Brano: [...]aveva subito un’involuzione che ne aveva mutato i connotati economici e politici. Secondo gli internazionalisti, la Russia di Stalin era ormai diventata un potente Stato capitalista con al vertice una nuova classe sfruttatrice, classe che altro non era se non la vecchia borghesia mascherata con nuove sembianze. Pertanto, secondo quell’analisi, i lavoratori dovevano prendere le distanze, sia dallo Stato sovietico che dai partiti a esso legati. Il P.C.I. di Togliatti diventava quindi, agli occhi di « Prometeo », un partito come tutti gli altri; si differenziava da questi solo per il fatto di mantenere la vecchia denominazione e di avere tra i suoi seguaci molti operai convinti di lottare per la rivoluzione socialista.
Naturalmente la polemica del P.C.I. contro « Prometeo » fu durissima. Pietro Secchia, in un articolo dal titolo « La maschera della Gestapo » e pubblicato da Nostra Lotta nel dicembre 1943, scrisse che i seguaci di « Prometeo » (ai quali egli accomunava quelli di Stella Rossa e di Bandiera Rossa) erano estremisti al servizio degli invasori tedeschi e pertanto andavano trattati come tali.
La polemica col P.C.I. si inasprì anciie a causa della valutazione che « Prometeo » dava delle formazioni partigiane che lottavano contro i nazifascisti. Pur valutando che i movimenti partigiani erano il frutto di una situazione specifica, dovuta alla disgregazione sociale della guerra e che molti operai si davano alla macchia per sopravvivere, « Prometeo » sosteneva che tutto quel vasto movimento veniva inquadrato dalle forze angloamericane nel loro fronte di guerra e che esso non aveva quindi alcuna autonomia rispetto a esso. Ciononostante, staffette internazionaliste venivano inviate tra i partigiani per diffon[...]
[...]iani per diffondervi il materiale programmatico del partito e il giornale. A quei proletari che si vedevano costretti a fuggire dalle città e a riparare in montagna, « Prometeo » consigliava di
non partecipare attivamente alla guerra, di raccogliere le forze e le armi per l’immancabile rivoluzione che avrebbe fatto seguito al conflitto.
Tutta questa propaganda ovviamente veniva vista dalle forze politiche democratiche, e in primo luogo dal P.C.I., come un pericoloso e inammissibile tentativo di disgregare il fronte partigiano. D’altra parte « Prometeo » accusava i dirigenti comunisti di aver abbandonato qualsiasi prospettiva classista e rivoluzionaria e di essersi sottomessi alle direttive della borghesia italiana che, nella sua maggioranza, aveva ormai raggiunto una visione democratica del futuro politico italiano e aveva abbandonato a se stesso il fascismo. vAnzi, la borghesia era stata la vera artefice della ignominiosa caduta del fascismo, ridotto ormai ad appendice burocratica del nazismo in Italia, quasi senza più nessun appogg[...]
[...]iniziativa definendola « scioperomania » e sostenendo che lo sciopero, organizzato solo in funzione antinazista, sottometteva alla guerra l’unico strumento di difesa della classe. Tuttavia, quando lo sciopero ebbe inizio, gli internazionalisti vi parteciparono, diffondendo però le loro parole d’ordine contro la guerra e per la difesa degli interessi materiali dei lavoratori. Alla fine di marzo, quando Togliatti definì la nuova linea politica del P.C.I. (svolta di Salerno) apprestandosi a entrare in un governo di
unità nazionale, « Prometeo » vide in ciò la conferma di quanto era andato sostenendo riguardo alla natura del Partito comunista. Nella seconda metà del 1944 le crescenti difficoltà derivanti dallo stato di guerra si ripercossero anche su «Prometeo». Dopo il numero di agosto, il giornale apparve una sola volta in ottobre e il numero successivo fu pubblicato solo nell’ aprile 1945. In questo periodo il Partito comunista internazionalista rimase, al Nord, praticamente l’unica forza dissidente di sinistra organizzata (Stella Rossa [...]
[...]la seconda metà del 1944 le crescenti difficoltà derivanti dallo stato di guerra si ripercossero anche su «Prometeo». Dopo il numero di agosto, il giornale apparve una sola volta in ottobre e il numero successivo fu pubblicato solo nell’ aprile 1945. In questo periodo il Partito comunista internazionalista rimase, al Nord, praticamente l’unica forza dissidente di sinistra organizzata (Stella Rossa di Torino stava infatti trattando l’ingresso nel P.C.I., il gruppo del Lavoratore si era già sciolto e Bandiera Rossa, di Lelio Basso, aveva definitivamente aderito al P.S.I.U.P.).
Agli inizi del 1945 « Prometeo » propose agli altri partiti a base operaia la formazione di Comitati di agitazione unitari sui luoghi di lavoro per la difesa degli interessi della classe operaia. La proposta non venne degnata della minima considerazione. In realtà, « Prometeo » era un gruppo minoritario senza alcun seguito di massa. Inoltre, dato che i partiti democratici stavano preparando l’insurrezione popolare, erano tutt’altro che favorevoli ad accreditare forz[...]
[...]a non venne degnata della minima considerazione. In realtà, « Prometeo » era un gruppo minoritario senza alcun seguito di massa. Inoltre, dato che i partiti democratici stavano preparando l’insurrezione popolare, erano tutt’altro che favorevoli ad accreditare forze estremiste le quali potevano spingere la classe operaia al di là della linea unitaria e nazionale che era stata fissata negli accordi tra Alleati, governo di Roma, C.L.N. e C.V.L.. Il P.C.I accentuò quindi gli attacchi a tutte le forze di estrema sinistra, in primo luogo contro « Prometeo ». All’insurrezione del 25 aprile gli internazionalisti parteciparono portando le loro parole d'ordine, ma si trovarono del tutto emarginati.
A. Per.
Prosperi, Osvaldo Pacifico
N. nel 1887 a Treia (Macerata), m. a La Spezia il 21.7,1964; medico. Proveniente da una famiglia di tradizioni borghesi, compiuti gli studi universitari nel 1914 entrò nella Marina militare come tenente medico. Scoppiata la guerra, andò volontario nel reggimento di fanteria di Marina mobilitato nel basso Piave.
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