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Il segmento testuale O.M.I. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 4Entità Multimediali , di cui in selezione 4 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 202

Brano: [...]anatieri. Nel 1941 era capitano e nel marzo 1943 fu richiamato alle armi, venendo assegnato al campo di concentramento per prigionieri di guerra esistente a Gavi (Alessandria) .

L’8.9.1943 si diede alla macchia e, preso contatto con gli esponenti del C.L.N. di Genova, nel gennaio 1944 costituì la prima Brigata autonoma, assumendone il comando. Nel corso di un rastrellamento (v. Benedicta, Massacro della) fu catturato insieme a molti dei suoi uomini, nonostante una disperata resistenza, nella quale lo scarso armamento delle formazioni poco potè contro la schiacciante forza nemica. Fatto prigioniero, Odino assunse su di sé ogni responsabilità. Dopo aver fucilato un centinaio di partigiani davanti ai suoi occhi, i tedeschi lo risparmiarono insieme a suo figlio, ma solo allo scopo di estorcergli preziose informazioni sul movimento della Resistenza ligure.

Rinchiuso nelle carceri di Voltaggio, poi in quelle di Marassi a Genova e infine nella Casa dello Studente, fu sottoposto a lunghe torture, ma nulla rivelò. Infine le S.S. lo condusse[...]

[...]1941). All’inizio, infatti, l’esercito partigia

no di Tito si chiamò N.O.P.O.J. {Narodnooslobodilacki partizanski odredi Jugoslavije = Distaccamenti popolari partigiani di liberazione della Jugoslavia), sigla che molto più tardi si trasformò in N.O.V.J. (AAarodnooslobodilacka vojska Jugoslavije — Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia o E.P.L.J.).

I primi distaccamenti partigiani avevano struttura variabile, dai 100 ai

3.000 uomini, talora solo parzialmente armati. Essi operavano in prevalenza intorno ai luoghi di origine, con accampamenti improvvi* sati nei boschi; si sostenevano con quanto veniva fornito volontariamente dai contadini dei villaggi, dalle organizzazioni locali di partito, dai Comitati popolari di liberazione e dai Comitati del Fronte popolare di liberazione delle città, che a tale scopo raccoglievano viveri, vestiario, medicinali e altro tra la popolazione. Questi primi distaccamenti cominciarono a funzionare dall’ottobre 1941 anche nei territori di confine politicamente italiani (Fiume, Istria, Friuli, Isontino), con capillari collegamenti con la Croazia e la Slovenia.

Anche in seguito alla creazione di reparti regolari e mobili dell’E.P.L.J. (Brigate proletarie e d’assalto), gli « Odredi » continuarono a esistere, solitamente nelle zone semiliberate e in quelle completamente controllate dalle forze di occupazione (in Istria le formazioni partigiane operarono in distaccamenti fino all’estate del 1944). Conoscendo alla perfezione il terreno, essi conducevano azioni di guerr[...]

[...] una crudele rappresaglia tedesca contro un’inerme famiglia contadina.

Il 12.7.1944, durante la ritirata di fronte alle forze degli Alleati, un reparto tedesco al comando di un ufficiale irruppe nell’abitazione di un colono e, accusandolo di aver aiutato i partigiani, lo trucidò con l’intera famiglia. Caddero nella strage Giovanni Lucantoni con i suoi quattro congiunti Mario, Rosa, Umberto e Marino.

Officine Meccaniche Italiane Reggiane

O.M.I.. L’1.12.1904 la Officine Righi e C., nata nel gennaio 1901 su impulso della Cassa di Risparmio di Reggio nell’Emilia, si trasformava, sotto il nome di Officine Meccaniche Reggiane, in Società anonima con un capitale di 600.000 lire in gran parte sottoscritto dalla Banca Commerciale Italiana. Era ancora una volta il capitale tedesco che, come già accaduto per gran parte deirindustrializzazione italiana, dava sviluppo alla crescita di una fabbrica che avrebbe poi segnato, per un cinquantennio, la vita della città di Reggio Emilia.

Lo sviluppo delle Officine Meccaniche (divenute, dal 14.3.191[...]

[...]he avrebbe poi segnato, per un cinquantennio, la vita della città di Reggio Emilia.

Lo sviluppo delle Officine Meccaniche (divenute, dal 14.3.1913, Officine Meccaniche Italiane Reggiane, Società per azioni) fu strettamente legato alla produzione di materiale ferroviario fino all’assorbimento nel gruppo Caproni, avvenuto nel 1935 dopo un biennio di gestione I.R.I.. La nuova produzione, nel settore aeronautico, collegò ancor più strettamente le O.M.I. alla politica di guerra del fascismo e diede un poderoso impulso allampliamento delle dimensioni produttive e occupazionali dell’azienda che, alla fine del 1941, giunse ad avere oltre undicimila dipendenti. I bombardamenti de! gennaio 1944 e la scarsa iniziativa imprenditoriale dei proprietari nel dopoguerra, costrinsero alla chiusura una azienda che, come avrebbe dimostrato il prototipo R60 costruito dalle maestranze durante l’occupazione delle O.M.I., avrebbe potuto salvarsi.

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[...]alla politica di guerra del fascismo e diede un poderoso impulso allampliamento delle dimensioni produttive e occupazionali dell’azienda che, alla fine del 1941, giunse ad avere oltre undicimila dipendenti. I bombardamenti de! gennaio 1944 e la scarsa iniziativa imprenditoriale dei proprietari nel dopoguerra, costrinsero alla chiusura una azienda che, come avrebbe dimostrato il prototipo R60 costruito dalle maestranze durante l’occupazione delle O.M.I., avrebbe potuto salvarsi.

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 204

Brano: [...]
nante. Il 21 maggio la stampa pubblicò il decreto ministeriale di liquidazione coatta amministrativa, ma l’occupazione non cessò né venne interrotto il tentativo di salvare la fabbrica dallo smantellamento, la « vacca di ferro » (come fu chiamato l’R60) che gli operai erano riusciti a costruire e a far funzionare da soli, aveva un significato che andava ben oltre i propri pregi, i difetti e il valore commerciale. Ma anche un appello con duecentomila firme, inviato al Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, rimase senza risposta. Fu solo il 6.10.1951, un anno esatto dopo l’occupazione, che « la proprietà » accettò un primo accordo e I’8 ottobre, dopo 368 giorni, cessava l’occupazione: guidati da Giuseppe Di Vittorio e preceduti dai tre prototipi dell’R60 costruiti, gli operai uscirono dalla fabbrica.

« I tecnici e i periti, impegnati nell’inventario, trovarono non solo macchine e impianti perfettamente conservati, ma anche una situazione patrimoniale dello stabilimento di gran lunga superiore a ogni aspettativa e tale da far forte[...]

[...]e Di Vittorio e preceduti dai tre prototipi dell’R60 costruiti, gli operai uscirono dalla fabbrica.

« I tecnici e i periti, impegnati nell’inventario, trovarono non solo macchine e impianti perfettamente conservati, ma anche una situazione patrimoniale dello stabilimento di gran lunga superiore a ogni aspettativa e tale da far fortemente ricredere, come lo stesso commissario Luigi Moraglia confessò, sulla necessità di porre in liquidazione le O.M.I. Reggiane. A ciò si aggiunga che, nel momento in cui fu decretata la liquidazione coatta, la ditta disponeva di un carnet di ordinazioni per 4800 milioni » (Spreafico).

L’organo del P.S.D.I. La giustizia scrisse il 7.12.1951 che, da parte del Governo, non è che non si potessero salvare le Reggiane, ma non lo si era espressamente voluto « per colpire a morte il comuniSmo reggiano, lasciando il topo nella trappola della fabbrica occupata ».

Nel marzo 1952 iniziavano la propria attività le O.M.I. Nuove Reggiane.

Bibliografia: F. Cigarini, La vacca di ferro, Reggio Emilia, s.d.; S. Spreaf[...]

[...] cui fu decretata la liquidazione coatta, la ditta disponeva di un carnet di ordinazioni per 4800 milioni » (Spreafico).

L’organo del P.S.D.I. La giustizia scrisse il 7.12.1951 che, da parte del Governo, non è che non si potessero salvare le Reggiane, ma non lo si era espressamente voluto « per colpire a morte il comuniSmo reggiano, lasciando il topo nella trappola della fabbrica occupata ».

Nel marzo 1952 iniziavano la propria attività le O.M.I. Nuove Reggiane.

Bibliografia: F. Cigarini, La vacca di ferro, Reggio Emilia, s.d.; S. Spreafico, Un'industria, una città. Cinquant'anni alle Officine Reggiane, Bologna, 1968; AA.VV., Restaurazione capitalistica e Piano del lavoro. Lotta di classe alle Reggiane 19491951, Roma, 1977.

L.Ca.

Offidani, Raffaele

Spartacus Picenus. N. a Sant’Elpidio a Mare (Ascoli Piceno) il 16.5. 1890, m. a Roma il 30.12.1967; autore di testi per canzoni politiche. Figlio di padre ignoto e registrato alla nascita col cognome di Bili, nel 1903 venne riconosciuto dalla madre, assumendone il cognome di Off[...]

[...]que non avesse completato la scuola elementare, si dedicò fin dall'adolescenza alla

stesura di racconti d'avventura, tra i quali si ricorda La pagoda dei settecento geni che ebbe l’onore di essere pubblicata a fianco di racconti di Ver ne e Salgari. Convinto fautore dell’interventismo nel 1915, partecipò alla Prima guerra mondiale, restando ferito. Nei 1917 fu conquistato dagli ideali della rivoluzione russa e nel 1919 si iscrisse al P.S.I.. Cominciò in quegli stessi anni a comporre inni comunisti, quali Sventola bandiera rossa!, Viva Lenin, Bolscevismo, La guardia rossa. Una sua versione de\\'Internazionale venne adottata come inno della Federazione giovanile socialista italiana. I suoi testi, pubblicati con il titolo Canti di Spartaco e sotto lo pseudonimo di Spartacus Picenus, trovarono larga diffusione.

Il riferimento a Spartaco va inteso soprattutto in connessione al noto movimento spartachista sviluppatosi in Germania. Le canzoni di Offidani (si dice eseguite anche alla presenza di Lenin) vennero proibite dalla censura negli [...]

[...]lla lotta clandestina e della Resistenza Spartacus compose nuovi canti (Cuori comunisti, Il sole dell'avvenire, Le Fosse Ardeatine), adeguando i testi agli sviluppi della situazione italiana e alla linea del Partito comunista, cui aveva aderito fin dal 1921.

Per esempio, decise di eliminare dai suoi testi ogni precedente riferimento a Trotzkij, a Bombacci ecc. Egli non volle invece rinunciare alla esaltazione della figura di Stalin, suo tema dominante nel secondo dopoguerra, neppure dopo la linea affermatasi con il XX Congresso del Partito comunista sovietico.

Visse i suoi ultimi anni con i proventi di una modesta libreria antiquaria a Roma, praticamente emarginato dal P.C.I., del quale era rimasto militante.

Bibliografia: S.O., Canti comunisti (con una nota autobiografica), Milano, 1967; Autobiografia in « || nuovo canzoniere italiano », n. 3; È morto S.P., in « L’Unità », 2.1,1968; I funerali a Roma di S.P., ibidem, 3.1.1968.

Oggioni, Fausto

Fiume. N. a Varese il 9.3.1904, m. nel 1979; pellettiere.

Per la sua militanz[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 80

Brano: [...]eniva diffuso il nuovo quotidiano Reggio Democratica, organo del C.L.N. provinciale. Poco dopo, e precisamente il 5 maggio, veniva pubblicato II Volontario della Libertà, organo settimanale delle formazioni patriottiche reggiane, che già da tempo veniva diffuso in montagna sotto forma di foglio ciclostilato. Il 3 maggio, dopo la prima e ultima sfilata per le vie della città, le formazioni partigiane vennero in gran parte smobilitate.

I pochi uomini rimasti in servizio con compiti di polizia, saranno gradatamente sostituiti dai carabinieri, li 5.8.1945 il Governo militare alleato cessò i suoi poteri e, a questa data, tutti i partigiani erano già stati smobilitati.

Alla difficile opera di ricostruzione intrapresa in una situazione gravissima, caratterizzata da un'enorme massa di disoccupati, nonché da innumerevoli problemi sociali, contribuirono gli esponenti e i partiti della Resistenza, sorretti dall’appoggio popolare. In quel periodo cruciale e negli anni successivi si andò impetuosamente sviluppando il movimento cooperativo, anch[...]

[...]ncirca i due terzi dei Comuni del Reggiano. La vita politica e sociale della provincia è sempre stata intensa e vivace. Nel referendum istituzionale del 2.6.1946 i voti per la repubblica furono 177.184 contro i 44.127 voti per la monarchia (nel capoluogo, 50.214 contro 12.752).

Tra le numerose lotte di massa condotte per il progresso sociale e le libertà costituzionali, sono da ricordare: la lunga occupazione, da parte delle maestranze, delle O.M.I. Reggiane; le grandi manifestazioni contro la “legge truffa” e quelle contro il governo Tambroni nel 1960. In questa occasione, il 7.7.1960 la polizia aprì inconsultamente il fuoco contro i manifestanti, uccidendone 5 (2 giovani e 3 ex partigiani) e ferendone circa 25. Gli uccisi erano Ovidio Franchi, Lauro Farioli, Afro Tondelli, Emilio Reverberi e Marino Serri.

Il 25.4.1950 Reggio Emilia è stata insignita di Medaglia d’oro al valor militare, per il contributo dato alla Guerra di Liberazione, con la seguente motivazione: « Durante l’occupazione nemica opponeva al tedesco invasore la fiera [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 339

Brano: [...] una capitolazione vergognosa e ciò provocò, tra il

10 e l’11 settembre, i primi passaggi di ufficiali e soldati nelle file dei partigiani spalatini, dove vennero accolti fraternamente.

11 12 settembre anche il tenente colonnello Venosta decise, con alcuni suoi ufficiali, di passare immediatamente tra i partigiani. Concertato

il movimento con il suo pari grado Luigi Venerandi (comandante del 9° Battaglione Carabinieri) e avuta dai suoi uomini la conferma che molti

lo avrebbero seguito, il 13 settembre i due ufficiali, con 200 carabinieri e 150 militari di altre specialità, accorsi spontaneamente alla notizia della coraggiosa decisione, costituirono il Battaglione “Garibaldi” (v. Jugoslavia, Italiani in). Era la prima unità organica italiana sorta all'estero, per combattere a fian

II generale Attilio Venosta

co dei partigiani di un altro paese. L’armamento iniziale del Battaglione era costituito da 8 mitragliatrici pesanti, 18 mitragliatori, un cannone da 47/32 e un mortaio da 81. Comandato dallo stesso Venosta, il “Gari[...]

[...]gregazioni). Il tenente colonnello Venosta aveva però già lasciato il comando dell'unità, essendosi trasferito, su invito del maresciallo Tito, al Comando supremo dell’Esercito di liberazione jugoslavo, dove rimase a lungo, insieme col tenente colonnello Venerandi, ricoprendo incarichi di grande responsabilità.

Secondo dopoguerra

Rientrato in Italia nel giuono 1944 e ripreso il suo posto nell’Arma. fu decorato della Croce di Cavaliere dell’O.M.I. per il suo esemplare comportamento dopo l'armistizio. Promosso colonnello nel 1951 e generale di brioata nel 1955, divenne generale di divisione nel 1957, venendo collocato nella riserva per limiti di età nello stesso anno. Uomo tanto modesto quanto era deciso nelle sue scelte, sempre improntate al senso dell'onore e del dovere, non ha lasciato testimonianze scritte della sua esperienza di partigiano all'estero.

F.Vig.

Venticinque, Giulio

Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Roma nel 1915, m. ad Aghion (Peloponneso) il 23.1. 1944; tenente medico.

Imbarcato sulla nav[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine O.M.I., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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