Brano: [...]ando, come spesso si faceva e si fa astoricamente, il ruolo della borghesia intellettuale nella formazione della cultura popolare.
Tale ruolo, che le va riconosciuto sia in male che in bene, ha una duplice e opposta finalità a seconda del rapporto economico e sociale ch'essa ha col proletariato. Può, infatti, rispondere a fini di strategia padronale, come è il caso, sembra, di certa produzione drammatica di fabbricazione mezzadrile del tipo dei maggi toscani, che, rievocando il mondo feudale, favorivano la conservazione di certi aspetti servili di esso, ma di fatto si ponevano pure in contraddizione stridente con la realtà e sprigionavano germi contestativi 3.
Per l'altra finalità, la borghesia intellettuale persegue intenti di aperta denuncia dei bisogni delle classi subalterne e di partecipazione ideologica alle loro rivendicazioni. Questo è il caso, in parte, della stessa poesia scotellariana ed anche, su un piano diverso, dei canti dialettali su Togliatti, che, non composti da contadini e operai (quelli da loro composti di solito non[...]
[...]n hanno credito e fortuna) o composti da essi in collaborazione con gli intellettuali, vengono cantati da contadini e operai come se fossero assolutamente propri. Cosí avvenne dei canti fatti a caldo dopo l'attentato a Togliatti del 14 luglio 1948.
Occupazioni delle terre, patto Atlantico, sparatorie della polizia contro i contadini ispirarono canti popolari lucani, il cui alto grado di dialettalità linguistica è forse spia di una relativamente maggiore partecipazione contadina alla creazione. Ma neppure in questi casi è esclusa la partecipazione della classe intellettuale locale.
La collaborazione creativa fra intellettuali e proletari è registrabile anche quando
2 G. B. BRONZINI, Kultur und Gesellschaft in den italienischen erzählenden Liedern, « Tagungsprotokoll der 9. Arbeitstagung der Kommission für Volksdichtung der SIEF », hrsg. von R. W. Brednich, J. Dittmar, D. G. Engle, I. Kriza, Budapest, Ethnographisches Institut d. U.A.d.W. 1979, pp. 6165.
3 Cfr. S. Lo NIGRO, Genesi e funzioni dei « Maggi » drammatici in Toscana, « Atti de[...]
[...]e intellettuale locale.
La collaborazione creativa fra intellettuali e proletari è registrabile anche quando
2 G. B. BRONZINI, Kultur und Gesellschaft in den italienischen erzählenden Liedern, « Tagungsprotokoll der 9. Arbeitstagung der Kommission für Volksdichtung der SIEF », hrsg. von R. W. Brednich, J. Dittmar, D. G. Engle, I. Kriza, Budapest, Ethnographisches Institut d. U.A.d.W. 1979, pp. 6165.
3 Cfr. S. Lo NIGRO, Genesi e funzioni dei « Maggi » drammatici in Toscana, « Atti del 40 convegno di studi sul folklore padano (Modena 1974) »: La drammatica popolare nella valle padana, Modena, Università del tempo libero 1976, pp. 533549; G. B. BRONZINI, Rito e letteratura dei Maggi, in corso di stampa negli « Atti » del convegno su « Il Maggio drammatico nell'area toscoemiliana », (Pisa 2628 maggio 1978).
Alan
VARIETÀ E DOCUMENTI 445
non è simultanea. $ il caso in cui il contadino od operaio poeta utilizza schemi sintattici, motivi tematici e ritmi musicali di canzoni d'autore. Ce ne dà una testimonianza Scotellaro, concludendo il suo saggio, con la composizione dello stagnino già attore di varietà.
I canti togliattiani, come quasi tutti i canti di soggetto politico, sono legati al personaggio e al momento in cui egli riscosse il maggior successo popolare, che coincise con gli anni in cui Togliatti manifestò viva l'urgenza di stabilire rapporti piú solidi fra intellettuali e masse contadine 4. La popolarità fruitiva di detti canti è conseguentemente, come di fatto è stata, di breve durata. La popolarità creativa, invece, non viene intaccata dalla brevità di uso; rimane un fatto acquisito. Ed è merito di Scotellaro di averlo intuito anche prima che noi prendessimo coscienza critica, per via scientifica (antropologica e linguistica) della cultura contadina come un modo di produzione, condizionato e omologabile, in parte, al p[...]
[...]fia di paura e di sdegno, una forma segreta di protesta. Un gruppo di persone bussando alle porte dei contadini, divenne una gran folla che si trattenne a cantare fino all'alba: portavano le serenate, dissero ai carabinieri: « Hanne mannate le cartulline / cume se fossero pane e vine. / Nuie alla guerra nun ce sciame / ca vulime pace e pane. / E Togliatti dille forte / pace pace fin'a la morte ».
Nell'imminenza delle elezioni amministrative del Maggio 1952, a Tricarico correva una canzone di un giovane contadino, MariaMincuccio, che commentava il fatto, davvero straordinario, di due fratelli, già grossi affittuari, che improvvisamente decisero di investire i loro capitali nella gestione del principale caffè del paese.
Era una lunga cantilena monotona che suonava aspra rampogna per i due transfughi della terra: « Rocco e Michele, Michele e Rocco / chi l'amore ri li caramelle (per amore delle caramelle) / s'àane vennute le picurelle... (hanno vendute le pecorelle) / Rocco e Michele, Michele e Rocco / si ni sò giute int' u café (se ne sono [...]