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Il segmento testuale Mani è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 36Analitici , di cui in selezione 2 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Franco Cagnetta, Inchiesta su Orgosolo. Parte seconda: Dichiarazione sull'operato della polizia in Orgosolo [testimoni Maria Antonia Filindeu (27 anni), Maria Antonia Rubano (21 anni), Teresa Piras fu Pietro(70 anni), Giovanna Vedele di Carlo in Sini(60 anni), Maria Corbeddu di Giuseppe e di Corrias Maria (49 anni),Maria Floris in Menneas(52 anni),Giuseppina Fogu in Murgia(43 anni), Pietro Sorighe fu Giuseppe(72 anni),Giuseppe Moscau fu Andrea(45 anni,pastore),Natale Davoli fu Leopoldo(48 anni,bracciant... in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 9 - 1 - numero 10

Brano: [...] pub più andare. La paga di Giuseppe è presa avanti per un anno: è come morto. Le figlie per la prima volta vanno a lavorare da dieci giorni : e ora non ci è il lavoro. Il marito é vecchio: fa tutto, troppo: si può ammalare. Sono proprio disperata: devo stare in casa, niente orto, niente pane, devo stare in casa come Ammonita. Ci ho paura dei carabinieri. I vicini non vengono a trovarmi per paura dei carabinieri. Sono una donna sola : dite se é umanità!
Ci hanno invitati a fare i confidenti se non vogliamo male. Confidenti di che? Fedele gli ha risposto: « Siamo gente onesta. Siamo più capaci di affrontare il confino, uno ad uno, tutti insieme, che a dire bugie ed infamità. Sono ingiustizie queste. Scrivetele ».
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FLORIS MARIA in Menneas, di anni 52:
Ho due figli, Menneas Giuseppe, 1927, e Menneas Domenico, 1929. Per colpa dei carabinieri li ho come persi tutti e due. Almeno sino a che non mi sarà tolta tanta ingiustizia.
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Dunque, Giuseppe il 26 novembre 1953, giorno della morte dell'ingegner Capra, era in campagn[...]

[...]tro ma la madre è Vedele Carola non Floris Maria, sottoscritta. È un suo cugino di Mamojada... ». «Beh, può essere ». «E i binocoli? ». Vado e mi metto a cercare. Il giorno dopo ritorno. « I binocoli non sono i nostri. Si tratta di Menneas Giuseppe di Nicole) non di Pietro. E di Devaddis Carola non Floris Maria, la sottoscritta. Non ci ha niente a vedere con mio figlio ». Manco intesi.
Torno al commissario e il dott. Bianco mi dice : « Oggi o domani lo avrete in casa il ragazzo. Non ha fatto niente ». Una maraviglia! In casa, alla perquisizione, gli avevano preso solo una foto e una lettera per vedere la calligrafia. Il giorno stesso fanno i verbali. « Aspettate. Non avrà niente. È di buona condotta ». Si fa la Commissione.
Che è, e non è? In verbale c'erano i binocoli. «È un errore, è un errore, state tranquilla ». Gli hanno dato 3 anni di confino ad Ustica.
È un'impostura. Si hanno dimenticato di cancellare.
Domenico lo avverte invece la pubblica sicurezza. Va alla Giustizia. Era il 28 di febbraio 1954. Due giorni prima avevano amma[...]

[...]sto armato. « Questo ha paura. Chi sa che cosa mi fa » ho pensato. E avevo, anche, una giubba di velluto troppo chiara, un buon bersaglio. Quando ho visto dietro al carabiniere tanti animalacci di uomini ho pensato: « Carabinieri! bisogna salutarli ». Mi alzo e a poca distanza, di sei o sette metri, dico: « Buonasera! ». A quella voce il carabiniere si gira e mi mette il mitra sul petto: «Fermo! » dice. Porco di un cane: tenevo i pantaloni nelle mani e gli ho detto: « Piú fermo di così non si può stare ». « Che state facendo? ». Beh, di qui non si discute: « A cacare », gli ho detto. « A cacare, dice, mani in alto! eri nascosto ». « Nossignore, non ero nascosto ». « E allora perché stavi 11? ». « Per la decenza, e per non sporcare la strada che mi faccio ogni giorno ». « Mani in alto, dice (ero sempre a mani in alto coi pantaloni in basso e lo strumento in faccia a loro che prendeva aria) puoi ringraziare il cielo che a quest'ora non sei morto ». «E perché? Vi debbo qualche cosa? Io vi ho detto solo buonasera. E non mi avete
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neppure intimato il fermo ». « In tutti i modi — dice il carabiniere — tu puoi fare il conto che sei morto. Perché io ho tirato per ucciderti. Si é inceppato il mitra ». E me lo ha fatto vedere. Allora, porco iddio, ci siamo attaccati. « A tutti gli orgolesi può capitare così. Mi avevate ammazzato, fatto a grattuggia col mitra, buttato nelle frasch[...]

[...]no vista brutta. Ma sono riuscito a scappare.
Vado in questura per denunciare il fatto e lo ho detto al commissario. Mi ha fatto. « Quel brigadiere era ubriaco. Adesso lo arrangio io ». Non gli ha fatto niente. Non ha fatto neanche il verbale ».
194 FRANCO CAGNETTA
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MONARI EMILIO di Carlo, bracciante, di anni 19:
« Stavo lavorando in località « Nabrushé » in marzo quando sono passati cinque carabinieri. All'improvviso mi hanno chiamato: « Mani in alto! ». Per arrivare fin dove stavano loro dovevo per forza saltare un muro. Mi metto a saltare e, per forza, dovevo mettere le mani suI muro, appoggiarmi. Mi hanno di nuovo gridato: « Mani in alto! » puntandomi. Stavano per sparare. Mi ho messo forte spavento. Poi mi hanno cominciato a spingere sino a casa. Mi pungevano in culo con una baionetta. Più di due ore. Dicevano che lo facevano perché non volevo lavorare. C'erano davanti alla casa manifesti comunisti che dicevano che non c'é lavoro. E ci vuole lavoro. Mi hanno detto di strapparli. Io mi ho subito rifiutato. Allora mi hanno dato calci uno dietro l'altro, preso il nome, e mi hanno detto che in paese non potevo più lavorare. Senza nessun motivo. Poi se ne sono andati. Ci avevano voglia di ridere e di scherzare ».
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DETTORI DIEGO fu Cosimo, pastore disoccupato, di anni 17:
« Il 4 ottobre 1953 in Orgosolo da tanti giorni non trovavo lavoro: avevo fame. Trovo l'amico Crisantu Vincenzo di anni 20, nelle stesse condizioni, e andiamo a piedi sino a Fonni per fare un furto di pat[...]

[...]o? ». « Il moschetto? non so nemmeno come é fatto ». Dite voi, per rubare quattro patate ci vuole l'arma da fuoco? Il solo fuoco che ci vuole é per mangiare le patate.
Allora mi bastonano con pugni e con calci e ci portano a caserma,
INCHIESTA SU ORGOSOLO 195
a « Corrueboi ». Volevano sapere dove abbiamo fatto il furto. Rubano Pietro e Rubano Luigi si fanno una notte di arresto, innocenti. A me mi tengono da parte, e mi danno col fucile sulle mani e sui piedi. Ho confessato la mattina e, allora, mi hanno bastonato proprio forte.
A me e al mio compagno Crisantu Vincenzo ci hanno giudicati il 10 gennaio 1954 per furto di patate ci hanno condannato a due mesi di galera. I carabinieri, nel verbale, chiedevano che ci condannassero per rapina. Io non so proprio come io e il mio compagno potevamo rapinare alle patate ».
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MEREU LUIGI fu Carlo, pastore, di anni 41:
« Che cosa é la Giustizia? Una ingiustizia. Sono un piccolo commerciante di maiali. E ce ne ho, che ce ne ho da raccontare. Mi hanno ammonito in data 28 ottobre 1952, e vi racc[...]

[...]cercato di darmi latitante per non venire. Ma mi hanno preso ed eccomi in casa tua ».
Aprono la porta della stalla e si prendono 12 porci su 20 che ci stavano. Un carabiniere dice: «Cunzatelo a caserma! ». Non mi hanno messo i ferri e, in modo gentile, mi portano al maresciallo — quello stesso che ho detto prima. Appena mi vede, si mette a gridare: «Vai dentro, delinquente, assassino! ». Per quel che faceva sembrava imbriago o un uomo uscito di manicomio. Questo lo ho detto anche al giudice e, qui, lo posso dire.
« Io — dico — ubbidisco alla Legge ». Dentro mi chiama un ufTiziale : « Che cosa stavi a parlare così male e a minacciare, assassino ». « Io non sono assassino. Non ho fatto niente a nessuno ». Chiama la guardia comunale e gli dice: « Questo qui ti ha minacciato! ». « Nossignore — dice la guardia. — Siamo stati a far parole, come si fa ad Orgosolo ». « Chiedi scusa alla guardia », dice il maresciallo. « Nossignori. Questa parola non la dire) perché é venuto in casa mia e ha tirato fuori la pistola ». Chiama l'esattore Pulighedd[...]

[...]CO CAGNETTA
una vendetta, forse di chi stava in caserma. Mi sono alzato dalla cucina, dove stavo, e vado in un'altra stanza, al piano sopra. Mio fratello poveretto, che ha fatto 6 anni di militare e 22 mesi di prigionia, dormiva. Guardo da una finestra e, senza farmi vedere, ho visto i carabinieri. Con i mitra spianati. Alzo appena la testa alla finestra e vedo l'esercito intero. Ecco perché ad Orgosolo viene male: che non si viene con la buona maniera, come Giustizia vuole. Se ero un altro potevo avere il fucile e sparare, come a Orgosolo é successo e pub succedere, se si fa troppo male. Quando li ho visti armati mi levo le scarpe e, piano piano, vado ad un terzo piano. Tiro fuori il naso dalla finestra e vedo il maresciallo di prima. Erano carabinieri ma mi ho pensato che potevano anche non essere carabinieri, orgolesi travestiti. E mi poteva per vendetta fare anche un trucco il maresciallo, imputarmi innocente per qualche fatto. Ho risposto allora da quella terza stanza: « Dite chi siete! ». « Siamo carabinieri » e hanno spianato i mi[...]

[...]a da quella terza stanza: « Dite chi siete! ». « Siamo carabinieri » e hanno spianato i mitra alla finestra. Io avevo paura dei carabinieri, i carabinieri avevano paura di me: chi sa che credevano! Mi hanno detto: «Iscendi! Iscendi! ». Ed io sono tornato al pianterreno, in cucina. Chiamo mio fratello che stava in terra : « Giuseppe, alzati! Io ho paura. Esci fuori e vedi chi sono. Io non so chi é venuto ». Mio fratello si leva, apre la porta e: «Mani in alto! » gli fanno. Eccolo a mani in alto e i carabinieri in casa. « Sono io Mereu Giuseppe ». E stavo anch'io in un angolo, senza scarpe. «No. Vogliamo quello ». E mi hanno detto che mi prendevano scalzo, senza scarpe. « Abbiate un poco di pazienza. Che mi metto le scarpe almeno ». « No! ». Mi prendono sei carabinieri armati e mi portano in caserma. Quando ero in caserma c'erano almeno 30, 40 carabinieri armati. Sembrava che avevano trovato quello che ammazza in Orgosolo. Ed ero io, invece. Il maresciallo mi sembrava ancora mezzo succo e al momenta di parlare non attaccava una parola. Si alza in piedi e mi dice a bocca apert[...]

[...] la madre del Tessoni ». Il giudice mi ha detto: « Io non ti tiro in inganno » ed era serio, senza voce, non come il maresciallo che gridava, che dava in pugni. Ha letto quanto ha scritto e domandava: « Sei contento? ». « Si, sono contento ». E allora ha detto: « Pensateci su per firmare ». Era stanco e dopo un sonno poco dopo é tornato con altre due persone. « Lo volete rileggere? E se volete poi, firmate ». « No — ho detto — ho visto la vostra maniera e mi basta. Non mi ingannate certamente. E voi non siete come il maresciallo ».
Nel verbale questo aveva messo un bugia, che avevo minacciato Tessoni. «E vero che avete minacciato, durante il sequestro dei porci? ». « Nossignore » gli ho detto e dopo, ancora : « Non mi lasciate ora 2 anni in carcere prima della sentenza. Voi sapete che di Orgosolo sono piene le carceri. E si aspetta a volte un anno, due anni: innocente ». Il giudice aveva già capito che ero innocente: era troppo pratico, intelligente.
Poi é andato ad Orgosolo, ha raccolto le testimonianze, e il giorno dopo é venuta, subi[...]

[...]consolato per il freddo e per le bastonate. Io pensavo che i carabinieri erano una forza molto buona. Quando li vedo, adesso, mi metto subito a scappare.
Io mi firmo e sono
Mesina Pasquale di Antonio di anni 14 ».
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PODDA NARCISO di Antonio, pastore, di anni 27:
« Il primo dell'anno andavo in campagna sulle 4 e mezza. Sono stato il primo a giungere all'uscita del paese ed a trovare i carabinieri. Ce n'erano due. Mi hanno subito gridato : « Mani in alto! », con il mitra. Poi mi hanno messo, senza giustificarlo, i ferri ai polsi. Avevo un cappotto buono, quasi nuovo. « Non sei degno di portare un cappotto », dice un çarabiniere. Ma l'hanno preso e gettato nel fango. Avevo una sacca con il pane. L'hanno presa e pestata sotto i piedi. Che colpa aveva quel pane, la grazia di Dio? Subito dopo mi hanno
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messo a sedere in quel fango: dalle 5 alle 7 e col mitra spianato. Dicevano parolacce. Appena uno per terra stendeva le gambe che facevano male a stare fermi bastonavano alle ginocchia con il calcio del moschetto. Poi c[...]

[...]tri: « Non parlate con quello, carabinieri, che é un vigliacco ». E loro stavano a riscaldarsi al fuoco. Mi hanno lasciato per oltre due ore, in catenelle. Legati a due a due. Si alzavano dal fuoco solo per venire a darmi col mitra sulle gambe se le stendevo. « Speriamo che ti viene una bronchite! ».
Poi mi hanno portato allo scolastico: «Chiamate un superiore che voglio raccontare ». E venuto il commissario, dopo una mezzora. Mi ha guardato le mani e mi ha rilasciato. Non ho presentato denuncia ma l'impiegato Podda, col commissario, ha scritto qualche cosa sul verbale. In seguito sono stato un mese che non mi potevo muovere. Bagni
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di aceto per un mese. Soffro ancora, e molto. Ho perduto un mese di lavoro. Che hanno fatto col verbale al carabiniere? Nulla. Lo hanno mandato alla cantoniera Giannas di Oliena. E io non sono andato neppure dal medico per paura di una vendetta, se lo dicevo come adesso ».
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SANNA ANGELO fu Carlo, pastore, di anni 16:
« La mattina del 1° gennaio c'è stato lo stato d'assedio per tutto [...]



da Franco Cagnetta, Inchiesta su Orgosolo. Parte terza: Vita di Giuseppe Marotto pastore orgolese in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 9 - 1 - numero 10

Brano: [...]mperie del tempo, va a cavallo portando il latte e l'agnello, ripetendo la cantilena antica che le donne dicono per distrarre i bambini:
Torna Pappae dae Baronia
a che leare custos pizzineddos.
Hana a tentare tantos anzoneddos
dorminde in forasa in ghiddighia (1).
Frequentai cosí senza imparare niente la seconda elementare e, dopo che fui pochi giorni in terza, un mio zio si offerse di prendermi a su sartu (il salto, territorio comunale e demaniale) come anzoneddaru cioè pastore di agnelli. Non so descrivere quale fu la gioia nel partire a cavallo con un vestitino di velluto e un paio di gambaletti.
Una delle virtù del pastore é quella di conoscere le pecore. Per i bambini era consuetudine metterli alla prova con sinzolandeli s'anzone, insegnandogli l'agnello. L'indomani che arrivammo mio zio mi condusse agli agnelli: erano oltre cento. E mi disse: — Guarda quell'agnello, se lo conosci te lo dò a te. Lo guardai e tra quei cento lo conobbi. La prima prova era superata, e venni considerato subito come un ottimo pastore, fui molto apprezzato nella custodia, mio zio ne era entusiasta. — Sembra battezzato — diceva — per andare con le pecore. E nella mia bravura fu attirata l'attenzione di molti pastori e, come ero un ragazzo principiante, molti si offersero di darmi un agnello. Così dopo un anno ne possedevo quasi una ventina. La mia carriera cominciava bene, e l'[...]

[...]il vestito: tosi dopo due mesi sembravo una belva. Non potevo più sopportare quella vita e mandai a dire al padrone che, senza pretender altro, io non rimanevo piú. In paese la situazione era molto complicata. Le rapine di strada aumentavano. Diversi erano ricercati per il confino, e, fra gli altri, i fratelli Tanteddu, uno dei quali ancora alla macchia con 5 milioni di taglia, e l'altro ucciso nel '51.
Intanto abbiamo cominciato a fare qualche manifestazione contro la disoccupazione, « Ordini del giorno » e « Delegazioni » al Sindaco. Ma non facevano costoro altro che promesse, e nel mese di marzo del '50 abbiamo organizzato uno sciopero a rovescio, in una strada vicinale, già progettata, che volevamo costruire.
Il giorno prima dello sciopero incontro il maresciallo e mi dice: « Io sono a conoscenza di questo sciopero. Ti sfido che qualsiasi cosa accade tu sei il responsabile. Perciò, se vuoi, lo sciopero si può evitare ». Risposi che non sapevo niente di questa decisione di cui lui parlava e, in quanto a me, sarei stato il primo ad an[...]

[...]sogno, irrealizzato, di tutti i nostri antenati. Io facevo il caposquadra e un giorno mi feci sostituire perché dovevo andare alla vigna. Ed il giorno vennero una diecina di macchine ed arrestarono tutti gli operai. Nel paese ciò suscitò indignazione ed il Sindaco chiese, anch'egli, le dimissioni. Io, quando venni dalla vigna e appresi la notizia, mi mordevo le dita per non essermi trovato, e la sera, dalla rabbia, mi venne pure la febbre. L'indomani tornai al lavoro con altri due — aspettavo che mi arrestassero — e invece, no, verso le 10 vennero i carabinieri e mi chiesero le generalità. Dissero che questa era una buona opera, e non mi arrestarono.
Dopo una diecina di giorni i lavoratori furono rilasciati: ma ne uscirono disperati per le condizioni di miseria ed oppressione a cui volevano sottometterci. Gli attrezzi di lavoro non ci furono mai restituiti, malgrado le continue richieste, e si può dire cioè, rubati. Io fui denunziato per ammutinamento.
La situazione in paese diventava sempre piú allarmante. Intanto furono portate le For[...]

[...]metà della paga dei confinati. Nel camerone non c'era cucina, né stufa. Vi erano una diecina fra accattoni, borsaiuoli, frosci, che dominavano l'ambiente della « scuderia. ». Facevano bordello, fumo e porcherie. Inoltre vi erano 4 o 5 siciliani scimuniti dalla galera: che l'uno diceva di essere più malandrino dell'altro, e ogni tanto si sfidavano a coltellate. I poliziotti dalle 6 di sera facevano l'appello e chiudevano il gabinetto fino all'indomani. Insomma, l'ambiente di scuderia, per chi era dotato di un pò di sensi, era insopportabile. Ed allora, dopo 10 giorni di buona condotta uno poteva inoltrare domanda al Signor Direttore per il passaggio in casa privata, che il confinato po
INCHIESTA SU ORGOSOLO 259
teva cercarsi dietro pagamento. E conce fare per vivere e pagare la stanza con 4500 lire al mese? Bisognava arrangiarsi, diceva la Questura: lavoro non ce n'era; se qualcuno lo prendevano a zappare ed a custodire le mucche, lavorava dalla mattina alla sera e gli davano 50 o 100 lire al giorno, quando il Signor Direttore gli conce[...]

[...]odono delle fucilate e subito si sparge la voce che hanno ucciso un carabiniere nella periferia del paese. Ne siamo ancora atterriti, e con tutto ciò, il paese si rovescia disperato verso il luogo indicato, per accertare se tal crimine corrisponde a verità.
Ma riceviamo una amara accoglienza. I carabinieri ci respinsero considerandoci tutti, uomini e donne, degli assassini; mettendoci tutti davanti con i mitra spianati; e gridando come pazzi: « Mani alla nuca! », «Quello che si muove é spacciato »; e colpendo con il calcio del mitra anche delle donne incinte. In numero di una cinquantina ci portarono, in catene, fino in caserma e vi erano donne e ragazzi che li fecero sedere sul pavimento, tra la folle spavalderia dei carabinieri che gridavano di ammazzarci tutti. Un brigadiere che manovrava i1 mitra, la
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mentoso, diceva: « Proprio questa sera si doveva inceppare, che dovevo uccidere una cinquantina di Orgolesi a. In questo modo ci tennero fino alle tre di notte fra il panico ed il freddo, fino a che non venne un Cor[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Mani, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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