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Il segmento testuale O.N. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 25Entità Multimediali , di cui in selezione 2 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 267

Brano: Ordine pubblico

politica delle masse, e di battere le tendenze « settarie » che nella prima stagione del Partito comunista avevano avuto il sopravvento. Sul secondo numero dei quindicinaie comparve l’articolo di Gramsci intitolato « Contro il pessimismo », impietosamente critico dell’operato del nuovo partito sin dalla scissione di Livorno (« Fummo travolti dagli avvenimenti; fummo, senza volerlo, un aspetto della dissoluzione generale della società italiana »). Lo scritto destò vivaci discussioni tra i militanti e, dopo l’acquiescenza degli anni precedenti nei confronti della linea di Bordiga, si segnalò in qualche modo come il sintomo di una riscossa.

Eletto deputato in un collegio veneto, Gramsci potè rientrare in Italia nel maggio del 1924. Per cinque mesi la pubblicazione dell’« Ordine Nuovo », che nel frattempo aveva raggiunto la tiratura di 6.000 copie, venne interrotta. Erano i giorni del delitto Matteotti e delI’Aventino (v.), un periodo di assai intensa attività per il dirigente comunista, che il 1° settembre includeva, nel n. 5 dell’« Ordine Nuovo » quindicinaie (alla cui responsabilità direttiva Felice Platone aveva frattanto sostituito Grieco), la sua relazione al Comitato centrale del partito, fiduciosa nella possibilità di un'alleanza tra la classe operaia e la piccola borghesia in funzione antifascista.

Tanto breve fu però l’illusione aventiniana, quanto capace di ap

profittare delle divisioni e degli errori altrui fu il fascismo, la cui disgregazione e caduta, previste da molti nell’estate 1924, furono brillantemente evitate.

Con grande irregolarità, della terza serie di « Ordine Nuovo » poterono ancora essere compilati, tra il novembre 1924 e l'aprile dell’anno seguente, quattro fascicoli, prima che il definitivo consolidarsi del regime spegnesse, con le altre, anche questa voce di opposizione. C.Po.

Bibliografia: Ristampe anastatiche dell’» Ordine Nuovo » settimanale e quotidiano: Antologia dell’« Ordine Nuovo » settimanale nella collana La cultura italiana attraverso le riviste, Torino 1963; P. Spriano, « L’Or, dine Nuovo » e i consigli di fabbrica, Torino 1971 (contiene, con una serie di testi daU'O.N., l’introduzione di Spriano all’antologia cit.).

Per gli scritti di Gramsci cfr. A. Gramsci, « L’Ordine Nuovo » 19191920, Torino 1954; ld., Socialismo e fascismo. « L'Ordine Nuovo » 192122, Torino 1964; ld., La costruzione del Partito comunista 192326, Torino 1971; ld., Per la verità. Scritti 19131926, Roma 1974.

Per gli scritti di Togliatti cfr. P. Togliatti, Opere I 19171926, Roma 1967.

Sull’O.N. cfr. P. Gobetti, Storia dei comunisti torinesi scritta da un liberale, In Scritti politici, Torino 1969, pp. 278295, poi rifusa in ld., Rivoluzione liberale, Torino, 1964; A. Tasca, I primi dieci anni del PCI, Bari 1971; U. Calosso, Gramsci e l'« Ordine Nuovo », in « Quaderni di 'Giustizia e libertà », agosto 1933; B. Santhià, Con Gamsci all’« Ordine Nuovo », Roma 1956; F. Platone, Antonio Gramsci e l’« Ordine Nuovo », in AA.VV., Gramsci. Roma 1945.

Ordine pubblico

La nozione di ordine pubblico ha assunto, nelle leggi e nelle prassi succedutesi nella storia delle nostre istituzioni, rilievo e contenuti mutevoli. La relatività storica di questo concetto non ha impedito alla dottrina di effettuare un notevole sforzo di accorpamento degli elementi cui, in maniera costante, gli organi statali fanno riferimento nelle norme e nei provvedimenti emanati in nome della tutela dell’ordine pubblico.

Ordine pubblico materiale

È stato così delineato un ordine pubblico materiale o amministrativo, riferibile a una realtà concreta, esteriore, tangibile di pace sociale, la cui difesa spetta allo Statopersona, nei suoi compiti di polizia e di sicurezza interna. Da esso si distingue un ordine pubblico ideale

o normativo, inteso quale complesso di valori e principi extragiuridici, la cui tutela (affidata allo Statoordinamento) appare indispensabile per garantire la sopravvivenza di un sistema economico e politico e l’immutabilità di una data forma di governo.

L’accettazione dell’una o dell’altra nozione di ordine pubblico da parte degli organi dello Stato non è priva di riflessi sul quadro democratico del paese in un determinato momento storico. L’assenza di un sistema di valori e di principi, as

Giornalisti, tipografi, impiegati e guardie rosse de «L’Ordine Nuovo» quotidiano (1922). Sono identificabili: Cesare Lorenzetti (1); Giovanni Casale (2); Gennaro Gramsci (3); il linotipista Filippo Manzi (4); Pia Carena Leonetti (5); Antonio Gramsci (6); Mauro Scoccimarro (7); Mario Montagnana (8); Angelo Pastore (9); Andrea Viglongo (10); Felice Platone (11); Elda Banchetti (12); Alfonso Leonetti (13); Giuseppe Amoretti (14); la Bogetto (15); il capolinotipista Ernesto Schiara (16).

267



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 151

Brano: Rho

tuzionale della Repubblica francese. In qualità di presidente del Comitato consultivo che, nell’estate 1958, doveva elaborare un nuovo testo costituzionale per la Quinta Repubblica, si scontrò con le posizioni accentratrici e bonapartiste di De Gaulle, in particolare sul progetto di elezione diretta del presidente della Repubblica. Per questo motivo, oltre aH’insuccesso elettorale del 1962, si ritirò dalla vita pubblica.

P.Do.

Rhee, Syngman

N. a Whanghai (Corea) il 26.3.1875, m. a Honolulu (Hawaii) il 19.7.1965; uomo politico coreano. Appartenente a famiglia aristocratica, nel 1894 si iscrisse alla scuola metodista di Seul. Entrò poi nella burocrazia monarchica coreana e qualche anno dopo fu tra i fondatori di un’associazione nazionalista. Quando questa nel 1898 fu soppressa dai giapponesi che controllavano il paese, Rhee venne imprigionato, Nel 1904, dopo essersi convertito al cristianesimo, emigrò negli Stati Uniti e si laureò all’Università di Princeton, divenendo un grande ammiratore della potenza economica e tecnologica del Nordamerica.

Per l’indipendenza della Corea

Nel 1910, dagli U.S.A., tornò a Seul quale funzionario della Young Men Christian Association (Y.M.C.A.) e durante la Prima guerra mondiale si trasferì in Cina. Sostenitore dell’indipendenza della Corea (v.) dal Giappone, a Shanghai costituì un governo provvisorio coreano che però fu estraneo alle grandi agitazioni popolari del 1919. Dopo la repressione di questi moti compiuta dai giapponesi, Rhee si pose alla testa dei notabili coreani che si proponevano di instaurare la repubblica e quando, nel 1920, il governo provvisorio di Shanghai si scisse in due correnti (l’una radicale e l’altra filoamericana), egli si trovò alla testa di quest’ultima e si stabilì a Washington, dove ottenne ampie protezioni da circoli economici e religiosi. Negli anni Trenta, estraniandosi dalle vicende politiche del suo paese, si trasferì alle Hawaii e qui fondò una Chiesa coreana metodista.

Leader anticomunista

Nel 1945 la sconfitta giapponese a

priva finalmente a Rhee la via del ritorno in patria. I circoli imperialisti americani, molto interessati a controllare la parte meridionale della penisola, puntarono allora su di lui come l’uomo “forte” su cui far assegnamento per una politica di contenimento del comuniSmo in Corea. Infatti Rhee interpretò fedelmente la politica di Truman, colpendo duramente gli organismi politici autonomi sorti nel paese nelle prime settimane dopo la Liberazione e facendosi esecutore più ch*e rigoroso della politica anticomunista americana.

Nel dicembre 1946, dopo che la Conferenza di Mosca ebbe sancito

il fallimento del tentativo di mantenere indipendente e unita la Corea, Rhee costituì un fronte conservatore che mirava all’estromissione delle sinistre. Il 2.3.1947 egli venne eletto presidente di un governo separato de jure in uno Stato di polizia che affossò la riforma agraria e preparò le elezioni. Il 10.5.1948, in un clima violentemente anticomunista, queste sancirono la divisione definitiva della penisola. Con la Costituzione varata il 12.7. 1948 Rhee si attribuì poteri dittatoriali, dei quali potè servirsi per attuare durissimi provvedimenti repressivi. Alla protesta popolare rispose con interventi militari che provocarono decine di migliaia di morti, seguiti da centinaia di migliaia di arresti. Il 13.11.1948 decretò a Seul la legge marziale e,'nell’intento di fare dell’intera Corea un bastione anticomunista, iniziò a parlare di “infiltrazioni” comuniste dal Nord.

La guerra di Corea

All’inizio del 1949 la Corea precipitò nel conflitto. Dopo aver liquidato ogni pur minima garanzia democratica nella Corea del Sud soggetta al suo governo, in giugno Rhee aprì le ostilità contro il Nord. Ma, sebbene tra il 1948 e il 1949 gli Stati Uniti finanziassero lautamente e organizzassero l’esercito sudcoreano, questo non potè resistere all’urto con le forze armate popolari che fecero cadere Seul e costrinsero il dittatore a fuggire in Giappone.

La crisi del regime di Rhee portò all’estensione del conflitto e all’intervento diretto degli americani in Corea, sotto la copertura dell’O.N. U.. L’afflusso di milioni di “volontari” cinesi dalla parte opposta riequilibrò i rapporti di forza, impedì agli americani di prevalere e impose la fine del conflitto. Rhee potè così

tornare nella Corea del Sud, ma la soluzione adottata (che garantiva nel paese lo status quo) rappresentò per il dittatore una sconfitta, anche se per diversi anni egli rimase al vertice del potere, non riuscendo gli americani a trovare un uomo da mettere al suo posto.

Il suo governo cadde nell’aprile 1960, in seguito alla scoperta di brogli compiuti durante le elezioni di quello stesso anno: Rhee dovette abbandonare la Corea e tornò alle Hawaii, dove si spense cinque anni dopo, ormai novantenne. Intanto nel 1961, con un colpo di stato preparato da tempo, gli Stati Uniti si erano assicurati in Corea successori adeguati al vecchio dittatore deposto.

F.Mo.

Rho

Comune di 50.000 abitanti a 17 km da Milano, Rho è uno fra i centri più antichi della Lombardia, come attestano diversi rinvenimenti archeologici databili fra il I e il II secolo a.C.. Si fa derivare il nome da una forma preromana latina Ruadum e il documento più antico in cui viene citato è una pergamena dell’anno 846. Nel 1004 l’imperatore Enrico II passò per Rho, concedendogli la qualifica di “borgo” e l’autorizzazione a tenere il mercato s[...]

[...]i in Corea successori adeguati al vecchio dittatore deposto.

F.Mo.

Rho

Comune di 50.000 abitanti a 17 km da Milano, Rho è uno fra i centri più antichi della Lombardia, come attestano diversi rinvenimenti archeologici databili fra il I e il II secolo a.C.. Si fa derivare il nome da una forma preromana latina Ruadum e il documento più antico in cui viene citato è una pergamena dell’anno 846. Nel 1004 l’imperatore Enrico II passò per Rho, concedendogli la qualifica di “borgo” e l’autorizzazione a tenere il mercato settimanale.

Tra i vari episodi, di cui la città fu teatro nel corso della sua lunga storia, va ricordato come nel secolo scorso la popolazione di Rho subì la pesante occupazione austriaca. Si ricava da documenti ufficiali che il 27.8.1847, in Milano, vennero condannati a più mesi di « arresto con ferri » i rhodensi Desiderio Frontini (di anni 22, contadino), Andrea Vaitollina (di anni 20, contadino) e Andrea Uboldi (di anni 22, contadino), « per aver sorriso mentre per quel borgo passava una pattuglia di gendarmi austriaci ».

Prime sommosse contadine

In realtà, i lavoratori di queste campagne seppero sempre distinguersi per fierezza e combattività. Precisamente in questa parte del Milanese (a Bollate e in particolare a Rho) partirono le prime sommosse contadine del 1860.

Si legge in un rapporto dei carabinieri locali, inviato il 25.7.1860 al Regio Governo di Milano: « Ieri sera alle otto e mezzo mentre i contadini di questo borgo dì Rho uscivano dalla Chiesa Propositurale si radunavano nella pubblica piazza i vari capannelli gridando “Viva l'Unione” e schiamazzando percorsero la strada principale manifestando malcontento per essere trop


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine O.N., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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