Brano: Lazio
pardo, era collegata con la Giunta militare centrale e con il Comando Zona di Palestrina (Roma) diretto da Lucio Lena, nonché da Francesco e Ignazio Sbardella.
Altre formazioni
Al Comando Zona di Palestrina erano collegate altre formazioni minori: un gruppo di Genazzano, guidato da Emilio Giuseppe D’Amico, che sarebbe poi stato fucilato alle Fosse Ardeatine; nonché gruppi di Paliano (al comando di Enrico Giannetti e Dante Bersini) e di Sgurgola (al comando di Francesco Curreli).
Altre due formazioni operarono intorno a San Cesareo, in comune di Zagarolo (Roma), al comando di Sesto Rolli, Antonio Salvati e Giovanni Verginelli.
A Palestrina e in tutta la zona prenestina operarono gruppi guidati da Mario Leporatti [Stefano).
Nell’alto Lazio furono attive le bande comandate dal colonnello De Michelis, con azioni che si spinsero all’interno dell’Abruzzo.
La Brigata Autonoma « Stalin »
Verso la fine d[...]
[...]sej Kaliaskin e da Anatolj Karassenko: l’autocolonna tedesca fu costretta ad arrendersi, 250 tra soldati e ufficiali nazisti furono catturati, e quando l’indomani le avanguardie angloamericane giunsero sul posto, la zona era già completamente liberata.
Il 6 giugno la formazione comandata da Ezio Maroncelli liberò i comuni di Veiano, Allumiere e Tolfa; quella comandata da Antonio Morra, i comuni di Cesa e Barbarano. Le due formazioni puntarono poi unite su Civitavecchia che venne liberata da unità alleate e da partigiani il 9 giugno.
L.D.A. fì.Fo.
Bibliografia: A. Caracciolo, Il movimento contadino nel Lazio, Roma, 1952; P. Levi Cavaglione, Guerriglia nei Castelli Romani, Roma, 1945; E. PisciteiIi, Storia della Resistenza Romana, Bari, 1965; R. Perrone Capano, La Resistenza in Roma, Napoli, 1963.
Lazzaretti, Evres
Ottaviano. N. il 27.3.1915 a Bagno
lo in Piano (Reggio Emilia), ivi fucilato il 14.2.1945.
Militante nell’organizzazione comunista clandestina, nel 1937 fu condannato a 5 anni di confino.
Dopo I"8.9.1943[...]
[...]i». Dopo aver partecipato a numerose azioni, fu catturato dai fascisti della Brigata nera e immediatamente fucilato, insieme ad altri 9 patrioti, sulla piazza di Bagnolo in Piano (v.). Alla sua memoria è stata conferita la medaglia d’argento al valor militare.
Lazzari, Costantino
N. a Cremona l’1.1.1857, m. a Roma il 27.12.1927. Figlio di contadini poveri, a 15 anni, conseguita la licenza tecnica, divenne garzone in un magazzino di filati, poi volta a volta lavorò come operaio tipografo, segretario di A. Bertani nella sua
inchiesta di igiene rurale, contabile, viaggiatore di commercio.
Nel Partito operaio italiano
A Milano frequentò il Circolo operaio di via del Pesce, e nel 1882 prese parte alla fondazione del Partito operaio italiano, d’impronta operaistica, di cui divenne uno dei maggiori dirigenti. Alle elezioni polìtiche del 1886 venne portato candidato del P.O.I. a Cremona e ad Alessandria, ottenendo un numero elevato di suffragi.
Arrestato nel giugno 1886, nel clima di persecuzioni poliziesche del governo Depretis, che provocarono tra l’altro lo scioglimento del P.O.I., venne condanato a 3 mesi di reclusione.
Dapprima intransigente di fronte alle proposte di fusione tra il suo partito e i socialisti rivoluzionari 'di Andrea Costa (v.), si orientò poi in senso socialista: nel 1889, con Filippo Turati, la Kuliscioff e altri fondò la Lega socialista milanese.
Per quanto ancora lungamente legato agli schemi operaistici corporativi del disciolto P.O.I., che diffidava della parola d’ordine socialista della conquista del potere attraverso il partito di classe, alla nascita del Partito socialista italiano Lazzari entrò a far parte del Comitato centrale, militando nell’ala sinistra e sotto la bandiera dei « rivoluzionari intransigenti ».
Alla testa del P.S.I.
Nel 1898 venne arrestato, con Turati e altri, e condannato a 2 anni di reclusione. Battuti a Milano nel 1910, dall’ala riformista, sia il sindacalismo rivoluzionario che l’equivoco possibilismo del Ferri, la vecchia sinistra intransigente si riorganizzò sotto la guida del Lazzari e a[...]