Brano: Ponza
Don Sturzo [al centro) con Giulio Rodino e altri delegati durante il congresso del P.P. a Bologna (1919)
nel carcere napoletano di Poggioreale. Nella primavera del 1935 fu celebrato un processo che si concluse con la condanna a pene relativamente lievi, mentre permise agli imputati di rinnovare, nel corso del dibattimento, le proprie dichiarazioni di antifascismo. Tuttavia, ap* profittando di quella temporanea assenza dei confinati più autorevoli, la Direzione di Ponza potè requisire
lo spaccio, la mensa e rendere quasi impossibile il normale funzionamento della biblioteca.
Nella prima metà del luglio 1939 la colonia di Ponza fu soppressa e tutti i confinati furono tras[...]
[...]he si concluse con la condanna a pene relativamente lievi, mentre permise agli imputati di rinnovare, nel corso del dibattimento, le proprie dichiarazioni di antifascismo. Tuttavia, ap* profittando di quella temporanea assenza dei confinati più autorevoli, la Direzione di Ponza potè requisire
lo spaccio, la mensa e rendere quasi impossibile il normale funzionamento della biblioteca.
Nella prima metà del luglio 1939 la colonia di Ponza fu soppressa e tutti i confinati furono trasferiti nell’isola di Ventotene.
A. Co.
Bibliografia: A. Dal Pont: I lager di Mussolini, La Pietra, Milano 1975; C. Ghini A. Dal Pont: Gli antifascisti al confino, Editori Riuniti, Roma, 1971; C. Ravera: Diario di trent'anni, Editori Riuniti, Roma, 1973; U. Terracini: Al bando del partito, La Pietra, Milano, 1976; A. Dal Pont Simonetta Carolini, L’Italia al confino, La Pietra, Milano, 1983.
Popolare italiano, Partito
P.P.I.. La costituzione del Partito popolare italiano (a detta dello storico Federico Chabod, « un fatto di estrema importanza: l[...]
[...]nati furono trasferiti nell’isola di Ventotene.
A. Co.
Bibliografia: A. Dal Pont: I lager di Mussolini, La Pietra, Milano 1975; C. Ghini A. Dal Pont: Gli antifascisti al confino, Editori Riuniti, Roma, 1971; C. Ravera: Diario di trent'anni, Editori Riuniti, Roma, 1973; U. Terracini: Al bando del partito, La Pietra, Milano, 1976; A. Dal Pont Simonetta Carolini, L’Italia al confino, La Pietra, Milano, 1983.
Popolare italiano, Partito
P.P.I.. La costituzione del Partito popolare italiano (a detta dello storico Federico Chabod, « un fatto di estrema importanza: l'avvenimento più notevole della storia italiana del XX secolo»), avvenne con la diffusione dell'appello « A tutti gli uomini liberi e forti » da parte di un gruppo di militanti cattolici riuniti da don Luigi Sturzo (v.), presso l'albergo « S. Chiara » in Roma, il 18.1.1919.
Alla riunione costitutiva parteciparono: Giulio Rodino, Antonio Pecoraro, Vincenzo Mangano, Luigi Agostino Caputo, Achille Grandi, Carlo Torri ani, Giuseppe Vicentini, Abbondio Martinelli, Pichetti, Paolo Mattei Gentili, Giuseppe Fascetti, Umberto Merlin, Giovanni Bertini, Giovanni Scevola, Stefano Cavazzoni, Stefano Conio, Pietro Borromeo, Giovanni Maria Longinotti, Paolo Cappa, Giovanni Battista Valente, Carlo Bresciani, Amleto Banderali, Carlo Belloni, Pietro Campi Ili, Remo Vi gorelli, Mario C ingoi ani, Ambrogio Martinoli, Giuseppe Benvenuti, Angelo Mauri, Federico Pesenti, Ferdinando Bussetti, Egilberto Martire, Zaccone, Olivieri di Vernier, Angelo Belloni, Giulio Seganti, Antonio BoggianiPico, Giovanni Uberti, Amedeo di Rovasenda, Luigi Bazoli, Carlo Santucci.
In tal modo, da parte cattolica, si riconosceva di fatto lo Stato liberale e si faceva ritorno compatto alla vita politica, dopo i decenni di un « non expedit » (astensione cattolica dalle votazioni per le elezioni politiche) più o meno rigidamente osservato.
Con la confluenza nel partito, avveniva anche la maturazione politica di un variegato movimento c[...]
[...]ci esperienze.
Un partito « moderno »
Caratteristica saliente del Partito popolare era la « rigidità » organizzativa che lo differenziava non solo dai comitati elettorali cattolici costituiti aH’indomani del Patto Gentiioni (accordo elettorale del 1913 tra l’Unione elettorale cattolica e alcuni candidati liberali, ai quali, dietro la firma di una lista di sette impegni, veniva garantito il voto degli elettori cattolici), ma anche dai raggruppamenti politici liberali che, essenzialmente, coincidevano con i singoli gruppi parlamentari egemonizzati dai leader più in vista.
Il partito si poneva invece come interlocutore delle grandi masse, soprattutto di quelle rurali, in aperta concorrenza con i socialisti.
« Il cattolicesimo democratico » — scriveva in quei giorni Antonio Gramsci — « fa ciò che il socialismo non potrebbe: amalgama, ordina, verifica; assunta una forma, diventata una potenza reale, queste folle si saldano con le masse socialiste, consapevoli, ne diventano la continuazione normale ».
Il P.P.!. si dichiarava apertamente « aconfessionale »: a differenza delle organizzazioni cattoliche di [...]
[...]ta.
Il partito si poneva invece come interlocutore delle grandi masse, soprattutto di quelle rurali, in aperta concorrenza con i socialisti.
« Il cattolicesimo democratico » — scriveva in quei giorni Antonio Gramsci — « fa ciò che il socialismo non potrebbe: amalgama, ordina, verifica; assunta una forma, diventata una potenza reale, queste folle si saldano con le masse socialiste, consapevoli, ne diventano la continuazione normale ».
Il P.P.!. si dichiarava apertamente « aconfessionale »: a differenza delle organizzazioni cattoliche di tipo ecclesiale, infatti, non dipendeva direttamente dalla gerarchia della Chiesa e, nonostante vi militassero numerosi sacerdoti (a partire dallo stesso segretario politico), si presentava come partito di cattolici,
non come partito dei cattolici, quindi aperto anche ad altre componenti e ben lontano dalla pretesa di rappresentare la Chiesa nel mondo politico.
D’altra parte, onde evitare equivoci, nella scelta del nome don Sturzo aveva voluto evitare gli aggettivi « cattolico » e « cristiano »: « È superfluo dire — affermerà in sede di relazione programmatica dalla tribuna del primo Congresso del partito — perché non ci siamo chiamati partito cattolico: i due termini sono antitetici: il cattolicesimo è religione, è universalità; il partito è politica, è divisione.
Fin dall’inizio abbiamo escluso che la nostra insegna politica fosse la religione, ed abbiamo voluto chiaramente metterci sul terreno specific[...]