Brano: [...] vede dal torrente la casa del padrone con un primo e un secondo piano, cui seguono i vani bassi per le stalle delle vacche e il ricovero dei pa stori e dei gualani.
Pancrazio é un giovane di 22 anni, pastore. Si leva dal giaciglio di paglia quando ancora non è l'alba, ma gli uccelli nei pirastri vicini e sulle tegole della masseria fanno già il pandemonio: un altro pastore dorme ancora : il vano é occupato dai due giacigli, ottenuti da assi di legno che si irramano alle estremità da cui pendono secchi, fiscelli, le coppole, le giacche, i bastoni ricurvi.
Pancrazio sveglia il cane Schiappino, un cucciolo dal pelo rossiccio, che corre fuori, avanti la masseria, sullo spiazzo di terra battuta. Allora cominciano i galli a cantare dalla siepe in cui sono chiusi vicino alla stalla. Pancrazio si affaccia fuori, con il capo, mentre ancora si veste.
Che bella mattinata che comincia, questa é l'ultima di Pancrazio scapolo, e tu, ti alzi, stella mattutina? Carmela non ti chiami o stella vera, non l'avevo con te, ma con Carmela.
L'ultima stella s[...]
[...]n l'abito nuovo nella strada,
cercandola Maria mia, che stava
a due passi dalla mia porta,
cercando i compagni
che mi dovevano consigliare la cerimonia.
31.
— Perché vai cosí stracciato?
— No, quella poveretta ha da fare, è poca l'acqua, la pasta me l'ha fatta a colla. Ieri sera poi doveva calcinare il grano. E poi ha quattro bambini in braccio e non ha tempo.
— Tu devi fare un servizio a tua moglie, vieni da me, ti affilo un coltello di legno e le tagli l'orecchio e la porti al maresciallo.
— No, poveretta, è tanto impicciata non ha tempo né a prendere acqua né a rappezzarmi i pantaloni.
3 lire di mentine.
Padre figlio e S.S.
32.
Zia Filomena, donna pubblica, di cui ho sentito parlare, avrà più di 70 anni, regola il prezzo dei suoi servizi, secondo il costo del biglietto del cinema, da quando c'è il cinema. E anche possibile un abbonamento. 200 lire un mese di seguito.
33.
L'altra sera sei napoletani installarono su una balilla e un camioncino una bancarella di vendita. Microfono e altoparlante. Si vendevano quattro paia [...]
[...]sone armate: « Vi pago », disse, « ciò che volete ».
Sempre di zio Michele : le latrine da soldato, la mosca avanti gli occhi, non fece il soldato perché un altro caca e lui doveva pulire i cessi. Finse di essere pazzo, gli ficcarono degli spilloni alle dita del piede. Gli usci un litro di sangue, seppe resistere e non fece il soldato
36.
Chiese Monsignore a fra Gaetano che aveva al petto una croce fatta di due stecche : « Cos'è quel coso di legno? » con profondo disprezzo e sapendo di rappresentare lui solo il Cristianesimo..
« Legno da legno» fece fra Gaetano, .« la tua testa è fatta a legno ».
Fra Gaetano quando pregava singhiozzava come una colomba, piangeva cucù, cucù.
Fra Gaetano era stato pastore e carabiniere, si dette alla penitenza e vesti un saio paesano che aveva solo il ricordo di certe immaginette di santi antichi.
Mori, combattuto dai preti e dalla chiesa, dicono, in odore di santità, ma era un contadino, un profeta, dormiva con il capo sul sasso.
Fra Gaetano, detto l'eremita.
37.
Abriola Calvello.
Inaspettato, bosco di faggi, apre l'aria ai monti.
Abriola sarà vicina quando il bosco é finito, sulle montagne di un verde malato c'é la striscia della ferrovia[...]
[...]a.
— E come! — interrompe Pancrazio.
Gli lisciavo la barba: « Ma che tieni? Che ti senti? ». Si mise a piangere. Gli detti una sigaretta e tre gliele posi in tasca, cominciò a scherzare. Venne la Madre Superiora. « Vedi, le fai impaurire! » Mi disse all'orecchio una brutta parola delle suore, ma poi rise: era la prima volta che rideva. Si tirò il calzone sul ginocchio: « Che avete ? » chiedeva la Madre. «Una pulce! » si grattava sulla gamba di legno.
— Me ne andai che venisti tu: tutto calcolato, dovevo dormire per non scendere al Carmine, a casa. — Pancrazio, sfrattato, tiene una casa al convento disabitato in mezzo alla campagna.
— Avevi bevuto due litri ?
— Si e l'aggiunta. Dovevo prendermi il letto più comodo, sotto la luce e se vomitavo, gli dovevo distruggere le lenzuola.
— Ti hanno accompagnato le guardie ?
— Poveretti, sudavano a fontana. Be, scusa.
— Buon giorno.
— Buon giorno — rispondono tutti.
— Ieri sera mi dettero la quindicina — spiegò Pancrazio —. Fummo a bere da Fagiolo, lo tiene buono, un po' aceto, ma vecchio.
[...]
[...]vedevo un polipo nella bocca, le labbra si chiusero e negli occhi divenne quieto come un bue. — E grazie — mi disse riaprendo la bocca e affumandomi.
— Ragazzi — si alzò a correre per la camerata, con le braccia aperte voleva volare — Ragazzi, maledette galline!
Fui nuovamente ai miei amici che mi facevano da fratelli maggiori. Corse uno di loro al cancello a prendere la gavetta e il gavettino, la bacinella, dispose quei pezzi sulla mensola di legno: — Sono tuoi, sono qui.
— Sta a come piglia — dissero di me a un'altra branda.
Alle mie spalle giocavano a dama con le pedine verdi e rosse fatte di pane. Uno leggeva una cartolina, un altro era coricato, un altro ancora si fece presso di noi, aveva per mantello una coperta e mi chiese di leggergli la cronaca di provincia. Dovevo alzare la voce, fu allora che mi accorsi di altri gruppi: del rubagalline e altri alla finestra a fumare, cinque passeggiavano lestamente avanti indietro, i due saggi erano li, noi, all'altra finestra, alle brande. Quanti eravamo ?
Pareva un autobus il nostro came[...]