Brano: [...]e che il termine « messianismo » non può legittimamente applicarsi a fenomeni religiosi che non siano in qualche modo legati all'ambiente culturale originario da cui il termine stesso (cc messia », dall'ebraico máshiah = « l'unto » (di Dio), ossia « l'eletto ») trae la sua vera radice etimologica. In proposito, c'è da osservare anzitutto che lo stesso termine ebraico aveva originariamente un significato talmente generico e — per così dire — extramessianico (nel senso cristiano), che con esso indicavasi ugualmente un sommo sacerdote, un monarca israelita, in quanto cerimonialmente investiti di un'alta dignità, o perfino un alienigena pagano come il persiano Ciro, liberatore degli Ebrei deportati in Babilonia. Vero è che il termine poteva anche applicarsi a quel personaggio annunciato ed atteso per un tempo futuro dal ceppo d'Israele, da cui, secondo numerosi passi profetici, sarebbe stato determinato l'avvento dell'epoca aurea, apportatrice di libertà, pace, concordia, giustizia. Ma soltanto per effetto della successiva tradizione religiosa, ci[...]
[...];
14 vITTORIo LA_NTERNARI
ma non pare ora scientificamente illegittimo — anche alla luce della storia stessa del termine — riestendere il significato di questo ultimo, almeno dal punto di vista di una storia comparativa delle religioni, così da abbracciare una serie ben ampia di manifestazioni corrispondenti: salvo l'obbligo — ben s'intende — di ravvisare, al di là delle analogie, anche le differenze concrete fra i vari tipi di manifestazioni «messianiche ». Del resto, lo stesso complesso messianico germogliato in ambiente giudaico e riconfermato in ambiente cristiano, con la figura di un futuro salvatore, non nasce dal nulla, né é frutto d'improvvisa, miracolosa intuizione ad opera di questo o quel profeta: esso bensì rivela radici profonde e lontane, che affondano certamente fino allo strato mosaico, e assai presumibilmente piú indietro: poiché lo stesso Mosaismo é sintesi nuova, (1) di elementi in gran parte piú antichi. Comunque, i profeti ebraici posteriori, a lor volta si riallacciano ad un tema d'attesa messianica già contenuto nell'arcaico messaggio mosaico (Deut. XVIII, 1522), [...]
[...]con la figura di un futuro salvatore, non nasce dal nulla, né é frutto d'improvvisa, miracolosa intuizione ad opera di questo o quel profeta: esso bensì rivela radici profonde e lontane, che affondano certamente fino allo strato mosaico, e assai presumibilmente piú indietro: poiché lo stesso Mosaismo é sintesi nuova, (1) di elementi in gran parte piú antichi. Comunque, i profeti ebraici posteriori, a lor volta si riallacciano ad un tema d'attesa messianica già contenuto nell'arcaico messaggio mosaico (Deut. XVIII, 1522), rielaborandolo in forme adatte alle nuove esigenze di liberazione: o che il messia si denomini « Servo di Dio » (Isaia, XXXV, XLII), « Signore di giustizia » (Geremia, XXIII, 58), o « Figlio dell'uomo » (Ezechiele, XX, 33, 42, XXXIII), o « Capo dell'esercito » (Daniele, IX, 2327), ecc.
Come ipotesi di lavoro ci sembra dunque che per « messia » debba intendersi ogni ente — singolare o plurale, piú o meno antropomorfo — atteso da una collettività, nel quadro della vita religiosa, come futuro apportatore di salvezza.
Ora, nel q[...]
[...]), o « Figlio dell'uomo » (Ezechiele, XX, 33, 42, XXXIII), o « Capo dell'esercito » (Daniele, IX, 2327), ecc.
Come ipotesi di lavoro ci sembra dunque che per « messia » debba intendersi ogni ente — singolare o plurale, piú o meno antropomorfo — atteso da una collettività, nel quadro della vita religiosa, come futuro apportatore di salvezza.
Ora, nel quadro generale della storia religiosa, ci pare legittimo porre il problema, se l'atteggiamento messianico sia connaturato, peculiare, esclusivo del filone giudaicocristianoislamico (in ordine: Mosé e profeti, Apocalisse, Mahdismo): o se esso piuttosto trovi corrispondenza in religioni eterogenee d'ambiente primitivo, indipendentemente da influenze occidentali.
Già un altro grande filone messianico ricorre nel campo di certe religioni storiche fra le maggiormente progredite, Zoroastri
(:) Per il Mosaismo, come sintesi religiosa di componenti arcaiche, d'origine in parte pastorale e in parte agricola, v. LANTERNARI, La grande festa, Milano, 1959, pp. 44851.
DISCORSO SUL MESSIANISMO 15
smo e Buddismo. Nel Zoroastrismo si attendeva la venuta del Saosyant, futuro Salvatore, per la decisiva lotta contro il dio del male Angramaniu e il finale trionfo del bene. Da questa concezione, intrecciata con le teorie indoiraniche del progressivo corrompimento degli evi cosmici fino alla ripresa di [...]
[...]zione del Budda futuro, Maitreya, che quando il male avrà saturato il mondo scenderà un di sulla terra per ripristinare il regno del bene (2). Come si vede, l'attesa di un ente sovrannaturale che dovrà venire o tornare, a coronamento di un intero ciclo di esistenza degli uomini, per aprire un'era nuova liberatrice, é comune ad altre religioni fuori del filone giudaicocristianoislamico. In tutti i casi é interessante notare fin d'ora che l'attesa messianica viene promossa nell'ambito di movimenti religiosi di salvezza, così come Zoroastrismo, Buddismo, Mosaismo, Profetismo ebraico dell'esilio, Cristianesimo: e che tali movimenti sorsero a volta a volta in ottemperanza di bisogni reali di rinnovamento e catarsi, per effetto di uno stato di oppressione, angoscia, conflitto a livello collettivo e sociale (3).
Ma converrà meglio, per avvicinarci al problema di fondo, chiederci ancora: quali sono le forme concrete, fuori dalle « grandi religioni storiche », in cui si manifesta un corrispondente, o almeno embrionale atteggiamento messianico; e ancor[...]
[...]l'esilio, Cristianesimo: e che tali movimenti sorsero a volta a volta in ottemperanza di bisogni reali di rinnovamento e catarsi, per effetto di uno stato di oppressione, angoscia, conflitto a livello collettivo e sociale (3).
Ma converrà meglio, per avvicinarci al problema di fondo, chiederci ancora: quali sono le forme concrete, fuori dalle « grandi religioni storiche », in cui si manifesta un corrispondente, o almeno embrionale atteggiamento messianico; e ancora: su quale terreno culturalesociale il messianismo alligna in misura tanto evidente da costituire veri e propri movimenti di attesa di salvezza?
Sarà bene brevemente riandare, in proposito, ad uno dei più
(2) E. ABEGG, Der Messiasglarnben ìn Indien und Iran, BerlinLeipzig 1928.
(3) Per quanto riguarda la nascita del Zoroastrismo in rapporto al conflitto di due correnti culturali eterogenee e contrapposte, cfr. il mio volume La grande festa, Milano, 1959, p. 448. Quanto alla nascita del Buddismo e del Cristianesimo in rapporto al conflitto fra sacerdotalismostatalismo e bisogni po[...]
[...]erano in condizioni di attuale catastrofica e disperazione collettiva. In tutti i casi i profeti interpretano un bisogno di liberazione da mali attuali o imminenti, storicamente determinati e storiograficamente identificabili.
16 VITTORIO LANTERNARI
nuovi e significativi capitoli della moderna storia delle religioni: quello che concerne i movimenti profetici di libertà e di salvezza, detti variamente movimenti nativisti, revivalisti, di attesa messianica, ecc. Nella ricca letteratura riguardante i movimenti profetici a livello etnologico — senza contare i movimenti profetici di ambiente colto e moderno — sono appena iniziati tentativi di sintesi morfologica e comparativa. Da pochi mesi é uscito il primo lavoro d'assieme, di orientamento tipologico, che raccoglie e riordina il materiale etnologico su scala universale (G. Guariglia, Prophetismus und Heilsertvartungsbeivegungen als völkerkundliches und religionsgeschichtliches Problem, HornWien 1959). Un secondo lavoro di sintesi universale, orientato in senso storico più che tipologico, é quel[...]
[...]infine il significato, la funzione della nuova sintesi religiosa in ciascuno effettuata.
In relazione a quest'ultima esigenza, sarà importante stabilire il preciso rapporto esistente fra il messianismo in quanto fenomeno storico e la mitologia precristiana tradizione. Generalmente i profeti annunciano l'avvento o il ritorno di alcuni esseri mitici, che si configurano come i demiurghi dell'auspicato rinnovamento del mondo. L'avvento o il ritorno messianico di tali figure si presenta come sviluppo e rielaborazione di altrettanti temi mitici tradizio
(4) II materiale utilizzato in questo saggio, tranne nei casi differentemente indicati. è desunto dal mio volume.
DISCORSO SUL MESSIANISMO 17
nali. Vediamo dunque, in primo luogo, di delineare in sintesi i principali di questi temi nelle rispettive rielaborazioni moderne.
Uno dei temi più frequenti é quello dell'eroe culturale scomparso, di cui alcuni miti originari annunciavano esplicitamente il. ritorno. Tale tema sta al fondo di numerosi movimenti profetici presso civiltà eterogenee: il movim[...]
[...]gli altri, di eroe culturale scomparso di cui si attende tradizionalmente il ritorno, é ThohoyaNdou, eroe dei, Bavenda. Secondo il mito, dopo aver regnato su un grande impero, egli durante una partita di caccia spari e non fu mai riveduto: ma non era morto; e si ebbe certezza, fra gli indigeni, che « un giorno sarebbe tornato fra il suo popolo, apportatore dell'antica grandezza » (11). Non consta che tale eroe culturale sia passato in alcun mito messianico moderno, nonostante il contenuto millenaristico del mito originario. Come si vede, c'è una libertà infinita nelle possibilità creative della storia religiosa. Un altro mito messianico é riportato dal P. Loupias dal Ruanda. L'eroe culturale dei Watutzi, Mutabazi, scese in terra — secondo il mito —, per preghiera degli uomini, come ambasciatore dell'essere supremo Imana; e portò agli uomini ogni sorta di beni. Ma gli uomini a un certo punto gli si rivoltarono contro e lo inchiodarono a un albero, così ch'egli mori. Fin qui il mito presenta riconoscibili influenze cristiane. Allorquando le sventure piombano sul paese — continua subito dopo il mito suddetto —, lo spirito
(10) R. BASTIDE, Le monde non chretien, 1950, 15, pp. 3018.
(11) H. A. STAYT, The Batienda, London, 1931[...]
[...]rinnovamento globale, una tantum, ad una irrepetibile situazione di rischio: l'urto coi bianchi con le sue drastiche conseguenze.
Le identificazioni operate nei messianismi moderni sono varie nei modi: i sincretismi sono pur essi vari, eterogenei, spontanei. Inoltre, numerose altre figure o enti mitici, oltre all'eroe culturale, primeggiano nelle nuove formazioni profetiche. I protagonisti del ritorno alle origini e i demiurghi del rinnovamento messianico possono di gran lunga variare.
(12) P. LOUPIAS, « Anthropos » 3, pp. 912: cit., in E. ANDERSSON, Messianic popular movements in the Lower Congo, Uppsala 1958, p. 262.
(13) Handbook of Amer. Indians, loc. cit., p. 21.
DISCORSO SUL MESSIANISMO 21
Frequenti nelle mitologie dei popoli a livello etnologico, sono le figure di esseri supremi. L'essere supremo é fra i modelli mitici più frequentemente riplasmati nelle nuove formazioni profetiche. Seconda innumerevoli reinterpretazioni, l'essere supremo sta al centro delle nuove mitologie sincretiste. Certe mitologie arcaiche dell'essere supremo contengono a loro volta in sé germi di attesa messianica. Vediamone alcuni casi concreti. Fra i Lamba (Rhodes[...]
[...]dians, loc. cit., p. 21.
DISCORSO SUL MESSIANISMO 21
Frequenti nelle mitologie dei popoli a livello etnologico, sono le figure di esseri supremi. L'essere supremo é fra i modelli mitici più frequentemente riplasmati nelle nuove formazioni profetiche. Seconda innumerevoli reinterpretazioni, l'essere supremo sta al centro delle nuove mitologie sincretiste. Certe mitologie arcaiche dell'essere supremo contengono a loro volta in sé germi di attesa messianica. Vediamone alcuni casi concreti. Fra i Lamba (Rhodesiá sett.) l'essere supremo, Lesa Luchyele (altrimenti Chuveane), secondo il mito spari dopo aver creato il mondo, e promise agli uomini che sarebbe tornato. In altra versione si narra che Lesa Luchyele si ritirò, ma il figlio Kusane sarebbe tornato, apportatore di benessere e prosperità (14). Si dice anche che Kusane porrà fine alla guerra: le asce e le mazze si trasformeranno in aratri (15). Un altro caso riguarda i Nyai del Transvaal sett. Quando il P. missionario Asser predicò ivi la dottrina della passione e della morte di Cristo, alcun[...]
[...]l dio, di cui si attende successivamente il ritorno (19).
Come si vede, la mitologia tradizionale dei popoli incolti contiene, avanti al contatto coi bianchi, il tema del ritorno di esseri supremi, divinità, eroi culturali e altri enti mitici previamente scomparsi. Nell'urto culturale seguito all'avvento dei bianchi questo tema ben si prestava, nelle varie sue formulazioni, a venire riplasmato come espressione delle nuove esperienze ed esigenze messianiche indotte dall'urto stesso. Un esempio di questo processo di riplasmazione religiosa ci sembra significativo, anche al di fuori di veri e propri movimenti profetici. Fra i Babemba (Rhodesia sett.) v'è un essere supremo, Lesa Mukulu (Lesa il Grande), creatore del mondo degli uomini e della morte. Accanto a lui v'è una figura di eroina culturale, che salvò l'umanità dal mostro divoratore, uccidendo quello e ridando vita agli esseri da esso inghiottiti. Ora, i Babemba identificano il loro re, di cui osservano un culto, con l'essere supremo Lesa Mukulu, e la regina con l'eroinademiurgo del mito. [...]
[...]lson e di Handsome Lake, che dal Grande spirito ricevettero ispirazione per fondare rispettivamente il Peiotismo e la « Nuova Religione » irochese: per non dire di altri numerosi casi in cui l'essere supremo funge da elemento di congiunzione fra antico e nuovo, ed é veicolo del rinnovamento della tradizione. L'essere supremo è spesso identificato con il Dio giudaicocristiano: ed é questa un'altra forma di sincretismo, in cui si rivaluta in senso messianico un tema mitico tradizionale.
Fin qui s'è visto che il complesso dell'eroe culturale scompar
(21) J. MOONEY, Ann. Rep. Bur. Amer. Ethn. 1896, pp. 7014.
24 VITTORIO LANTERNARI
so, e dell'essere supremo che torna fra gli uomini agiscono come altrettanti germi originali del messianismo moderno fra i popoli incolti. Anche gli spiriti dei morti, nel quadro delle nuove formazioni profetiche, rivestono la funzione di rigeneratori del mondo, e a loro modo di messia e salvatori, seppure in maniera meno personale che nei casi già sopra elencati. Infatti essi agiscono collettivamente e in modo anoni[...]
[...], seppure in maniera meno personale che nei casi già sopra elencati. Infatti essi agiscono collettivamente e in modo anonimo. L'attesa dei morti che tornano, nei movimenti profetici, é sperimentata come attesa di una palingenesi cosmica. Il ritorno collettivo dei morti, corredo tradizionale della religione indigena, assume un ruolo equivalente a quello del messia individuale, ed é veicolo fra i più significativi e frequenti del nuovo sincretismo messianico. E' eloquente, fra gli altri, il caso degli Indiani delle praterie seguaci della Ghost Dance e dei Californiani Pomo, Wintun, Achomawi seguaci del culto della Casa Sotterranea. Verso il 1870 masse di proseliti si mossero in cammino verso una direzione assegnata dal mito, caso per caso variabile secondo i miti locali, da cui si attendeva, conformemente all'annuncio profetico, che i morti tornassero (22). Il caso equivale a quello delle migrazioni dei Tupiguarani verso la sede dell'eroe culturale. Nei CargoCults melanesiani, già menzionati, più volte
i nativi cosparsero di vessilli le spiagge[...]
[...]ero (22). Il caso equivale a quello delle migrazioni dei Tupiguarani verso la sede dell'eroe culturale. Nei CargoCults melanesiani, già menzionati, più volte
i nativi cosparsero di vessilli le spiagge e apprestarono idonei sentieri per gli spiriti, in attesa dei morti che col loro vascello avrebbero sbarcato nell'isola infinite ricchezze. A volte addirittura eressero speciali aeroporti, per accogliere i morti che sarebbero scesi dagli aeroplani messianicamente attesi (23). L'intero complesso del Cargo Cult si fonda proprio sull'attesa di un imminente rovesciamento delle condizioni attuali del vivere, di una rinascita del mondo indotta dai morti apportatori di merci e ricchezze. L'attesa dei morti come rinnovatori del mondo é fra i tratti più diffusi dei culti profetici anche d'Africa e America: dal Kimbangismo (Congo) alla Ghost Dance, ecc. I morti, più e oltre che autori della catastrofe cosmica, sono parte attiva nel processo di palingenesi. Essi volta a volta apporteranno infatti merci e ricchezze, riporteranno i
(22) C. Du Bars, The Ghos[...]
[...]a a volta apporteranno infatti merci e ricchezze, riporteranno i
(22) C. Du Bars, The Ghost Dance of 1870, Univ. Calif. Records, 311939, p. 13.
(23) LANTERNARI, op. ct., cap. IV.
DISCORSO SUL MESSIANISMO 25
bisonti già distrutti (Ghost Dance), attueranno l'era di libertà e di salvezza, e porranno fine alla situazione di rischio dal cui emergere i movimenti stessi sono stati promossi. Ciò che qui interessa notare è che il germe degli sviluppi messianici assunti dalla religione dei morti entro i culti profetici, già esisteva nella tradizione precristiana. I morti hanno in generale, nelle religioni tradizionali « primitive », una funzione ambivalente, poiché essi sono apportatori di bene e di male; e ciò in rapporto al più o meno scrupoloso adempimento degli obblighi rituali loro dovuti. L'attesa dei morti che tornano è uno dei lineamenti essenziali di cerimonie religiose tradizionali, soprattutto della festa di Capodanno (fra popoli coltivatori). e dei riti iniziatici (24). La stessa mitologia tradizionale indica i morti come fondatori della[...]
[...]male; e ciò in rapporto al più o meno scrupoloso adempimento degli obblighi rituali loro dovuti. L'attesa dei morti che tornano è uno dei lineamenti essenziali di cerimonie religiose tradizionali, soprattutto della festa di Capodanno (fra popoli coltivatori). e dei riti iniziatici (24). La stessa mitologia tradizionale indica i morti come fondatori della civiltà e di feste (25). L'attesa per il ritorno dei morti è dunque un elemento di religione messianica, alla stregua del ritorno dell'eroe culturale o dell'essere supremo. Insomma, non si può limitare la possibilità di formazioni messianiche alla presenza di un certo, unico tema mitico come l'eroe culturale.
Germi di messianismo pagano si ritrovano nell'eroe culturale, nell'essere supremo, negli spiriti dei morti: ma solamente la situazione di crisi che nei nuovi culti trova espressione e riscatto, doveva fornire a tali germi un ampio e autonomo sviluppo, e doveva determinare l'insorgere dei movimenti messianici stessi.
***
In sintesi, il ritorno dell'eroe culturale, dell'essere supremo, degli spiriti dei morti sono altrettante manifestazioni di una vera religione del ritorno. La religione del ritorno si manifesta in forme assai varie, legate via via ai differenti contesti culturali, alle diverse tradizioni religiose, alle variabili personalità profetiche. Ma la religione del ritorno è nucleo essenziale del messianismo in quanto tale. In virtù d'essa, l'era della salvezza si configura miticamente come ripristino dell'età delle origini. A ben guardare, ogni mo
(24) LANTERNARI, La grande festa, Mil[...]
[...]variabili personalità profetiche. Ma la religione del ritorno è nucleo essenziale del messianismo in quanto tale. In virtù d'essa, l'era della salvezza si configura miticamente come ripristino dell'età delle origini. A ben guardare, ogni mo
(24) LANTERNARI, La grande festa, Milano, 1959, passim.
(25) Cfr., il mito delle origini della festa milamala: op. cit., parte II, cap. I.
26 VITTORIO LANTERNARI
vimento profetico dunque ha un suo aspetto messianico, perché vi si attende una salvezza portata da enti o da eventi mitici quali che siano.
Abbiamo detto « enti od eventi mitici ». Infatti, oltre ai casi suesposti nei quali esiste uno o più d'un demiurgo della rinascita del mondo (eroe culturale, essere , supremo, spiriti dei morti), vi sono casi in cui la religione del ritorno assume forme ancor differenti e più originali: essa si configura insomma come attesa di, un evento particolare e concreto, cioè il ripristino d'una determinata condizione storica antica, attualmente scaduta. Senza attendere l'avvento di enti mitici quali che siano, si [...]
[...] Negri di Giamaica. Il suo nucleo profetico si fonda sull'attesa di un « ritorno » in massa dei Negri in Africa, cioè alla lontana terra d'origine onde secoli avanti i propri antenati furono strappati dai negrieri europei. Ras Tafari, negus d'Etiopia, è mitizzato come eroe liberatore, difensore esemplare dell'indipendenza negra contro l'oppressione dei bianchi. Ras Tafari sarà, secondo i tafaristi, l'autore della liberazione e fondatore dell'era messianicamente attesa dai Negri. Come si vede, l'idea messianica di un « ritorno all'Africa » si fonda su esperienze storiche concrete, benché a loro volta pur esse passate al vaglio del mito. Insomma, l'identificazione dell'Etiopia con l'Africa, di Hailé Selassié col messia negro e dell'Africa stessa col regno paradisiaco della salvezza sono riplasmazioni mitiche di determinati eventi ed esperienze storiche. Ciò mostra come i miti si creano exnovo, sotto l'impulso di esigenze vitali fattesi particolarmente urgenti e drammatiche. Altre forme religiose di « ritorno » all'Africa si esprimono, a lor modo, nei culti negri afroamericani (Vodu di Haiti, Candomb[...]
[...]do contro il regime vi'gente (27). Infine il movimento profetico Burkhanista, sorto fra i popoli altaici nel 1904, promuoveva come via di salvezza il ripristino dell'antico e perduto impero dei Mongoli. Il fondatore, Chot Chelpan, annunciava l'imminente ritorno di Oirot Khan, condottiero dei Turchi altaici, futuro restauratore dell'antico khanato di Oirot, liberatore dal giogo zarista (28).
Nei casi testé ricordati viene annunciato, su un piano messianico e mitico, il ritorno di condizioni che la storia locale offre come altrettanti modelli di « età delle origini » o — che é lo stesso — di età paradisiaca.
In proposito non si dimentichi che il nucleo fondamentale del profetismo mosaico è costituito dal programma di un « ritorno » alla perduta terra di Sion, e che gli stessi profeti dell'esilio perseguono analoga idea religiosa, e cioè il « ritorno » alle condizioni storiche precedenti alle loro attuali.
Non si può dunque ritenere che l'eroe culturale sia nucleo insostituibile dei movimenti profetici, senza obliterare l'infinita variabilità [...]
[...]ra, apportatori dell'ambita salvezza, redentori dei mali. Tale è il caso di André Matsua, capo rivoluzionario congolese: il quale precisamente dopo che fu morto divenne esponente mitico di una millenaristica attesa. E' anche il caso dell'eroe nazionale dell'indipendenza di Haiti, Macandal: il cui spirito secondo le credenze popolari si sarebbe salvato dalle fiamme del rogo sul quale venne arso vivo. Nei movimenti profetici giavanesi si attendeva messianicamente il ritorno del « Principe Giusto » (Ratu adil); mentre fino ad epoca recentissima (sec. XX) è rimasta popolarmente diffusa fra gli Indonesiani l'attesa per il ritorno dell'eroe giavanese, principe Diponegoro (29). Anche Alexander Bedward, fondatore del Bedwardismo a Giamaica (1920), è un altro esponente di questa « religione del ritorno » fondata sulla mitica attesa di personaggi reali. Egli stesso infatti dava l'annuncio di una sua prossima ascesa in cielo, e di un successivo ritorno come redentore dei Negri. Nella religione popolare brasiliana moderna si ha il caso del profeta Joao Ma[...]
[...]o: di costoro, i quali fondarono i movimenti profetici già menzionati, si attende tuttora vivamente il ritorno: essi ripristineranno il regno di pace e giustizia. Anche il grande filone dei movimenti mahdisti, in Africa ed Asia, esprime con periodicità ricorrente l'identica attesa di un ripristino di condizioni più antiche. In generale, lo stesso Cristo Negro così diffuso nelle religioni profetiche dell'Africa nera, rappresenta la reincarnazione messianica, proiettata in futuro,
(29) Op. cit., Cap. VI.
DISCORSO SUL MESSIANISMO 29
di altrettante, attuali figure di profeti nativi, dei quali si attende dunque il ritorno come liberatori. Alla morte di Isaiah Shembe, fondatore del movimento Sionista sudafricano, si diffuse l'opinione che sarebbe risorto (30). Altro caso è quello di Kanakuk, profeta dei Kikapu. Quando egli mori (1852) per una epidemia di vaiolo, si diffuse la voce che sarebbe risorto; ed alcuni seguaci in fidente attesa ne vegliarono il corpo, finché vinti essi stessi dal contagio non perirono a loro volta (31).
Quando mori Simo[...]
[...]tagio non perirono a loro volta (31).
Quando mori Simon Kimbangu, fondatore del movimento profetico di liberazione congolese, i nativi pensarono esplicitamente che sarebbe rinato. I militanti dell'esercito della Salvezza comparsi allora fra loro, furono considerati come altrettante reincarnazioni del grande Simon, del cui nome i militi bianchi portavano il segno nella S scritta sulle loro uniformi (32).
Si tratta di reinterpretazioni in chiave messianica di altrettante figure appartenenti autenticamente alla storia. La storia dunque sbocca insensibilmente nel mito.
Eppure é anche vero il contrario, che il mito tende decisamente verso la storia. Né si comprenderebbe il senso e la funzione dei movimenti profetici in genere, se sottovalutassimo sia le cause storiche che presiedono alla loro genesi, sia i piú immediati e drammatici sviluppi da essi assunti sul piano della storia sociale e poli tica oltreché religiosa. Si rischia di fraintendere il valore storico dei movimenti in questione, se non si considera che, dietro e a seguito dei movimen[...]
[...] distingue, per il suo carattere statico, dalla durata profana, in quanto esso é generalmente sprovvisto sia della dimensione del passato, sia di una prospettiva futura, in senso storico. Il solo « passato » religiosamente sperimentabile é quello che appartiene, o finisce per appartenere ai primordi, alle origini. È un passato mitico, prototipico, e sta insomma fuori della storia: laddove il « futuro » in senso religioso, è a sua volta un futuro messianico, escatologico, insomma mitico anch'esso e al di là della storia.
In relazione a ciò, il ritorno a un passato primordiale, come viene annunciato in ciascuno dei movimenti profetici, rappresenta l'unica evasione possibile dal presente nefasto, e la sola forma accessibile, in senso religioso, di un rinnovamento della vita.
D'altra parte anche l'attesa di un tempo futuro nel quale libertà, benessere, salvezza si attuino superando ogni angoscia, sfu
DISCORSO SUL MESSIANISMO 31
ma in un mito millenaristico: e tale mito rappresenta l'unica possibile soluzione religiosa del bisogno di evadere da[...]
[...]empre un programma rivoluzionario, rinnovatore e riformatore: insomma un programma anticosmico, o volto contro l'ordine stabilito. Ma esso non esprime un bisogno puramente mistico, n6 una semplice nostalgia di epoche mitiche e di condizioni trascorse (33). V'è una dinamica storica, nei movimenti profetici, che non va dimenticata. Tale dinamica è volta energicamente al futuro. I modelli dell'età delle origini e della perfezione, proposti nei miti messianici, in tanto hanno valore, in quanto essi costituiscono altrettanti programmi di trasformazione: in quanto possono alimentare speranze di rinnovamento, e anzi rappresentano essi stessi l'inizio della rinascita. In definitiva, ciò che più conta nei movimenti profetici, al di là e contro il loro conservatorismo apparente, é l'avvio, che in essi si pone, al rinnovamento della vita religiosa, ed anche culturale, socia
(33) Mircea Eliade, il grande storico delle religioni, è fautore di un'interpretazione del tutto misticheggiante e conservatrice, di tali movimenti religiosi. Secondo l'E. la reinteg[...]
[...] definitiva, ciò che più conta nei movimenti profetici, al di là e contro il loro conservatorismo apparente, é l'avvio, che in essi si pone, al rinnovamento della vita religiosa, ed anche culturale, socia
(33) Mircea Eliade, il grande storico delle religioni, è fautore di un'interpretazione del tutto misticheggiante e conservatrice, di tali movimenti religiosi. Secondo l'E. la reintegrazione dello stato paradisiaco, che si esprime nei movimenti messianici (e così pure ugualmente nelle cerimonie religiose tradizionali, feste di Capodanno, Iniziazioni) ha un senso ed una funzione assolutamene autonoma; anzi essa darebbe senso all'intera storia, anche politica, delle civiltà religiose. Nei culti messianici, l'uomo agirebbe, secondo l'E., conformemente a un bisogno interiore di coerenza rispetto al cosmo, e non sotto la stretta di prementi esigenze esistenziali (M. ELIADE, Dimensions religieuses du renouvellement cosmique, Eranos Jahbuch 1960, pp. 2745). L'E., come sempre, separa la vita religiosa dalle distinte esperienze storiche ed esistenziali che ad essa presiedono.
32 VITTORIO LANTERNARI
le, politica: e tutto ciò, in risposta a bisogni esistenziali maturati attraverso la storia, per entro le civiltà in movimento. Più e al di là del passato nostalgico, é il futuro creativo che conta, per[...]
[...]possono riconoscersi ï vari complessi mitici e rituali di origine antica, ripresi, rielaborati e trasformati via via in rapporta ai diversi sviluppi storicoculturali, e alle differenti, sempre rinnovate esigenze culturali e religiose.
In realtà, se si ripensa all'obiezione mossa dallo studioso cattolico di cui sopra dicevasi, contro il tentativo da noi operato di unificare — in senso fenomenologico e comparativo — sotto un comune denominatore « messianico » fenomeni desunti da livelli culturali i più disparati, anche dal campo etnologico, si comprende che la preoccupazione soggiacente a quella significativa obiezione é di
(34) Il primo autore che riconosce metodicamente l'attesa di salvezza come nucleo centrale dei movimenti profetici C G. GUARIGLIA, op. cit., 1959.
DISCORSO SUL MESSIANISMO 33
natura soggettiva, fideistica e confessionale, non propriamente scientifica. Tale preoccupazione rivela, secondo noi, una pericolosa, sottintesa tendenza antistorica. In sostanza, per chi pieghi la propria ragione, pur nello studio scientifico, a inf[...]
[...] giudaicocristiano), con fenomeni storicoreligiosi ritenuti assolutamente (e non solo storicamente) altri da esso, prodotti da ispirazioni soggettive, episodiche, inautentiche (35).
Ora, in sede prettamente storica risulta per noi inconsistente il problema della cosiddetta autenticitá o meno di un'ispirazione religiosa. Invece il problema essenziale consiste nell'individuare, comparando fra loro innumerevoli movimenti dotati d'un comune aspetto messianico, le origini sociali, culturali, storiche dei mo
(35) Tale « diversità fra un messianismo autentico e altri movimenti a carattere solo tendenzialmente messianico » (« Verschiedenheit zwischen echtem Messianismus und allen jenen anderen Bewegungen, die nur tendenziell messianisch sind ») è sancita in G. GUARIGLIA, op. cit., pp. 26, 33. Iyi si assume, come elemento essenziale dei movimenti « propriamente messianici », la presenza di una persona di messia, nella quale si riassorba l'intero destino (la « storia ») degli uomini. Su cid non si può essere in disaccordo: ma è evidente che l'eroe culturale, l'essere supremo nonché i morti che tornano, nei movimenti di salvezza di genti « primitive », null'altro esprimono che precisamente il « destino », la « storia » di quelle genti, come esse l'intendono e l'auspicano per sé. Pertanto non su questa base è possibile affermare che il messianismo delle « grandi civiltà » (Hochkulturen) sia « altro » dalla « religione d'attesa di salvezza » (Heilserwartungsglaub[...]
[...](il G. ritiene che il messia debba essere una persona « storica », ib., p. 26), si è già detto come storia e mito s'intreccino continuamente nei movimenti di salvezza, cosicché personaggi mitici vengono pensati e attesi come coloro che discenderanno « storicamente », cioè attualmente, fra gli uomini, e viceversa personaggi storici vengono mitizzati come persone che risusciteranno e apporteranno l'atteso paradiso.
34 VITTORIO LANTERNARI
vimenti messianici stessi: sia che in essi si annunci un ritorno di anonimi morti, o di un eroe culturale, o altro ancora, o infine di una figura d'uomo divino. Un secondo problema sarà di distinguere, secondo uno sviluppo storico progressivo, i differenti livelli del messianismo, in rapporto alle differenziate fasi culturali in ciascuno d'essi riflesse.
In definitiva, la comparazione storicoreligiosa ci consente a questo punto di identificare quello che appare il nucleo costante, morfologico e storico, del messianismo: « messianico» è in generale un movimento collettivo di fuga dal presente, di attesa di sal[...]
[...]ti, o di un eroe culturale, o altro ancora, o infine di una figura d'uomo divino. Un secondo problema sarà di distinguere, secondo uno sviluppo storico progressivo, i differenti livelli del messianismo, in rapporto alle differenziate fasi culturali in ciascuno d'essi riflesse.
In definitiva, la comparazione storicoreligiosa ci consente a questo punto di identificare quello che appare il nucleo costante, morfologico e storico, del messianismo: « messianico» è in generale un movimento collettivo di fuga dal presente, di attesa di salvezza, promosso ad opera di un profetafondatore, in seguito ad ispirazione misticoestatica: movimento che vuol dare inizio a un rinnovamento del mondo, attuabile in prospettiva escatologica come ritorno ad un'epoca primigenia, paradisiaca. In realtà altrettante ispirazioni misticoestatiche sono caratteristiche di tutti i profeti fondatori, a livello etnologico così come nelle grandi religioni storiche: da Kimbangu a Wowoka, John Wilson, Handsome Lake, TeUa ecc. ecc. Si tratta di esperienze fondamentali, fondate volt[...]
[...]messia assume la veste di demiurgo di tale regno, nel quale una perfetta armonia dominerà nei rapporti fra uomini e Dio: pace, concordia, giustizia per quelli, piena e sincera venerazione per quello, al di sopra ormai d'ogni polemica antipoliteista. Pertanto la peculiarità del primo messianismo giudaico non é già nella figura d'uomodio assunta dal messia, quanto invece nella sua componente monoteistica, nonché nella reinterpretazione teologica e messianica della storia: la quale tuttavia resta una storia sostanzialmente « nazionale ». Infatti soltanto nei profeti dell'esilio si avvera l'ulteriore sviluppo del messianismo, in un senso decisamente universalistico. Ma non bisogna dimenticare che tale sviluppo universalistico dell'intera religione giudaica — foriero dell'universalismo cristiano — era il prodotto storico delle drammatiche esperienze subite dal popolo ebraico deportato in massa, dietro l'urto con potenze egemoniche a loro volta ostili e contrapposte fra loro in caotico groviglio d'interessi particolaristici. Da tale sconvolgente esp[...]