Brano: [...] in termini di saggio, e di « opera di pensiero ». E se é vero che alcuni romanzi (a differenza di quelli che si affidano alla pura rappresentazione) si valgono, dentro la loro struttura, di modi e forme dichiaratamente saggistici, questa differenza non si riscontra solo nell'epoca moderna, ma é di tutti i tempi. « La divina commedia », a differenza dell'« Iliade », é un romanzo saggistico; e « I promessi sposi » é saggistico, a differenza dei « Malavoglia ». Cosi come, oggi, il romanzo di Musil é saggistico, a differenza di quello di Hemingway; ma la stessa, valida coesistenza di questi due autori potrebbe forse provare che non si può stabilire una prevalenza decisiva dell'una forma sull'altra, nel romanzo contemporaneo.
Io credo, veramente, che la scelta fra le due forme dipenda — più ancora che da possibili contingenze esterne — dal diverso genio di ciascun autore. Tutti sanno, difatti, che la ragione e la immaginazione, per natura, si equilibrano in ogni persona umana in diverso modo; ma che, nella loro diversa armonia, le due funzioni son[...]
[...], rappresentano con verità la sua psicologia reale di uomo vivente. Se egli, falsando la propria realtà psicologica, avesse descritto con zelo documentario, a edificazione dei borghesi suoi concittadini, gli onesti passatempi domenicali di una famigliola puritana, allora si che non sarebbe stato realista. Né più né meno che non sarebbe stato realista Verga se, in luogo di proiettare nel mondo (secondo la propria realtà psicologica) le figure dei Malavoglia, avesse fabbricato, a edificazione della sua parrocchia o dei Circoli della Caccia locali, dei pescatorelli e delle pescatorelle sul genere di quelli dei calendari, o dei manifesti turistici di propaganda.
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Si potrà dire che il mondo di Poe è soggettivo, mentre che quello di Verga, o, poniamo, di Flaubert, è oggettivo; ma la distinzione varrà solo a qualificare la diversa forma psicologica di questi diversi poeti, e non a negare la realtà dell'uno o quella dell'altro. Il dramma dell'uomo Poe, che si proietta nei simboli narrativi del poeta Poe, non é meno reale del d[...]
[...]snobismo, o all'istrionismo, o magari all'opportunismo dell'autore.
Assai spesso, poi, nei romanzi odierni, e in particolare nei
i
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passaggi dialogati, l'uso del dialetto non ubbidisce a una qualsiasi intenzione — legittima o spuria — di arricchimento del linguaggio o di allargamento del territorio reale; ma soltanto alla moda contemporanea del documentarismo, che, per la sua falsa presunzione, dà sempre dei prodotti falsi. I Malavoglia non parlano in dialetto siciliano, come i loro modelli reali; ma in italiano, e per questo riescono tanto più veri. La funzione del romanziere non si riduce alla registrazione della greggia realtà parlata (per questo, basterebbe un magnetofono); ma si motiva nell'espressione della verità umana, resa attraverso i suoi dialoghi reali. Non c'è cosa più irreale (e anzi spettrale) di una voce «ripresa dal vero », scaduta e morta, recitata da un automa. E non c'è cosa più reale, e viva per sempre, di un qualsiasi dialogo fra amanti italiani alla Corte di Parma, riferito, in linguaggio francese sten[...]