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Il segmento testuale Musil è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 90Analitici , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Claudio Magris, Saggi e studi. Quando è il presente? Rilke di fronte alle parole in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - novembre - 30 - numero 6

Brano: [...]ll'eco dei loro domini, fa udire la sua voce — sia pur sommessamente — soltanto quando il saldo potere del discorso s'è attenuato o allontanato. Inesprimibile nella sua intensità, il senso risplende soltanto dietro le parole, che tendono a velarlo o ad offuscarlo.
La poesia di fine secolo si protende spesso verso una ricchezza del senso, che sembra rimanere irriducibile all'espressione e che ogni espressione sembra anzi deformare ed impoverire. Musil, ad esempio, pone all'inizio dei Turbamenti del giovane Törless un passo di Maeterlinck che sottolinea l'entropia implicita in ogni discorso: la goccia portata alla superficie dal profondo abisso non somiglia piú al mare donde proviene e si scioglie fra le dita del pescatore di perle; i tesori della caverna, portati alla luce, si trasformano in « pietre false e frammenti di vetro », ma il bilancio passivo dell'espressione non intacca la sostanza del patrimonio accumulato nei sotterranei, che rimane inesauribile: « nelle tenebre il tesoro seguita a brillare immutato ». In tal modo sembra che, [...]

[...]he vuole trasvalutare tutti i valori, occorre soprattutto liberarsi del soggetto psicologico e sintattico, che organizza e sclerotizza la vita nella formalizzazione categoriale. « L'anarchia degli atomi » celebrata da Nietzsche libera la vita da ogni unità ossia da ogni gerarchia del discorso, che pretende di ordinare la vita e di imporle un significato; questa « disgregazione della volontà », come la chiama Nietzsche — ed anche, sulle sue orme, Musil — restituisce la « libertà dell'individuo », la « vibrazione e l'esuberanza della vita », della vita nuda e selvaggia. La parola è il fondamento del grande stile, come Nietzsche lo chiama, e il grande stile è la capacità della poesia di ridurre il mondo all'essenziale e di dominare il molteplice in una laconica unità di significato; il grande stile costringe e comprime le dolorose dissonanze della vita — ma anche le sue riottose diversità — nella compatta armonia della forma. Il grande stile è quindi pure violenza, è la violenza metafisica di un pensiero che impone alle cose una camicia di fo[...]

[...] il molteplice in una laconica unità di significato; il grande stile costringe e comprime le dolorose dissonanze della vita — ma anche le sue riottose diversità — nella compatta armonia della forma. Il grande stile è quindi pure violenza, è la violenza metafisica di un pensiero che impone alle cose una camicia di forza e fa di esse i simboli di un universale e di un'identità che viola la loro singolarità e la loro autonomia. « I filosofi, scrive Musil nell'Uomo senza qualità, sono dei violenti che non dispongono di un esercito e perciò s'impadroniscono del mondo rinchiudendolo in un sistema. »
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CLAUDIO MAGRIS

campi delle famiglie stesse. L'autorità del padre, nel racconto citato, possiede le cose nell'atto stesso del nominarle — ossia definirle — e con ciò le uccide. Ma il linguaggio, sistema di segni che stanno per le cose, è lo strumento per eccellenza dello scambio, come e piú del denaro, trasmuta le cose l'una nell'altra, è un veicolo della loro circolazione e della loro trasformazione; è — come il denaro — l'anima del co[...]

[...]ell'eco dei loro domini, fa udire la sua voce — sia pur sommessamente —soltanto quando il saldo potere del discorso s'è attenuato o allontanato. Inesprimibile nella sua intensità, il senso risplende soltanto dietro le parole, che tendono a velarlo o ad offuscarlo.
La poesia di fine secolo si protende spesso verso una ricchezza del senso, che sembra rimanere irriducibile all'espressione e che ogni espressione sembra anzi deformare ed impoverire. Musil, ad esempio, pone all'inizio dei Turbamenti del giovane Törless un passo di Maeterlinck che sottolinea l'entropia implicita in ogni discorso: la goccia portata alla superficie dal profondo abisso non somiglia piú al mare donde proviene e si scioglie fra le dita del pescatore di perle; i tesori della caverna, portati alla luce, si trasformano in « pietre false e frammenti di vetro », ma il bilancio passivo dell'espressione non intacca la sostanza del patrimonio accumulato nei sotterranei, che rimane inesauribile: « nelle tenebre il tesoro seguita a brillare immutato ». In tal modo sembra che, [...]

[...]he vuole trasvalutare tutti i valori, occorre soprattutto liberarsi del soggetto psicologico e sintattico, che organizza e sclerotizza la vita nella formalizzazione categoriale. « L'anarchia degli atomi » celebrata da Nietzsche libera la vita da ogni unità ossia da ogni gerarchia del discorso, che pretende di ordinare la vita e di imporle un significato; questa « disgregazione della volontà », come la chiama Nietzsche — ed anche, sulle sue orme, Musil — restituisce la « libertà dell'individuo », la « vibrazione e l'esuberanza della vita », della vita nuda e selvaggia. La parola è il fondamento del grande stile, come Nietzsche lo chiama, e il grande stile è la capacità della poesia di ridurre il mondo all'essenziale e di dominare il molteplice in una laconica unità di significato; il grande stile costringe e comprime le dolorose dissonanze della vita — ma anche le sue riottose diversità — nella compatta armonia della forma. Il grande stile è quindi pure violenza, è la violenza metafisica di un pensiero che impone alle cose una camicia di fo[...]

[...] il molteplice in una laconica unità di significato; il grande stile costringe e comprime le dolorose dissonanze della vita — ma anche le sue riottose diversità — nella compatta armonia della forma. Il grande stile è quindi pure violenza, è la violenza metafisica di un pensiero che impone alle cose una camicia di forza e fa di esse i simboli di un universale e di un'identità che viola la loro singolarità e la loro autonomia. « I filosofi, scrive Musil nell'Uomo senza qualità, sono dei violenti che non dispongono di un esercito e perciò s'impadroniscono del mondo rinchiudendolo in un sistema. »
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CLAUDIO MAGRIS

Da un parte, quindi, la parola è impari a ciò che Nietzsche chiama « il raffinamento dell'organo per la percezione di molte cose piccolissime e fuggevolissime »; il linguaggio, dice Musil, « mette raramente a disposizione per le sottospecie del sentimento dei plurali sufficienti » e finché si pensa in frasi con il punto finale troppe cose non si lasciano dire. Ma in quanto violenza e dominio, il linguaggio anche affascina Nietzsche, gli sembra non certo espressione della vita — della sua verità, del suo senso — bensí forza capace di soggiogare la vita o, com'egli dice, « estensione dello sguardo su maggiori moltitudini e vastità [ ... ] espressione di una volontà vittoriosa, di un coordinamento intensificato, [ ... ] di una spinta di gravità infallibilmente perpendicolare ».
[...]

[...]à non nell'eventuale accostamento a un valore, bensí nella funzionalità del suo meccanismo, come una pedina nel gioco degli scacchi; la parola diviene pura regola di gioco, tecnica di organizzazione, strumento di progettazione — volontà di potenza. Lindicibile, che può essere mostrato e non detto, viene eliminato dall'orizzonte della ricerca, come la stessa idea di soggetto individuale e di sostanza. Non esiste il nucleo dell'Azione Parallela di Musil né il centro dell'anello che Clarisse si sfila dal dito, non esiste la ji — 1, ma il segno i, che indica qualcosa d'inesistente e serve per calcoli utili a fini pratici. Il Sagen rilkiano diviene un gesto assoluto, che non rimanda ad alcun senso bensí soltanto alle proprie regole ed alla propria tecnica; la genziana strappata alle tenebre è la parola « genziana ».
Ogni poesia diverrà per Rilke veramente una cosa, una cosa fra le cose anziché una loro espressione che cerca di dirle. La vita che si ritira nell'invisibile — nota Cacciari —, che si fa parola, non le affida una sua essenza ma sva[...]



da Romano Bilenchi, Ancora sul romanzo in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1960 - 1 - 1 - numero 42

Brano: [...], ha un concetto rigido ed esteriore del romanzo in quanto genere letterario: pensa che il romanzo sia nato e si sia concluso nell'Ottocento e che non possa svincolarsi dalle caratteristiche che gli scrittori di quel secolo gli impressero. Ma il romanzo preesisteva all'Ottocento (i Greci, Petronio, Apuleio, i picareschi, Cervantes). Preesisteva ed esiste oggi. Io sono personalmente convinto che scrittori come Joyce, Lawrence, Kafka, Thomas Mann, Musil, Broch, Fitzgerald, Thomas Wolfe, Mauriac, Pasternak, Tomasi di
* V. le nostre «9 domande sul romanzo » in Nuovi Argomenti, n. 3839, maggioagosto 1959.
ANCORA SUL ROMANZO 37
Lampedusa sono scrittori della stessa importanza di un Flaubert o di un Turgenev. Se possiamo ancora accettare per buona l'idea che Henry James aveva del romanzo, cioè una rappresentazione della vita, una concorrenza con la vita, mi pare che gli scrittori che ho citato abbiano tutte le carte in regola.
È ovvio però che la vita cambia continuamente, che cambiano continuamente i rapporti fra l'individuo e il mondo ogget[...]

[...]a che il romanzo continui ad avere una sua storia.
E questo ragionamento si potrebbe fare per tutte le arti. Pittori come Picasso, Rosai, Morandi, Matisse, Braque, Klee, poeti come Machado, Guillén, Esenin, Pasternak, Éluard, Montale, Ungaretti, Luzi, e nel campo cinematografico Chaplin, Eisenstein, Clair (il Novecento ha creato perfino una nuova arte) lo provano chiaramente.
2. — Non vedo intorno a me romanzi saggistici. Neppure il romanzo di Musil, L'uomo senza qualità, è a mio parere un romanzo saggistico. Ma in base a quali argomenti giudicate il romanzo di Musil un romanzo saggistico ? A me sembra un romanzo, una grande opera d'arte, senza aggettivi. Questo romanzo é una pura rappresentazione, in cui il flusso vitale, la intrinseca verità che vuole esprimere e che si fa strada di pagina in pagina sono strettamente uniti alle cose che Musil vuol far parlare, vuol rappresentare. (Come debbo vivere, si chiede l'uomo sprovvisto di quella qualità che la società esige da lui; verità non ricercata saggisticamente ma appunto espressa rappresentando direttamente quella società in una serie di episodi centrati nella sua stessa essenza). Forse pensate che sia un romanzo saggistico, come altri lo pensano del Doctor Faustus di Thomas Mann, per lo stile, il linguaggio con cui questo libro è stato scritto? Ebbene, sia Musil che Thomas Mann dimostrano una verità molto semplice: si può attingere a qualsiasi linguaggio, a quello scientifico, bur[...]

[...]rappresentare. (Come debbo vivere, si chiede l'uomo sprovvisto di quella qualità che la società esige da lui; verità non ricercata saggisticamente ma appunto espressa rappresentando direttamente quella società in una serie di episodi centrati nella sua stessa essenza). Forse pensate che sia un romanzo saggistico, come altri lo pensano del Doctor Faustus di Thomas Mann, per lo stile, il linguaggio con cui questo libro è stato scritto? Ebbene, sia Musil che Thomas Mann dimostrano una verità molto semplice: si può attingere a qualsiasi linguaggio, a quello scientifico, burocratico, allo stesso linguaggio della critica musicale per fabbricare un tessuto poeticonarrativo. Il linguaggio di Musil e quello di Thomas Mann fanno parte del loro stile, del loro modo di rappresentare. Chiedete un parere a Hemingway. Sono certo che Mann e Musil avevano pensato a questa obiezione: e se fossero qui con noi chi sa quanto riderebbero delle nostre chiacchiere. Ne riderebbero insieme con Hemingway.
3. — Ho letto i libri di Butor, di RobbeGrillet, di Nathalie Serraute. Ho anche letto un saggio di RobbeGrillet apparso sulla
ANCORA SUL ROMANZO 39
« Nouvelle Revue Française » e una serie di articoli programmatici da lui scritti per « FranceObservateur ». Questi articoli potevano essere accettabili: uno scrittore può benissimo partire da certi risultati raggiunti da Joyce e spingersi oltre lungo una direttrice prestabilita, ma le realizzazi[...]

[...]oglie, il babbo, la sorella, Natascia, Pierre, ecc. ecc.? Che nei Promessi sposi contino più le descrizioni dei tumulti di Milano, della peste che i rapporti fra Renzo e Lucia? Sarebbe come dar ragione a un RobbeGrillet.
9. — Sono molti. Ve ne indicherò soltanto qualcuno: Petronio, Cervantes, Goethe, Hawthorne, Dostoevskij, Melville, SainteBeuve, James, Puskin, Tolstoj, Gogol, Fromentin, Manzoni, Nievo, Verga, Kafka, Thomas Mann, AlainFournier, Musil, Brach, Mauriac, Tomasi di Lampedusa. Essi, sia pure in maniera diversa e con risultati diversi, hanno scritto romanzi che corrispondono a quello che pensa debba essere un romanzo. E lasciatemi citare Cechov, sebbene sia stato tanto avveduto da non scrivere veri e propri romanzi.
P.S. — Scusate la fretta e questo mio ragionare sotto forma di appunti. Noi italiani, nella maggior parte, siamo oggi cattivi teorici, e io sono forse peggiore di tutti.
ROMANO BILENCHI



da Giuseppe Bevilacqua, Varietà e documenti. Dalla valle di Giosafat: Elias Canetti in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...] Versailles l'Austria fu molto piú colpita che non la Germania; ma in Austria, si può dire, non vi fu revanscismo; nessuno inventò meschine leggende, pugnalate alla schiena, congiure fantomatiche. Ciò che era caduto proiettava la sua maestà sulle cause della caduta, che non potevano essere banali e contingenti, e tanto meno revocabili. La storia non aveva voltato pagina, curiosa di vedere il seguito; aveva solennemente chiuso il libro.
E cosí i Musil, i Roth, i Broch si disponevano davanti a questo grande paesaggio non piú in fuga, per ritrarlo bloccato nel suo crepuscolo con tutta la calma che richiede la grande epica. Del resto, in quegli anni, Jenseits (`al di là')
328 VARIETÀ E DOCUMENTI
diventava una parola chiave anche nell'opera di Freud. Al di là degli istinti vitali su cui le prime ricerche avevano gettato una viva luce, montava la zona d'ombra dell'istinto di morte, dell'immobilità che si manifesta come ripetizione.
Ad una produttiva consapevolezza di questo stato Canetti arriva per contrasto. Nel 1928 e '29 egli compie due l[...]

[...]rzo coagulare nei due volumi che recano appunto il titolo di Masse und Macht, disponibili per il lettore italiano, anche questi, nella traduzione di Furio Jesi pubblicata da Rizzoli nel 1972.
Un giudizio di sintesi su questa vasta opera è alquanto rischioso. Forse Canetti — come prima di lui Hermann Broch — con questa narrativa che è troppo saggistica e questa saggistica che è troppo narrativa ha impostato una scommessa che solo per il genio di Musil poteva concludersi del tutto felicemente.
Non meraviglia perciò se il risultato di Canetti forse piú duraturo appare quel breve, meraviglioso libro, scritto en passant, che è Der andere Prozess
VARIETÀ E DOCUMENTI 329
(`L'altro processo'), una ricostruzione del fallito fidanzamento di Franz Kafka con Felice Bauer. Qui il tema dell'individuo alienato, impossibilitato a costituire anche la piú immediata forma di associazione, ossia la famiglia, non è piú esemplificato su un personaggio stravagante e per certi aspetti scurrile ed improbabile come è il Dr. Kien di Auto da f é. Nell'Altro proce[...]



da (9 Domande sul romanzo) Sergio Solmi in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...]arrati, analogo a quello, che negli stessi anni si era andato dibattendo, di « poesia pura ».
Nulla dunque di più naturale che il romanzo si riavvicini alle sue antiche fonti, sia pure con modi radicalmente moderni, ossia più strettamente integrando l'elemento generale e saggistico alla narrazione, attraverso una prevalenza di procedimenti analitici e diffusivi, così come avviene, anche se in modi tra di loro incomparabili, in un Proust o in un Musil. Soltanto, non credo affatto che il romanzo « saggistico » sia destinato a soppiantare quello « di pura rappresentazione », proprio perché ritengo, all'opposto, che in un mondo di civiltà profondamente diviso come il nostro, sotto la spinta di un più intenso « farsi » storico, urtante contro pesanti resistenze tradizionali, una delle caratteristiche del romanzo, come di altre espressioni letterarie o artistiche, sia la coesistenza di diversissime forme e modi e ideali stilistici e morali.
3) Conosco e apprezzo alcune delle opere che vanno sotto il nome della scuola narrativa francese del « n[...]



da (9 Domande sul romanzo) Italo Calvino in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...] o livello, quello di commedia umana, quello di quadro storico, quello lirico o visionario, quello dello scandaglio psicologico, quello allegorico e simbolico (delle allegorie e dei simbolismi più diversi), quello dell'invenzione
9 DOMANDE SUL ROMANZO 9
d'un proprio sistema linguistico autonomo, quello della rete dei riferimenti culturali ecc... (Per esempio, su libri come questi Denis de Rougemont può scrivere il recente saggio a proposito di Musil, Nabokov, Pasternak; saggio che è una delle cento chiavi in cui possono essere letti quei tre libri). E, riflettendoci un momento, non tarderò ad ammettere che le possibilità di lettura su piani multipli è una caratteristica di tutti i grandi romanzi di tutte le epoche: anche di quelli che la nostra abitudine di lettura ci porta a credere di leggere come qualcosa di stabilmente unitario, unidimensionale.
Ecco dunque che giunto a questo punto mi pare di poter azzardare una nuova definizione di quel che oggi (e perciò sempre) il romanzo é: un'opera narrativa fruibile e significante su molti pi[...]



da (9 Domande sul romanzo) Elsa Morante in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...]ro ». E se é vero che alcuni romanzi (a differenza di quelli che si affidano alla pura rappresentazione) si valgono, dentro la loro struttura, di modi e forme dichiaratamente saggistici, questa differenza non si riscontra solo nell'epoca moderna, ma é di tutti i tempi. « La divina commedia », a differenza dell'« Iliade », é un romanzo saggistico; e « I promessi sposi » é saggistico, a differenza dei « Malavoglia ». Cosi come, oggi, il romanzo di Musil é saggistico, a differenza di quello di Hemingway; ma la stessa, valida coesistenza di questi due autori potrebbe forse provare che non si può stabilire una prevalenza decisiva dell'una forma sull'altra, nel romanzo contemporaneo.
Io credo, veramente, che la scelta fra le due forme dipenda — più ancora che da possibili contingenze esterne — dal diverso genio di ciascun autore. Tutti sanno, difatti, che la ragione e la immaginazione, per natura, si equilibrano in ogni persona umana in diverso modo; ma che, nella loro diversa armonia, le due funzioni sono entrambe necessarie alla salute e alla[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Musil, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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