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Il segmento testuale P.C.I è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 9Entità Multimediali , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 799

Brano: [...]aveva subito un’involuzione che ne aveva mutato i connotati economici e politici. Secondo gli internazionalisti, la Russia di Stalin era ormai diventata un potente Stato capitalista con al vertice una nuova classe sfruttatrice, classe che altro non era se non la vecchia borghesia mascherata con nuove sembianze. Pertanto, secondo quell’analisi, i lavoratori dovevano prendere le distanze, sia dallo Stato sovietico che dai partiti a esso legati. Il P.C.I. di Togliatti diventava quindi, agli occhi di « Prometeo », un partito come tutti gli altri; si differenziava da questi solo per il fatto di mantenere la vecchia denominazione e di avere tra i suoi seguaci molti operai convinti di lottare per la rivoluzione socialista.

Naturalmente la polemica del P.C.I. contro « Prometeo » fu durissima. Pietro Secchia, in un articolo dal titolo « La maschera della Gestapo » e pubblicato da Nostra Lotta nel dicembre 1943, scrisse che i seguaci di « Prometeo » (ai quali egli accomunava quelli di Stella Rossa e di Bandiera Rossa) erano estremisti al servizio degli invasori tedeschi e pertanto andavano trattati come tali.

La polemica col P.C.I. si inasprì anciie a causa della valutazione che « Prometeo » dava delle formazioni partigiane che lottavano contro i nazifascisti. Pur valutando che i movimenti partigiani erano il frutto di una situazione specifica, dovuta alla disgregazione sociale della guerra e che molti operai si davano alla macchia per sopravvivere, « Prometeo » sosteneva che tutto quel vasto movimento veniva inquadrato dalle forze angloamericane nel loro fronte di guerra e che esso non aveva quindi alcuna autonomia rispetto a esso. Ciononostante, staffette internazionaliste venivano inviate tra i partigiani per diffon[...]

[...]iani per diffondervi il materiale programmatico del partito e il giornale. A quei proletari che si vedevano costretti a fuggire dalle città e a riparare in montagna, « Prometeo » consigliava di

non partecipare attivamente alla guerra, di raccogliere le forze e le armi per l’immancabile rivoluzione che avrebbe fatto seguito al conflitto.

Tutta questa propaganda ovviamente veniva vista dalle forze politiche democratiche, e in primo luogo dal P.C.I., come un pericoloso e inammissibile tentativo di disgregare il fronte partigiano. D’altra parte « Prometeo » accusava i dirigenti comunisti di aver abbandonato qualsiasi prospettiva classista e rivoluzionaria e di essersi sottomessi alle direttive della borghesia italiana che, nella sua maggioranza, aveva ormai raggiunto una visione democratica del futuro politico italiano e aveva abbandonato a se stesso il fascismo. vAnzi, la borghesia era stata la vera artefice della ignominiosa caduta del fascismo, ridotto ormai ad appendice burocratica del nazismo in Italia, quasi senza più nessun appogg[...]

[...]iniziativa definendola « scioperomania » e sostenendo che lo sciopero, organizzato solo in funzione antinazista, sottometteva alla guerra l’unico strumento di difesa della classe. Tuttavia, quando lo sciopero ebbe inizio, gli internazionalisti vi parteciparono, diffondendo però le loro parole d’ordine contro la guerra e per la difesa degli interessi materiali dei lavoratori. Alla fine di marzo, quando Togliatti definì la nuova linea politica del P.C.I. (svolta di Salerno) apprestandosi a entrare in un governo di

unità nazionale, « Prometeo » vide in ciò la conferma di quanto era andato sostenendo riguardo alla natura del Partito comunista. Nella seconda metà del 1944 le crescenti difficoltà derivanti dallo stato di guerra si ripercossero anche su «Prometeo». Dopo il numero di agosto, il giornale apparve una sola volta in ottobre e il numero successivo fu pubblicato solo nell’ aprile 1945. In questo periodo il Partito comunista internazionalista rimase, al Nord, praticamente l’unica forza dissidente di sinistra organizzata (Stella Rossa [...]

[...]la seconda metà del 1944 le crescenti difficoltà derivanti dallo stato di guerra si ripercossero anche su «Prometeo». Dopo il numero di agosto, il giornale apparve una sola volta in ottobre e il numero successivo fu pubblicato solo nell’ aprile 1945. In questo periodo il Partito comunista internazionalista rimase, al Nord, praticamente l’unica forza dissidente di sinistra organizzata (Stella Rossa di Torino stava infatti trattando l’ingresso nel P.C.I., il gruppo del Lavoratore si era già sciolto e Bandiera Rossa, di Lelio Basso, aveva definitivamente aderito al P.S.I.U.P.).

Agli inizi del 1945 « Prometeo » propose agli altri partiti a base operaia la formazione di Comitati di agitazione unitari sui luoghi di lavoro per la difesa degli interessi della classe operaia. La proposta non venne degnata della minima considerazione. In realtà, « Prometeo » era un gruppo minoritario senza alcun seguito di massa. Inoltre, dato che i partiti democratici stavano preparando l’insurrezione popolare, erano tutt’altro che favorevoli ad accreditare forz[...]

[...]a non venne degnata della minima considerazione. In realtà, « Prometeo » era un gruppo minoritario senza alcun seguito di massa. Inoltre, dato che i partiti democratici stavano preparando l’insurrezione popolare, erano tutt’altro che favorevoli ad accreditare forze estremiste le quali potevano spingere la classe operaia al di là della linea unitaria e nazionale che era stata fissata negli accordi tra Alleati, governo di Roma, C.L.N. e C.V.L.. Il P.C.I accentuò quindi gli attacchi a tutte le forze di estrema sinistra, in primo luogo contro « Prometeo ». All’insurrezione del 25 aprile gli internazionalisti parteciparono portando le loro parole d'ordine, ma si trovarono del tutto emarginati.

A. Per.

Prosperi, Osvaldo Pacifico

N. nel 1887 a Treia (Macerata), m. a La Spezia il 21.7,1964; medico. Proveniente da una famiglia di tradizioni borghesi, compiuti gli studi universitari nel 1914 entrò nella Marina militare come tenente medico. Scoppiata la guerra, andò volontario nel reggimento di fanteria di Marina mobilitato nel basso Piave. [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 825

Brano: Quattordici luglio (1948)

lotta politica di quei giorni, mirante a isolare nell’opinione pubblica il Fronte Democratico Popolare (P.C.I P.S.I.), mentre dietro il blocco d'ordine guidato dalla D.C. si univano tutte quelle forze economiche che, un quarto di secolo prima, avevano scelto il fascismo come regime capace di difendere i loro privilegi e di battere il movimento operaio.

Le elezioni del 18 aprile dettero il 48,5% alla D.C. (e il 31% al F.D.P.), mettendo in condizione la Democrazia cristiana di insediarsi saldamente al potere (che manterrà ininterrottamente per decenni).

Il 23.5.1948 si costituì il quinto governo De Gasperi al quale presero parte, con ruoli secondari e di contorno, liberali, socialdemocratici e re[...]

[...]scrisse in quei giorni Lelio Basso — ossia di un metodo di governo che attua discriminazione fra i cittadini. La dialettica fra maggioranza e opposizione è mortificata dallo strapotere democristiano ».

L’attentato a Togliatti

In quel clima di tensione e di intolleranza maturò il primo grave atto di terrorismo politico verificatosi nella repubblica: l’attentato a Pai miro Togliatti la mattina del 14.

7.1948.

Il segretario generale del P.C.I., mentre usciva da Montecitorio per una porta secondaria, fu fatto segno a quattro colpi di pistola che lo raggiunsero alla nuca e al torace. Trasportato subito nel reparto di Patologia chirurgica del Policlinico romano, immediatamente si diffuse la notizia: accorsero subito all'ospedale i massimi dirigenti del P.C.I. [Luigi Longo, Pietro Secchia, Giulio Amendola, Giancarlo Pajetta, Giacomo Pellegrini, Edoardo D'Onofrio, segretario della Federazione comunista romana) e altri.

Dopo le quattordici fu comunicata la notizia della prognosi positiva

dell’intervento operatorio, ma la tensione nelle piazze aumentò: gruppi di operai si riunirono nel centro di Roma provenienti da Tormarancio, Primavalle, Quarticciolo, Torpignattara; la polizia a Piazza Colonna cercò di disperdere i dimostranti caricandoli. Poi, seguendo le istruzioni dei dirigenti, un corteo di lavoratori sfilò davanti ai cancelli del Policli[...]

[...]dimostranti in un comizio improvvisato in Piazza Colonna e li mandarono tutti a casa.

Ma la notizia « Togliatti è fra la vita e la morte » rimbalzò nelle Federazioni di partito, nelle Camere del lavoro, nelle fabbriche, e masse di lavoratori scesero spontaneamente in sciopero in tutto il CentroNord fin da quel primo pomeriggio, prima ancora che la C.G.I.L. unitaria avesse preso una qualsiasi decisione. Non restò quindi ai dirigenti sindacali (P.C.I., P.S.I., D.C.) che convalidare lo sciopero generale di protesta che si estese rapidamente a tutte le province.

Alle 15.30 Longo e Secchia convocarono la Direzione del P.C.I., mentre alla stessa ora, nell’aula di Montecitorio, il presidente democristiano della Camera Giovanni Gronchi dava ufficialmente notizia dell’attentato all’assemblea, esprimendo « condanna per l’atto sciaguarato ». « Il governo è responsabile », dissero i socialisti e, quando il presidente del Consiglio dei ministri De Gasperi prese la parola, venne interrotto dai deputati comunisti che, al grido di « Assassini! », chiesero le immediate dimissioni del governo.

Intanto venivano ricostruiti i fatti: JMf i MBHI

l’attentato era stato commesso da un giovane sconosciuto, certo Antonio Pallan[...]

[...]onte (Catania), che fu trovato in possesso di una copia del « Mein Kampf » di Hitler. Il Pallante, uno studente universitario che era già statò corrispondente da Catania del quotidiano democristiano « Il Popolo », aveva assistito alla seduta antimeridiana della Camera con un biglietto d’ingresso fatto rilasciare dal deputato democristiano catanese Francesco Tornaturi, ma questi smentì di conoscere personalmente il terrorista.

La Direzione del P.C.I., nella sua riunione, discusse a lungo sulla linea da tenere di fronte alla protesta popolare spontanea. Da parte sua, la C.G.I.L. avallò il proseguimento dello sciopero generale politico fino a 48 ore, ma con grosse opposizioni interne: i rappresentanti cattolici Giulio Pastore e Giuseppe Rapelli si dissociarono dalla decisione e, con loro, i rappresentanti socialdemocratici e repubblicani [Enrico Par ri e Giovanni Canini), i quali invitarono gli aderenti ai rispettivi partiti a non partecipare al

lo sciopero.

Del resto la frattura nell’unità sindacale era già cominciata: dall’11.

6[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 632

Brano: [...]ne). Da quel momento venne così ricostituito all’interno del paese un centro dirigente che, seppure con dif

ficoltà, si sarebbe mantenuto sino a tutto il 1935. Dopo questa data vi sarebbero stati nuovi, lunghi periodi di interruzione fino al 1941 quando, con forze adeguate, il centro interno si sarebbe gradualmente ricostituito.

Il lavoro in Italia (193035)

Dopo la rottura col gruppo di opposizione si formò un nuovo gruppo dirigente del P.C.I,. composto, da Togliatti, Longo, Ravera e Secchia. In quel periodo Di Vittorio e Grieco si trovavano a Mosca. Entrarono a fare parte del C.C. Battista Santhià, Luigi Frausin, Domenico Ciufoli, Gaetano Chiarini e altri eletti poi dal IV Congresso di Colonia (v.), che confermò l’indirizzo politico e organizzativo del partito.

Per il Primo maggio 1930 l’organizzazione clandestina del partito in Italia predispose manifestazioni di propaganda a Torino, Alessandria, Biella, Novara, Milano, Pordenone, Parma, Reggio Emilia, Modena e in altre località, con scritte sui muri, diffusione di volantini,[...]

[...]ano i circoli e le associazioni di Azióne cattolica, in cui si erano rifugiati anche molti lavoratori antifascisti. Alla fine di maggio del 1931, dopo una riacutizzazione del

la polemica tra la stampa delregime e quella vaticana e di Azione cattolica, il ministero dell'interno ordinò lo scioglimento di tutte le organizzazioni giovanili non facenti capo al Partito fascista. Prendendo immediata posizione sull’argomento, il comitato centrale del P.C.I. diramò una apposita direttiva (maggio 1931) a tutti i comunisti, ricordando come fosse loro dovere « avvicinarsi agli operai e ai contadini che sono nelle organizzazioni cattoliche, fraternizzare con essi, aiutarli a trovare ed a percorrere il cammino della lotta di classe ». Durante gli anni 193233 l’organizzazione clandestina del partito promosse agitazioni di contadini in Calabria, Lucania, Puglia, Sicilia. In Emilia e nella pianura padana centinaia di lavoratori dei campi, uomini e donne, manifestarono al grido di « Abbasso il fascismo! ». Nell’autunno del 1933 le autorità fasciste furon[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 298

Brano: [...]rbita dalla Croce Rossa). Ma poiché queste associazioni dimostravano una certa indipendenza politica, furono ben presto soppresse. Per contro, il regime scelse Orvieto per insediarvi l’Accademia nazionale femminile di educazione fisica, dove venivano preparate le istruttrici incaricate di educare le ragazze fasciste.

Quando si seppe del Patto dì unità d’azione nella lotta contro il fascismo (stipulato nel 1934 a Parigi tra i centri esteri del P.C.I, e del P.S.I.), anche a Orvieto i rapporti fra comunisti e socialisti si rinsaldarono. A piccoli gruppi, nella clandestinità, i militanti si incontravano per discutere gli avvenimenti politici; per esempio, durante 'la guerra di Spagna del 193638 e poi nel 1939, quando le armate tedesche attaccarono l’Unione Sovietica, essi organizzarono l’ascolto di Radio Madrid e le trasmissioni di Radio Mosca. I socialcomumsti organizzarono anche la diffusione di notiziari tra persone fidate e altre

forme di propaganda, a voce o con volantini dattiloscritti.

Guerra di liberazione

Importante centro[...]

[...]ti Battaglioni «M». Il 16.11.1943 i fascisti fecero uscire il primo numero de! Il Dovere, settimanale del Fascio orvietano di combattimento, che continuerà la sua pubblicazione fino a! 3.6.1944, pochi giorni prima dell'arrivo degli Alleati.

Nel mese di dicembre 1943 i rappresentanti dei partiti antifascisti si riunirono nella sacrestia della chiesa di San Giovenale e costituirono il C.L.N. orvietano. Questo risultò composto da Mario Strucchi (P.C.I.), Alvaro Zannini (P.S.I.), Arturo Mandati (D.C.) e Giuseppe Cirinei (P.d’A.). Il sacerdote don Antonio Cinelli sarà presente, a titolo personale, a tutte le sedute fatte nel periodo della Resistenza. La costituzione del C.L.N. venne comunicata al Fascio locale tramite una lettera.

Nel mese di gennaio 1944 si costituì una formazione partigiana autonoma, riconosciuta dal C.L.N., alla cui direzione militare furono posti il capitano Antonio De Gregorio e il tenente Francesco Cirillo. Inizialmente tale formazione si

298



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 113

Brano: [...]Aligi Sassu. Nel 1938 fondò la rivista Vita giovanile, poi diventata Corrente di vita giovanile e infine, dal 1938, semplicemente Corrente (v.), che diresse fino alla soppressione avvenuta nel 1940. Nella attività redazionale e organizzativa di questo quindicinale, diventato in breve tempo una voce significativa del non conformismo in Italia, si espresse la militanza politica di Treccani che entrò a far parte della organizzazione clandestina del P.C.I.. Dopo la chiusura di « Corrente » Treccani aprì a Milano una galleria d’arte con questo stesso nome, nella quale espose le proprie opere e quelle del gruppo che si era ormai costituito attorno a lui. Alla fine del 1943, arrestato dalla polizia fascista e rilasciato per intervento del padre, sospese questa attività per partecipare attivamente alla Resistenza clandestina.

Gli anni deH'immediato dopoguerra

lo videro impegnato in iniziative editoriali, intorno alle quali si organizzavano le forze culturali milanesi: “Il 45”, “Numero”, “Pittura”. Fece parte anche della redazione della rivis[...]

[...]ria dei movimenti artistici italiani contro il fascismo, promuovendo manifestazioni e ricerche in continuità con gli ideali della Resistenza e del Realismo. Su queste stesse posizioni è maturata anche la sua arte di pittore e mosaicista: una capacità di comunicazione scaturita dalla sua esperienza di lavoro e dalla sua vicenda di uomo, dove la

verità dell'immagine diventa tramite di un rapporto diretto con l'umanità. È membro dèlia C.C.C* del P.C.I»

A.Pì.

Treccani, Giovanni

N. a Montichiari di Brescia il 3|.1. 1877, m. a Milano il 6.7.1971; industriale.

Divenuto, da semplice tecnico, presidente del Lanificio Rossi nonché titolare di altre importanti imprese, senatore del Regno dal 1924 e nominato conte degli Alfieri nel 1937, si distinse per il suo mecenatismo culturale. Questa passione lo portò, fra l'altro, a fondare nel 1925, con rilevante dispendio di mezzi finanziari, l’istituto per la pubblicazione della Enciclopedia Treccani (oggi Enciclopedia Italiana). Inizialmente diretta dal filosofo Giovanni Gentile (v.), questa [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 420

Brano: [...] aprile e il Comando della Brigata potè consegnare agli Alleati 982 prigionieri. Comandante della “Volpones” era l’operaio Carlo Piazza (Portos), affiancato dal commissario politico Dorino Zanga (Doro).

Volta, Attilio

N. a Imola (Bologna) il 13.3.1899, m. nel 1975; artigiano.

Nel 1921, aH’indomani del Congresso di Livorno, divenne segretario della Sezione comunista di Osteriola (frazione di Imola). Arrestato nel 1926 per appartenenza al P.C.I., fu assolto in fase istruttoria e scarcerato nel 1927.

Negli anni successivi fu uno dei più tenaci animatori della ricostituzione della organizzazione comunista clandestina di Osteriola. Arrestato nel

1930 e deferito al Tribunale speciale, fu nuovamente assolto ma assegnato al confino a Lipari per 5 anni.

Dal 1944 al 1945 fu membro del

C.L.N. locale.

Dal 1947 al 1952 fu segretario della Lega Trasportatori di Sesto Imolese e segretario di Sezione del P.C.I,.

L.Mor.

Vota, Antonino

N. a Favria Canavese (Torino) il 27.7.1903; meccanico.

Nel novembre 1926 fu arrestato e[...]

[...] istruttoria e scarcerato nel 1927.

Negli anni successivi fu uno dei più tenaci animatori della ricostituzione della organizzazione comunista clandestina di Osteriola. Arrestato nel

1930 e deferito al Tribunale speciale, fu nuovamente assolto ma assegnato al confino a Lipari per 5 anni.

Dal 1944 al 1945 fu membro del

C.L.N. locale.

Dal 1947 al 1952 fu segretario della Lega Trasportatori di Sesto Imolese e segretario di Sezione del P.C.I,.

L.Mor.

Vota, Antonino

N. a Favria Canavese (Torino) il 27.7.1903; meccanico.

Nel novembre 1926 fu arrestato e assegnato a 5 anni di confino con la motivazione: « Fiduciario di cellula comunista e corrispondente di officina alla Fiat Lingotto ». Rimesso in libertà il 5.2.1927 e ammonito, riprese l'azione politica e fu nuovamente arrestato il 2.11.1927. Deferito al Tribunale speciale, il 30.1.

1929 fu condannato a 8 anni e 6 mesi di reclusione.

Vratovich, Emerico

N. a Pola il 18.2.1885; avvocato.

Per aver fatto parte, nel 1929, di associazioni politicoculturali slovene[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 696

Brano: [...]ti (1931) imposero le sue dimissioni da ogni carica.

Professore di Lettere al Liceo « Marco Foscarini » di Venezia, negli anni del regime si dedicò alla scuola, svolgendo anche un’intensa attività di pubblicista e studioso, senza mai compromettersi con il fascismo. Dopo il 25,7.1943 fu tra i promotori della Democrazia cristiana a Venezia e nel gennaio 1944 fu chiamato a rappresentare if partito nel C.L.N. regionale veneto (con Ghidetti per il P.C.I,, Solari per il P.d’A., Candido per il P.S.I.)*

Prese quindi « parte attiva nel movimento di resistenza e affrontava notevoli rischi e pericoli, coordinando l'azione dei primi nuclei armati, mantenendo collegamenti fra i vari comandi, dirigendo il servizio informazioni » (come si legge nella motivazione della medaglia di bronzo conferitagli nel 1953 per questa sua attività).

Costretto a lasciare la città per sfuggire alle ricerche della polizia fascista, il 7.1.1945, in seguito a una delazione, fu arrestato a Padova con altri membri del C.L.N. regionale e insieme al figlio dodicenne Gio[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine P.C.I, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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