Brano: [...]a presente nota ha appunto lo scopo di utilizzare per il lettore i documenti relativi a quella vicenda e di fornire una testimonianza personale di fatti, che non sono attestati da altre fonti.
Dopo la sconfitta del Fronte popolare nel 1948 ed il grave insuccesso del partito socialista, che ottenne il piú basso numero di eletti di tutto il periodo successivo alla seconda guerra mondiale, una coalizione di centro aveva ottenuto la maggioranza nel PSI e tentò di seguire una politica piú autonoma del partito, pur senza negare l'unità con i comunisti e senza contestare il valore della rivoluzione sovietica e della funzione dell'uRs s, ma denunciando il rischio per la sinistra italiana di identificarsi con le esigenze di potenza di questo stato. Contro la linea centrista, che aveva in Riccardo Lombardi l'uomo di punta, la sinistra del partito condusse un'opposizione molto forte e talvolta con toni aspri e violenti, come si riscontrano nella polemica che insorse tra Morandi e Lombardi 2 e che aveva come tema fondamentale quello dei rapporti fr[...]
[...]e la maggioranza che aveva conquistato meno di un anno prima in un momento di reazione del partito alla sconfitta elettorale, perché la sua politica non corrispondeva alle condizioni oggettive nelle quali si svolgeva la lotta politica e sociale del tempo, né interpretava le aspirazioni dei militanti, chiamati a fronteggiare un'ondata conservatrice e perfino reazionaria, che veniva montando dopo la vittoria democristiana del 1948.
1 P. AMATO, Il PSI tra frontismo e autonomia (19481954), Roma, Lerici, 1978.
2 Vedi ora i testi di tale polemica in R. MORANDI, La politica unitaria, Torino, Reprints Einaudi, 1975, p. 13 (scelta di scritti a cura di S. Merli dal vol. vi delle Opere di R. Morandi).
466 NOTERELLE E SCHERMAGLIE
La sinistra era costituita però da due componenti principali. Una faceva capo a Nenni ed aveva in Morandi, Cacciatore, Lizzadri gli uomini piú rappresentativi, intorno ai quali si era stretto un gruppo di giovani, destinati a costituire il nucleo piú significativo del nuovo gruppo dirigente, Luzzatto, Vecchietti, Valori[...]
[...] del partito nell'alto Lazio ed in Umbria, ed assieme a lui L. Anderlini ed A. Cirese, giovane intellettuale che si dedicava agli studi sulle credenze popolari, vi era Laura Conti, militante coraggiosa e fiera, vi erano economisti come Rienzi e tanti altri. Vi era anche chi scrive 4, che aveva sostenuto assieme ad E. Lussu fin dal Congresso di Cosenza dell'agosto 1944 del Partito d'azione la definizione socialista di esso e poi la fusione con il PSI. L'organo della corrente era il « Quarto Stato », nato nel 1945 con il nome significativo e simbolico, che ricordava quello della rivista di Rosselli e Nenni fondata nel 1926 per la lotta antifascista 5.
Assieme i due gruppi si erano imposti al Congresso di Firenze, in seguito al quale si era formata una direzione ed un esecutivo, del quale facevano parte oltre Basso, anche Bottai e chi scrive. Ma fin dall'inizio e via via piú intensamente si venne sviluppando una frattura tra Morandi e Basso, i cui termini sono poco comprensibili sul piano politico. Essa riguardava piú i modi di organizzazi[...]
[...]dell'elaborazione del Centro Interno, della
necessità di superare il dualismo fra socialisti e comunisti per creare un partito nuovo unificato, che « superando la unilateralità degli uni e degli altri, riesca veramente ad interpretare le esigenze politiche e guidare sul terreno della lotta le classi operaie dei differenti paesi ». Nei confronti dei comunisti la critica si rivolgeva all'impenetrabilità del loro linguaggio, ad un atteggiamento psicologico di chiusura, al loro schematismo ed analisi inadeguata dei dati reali, alla incapacità di tradurre in lingua occidentale la lingua comunista. In piú chiare parole la dif
ferenza tra i due partiti consisteva in diversità di spirito e di linguaggio e mai nella volontà di fare politiche diverse. Tali concetti ed analisi erano poi riassunti
in 5 punti finali, che si possono riassumere in pochi concetti: una sola politica, la comune partecipazione allo stesso schieramento internazionale, la pratica leale
dell'unità d'azione per superare le differenze attuali e giungere in una g[...]
[...] sorta di processo, nel corso del quale l'accusa rivolta a Basso era di frazionismo e di attività nociva all'unità del partito. Ad uno ad uno i membri dell'Esecutivo formulavano la loro critica. Nessuno fece riferimento al cosiddetto deviazionismo di Basso, nessuno accennò ad interferenze comuniste o sovietiche. Solo uno, se non erro il compianto Corona affermò che in un suo viaggio nell'uxs s un esponente sovietico aveva detto, con allusione al PSI, che il « pesce puzza dalla testa ». Ma l'allusione era vaga e non venne raccolta. Basso non si difese né fece valere le nostre ragioni.
470 NOTERELLE E SCHERMAGLIE
Egli appariva rassegnato ad un evento, che giudicava inevitabile. Solo chi scrive, nuovo dei rituali in uso in quel tempo nei partiti operai, tentò una difesa di Basso, suscitando la reazione di impazienza e di fastidio di Morandi. La riunione dell'Esecutivo non giunse ad una conclusione formale, ma la condanna era scritta negli interventi della maggioranza. A me l'esclusione che si prospettava di Basso appariva come ingiusta e [...]
[...]tò una difesa di Basso, suscitando la reazione di impazienza e di fastidio di Morandi. La riunione dell'Esecutivo non giunse ad una conclusione formale, ma la condanna era scritta negli interventi della maggioranza. A me l'esclusione che si prospettava di Basso appariva come ingiusta e non utile al partito e tentai di ottenere un intervento dei comunisti per evitare il peggio. Raccontai dunque ad Amendola e Paietta quello che stava avvenendo nel PSI ed espressi loro le mie preoccupazioni per la rottura che si profilava. Per onore del vero, essi tentarono di svolgere un'opera di mediazione e di pacificazione, ma ricevettero risposte gelide ed addirittura una sorta di ammonimento a non ingerirsi nelle vicende interne del partito socialista'. A me pareva utile affrontare un dibattito a viso aperto nel Congresso e porre la questione davanti a tutto il partito, ma Basso era preoccupato delle reazioni che questo avrebbe provocato e temeva di poter essere estromesso addirittura dal movimento operaio, mentre la milizia di classe per lui era il s[...]
[...]trare nell'attività del partito ed impegnarsi per il prossimo Congresso 13. Non si può escludere che Morandi paventando future mosse di Nenni per allentare il rigore della politica unitaria fosse interessato all'attiva presenza di un uomo, la cui intransigenza era assoluta. Ma qui entriamo nel campo delle congetture.
Iz Conclusioni Congressuali nell'opuscolo Davanti al paese l'alternativa socialista. Testi e Documenti a cura della Direzione del PSI, p. 45 ss. Gran parte dell'intervento di Nenni è dedicato alla polemica con Basso, al quale si rimproverava di correre il rischio di avventure estremiste (p. 52).
13 L. BAsso, Il tessitore di Pralognan, « Il Giorno » 22.8.1976, p. 3: « sul finire del 1954 in una colazione con Morandi e De Martino mi sentii invitare a ritornare nella vita attiva del partito e a prendere di nuovo posizione nel prossimo congresso ». V. anche le dichiarazioni dello stesso Basso in « Mondo Operaio » 1977, n. 7/8, p. 63: « Per parecchi anni (i rapporti) con Morandi furono totalmente interrotti. A fine 54 attravers[...]
[...]e dell'episodio, che erano i tempi delle grandi epurazioni staliniane nei partiti comunisti dell'Est europeo e della scomunica di Tito. A stare all'assicurazione che mi fu spontaneamente data, l'accusa di deviazionismo, che si sentiva ricorrere, piú sussurrata che espressa apertamente, non aveva origine dalle fredde terre moscovite o dai lontani arcani del Cremlino, apparteneva all'armamentario polemico di una lotta che si svolse all'interno del PSI, non molto diversa da quelle che hanno avuto luogo in altri momenti e circostanze. L'accusa di stalinismo — uno stalinismo in diciottesimo — che si muove ai metodi morandiani appare alquanto eccessiva. Certo i dissensi non venivano manifestati apertamente ed il clima era quello dell'unità sopra tutto, ma lo stesso Basso ritenuto reprobo ed escluso dagli organi dirigenti non fu bandito dalla politica. Nel 1953 fu rieletto deputato e su « Mondo Operaio » potette scrivere critiche alla politica di distensione del partito'. Certo il giudizio di Basso in tempi recenti è stato severo 15 e se ne può[...]
[...]ta precedente.
15 Non rispondono però allo stile ed alle convinzioni di Basso le parole che si leggono nel resoconto su l'« Avanti! » dell'8 dicembre 1978, p. 10, della Tavola Rotonda organizzata da « Mondo Operaio »: « si devono a Morandi tutte le disgrazie del partito socialista, che oggi senza quella parentesi sarebbe assai piú forte ». Nel testo di « Mondo Operaio », 1979, p. 87 si legge invece: « Ritengo che senza la gestione di Morandi il PSI avrebbe oggi una forza molto maggiore di quella che ha ». In genere la critica di Basso, come si è visto sopra, era a piú alto livello e non priva di momenti umani profondi, come risulta nell'intervista rilasciata a Mughini in « Mondo Operaio » n. 78, 1977, p. 63: « Di Morandi ho un ricordo ancora piú netto. A Perugia, verso la metà del 1955, un convegno di giovani socialisti, cui lo stesso Morandi mi aveva invitato. A sera ebbi con lui un discorso lunghissimo, commovente, in cui mi confessò come sentisse completamente fallita la sua politica, il suo tentativo di costruire un ferreo partito f[...]