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Il segmento testuale P.C.J. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 13Entità Multimediali , di cui in selezione 12 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 65

Brano: [...]ro e delle dimostrazioni contro la “Obznana”, un decreto con il quale la monarchia jugoslava metteva fuori legge il Partito comunista e tutte le organizzazioni da questo controllate.

Ricercato dalla polizia, nel gennaio 1921 dovette lasciare anche Zagabria. Trovò lavoro a Veliko Trojstvo come meccanico in un mulino e, per circa tre anni, non ebbe legami col Partito.

All'inizio del 1924 fu chiamato a far parte del Comitato circondariale del P.C.J. clandestino per BjelovarKrizevac. Nel settembre 1925, con la moglie e il figlio Zarko, si trasferì a Kraljevica (Portorè presso Fiume). Qui trovò lavoro in un cantiere navale e, nel cantiere stesso, divenne segretario dell’organizzazione sindacale, responsabile della cellula di partito e corrispondente di giornali operai. Per aver organizzato uno sciopero, fu licenziato il 2.10.1926.

Dopo vani tentativi di trovare lavoro a Zagabria e a Belgrado, raggiunse Smederevska Palanka, dove si occupò in una fabbrica di vagoni ferroviari, ma già nel marzo 1927 veniva licenziato anche da qui come « pe[...]

[...]r aver organizzato uno sciopero, fu licenziato il 2.10.1926.

Dopo vani tentativi di trovare lavoro a Zagabria e a Belgrado, raggiunse Smederevska Palanka, dove si occupò in una fabbrica di vagoni ferroviari, ma già nel marzo 1927 veniva licenziato anche da qui come « pericoloso comunista e agitatore ». Tornato a Zagabria, divenne segretario regionale del Sindacato dei metallurgici della Croazia e segretario organizzativo della Federazione del P.C.J. per la città di Zagabria. Da allora si dedicò interamente all’attività politica clandestina.

Arrestato e carcerato per un mese, assunse subito dopo anche la carica

Tito negli anni giovanili

di segretario della Direzione centrale della Confederazione dei lavoratori dell'industria della pelle e dell’artigianato della Jugoslavia. In ottobre fu condannato a 7 mesi, ridotti poi a 2. Nel febbraio del 1928, all’8a Conferenza del P.C.J. per la città di Zagabria, fu eletto segretario politico di questa organizzazione. Dopo un nuovo arresto (durato 14 giorni) il 21 luglio fu nominato vicesegretario organizzativo del Comitato centrale del P.C.J.. Nello stesso mese, avendo capeggiato una dimostrazione di 30.000 lavoratori zagabresi, fu arrestato, ma riuscì a fuggire. Ricadde nelle mani della polizia il 4.8.1928 e, nel novembre, insieme ad altri 4 compagni venne processato per « terrorismo » in un procedimento noto come « processo delle bombe » che ebbe una vasta eco nel paese e all’estero.

Nel corso del processo, Broz smontò le accuse, denunciò il regime di oppressione instaurato in Iugoslavia e dichiarò apertamente la propria appartenenza al Partito comunista, esaltandone gli ideali.

Condannato a 5 anni di reclusione, fu detenu[...]

[...]chiarò apertamente la propria appartenenza al Partito comunista, esaltandone gli ideali.

Condannato a 5 anni di reclusione, fu detenuto nelle carceri di Lepoglava, Maribor e Ogulin. Riottenuta la libertà nel marzo 1934, riprese l'attività politica clandestina con nomi falsi e vari pseudonimi, fra i quali quello di “Tito”.

Alla testa del partito

Nell’agosto 1934, inviato a Vienna per riprendere i collegamenti con il Comitato centrale del P.C.J. che, nel frattempo, aveva stabilito la propria sede nella capitale austriaca, Tito fu cooptato nell'Ufficio politico. Verso la fine dello stesso anno, dopo che aveva preparato le conferenze costitutive dei partiti comunisti autonomi della Croazia e della Slovenia facendo la spola fra l’Austria e la Jugoslavia, sempre in clandestinità fu inviato a Mosca quale referente politico per il P.C.J. presso la Terza Internazionale (v.). Rimase a lavorare nel Comintern fino alla fine del 1936, svolgendo vari incarichi, tra cui quello di creare un Centro interno del partito in Jugoslavia.

Rientrato successivamente in patria, provvide a costituire un nuovo Comitato centrale e, sostenuto dai suoi collaboratori Edvard Kardelj (v.) e Aleksandar Rankovic (v.), cercò di sanare la situazione interna del P.C.J. dilaniato da lotte di frazioni (la principale era quella guidata da Petko Miletic che mirava ad assumere la direzione del partito). Tito

65



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 192

Brano: [...]mocratici furono perseguitati e incarcerati. La legge della giornata lavorativa di 8 ore fu abrogata.

Nel 1920 la lotta riprese con un grande sciopero generale di ferrovieri e altre categorie, mentre andava inasprendosi l’opposizione della borghesia nazionalista slovena e croata alla politica « grande serba » del governo centrale.

Al suo II Congresso (luglio 1920), il Partito socialista operaio prese il nome di Partito comunista jugoslavo (P.C.J.). In quello stesso anno, la mobilitazione militare proclamata dal governo in seguito alla tensione di rapporti con l’Italia per Fiume (v. D'Annunzio, Gabriele) provocò in Jugoslavia grandiose manifestazioni contro la guerra; per rappresaglia, il governo centrale decretò

lo scioglimento di tutti i consigli comunali a maggioranza comunista (Belgrado, Kragujevac, Skoplje e numerosi altri).

Nelle elezioni del 20.11.1920 per la Costituente, malgrado il clima di terrore instaurato dalla destra, il P.C.J. raccolse 200.000 voti collocandosi con una forte rappresentanza al terzo posto tra i part[...]

[...]oclamata dal governo in seguito alla tensione di rapporti con l’Italia per Fiume (v. D'Annunzio, Gabriele) provocò in Jugoslavia grandiose manifestazioni contro la guerra; per rappresaglia, il governo centrale decretò

lo scioglimento di tutti i consigli comunali a maggioranza comunista (Belgrado, Kragujevac, Skoplje e numerosi altri).

Nelle elezioni del 20.11.1920 per la Costituente, malgrado il clima di terrore instaurato dalla destra, il P.C.J. raccolse 200.000 voti collocandosi con una forte rappresentanza al terzo posto tra i partiti. Anche il Partito contadino repubblicano croato, propugnante un programma di trasformazioni ^ democratiche e di lotta contro l’egemonia serba, ottenne un grande successo e i suoi deputati si riunirono a Zagabria il 5.12.1920, proclamando l’Assemblea nazionale croata.

Di fronte a una nuova, potente ondata di scioperi, nella notte tra

il 29 e il 30 dicembre 1920 il governo centrale emise un decreto di scioglimento del P.C.J. e dei sindacati rivoluzionari, confiscandone i beni. Seguirono arresti in[...]

[...]rzo posto tra i partiti. Anche il Partito contadino repubblicano croato, propugnante un programma di trasformazioni ^ democratiche e di lotta contro l’egemonia serba, ottenne un grande successo e i suoi deputati si riunirono a Zagabria il 5.12.1920, proclamando l’Assemblea nazionale croata.

Di fronte a una nuova, potente ondata di scioperi, nella notte tra

il 29 e il 30 dicembre 1920 il governo centrale emise un decreto di scioglimento del P.C.J. e dei sindacati rivoluzionari, confiscandone i beni. Seguirono arresti in massa. Nel gennaio 1921 si formò un governo di coalizione tra i radicali serbi dell’anziano leader Nicola Pasic (18451926) e i democratici di S. Pribicevic. Il timore del movimento rivoluzionario indusse la borghesia delle altre regioni a fare grandi concessioni ai serbi, sì da permettere la formazione di uno Stato accentrato. Il 28.6.1921 venne approvata, con una maggioranza di soli 27 voti, la Costituzione detta di San Vito: il Regno dei serbi, croati e sloveni venne proclamato monarchia costituzionale; al re spettava[...]

[...]oveni venne proclamato monarchia costituzionale; al re spettava il potere legislativo e quello di convocare e sciogliere il Parlamento; la Costituzione non accordava alle nazionalità alcun diritto di indipendenza e di autonomia.

I diritti politici e civili furono formalmente iscritti nella carta costituzionale, ma nella pratica ai partiti di sinistra fu tolta ogni libertà. Una legge sulla « difesa dello Stato » dichiarò infine « illegale » il P.C.J. e revocò il mandato ai parlamentari comunisti. Il movimento rivoluzionario poteva considerarsi sconfitto.

II governo PasicPribicevic indisse nuove elezioni politiche per il 18.3. 1923, ma le speranze dei reazionari di consolidare le loro posizioni in Parlamento non si avverarono: il Partito repubblicano dei contadini croati, guidato da Stjephan fìadic (18711928) che aveva stabilito rapporti con l’Internazionale contadina di Mosca, ottenne una nuova, grande affermazione. II « Partito operaio indipendente » (copertura legale del P.C.J. e sorto all’inizio del

1923) si rafforzò al punto che[...]

[...]iderarsi sconfitto.

II governo PasicPribicevic indisse nuove elezioni politiche per il 18.3. 1923, ma le speranze dei reazionari di consolidare le loro posizioni in Parlamento non si avverarono: il Partito repubblicano dei contadini croati, guidato da Stjephan fìadic (18711928) che aveva stabilito rapporti con l’Internazionale contadina di Mosca, ottenne una nuova, grande affermazione. II « Partito operaio indipendente » (copertura legale del P.C.J. e sorto all’inizio del

1923) si rafforzò al punto che nel luglio 1924 il governo, allarmato, ne ordinò la soppressione.

Gli anni che seguirono, dal 1924 al colpo di stato monarchicofascista del 1929, videro un alternarsi di lotte, violente repressioni, attentati e tradimenti tra il potere centrale e taluni leader politici da un lato, e le masse popolari dall’altro. Intanto la politica estera jugoslava manteneva un difficile equilibrio tra la « protezione » imperialista francoinglese e le concessioni alla confinante Italia. Per « normalizzare » i rapporti con l’aggressivo governo fascist[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 193

Brano: [...]autonomie dei comuni e delle città. Il Regno venne diviso in 9 banati (le cui circoscrizioni non rispettavano i confini nazionali storici), governati da funzionari di nomina reale. Si trattava di un vero e proprio colpo di stato (6.1.1929), grazie al quale la « Mano bianca » e il re instaurarono in tutta la Jugoslavia una dittatura monarchicofascista.

Soppresse anche formalmente le garanzie costituzionali, sciolti tutti i partiti borghesi (il P.C.J. già da tempo operava nella clandestinità) , si fecero avanti nuove formazioni politiche: il Partito nazionale jugoslavo (J.N.S.), la limone dei radicali jugoslavi (J.R.Z.), il Partito fascista (Z.B.O.R.) capeggiato da Ljotic e il Partito nazionale jugoslavo di Hodzera.

« È giunta l’ora — proclamò per l’occasione re Alessandro — che tra popolo e re non vi siano più intermediari ».

Ebbe così inizio un periodo di repressioni particolarmente feroci contro i comunisti, ma destinate a decimare i quadri di tutti i vecchi partiti di opposizione. Il segretario del P.C.J. Giuro Giakovic fu ucciso[...]

[...]o (J.N.S.), la limone dei radicali jugoslavi (J.R.Z.), il Partito fascista (Z.B.O.R.) capeggiato da Ljotic e il Partito nazionale jugoslavo di Hodzera.

« È giunta l’ora — proclamò per l’occasione re Alessandro — che tra popolo e re non vi siano più intermediari ».

Ebbe così inizio un periodo di repressioni particolarmente feroci contro i comunisti, ma destinate a decimare i quadri di tutti i vecchi partiti di opposizione. Il segretario del P.C.J. Giuro Giakovic fu ucciso dalla polizia e con lo stesso sistema furono eliminati altri rivoluzionari.

La grande crisi economica del

192930 accrebbe la miseria del popolo, aggravando ulteriormente la situazione del paese: l’industria metallurgica lavorava solo al 40 per cento del suo potenziale; quella del legno, al 50 per cento. Crollarono le esportazioni, la crisi agraria si accentuò e, con essa, si accelerò il processo di proletarizzazione nelle campagne. La lotta delle nazionalità per la parità dei diritti e quella dei contadini per la riforma agraria si riaccesero. In Croazia, in Erz[...]

[...]ronte di solidarietà che organizzò la raccolta e l’invio di aiuti al popolo spagnolo. Formazioni di volontari jugoslavi accorsero nelle Brigate Internazionali. Più tardi, in un clima di grande tensione politica, dopo la capitolazione di Monaco (1938), ben

100.000 giovani jugoslavi si offrirono di correre in difesa della Cecoslovacchia.

Nelle elezioni politiche straordinarie dell’11.12.1938, il 40 per cento dei suffragi (compresi quelli del P.C.J. clandestino) andarono a un « Blocco democratico » di opposizione borghese, quantunque gli esponenti di questo non nascondessero il loro anticomunismo. L’affermazione del Blocco democratico non arrestò il processo di fascistizzazione del paese: sostenuto da Berlino e da Roma, il movimento ustascia, separatista e filonazista, ottenne il 26.8.1939 un regime di autonomia per la Croazia. Nella nuova situazione i fascisti croati divennero sempre più aggressivi, mentre i capi dei contadini croati uscirono dal Blocco democratico. Sull’esempio nazista, il nuovo governo jugoslavo CvetkovicMacek creò i [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 66

Brano: [...]menti in Austria, Francia e Cecoslovacchia recandosi più volte a Vienna, Parigi e Praga, organizzò l’invio di volontari nelle Brigate Internazionali in Spagna, prese infine il controllo sul Centro estero del partito che, nel frattempo, si era trasferito a Parigi.

All’inizio del maggio 1938 Tito costituì in Jugoslavia un nuovo comitato centrale provvisorio. Essendo stato nel frattempo eliminato (per ordine di Stalin) il segretario generale del P.C.J. Milan Gorkic (esule in U.R.S.S.), Tito ne prese il posto al vertice dell’organizzazione. Alla fine di agosto del 1938 si portò nuovamente a Mosca e qui rimase fino al marzo del 1939, quando venne ufficialmente riconosciuto dal Comintern come nuovo segretario generale del P.C.J.. In questi mesi riuscì a impedire lo scioglimento definitivo del suo partito, già minacciato dall’Internazionale, grazie all'aiuto di Dimitrov (v.) che gli permise anche di sviare i sospetti nutriti da Stalin nei suoi confronti. Tito non riuscì tuttavia a salvare la propria moglie che, deportata dalla polizia sovietica in un campo di concentramento, vi trovò la morte. Con essa, almeno un centinaio di quadri dirigenti del Partito comunista jugoslavo furono vittime, in quegli anni, delle repressioni staliniane.

Alla testa della rivoluzione

Fin dal 1938, in occasione dell’annesione dell’Au[...]

[...]ova, in Romania, dove incontrò i comandanti sovietici e infine a Mosca (settembre e ottobre), dove conferì con Stalin. In questa occasione concordò che l'Armata Rossa entrasse in Jugoslavia in appoggio all’E.P.L.J. nelle operazioni finali per la liberazione del paese.

Il 27.10.1944, a Belgrado liberata, tenne il suo primo discorso pubblico nella triplice veste di comandante supremo deH’Armata Jugoslava, di capo del governo e di segretario del P.C.J..

Alla testa della nuova Jugoslavia

Capo militare e politico indiscusso in Jugoslavia, Tito mirò a ottenere il riconoscimento ufficiale della nuova realtà statuale anche in campo internazionale. Il 7.3.1945 egli costituì pertanto il primo governo provvisorio della Jugoslavia Democratica Federativa (del quale furono chiamati a far parte anche esponenti dei vari partiti democratici), assumendone la Presidenza e il ministero della Difesa. In aprile stipulò a Mosca un patto di amicizia con l’U.R.S.S.. In novembre, in seguito alla elezione della Costituente (nella quale i comunisti ottennero [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 67

Brano: Tittoni, Tommaso

lontà dell'U.R.S.S. sui paesi a democrazia popolare. I primi gravi scontri fra Tito e Stalin si ebbero nel febbraio del 1948 e (dopo una lotta sotterranea, svoltasi attraverso una serie di lettere fra Mosca e Belgrado, con pesanti accuse reciproche) il conflitto divenne ben presto pubblico con la nota “scomunica” lanciata dal Cominform contro j dirigenti jugoslavi. In una riunione del C.C. del P.C.J., svoltasi il 12.4. 1948, Tito propose di opporre una tenace resistenza al diktat di Stalin, definendolo un tentativo di asservire economicamente, militarmente e politicamente la Jugoslavia a Mosca. Il C.C. approvò le posizioni di Tito e queste furono ribadite nella risposta data nel giugno alla risoluzione del Cominform. Seguirono l'espulsione del P.C.J. dal Cominform e il boicottaggio totale della Jugoslavia da parte dei paesi a democrazia popolare asserviti a Mosca. In una successiva Risoluzione del Cominform (1949) Tito e « la sua cricca » furono definiti addirittura agenti e spie dell’imperialismo, per cui fino alla morte di Stalin (1953) la Jugoslavia subì attacchi di ogni genere.

In quello stesso periodo la Jugoslavia imboccava la propria via autonoma al socialismo: fu instaurato il sistema dell’autogoverno (26.6. 1950); si procedette alla decentralizzazione deH’amministrazione statale, del potere politico ed economico; lo stesso Par[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 199

Brano: Jugoslavia, Italiani in

guardia nella costruzione del socialismo rispetto a tutti gli altri paesi che si erano messi sulla stessa strada dopo la guerra mondiale.

Nel 1948 sorsero inattesi e gravi dissensi tra la Jugoslavia e l’Unione Sovietica intorno a fondamentali problemi interni e internazionali. Il 28.6.1948, nella sessione del Cominform (v.) a Bucarest, venne votata una risoluzione contenente un'aspra condanna contro la politica del P.C.J. Ne seguì una rottura clamorosa tra la Jugoslavia, gli altri paesi socialisti e il movimento comunista internazionale.

Per la Jugoslavia ebbe inizio un periodo assai difficile di lotta sul piano ideologico, politico, economico e diplomatico, che incise profondamente sullo sviluppo del paese e sulla condotta dei suoi dirigenti. Schematicamente, le principali tappe del periodo successivo al 1948 possono essere così indicate: giugno 1950: Introduzione del sistema cosiddetto di autogestione nell’attività economica jugoslava; conseguentemente, un’attenuazione della direzione accentrata dell’econ[...]

[...]i autogestione nell’attività economica jugoslava; conseguentemente, un’attenuazione della direzione accentrata dell’economia nazionale e abbandono della via seguita, in quella fase di sviluppo, da tutti gli altri paesi socialisti;

1951: La Jugoslavia ottiene l’aiuto militare degli Stati Uniti e stabilisce con il governo americano una collaborazione sul piano economico, ricevendo crediti e altre forme di aiuto;

1952: Al suo VI Congresso, il P.C.J. si trasforma in « Lega dei comunisti jugoslavi »;

1953 (febbraio): Il Fronte popolare viene sostituito dalla « Alleanza socialista del popolo lavoratore della Jugoslavia », organismo comprendente la Lega dei comunisti, i sindacati, l’Associazione delle donne e quella dei giovani, le cooperative, le associazioni culturali, sportive, ecc.;

1954 (febbraio): La Jugoslavia firma un trattato di amicizia e di collaborazione con Grecia e Turchia, paesi aderenti alla N.A.T.O.; il trattato viene trasformato l’anno dopo in patto di alleanza, collaborazione politica e mutua assistenza;

195355: L[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 194

Brano: [...]e Milan Nedic, i tedeschi costituirono un Corpo volontario serbo direttamente al loro servizio; in Slovenia furono formati i reparti collaborazionisti della Delagarda (guardia bianca) e della Rlavagarda (guardia azzurra), e così via. Ebbe inizio in tutto il paese un periodo di durissimo asservimento, di crudeli rappresaglie e di indomabile lotta popolare.

La Guerra di liberazione

L'unica forza politica capace di assumere l'iniziativa fu il P.C.J. che, di conseguenza, subito emerse come dirigente della nuova fase di lotta. Le vecchie strutture di potere sopravvissute all'invasione furono le prime a crollare sotto i colpi dei partigiani che cominciarono immediatamente a sostituirle con nuovi organi democratici. Il P.C.J. costituì ovunque comitati militari incaricati di raccogliere le armi, preparare i quadri, organizzare la lotta armata, compiere i primi atti di sabotaggio e sollevare il popolo.

II comitato centrale del Partito no

Manifestazione popolare di massa a Belgrado contro le pressioni della Germania nazista (30.4.1919)

minò Tito (v.) responsabile del Comitato militare nazionale. I comunisti stipularono un accordo di collaborazione con il dottor I. Ri bar, rappresentante dell’ala democratica del Partito dei contadini serbi, e caldeggiarono la creazione di un Fronte nazionale di liberazione de[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 29

Brano: [...]e, nel 1938, membro della Direzione del P.C. jugoslavo.

Nell’ottobre 1940, ricostituitosi nella clandestinità il Comitato centrale del P.C.I., Rankovic entrò a far parte deH’Ufficio politico che, nell’estate del 1941, decisa l’insurrezione armata contro gli occupatori, si trasformò (con Tito al vertice) in Comando supremo dei Distaccamenti partigiani, poi dell’Esercito popolare di liberazione. Segretario organizzativo neH’Ufficio politico del P.C.J. e capo dei servizi di sicurezza nell’Esercito partigiano, Rankovic fu il più stretto collaboratore di Tito durante l’intera Guerra di liberazione. Nel corso di questa fu anche catturato e torturato dalla Gestapo, ma poi liberato dai partigiani con un’ardita azione condotta nel cuore di Belgrado.

Nel dopoguerra fu ministro dell’lnterno del Governo federale e vicepresidente della Repubblica. Net 1948 venne accusato dal Cominform d» formare (con Tito, Kardelj e Pijade) la « cricca dei traditori e servi deH’imperialismo ».

Segretario generale dell’Alleanza Socialista, nel luglio 1966 venne [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 208

Brano: [...]oslavo.

Proveniente da famiglia operaia, frequentò le scuole magistrali. A 16 anni aderì alla gioventù comunista. Per la sua attività politica, nel 1930, a Belgrado, fu condannato a 2 anni di reclusione. Nel 1932 fu chiamato a far parte del Comitato regionale sloveno del Partito comunista jugoslavo. Nel 1934 il Partito lo mandò a completare gli studi a Mosca e qui rimase fino al gennaio 1937. Tornato in patria, entrò nella nuova direzione del P.C.J. formata da Tito.

Guerra di liberazione

All’inizio della seconda guerra mondiale, Kardelj svolgeva nella clan

Edvard Kardelj nel 1932

destinità un’intensa attività di studio e di ricerca. Nel 1939, firmandosi Sperans, pubblicò un importante saggio sulla questione nazionale slovena. Il libro venne sequestrato, dalla censura del governo filotedesco, per il suo carattere democratico e antifascista.

Dal 1941, quando la Jugoslavia venne invasa dagli eserciti nazifascisti, Kardelj fu con Tito uno dei principali organizzatori della Resistenza armata e diventò vicepresidente del Fronte [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 88

Brano: [...] antifascista. Nella cantina della sua casa fu installata una tipografia clandestina, nella quale venivano stampati volantini e altri materiali di propaganda contro l’occupatore. Segretaria della cellula comunista del quartiere dei minatori e membro del Comitato cittadino di liberazione, fu arrestata dalle SS il 19.5.1942.

Nel carcere fu sottoposta a tortura, ma non si piegò, « dimostrando di essere un’incorreggibile comunista sulla linea del P.C.J., per cui va considerata persona particolarmente pericolosa », si legge nel verbale della polizia nazista.

Il 13.8.1942, mentre veniva avviata alla stazione ferroviaria per essere deportata in Germania, arringò la folla accorsa numerosa per esprimerle solidarietà inneggiando alla libertà, al Partito comunista, all’Unione Sovietica e alla lotta contro

gli invasori. I gendarmi di scorta e gli agenti della Gestapo si lanciarono allora inferociti su di lei, percuotendola selvaggiamente con gli scarponi e i calci dei fucili fino a ridurla in fin di vita. Riportata in prigione, nella notte sul[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine P.C.J., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---comunista <---comunisti <---Partito comunista <---fascista <---italiane <---italiana <---italiano <---fascisti <---italiani <---socialista <---Comitato centrale <---U.R.S.S. <---antifascista <---A.V.N.O.J. <---Agraria <---La lotta <---Lega dei comunisti <---fascismo <---nazista <---nazisti <---socialismo <---Bibliografia <---Centro interno <---Diritto <---E.P.L.J. <---Milovan Djilas <---P.C.I. <---antifascisti <---antimilitarista <---apprendista <---collaborazionisti <---fasciste <---imperialismo <---nazismo <---socialisti <---stalinisti <---A Kosovska Mitrovica <---A.N.P.I. <---A.V.N. <---Aimone di Savoia <---Alfonso Cicala Fulgosj <---Ardatov in Siberia <---Bulganin a Belgrado <---C.C. <---C.L.N. <---Cacciatori delle Alpi <---Canale di Leme <---Carlo Marx <---Clinica <---Colle del Lys <---Compagnia Rovignese <---Conferenza di Parigi <---Consulta nazionale <---Cvetkovic-Macek <---D'Annunzio <---Dal Maso Dino <---Dal Medico Angelo <---Dalla Fontana Ferdinando <---De Pretto Gildo <---De Vicari Giocondo <---Destra storica <---Domenico Biondi <---Domenico Buratto <---Dopo I <---Dusan Simovic <---Egidio Caenazzo <---Eugenio di Savoia <---Favella di Rubiana <---Francesca Bodi <---Friuli-Venezia <---Gino Jurman <---Giovanni Dapiran <---Giovanni Giolitti <---Giovanni Paliaga <---Giuseppe Amico <---Giuseppe Cherin <---Giuseppe Paliaga <---Giuseppe Pesel <---Giuseppe Sbisà <---H.S. <---Il C <---Il C C <---Il Fronte <---Il P <---Il P C <---Il P C J <---In Jugoslavia <---Ivan Simcic <---Ivo Marcanti <---J.N.O.F. <---J.N.S. <---J.R.Z. <---Jaice in Bosnia <---John Byron <---Josip Broz Tito <---Jugoslavia Alessandro <---Jugoslavia Democratica Federativa <---Jugoslavia a Mosca <---Kosovska Mitrovica <---Kàrolyi de Nagykàroly <---La Jugoslavia <---La Pietra <---La Spezia <---Legione Nera <---Malga Zonta <---Mario Spi <---Matteo Naddi <---Meccanica <---Milan Nedic <---N.A.T.O. <---Niccolò Marangon <---O.J. <---O.N.U. <---P.C. <---P.S.D.I. <---P.S.I. <---Pasic-Pribicevic <---Pietro II <---Pino Budicin <---Pratica <---Raffaele Policardi <---Regno S <---Regno S H <---Regno S H S <---Regno di Jugoslavia <---Repubblica socialista <---Resistenza in Venezia <---Risiera di San Sabba <---Risoluzione del Cominform <---S.H.S. <---Sabba a Trieste <---San Sabba <---San Vito <---Saragat a Belgrado <---Savoia-Aosta <---Scortegagna Mario <---Serbia I <---Serbo-Croato-Sloveno <---Sergio Curto <---Susa in Piemonte <---T.S. <---Terze Mondo <---Terzo Mondo <---Terzo Reich <---Tommaso Quarantotto <---Trattati di Roma <---Trattato di Londra <---U.D.B. <---U.D.B.A. <---V.E. <---Venerio Rossetto <---Vito di Leg <---Z.B.O.R. <---Zikica Jovanovic <---Zordan Domenico <---anarchismo <---antagonismo <---anticomunismo <---antifasciste <---belogardisti <---bresciane <---bresciani <---capitalisti <---centralismo <---collaborazionista <---dell'Alleanza <---dell'Italia <---disfattista <---filonazista <---filonaziste <---franchisti <---ideologiche <---ideologico <---imperialista <---irredentismi <---istriana <---militarista <---militaristi <---monarchicofascista <---nazifascisti <---nazionalista <---nell'Italia <---nell'Ufficio <---neocolonialismo <---oltranzista <---radiotelegrafista <---rialismo <---sciste <---separatista <---siano <---sindacalismo <---squadriste <---staliniane <---staliniani <---stalinismo <---stalinista <---taliano <---terrorismo <---titoismo



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