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Il segmento testuale N.U. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 5Entità Multimediali , di cui in selezione 4 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 103

Brano: Diritti dell’uomo

diritto di cercare e beneficiare dell'asilo di altri paesi. Questo diritto non può essere invocato nel caso di un procedimento veramente fondato per un delitto di diritto comune o per aver agito contro gli scopi e i principi delle Nazioni Unite.

Art. 15. Ogni persona ha diritto a una nazionalità. Nessuno può essere privato della sua nazionalità, né del diritto di cambiare nazionalità.

Art. 16. A partire dall'età nubile l'uomo e la donna, senza alcuna limitazione di razza, nazionalità o religione hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia. Essi hanno agli effetti del matrimonio diritti eguali, sia durante il matrimonio che nel momento del suo scioglimento.

Il matrimonio può essere concluso solo col libero e pieno consenso dei futuri sposi. La famiglia è l'elemento naturale e fondamentale della società e dello Stato.

Art. 17. Ogni persona, sola o associata, ha diritto alla proprietà. Nessuno può essere arbitrariamente privato della sua proprietà. Art. 18. Ogni persona ha il diritto alla [...]

[...]uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve favorire la comprensione, la tolleranza e l'amicizia tra le nazioni, e tutti i gruppi razziali o religiosi, così come lo sviluppo delle attività delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.

Art. 27. Ogni persona ha il diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai benefici che da esso risultano. Ognuno ha il diritto alla protezione degli interessi morali e materiali che derivano da ogni produzione scientifica, letteraria o artistica di cui è l'autore.

Art. 28. Ogni persona ha diritto a che regni sul pianò sociale e sul piano internazionale un ordinamento tale, in cui i diritti e le libertà enunciate nella presente Dichiarazione possano trovarvi applicazione.

Art. 29. L'individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il pieno sviluppo della sua personalità. Nell'esercizio dei suoi diritti e nel godimento delle sue libertà ognuno è sottomesso soltanto alle limitazioni stabilite dalla legge in vista esclusivamente di garantire il riconoscimento e il rispetto dei diritti e delle libertà altrui e allo scopo di soddisfare le giuste esigenze della morale, dell'ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica. Questi diritti e libertà non potranno, in alcun caso, esercitarsi in senso contrario agli scopi e ai principi delle NazionLUnite.

Art. 30. Nessuna disposizione della presente Dichiarazione può essere interpretata come implicante per uno Stato, un raggruppamento o un individuo, un diritto qualsi[...]

[...]essere generale in una società democratica. Questi diritti e libertà non potranno, in alcun caso, esercitarsi in senso contrario agli scopi e ai principi delle NazionLUnite.

Art. 30. Nessuna disposizione della presente Dichiarazione può essere interpretata come implicante per uno Stato, un raggruppamento o un individuo, un diritto qualsiasi di darsi a una attività o di compiere atti che mirino alla distruzione dei diritti e delle Libertà qui enunciate.

La situazione reale

L’approvazione della Dichiarazione dei diritti dell’uomo da parte dei paesi rappresentati all’O.N.U. non ha certo risolto il problema del rispetto di quegli stessi principi o dell’effettivo godimento delle corrispondenti libertà aH’interno dei vari Stati. In effetti la Carta dell’O. N.U.iion è che un documento programmatico, una sorta di costituzione supernazionale, la cui esecu

tività — ossia la sua effettiva traduzione nei sistemi legislativi dei vari Stati membri — è nell’attuale situazione storica ben lungi dal verificarsi. In realtà, quantunque l’O. N.U. non manchi di istituti,^forze e strumenti che in molte circostanze sarebbero atti a operare, e con efficacia, in direzione di un’effettiva tutela dei diritti affermati nella sua Carta, ciò avviene solo nei casi e nella misura in cui la pressione dellopinione pubblica democratica internazionale si fa tanto forte da imporlo. Purtroppo si assiste molto spesso a gravi carenze dell’O.N.U./ quando non addirittura alla strumentalizzazione dei suoi istituti da parte di una maggioranza dominata dalle correnti più retrive dell’imperialismo nordamericano, per esempio nel caso del non riconoscimento della Repubblica Popolare Cinese, per cui l’O.N.U. ha negato fino a questo momento a un intero popolo (anzi, al più grande popolo della terra) il riconoscimento » di quei diritti di cui intende farsi paladina nel mondo.

Principi sanciti con tanta solennità rimangono perciò inoperanti, mostrando la profonda contraddizione tra le esigenze di libertà dei singo

li individui e dei popoli e i sistemi politici che l’imperialismo impone in tanta parte del mondo: si pensi alla guerra di aggressione che da anni le forze armate degli Stati Uniti sostengono nel Vietnam, alla deportazione in massa delle popolazioni arabe da parte degli israeliani, a[...]

[...]a solennità rimangono perciò inoperanti, mostrando la profonda contraddizione tra le esigenze di libertà dei singo

li individui e dei popoli e i sistemi politici che l’imperialismo impone in tanta parte del mondo: si pensi alla guerra di aggressione che da anni le forze armate degli Stati Uniti sostengono nel Vietnam, alla deportazione in massa delle popolazioni arabe da parte degli israeliani, alla soppressione di ogni libertà democratica in numerosi paesi, alle discriminazioni razziali in vigore nel Sudafrica. Talché, nella presente situazione storica, è giusto affermare che la società umana, quantunque largamente concorde intorno alle affermazioni di principio, resta assai disunita nel tradurre queste nella vita reale. Mentre in campo socialista si sono compiuti taluni progressi, se non altro in quelle direzioni che riguardano la fine di ogni discriminazione economica e razziale e il conseguente accesso di tutti i lavoratori a nuovi livelli di dignità individuale e sociale, nei paesi a regime capitalista e nei territori ancora sog[...]

[...]n vigore nel Sudafrica. Talché, nella presente situazione storica, è giusto affermare che la società umana, quantunque largamente concorde intorno alle affermazioni di principio, resta assai disunita nel tradurre queste nella vita reale. Mentre in campo socialista si sono compiuti taluni progressi, se non altro in quelle direzioni che riguardano la fine di ogni discriminazione economica e razziale e il conseguente accesso di tutti i lavoratori a nuovi livelli di dignità individuale e sociale, nei paesi a regime capitalista e nei territori ancora soggetti all’imperialismo permangono insoluti gli angosciosi problemi della discriminazione, del bisogno, della persecuzione fisica, dello sfruttamento economico di tipo schiavista. In ogni parte del mondo, nella presente situazione storica, l’effettiva tutela della libertà e dei diritti dell’uomo è affidata essenzialmente alle capacità di organizzazione, di resistenza e di



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 544

Brano: [...]i Israele (v.).

Sul piano sociale e politico, nel 1920 venne fondata a Haifa la Histardruth (Confederazione generale dei lavoratori di Palestina) che, in unione con una vasta organizzazione di fattorie collettive (kibbutzim) a carattere agricolomilitare e di cooperative industriali e commerciali, contribuì a costituire una comunità ebraica perfettamente armata, fondata su criteri di autonomia e sul volontarismo. Nello stesso tempo veniva continuata la costruzione di uno Stato di fatto, sotto la guida della Agenzia ebraica per la Palestina. In effetti, questa Agenzia si trasformò in un governo ufficioso, appoggiato dall’organizzazione sionista mondiale, la cui direzione rimase equamente divisa fra i rappresentanti della comunità ebraica insediatasi in Palestina e gli ebrei sionisti della diaspora sparsi in tutto il mondo.

Secondo dopoguerra

Durante la Seconda guerra mondiale la comunità ebraica di Palestina partecipò alle operazioni belliche in Africa e in Italia a fianco degli Alleati, con un contingente di circa 30 mila uomini[...]

[...] che rivolse al governo britannico la richiesta di consentire una libera immigrazione in Palestina per costituirvi uno Stato ebraico. Senonché gli inglesi, vincolati dai loro impegni verso gli arabi e dai loro interessi coloniali, non potevano consentire. Il governo britannico propose allora un piano di autonomie locali che il XXII Congresso sionista, svoltosi a Basilea nel 1946, respinse sdegnosamente.

La questione venne quindi deferita airO.N.U., mentre in Palestina infuriava ormai una guerra fra arabi ed ebrei. Nel 1947 fu posto fine al mandato britannico e l’O.N.U. approvò una risoluzione che divideva la Palestina in due Stati: uno ebraico e uno palestinese, con Gerusalemme come città internazionale legata a entrambi gli Stati attraverso

un’unione economica. In realtà si trattava di un inganno, perché l’O. N.U. si dimostrò ben presto incapace di mettere in pratica il piano, mentre gli inglesi, rifiutando di assumersi l’onere di attuarlo, lasciarono di fatto che le due comunità risolvessero i loro problemi attraverso lo scontro diretto. A quel punto il sionismo aveva vinto. Infatti il conflitto tra sionisti e palestinesi riprese con maggiore violenza e assunse un carattere sempre più drammatico, travolgendo l’intera Palestina. L’Irgum e la Haganah aprirono una campagna di terrore contro città e villaggi palestinesi, allo scopo di costringere gli arabi a un esodo di massa e in tal modo garantirsi un t[...]

[...]à risolvessero i loro problemi attraverso lo scontro diretto. A quel punto il sionismo aveva vinto. Infatti il conflitto tra sionisti e palestinesi riprese con maggiore violenza e assunse un carattere sempre più drammatico, travolgendo l’intera Palestina. L’Irgum e la Haganah aprirono una campagna di terrore contro città e villaggi palestinesi, allo scopo di costringere gli arabi a un esodo di massa e in tal modo garantirsi un totale dominio sul nuovo Stato. Un milione di arabi dovettero cercare scampo come profughi in Siria, Libano e Giordania, mentre le loro terre venivano espropriate dai sionisti che, il 4.5.1948, poterono proclamare la costituzione dello Stato d’Israele (v.).

A. Per.

Siqueiros, David Alfaro

N. a Chiuahua (Messico) nel 1896, m. a Cuernavaca (Messico) il 6.1. 1974; pittore.

A quindici anni si iscrisse all’Accademia delle Belle Arti a Città del Messico e, nel 1911, partecipò a un famoso sciopero di studenti (definito « pedagogico e politico », perché ispirato da rivendicazioni sia artistiche che sociali) ch[...]

[...](1918) partecipò al “Congresso degli artisti soldati” riunito a Guadalajara, che segnò l’inizio di un inserimento attivo degli artisti messicani nella vita civile del paese (v. Messico). L’anno seguente, con una borsa di studio che corrispondeva alla sua paga di capitano, arrivò a Parigi dove approfondì la conoscenza dell’arte moderna, da Cézanne a Picasso, e conobbe il connazionale Diego Rivera (v.), con il quale elaborò l’idea di una pittura monumentale ed eroica, erede delle grandi tradizioni preispaniche d'America. Con questo patrimonio ideale, nel 1921 Rivera e Siqueiros viaggiarono in Italia per studiare gli affreschi del Trecento, del Quattrocento e

del Cinquecento, da Giotto a Michelangelo. Nacque così nel 1921, scritto da Siqueiros, ma espressione del pensiero di entrambi, l'Appello agli artisti d’America, pubblicato a Barcellona, nel quale vennero lanciati i temi di un’arte di rappresentazione e di storia.

Il 1922, con il ritorno di Siqueiros e Rivera in patria, fu anche di fatto l’anno di nascita della pittura murale me[...]

[...]ueiros e Rivera in patria, fu anche di fatto l’anno di nascita della pittura murale messicana. Da quel momento l’attività di Sequeiros non ebbe più sosta, non solo come pittore, ma anche come organizzatore culturale, sindacale e politico: nel 1923 diventò segretario del Sindacato pittori, scultori e incisori rivoluzionari; nel 1924 fondò e diresse il settimanale “£/ Machete”', dal 1926 al 1930 si diede completamente all’azione politica, guidando numerosi scioperi di minatori e partecipando a congressi internazionali. Ripetutamente arrestato e imprigionato, nel 1932 fu infine costretto all’esilio.

In California, in Uruguay e in Argentina Siqueiros portò a compimento in quegli anni una serie di opere di grande impegno, cominciando anche a usare nuovi materiali plastici e a sperimentare nuove tecniche pittoriche. Su questo problema, dopo il suo ritorno in Messico nel 1935, iniziò una vivace polemica con Rivera. Nello stesso anno fondò a New York il Taller sperimentai, per approfondire la conoscenza dei nuovi mezzi pittorici e dei nuovi possibili strumenti che la

David Alfaro Siqueiros

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 586

Brano: Somalia, Repubblica di

tosufficienza economica). Gli scambi di merci si svolgono prevalentemente con l'Arabia Saudita per le esportazioni e con l’Italia per le importazioni.

La giovane Repubblica somala è nata nel 1960 dalla fusione dell’ex Somalia italiana (v. Somalia, Colonia) e dell’ex protettorato britannico del Somaliland. È questo il positivo risultato ottenuto da un movimento pansomalo sorto con lo scopo di unire le genti sparse nelle zone esterne all’Etiopia (cioè nella regione detta “Corno d’Africa”), che si ritengono unite sia dalle comuni origini che dalla identica religione. Da questa unione sono ancora esclusi l’ex Somalia francese cioè il territorio degli Afar e degli Issa, oggi costituito in Repubblica di Gibuti, nonché altri territori oggi annessi all’Etiopia (Ogaden) e al Kenya, dove vivono popolazioni somale. Per questo è tuttora in atto una contestazione territoriale da parte del governo della Repubblica di Somalia, specialmente acuta[...]

[...]tuita la Lega dei Giovani Somali (L.G.S.).

Nelle conferenze internazionali del dopoguerra la questione somala fu sempre in primo piano. Nel gennaio 1948 una commissione internazionale compì sul posto un’indagine che, oltre ad accertare le condizioni politicoeconomiche della Somalia, permise di conoscere quanto la gente somala desiderasse l'indipendenza e fosse favorevole alla costituzione di uno Stato. Il futuro della Somalia fu deciso dall’O.N.U. che, nella seduta generale del 21.10.1949, deliberò, anche sulla base di quanto stabiliva il Trattato di pace del 1947, di affidare in amministrazione fiduciaria all’Italia il territorio dell’ex colonia italiana, per un decennio a partire dal 2.12.1950. All’Egitto, alle Filippine e alla Colombia venne contestualmente affidato

il compito di controllare l'operato

dell’Italia nell’esecuzione dell’incarico affidatole.

Primo provvedimento delle autorità italiane fu di dividere il territorio dell’ex colonia in 6 Commissariati, a loro volta divisi in Residenze. Nel 1954 i Commissariati dive[...]

[...]orio dell’ex colonia in 6 Commissariati, a loro volta divisi in Residenze. Nel 1954 i Commissariati divennero Regioni e le Residenze assunsero il nome di Distretti. Poiché nell’amministrazione non poteva mancare la rappresentanza somala, venne costituito un Consiglio territoriale composto da somali e con poteri consultivi.

Per i primi quattro anni, nell'amministrazione e nella polizia operò in prevalenza personale italiano; poi, gradualmente, numerosi compiti passarono ai somali. A questo scopo fu creata a Mogadiscio una scuola per la preparazione politicoamministrativa dei funzionari locali e nella quale esperti di economia e di programmazione elaborarono piani di sviluppo riguardanti i vari campi: industriale, agricolo, sanitario, educativo.

Le elezioni amministrative, le prime svoltesi in Somalia e riservate ai soli maschi, furono tenute nel 1954; due anni dopo (febbraio 1956) si ebbero le prime elezioni politiche, nelle quali furono eletti 60 membri somali della assemblea legislativa. L’amministrazione fiduciaria designò da parte sua altri 10 membri, in rappresentanza di varie minoranze etniche. Sulla base dei risultati elettorali fu costituito il primo governo della Somalia, al quale vennero attribuiti i poteri per le questioni interne. Così gli incarichi, sia amministrativi che militari territoriali, passarono interamente al personale somalo. Quel primo governo era composto da rappresentanti della L.G.S. che aveva raccol[...]

[...]buiti i poteri per le questioni interne. Così gli incarichi, sia amministrativi che militari territoriali, passarono interamente al personale somalo. Quel primo governo era composto da rappresentanti della L.G.S. che aveva raccolto voti e fiducia in tutto il paese. Anche nella successiva consultazione elettorale (1959), alla quale vennero ammesse pure le donne, la Lega raccolse la maggioranza dei consensi.

Nel frattempo andavano costituendosi nuovi movimenti politici come la Lega della Grande Somalia (1958), ispiratasi al movimento degli ufficiali egiziani capeggiati dal generale Neguib e che poi ebbe nel leader egiziano Nasser il maggior esponente. Un altro movimento, VUnione nazionale somala (derivazione de\V Unione giovani Benadir) stava intanto cercando una via originale nel quadro politico della nazione ormai prossima a essere ufficialmente riconosciuta come indipendente.

La Lega della Grande Somalia e l’U

nione nazionale somala non parteciparono alle elezioni del 1959, per cui la L.G.S. ebbe ancora la grande maggioranza n[...]

[...]ebbe nel leader egiziano Nasser il maggior esponente. Un altro movimento, VUnione nazionale somala (derivazione de\V Unione giovani Benadir) stava intanto cercando una via originale nel quadro politico della nazione ormai prossima a essere ufficialmente riconosciuta come indipendente.

La Lega della Grande Somalia e l’U

nione nazionale somala non parteciparono alle elezioni del 1959, per cui la L.G.S. ebbe ancora la grande maggioranza nella nuova assemblea legislativa che, nel marzo 1960, si trasformò in Assemblea costituente. Un comitato presieduto dal giurista italiano G.A. Costanzo Beccaria elaborò il testo base della Costituzione somala che, dopo dibattiti e votazioni, il 21.6.1960 venne approvata.

Dieci giorni dopo, in anticipo rispetto alla scadenza del mandato fiduciario italiano, nel Palazzo dell’O. N.U. a New York, di fronte ai delegati di tutto il mondo veniva proclamata l’indipendenza della Somalia (1.7.1960). In quello stesso giorno l’Assemblea somala riunita a Mogadiscio acclamava l’unione con l’ex Somaliland britannico che, a sua volta, aveva ottenuto l’indipendenza

il 26 giugno.

La storia del Somaliland si era dipanata nel dopoguerra analogamente a quella dell'ex colonia italiana, anche se i due territori erano affidati ad amministrazioni diverse. Nel 1953 era stato creato a Berbera e ad Harghesia il Locai Government Council, poi in altre località; nel 1957 era seguita la costituzione di un Consiglio legislativo composto da 14 membri (portati poi a 36) e nel 1960 quella di un Consiglio esecutivo che, al momento dell’indipendenza, si componeva di 7 ministri:

3 funzionari britannici e 4 somali (questi ultimi, esponenti de\V Unite[...]

[...]ghesia il Locai Government Council, poi in altre località; nel 1957 era seguita la costituzione di un Consiglio legislativo composto da 14 membri (portati poi a 36) e nel 1960 quella di un Consiglio esecutivo che, al momento dell’indipendenza, si componeva di 7 ministri:

3 funzionari britannici e 4 somali (questi ultimi, esponenti de\V United Somali Party e della Somaliland National League).

La repubblica parlamentare

A unificazione avvenuta (l’atto di unione venne approvato dall’Assemblea nazionale somala nel gennaio 1961), la Costituzione fu sottoposta a referendum, approvata (20.6. 1961) e la Somalia divenne ufficialmente, a tutti gli effetti, una repubblica democratica rappresentativa unitaria. Il suo primo presidente fu Adan Abdulla Osman e il potere esecutivo venne demandato a un governo presieduto dal primo ministro Abdirashid Ali Sharmake.

Se in dieci anni l’amministrazione fiduciaria italiana era riuscita a portare in Somalia un discreto tenore di vita, gli anni successivi all'indipendenza furono caratterizzati da u[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 619

Brano: [...]Barese, dove dal 1921 i due furono tra i più noti dirigenti comunisti, il D’Agostino come dirigente della Camera del lavoro e giornalista.

Nel novembre 1922 parteciparono insieme al IV Congresso dell’Internazionale comunista a Mosca. Arrestata al suo rientro in Italia e rilasciata pochi mesi dopo, Rita Maierotti rimase qualche tempo a Roma. Nel 1925 emigrò con il marito nel Belgio e in Francia, ma nel 1926 dovette rientrare in Italia, dove fu nuovamente arrestata insieme al marito. Mentre D'Agostino, confinato e poi deferito al Tribunale speciale, veniva condannato nel 1927 a

4 anni di reclusione (scarcerato l’1. 1.1930, veniva nuovamente inviato al confino fino al 24.2.1932), Rita visse a Roma, senza svolgere ulteriore attività politica, ma conservando, come risulta da una nota di polizia del 1939, « principi sovversivi ».

Malgaroli, Romeo

N. a Santa Maria della Versa (Pavia) il 2.9.1894; operaio.

Giovane socialista di sinistra dal 1912, nel primo dopoguerra fu tra i fondatori dell’organizzazione comunista a Pavia e nel 1926 divenne segretario della Federazione provinciale del partito, che diresse anche nei primi mesi di illegalità dopo la proclamazione delle leggi eccezionali fasciste.

Nel maggio 1927 fu [...]

[...]ontadine del marzo 1960 e i massacri compiuti dalla polizia a Sharpeville, Langa e Orlando, l’A.N.C. fu dichiarato “organizzazione illegale”, Mandela venne arrestato con altri dirigenti e condannato a 5 anni di reclusione. Liberato dal carcere dopo qualche tempo, divenne il leader riconosciuto dell'A.N.C. e impegnò l'organizzazione nella lotta clandestina, con azioni anche di sabotaggio e di guerriglia contro il potere bianco, finché nel 1963 fu nuovamente arrestato con altri dirigenti dell'A.N.C. e sottoposto a un nuovo processo (detto di Rivonia) che si concluse il 12.6.1964 con la sua condanna a morte per « sabotaggio, incitamento alla lotta armata e propaganda del comuniSmo ». Il giorno della sentenza, Mandela rivolse ai giudici un discorso oggi considerato come il più fiero e rigoroso atto d'accusa lanciato contro il razzismo sudafricano.

Grazie a un movimento mondiale di protesta, cui si associò anche l’O. N.U., la condanna a morte fu commutata in ergastolo e Mandela fu

Mandela negli anni giovanili

rinchiuso da allora nel famigerato carcere di Robbe Island. Successivamente tradotto a Pollsmoor, presso Città del Capo, non ha mai avuto un attimo di cedimento, sì da diventare la bandiera dei lavoratori neri del Sudafrica in lotta, simbolo della Resistenza contro il fascismo dell’apartheid.

Al suo fianco, subendo persecuzioni e arresti, lotta coraggiosamente la moglie Winnie Mandela, entrata a far parte dell’Esecutivo dell'A.N.C..

Quando, premuto dal movimento di opinione pubblica e dalle ri[...]

[...] del Sudafrica in lotta, simbolo della Resistenza contro il fascismo dell’apartheid.

Al suo fianco, subendo persecuzioni e arresti, lotta coraggiosamente la moglie Winnie Mandela, entrata a far parte dell’Esecutivo dell'A.N.C..

Quando, premuto dal movimento di opinione pubblica e dalle richieste rivoltegli da vari governi, il premier sudafricano Botha offrì a Mandela, dopo 25 anni di carcere duro, la libertà in cambio di un suo impegno a rinunciare alla lotta armata, il prigioniero rifiutò l’offerta con queste parole: « La libertà non si negozia. Soltanto un uomo libero può negoziare. I prigionieri non firmano contratti ». Per festeggiare il suo settantesimo compleanno, il 12.6.1988 si è svolto a Londra, nello stadio di Wembley, un grande concerto di musica rock, al quale hanno gratuitamente partecipato le più grandi star del momento. La manifestazione, con una chiara impronta politica antiapartheid, ha riunito oltre 80.000 giovani ed è stata seguita per televisione da 500 milioni di persone in tutto il mondo.

Mandoli, Rino

[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine N.U., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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