Brano: Liechtenstein
rapporto paragonabile a quello che la Repubblica di San Marino ha verso l’Italia: dal 1919 la Svizzera
lo rappresenta diplomaticamente e dal 1921 ne gestisce i servizi postali e telegrafici; dal 1924 esiste tra i due paesi una unione doganale e il Liechtenstein ha adottato la valuta svizzera.
Le principali risorse economiche dello Stato derivano dal turismo e soprattutto dalla « domiciliazione », presso i suoi importanti istituti bancari (Liechtensteinische Landesbank; Bank in Liechtenstein A.G.; Verwaltung und Privatbank Aktiengesellschaft) di conti finanziari e di holdings di ogni parte del mondo. Di fatto il Liechtenstein è un porto franco, fiscalmente protetto, nel quale i grandi evasori fiscali di ogni paese possono occultare i loro potrimoni finanziari e dove il capitale finanziario internazionale può compiere le sue manovre speculative.
La gestione amministrativa dello Stato è dal 1928 nelle mani della ultraconservatrice Fortschrittliche Burgerpartei (Partito borghese dei progresso). Secondo partito è la Vaterlàndische Union (Unione patriottica) sorta nel 1936 e orientata verso la Svizzera. La Arbeiterpartei (Partito dei lavoratori), fondata nel 1953, ha un’influenza minima.
Li Gobbi, Alberto
Medaglia doro al valor militare. N. nel 1914 a' Bologna. Capitano di lungo corso, dopo aver frequentato l'Accademia di artiglieria e genio a Torino venne assegnato al 27° Reggimento di artiglieria « Cuneo ». Inv[...]
[...]e speculative.
La gestione amministrativa dello Stato è dal 1928 nelle mani della ultraconservatrice Fortschrittliche Burgerpartei (Partito borghese dei progresso). Secondo partito è la Vaterlàndische Union (Unione patriottica) sorta nel 1936 e orientata verso la Svizzera. La Arbeiterpartei (Partito dei lavoratori), fondata nel 1953, ha un’influenza minima.
Li Gobbi, Alberto
Medaglia doro al valor militare. N. nel 1914 a' Bologna. Capitano di lungo corso, dopo aver frequentato l'Accademia di artiglieria e genio a Torino venne assegnato al 27° Reggimento di artiglieria « Cuneo ». Inviato sul fronte russo, vi fu gravemente ferito il 12.12.1942. Rimpatriato, dopo lunga degenza in ospedale, l’8.9.1943 si trovava in licenza di convalescenza con la famiglia a Oggebbio (Novara). Portatosi al Deposito di Alessandria, presso l’ir Reggimento di artiglieria, fu catturato dai tedeschi, ma riuscì a evadere e, dopo aver attraversato la linea del fronte, si congiunse a un Comando dell 'Italia liberata.
Assegnato ai Servizi di informazione, il 5.12.1943 venne paracadutato in territorio occupato dai tedeschi e, insieme al fratello Aldo (v.), organizzò una rete informativa che, dalla Lombardia, si estendeva al Piemonte e alla Liguria, per assicurare il rifornimento aereo alle unità partigiane operanti in queste regioni.
Nel gennaio 1944 assunse il co
mando della [...]
[...]informazione, il 5.12.1943 venne paracadutato in territorio occupato dai tedeschi e, insieme al fratello Aldo (v.), organizzò una rete informativa che, dalla Lombardia, si estendeva al Piemonte e alla Liguria, per assicurare il rifornimento aereo alle unità partigiane operanti in queste regioni.
Nel gennaio 1944 assunse il co
mando della Brigata alpina « Valle Strona », poi Divisione alpina « Filippo Beltrami ». Catturato il 31.3. 1944 a Genova insieme al fratello (questi fu gravemente ferito durante un tentativo di fuga), fu tradotto nelle carceri di Marassi e condannato a morte. Riuscì invece a evadere il 30 luglio e, un mese dopo, attraversata la linea del fronte, si pose nuovamente a disposizione del suo Comando che lo assegnò al 35° Reggimento di artiglieria del Gruppo di combattimento « Friuli ». Come comandante di batteria, con questa unità partecipò alla Guerra di liberazione fino alla vittoriosa conclusione.
Nel dopoguerra seguì un corso per ufficiali di stato maggiore e venne successivamente inviato a frequentare il cosiddetto Staff College in Inghilterra. Rientrato in patria, nel 1954 ebbe affidato il comando del
III Gruppo semovente delle « Batterie a cavallo». Dal 1955 al 1958 ha prestato servizio presso il Comando della N.A.T.O. a Parigi, poi alla « Programs Division ». Addetto militare aN’Ambasciata italiana a Washington nel 1960, nel 1965 era a Torino, capo di stato maggiore della Regione militare N.O.
Li Gobbi, Aldo
Medaglia d oro al valor militare[...]
[...]uerra seguì un corso per ufficiali di stato maggiore e venne successivamente inviato a frequentare il cosiddetto Staff College in Inghilterra. Rientrato in patria, nel 1954 ebbe affidato il comando del
III Gruppo semovente delle « Batterie a cavallo». Dal 1955 al 1958 ha prestato servizio presso il Comando della N.A.T.O. a Parigi, poi alla « Programs Division ». Addetto militare aN’Ambasciata italiana a Washington nel 1960, nel 1965 era a Torino, capo di stato maggiore della Regione militare N.O.
Li Gobbi, Aldo
Medaglia d oro al valor militare alla memoria. N. a Reggio Emilia nel
1918, m. a Genova 1*1.4.1944. Soldato radiotelegrafista del 2° Reggimento Genio, J’8.9.1943 si trovava a Oggebbio (Novara), reduce dalla Sicilia. Insieme al fratello Alberto (v.)f partecipò sin dai primi giorni alla Guerra di liberazione. Membro della formazione di Filippo Beltrami nella valle d’Ossola, con lo pseudonimo di Flores, assolse alla funzione di capo servizio informazioni. Con l’apparecchio radiotrasmittente si collegò direttamente al Comando italiano e a quello alleato.
Fu arrestato a Genova il 31.3.1944 con il fratello Alberto, mentre si recava ad un convegno politico. Tentò la fuga, ma durante l'inseguimento fu gravemente ferito. Prima di essere catturato riuscì a fare scomparire il cifrario per le comunicazioni radio che portava con sé. Atrocemente seviziato, morì sotto le torture il giorno dopo.
Ligonchio
Comune di 2.400 abitanti (700 nel capoluogo) in provincia di Reggio Emilia, a 949 m s.l.m., sulla strada che da Reggio, attraverso il Passo
del Cerreto, porta a La Spezia, durante la Guerra di liberazione venne a trovarsi nella « zona libera » della Repubblica di Montefiorino (v.), base e punto di transito di formazioni partigiane.
Per il 30.7.1944 era stato annunciato un pubblico comizio per insediare il Comitato comunale e illustrare alla popolazione le funzioni del nuovo organismo democratico, ma all’alba di quello stesso giorno vennero avvistate forti colonne di automezzi nemici proverienti da Reggio Emilia. Si trattava di uno dei più grandi rastrellamenti operati dai nazifascisti.
Il rastrellamento
Dalle 6 alle 7 del 30 luglio le artiglierie bersagliarono il Castello di Carpineti, l’abitato di Primaore e altri punti occupati dai partigiani, mentre l’attacco si sviluppava violentissimo anche nel Modenese. Tutte le località della zona furono bombardate e messe a ferro e fuoco dai nazifascisti che diedero alle fiamme anche la sede del municipio.
I reparti partigiani, sganciatisi con difficoltà, per evitare l’accerchiamento furono costretti a ripiegare verso il Secchia. In serata, Villa Minozzo e Ligonchio furono occupate dai nazifascisti.
Tra i caduti vi furono lo studente Renato Fornaciari (Slim) (n. nel 1921) che volontariamente si era offerto di portare un mortaio al Passo della Cisa; e l’operaio Enzo Bagnoli (Vampiro) che, dopo aver partecipato ai combattimenti del mattino, non abbandonò la località, ma destreggiandosi di balza in balza col fuoco del suo mitragliatore, ritardò l’avanzata del nemico finché, accerchiato, venne colpito a morte. Per entrambi è stata decretata la medaglia d’argento al valor militare alla memoria.
Ligosullo
Comune della provincia di Udine, con circa 400 abitanti, a 905 m s.l.m. Situato all’inizio della vai Pontaiba, durante la Guerra di liberazione Ligosullo offrì un sicuro rifugio alle formazioni partigiane carniche diventando base operativa per le azioni di guerriglia condotte lungo la statale pontebbana e la ferrovia UdineTarvisioVienna.
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[...] della provincia di Udine, con circa 400 abitanti, a 905 m s.l.m. Situato all’inizio della vai Pontaiba, durante la Guerra di liberazione Ligosullo offrì un sicuro rifugio alle formazioni partigiane carniche diventando base operativa per le azioni di guerriglia condotte lungo la statale pontebbana e la ferrovia UdineTarvisioVienna.
Nel settembre 1944, partendo dal territorio di Ligosullo, formazioni della Brigata Garibaldi « Val But » valicarono il confine per portare attacchi contro le caserme di Straniger e di altre località austriache.
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