Brano: [...]Editori Riuniti) dalla quale l'A. legge i segreti e i pensieri nascosti di un popolo schiacciato e represso dalla dittatura e da una secolare letargia, una sorta di introversione (l'encoberto) , un'altra faccia della sua malinconia piú che della sua solitudine (la saudade), due concetti chiave della civiltà e della società portoghesi, ma animato anche da una infinita e costruttiva pazienza, da una volontà di emancipazione piú forte di quel lungo lavoro di interiorizzazione delle proprie frustrazioni cui sembrava averlo costretto la pratica dell'autocensura, esercitata per decenni anche solo per sopravvivere.
Le reazioni di MeyerClason, catapultato a Lisbona nella fase calante della dittatura di Salazar, colpita a morte dalla guerra coloniale che ha letteralmente dissanguato il paese, interessano certo per l'atteggiamento dell'intellettuale democratico (quanti direttori di istituti di cultura della Bundesrepublik citano Rosa Luxemburg?) che rappresenta una delle potenze egemoni dello schieramento atlantico in un paese in cui la dittatura è [...]
[...]egli deve operare e la curiosità che egli ha di conoscere a chi deve rivolgersi (un paese con il reddito piú basso d'Europa, meno di metà di quello italiano, il 33 per cento del reddito proveniente dall'agricoltura, con il 3 per cento del latifondo che controlla il 61,3 per cento della superficie coltivabile, con il 3040 per cento di analfabeti), perché, è la sua convinzione incrollabile ribadita contro il sabotaggio dei suoi collaboratori, « il lavoro culturale comincia con il modo di trattare la gente ».
Si può vedere il libro di MeyerClason appunto come la testimonianza di un democratico, ma anche come il documento di ciò che non deve essere una politica culturale, prima ancora di quello che essa può essere. Tutte le istruzioni che egli riceve parlano il catalogo delle cose proibite: la censura e l'autocensura, che nel caso specifico regnano nel Portogallo di Salazar e di Caetano, sono anche la legge della burocrazia del GoetheInstitut. Non cercare rischi, non correre pericoli, non sfidare nessuno, non cercare cattive compagnie, non esp[...]
[...]», nel quale pertanto non si può « fare altro che sciupare il tempo, dato che qui non lo si può mettere all'unisono con il fare... ». Che cosa fare dell'istituto germanico? « Un club privato per iniziati di lingua tedesca? ». Assecondare i consigli paternalistici? Ascoltare cerimonie ufficiali delle quali non vale serbare una sola parola? Ascolta e pensa: « In me avrete uno sul quale non potrete costruire ». E incomincia il suo paziente e tenace lavoro muovendo non dalle esigenze di rappresentanza della grande potenza che lo ha mandato a Lisbona ma ponendosi il problema di quali siano i bisogni da soddisfare del Gastland, proponendosi di ricercare il pubblico giusto nonostante i quaranta anni di dittatura. Gli intellettuali d'opposizione lo sollecitano, ricercano sedi esterne in cui discutere dei loro problemi, del loro futuro. Che cosa fare non per accrescere il credito della Bundesrepublik, ma per rispondere a ciò che interessa a voi, portoghesi: che cosa voi volete che la Bundesrepublik vi dia? Il rapporto rispetto alle prescrizioni uffi[...]
[...], proponendosi di ricercare il pubblico giusto nonostante i quaranta anni di dittatura. Gli intellettuali d'opposizione lo sollecitano, ricercano sedi esterne in cui discutere dei loro problemi, del loro futuro. Che cosa fare non per accrescere il credito della Bundesrepublik, ma per rispondere a ciò che interessa a voi, portoghesi: che cosa voi volete che la Bundesrepublik vi dia? Il rapporto rispetto alle prescrizioni ufficiali è rovesciato: « Lavoro culturale come movimento, come progresso nel senso letterale della parola, come mezzo di comprensione, come promozione di conoscenza ». Attraverso il contatto con la stampa,
NOTERELLE E SCHERMAGLIE 731
nella quale sono rifugiati gli intellettuali dell'opposizione, attraverso il tentativo di programmare insieme agli intellettuali del luogo, trasformare la sede in occasione di incontro, punto di riferimento di discussione, dare prestigio agli intellettuali del luogo presso un istituto straniero e quindi dare loro risonanza all'estero e all'interno, appoggiare in altre parole l'opposizione [...]