata da molti anni prima dalle Leghe del lavoro cattoliche —, e del Partito popolare italiano, fondato nel gennaio 1919. Quest'ultimo raccolse sotto D. Sturzo, coi debiti adattamenti, l'eredità della democrazia cristiana murriana.
Il manifesto di fondazione del P.P.I. è [...]
[...]on trasse l'Unione popolare dall'ombra in cui l'avevano relegata le due istituzioni, politica e sindacale, « di cattolici ». La situazione cambia con Pio XI, concorrendovi in uguale o disuguale misura le tendenze del nuovo pontefice e gli avvenimenti politici italiani.
Pio XI, per mentalità e per carattere, aveva più di una affinità con Pio X; era tuttavia più «politico» e più colto di lui, e soprattutto al posto del pessimismo «contrattile» di papa Sarto portava un ottimistico espansionismo: rassomigliando piuttosto, per questo lato, a Leone XIII. Un tale stato di spirito ci sembra di ritrovare nella sua enciclica sulla Regalità di Cristo, che era potenzialmente (come si é accennato) tutto un programma di politica ecclesiastica.
Se per Benedetto XV l'Azione cattolica doveva mantenersi
L'AZIONE CATTOLICA 97
nettamente distinta dal P.P., ma senza nessuna, ostilità, per Pio XI questo partito sembra aver fatto figura di «terzo incomodo ». Gli interessi cristiani, l'espansione cattolica dovevano essere tutelati e promossi dall'Azione catt[...]
[...], pertanto, del fascismo giunto al potere contro il P.P. lo lasciò indifferente; e D. Sturzo fu pregato a un certo momento — anzi, in due momenti consecutivi — di trarsi di mezzo, per non recare danno alla religione e imbarazzi alla Santa Sede.
Dopo la soppressione delle libertà pubbliche, a cui il pontefice aveva assistito (per quanto possiamo giudicare da certi suoi atteggiamenti) con neutralità benevola, per non dire con qualche compiacenza, Papa Ratti giunse a concludere — in un triennio di approcci e di trattative iniziate, sospese e riprese — i Patti del Laterano; e la conclusione gli ispirò, insieme a qualche parola cruda all'indirizzo del prostrato liberalismo, il saluto all'uomo tc che la Provvidenza Ci ha fatto incontrare D. L'art. 1 dello Statuto, riesumato e incluso nel Trattato, le trasformazioni cattoliche in certi istituti statali, anche fondamentali, e — last not least, davvero — la libertà e protezione legale assicurata all'Azione Cattolica gli parvero arra sicura per l'applicazione almeno in Italia del suo programma di [...]
[...]personalmente — e il regime, distacco proveniente sostanzialmente dall'aver fatto il fascismo causa comune con il nazismo. Pio XI riaffermò l'opposizione di massima già formulata più volte contra i totalitarismi statali, ma adesso con aderenza assai più efficace alla situazione concreta. Rinacquero contrasti tra fascismo e A.C.
***
Questi contrasti rimasero lontani dalla gravita del conflitto del 1931: e a soffocarli contribuì la successione a papa Ratti di papa Pacelli, il quale desiderava vivamente la buona armonia col regime; e l'avrebbe desiderata anche con quello nazista, solo che Hitler ci avesse messo un po' di buona volontà (e non avesse scatenato la guerra).
L'AZIONE CATTOLICA 99
All'inizio, pertanto, del pontificato di Pio XII non ci furono novità sostanziali per l'Azione Cattolica: se mai, una accentuazione del suo carattere ecclesiastico e locale (cioè, estraneo alla politica). Le modifiche ai suoi statuti, apportate nell'estate del 1939 dalla commissione cardinalizia preposta all'A.C. da Pio XII — al posto dell'alta direzione personal[...]
[...]nti (laici) delle Giunte diocesane. In quanto alla Commissione cardinalizia — il cui segretario (ecclesiastico) assumeva il nome di direttore nazionale dell'A.C. —, essa si limitava alla nomina di certe cariche e all'emanazione eventuale di norme generali. Particolare caratteristico: alla «tessera» era sostituita la «pagella d'iscrizione », e gli «ascritti» prendevano íl posto dei « tesserati ». Se si legge con qualche attenzione il discorso del papa, il 4 settembre 1940 (l'Italia era entrata già in guerra), alle rappresentanze dell'Azione cattolica italiana, si avverte il carattere accentuatamente religioso, spirituale, trascendente della rappresentazione fatta dal pontefice dell'A.C.; nonché il vivo incitamento agli ascritti perché «rendano il debito rispetto e pre stino la leale e coscienziosa obbedienza alle Autorità civili e alle loro legittime prescrizioni », mentre di un'azione non diciamo politica, ma sociale (nel senso tecnico della parola), non é cenno.
Terminata la guerra, avviata e impiantata la riorganizzazione del paese, la[...]