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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale Nuoro è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 90Analitici , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Franco Cagnetta, Inchiesta su Orgosolo. Parte seconda: Dichiarazione sull'operato della polizia in Orgosolo [testimoni Maria Antonia Filindeu (27 anni), Maria Antonia Rubano (21 anni), Teresa Piras fu Pietro(70 anni), Giovanna Vedele di Carlo in Sini(60 anni), Maria Corbeddu di Giuseppe e di Corrias Maria (49 anni),Maria Floris in Menneas(52 anni),Giuseppina Fogu in Murgia(43 anni), Pietro Sorighe fu Giuseppe(72 anni),Giuseppe Moscau fu Andrea(45 anni,pastore),Natale Davoli fu Leopoldo(48 anni,bracciant... in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 9 - 1 - numero 10

Brano: [...]lo Giovanni, il solo sostegno della famiglia, lo hanno arrestato e confinato. Siamo le sole ad Orgosolo che siano rimaste di tutta la famiglia di Pasquale Tanteddu. Due povere ragazze sole, senza aiuto.
Il 1950 per la prima volta arrestano mio fratello Giovanni, di anni 29, mentre ritornava in paese con le pecore. Era rientrato appena in casa e lo arrestano. Lo accusano di essere il « cugino di Pasquale Tanteddu ». Lo tengono un mese in cella a Nuoro. Poi alla Commissione di confino: 3 anni. Un anno glie lo hanno tolto con l'Appello. Ritorna appena, ed il 28 dicembre 1953 in paese uccidono a Demurto Francesco. Fanno una battuta i carabinieri. Mio fratello stava in campagna e lo arrestano : « Non hai fatto niente... Ma sei il cugino di Pasquale Tanteddu ». Lo portano a Nuoro, lo tengono un mese in cella. Poi alla Commissione di confino : 5 anni, ad Ustica.
PI una rovina. A noi, a me e mia sorella ci hanno rovinato. Dovevamo pagare 100 mila lire per gli avvocati e poi spese di viaggio, e pacchi. Ne abbiamo date 30 mila con i sacrifici che sappiamo, perché non ne abbiamo in piú. E intanto dobbiamo tirare avanti: i sacrifici che facciamo non li diciamo, perché la famiglia non deve avere dispiaceri in più. Siamo demoralizzate. Tutta la nostra famiglia é stata distrutta, completamente. Primo: mio fratello, poi: mia cugina Antonia, la sorella di Pasquale, di 22 anni, [...]

[...]padre Antonio Pasquale Rubano é stato arrestato in Baronia. E per la morte di Pietro.
Basta. Vengono dunque il 22 di aprile 1954, e dalla sera del 21 mi mettono l'assedio per chiudermi nella casa. Alle 5 di mattino cominciano a bussare forte, nella porta. Esco e dico che ci avevo la bambina a sonno. Era ammalata. Chiedo silenzio. Il maresciallo non credeva. Viene e trova la bambina, a letto, malata. In pianto.
Basta. Mi pigliano e mi portano a Nuoro per l'arresto. Non hanno perquisito: tutte le altre volte lo avevano fatto. Mi tengono a Nuoro un mese nelle carceri ed il 20 maggio mi giudicano per il confino. Dicevano che la bambina era stata legittimata da Pasquale ora. Impostori! Dal 1949 non lo ho più visto. O, falsi giudiziari! Siccome ero fidanzata di Pietro credevano che dovevo ora essere fidanzata con Pasquale.
E dove stiamo?!
Sono loro che vogliono spingere a questo e a farci credere che i banditi sono una grande cosa.
La bambina é rimasta sola. Ero disperata. La volevano mandare in un istituto di suore. La bambina era malata. Ci avevo il certificato medico.
Qualcuno allora ci ha avuto un cuore meno duro e i due anni di[...]

[...]i. Sono Ammonita! Adesso racconto le persecuzioni della mia famiglia.
Mio figlio Fedele, 25 anni, la prima volta fu cercato il 15 di febbraio 1954 dicendo che era appoggiatore di banditi solo perché vicino di casa a Tanteddu, senza che si conoscevano. Il 26 non si era presentato. Allora i carabinieri vengono e prendono un altro fratello, Giuseppe, di 20 anni. Era servo. Sono andati a prenderlo all'ovile, dal padrone. Lo portano nel paese, poi a Nuoro, e lo hanno tenuto al carcere otto giorni. « Sei fratello del latitante ». Non sapeva niente. Lo hanno rilasciato. E dopo venti giorni vengono a casa a prendere me, la madre. Vengo in casa e trovo l'avviso della Questura. « Che c'è? ». « Ti vogliono parlare ». Vado là e mi hanno preso senza una parola. Mi portano al carcere a Nuoro. Non mi hanno lasciato neppure avvisare la famiglia. È rimasta sola una mia figliuccia di tre anni. « Siete la madre del latitante » dicevano. Mi hanno tenuta 32 giorni. Poi mi hanno passata alla Commissione di confino perché non facevo la spia al mio caro figlio. Mi hanno dato due anni per ammonita.
Il giorno che mi hanno lasciato, lasciano me e prendono mio marito, il padre del ragazzo. Non si è reso. È un vecchio di 73 anni ed all'ovile ha lasciate sole 150 capre. E hanno preso pure il nostro bam
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bino, Andrea, di 13 anni. « Siete il padre e il fratello del lati[...]

[...]i confino perché non facevo la spia al mio caro figlio. Mi hanno dato due anni per ammonita.
Il giorno che mi hanno lasciato, lasciano me e prendono mio marito, il padre del ragazzo. Non si è reso. È un vecchio di 73 anni ed all'ovile ha lasciate sole 150 capre. E hanno preso pure il nostro bam
INCHIESTA SU ORGOSOLO 185
bino, Andrea, di 13 anni. « Siete il padre e il fratello del latitante ». Poi li hanno rilasciati dopo otto giorni che era a Nuoro.
Vengono a casa lo stesso giorno e prendono mio figlio Giuseppe, un'altra volta. Il 14 marzo, mentre stava a presentarsi per il servizio militare, lo arrestano sul postale, dicendogli: « Tu sei il fratello del latitante ». Tenuto un mese lo passano alla Commissione di confino. E gli hanno dato due anni di ammonizione.
Allora il fratello Fedele, mentre era in carcere Giuseppe, si é costituito. Prendevano tutta la famiglia, piccoli e grandi. Un commissario che metteva il bollo veniva in buon umore e mi dice che prendeva tutti, anche la bambina di 3 anni. Presentato Fedele il 31 di maggio 1954[...]

[...]ra in carcere Giuseppe, si é costituito. Prendevano tutta la famiglia, piccoli e grandi. Un commissario che metteva il bollo veniva in buon umore e mi dice che prendeva tutti, anche la bambina di 3 anni. Presentato Fedele il 31 di maggio 1954 lo hanno messo ° un mese in carcere e lo hanno passato alla Commissione di confino. Due anni di confino — lo ho saputo oggi — e non sappiamo dove!
Tutti abbiamo provato che é il carcere. Per tanti viaggi a Nuoro, per tre mesi, e per il mangiare almeno ai carcerati ci abbiamo speso 100.000 e 40.000 lire all'avvocato, tutto quello che c,i avevamo, il frutto di tanti anni. E abbiamo imprestato anche. La mattina mio figlio andava all'orto ad acquare, andava al gregge: ora non pub più andare. La paga di Giuseppe è presa avanti per un anno: è come morto. Le figlie per la prima volta vanno a lavorare da dieci giorni : e ora non ci è il lavoro. Il marito é vecchio: fa tutto, troppo: si può ammalare. Sono proprio disperata: devo stare in casa, niente orto, niente pane, devo stare in casa come Ammonita. Ci ho [...]

[...]tà « Costa 'e turris » a pascolare. All'alba, due ore prima di succedere il conflitto vanno i carabinieri, lo prendono e lo legano. « Perché stai qui e non te ne sei andato prima? ». « Non ne ho nessun motivo ». Esce il conflitto. Il padre stava in « Viriddi » a guidare i maiali con l'altro bambino, del 1934, Onorato. Passano i carabinieri e arrestano a tutti. Il padre ha saputo che il nostro Giuseppe era stato il primo e innocente. Li mandano a Nuoro e gli fanno fare 20 giorni. Poi lo lasciano, senza verbale. Il verbale se lo hanno fatto dopo, come piaceva a loro.
Prendono a Giuseppe: « Tu sei pregiudicato. Ci hai una condanna per tassa del carro agricolo ». « Nossignore ». « E anche un paio di binocoli abusivi ». « Non è vero! ». « Taci! ». Mettono a verbale. Giuseppe si spaventa. Vado io dal Commissario: « Per la contravvenzione si deve trattare di Menneas Giuseppe di Pietro ma la madre è Vedele Carola non Floris Maria, sottoscritta. È un suo cugino di Mamojada... ». «Beh, può essere ». «E i binocoli? ». Vado e mi metto a cercare. Il g[...]

[...] i carabinieri non hanno voluta lasciare a nessuno. Ce ne sono morte anche di capre. E qualcuna presa. Quattro o cinque giorni sono restate sole, disperate.
Abbiamo anche una vignetta : la abbiamo lasciata senza lavorare, perché non avevamo possibilità a mettere manovali.
E le spese? Abbiamo messo avvocati e per Giuseppe ci ha preso 10.000 lire e per Domenico 6.000, e altri regali. I viaggi? Almeno trenta, qualcuno piú. 400 lire al viaggio per Nuoro andata e ritorno: una dieci e cinque mila lire. Ed anche adesso stiamo a fare i pacchi, ai figli: li abbiamo fatti il giorno 15. Sette chili per uno di formaggio e lardo. Mio marito è un uomo di sessantanove anni in campagna : a restare in campagna. C'è il bisogno. Nella casa, si può ben comprendere, non c'é nessuno a lavorare. Ci sono le due sorelle che vanno a lavorare. Anche altre due, poi, piccole. Una che porta il gozzo. Avrebbe dovuto essere ritirata, e non andare alla giornata!
Ed io, ora? Si può immaginare: la madre. Non ci passa nemmeno un giorno senza piangere due o tre volte ogni [...]

[...]o di Mamojada da un proprietario di Lanusei. Lo arrestano, lo processano e gli danno sei anni di carcere. Si fa tutti i carceri di Lanusei, Cagliari, Civitavecchia, Asinara. Rilasciato, il 26 dicembre 1953, torna in paese e se ne va in campagna. Per il solo fatto
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della condanna precedente, gli dicono subito, infamemente, che é appoggiatore di banditi. Me lo arrestano di nuovo, senza accusa precisa: i mese di carcere a Nuoro, 1 anno di confino a Terraferma. È la prima croce.
Raimondo, pastore, di anni 23, incensurato. Aveva 21 anni la prima volta che lo prendevano perché soltanto stava in campagna — dopo il fatto del fratello — e infamemente lo accusano di appoggiatore di banditi : 3 mesi di carcere, 3 anni di confino. Faccio l'appello e riconoscono la sua innocenza : lo rimandano a casa prima del tempo. Sta in casa pochi giorni, poi se ne deve andare per lavoro in campagna. E allora lo accusano ancora, infamemente, di essere appoggiatore di banditi: 1 mese di carcere, 1 anno di confino. E la seconda croce.
Giu[...]

[...]one il 28 ottobre (che bella data!).
Basta. Qui comincia il fatto bello.
196 FRANCO CACNETTA
Io sono piccolo commerciante di maiali, come ho già detto: devo viaggiare per arronzare onestamente un diecimila lire con tanto lavoro. Sto ad Orgosolo ma lavoro a provincia di Sassari: qui ho il bestiame a ingrasso. Chiedo il permesso di andare là alla Questura di Orgosolo e mi dicono: « Per te comanda Sassari. Il commissario di Orgosolo ha scritto a Nuoro e il Questore ha saputo che tu dipendi da Sassari. Non possiamo fare nulla ». Scrivo a Sassari, in carta bollata — quanti soldi sudati — e mi rispondono: « Di te non ci interessa. Tu sei di Orgosolo e sono loro che ti devono guardare. Piuttosto dicano e si accusino che si sono sbagliati ». Così il giudice Masula. Chiedo a febbraio un permesso per andare a vedere i porci miei, e questi, senza commuoversi, me l'hanno rifiutato. Per questo solo ho perduto 150 mila lire, che avevo a venderli, e può giurarlo un negoziante che li acquistava, Melis Antonio di Salargios. Rifaccio la domanda in carta [...]

[...]stola ». Chiama l'esattore Puligheddu e gli dice: « A Mereu lo perdoni? ». «Non ci ho niente da perdonare. Non ha fatto niente ». « Maresciallo, perché fa così », dico io. « Faccia il capostazione, e basta ». Il capostazione dei carabinieri, naturalmente. Come dovevo dire? «Io so tutto ad Orgosolo — dice allora il maresciallo. — Sono 4 giorni che sto ad Orgosolo e so che sei un delinquente, un assassino ». Basta. Penso di prendere il postale per Nuoro, per andare a denunziarlo, ma perché sono ammonito mi ci "vuole un permessino. Volevo andare a Nuoro, al Questore, perché ad Orgosolo la mia denuncia non partiva. Erano le 11. Me lo hanno negato.
Così finisce la prima parte del fatticino.
Verso le 11, il 3 di aprile, dicevo, appena tornato stavo in casa mia e sento che si gridava: « Mereu! Mereu! ». Stavo a dormire giá con mio fratello a terra e lui era ammalato. Ho capito che era per
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una vendetta, forse di chi stava in caserma. Mi sono alzato dalla cucina, dove stavo, e vado in un'altra stanza, al piano sopra. Mio fratello poveretto, che ha fatto 6 anni di militare e 22 mesi di prigionia, dormiva. Guardo da una fines[...]

[...] invece. Il maresciallo mi sembrava ancora mezzo succo e al momenta di parlare non attaccava una parola. Si alza in piedi e mi dice a bocca aperta: ((Ti mangio! Ti mangio! Sei tu che hai ammazzato tutti in Orgosolo, assassino. Ho saputo tutto. Sei tu, sanguinario, criminale! ». Io gli ho risposto: «Non ho ammazzato mai a nessuno ». « La guardia Tessoni é stata morta alle 11, stamattina ». « E alle 11 io stavo a chiedervi il permesso per andare a Nuoro ». Mi hanno mandato in camera di sicurezza e mi hanno fatto vedere spuntare il giorno 4 volte. Mio fratello era andato a parlare ed a dire che stavo in casa tutto il giorno. « E noi gli diamo l'ergastolo. Ed a te pure ». « Se aveva ucciso era latitante, e non in
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casa ». « Guarda che baffi grossi che ho — dice il maresciallo. — Ci ho dei baffi così grossi che ti devono fare paura ». E pugni sulla tavola. « Fate di vostra coscienza. E il giusto. Ci avete una famiglia ». E poi il 4 viene la macchina e mi porta a Nuoro, in carcere.
Il maresciallo andava a casa dell'uc[...]

[...]. Mio fratello era andato a parlare ed a dire che stavo in casa tutto il giorno. « E noi gli diamo l'ergastolo. Ed a te pure ». « Se aveva ucciso era latitante, e non in
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casa ». « Guarda che baffi grossi che ho — dice il maresciallo. — Ci ho dei baffi così grossi che ti devono fare paura ». E pugni sulla tavola. « Fate di vostra coscienza. E il giusto. Ci avete una famiglia ». E poi il 4 viene la macchina e mi porta a Nuoro, in carcere.
Il maresciallo andava a casa dell'ucciso, dalla madre: «È stato Mereu ». « Io volevo bene a questo mio figlio. Sono morta come lui. Voglio che prendete chi ha ucciso. Ma io non voglio mettere in galera chi non lo ha ucciso, questo innocente ».
II 12 di aprile é venuto il giudice istruttore a interrogarmi. Ero dieci giorni alla cella e avevo solo un'ora e tre quarti di sole. Il giudice Garedda mi ha fatto dire tutto quello che é successo in parole, poi si mette a scrivere e a raccontare quanto ho detto. « Guardate, giudice, non fate una ingiustizia contro di me. Sono innocente! [...]

[...]nostro arrivo incatenato: «Vedete, vedete, la gente di Orgosolo ci ha fame. Aspetta la vostra carne ». Dicevano che davano una raffica di mitra a tutti. Bainzu Sebastiano era malato agli occhi. Un poliziotto gli ha detto che stava ridendo. « Io sono malato. Sono cosí agli occhi per disgrazia ». Allora gli ha dato due calci nel culo ed é passato da carabiniere a carabiniere con i calci nel culo. A me mi hanno arrestato e trattenuto nel carcere di Nuoro per venti giorni in cella comune. Perché minorenne mi davano una pagnotta al giorno, minestra niente. La toglievano i padroni del carcere non per darla ai figli loro, ma per finire alle mastelle dei porci. E al detenuto se si toglie la minestra, si toglie la vita ».
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RUBANO PIETRO, pastore, di anni 67:
« Sono un altro dei pastori fermati in campagna per la morte dell'ingegner Capra. Me ne stavo con le capre, insieme a mio figlio Francesco di 22 anni ed altri pastori, all'ovile "Cogosi" che é assai distante da "Meninfili", dove avvenne la sparatoria. Due ore prima di questa arriva un grup[...]

[...]o portare via — la
scino mio figlio o almeno qualche ragazzo a guardare le capre. Sono tutto il bene che ci abbiamo e, lasciate sole, si potevano perdere e potevano rubarci. Glielo ha detto pure Muscau e, per questo, un carabiniere gli tira un cazzotto. Ci legano tutti come chi sa che delinquenti,
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e il bestiame lo allontanano a colpi di calcio di moschetto e con grida e con sassi. Senza passare da Orgosolo ci trasportano a Nuoro, e, pregati in ginocchio, non mandano ad avvisare le famiglie. In casa nostra vanno solo a fare perquisizione e si prendono tre o quattro lettere e fotografie, e pure tre o quattro tazzine di caffè, che non ce l'hanno piú ritornate. Ci tengono a Nuoro, in cella, dopo 21 giorni a me mi rilasciano senza dire un'a, e mio figlio Francesco lo prendono invece, senza ragione, e lo spediscono davanti alla commissione di confino. Gli danno tre anni e ora é a Ustica: rovinato lui ed io, il padre.
Se era colpevole dovevano punire pure me, come lui. Stavamo insieme in quel momento. Perché io non ho fatto niente e lui si?
Non si deve poter stare tranquilli nella propria casa; e non si deve andare onestamente a lavorare in campagna! Così, pare, che vogliono.
E questa si chiama giustizia a terra di Orgosolo! ».
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« Mi chiamo PASQUALE MESINA di Anto[...]

[...]i lavoro. Che hanno fatto col verbale al carabiniere? Nulla. Lo hanno mandato alla cantoniera Giannas di Oliena. E io non sono andato neppure dal medico per paura di una vendetta, se lo dicevo come adesso ».
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SANNA ANGELO fu Carlo, pastore, di anni 16:
« La mattina del 1° gennaio c'è stato lo stato d'assedio per tutto il paese. Dicevano che era per arrestare gli assissini dell'ingegnere. Dalla notte, di sorpresa, all'improvviso, arrivano da Nuoro e Cagliari e Sassari due o trecento carabinieri almeno, e pubblica sicurezza. Vengono in automobili, camion, motociclette, a piedi, e, tutti, circondano il paese con rivoltelle, fucili, mitra, bombe a mano. Subito si è saputo che fuori stavano prendendo tutti. Io ero curioso : ho sentito che c'era guerra. In casa mia non mi volevano fare uscire. Mi metto appena fuori della porta e subito è scesa una pattuglia di carabinieri che si avvicinavano con la rivoltella e l'altro con il mitra. « Scendi giù, avanti, scendi giù ». Per un pezzo sono sceso con il mitra alla schiena. E ci avevano il dito s[...]



da Franco Cagnetta, Inchiesta su Orgosolo. Parte seconda: Orgosolo e lo stato in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 9 - 1 - numero 10

Brano: [...] assistiamo ad una guerra dello Stato contro 200 bande di orgolesi e barbaricini che da tutta la regione si concentrano, come estrema roccaforte, nel territorio di Orgosolo. Tutti i sistemi della guerra coloniale vengono impiegati dallo Stato. Si usa l'esercito e la polizia con battaglie campali come quella svoltasi nella foresta orgosolese di Murgugliai il 1899 tra 200 soldati, poliziotti e carabinieri contro la banda dei briganti SerraSanna di Nuoro e Giuseppe Lovicu di Orgosolo. Negli scontri, durati per vent'anni tra lo Stato ed i pastori muoiono oltre 100 carabinieri ed un numero imprecisato, di certo maggiore, di pastori.
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154 FRANCO CAGNETTA
Interi paesi nel 1899 vengono rastrellati e deportati, ed in una sola volta sono presi nella regione e nel paese di Orgosolo 800 uomini, donne e bambini, di cui 790 sono poi rilasciati. I tribunali, che condannano indiscriminatamente, siedono in permanenza. Enormi distruzioni di patrimoni (di greggi, di campagne, di case) impoveriscono paurosamente il territorio. In coincidenza con questa gu[...]

[...]arabinieri:
I) Celestino Lanfisio
2) Salvatore di Pietro
3) Giovanni Gallittu
ed acciecato il carabiniere:
Giuseppe del Proposto.
Restavano feriti, altresì, gli altri carabinieri ed altri uomini di scorta per un totale di 28.
2) II 25 settembre 1949 viene sequestrato in Orotelli il proprietario Gavino Congiu, con ricatto per 2 milioni, e viene ritrovato ucciso, successivamente nell'ottobre 1949.
3) Il 9 settembre 1950 in loc. «Sa verula (Nuoro) viene fermato ed aggredito da fuori legge un autocarro dell'Erlas ancora e svaligiato di 2 milioni che costituivano le bustepaga degli operai. Sopravvenuta una geep con 4 carabinieri ed ingaggiato conflitto rimanevano uccisi i carabinieri:
1) Salvatore Tilocca
2) Giovanni Manunta
3) Francesco Gennaro.
Rimaneva ferito anche l'autista.
4) II 9 maggio 1951 in loc. « Gianna 'e pelta » (Urzulei) viene fermata ed aggredita da fuorilegge una corriera della ditta Selas e svaligiati i 20 passeggeri. Sopravvenuta una geeps con 6 carabinieri ed ingaggiato conflitto rimangono uccisi i carabinieri: [...]

[...] una battuta, ritrovano il cadavere. del Capra unitamente a quello del sequestratario Emiliano Succu.
PROCFSSI E CONDANNE INFLITTE
AD ORGOLESI NEGLI ULTIMI QUATTRO ANNI (195054)
I processi relativi a quasi tutti i sopracitati reati comporterebbero, altrettanto, un elenco chilometrico e, complessivamente, molti secoli di condanne al carcere.
Il più famoso é quello svoltosi per le due cit. stragi di Monte Maore « Villagrande » e « Sa verula » (Nuoro), svoltasi dal 10 marzo al 2 luglio 1953 alla Corte di Assisi di Cagliari e conclusosi con 13 ergastoli, 2 condanne a 30 anni, 1 a 19, 1 a 4. Con 11 ergastoli risultano colpiti gli orgolesi che sono i primi del seguente
EI.F.NCO DEI CONDANNATI ALL'ERGASTOLO DI ORGOSOLO
1) Tanteddu Pasquale, pastore, latitante, 2 ergastoli.
2) Tanteddu Giovanni, pastore.
3) Sanna Antonio Nicolò, pastore, 2 ergastoli.
4) Bassu Antonio, pastore.
5) Podda Luigi, contadino.
6) Sini Francesco, pastore.
7) Muscau Antonio Fedele, pastore.
8) Bataccone Luigi, pastore.
9) Liandru Giovanni Battista, pastore.
[...]

[...]rulu (Carabinieri).
13) loc. Visti (Carabinieri).
14) loc. Locoe (Carabinieri).
15) loc. Funtana bona (P. S.).
I1 totale numerico delle forze di polizia (carabinieri e p. s.) in Orgosolo non mi é stato possibile accertare. Si consideri in rapporto al numero delle caserme, e si tenga presente che, abitualmente, e specie in situazioni di contingenza, assai frequenti, fanno servizio tutte le forze di polizia (carabinieri e p. s.) del Comando di Nuoro, che si aggira sugli 800. Proporzionalmente al territorio è il più alto di tutt'Italia.
* * *
Le autorità del Governo italiano preposte alla p. s. in provincia di Nuoro pare abbiano sulla popolazione di Orgosolo le stesse opinioni che ieri avevano probabilmente sulle popolazioni dei nostri ex territori africani: opinioni discendenti da teorie razziste e coloniali, quali ogni borghesia nello stadio imperialista ha sulle popolazioni cosidette di colore. Dopo l'omicidio dell'ing. Capra, il Prefetto di Nuoro, dott. Goffredo Volpes, dichiarava che l'orgolese é una razza animale feroce — il falco che non pile, trasformarsi in una razza animale pacifica — la pernice — (Messaggero, 1° dic. 1953); il Questore di Nuoro, dott. Cassiano Scribano, dichiarava che nell'orgolese il crimine é « normale » tendenza (Stampa sera, 29 novembre 1953); il giornale sardo più vicino al Governo, ïl Quotidiano sardo, dichiarava che in Orgosolo «il delitto e l'odio si succhiano al latte materno » (27 novembre 1953). Queste opinioni razziste trovavano sviluppo nella richiesta dell'applicazione di sistemi coloniali : il Prefetto di Nuoro, dott. Goffredo Volpes, dichiarava che, riprendendo i metodi di Mussolini, si poteva ottenere la pace impiccando i banditi sulle piazze e deportando gli orgolesi in continente (Messaggero, 1 dicembre 1953); il Questore di Nuoro, dott. Cassiano Scribano, dichiarava che bisognava aggravare le misure di polizia ed usare, come qualcuno gli scriveva, i lanciafiamme (Messaggero, 29 dicembre 1953); il giornale governativo Il Messaggero, con articolo di fondo, richiedeva una spedizione punitiva contro Orgosolo del tipo di quelle condotte nel Gebel dal « maresciallo » Graziani (1 dicembre 1953); ed il Quotidiano sardo, con articolo di fondo, proponeva : « Spazziamo Orgosolo! Facciamola scomparire come entità geografica » (27 novembre 1953).
INCHIESTA SU ORGOSOLO 161
Non c'è da stupirsi perciò se troppo spesso si sentono da[...]

[...]in altre regioni d'Italia, per es. in Sicilia, contro un banditismo che è di delinquenti abituali, di bande.
Sorprenderà molti sapere, invece, che in Orgosolo di banditi veri e propri, di banditi «legali », attualmente ve ne è uno solo — Pasquale Tanteddu —, latitante già condannato a due ergastoli. Volendo, si pos
INCHIESTA Su ORGOSOLO 163
sono contare in piú, di volta in volta, altri occasionali (una diecina, forse, in tutta la provincia di Nuoro), imputati per lo più di reati di poco conto. Questi banditi, nei delitti che vengono loro attribuiti, non sono legati, abitualmente, tra di loro; non costituiscono banda (e non ne é mai esistita una vera e propria in Orgosolo); sono spesso rivali, divisi tra di loro, nemici.
Per lo Stato questi banditi costituiscono un solo problema veramente grave: essi non sono odiati dalla popolazione ma, direi, amati: ricevono protezione, aiuto, quasi da tutti. E questo, certamente, il solo problema veramente grave per lo Stato.
Il suo compito principale che consiste (o dovrebbe consistere) nell'isolar[...]

[...]oprietario di Orotelli, 150 carabinieri armati di mitra e di fucili in piena notte circondano il paese. 50 o 60 case vengono perquisite. La metà degli uomini presenti nel paese vengono condotti in piazza a mani in alto sotto la minaccia delle armi, e i rimanenti e le donne lasciati nelle case sotto la minaccia delle armi. Dopo una inquisizione personale e sommaria durata 5 ore 100 uomini, ammucchiati in 5 camion, vengono condotti alle carceri di Nuoro. Lasciati qui alcuni per giorni, altri per mesi, vengono poi rilasciati.
2) 11 17 settembre 1950, in occasione dell'omicidio di un barbiere che si diceva confidente di polizia, 250 carabinieri armati di mitra moschetti e mitragliatrici circondano all'alba il paese. Tutte le case vengono perquisite. Tutti gli uomini del paese vengono condotti in piazza sotto la minaccia delle armi, e le donne chiuse in casa sotto la minaccia delle armi. Dirige le operazioni il magg. Onofrio Casano del Comando di Nuoro. Dopo un sommario controllo di tutti i fermati attraverso liste anagra
FRANCO CAGNETTA
fi[...]

[...]ngono poi rilasciati.
2) 11 17 settembre 1950, in occasione dell'omicidio di un barbiere che si diceva confidente di polizia, 250 carabinieri armati di mitra moschetti e mitragliatrici circondano all'alba il paese. Tutte le case vengono perquisite. Tutti gli uomini del paese vengono condotti in piazza sotto la minaccia delle armi, e le donne chiuse in casa sotto la minaccia delle armi. Dirige le operazioni il magg. Onofrio Casano del Comando di Nuoro. Dopo un sommario controllo di tutti i fermati attraverso liste anagra
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fiche stampate oltre 200 orgolesi vengono caricati su 15 camions, 20 camionette e qualche automobile e condotti nelle carceri di Nuoro. « Un arresto in massa che ingorgò le carceri — scrive il giornale l' Unione sarda —. Il registro di matricola carceraria era illeggibile per la fretta con la quale si era dovuto compilarlo per il fermo di quasi tutto il paese ». Dopo giorni o mesi di carcere 200 uomini venivano rilasciati e
12 inviati a confino, senza avere commesso il fatto, come poi risultò da sentenza della Corte di Assisi di Sassari.
3) 1 gennaio 1954. 500 carabinieri ed agenti di polizia, in occasione dell'omicidio dell'ing. Capra, armati di mitra e fucili, circondano il paese di notte. Sono perquisite tutte le case, [...]

[...] avvenire é, per es., dichiarato nelle testimonianze n. 1624. Si svolgono con una periodicità di 1520 giorni. È tale la situazione che gli uomini, per paura, per lunghi giorni non vanno in campagna. E la disoccupazione forzosa che ne consegue, come si può pensare, è forte spinta ai crimini.
Altre misure generali sono:
Rilievo di foto, impronte digitali e cartellini segnaletici di tutta la popolazione
Dal 3 marzo c. a. in tutta la provincia di Nuoro la polizia costringe cittadini incensurati e pregiudicati a farsi fotografare negli uffici di p. s. con un cartellino numerato attaccato al collo, dopo di che si procede a rilievo di impronte digitali e dati di identificazione. Queste misure di guerra, perfettamente inutili in una zona in cui manca una polizia « scientifica » ed i cui reati più frequenti sono omicidi di lontano e
INCHIESTA SU ORGOSOLO 165
furti di pecore, hanno sollevato fortissima indignazione tra la popolazione. Lo ha denunciato per es. alla Camera dei Deputati l'on. Ignazio Pirastu il 9 marzo 1954.
Cani poliziotti
Da q[...]

[...]zitti, per carità. Ci sono due bambine ammalate ». « E noi entriamo lo stesso. Per questo non muoiono... ». Continuano il giro. E, appena escono: nelle case grida isteriche, bestemmie, parole di fuoco. È un passaggio di truppe nemiche?
Sistemi di inquisizione giudiziaria
1) Tribunali speciali (Commissione provinciale per l'Ammonizione ed il Confino).
La polizia sostituisce in gran parte la magistratura in Orgosolo (ed in tutta la provincia di Nuoro) nella sua naturale e piú delicata funzione : il processo. Probabilmente pochi sanno in Italia che in Orgosolo (ed in tutta la provincia di Nuoro) è ancora in vita un tribunale speciale che commina pene speciali: la Commissione Provinciale per l'Ammonizione ed il Confino. In profonda contraddizione con la Costituzione, non previsto dal Codice Penale ma consentito ancora da due paragrafi del testo unico delle leggi di p. s. e da una sentenza della Corte di Cassazione, questo tribunale « politico » si tristemente famoso nel
INCHIESTA SU ORGOSOLO 167
periodo del fascismo che lo introdusse in Italia, con singolare interpretazione di legge viene ora usato nella lotta « contro il banditismo ».
L'importanza che ha questo Tribunale è indica[...]

[...] mostruosità e la illegalità di questo principio che é un'aperta violazione di tutti i principi della attuale Costituzione. Esso é in perfetto contrasto, per es. con l'art. 13 che sancisce che nessun cittadino può essere privato della libertà senza un atto motivato della autorità giudiziaria; ed é in perfetto contrasto con l'art. 25 che sancisce che nessun cittadino può essere sottratto al giudizio naturale. Lo stesso Presidente del Tribunale di Nuoro, dott. Luigi Pintor con una sentenza 5 giugno 1950 ne metteva in evidenza la incostituzionalità.
Ma vediamo quali altre mostruosità giuridiche ci presenta questo Tribunale nel simulacro di processo penale che conduce. Lascio qui la parola alla grande esperienza giuridica di Mario Berlinguer che piú volte con i sen. Pietro Mastino, Spano e gli on. Lussu, Laconi, Pirastu ecc. si sono battuti e si battono in Parlamento per l'abolizione: « Come può difendersi un innocente? Non si procede ad istruttoria. Il cittadino, spesso incensurato, vien tratto in arresto e, per il confino, tradotto davanti [...]

[...]che, oltre tutto, servono a sollecitare il non mai abbastanza de
(18) op. cit., p. 58 e p. 96.
INCHIESTA SU ORGOSOLO 173

precato « gallismo » italiano. Mi è capitato di assistere in paese ad alcuni colloqui tra carabinieri che, probabilmente, pensano allo stesso modo e ragazze orgolesi.. Da questi risulta la composta dignità delle donne ed il calore scomposto di qualche indegno bellimbusto:
Carabinieri: — Venite con noi, che vi portiamo a Nuoro in macchina. Ragazze: — Non siamo abituate a trattare con voi e non ci piace stare con i carabinieri.
Carabinieri: — Ma guardateci, guardateci — e si arricciano i baffetti. Ragazze: — Le ragazze di Orgosolo non se la fanno con i carabinieri. Carabinieri: — Voi ci offendete. Badate come parlate!
Ragazze: — Lasciateci stare e rispettateci.
Carabinieri: — Siete più delinquenti degli uomini. Vi domeremo con lo strumento.
Ragazze: — Ma chi credete di essere, o vanitosi! Pensate a domare voi stessi con la giustizia.
***
Quale é la conseguenza di questa politica razzista, coloniale?
La divisi[...]

[...] beghe personali, non per timore od amore dello Stato.
Il silenzio di fronte alla polizia é legge generale, rispettata e fatta rispettare, come il « codice locale ». Non esiste probabilmente altro paese in Italia in cui il silenzio popolare — la omertà, per usare un termine statale — é tanto vasto. È il prodotto di una storia secolare, profondissima. « La verità — dichiarava per es. l'anno scorso il comandante dei carabinieri della provincia di Nuoro, magg. Onofrio Casano — é che interrogare gli orgolesi é perfettamente inutile. E tutto tempo perso. Anche messi davanti all'evidenza dei fatti gli orgolesi non parlano se non in un caso su dieci milioni. Essi si lasciano condannare a volte pur di non fare il nome di un bandito accusato. È un fatto: Orgosolo non parla. Questa é la mia esperienza » (20). E di queste dichiarazioni ne potrei citare quante se ne vogliono.
Se non parla di fronte alla polizia l'orgolese non parla neanche di fronte alla magistratura. « È certo che nessuna regione d'Italia — scri
(20) L'Unione sarda, Cagliari, 9 ap[...]



da Franco Cagnetta, Inchiesta su Orgosolo. Parte prima: Orgosolo antica [e appunti di Ernesto De Martino sul pianto rituale sardo] in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 9 - 1 - numero 10

Brano: NUOVI ARGOMENTI

y. 10 SettembreOttobre 1954

INCHIESTA SU ORGOSOLO i

ORGOSOLO ANTICA

Chi inoltrandosi nel centro della Sardegna diretto allo sperduto paese di Orgosolo percorra lunga la camionabile la estesa e deserta pianura di granito e di macchia bassa che, desolata e silente, va per 40 km. da Orosei a Nuoro, vede all’improvviso — come una antichissima visione naturale — levarsi un monte di pareti dolomitiche bianche e scoscese — il monte di Oliéna — primo segnale di una lunga catena di monti uguali, e da esso nascosti, che per circa 40 km. si stende sino al mare.

In contrasto con la pianura biancogrigia e tutta uguale che si attraversa — che è una gigantesca piattaforma di granito sollevatasi tutta insieme sul mare qualche milione di anni fa — quel grande monte, con la catena retrostante, si impone subito come una montagna mitologica — quale può essere, ad esempio, il Kilimangiaro in Africa —[...]

[...] in Africa — e, scomparendo di tratto in tratto e sempre ricomparendo per la camionabile, dà l’impressione, sempre più intensa, di un immobile, tetragono nume del luogo.

Dietro quella montagna sta il paese di Orgosolo. Chi volesse raggiungerlo direttamente dalle coste del Tirreno incontrerebbe l’ostacolo di scoscesi e 'quasi invalicabili monti a strapiombo sul mare. La via più facile per accedere ad Orgosolo è quella che passa per la città di Nuoro ed è l’accesso storico seguito dalla preistoria.

La strada che, superato ai piedi il monte di Oliena, parte da Nuoro sino ad Orgosolo per quasi 18 km. è una salita costante e impercettibile su un grande altopiano di granito, ondulato a fasce, a gobbe. Arrivati al paese di Mamojada, e quivi presa una mulat2

FRANCO CAGNETTA

tiera stretta e polverosa, rigirando per curve continue, che sono tutte nascoste e dominate da massi e da dirupi, solo qualche quercia secolare, verde vivo, interrompe il monotono biancogrigio della pietra, il caldo ocra dei terreni alluvionali, il verde cupo della macchia che su tutto impera.

Il paese di Orgosolo è disposto a mezza costa di una montagna bassa e orizzontale « su [...]

[...] la sua pianta a focolare centrale, continua, con rudimentale sviluppo, uno dei tipi della casa preistorica europea.

Uscendo dai « fughiles », e riprendendo la via centrale, dopo un caos di altre case, al limite del paese, si trova uno spiazzo largo, quadrato, pieno di polvere e di pochi alberi, che, a strapiombo, si affaccia sulle campagne circostanti. Ricompare incombente, quasi dolce, eppur pauroso, il monte di Oliena che, nel percorso tra Nuoro e Orgosolo, di tanto in tanto, si era lasciato intravedere.

Questo è il paese, dall’esterno, ma quel che ancor più forse vi colpisce è la visione di uomini e di donne inconsueti. Nei giorni normali, ad un estraneo che arrivi in auto, con la corriera quotidia4

FRANCO CAGNETTA

na il paese appare quasi sempre vuoto, spopolato. Uomini non se ne incontrano perché sono tutti, o quasi tutti, ai pàscoli. Si incontrano sulla via solo donne e vecchi.

Le donne di Orgosolo, tra tutte le pastore di Sardegna — per chi ne abbia un poco esperienza —, si possono riconoscere facilmente. Di statura[...]

[...]ore Floris Carlo fu Giovanni e fu Sanna Maria Antonia, di Orgosolo, nato, probabilmente, il 1877. Ecco i miei appunti dell’intervista, avvenuta tramite i pastori Succu Giovanni Antonio e Marrosu Antonio, di Orgosolo.

« Mai uscito da Orgosolo. Il paese lo conosce. È da 17 anni senza andare al paese. Non va al paese da 17 anni. Prima andava ogni tanto, ogni 3 o 4 anni. Al paese? Che ci ha da farci? Sta meglio qui. Non ha mai fatto il soldato. A Nuoro ci è andato, per la leva. Ma non lo hanno voluto perché era basso. E un’altra volta

(3)

TABELLA DEL BESTIAME DI ORGOSOLO SECONDO I 2 SOLI CENSIMENTI UFFICIALI

Stato sotto il quale si è svolto il censimento

Regno d’Italia

o

Ss 81 <s

1908

1930

rt

P «

16.313

15.892

O

102

177

Asini

21

37

Muli

Bovini

1809

1235

Suini

4156

1935

Ovini

6424

9891

c

a,

rt

o

3801

2617

N.B. — I dati dei due censimenti sono riportati dalle relative pubblicazioni ufficiali del Ministero di Agricoltura, Industria e Commer[...]

[...]oni ufficiali del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio e dell’istituto Centrale di Statistica. Sono da ritenersi molto al di sotto del numero effettivo di bestiame esistente in Orgosolo se si tiene presente che qui è abitudine generale evitare la denunzia poiché si tiene in sospetto ogni operazione statale.INCHIESTA SU ORGOSOLO

11

che lo hanno arrestato. Perché gli hanno trovato un fucile qui vicino che non era il suo. Ha visto Nuoro solo nel carcere. Il Continente ? E chi lo conosce ? Non sa nemmeno che cosa è. Sta a pascolare le galline. Prima pascolava le pecore. La mattina si sveglia come le galline, alle 5, alle 6. Prima si svegliava alle 5, alle 6, come le pecore. Tiene attenzione alle galline. A mangiare, verso l’una, sa mangiare. Anche il vino sa bere, se ce n’è. Guarda sempre le galline. Il suo mestiere è questo. A dormire come le galline. Quando fa tardi. È come loro. Non sa i soldi. Se gli date 5 lire dice che è mille lire. Non sa le 1000 lire. Quelle non le sa. Troppo abbandonato! Una volta gli hanno dato 500 [...]

[...]

Il suo liguaggio, intercalato a parole umane — incredibile a dirsi — aveva suoni di gallina.

È questo — ben inteso — un caso molto grave, un caso limite :

10 riporto qui solo perché si possa intendere in quali assurde condizioni si può vivere nelle campagne di Orgosolo. Ma non è un caso unico. Situazioni consimili — e conoscenze quasi uguali — le ho trovate in qualche altro pastore: Mameli Francesco fu Salvatore e fu Corsi Filomena, di Nuoro — ma in Orgosolo dal 1919 —, nato

11 189064 anni! —, intervistato da me in località Ghirztauru il 17 luglio 1954; Muravera Salvatore fu Giovanni e fu Catgiu Anna, di Orgosolo, nato, probabilmente, il 1877, da me intervistato in lo12

FRANCO CAGNETTA

calità vicino « Orgurui » il 17 luglio 1954. Un altro caso, forse più grave, era quello della pastora Lovicu Eufrosine, detta « zia Frusina », morta l’anno prima di quest’inchiesta, assente dal paese — a quanto mi dicono — da 30 anni. La vita nelle campagne è, in Orgosolo, una vita a sé, staccata in certo senso dal paese: si svolge, a vol[...]

[...]ne, delle pelli, estremamente gravoso per la concorrenza estrema tra pastori e per il dominio completo che ha il compratore sul pastore. Ecco ad esempio gli « Usi e consuetudini commerciali» di Orgosolo per la vendita più importante di Orgosolo: il latte, tra pastori e caseifici (e si intenda qui baraccamenti che raccolgono il prodotto, a conto di industriali, per spedirlo a lavorare in continente). Cito da un foglio della Camera di Commercio di Nuoro (valido per tutta la provincia):

«5) La consegna avviene nel luogo indicato dal compratore. Abitualmente il caseificio.

6) Il latte viene consegnato nei mesi freddi una volta al giorno, nei mesi caldi due. r28

FRANCO CAGNETTA

7) Le spese di trasporto sono a carico del venditore.

13) La determinazione del prezzo è chiusa, preventivamente stabilita o aperta se si conviene quello di mercato.

14) Si paga ordinariamente ogni quindicina, anche mensilmente ».

E il prezzo, chiuso, lo fa sempre l’industriale. Mai il pastore.

Unico « vantaggio » nella vendita che fa il pastore [...]

[...] è stato più volte documentato.

I proprietari di Oliena, paese confinante con Orgosolo, il 1870 così scrivevano in petizione al Parlamento : « i delinquenti sono tra le persone tenute per buone e per condotta e per posizione sociale... meriterebbe la sua seria attenzione il sapere che questi individui così riuniti ad hoc non sono banditi né persone miserabili, ma tra i più influenti e superiori ad ogni sospetto (9) ». Il Procuratore del Re, a Nuoro, Sisini, il 1899 così scriveva nella relazione riassuntiva dell’anno giudiziario: « Gran parte dei delitti è opera di persone che non basiscono nella miseria, sibbene di gente più o meno abbiente. Solo il povero ed il pezzente spesse volte cala nella rete della giustizia e ne riporta la meritata pena, ma i grossi delinquenti che hanno agio e modo riescono ad eluderla. I furti più grossi si commettono col concorso di molti, e quelli che ne sono la mente e l’anima trovano il modo di mostrarsi al pubblico al momento che il reato viene consumato.... Il numero stragrande dei furti non potrebbe ave[...]

[...]olitaria, su uno scheggione granitico a picco, una rupe, il contadino Michele Lovicu — mentre attendeva a fare un terrazzamento per un proprio campicello — aveva rinvenuto resti di mura in disposizione rettangolare, frammenti di ceramica e cretaglie, vasi in pietra, vasetti in bronzo e in argento, monete varie, residui di ossami di animali e due classiche navicelle votive muragiche di bronzo. Informato il podestà il materiale era stato portato a Nuoro nel museo del Comune. Recatosi in Orgosolo il 1930 il prof. Taramelli, per ricerche sulla sua « Carta archeologica della Sardegna », saputo anche che sul luogo esistevano leggende di tesori sepolti, di fantasmi, ne aveva tratta la conclusione che doveva trattarsi di « un sacrario » per l’adorazione delle rupi — come nei culti Cananei — dotato di un altare per sacrifici animali, le cui ossa venivano gettate dall’alto. Riteneva che fosse stato frequentato dai primi abitatori della Sardegna, anche in epoca cartaginese, e poi romana, — come comprova il trovamento di 9 monete puniche e 16 monete r[...]

[...]

(17) Dizionario geografico storico statistico commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna compilato per cura del prof. Goffredo Casalis ècc. Presso G. Maspero, Torino, 1834. Voi. XII, pp. 678.

(18) Testi e documenti per la storia del diritto agrario di Sardegna. Pubblicati e coordinati con note illustrative da Gino Barbieri, Vittorio Devilla, Antonio Era, Damiano84

FRANCO CAGNETTA

Dal 1765 Orgosolo fa parte della lncontrada di Nuoro sino al 1849, fine del feudalesimo in Sardegna. « I diritti che si pagavano erano quello del feudo, che era fisso, quindi quello del montone per Orgosolo, una prestazione per i formaggi, il diritto del vino e un canone per gli ademprivi di Locoe » (19).

Soccorso alle notizie di storia medioevale ci viene da documenti ecclesiastici:

Anticamente Orgosolo faceva parte, di nome, della Diocesi di Suelli.

Il primo documento in cui si citi Orgosolo è una lettera scritta da papa Giulio III in data 22 agosto 1551 indirizzata al canonico Nicolaus Crinvellas residente in Suelli con la quale gli[...]

[...]gosolo, ora scomparso.

(19) Op. cit.y voi. XII, pp. 679.

(20) Pubblicazioni della R. Deputazione di storia patria per la Sardegna. Dionigi Scano, Codice diplomatico delle relazioni fra la Santa Sede e la Sardegna. Parte seconda: Da Gregorio XII a Clemente XIII. Giulio III. Doc. CDLIX, pp. 30910.

(21) Novena della B. Assunta venerata in Orgosolo. Con spigolature storiche sul paese a cura del Parroco Sac. Don Francesco Lai. Tip. Ortobene, Nuoro, 1953, pp. 1820.

(22) Storia letteraria di Sardegna del cav. D. Giovanni Siotto Pintor, ecc. Tip. Timon, Cagliari, 1844, voi. Ili, pp. 496, nota l.INCHIESTA SU ORGOSOLO

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Triei e poi « nella Corte Romana », autore di una traduzione dall’italiano al sardo di un libro apologetico di vite di 45 Sante Vergini e Martiri di autore anonimo e dei PP. Ant. Galloniu e Villegas (23), oltre che di « canzoni manoscritte » andate « perdute » (24).

Da quella traduzione si può supporre anche un certo lavorio di adeguamento della Chiesa al dialetto locale, secondo i principi prescritti nel Conci[...]

[...]lloniu e Villegas (23), oltre che di « canzoni manoscritte » andate « perdute » (24).

Da quella traduzione si può supporre anche un certo lavorio di adeguamento della Chiesa al dialetto locale, secondo i principi prescritti nel Concilio di Trento per una maggiore penetrazione tra le plebi rustiche.

Il 1799 Orgosolo compare citata nella Bolla del papa Pio VI: « Eam inter ceteras » del 21 luglio, con la quale si istituiva la nuova Diocesi di NuoroGaltelly, di cui il paese faceva parte come Rettoria (25).

Dal padre BrescianiBorsa S.J., nella celebre opera « Dei costumi dell’isola di Sardegna » si ha notizia su Orgosolo che : « I Gesuiti che avevan stanza in Oliena visitarono quel popolo in sullo scorcio del sec. XVII e con la santa parola il mansuefecero; ma, cessati i Padri, tornò all’antica rustichezza. Lasciaron essi tuttavia di sé orma indelebile, poiché, introdotti per opera loro i gelsi e i bachi da seta, in quella grossa terra le donne del villaggio vi tesson drappi » (26).

(23) Legendariu ( de Santas / Virgines, et Martire[...]

[...]en cette contrèc par le Conte Albert de La Marmora, ci devant Commandant Militaire de Vile de Sardaigne, Làeutenant generai, Sénateur du Royaume etc. Chez les frères Bocca libraire du Roi. Turin, 1862, voi. I, pp. 41920. La traduzione è mia.INCHIESTA SU ORGOSOLO

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Orgosolo, è il primo scrittore che dia ampie notizie sul paese, la popolazione, l’agricoltura, la pastorizia, il commercio, la religione e le antichità (28).

'Il 1848, voce: Nuoro provincia di Sardegna. Carattere morale di questi provinciali orgolesi, scrive:

« Gli orgolesi sono una popolazione assai sfavorevolmente conosciuta per lo spirito di vendetta, per le rapine e per l’animosità che spiegano i banditi contro i militari. Contrariamente alla pratica degli inquisiti che, quando si incontrano con la truppa si mettono solo in guardia e non osano alcuna offesa se vedano non essere assaliti o ricercati, gli orgolesi, che molto ancora conservano del carattere degli antichi barbaricini prendono l’offensiva. Uno che entri in quel territorio con merci od altro va sicura[...]

[...]ia di sé medesimi, saldi a non volere guarnigione di soldati, o briglia di leggi. Costoro non ebber forse mai mescolanza straniera; né pellegrino, che non sia sacerdote, trova colà cortese accoglienza.

Ora, in fra gli usi paesani, è quello d’ugnersi i dì delle feste; e più la festa è grande e maggiore è il gaudio della cospersione.

Monsignor Varesini, arcivescovo di Sassari, facendo, ha circa tre anni, la visita Apostolica nella diocesi di Nuoro, si condusse ad Orgozzolo in fra i monti di Oliena. E come gli uomini di quel villaggio seppero della venuta di sì gran Prelato, che a memoria non avevan veduto il Vescovo in quella terra, fecero gli apparecchi grandi e, venuto il dì ordinato, molti scesero a’ confini di lor territorio ad incontrarlo. Egli era scortato da otto Cavalleggeri per onore di sua dignità; e, conoscendo il talento di que’ duri uomini, e sapendo che in fra essi erano di molti banditi che avean francato il confine per trovarsi alla festa, impose a’ Cavalleggeri che, come di sua brigata, la venuta loro fosse pacifica e [...]

[...]zio e professione; di questi condannati: 3 per reato contro le persone e 5 contro la proprietà; 10 ammoniti, 2 sotto sorveglianza,

12 oziosi e vagabondi, 108 sospetti di furto, 23 sospetti di grassazione, ricetto a banditi e propensi a delitti).

2) Una « Nota intorno ai banditi arrestati o da arrestare » del 4 aprile 1869 (Vedele Antonio di anni 40, imputato di grassazione, arrestato il 12569 su mandato di cattura del Giudice Istruttore di Nuoro).

3) Una « Statistica dei banditi che tuttora scorrazzano nel circondario » senza data (Moro Giovanni di anni 50, imputato di grassazioni, rivolte all’Arma, omicidi, bandito dal 1844; Succu Giuseppe di anni 44, imputato di grassazione e rivolta all’Arma, bandito dal 1853; e Pisanu Francesco di anni 55, imputato di un omicidio consumato, due mancati, due grassazioni e rivolta all’Arma, bandito dal 1838).

La storia di Orgosolo si chiude il secolo scorso con una rivalità di vendetta o « disamistade » tra le famiglie Mesina e Pisanu che oggi è impossibile ricostruire, come ho tentato di far[...]

[...]orico dell’Arma dei Carabinieri in Roma (piazza Risorgimento) «verbali» di conflitto a fuoco, nell’Archivio, ed « Armi ed oggetti sequestrati a banditi » di Orgosolo, nelle vetrine. Sono un soccorso alla storia di Orgosolo.

Per l’intensissimo periodo di banditismo 18821899 si conserva

il Verbale del conflitto a fuoco avvenuto nella foresta di Murgugliai

il 10 luglio 1899, nel quale caddero i famosi fratelli Elias e Giacomo SerraSanna di Nuoro, e riuscì ad evadere il famoso Giuseppe Lovicu di Orgosolo.

Per il periodo della « disamistade » ho pubblicato nel cit. saggio il Verbale del conflitto avvenuto in loc. « sas Fossas », il 29 marzo 1927, nel quale cadde il celebre Onorato Succu.

Altri Verbali sono quello del conflitto avvenuto il 13 maggio 1928 in Orgosolo, nel quale cadde Succu Salvatore; e quello del 21 dicembre 1928 avvenuto in Orgosolo nel quale cadde Succu Santino (Santineddu).

Tra armi e oggetti (moschetti, cartuccere, bandoliere, coltelli, binocoli) si conservano quelli di Onorato e Giovanni Antonio Succu, Egid[...]

[...]quali frutti avrebbe dato in altre condizioni!), risulterà, come il lettore potrà giudicare, dallo stesso racconto della vita. Il suo furbesco ammiccare, il suo pittoresco gestire,

i suoi pugni sul tavolo, le sue continue piroette mancano, purtroppo, ad illustrare la sua singolare figura. Per due giorni avevo corso

il rischio di lasciare a mezzo il lavoro, poiché ziu Marrosu era scomparso, e non si sapeva proprio dove. Era andato, forse, a Nuoro per postulare la pensione. Quando stavo per iniziarne le ricerche in tutti i paesi vicini ad Orgosolo era ricomparso all’improvviso facendomi un inchino e, con vivacità persino accresciuta, aveva ripreso il filo interrotto del racconto dall’ultima parola. Io mi auguro che, visti i suoi meriti e riconosciuta la sua grande fantasia, qualche Cavaliere di Sardegna, di Spagna e d’Italia, come egli dice, si convinca che, in qualche modo, si può coronare il suo sogno.

Il secondo vecchio, ziu Carlo Floris o ziu Anzelu Zudeu, è invece un uomo diverso da ziu Marrosu, un calmo, un riflessivo patriarc[...]



da Franco Cagnetta, Inchiesta su Orgosolo. Parte terza: Vita di Giuseppe Marotto pastore orgolese in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 9 - 1 - numero 10

Brano: [...] lungo viaggio arrivammo a Borgo Manero, provincia di Alessandria, un'incantevole cittadina vicina al lago di Como,
e fui assegnato alla IV Compagnia, 1° Battaglione, Divisione Cremona. Vi erano due soli sardi della provincia di Cagliari, ed i primi giorni sentivo la nostalgia dei paesani. Ma presto riuscii ad ambientarmi
e farmi buoni amici. Il secondo giorno la feci a cazzotti con due o tre Toscani che, nel sentire che ero della provincia di Nuoro, volevano deridermi ingiuriandomi: « Pecoraio », « terra bruciata ». Il più importuno era un tipo alto e robusto, una vera figura di « polentone » — come noi osavamo chiamare per difenderci dalla accusa di pecorai e simili —, e gli assestai una pedata alla vita, un colpo di testa sul muso,
e lo feci cadere. Fu questa lezione che indusse i curiosi ad usare un diverso linguaggio per i Sardi e per la Sardegna.
Il più che mi piaceva era uno di Bologna che parlava sempre contro il militarismo e la guerra, lo sfruttamento da uomo ad uomo, ed era un Partigiano. Leggeva sempre il giornale, era info[...]

[...] proposta ed andai a vedere i maiali. Le consuetudini della mezzadria erano le seguenti: se i maiali erano più di 50 si dovevano tenere per 5 anni; se meno per 3 anni. Ero contento perché, in annate di ghiande, nelle nostre campagne si poteva guadagnare qualcosa con i maiali. Ma la nostra speranza fu presto delusa, perché poco dopo qualche mese appena passò la peste suina, e da 30 che ne avevamo ne rimasero solo 5. Il padrone, un proprietario di Nuoro, per la prima aveva promesso di soccorrerci molto: siamo, a stento, riusciti a convincerlo a comprarcene altri 10 maiali per farne 15, almeno. Ed abbiamo fatto tutto il nostro meglio, con ogni sacrificio, per poterli poi aumentare. Difatti, alla fine del '49, prima ancora dei tre anni stabiliti, avevamo oltre 200 capi. Ci eravamo solo preoccupati di far crescere i maiali, senza ricavare niente per tre anni, rimettendo di tasca le spese necessarie: intenti a pater possedere un gregge proprio. Ma nel mese di agosto, eravamo in territorio di Nuoro, nel pascolo estivo, e ci colse una brutta notiz[...]

[...]mprarcene altri 10 maiali per farne 15, almeno. Ed abbiamo fatto tutto il nostro meglio, con ogni sacrificio, per poterli poi aumentare. Difatti, alla fine del '49, prima ancora dei tre anni stabiliti, avevamo oltre 200 capi. Ci eravamo solo preoccupati di far crescere i maiali, senza ricavare niente per tre anni, rimettendo di tasca le spese necessarie: intenti a pater possedere un gregge proprio. Ma nel mese di agosto, eravamo in territorio di Nuoro, nel pascolo estivo, e ci colse una brutta notizia.
E da notare che il porcaro orgolese va sempre soggetto a clima: d'inverno deve restare nei boschi, dove cerca le ghiande, d'estate deve scendere in pianura, in quelle terre seminate a grano, fave e cereali. E spesso viene colpito da polmonite per il freddo o febbre malarica per il caldo.
Io presi la malaria l'anno prima, in territorio di Ottana e ne soffrii a lungo.
Ma la peste suina ora, in quell'agosto, seminava la morte di tutti i maiali. Noi, per poterli scampare, li avevamo divisi col padrone. Ma, in tempo di tre o quattro giorni, ci[...]

[...]ciallo dei carabinieri, d'accordo col sindaco e tutti i proprietari del paese.
Dopo la morte dei maiali io mi ero dedicato a. un orto e vigna di
INCHIESTA SU ORGOSOLO 251
proprietà della famiglia. Dedicavo anche attività al Comunismo, così che ero stato eletto Segretario dei Giovani.
Pochi giorni dopo l'elezione, che fu il 1948, venni arrestato. Mentre innaffiavo l'orto vengono i carabinieri in numero di 5, 3 della stazione di Orgosolo, 2 da Nuoro, e furono sorpresi al vedere l'orto per come era grande e coltivato bene. Mi vollero incoraggiare dicendo che non c'era niente di male e che mi desiderava il colonnello soltanto per un interrogo. Risposi che, essendo un lavoratore onesto, come mi potevano vedere, mi dispiaceva il condurmi arrestato quale un delinquente; che bastavano pochi giorni di prigione per rovinare tutto l'orto, unica speranza di cavare qualche cosa dopo la perdita dei maiali. Li convinsi a togliermi le manette e condurmi slegato. Abbiamo percorso tutta la strada, per più di un'ora, e prima di arrivare al paese l'appunt[...]

[...]e a me ragione e suggerendo all'orecchio che a lui dispiaceva portarmi in caserma, che, per conto suo, era propenso di lasciarmi fuggire. Risposi: « Io non faccio il latitante », e trovandomi con la coscienza pulita, non avevo nessuna paura di un raffronto con la giustizia. Appena giunti in caserma il maresciallo esclamò: « Mi dispiace, caro Marotta, ma questa volta non dipende da me. Non ostante voi ve la prendiate sempre con me. Sono venuti da Nuoro, con la macchina, apposta per prendere te ». A Nuoro mi condussero nella caserma principale ed un carabiniere di scorta riferì della mia presenza al capitano. Costui, con un'aria di mercante, mi venne subito incontro toccandomi le catenelle che già mi mordevano i polsi perché troppo strette. E con la faccia del padrone, disse rivolto ai carabinieri: « Chi ha messo queste manette? ». Scattando come una burba il capo scorta disse: « Io, signor capitana ». Il capitano, sghignazzando, con uno strillo disse: « Sono troppo larghe P. Per questa volta ti dò 5 più 3. Di rigore ». Lo interruppi dicendo che mi avevano preso dal lavoro, che ero un cittadin[...]

[...]ette. E con la faccia del padrone, disse rivolto ai carabinieri: « Chi ha messo queste manette? ». Scattando come una burba il capo scorta disse: « Io, signor capitana ». Il capitano, sghignazzando, con uno strillo disse: « Sono troppo larghe P. Per questa volta ti dò 5 più 3. Di rigore ». Lo interruppi dicendo che mi avevano preso dal lavoro, che ero un cittadino onesto.
La sera stessa fui condotto al carcere mandamentale di Sorgono (quello di Nuoro era troppo pieno), e mi chiusero in una cella e vi fui 3 giorni senza interrogato, che non mi davano acqua o pane, al terzo giorno, quasi sfinito dalla fame, dalla sete, cominciai a gridare, finché non mi hanno tirato fuori. Mi condussero in ufficio dal mare
252 FRANCO CAGNETTA
sciallo, che mi interrogò su una rapina avvenuta tempo prima nella foresta di Urzulei, e disse che il giorno ero stato visto nel Sopramonte con la banda di Liandru, latitante. Risposi che Sopramonte era più di un anno che non passavo, e che se sosteneva di avermi visto con la banda Liandru, un latitante che non conos[...]

[...]avo lavorando ». Incalzò ripetendo: « Vuoi rispondere bene e dirmi perché ti hanno arrestato? ». « Ho già detto la verità, ed ora aggiungo che sono 3 giorni che non mi davano pane, nemmeno acqua ». E che volevo sapere se mi avevano portato per motivi di giustizia o per farmi morire di fame. Ordinò che mi fosse dato subito da mangiare e, dopo mangiato, mi tradusse in una camionetta; e siam partiti con il tenente e due marescialli per riportarmi a Nuoro. Le varie domande rivoltemi in viaggio per i banditi e per le rapine finivano in argomento politico. « Tu sei un comunista » dicevano. « Evviva il Comunismo! » dicevo io.
La sera mi lasciano a Nuoro e il giorno dopo ripartono per Urzulei. Diceva il tenente: « C'é uno che ti dirà di averti visto il giorno della rapina con Liandreddu, un altro latitante » . Rispondo che era soltanto un agente infame, ben pagato dagli anti comunisti. « Non puoi dire . ciò. È una persona seria ». Difatti, appena arrivati inviano a cercare una guardia di foresta, un certo Capra, che nulla sapeva nei miei confronti. Ed io ho pensato che si stava cercando ora, di giustificare il mio arresto. Il Capra si trovava in casa, quando i carabinieri lo avvisarono di venire alla caserma; ma la moglie — allarmata come tut[...]

[...]va fatto giorni di intenso calore e l'orto più di tutti venne colpito per la mia assenza. Mi fece impietosire e mi costò molto per farlo sorridere, annunziandosi l'innaffiatura al mio ritorno. La disoccupazione si faceva sempre più sentire. I lavoratori disperati andavano in cerca di qualsiasi lavoro. Molti cercarono di emigrare (ed una
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volta fui tentato anch'io), ma poi decisi di andare servo pastore con un proprietario di Nuoro, che mi dava 11 mila lire al mese. Rimasi due mesi laghinzazzu, cioè pastore di quelle pecore che non davano figli, sempre solo, senza avere la possibilità neanche di farmi la barba e di cambiarmi il vestito: tosi dopo due mesi sembravo una belva. Non potevo più sopportare quella vita e mandai a dire al padrone che, senza pretender altro, io non rimanevo piú. In paese la situazione era molto complicata. Le rapine di strada aumentavano. Diversi erano ricercati per il confino, e, fra gli altri, i fratelli Tanteddu, uno dei quali ancora alla macchia con 5 milioni di taglia, e l'altro ucciso nel [...]

[...]i carabinieri che li tradussero in caserma. Visto, ció abbiamo subito abbandonato tutti il lavoro, e ci siamo recati con gli attrezzi in caserma dove, per tutta la sera, abbiamo rivendicato il rilascio degli innocenti lavoratori. Il Sindaco, che prima aveva autorizzato l'arresto, fu costretto dalla pressione popolare ad autorizzare rilascio. Ma il maresciallo rifiutó dicendo che aveva già spedito il rapporto, e così furono tradotti al carcere di Nuoro. Rilasciati poi, per inconsistenza di reato, una settimana dopo.
La reazione popolare contro il Sindaco e il Maresciallo divenne paurosa, mentre la simpatia per noi si aumentava ed i proprietari del paese, cioè i nemici del Progresso e della Pace, divenivano furibondi.
256 FRANCO CAGNETTA
D'accordo col maresciallo decisero di sospendere i lavori, e lavorava mo appena da 10 giorni quando ci venne annunciata la sospensione con la scusa che finiti i fondi. Rispondemmo che del milione di lire non si erano spese neanche duecentomila lire e che noi avevamo bisogno di lavorare, di fare la strada.[...]

[...]calunnioso ed infamante, senza darmi possibilità di difesa, mi assegnarono 4 anni di confino da scontare ad Ustica, dopo qualche mese di carcere. Abbiamo potuto assistere, atterriti, ad una serie di confronti falsi organizzati tramite i confidenti che impunemente operavano nel Nuorese.
Siamo partiti in traduzione per Ustica in quattro — tre eravamo di Orgosolo ed uno di Lollove — e siamo giunti dopo una quarantina di giorni, facendo il transito Nuoro, Sassari, Civitavecchia, Roma, Napoli, Reggio Calabria, Palermo. In ogni carcere di dette città ci facevano stare almeno una settimana, dormendo per terra, nelle peggiori celle, senza ricevere posta dalle famiglie, sottoposti a una serie continua di abusi da parte dei secondini. Quando siamo arrivati ad Ustica, dopo 40 giorni, eravamo più morti che vivi, e la stessa sorte veniva e viene riservata tutt'ora ai poveri confinati, e di tale orrore mai nessuno ebbe a protestare. A nessuno dei confinati riesce ad indovinare il perché di un viaggio così storto, se non con l'unico scopo di massacrare [...]

[...]
' Ad Ustica trovammo già un buon numero di paesani — una trentina di sardi, e quasi tutti Orgolesi — una trentina di Siciliani, ed altrettanti, o forse una ventina fra calabresi e altro resto d'Italia. Noi orgolesi eravamo quasi tutti giovani incensurati e, come tali, ci sentivamo uniti come uno solo, aiutandoci a vicenda per affrontare tale ingiustizia, ed altrettanto si può dire, in altri gruppi, di tutti i sardi, quasi tutti di provincia di Nuoro, come noi giovani pastori venuti da ambiente quasi al nostro comune, generoso e sicuro. I calabresi, una diecina, erano lo stesso uomini socievoli, sinceri e confinati per gelosia di qualche a amico », ossia amico dei carabinieri, che noi diremmo, a sa sarda, chiamandolo col disprezzo: 'ispia. Nei siciliani, in generale, si denotava invece un ambiente malandrinesco, di carattere imprudente
e sfacciato, rumoroso ma pur poco socievole.
258 FRANCO CAGNETTA
L'ambiente di Ustica, che é un paesetto di un migliaio di abitanti, gente assoggettata all'ambiente del prete e della polizia, ci preparav[...]

[...] finita pure la. pace di Orgoloso. Pastori venivano fermati, picchiati, maltrattati, arrestati, ammoniti e confinati.
Ricominciavano .poco dopo le morti. Tragicamente veniva assassi
266 FRANCO CAGNETTA
nato Nicola Moro. In seguito veniva assassinato Domenico Buscarino, un industriale, fratello di Sisto, uno dei maggiori difensori del Comi tato di pacificazione. In seguito ancora veniva assassinata una donna, Mariangela Tolu.
Io, rientrato da Nuoro, dove svolgevo attività, essendo rimasta sola in casa la mia sorella Caruledda, mi dedicavo tutto ora alle faccende di casa ed alla lotta contro farne e disoccupazione nel paese. Tutta l'economia era già colpita dalla annata della carestia del bestiame, dalla mancanza di ghiande per i maiali. Il Governo, malgrado le promesse, le prese di posizione dell'onorevole Fanfani, nel periodo che voleva comandare, malgrado le proteste dei parlamentari di opposizione, malgrado la visita, o meglio corsa, e le promesse elettorali del Ministro Medici di Agricoltura un intervento lo aveva fatto. Ma uno solo[...]



da Franco Cagnetta, Inchiesta su Orgosolo. Parte prima: Vita sfortunata di Ziu Marrosu Gangas vecchio orgolese in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 9 - 1 - numero 10

Brano: [...], andiamo ancora a cercare un gregge. Ed io metto presto sopra le mani. Sentiamo gridare: «Ohi, mamma mia, mamma mia! Qui ci ammazzano». Uno prende il fucile che aveva appresso e se ne scappa. Anche due o tre che stavano lì, a dormire con lui, prendono il fucile che avevano e si mettono a scappare: erano carabinieri!

Con Corbeddu stavamo meglio. Ero più grande e mi aveva messo allora al Sopramonte. C’erano latitanti di Orgosolo, di Oliena, di Nuoro, di Orune. Ci avevo 25 latitanti. Tutto un gruppo.

Andiamo a fare le capanne. Un giorno sento gridi di maiale: era una volpe che si è presa un porcetto. Gli sparo: e così cade. A colpa di quell’accidente ecco un falco. Subito si mette a cadere per prendere

il porcetto. Tiro: e l’ho colpito. Vado per prenderlo dove era caduto, e il fucile l’ho messo da parte, vicino a un «presetu», ossia un buco nella pietra dove ci sta, per la pioggia, l’acqua. Tornavo e portavo quel falcone e quella volpe.

Porca puttana! Spunta un carabiniere.

Meno male che avevo nascosto il fucile. Stava con me [...]

[...]l falcone e quella volpe.

Porca puttana! Spunta un carabiniere.

Meno male che avevo nascosto il fucile. Stava con me il latitante Valuzza Giovanni, condannato a perpetua galera.

— Qui ci sono i cacciatori — dice il carabiniere. E vede il falcone e la volpe. — Me li date?

— Se li prenda.

Mi ha dato 4 o 5 lire che a quel tempo era un bene. E parte. Prende più in là qualche pastore e l’arresta. Ma i latitanti, no.

Un giorno vado a Nuoro — mi pare la prima volta — ed ecco quel brigante di carabiniere:

— Buongiorno Gangas.

Mi prende: — Che stai a fare?

— Lei si deve impicciare dei fatti suoi.

— O porco iddio!

Stavo a parlare con lui e lui fà l’occhio. Ecco <phe mi sentoINCHIESTA SU ORGOSOLO

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tirare il paio di pelli che avevo addosso. Volto la testa e vedo un ragazzo.

— Porca puttana!

Torno a parlare e mi sento tirare due o tre volte.

— Tu sei matto!

Allora ho visto un signore discosto che sorrideva.

Porca madonna! ho avuto paura. «Chi sarà questo?».

Era il giudice istruttore: — Oh, sta[...]

[...]ato e vado a farlo. In fortezza al 28° artiglieria. Ho avuto fortuna e fatto due anni invece di tre, perché ho tirato un numero alto. Tornavo proprio il giorno prima di quella rapina. Ma ora mi penso che ero a Bologna, il 1° ottobre 1899.

Mi mettono dentro mentre ero in Fundales di Sopramonte, a « Osporrai », coi maiali. Vengono sopra i carabinieri, quattro o cinque, ed io scappo. Sono caduto e mi acchiappano. E allora mi portano a Oliena e a Nuoro. Dopo un paio di giorni viene il giudice istruttore:

12 o 13 capi di accusa. Quello che li stuzzicava era il fatto di Tortoli. Mi fanno lavorare:

— Dite la verità. Con chi stavate il 1° ottobre, in rapina di Tortoli ?

Cera accanto un mio parente, Gangas, come scrivanello, che mi

faceva segno di non dire niente.

— Adesso mi ricordo — dico io.

I carabinieri tutti contenti. Non stavano più alla pelle.

Ho conosciuto Neri Giovanni, sergente.

— Sotto un altro!

— Ho conosciuto Bianco Domenico, furiere.

Gliene dico un altro : Bonomo Giovanni. Questo Bonomo Giovanni era t[...]

[...] detto. Ed era una donna che a lui gli piaceva, ma ad Orgosolo la conosceva sotto un altro nome

— come succedeva allora con i carabinieri. Va alla casa e trova i fratelli che io avevo avvertito. E gli danno botte che ha vomitato tutto il porco mangiato. Ed anche gli intestini suoi.

In quei tempi c’era miseria, e sempre peggio, in Orgosolo: non ce la facevo più. Sarà stato il 19041905. «Vado in America». Uno del continente che era passato a Nuoro mi aveva detto questo. Vado in caserma per trovare Crapoledda, e a chiedere quel permesso. Mi ha risposto :

— L’America? Sai tu che cosa è l’America? Io te lo nego.

—* Allora —* io ho detto — io mi faccio latitante.

Ma non era così. Mi ero messo, intanto, a fare di altri mestieri. Rubare pecore non fruttava.

In quei tempi c’era in Sardegna una macchina che faceva i quattrini. Io non sapevo niente. Certi di Napoli questa macchina la avevano portata il 19011902 ad Isporrai. Faceva i denari mezzi marenghi, ossia mezzi venti: dieci lire. E io dovevo andare con un mio amico a Pozzomagg[...]

[...]la speranza che presto interessi a qualche Cavaliere o Gran Scienziato.

Antonio Marrosu Gangas fu Giovanni Antonio, Orgolese

Ma adesso devo rattristarvi raccontando pure i fatti dei miei' poveri figli. Io mi sono sposato due volte. La prima volta (189899) con Corrias Antonia, prima moglie. Ci ho avuto tre figli: Maria Giuseppa morta a un anno e mezzo; Giovanni Maria, morto a quattro anni; Giovanni Antonio, che ha 50 anni e fa il facchino a Nuoro. La seconda voltaINCHIESTA SU ORGOSOLO

119

con Devaddis Caterina (verso il 19011910). Ci ho avuto 8 figli: Diego, morto a tre anni; Sebastiano, morto a un mese; Andrea, morto a 5 anni; Giuseppe, morto ammazzato a 21 anni dai carabinieri; Antonio Maria, morto ammazzato a 20 anni dai carabinieri; Diego, morto ammazzato a 27 anni non so da chi; Pasqua Rosa, nubile, e incarcerata per due volte; Maria Angela, nubile, ed ora fidanzata.

Giuseppe (1910) era al Sopramonte coi maiali. Il 192... un certo ragazzo Matteo Grua è ammazzato. Lo hanno buttato in una cisterna, una nurra, 60 metri di [...]

[...]lira: — Ritorna domani!

Mi ha dato tre giorni di tempo. Mi tengo il libro. E dopo quei giorni mi vede:

— E il libro?

— Ohi, ohi, ohi! Me l’ho perso in campagna. Avevo fatto una baracca di frasche. Si prende il fuoco e il libro si è bruciato.

— O Maria Santissima. Quel libro, quel libro! Valeva 60 7 lire.

— Toh! — dico io — ti ridò la lira che mi hai dato.

— O macché! Il libro, il libro!

— Sentite — dico io. — Se vuole vado a Nuoro e lo ricompro. Ma faccia così: mi paga la mia roba che mi ha bruciato il fuoco.

E dice: — Quanta roba si è bruciata?

Dico: — 200 lire. Ho perso tutto.

— Accidenti! Duecento lire. Lascia stare. Quel libro valeva 6070

lire.

— Mi dia settanta lire — dico. — Ricompro il libro.

Me le dà. Ed io prometto di andare a comprarlo, a Nuoro.

Un giorno dopo mi vede e:

— Il libro?

— Pù, pù, pù, pù.

Era la festa di ferragosto. Come l’ho visto mi ho messo a fare122

FRANCO CAGNETTA

l’imbriaco. Venivano a mangiare a questa festa tanti preti. Spalleggiato, si avvicina e mi prende il braccio.

— Lasciami stare. Che ho perso la libertà. Ora sono latitante.

Quel prete si è spaventato.

Un uomo che stava vicino gli ha detto : — Quello è come un pazzo.

Basta. Il prete se ne è andato. Ed io mi ho preso una lira, più settanta lire, ed altre trenta che ho venduto il libro, poi, ad un prete di Illorai.

Sono passa[...]



da Franco Cagnetta, Inchiesta su Orgosolo. Parte terza: Orgosolo moderna in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 9 - 1 - numero 10

Brano: [...]tu cantu sa Russia intera. Pro aver votadu su clericalista nos tratana cun pessima manera. Viva viva il comunismo ».
Altra scuola di « comunismo » il carcere, il confino. Anche qui la concentrazione, lo scambio con altri uomini, l'incontro con «politici », le condizioni particolari di « proletariato » carcerario e confinario creano le condizioni per la formazione di una coscienza « I`omunista ». E singolare osservare, per es., che il carcere di Nuoro persino per molte donne di Orgosolo costituisce la sola « scuola » moderna, la scuola « comunista » che offre loro lo Stato : molte donne escono dal paese solo per venire a colloquio con famigliari detenuti: prima non hanno visto mai niente oltre il loro paese. Il viaggio, l'incontro con un nuovo mondo, qualche discorso sentito e fatto furtivamente le fanno « moderne, comuniste ».
Per avere, per es., un'idea del rapporto di ingenuo proselitismo al comunismo che si instaura tra confinati e famigliari, riporto qui di seguito alcune lettere anche queste scelte a caso tra molte e che, con pochi [...]

[...] di pecora. L'abitudine a cantare ha creato una schiera, una larghissima schiera di nuovi « poeti », di improvvisatori. Una raccolta delle loro poesiedocumenti di grandissimo interesse (e ne posseggo una larga raccolta registrata) darebbe un quadro, vivacissimo, della cultura popolare del paese.
In questo ambiente di preparazione « naturale » al comunismo si é innestata ora l'opera della vera e propria organizzazione politica. La Federazione di Nuoro del P. C. I. é una federazione forte e ben organizzata, composta di sardi intelligenti, sensibili, preparati ai loro problemi, coraggiosi, e, buoni conoscitori dei problemi di Orgosolo. È interessante notare — ed è un dato indicativo che la sua vera possibilità di azione e di successo in Orgosolo, la possibilità di creare una sua organizzazione locale le si è aperta solo dopo le elezioni politiche del 1948: quando cioè il P. C. I., uscito dalla coalizione governativa con la D. C., è divenuto « il partito dell'opposizione », il partito che si batte contro i governi di classe cioè lo Stato ». [...]

[...]blemi di Orgosolo. È interessante notare — ed è un dato indicativo che la sua vera possibilità di azione e di successo in Orgosolo, la possibilità di creare una sua organizzazione locale le si è aperta solo dopo le elezioni politiche del 1948: quando cioè il P. C. I., uscito dalla coalizione governativa con la D. C., è divenuto « il partito dell'opposizione », il partito che si batte contro i governi di classe cioè lo Stato ». La Federazione di Nuoro del P. C. I. con una azione ben condotta di propaganda, di contatti, è riuscita a mettere in evidenza in Orgosolo i legami che ha il proletariato pastorale e tutto il paese con il movimento nazionale e internazionale degli operai, dei contadini, degli intellettuali; ha sviluppato in difesa di Orgosolo una campagna contro i soprusi statali, polizieschi e burocratici; ha sottolineato la necessità di pace, di abbandono del terrorismo individuale, dei delitti ecc. e la improrogabile necessità (perché questo si ottenga) che vi sia lavoro, progresso economico, trasformazione della struttura del pae[...]

[...]e false per coprire il più delle volte la loro abitudine all'antica pratica di banditi, per lasciare il campo aperto al banditismo. Prestandosi a questo gli organi dello Stato italiano si rendono involontari complici del banditismo : combattono l'unica forza che in paese in teoria ed in pratica abbia una aperta, decisa, coraggiosa posizione contro il banditismo.
Non vi é stato un solo discorso di parlamentari e di dirigenti della Federazione di Nuoro ed un solo discorso di dirigenti della sezione comunista di Orgosolo in cui non si sia direttamente criticato e condannato il banditismo: critica e condanna al metodo, al sistema e non declamazione, infierire contro individui singoli sciagurati « banditi », che sono vittime della situazione. In privato e in pubblico, sempre hanno chiarito che la ribellione individuale e sanguinosa non solo non risolve niente ma incancrenisce la situazione. Chiunque si rende conto che i comunisti orgolesi sono oggi i veri nemici della pratica da banditi.
Dó qui di seguito la biografia di un « dirigente » nuov[...]



da Franco Cagnetta, Inchiesta su Orgosolo. Parte seconda: Una lettera spedita da Pasquale Tanteddu bandito n. 1 in Orgosolo in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 9 - 1 - numero 10

Brano: UNA LE"1'1ERA SPEDITA DA PASQUALE TANTEDDU BANDITO N. 1 DI ORGOSOLO
Pasquale Tanteddu è nato in Orgosolo il 3 novembre 1926 da Antonio e da Francesca Rana.
E alla macchia da 5 anni.
La Corte di Assise di Cagliari con sentenza 2 luglio 1953, dopo il citato clamoroso processo, lo ha condannato a 2 ergastoli per le stragi di Monte Maore (Villagrande) e « sa verula » (Nuoro) sotto imputazione di 6 omicidi in persona di carabinieri, 9 tentati omicidi in persona di carabinieri, 2 grassazioni, associazione a delinquere ecc. La condanna lo ha colpito soltanto in base al riconoscimento effettuato da Sebastiano Mereu, reo confesso di quei delitti, attraverso una vecchia fotografia presa in gruppo 10 anni fa. Nel corso del processo Sebastiano Mereu, ritenuto confidente di polizia, era caduto in molte contraddizioni avendo sottoscritto nel verbale dei carabinieri che Tanteddu era il primo del gruppo e nel verbale del giudice istruttore che era il secondo; successivament[...]

[...] essendomi trovato col coltello in mano al fine di impaurirlo e lasciarmi andare, mossi la mano e, come s'è spostato, la punta del coltello gli bucò la schiena. Venni arrestato, ed assolto dopo sei mesi di carcere dal Tribunale dei minorenni di Cagliari.
Nel 945 fui accusato di un furto di cavalli da un altro ragazzo che dopo le torture subite dai carabinieri fu costretto a fare il mio nome e di un altro compagno.
Nel 947 mentre nella Corte di Nuoro assistevo un dibattimento mi vidi preso all'improvviso a spintoni da un carabiniere, col supposito che facevo bordello. Cercai di insistere, dicendo che ero abbastanza calmo, vistomi insistere il carabiniere si avventò addosso. Nel respingerlo egli fu visto precipitando da una ringhiera. Fui acciuffato allora da un nugolo di poliziotti che mi tradussero alle carceri. Accusato di reato di oltraggio e violenza, dopo quattro mesi di carceri fui condannato a 14 mesi di reclusione.
Espiata la pena lavoravo in casa con un branco di pecore di nostra proprietà e curavo l'inaffiatura di qualche orto [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Nuoro, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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