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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale O.L.P. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 220

Brano: [...]e di Fossano.

Riacquistata la libertà dopo il 25.7.

1943, fu tra gli organizzatori della Resistenza fiorentina. Nel 1944 venne inviato con Cesare Collini a Pistoia quale ispettore della Delegazione Comando Brigate Garibaldi. Dopo la liberazione della città, fu il primo segretario della Federazione comunista pistoiese.

O.LP.

Organizzazione per la liberazione della Palestina. Organizzazione unitaria delle forze politiche palestinesi, I’O.L.P. si propone di ricostituire uno Stato indipendente nel territorio della Palestina (v.) riunendo gli abitanti che ne sono stati cacciati e quelli che ancora vi risiedono, quale minoranza oppressa dallo Stato di Israele (v.). Nata come coalizione di resistenti in patria e all’estero, l’O.L.P. ha gradualmente assunto il carattere nuovo e originale di uno « Stato senza territorio », introducendo nel diritto internazionale prassi politiche inedite e di grande rilevanza. A differenza di un qualsiasi governo in esilio, l’O.L.P. si regge infatti su una rappresentanza parlamentare, ha avuto riconoscimenti internazionali, ha proprie unità militari, dispone di rappresentanti ufficiali in numerosi paesi, svolge attività economiche, compie prelievi fiscali su quanti si riconoscono in essa, ecc.. L’O.L.P. esercita così una giurisdizione di fatto su oltre 3,5 milioni di palestinesi che risiedono in vari paesi (Giordania, Siria, Libano, Gaza, Golfo Arabico, Iraq, Egitto, nonché in paesi europei e americani).

Uno « Stato senza territorio » L'Organizzazione per la difesa della Palestina, secondo un rapporto del quotidiano americano The Wall Street Journal (estate 1980) è una organizzazione bene finanziata, con un proprio bilancio che supera quello di diversi piccoli Stati membri dell’O.N.U.. L’O.L.P. possiede imprese che vanno da una compagnia belga di voli charter a fabbriche di vestiti, calza[...]

[...]re 3,5 milioni di palestinesi che risiedono in vari paesi (Giordania, Siria, Libano, Gaza, Golfo Arabico, Iraq, Egitto, nonché in paesi europei e americani).

Uno « Stato senza territorio » L'Organizzazione per la difesa della Palestina, secondo un rapporto del quotidiano americano The Wall Street Journal (estate 1980) è una organizzazione bene finanziata, con un proprio bilancio che supera quello di diversi piccoli Stati membri dell’O.N.U.. L’O.L.P. possiede imprese che vanno da una compagnia belga di voli charter a fabbriche di vestiti, calzature, mobilio. Inoltre sono gestiti dall’O.L.P. o

spedali, un’agenzia di stampa, stazioni radio e così via.

L’O.L.P. non si finanzia solo attraverso i contributi dei paesi arabi dell’O.P.E.C. (v.) e altri aiuti internazionali di vario tipo, ma anche attraverso una specie di prelievo fiscale compiuto nei confronti delle molte centinaia di migliaia di palestinesi che lavorano nei vari paesi. Queste « tasse » vanno dal 3 al 6 per cento del reddito lordo. I versamenti sono volontari, ma quasi nessuno si rifiuta di farli. In certi paesi come il Kuwait le trattenute a favore dell’O.L.P. vengono effettuate dai datori di lavoro. Si valuta che le entrate annuali dell’O.L.P. ammontino a circa mezzo miliardo di dollar[...]

[...]a solo attraverso i contributi dei paesi arabi dell’O.P.E.C. (v.) e altri aiuti internazionali di vario tipo, ma anche attraverso una specie di prelievo fiscale compiuto nei confronti delle molte centinaia di migliaia di palestinesi che lavorano nei vari paesi. Queste « tasse » vanno dal 3 al 6 per cento del reddito lordo. I versamenti sono volontari, ma quasi nessuno si rifiuta di farli. In certi paesi come il Kuwait le trattenute a favore dell’O.L.P. vengono effettuate dai datori di lavoro. Si valuta che le entrate annuali dell’O.L.P. ammontino a circa mezzo miliardo di dollari. Questo denaro serve anzitutto per finanziare le unità di guerriglia e l’acquisto di armi. I gruppi di combattimento dell’O.L.P. comprenderebbero 5.000 uomini. Questo denaro serve inoltre per assistere i famigliari superstiti dei caduti, che si valutano (tra donne e bambini) in circa 25.000 persone. Nelle imprese industriali devono inoltre essere procurati posti di lavoro ai membri delle organizzazioni di combattimento.

Il Gruppo industriale Samed amministra 33 piccole e grandi fabbriche con circa 7.500 dipendenti e un reddito complessivo valutato in circa mezzo milione di dollari.

La rete ospedaliera comprende 12 ospedali con circa 1.000 addetti. Molti palestinesi vengono accolti in università russe, americane e[...]

[...]iali devono inoltre essere procurati posti di lavoro ai membri delle organizzazioni di combattimento.

Il Gruppo industriale Samed amministra 33 piccole e grandi fabbriche con circa 7.500 dipendenti e un reddito complessivo valutato in circa mezzo milione di dollari.

La rete ospedaliera comprende 12 ospedali con circa 1.000 addetti. Molti palestinesi vengono accolti in università russe, americane e di altri paesi.

Nascita dell'O.LP.

L’O.L.P. fu costituita durante il primo Congresso nazionale palestinese, svoltosi il 28.5.1964 a Gerusa lemme, allora sotto giurisdizione giordana. Dei 388 delegati partecipanti, 242 provenivano dalla Giordania e 146 da altri paesi (Siria, Libano, Gaza, Golfo Arabico, Iraq, ecc.). Nel corso del congresso fu votata la Carta nazionale palestinese, nella quale erano indicate le linee direttrici che dovevano guidare l’azione del popolo palestinese nella riconquista della patria. Nella stessa occasione venne eletto presidente dell’O.L.P. Ahmed Shuqueiri, di tendenza moderata. Fu inoltre deciso che il Consi[...]

[...]il 28.5.1964 a Gerusa lemme, allora sotto giurisdizione giordana. Dei 388 delegati partecipanti, 242 provenivano dalla Giordania e 146 da altri paesi (Siria, Libano, Gaza, Golfo Arabico, Iraq, ecc.). Nel corso del congresso fu votata la Carta nazionale palestinese, nella quale erano indicate le linee direttrici che dovevano guidare l’azione del popolo palestinese nella riconquista della patria. Nella stessa occasione venne eletto presidente dell’O.L.P. Ahmed Shuqueiri, di tendenza moderata. Fu inoltre deciso che il Consiglio nazionale fungesse quale « Assemblea nazionale temporanea » fino alle elezioni da farsi entro due anni.

II 10.8.1964 Shuqueiri presentò un progetto per istituire un’Armata di liberazione palestinese. L’anno successivo l’O.L.P. iniziò una campagna politica contro il governo monarchico della Giordania (dove si trovava rifugiata la maggior parte dei profughi), accusandolo di voler liquidare la Resistenza palestinese. Tale campagna continuò nel 1966, rischiando di provocare una rottura irreparabile.

Dopo la « Guerra dei 6 giorni » (dicembre 1967), vinta da Israele contro la R.A.U. e la Giordania (che perse la Cisgiordania, compresa la

città di Gerusalemme), la maggioranza del Comitato esecutivo dell’O.L.P. reclamò le dimissioni di Shuqueiri, accusandolo di non aver saputo organizzare la lotta armata nei territori[...]

[...]o il governo monarchico della Giordania (dove si trovava rifugiata la maggior parte dei profughi), accusandolo di voler liquidare la Resistenza palestinese. Tale campagna continuò nel 1966, rischiando di provocare una rottura irreparabile.

Dopo la « Guerra dei 6 giorni » (dicembre 1967), vinta da Israele contro la R.A.U. e la Giordania (che perse la Cisgiordania, compresa la

città di Gerusalemme), la maggioranza del Comitato esecutivo dell’O.L.P. reclamò le dimissioni di Shuqueiri, accusandolo di non aver saputo organizzare la lotta armata nei territori occupati dagli israeliani e all’interno della stessa Israele. Nel marzo 1968 il Comitato esecutivo dell’O.L.P., riunitosi a Beirut (Libano), decise di creare un nuovo Comitato nazionale palestinese di 100 membri, la metà dei quali appartenenti alle organizzazioni di resistenza o ai sindacati, e l’altra metà composta da personalità indipendenti. Contribuì all’affermazione della nuova linea la vittoria militare riportata dai guerriglieri di al Fatah (v.) insieme alle truppe giordane contro gli israeliani, il 21 marzo nella battaglia di Karameh.

Nel luglio 1968 l’O.L.P. adottò una nuova Carta nazionale che dedicava maggiore attenzione al problema del rapporto fra palestinesi e governi arabi. Il docume[...]

[...]i a Beirut (Libano), decise di creare un nuovo Comitato nazionale palestinese di 100 membri, la metà dei quali appartenenti alle organizzazioni di resistenza o ai sindacati, e l’altra metà composta da personalità indipendenti. Contribuì all’affermazione della nuova linea la vittoria militare riportata dai guerriglieri di al Fatah (v.) insieme alle truppe giordane contro gli israeliani, il 21 marzo nella battaglia di Karameh.

Nel luglio 1968 l’O.L.P. adottò una nuova Carta nazionale che dedicava maggiore attenzione al problema del rapporto fra palestinesi e governi arabi. Il documento, ribadendo da un lato l’autonomia del movimento di liberazione della Palestina, affermava dall’altro che la Resistenza palestinese non intendeva interferire negli affari interni dei singoli paesi arabi.

Sotto la guida di Aratat L’1.2.1969 il V Congresso dell’O.L.P. elesse come nuovo presidente Yahya Hammudah e come responsabile del Comitato esecutivo (corrispondente al governo) Yassir Arafat (v.), capo del movimento al Fatah. Questa organizzazione di combattimento, che si era dimostrata la più forte nel corso della resistenza, si assicurò l’elezione di 33 suoi rappresentanti sui 100 membri del Comitato nazionale, al cui interno assunse in tal modo una posizione egemonica.

Quando, nel giugno 1970, fu reso pubblico un progetto degli Stati Uniti per dirimere « pacificamente » (ma di fatto a spese dei palestinesi) il conflitto araboisraeliano nel Medio O[...]

[...] assicurò l’elezione di 33 suoi rappresentanti sui 100 membri del Comitato nazionale, al cui interno assunse in tal modo una posizione egemonica.

Quando, nel giugno 1970, fu reso pubblico un progetto degli Stati Uniti per dirimere « pacificamente » (ma di fatto a spese dei palestinesi) il conflitto araboisraeliano nel Medio Oriente (Piano Rogers), progetto che incontrò l’approvazione dell’Egitto, della Giordania e, naturalmente, di Israele, l’O.L.P., che non era neppure stata ammessa ai negoziati, si oppose, I dirigenti di al Fatah cercarono tuttavia di non trasformare in rottura il loro contrasto con il re di Giordania Hussein e sottoscrissero con questi un accordo di pace (13.10. 1970).

Dopo la guerra araboisraeliana detta del Kippur (ottobre 1973) l’O.L.P. dovette rivedere la propria linea d’azione, abbandonando l’attacco frontale armato contro Israele

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 221

Brano: [...]oro più favorevole grazie alla cosiddetta « crisi del petrolio », perseguivano ora soluzioni diplomatiche usando la Resistenza palestinese come una pedina del loro gioco.

Svolta diplomatica A questo punto divenne obiettivo immediato deU’O.LP. quello di essere ufficialmente riconosciuta sul piano internazionale quale rappresentante del popolo palestinese. La legittimità di questo riconoscimento veniva del resto da due elementi: dal fatto che l’O.L.P. era già riconosciuta da singoli Stati arabi, nonché da varie organizzazioni internazionali; e dal fatto che il popolo di Palestina si identificava pienamente in essa.

Nell’ottobre 1974 il vertice dei paesi arabi riunitisi a Rabat (Marocco) riconobbe l'O.L.P. « unica legittima rappresentante del popolo palestinese su qualsiasi parte liberata del territorio palestinese ». Nonostante la tenace opposizione israeliana, nel novembre 1974 I’O.N.U. adottò una risoluzione nella quale venne riconosciuto il diritto del popolo palestinese all’indipendenza nazionale e aH’autodeterminazione « senza interferenze esterne », quindi il diritto di tutti i palestinesi a tornare nelle proprie case e proprietà abbandonate a causa degli eventi bellici. Questo avrebbe dovuto significare, implicitamente, por fine all’occupazione militare israeliana in Cisgiordania e nell[...]

[...]conosciuto il diritto del popolo palestinese all’indipendenza nazionale e aH’autodeterminazione « senza interferenze esterne », quindi il diritto di tutti i palestinesi a tornare nelle proprie case e proprietà abbandonate a causa degli eventi bellici. Questo avrebbe dovuto significare, implicitamente, por fine all’occupazione militare israeliana in Cisgiordania e nella striscia di Gaza. Un’altra risoluzione dell’O.N.U. provvedeva a garantire all’O.L.P. lo status di « osservatore permanente » presso le Nazioni Unite.

Da quel momento si poneva la questione di chi avrebbe dovuto controllare la parte palestinese dei territori occupati. Fu pertanto elaborato un programma di transizione, imperniato sulla richiesta del diritto all’autodeterminazione degli abitanti dei territori di Gaza e della Cisgiordania, per poter stabilire in queste regioni l’autorità nazionale palestinese sotto la direzione del* l’O.L.P.. A tal fine, l'O.L.P. stessa realizzò un piano che prevedeva un collegamento sempre più stretto con il fronte di lotta dei territori occu[...]

[...]atus di « osservatore permanente » presso le Nazioni Unite.

Da quel momento si poneva la questione di chi avrebbe dovuto controllare la parte palestinese dei territori occupati. Fu pertanto elaborato un programma di transizione, imperniato sulla richiesta del diritto all’autodeterminazione degli abitanti dei territori di Gaza e della Cisgiordania, per poter stabilire in queste regioni l’autorità nazionale palestinese sotto la direzione del* l’O.L.P.. A tal fine, l'O.L.P. stessa realizzò un piano che prevedeva un collegamento sempre più stretto con il fronte di lotta dei territori occupati, le cui popolazioni rappresentavano circa la metà del popolo palestinese (per il resto costituito da « profughi effettivi »).

Crisi del Libano

Nel 197576 si ebbe la crisi del Libano (v.), nella quale si inserì il tentativo israeliano di spingere la classe dominante cristiana a liquidare, insieme alla componente proletaria islamica, i profughi palestinesi che si erano insediati in gran numero nel paese. Questa congiuntura sembrò offrire aN’O.L.P. una favorevole occasion[...]

[...], le cui popolazioni rappresentavano circa la metà del popolo palestinese (per il resto costituito da « profughi effettivi »).

Crisi del Libano

Nel 197576 si ebbe la crisi del Libano (v.), nella quale si inserì il tentativo israeliano di spingere la classe dominante cristiana a liquidare, insieme alla componente proletaria islamica, i profughi palestinesi che si erano insediati in gran numero nel paese. Questa congiuntura sembrò offrire aN’O.L.P. una favorevole occasione di alleanza con la sinistra libanese, dal cui esito positivo poteva anche derivare un insediamento organico dei palestinesi in Libano. Si ebbe, nel corso della guerra civile libanese, quello che può essere considerato un primo momento di emancipazione della Resistenza palestinese dalla tutela e dalla strumentalizzazione dei regimi arabi, nel caso specifico dalla Siria. L’O.L.P. aveva organizzato nel Libano, ai confini con Israele, 5 potenti campi trincerati, ma questi furono costretti a cedere di fronte aH’intervento militare siriano giunto in sostegno della destra cristiana libanese. La sanguinosa guerra civile si concluse così con la sconfitta della base progressista popolare libanese e, nello stesso tempo, della Resistenza palestinese. Da ciò derivarono due gravi conseguenze negative: un ulteriore isolamento dell’O.L.P. nel mondo arabo e, all’interno dell'or* ganizzazione stessa, una svolta moderata.

Il 13° Consiglio nazionale Palestine* se, riunitosi al Cairo nel marzo

1977, abbandonò infatti ogni esplicito riferimento alla lotta armata come principale mezzo per la liberazione della Palestina e affermò in termini perentori la scelta dei « negoziati » come unica via percorribile. Poco dopo l’O.L.P. consegnò a Washington il suo « piano di pace », cioè dichiarò la propria disponibilità ad accogliere le richieste statunitensi (modifica della Carta palestinese, sospensione della lotta armata, riconoscimento di Israele) in cambio della realizzazione dell’autodeterminazione palestinese attraverso la creazione di uno Stato indipendente nei territori occupati dagli israeliani dal 1967.

Gli accordi di Camp David fra Egitto e Israele (17.9.1978), una vera « pace separata » firmata sulla testa dei paesi arabi e ancora una volta a spese del popolo palestinese, contribuirono a indebolire ulterior[...]

[...] della lotta armata, riconoscimento di Israele) in cambio della realizzazione dell’autodeterminazione palestinese attraverso la creazione di uno Stato indipendente nei territori occupati dagli israeliani dal 1967.

Gli accordi di Camp David fra Egitto e Israele (17.9.1978), una vera « pace separata » firmata sulla testa dei paesi arabi e ancora una volta a spese del popolo palestinese, contribuirono a indebolire ulteriormente la posizione dell’O.L.P. che, all’accordo imperialista, potè contrapporre solo il suo dissenso. Alla Conferenza di Baghdad (dicembre 1978) l’O.L.P. ottenne dagli Stati arabi l’imposizione di sanzio

ni economiche contro il regime egiziano, considerato traditore della causa araba, ma nel corso della stessa Conferenza l’O.L.P. dovette impegnarsi a sottostare al re Hussein di Giordania. La ripresa del dialogo con la monarchia hascemita significò un ulteriore spostamento dell’O.L.P. su posizioni moderate, nel quadro della torbida situazione del Medio Oriente.

In un crescendo impressionante, le cose sono andate ulteriormente aggravandosi negli anni successivi, con l’invasione del Libano da parte di israeliani e siriani, le scissioni e le lotte fratricide in seno alla stessa O.L.P., miranti aH’esclusione di Arafat dal vertice dell’organizzazione (novembre 1983).

Oltrarno

Così è comunemente definita a Firenze (v.) la parte meridionale della città, posta sulla sinistra orografica dell’Arno, che comprende, con insigni monumenti architettonici, alcuni dei più antichi quartieri popolari: quelli di San Niccolò, Santo Spirito e Porta Romana, San Frediano e, infine, il Pignone, quartieri oggi sviluppatisi fino a raggiungere le più vicine frazioni e comuni della cinta suburbana.

Fin dalle sue origini, questa parte della città è stata formata da un agglomerato sociale as[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 377

Brano: [...]i, Pietrantonio

Campo di profughi palestinesi (1982)

no inutilmente denunciati e condannati dalle Nazioni Unite.

Alle inevitabili proteste popolari e a qualsiasi forma di resistenza, gli israeliani risposero con arresti, torture e con brutali eccidi di popolazione inerme. La crisi della dirigenza palestinese, determinata dalla sconfitta del 1948, venne superata attraverso la riorganizzazione aH’esterno, culminata nella costituzione dell’O.L.P. come Stato senza territorio. A ciò si aggiunse una vivace resistenza (v. Al Fatah). Dopo la « guerra dei sei giorni », reiterate pressioni furono esercitate da parte israeliana per reperire interlocutori palestinesi disponibili e remissivi, anche in relazione con l’intesa raggiunta nel 1978 a Camp David tra Egitto, Stati Uniti e Israele, che prevedeva una sorta di controversa « autonomia » per i palestinesi dei territori occupati. Ma nonostante le violenze e gli allettamenti, la popolazione palestinese, con alla testa la stragrande maggioranza dei sindaci, si è sempre orientata in favore dell[...]

[...]citate da parte israeliana per reperire interlocutori palestinesi disponibili e remissivi, anche in relazione con l’intesa raggiunta nel 1978 a Camp David tra Egitto, Stati Uniti e Israele, che prevedeva una sorta di controversa « autonomia » per i palestinesi dei territori occupati. Ma nonostante le violenze e gli allettamenti, la popolazione palestinese, con alla testa la stragrande maggioranza dei sindaci, si è sempre orientata in favore dell’O.L.P., È anche da segnalare che un movimento di ricupero nazionale si è sviluppato in misura crescente tra gli arabi « israeliani », i quali hanno dimostrato di approvare in alta percentuale il programma di indipendenza dello Stato palestinese.

G.Va.

Paliaga, Antonio

N. a Rovigno d’Istria il 13.9.1889, m. a Castelfranco Emilia (Modena) il 16.1.1939; contadino.

Fin da ragazzo partecipò alle varie attività della Gioventù socialista. Durante la Prima guerra mondiale fu marinaio della Marina da guerra austroungarica (allora l'Istria faceva parte dell’Austria) a bordo della nave ammiraglia «[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 550

Brano: [...] una svolta decisiva nel 1953, grazie alla sua fusione con il Partito socialista arabo guidato da Akram Awrani. Era sorto così il Partito socialista della rinascita araba (di cui il Ba’th costituiva l’ala più radicale), la cui influenza si era estesa rapidamente fra gli intellettuali e i ceti medi progressisti. L’adesione alla R.A.U. e l’infelice esito di tale esperienza avevano provocato aH’interno del nuovo partito gravi tensioni, esplose nel colpo di stato dell'8.3.1963, sostenuto appunto dalla sua ala radicale.

In seguito al colpo di stato del marzo 1963 si formò un governo guidato dal colonnello (ora generale) Feisal Al Atassi e risultò costituito da una coalizione di “ba’thisti”, di militari e di nazionalisti filonasseriani. Quando questi ultimi, il 18.7. 1963, tentarono con un nuovo colpo di stato di impadronirsi compietamente del potere, furono sconfitti e il loro fallimento rinforzò il Ba’th, che portò alla presidenza del C.N. C.R. Amin Al Hafiz. Nell’aprile 1964 fu promulgata una nuova costituzione (provvisoria) che assegnava il potere legislativo al C.N.C.R. e vennero al tempo stesso avviate misure di nazionalizzazione e di riforma agraria di tipo socialista. Queste misure provocarono in diverse parti del paese (soprattutto fra gli artigiani e i commercianti della città, per lo più sunniti) disordini antigovernativi capeggiati dai filonasseriani e dalla setta islamica dei[...]

[...]deologici attraversavano anche il Ba’th, nel quale era sorta una nuova generazione di militanti che, convinti della necessità di collegare la lotta nazionale a una prospettiva di azione contro l’imperialismo occidentale, non condividevano il puro e semplice nazionalismo di Aflaq e degli altri capi storici del partito. Nell’ottobre 1963, al VI Congresso del Ba’th, quest’ala di sinistra ebbe la maggioranza e il 23.2.1966, in seguito a un ennesimo colpo di stato militare, Aflaq e Bitar vennero espulsi dal partito e costretti all'esilio. Alla testa del nuovo governo fu posto Yusuf Zuwayyin, ma l’azione era stata ispirata dal generale Sai ah Jedid.

Riprese quindi il cammino verso una ristrutturazione economica di tipo socialista aH’interno, mentre in politica estera si aveva un’avvicinamento all’U.R.S.S. e un miglioramento dei rapporti con Nasser (a sua volta orientatosi, nel frattempo, verso il “socialismo scientifico”). La partecipazione siriana a fianco dell’Egitto, cioè all’attacco militare egiziano contro Israele nella cosiddetta “gue[...]

[...]) e determinarono una nuova crisi: del dissidio tra comunisti e Ba’th poterono profittare i militari, dimostrandosi ancora una volta la forza dominante del regime ba’thista. AH’interno della sinistra del Ba’th acquistò grande potere il generale Hafez El Assad, un alauita che era ministro della Difesa e leader di un nucleo nazionalista più spregiudicato in campo economico e sociale.

L’ascesa di Assad

Nel 1969 Assad riuscì a compiere il suo colpo di stato prendendo di fatto il potere che consolidò l’anno successivo, manovrando abilmente in campo economico con l’Unione Sovietica e i passi dell’Europa orientale, e sostenendo al tempo stesso la resistenza palestinese, fino a intervenire militarmente in Giordania in appoggio ai palestinesi nei giorni del “Settembre nero”. Salito al vertice dello stato nel no

vembre del 1970, attraverso una gestione molto personale del potere e per mezzo di un liberismo realista Assad riuscì a guadagnarsi l’adesione di buona parte della borghesia mercadora che si era rapidamente sostituita all’aristocr[...]

[...]identifichi, in Siria, con il partito degli alauiti, cioè di una minoranza numericamente insignificante), e fronteggiando l’opposizione interna dei Fratelli musulmani con i Servizi di sicurezza, il regime di Assad si è posto il compito di realizzare gli obiettivi strategici dei governi che l’hanno preceduto: stabilire la supremazia siriana nella “mezzaluna fertile” attraverso il controllo del Libano, della Giordania e della Palestina (ossia dell’O.L.P.), cercando di tener fuori da questa zona, attraverso vari sistemi di alleanza, Iraq ed Egitto. In tale quadro sono da considerare l’intervento del 1976 in Libano (cioè, in giugno, l’occupazione militare della valle della Beqaa e, nell'ottobre, il riconoscimento del protettorato siriano in Libano da parte degli altri paesi arabi), i tentativi di controllare sempre più da vicino l’O.L.P. (v.), i relativamente buoni rapporti con libanesi e iraniani.

Pur mantenendo strette relazioni con l’U.R.S.S., il governo di Damasco ha riallacciato i rapporti diplomatici con gli U.S.A. (1974) e ha adottato un approccio estremamente cauto nei confronti del problema israeliano, aspirando a ricoprire quel ruolo che l’Egitto ha dovuto abbandonare dopo l’accordo stipulato dal premier Sadat a Camp David, ripudiato come un vero e proprio tradimento dai paesi arabi. Dal 1986, la posizione internazionale della Siria si è tuttavia aggravata in seguito alle accuse rivolte dagli U.S.A. e dall’Inghil[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 116

Brano: [...]militari. Di fronte a una grave crisi economica aH’interno e a un indebolimento generale della sua posizione nel Medio Oriente, Israele continuava nondimeno nella sua politica aggressiva, concentrando i propri sforzi contro il Libano, paese militarmente debole, nel tentativo di aizzare la popolazione libanese contro i profughi palestinesi e contro i fedayn operanti dal Libano meridionale.

Intanto VOrganizzazione della liberazione palestinese (O.L.P.), trasformatasi dopo il 1967 da organizzazione di guerriglia in movimento politico sotto la guida di Yassir Arafat (v.), nel novembre 1974 ve

116



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 375

Brano: [...]i Gerusalemme vennero occupate dalla Transgiordania che, da quel momento, cambiò il proprio nome in Giordania, mentre la cosiddetta striscia di Gaza rimase presidiata dagli egiziani.

Con il conflitto del 1967 lo Stato di Israele, avendo occupato la Cisgiordania e Gaza, fornì indirettamente le basi per un rilancio delle rivendicazioni del movimento nazionale palestinese, rappresentato dall 'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (v. O.L.P.), per costituire uno Stato indipendente in quei settori della Palestina mandataria indiscutibilmente attribuiti dall’O.N.U. al popolo palestinese.

Cenni storici

Le vicende degli ultimi sessantanni, sommariamente rievocate, indicano come il concetto stesso di Palestina, nel senso geografico, storico e politico sia andato mutando nel corso del tempo. Di conseguenza, risulterebbe Insensata o pericolosamente nazionalistica al giorno d’oggi ogni pretesa che avesse come base, anziché i connotati etnici delle popolazioni ivi residenti, l'entità geografica quale si è configurata durante <l’una [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 395

Brano: [...]ll’Unione di Centro nella circoscrizione di Atene.

Nei governi presieduti dal padre, occupò la carica di ministro di Stato alla Presidenza del Consiglio, poi quella di ministro aggiunto al coordinamento economico. Fin dall’inizio si scontrò con l’Ambasciata americana di Atene, che accusò di ingerenze negli affari interni della Grecia, e con i servizi segreti ellenici per la loro collaborazione con quelli americani nonché per le loro attività golpiste.

Le accuse secondo cui Andrèas Papandrèu era a capo di un complotto di ufficiali democratici dell’esercito, raggruppati in una organizzazione clandestina denominata Aspida, nel luglio 1965 servirono da pretesto al re Costantino per rovesciare con un colpo di mano il governo dell’Unione di Centro, quantunque questa fosse sostenuta dal 53 per cento dei voti. Seguì un periodo di grave crisi politica che culminò, il 21.4.1967, con il colpo di stato dei « colonnelli ».

Arrestato la notte del golpe, Andrèas venne rilasciato il 16.1.1968, ma fu obbligato a espatriare insieme alla famiglia. Fu così a Parigi, poi a Stoccolma e infine a Ottawa, dove riprese l’insegnamento. NeU l’esilio fondò il Movimento panellenico di liberazione nazionale (P.A.K.) che incitò i greci alla resistenza, ma senza grande seguito.

Capo del governo

Rientrò in Grecia nel luglio 1974, dopo la caduta della dittatura e il

3 settembre dello stesso anno fondò il Movimento socialista panellenico (Pasok) che, alle elezioni po

Andrèas Papandrèu, presidente del Consiglio, riceve ad Atene il capo dell’O.L.P. Ar[...]

[...]tawa, dove riprese l’insegnamento. NeU l’esilio fondò il Movimento panellenico di liberazione nazionale (P.A.K.) che incitò i greci alla resistenza, ma senza grande seguito.

Capo del governo

Rientrò in Grecia nel luglio 1974, dopo la caduta della dittatura e il

3 settembre dello stesso anno fondò il Movimento socialista panellenico (Pasok) che, alle elezioni po

Andrèas Papandrèu, presidente del Consiglio, riceve ad Atene il capo dell’O.L.P. Arafat (giugno 1983)

litiche del novembre, ottenne il 13,58 per cento dei voti e 12 seggi (su 300) in Parlamento.

Tre anni dopo, nelle elezioni del 20.11.1977, il Pasok si affermò come il secondo partito greco (dopo quello di Nèa Dimokratìa, capeggiato allora da Karamanlis), raccogliendo il 25,31 per cento dei voti e ottenendo 93 seggi in Parlamento. In entrambe le tornate elettorali Papandrèu fu eletto deputato nella circoscrizione di Atene.

Agli inizi degli anni ’80 ammorbidì le sue precedenti posizioni radicaleggianti di netto rifiuto della partecipazione della Grecia alla N.A.T.O[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 177

Brano: [...]loniale, difficoltà che hanno indotto la popolazione a rinnovare scioperi e proteste nel gennaio 1984, mentre in politica estera la moderazione e il buon senso hanno garantito a Tunisi un posto di prestigio nei paesi dell'Occidente arabo. Oggi inoltre Tunisi ospita la Lega Araba, di cui è segretario il tunisino Chadlj Klibi, in seguito all’abbandono della sede del Cairo per la firma del trattato di Camp David tra Egitto e Israele. E vi ha sede l’O.L.P. (v.) qui trasferita dopo l’attacco israeliano a Beirut nel 1982.

Tuntar, Giuseppe

N. a Visinada d’Istria (Pola) il 7.1. 1882, m. a Buenos Aires (Argentina) il 2.7.1940; impiegato.

Di famiglia proletaria, si iscrisse giovanissimo al Partito socialista italiano (pur vivendo neH’Impero austroungarico), militando nell’austromarxismo e più tardi nell'ala massimalista del P.S.I..

Decisamente internazionalista, si mise in luce per la sua concezione classista della questione nazionale, che espose anche in opuscolo (Socialismo e questioni nazionali in Istria, Pola, 1905), prospettando, in [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine O.L.P., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---comunista <---israeliana <---israeliani <---israeliano <---U.S.A. <---socialista <---Diritto <---O.N.U. <---Partito comunista <---Stato di Israele <---comunisti <---egiziano <---siriani <---siriano <---Agraria <---Al Fatah <---Camp David tra Egitto <---La guerra <---R.A.U. <---U.R.S.S. <---antifascista <---antifascisti <---artigiani <---fascisti <---liberismo <---nazionalismo <---nazionalisti <---pluralismo <---siriana <---socialismo <---socialisti <---taliano <---A.A. <---Akram Awrani <---Al XVI <---Americano di Atene <---Amin Al Hafiz <---Aratat L <---Argentina Adolf Eichmann <---Aurora Corselii <---Ben Gurion <---Ben Salah <---Bernardo Biondi <---Bibliografia <---Bocche di Cattaro <---C.L.N. <---C.N. <---C.N.C.R. <---C.R. <---Camera di Commercio di Palermo <---Camp David <---Camp David fra Egitto <---Cesare Collini a Pistoia <---Commercio di Palermo <---Conferenza di Baghdad <---Congresso del Ba <---Dalla Sicilia <---Delegazione Comando Brigate Garibaldi <---Dimessasi Golda Meir <---Diplomatica <---Diritto internazionale <---Economia politica <---Farhat Hached <---Feisal Al Atassi <---Filosofia <---Fin da ragazzo <---Forno Ca <---Fratelli musulmani <---G.T.T. <---Giuseppe Miceli <---Hafez El Assad <---Hussein di Giordania <---John F <---John F Kennedy <---La Questione Siciliana <---Margaret Chant <---Mario Palermo <---Michele Rossi <---Movimento di Unità <---Movimento operaio <---Movimento panellenico <---Mutilati di Napoli <---N.A.T.O. <---Nazioni Unite <---Neo-Destùr <---Nuovi Quaderni del Meridione <---O.P.E.C. <---O.V.R.A. <---Orlando a Mussolini <---P.A.K. <---P.C. <---P.C.I. <---P.S.I. <---Paimiro Togliatti <---Pompeo Colajanni <---Presidenza del Consiglio <---Repubblica Araba Unita <---Rientrò in Grecia <---Rosario Lentini <---S.S. <---Sadat a Camp <---Salvatore Di Benedetto <---San Giorgio <---Santo Spirito <---Scienze <---Scienze economiche <---Settembre nero <---Sicilia da Orlando a Mussolini <---Silvano Bensasson <---Stati Uniti <---Storia <---Storico I <---The Wall Street Journal <---Tunisia nella Seconda <---U.G.T.T. <---Unione Popolare Italiana <---Vincenzo La Rocca <---Yassir Ara <---Yassir Arafat <---antifascismo <---bellicista <---capitalismo <---classista <---colonialisti <---cristiana <---dell'Occidente <---economista <---egiziana <---egiziane <---egiziani <---fascismo <---fascista <---fasciste <---giolittiana <---golpiste <---ideologia <---ideologici <---imperialismo <---imperialista <---indipendentisti <---internazionalista <---iraniani <---irredentisti <---israeliane <---italiane <---italiani <---italiano <---laicismo <---massimalista <---nazifascisti <---nazionalista <---nazisti <---oltranziste <---progressista <---progressisti <---realista <---revansciste <---riani <---riconquista <---riformisti <---separatismo <---seriani <---siciliana <---siciliano <---socialiste <---stromarxismo <---thista <---thisti <---trotzkismo



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