Brano: [...]lta a Poslední Dopisy x, Svoboda, Praga, 1946)
Pankrác.
Cara Hedvika,
il 17 agosto sono stato condannato a morte. La faccenda durerà ancora tre lunghi mesi. Se sarà mio destino morire, non c'è
LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
nulla da fare. La rasa nasce con le spine. Ma nel tuo cuore e nel pensiero della o nera» Ostrava non morirò mai, poiché ho sempre fatto solo del bene ed ovunque ho portato l'amore e la gioia. Oggi muoiono gli uomini migliori. Sembra che per l'amore verso la classe operaia e la nazione io debba pagare un tributo: la mia testa. Sembra che per un bene immortale io debba dare del sangue mortale. Le vie della resurrezione sono lastricate con i nostri carpi, le porte della nuova primavera sono costruite con le nostre teste. Cara nazione boema, caro papà Josef ! Noi alld fine, malgrado tutto, vinceremo. E tu, Hedvika, ed anche tu terra di Ostrava avrete nel cuore il mio monumento, con su incise queste parole: Ricordo eterno e gloria agli eroi! Noi due abbiamo intrapreso una strada spinosa, ma nobil[...]
[...] della nuova primavera sono costruite con le nostre teste. Cara nazione boema, caro papà Josef ! Noi alld fine, malgrado tutto, vinceremo. E tu, Hedvika, ed anche tu terra di Ostrava avrete nel cuore il mio monumento, con su incise queste parole: Ricordo eterno e gloria agli eroi! Noi due abbiamo intrapreso una strada spinosa, ma nobile. Tu arriverai fino alla fine di questa strada, io no. Io sarò caduto alcuni passi prima della méta. Per l'idea muoiono, nella Unione Sovietica, centinaia di migliaia di persone, muoiono an che per noi. Salutami tutta Ostrava e tutti i conoscenti, soprattutto la fedele Slezká Ostrava. Sono convinto che, così come ho fatto io, anche tu — moglie di un comunista trucidato — ed anche' tutte le altre donne alle quali la Gestapo ha preso gli uomini, vi porrete al posto dei vostri mariti ed appoggerete il Partito Comunista e lavorerete per esso.
Hedvika, sulle nostre nozze d'argento é piombata una nube nera. Io, però, ringrazio il destino per i 25 anni trascorsi al tuo fianco. Questo é stato per me il più bel regalo. Questo é stato il mio più bel sogno, la favola della mia vita. [...]
[...]vano canti di gioia e domani il dolore visiterà ancora mia madre, mia sorella, mio fratello.
Con le lacrime e con il pianto soffocato la tua mamma ti abbraccerà...
Amo la vita, il lavoro tranquillo, la tua mamma. Ma la lotta é lotta, il nemico é nemico.
L'ultima mia gioia, Rumjanco e Marusja, é questa, che vedo la piena disfatta del fascismo.
So che vivrai con difficoltà senza papà e che dovrai penare. Ma il socialismo, nel nome del quale io muoio, verrà e vi metterà in ottime condizioni di vita.
Sii un combattente anche tu e ama la giustizia. Ama tua madre, figliolo caro, essa sarà per te una difesa nella vita.
Bacio te, tua mamma, i fratelli, le sorelle e il nonno.
Tuo padre
Vanío
21 novembre 1943
L'unico desiderio che ho è di vivere.
Qualcosa ti soffoca, ti porta via, ti toglie lentamente la coscienza; lo spazio della cella diventa stretto, la cella sembra senza aria. Eppure, avere tanto desiderio di vivere!
14 LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
E il bambino! Caro il mio figliolo, che fin da adesso sente[...]
[...]rte, penso a te e ai bambini. Beka, tu devi vivere, per i bambini e per te stessa. Botuscev mi ha mostrata la fotografia dei suoi figlioli: come li ama! E io non argo meno la mia famiglia.
Katja, Nivko, figli miei, vostro padre vi ama tanto e pensa solo a voi. Ma bisogna morire. Un giorno voi saprete perché vo stro padre ha dovuto morire. Ricordate che vostro padre, oltre a voi, ha amato altrettanto il suo popolo e nel suo popolo vedeva voi. Io muoio perché voi possiate vivere, miei cari.
Vi bacio Nicola Sopov
ISTVÁN PATAKI
Ungherese, nato a Budapest nel 1914. Operaio metallurgico e capo dei giovani metallurgici, è uno degli organizzatori dell'insurrezione armata del 1944. Arrestato con numerosi compagni il 23 novembre 1944 nella fabbrica Manfred Weisz, oggi Mattia Rákosi, di Csepel, viene con essi suppliziato, il 24 dicembre 194', nella prigione di SopronKöhida. (Lettera inedita avuta dall'Associazione Ungherese Combattenti della Libertà)
Miei cari,
sono assolutamente tranquillo e sereno. Ho sempre detto che non sarei vissuto oltre [...]
[...] Comunista Ungherese, dopo quattro anni di attività clandestina viene arrestato, il 6 luglio 1942, e consegnato alla Gestapo ungherese. Condannato a morte il 29 settembre 1942, il 9 ottobre viene suppliziato. (Lettera inedita avuta dall'Associazione Ungherese Combattenti della Libertà)
Budapest, 8 ottobre 1942
Mio adorato Gyuri, figlio mio, mia adorata moglie,
caro piccolo figlio mio, quando riceverai fra le mani queste righe io non sarò più. Muoio nel giorno stesso in cui tua madre ti partorì con dolore. Muoio nel giorno del tuo compleanno. Questa è l'eterna legge della vita, la natura. Tutto quello che nasce deve anche morire. Io muoio, ma in te sta sorgendo nuova forza che continua la vita: u ...der Weg, die brennende Strasse geht weiter, wenn auch dein Weg, wenn auch mein Weg Kamarade zu Ende geht ». Ancora tu non puoi capire quello che sta succedendo intorno a te. Quando sarai grande, tua madre, . e anche altri, ti racconteranno come era tuo padre, cosa fece, e che grande guerra c'è stata. Giá, cara Márta, questa guerra è orrenda. Sono convinto che, tra poco tu potrai continuare la tua vocazione, interrotta dalla tua malattia e da altri motivi. Ma intanto cerca di procurarti un lavoro che ti assicuri una indipendenza eco[...]
[...] da Gyuri. Rivedo nel ricordo molte cose belle che avemmo in comune: Praga, la Slesia, la visita a Bruna, Praga VII, Pilsen, Kosice, ecc. ecc. Ma terminando questa lettera non voglio commuovermi ed essere sentimentale. Ti auguro
18 LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
di camminare sempre sulla retta via e che tu abbia ancora molta felicità nella vita. Quanto a me, sto qui, incrollabile come in tutta la mia vita, ed é così che muoio. Saluta i miei amici. Vi abbraccio con affetto.
Il vostro Zoli
Miei cari genitori, mio tesoro, sorella mia Klára,
mi si stringe il cuore se penso quanta tristezza ho causato e causo a voi. In una cartolina ho scritto che speravo di potervi rendere tutto l'affetto e tutte le cure di cui mi avete circondato. Purtroppo non posso adempiere quello che desideravo. Non pensate però a me con cuore risentito per le tante tristezze che vi ho causato. Non ho potuto agire diversamente da come ho agito. Quando mi sono reso conto del pericolo che minacciava i miei prossimi in Ungheria, non ho potuto tac[...]
[...]te le cure di cui mi avete circondato. Purtroppo non posso adempiere quello che desideravo. Non pensate però a me con cuore risentito per le tante tristezze che vi ho causato. Non ho potuto agire diversamente da come ho agito. Quando mi sono reso conto del pericolo che minacciava i miei prossimi in Ungheria, non ho potuto tacere, non ho potuto fare diversamente. Come disse Lutero davanti al Sinodo « Hiere stehe ich und kann nicht anders! ».
Non muoiono per6 tutti quelli che vengono sulla terra. Ho lavorato molto e muoio con la convinzione che continuerò a vivere nel mio lavoro: So che il mio lavoro non é stato inutile. Se nascessi un'altra volta, e potessi rivivere, non potrei vivere diversamente. Come ho vissuto, così muoio.
Spero che potrete trovare un certo conforto in mio figlio Gyuri. Non lo viziate, educatelo severamente, perché possa sostenere il suo posto nella vita in ogni circostanza.
Spero che gli ultimi giorni della vostra vita non trascorrano nella tristezza e siano ancora dorati dalla gioia. Mia sorella, mio zio e la sua famiglia potranno ancora arrecarvi gioia.
Cara sorellina, io ti penso ancora molto spesso come quando eri ancora piccola piccola, a sei anni, come quando si giocava ancora insieme. Poi la .vita ci ha separati.
Ancora davanti a te c'é una vita meravigliosa. Ti auguro che sia la p[...]
[...] le mie zie, i miei zii e le cugine. Peperl mi resterà sempre in un felice ricordo, per me era più di un cugino. Se nella mente faccio passare la fila dei parenti, mi rimangono ben pochi che mi abbiano compreso. I nostri nonni, Dada e Babi, quei deliziosi vecchietti, come piangeranno quando l'irrequieto Poldi non verrà più, ah si, Babi, egli è morto perché voleva vivere umanamente. Perciò lo chiamano traditore ecc. ecc. Ma consolati, cara nonna, muoio per una buona causa e sono felice. Ma migliaia e migliaia di persone si dissan guano e non sanno perché. Non sono triste, so che la nostra morte coopererà ad un più felice avvenire di molti.
E con ciò, cari genitori, voglio terminare. Su con la testa, se no non potrete vedere le stelle e il rosseggiare del mattino, si, si avvicina con passi giganteschi la giornata in cui i proletari di tutto il mondo si riuniranno per marciare sotto il sole dolce di maggio. Non camminate curvi! Anche a voi sorriderà il raggio di sole sulla mia bara. Vi chiamo coraggiosi genitori: siate coraggiosi e fieri: vo[...]
[...]e si muta in gioia, ma solo pochi vorranno riconoscerlo di fronte a se stessi. Si sono avvolti nel dolore e l'abitudine fa credere loro di esser sempre avvolti nel dolore. La verità è che dopo il dolore giunge la profondità e dalla profondità sorge il frutto.
A me niente taglia l'animo, è così, e te ne devi render conto. Ho qualcosa che vive e arde in me, amore, ispirazione, chiamala come vuoi, tuttavia qualcosa che non riesco ad esprimere. Ora muoio, e non so se ho acceso una piccola fiamma nell'anima di qualcuno, una fiamma che mi sopravviverà, ma sono ugualmente sereno, perché ho visto e so che la natura è ricca, nessuno nota se un germe viene calpestato e muore, perché dovrei dunque rattristarmi io, (panda vedo tutta questa ricchezza che vive ?
Ci sono poi i bambini, che mi sono sentito vicini in queste ultime ore, ero felice di rivederli e di vivere nuovamente con loro. Ho sentito il mio cuore palpitare al pensiero di loro, e spero che cresceranno da uomini che sanno guardare oltre gli argini della via. Spero che il loro animo possa[...]
[...]gnor Curato. Pregate per noi, questo vi farà del bene.
Ecco un verso che abbiamo composto nell'ultima nostra ora:
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LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
« Il sole si alza all'orizzonte, ma la mia vita è al suo declino Perché lassù noi vivremo, cantando con gioia le lodi di Dia ». Miei cari fratelli, compagni, addio! Addio!
Sono nato olandese. Ho lavorato olandese. Ho pregato in olandese. Sono stato prigioniero olandese. Muoio olandese.
Viva Cristo! Viva il Belgio! Viva l'Olanda! Viva la libertà!
Charles Appelman
JACQUES GUY
Belga, nato a Veviers, fucilato alla cittadella di Liegi il 29 febbraio 1944. (Lettera avuta dall'Armée Belge des Partisans)
Caro papà e cara Mamy,
eccovi una seconda lettera nella quale vi racconto come tutto é andato. Siamo stati traditi. Arrivato alla Piazza Vieuxtemps, mi sono visto circondato di Feldgendarmes. Da quel momento ho capita che tutto era finito. Alla Kommandantur mi hanno interrogato, hanno voluto farmi parlare. Sono stato battuto, legato ad un tavolo, con fustigate che c[...]
[...]. il Belgio!
Guy Jacques
sempre belga
morto per la Patria
JV LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
(Biglietto trovato negli abiti di Jacques Guy dopo la sua morte)
Un'ultima parola per dirvi che per parte mia non ho mai denunciato o incolpato alcuno, malgrado le numerose fustigate che ho ricevuto per farmi parlare.
Avrei potuto salvare la mia testa in molti modi. Ma ho preferito essere fucilato che tradire, in questo modo muoio da uomo in gamba e fiero di me.
Guy Jacques
FERNANDE VORRAL
Belga, nata a Charleroi, decapitata a Wolfenbuttel il 7 agosto 1944. (Lettera avuta dall'Armée Belge des Partisans)
Mia piccola mamma,
ho una notizia ben triste da darti, sii coraggiosa ti prego, sono stata condannata a morte. Forse stasera sarò giustiziata. Tu devi pensare a mio fratello e sopportare tranquillamente questa prova. Sono molto calma, mia piccola mamma. Lo vedi anche tu, ho la coscienza tranquilla. Ho agito conformemente ai miei iprincipi. Non è una morte triste quando si ha questa consolazione. Credo di essermi se[...]
[...]ttres de fusillés », Editions France d'Abord, Paris, 1946)
Fresnes, 25 aprile 1944
Cará mammina cara,
perdonami, mia cara mamma, di averti già dato tante pene, ma oggi te ne dò una più dolorosa di tutte: fra due ore, cioè alle quindici di questo pomeriggio, sarò fucilato dal plotone d'esecuzione.
Sono stato condannato a morte 1'11 aprile e sarò fucilato a 18
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anni ed un mese giusto: muoio da valoroso che ha la coscienza di non aver fatto che il suo dovere. Voglio proprio, cara mamma, che tu non ti faccia del cattivo sangue per tuo figlio, perché io non sono più da compiangere, parto per raggiungere il regno di Dio dove sari) molto felice: quelli che sono più da compiangere siete voi, tu ed il mio amato papá.
Prima di morire, domando perdono a tutte le persone a cui ho fatto del male e perdono tutte le persone che mi hanno fatto del male..
Tu andrai a trovare Clémence, Léon, i miei cugini, le mie cugine, così come Henriette e tutta la sua famiglia. Voglio anche abbracciare An[...]
[...]Febbraio 1943
Mio carissimo,
non so se tu t'aspettassi di rivedermi: io me lo aspettavo. Ci hanno detto stamattina ch'era finita, allora addio. So che è un col
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po molto duro per te, ma spero che tu sia abbastanza forte e che saprai continuare a vivere, avendo sempre fiducia nell'avvenire.
Lavora, fa questo per me, continua ad occuparti dei libri che volevi scrivere, pensa che io muoio da Francese per la mia Patria..
T'abbraccio forte.
Addio, carissimo jean Arthus
VALERIO BAVASSANO
Italiano, nato a Genova il 14 gennaio 1923, operaio elettromeccanico. Partigiano nella III Brigata Garibaldi « Liguria », il 17 aprile 1944 viene catturato nel corso di un rastrellamento, tradotto di carcere in carcere e più volte seviziato. Fucilato al Colle del Turchino, il 19 maggio 1944, con altri cinquantasette patrioti. (Lettera inedita avuta dalla famiglia per il tramite di Calisto Saettone di Genova)
Carceri 16/5/1944
Mammina carissima,
un triste presentimento mi dice che oggi é st[...]
[...]stato ai primi di marzo 1944, tradotto nelle carceri Nuove di Torino, più volte seviziato viene fucilato nella notte fra il 5 e il 6 agosto 1944 nella piazza principale di Villar Pellice (Torino). (Messaggio scritto con uno spillo sulla copertina d'una bibbia e ritrovato nei pressi del luogo dove fu fucilato. Dalla raccolta « Lettere di condannati a morte della resistenza italiana », Einaudi, Torino, 1952)
Non piangetemi, non chiamatemi povero. Muoio per aver servito un'idea.