Brano: [...]o infatti inizialmente prevalsi, in seno al PS1UP, il concetto generale di una unità non differenziata delle forze combattenti partigiane e l'indirizzo di convogliare i militanti socialisti nelle formazioni già esistenti, piuttosto che — come sottolinea Carli Ballota nella sua «Storia della Resistenza » — crearne delle nuove. Inoltre, la fase di riorganizzazione politica del movimento socialista, dopo le vicènde del ventennio, aveva costretto il PSIUP ad un impegno assai gravoso, trattandosi di ricostruire una intelaiatura di partito su nuclei spesso anziani, distaccati dalla realtà del mondo del lavoro e dell’azione di massa, verso cui la direzione socialista compiva uno sforzo nell’intento di suscitare attorno alla sua piattaforma di rinnovamento sociale consensi ed energie attive. Per tali motivi, l’iniziativa socialista sul terreno delle formazioni partigiane differenziate seguì con parecchi mesi di ritardo quella comunista e del Partito d’Azione.
Le prime formazioni socialiste
Già il 12.12.1943, a Caerano San Marco, nella zona d[...]
[...]erisce ancora il Carli Ballola, si trattò piuttosto di una decisione dei militanti socialisti locali, prevalenti nelle bande partigiane ivi sorte, che di un preciso lavoro organizzativo del Partito. Difatti, in quella medesima epoca, là dove II problema delle formazioni differenziate aveva assunto un carattere saliente a causa del
lo stesso sviluppo del movimento partigiano e per l’attivismo dei partiti, cioè in Piemonte, i rappresentanti del PSIUP nel C.L.N. regionale e nel Comitato militare propendevano ancora per la tesi del blocco unitario.
Bande composte quasi essenzialmente di socialisti e comandate da capi di tale orientamento, come la banda di Dionigi Superti operante helrossola, mantennero tuttavia sempre connotati non di formazione di « colore ». Lo stesso giornale clandestino edito dal PSIUP per i volontari in armi (Il Partigiano), soltanto col numero 2 del 15.7.1944 adottò la sottotestata « Giornale delle Brigate d’assalto Matteotti ». Deliberata la costituzione di proprie forze, il PSIUP ebbe nei nuclei socialisti piemontesi le punte avanzate del lavoro in tal senso,
specie per merito di Filippo Amedeo, Renato M artorei li, Corrado e Mario Bonfantini, Andrea Camia e Piero Passoni.
Piemonte
I socialisti piemontesi riuscirono a raccogliere unità nel Monferrato, nelle Langhe, nel Canavese e nella valle di Susa, in Valle d’Aosta, nelPAstigiano e neH’Alessandrino, assorbendo anche gruppi già formatisi in precedenza e che, fino a quei momento, avevano conservato caratteristiche di bande autonome. Nacquero così la Divisione « Italo Rossi », su 5 brigate, un Gruppo « De Fran[...]
[...]i era rappresentata dalla 7a Brigata del Bresciano, dai due raggruppamenti S.A.P. della zona di Varese (l’uno su 3 brigate, l’altro su 8, raccolte nella Divisione « Alto Milanese ») e dalla Divisione « Barni » del Pavese, su 3 brigate. Tre brigate S.A.P. agirono nel Cremonese e 6 furono costituite alle dipendenze del Comando Piazza di Milano. Nella zona del Grappa agì una brigata e un’altra operò nel Padovano. Le unità del Lazio, organizzate dal PSIUP prima ancora della forma
zione dei quadri delle « Matteotti », furono divise in 6 zone.
Allorché si costituì il Comando Generale del C.V.L., le « Matteotti » ebbero alla loro testa Giovanbattista Stucchi e trovarono in Sandro Pertini (che aveva diretto l’organizzazione militare socialista in Roma, facendo parte del Triumvirato insurrezionale della città) uno dei massimi animatori, nella sua qualità di segretario del partito per l’Alta Italia.
I socialisti nella lotta armata
La particolare vicenda della nascita delle formazioni non comprende, quindi, e non esaurisce nella storia de[...]