Brano: Brescia
stituì ufficialmente il C.L.N., in una riunione tenuta nella villa del ragioniere Venturelli a Gussago, presenti Riccardo Testa per la Democrazia cristiana, Casimiro Lonati a Giuseppe Ghetti per i comunisti, Bigio Savoldi per i socialisti, il professor Vasa per «Giustizia e Libertà », Leonardi per il Partito d’Azione e il colonnello Pizzuto.
Sin dall’inizio fu particolarmente attivo a Brescia il « Fronte della Gioventù », al quale aderirono gruppi di ogni corrente antifascista; Eugenio Curie! (che si faceva chiamare Giorgio Sebastiani) fu più volte sul posto ed è ricordato come uno che « non parlava molto, e nemmeno si accalorava; era indulgente, avvicinava tutti, preti, monarchici, liberali », pur di spingere all’azione. Dalla metà di settembre, la Federazione comunista fu affidata alla direzione di Giovanni Grilli, appositamente inviato da Milano, dai Centro del partito, che si collegò subito con gli esponenti dei diversi partiti antifascisti. Il Grilli, dotato di lunga esperienza di lotta cospirativa, costituì un apporto prezioso, che ebbe riconoscimento unanime, e seppe imprimere slancio aH’organizzazione politica e militare bresciana. « Insieme con i giovani operai — egli testimonierà — entravano in lotta studenti e intellettuali; un ingegnere della Breda si collegò col Partito per mezzo degli operai del suo reparto e lottò sino agli ultimi giorni [...]
[...]ntifascisti. Il Grilli, dotato di lunga esperienza di lotta cospirativa, costituì un apporto prezioso, che ebbe riconoscimento unanime, e seppe imprimere slancio aH’organizzazione politica e militare bresciana. « Insieme con i giovani operai — egli testimonierà — entravano in lotta studenti e intellettuali; un ingegnere della Breda si collegò col Partito per mezzo degli operai del suo reparto e lottò sino agli ultimi giorni nella Resistenza; un commerciante benestante: Lottieri, più tardi fucilato, forniva mezzi all’organizzazione. Larghi ì nostri rapporti soprattutto col clero e con la D.C.. La loro vecchia diffidenza antisocialista e anticomunista pareva avere ceduto il posto, in parte, al desiderio di sapere e intendere quel che eravamo, ed impararono a conoscerci in quei mesi di battaglia. Noi avevamo allora in città due G.A.P., otto uomini in tutto. In città cominciarono a scoppiar bombe nelle caserme della milizia, nei Comandi tedeschi, nei pressi degli improvvisati ministeri della repubblica di Salò. Da otto, i gappisti salirono a venti e poi a trenta. Nel C.L.N., dopo le prime azioni vi fu qualche opposizione, si temevano le rappresaglie, poi le perplessità vennero appianate. A Natale la polizia era sulle nostre tracce, Abbiati fu arrestato, io — avvertito in tempo — riuscii a mettermi in salvo e fui trasferito a Parma ».
Tra i più attivi organizzatori delle prime formazioni partigiane furono: Astolfo Lunardi, presidente dell’Unione Uomini dell’Azione cattolica,
fucilato dai tedeschi il 6.2.1944 insieme[...]
[...]lò. Da otto, i gappisti salirono a venti e poi a trenta. Nel C.L.N., dopo le prime azioni vi fu qualche opposizione, si temevano le rappresaglie, poi le perplessità vennero appianate. A Natale la polizia era sulle nostre tracce, Abbiati fu arrestato, io — avvertito in tempo — riuscii a mettermi in salvo e fui trasferito a Parma ».
Tra i più attivi organizzatori delle prime formazioni partigiane furono: Astolfo Lunardi, presidente dell’Unione Uomini dell’Azione cattolica,
fucilato dai tedeschi il 6.2.1944 insieme a Ermanno Margheriti; Teresio Olivelli (v.), deportato e morto in campo di concentramento in Germania nel gennaio 1945; i comunisti Casimiro Lonati, Gheda, Giuseppe Verginella e altri; i socialisti Costante Bianchi e Leonida Tedoldi; Gastone Franchetti, organizzatore delle « Fiamme verdi » e il generale Masini, che ne divenne il comandante; Guido Mazzon e Giacomo Cappellini.
Nel primo eccidio avvenuto a Brescia, consumato per rappresaglia in seguito a un attentato gappista nella notte del 22.11.1943, furono fucilati per strada gli antifascisti Arnaldo Dall'Angelo, operaio della Radiatori già confinato a Ponza, Gaetano Perinelli, operaio della O.M. e Rolando Pezzagno, già confinato a Ustica. Mario Donegani, ferito e ritenuto morto dai fascisti, dopo qualche ora rinvenne e si salvò. Ancor più doloroso fu l’eccidio compiuto a Lovere (v.) il 22.12.1943, che costò la vita a 13 patrioti.
Allo sciopero del marzo 1943 parteciparono compatti gli operai della O.M., della Breda, della A.T.B., della Tempin e di altre fabbriche bresciane.
La lotta armata
Sin dai primi mesi del 1944, unitamente aH’importante movimento partigiano delle « Fiamme verdi » (v. Brigate cattoliche), operava in Valsaviore la 54a Brigata Garibaldi comandata da Antonio Parisi [Nino), commissario politico Giuseppe Verginella [Alberto), vicecomandanti Luigi Romelli [Bigio) e Leonida Bogarelli [Léo), capo di stato maggiore Bartolomeo Bazzana (il Maestro).
Essa si articolava su 6 battaglioni, rispettivamente detti di: valle di Malga, comandato da Luigi Romei
li, commissario Giorgio Martinelli; Cevo, comandato da Bernardo Regazzoli [Culicchio), commissario Domenico Monella; Pra, comandato da Donato Della Porta, commissario il sovietico Miscia; Valle, comandato da Giovanni Pavarini [Barba), commissario Piero; Sellerò, comandato da Lino Corbelli, commissario Renato; Temù, comandato da Firmo Ballardini, commissario Gino Serini. Erano inoltre aggregati 3 distaccamenti: uno a Bienno, l’altro a Borno e il terzo a Paspardo, comandati rispettivamente da Daniele Franzoni, da Severo e da Benedetto Macuìotti. Col legatrice col Comando generale delle Brigate Garibaldi era Elsa Sacononi [Piera,
Anita) ; ispettore regionale, il valoroso Gabriele Invernizzi.
Nella seconda metà del 1944 sorsero in Valtrompia la 7a Brigata Matteotti e, nell’alta Valcamonica e sui monti di Lovere, alcune formazioni di « Giustizia e Libertà » comandate da Giorgio Predella e dal capitano Camplani.
Il clero del Bresciano partecipò largamente alla Resistenza, tanto nelle opere assistenziaji quanto nelle formazioni partigiane. Il Vescovado, l’istituto Razzetti, Palazzo San Paolo, la Canonica del duomo e altri edifici ecclesiastici furono sedi di Comandi partigiani, di C.L.N., depositi e centri informatori. Numerosi sacerdoti vennero arrestati; tra gli altri, i seguenti parroci: don Francesco Bottoncelli (parroco di San Gervasio), don Agostino Cane si, don Ernesto Casti gl ioni, (Treviglio), don Fernando Collio (Pradauglio), don Carlo Comensoli (arciprete di Cividate), don Vincenzo D'Acunzo (cancelliere vescovile), don Garosio (San Colombano), don Guarnieri (Navazzo), don Achille Lombardi (Cellatica), don Carlo Manziana, don Giulio Pini (Gardone V.T.), don Giuseppe Pot* tieri (Calcinato), don Angelo Pozzi (Sarezzo), don Rondiani (Calcinato), don Rondoni (Malonno), don Lorenzo Salice (Odeno), don Giuseppi Tedeschi, don Remo Tonoli, jdon Riccardo Vecchia (Bedizzole), don Giacomo Vender.
Malgrado che le principali località della provincia fossero state scelte come sede degli uffici e dei ministeri della fantomatica repubblica di Salò, e fossero pertanto presidiate da forti reparti nazifascisti, l’attività partigiana si dispiegò sempre più intensamente. I partigiani sostennero numerose e memorabili battaglie, tra cui quelle del Mortirolo (v.), del Sanclino e di Breno. Alla vigilia della Liberazione erano schierate nel Bresciano le seguenti formazioni partigiane:
a) I Divisione Fiamme verdi « Tito Speri », sulle 6 brigate « C. Tosetti », « A. Schivardi » (alta valle Camonica), « G. Cappellini » e « F. Lorenzini » (media valle Camonica), « A. Lorenzetti » (bassa valle Camonica), « G. Perlasca » (va[...]
[...]ero numerose e memorabili battaglie, tra cui quelle del Mortirolo (v.), del Sanclino e di Breno. Alla vigilia della Liberazione erano schierate nel Bresciano le seguenti formazioni partigiane:
a) I Divisione Fiamme verdi « Tito Speri », sulle 6 brigate « C. Tosetti », « A. Schivardi » (alta valle Camonica), « G. Cappellini » e « F. Lorenzini » (media valle Camonica), « A. Lorenzetti » (bassa valle Camonica), « G. Perlasca » (vai Sabbia, vai Trompia e lago di Garda), per una forza complessiva di circa 1.400 uomini.
b) Il Divisione Fiamme verdi « Astolfo Lunardi », sulle 3 brigate « E. Margheriti» (Val Trompia), «X Giornate » (in città) e « T. Secchi » (bassa bresciana), per una forza complessiva di circa 1.400 uomini.
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