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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale La dittatura è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 148Entità Multimediali , di cui in selezione 29 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 726

Brano: [...]1933) e della crisi economica mondiale che aggravò le condizioni di vita, già precarie, delle masse urbane e contadine. A seguito della rivolta il potere fu assunto dal generale Alberto Herrera, capo dell’esercito, ma il 4.9.1933 il Direttorio degli studenti universitari con un gruppo di sergenti rivoluzionari destituì Herrera, dando vita a un governo rivoluzionario presieduto da fìamón Grau San Martin. Tra i sergenti c’era Fulgencio Batista.

La dittatura di Batista

Il governo Grau ebbe vita assai breve e il 14.1.1934 a causa delle pressioni americane, esso cadde. L’uomo forte degli U.S.A. divenne Batista. Posto a capo dell’esercito e della polizia, egli fu il vero padrone dell’isola, anche se non assunse immediatamente la carica di presidente, tenuta dai suoi uomini (il colonnello Carlos Mendieta, Miguel Mariano Gómez, Federico Laredo Bru). La dittatura di Batista, diretta dal 1940 al 1944 e dal 1952 al 1959, fu caratterizzata dal terrore, dalla corruzione, dalla malversazione e dall’ appoggio più totale allo sfruttamento americano dell’isola, divenendo uno degli esempi più tipici dei molti regimi militari sudamericani.

Nel dicembre 1941 Cuba entrò in guerra a fianco degli Alleati. La guerra creò nuove condizioni di lotta. Una nuova generazione, come dice lo storico cubano Fernando Portuondo, entrò nélla vita politica con un atteggiamento ideale e pratico profondamente diverso da quel

lo degli uomini politici dell’anteguerra, e sopratt[...]

[...]ro, cui si lavorò per più anni, fu proclamato nel dicembre 1955, ma si risolse in un disastro. D’altro canto anche l’azione terroristica o armata di piccoli gruppi, che aveva fatto le sue prove eroiche nell’assalto alla caserma Moncada, pareva non offrire prospettive. Questa era la situazio

ne quando il 2.12.1956 un gruppo di dodici uomini (Movimento del 26 luglio) guidati da Fidel Castro (v.), arrivò sulla Sierra per iniziare la lotta contro la dittatura di Batista.

La lotta rivoluzionaria

Gli inizi furono duri e terribili. Castro stesso riconobbe più tardi che quel gruppo non « conosceva un so

lo contadino » sulla Sierra Maestra. Ma in realtà si trattò di una forza enorme, perché catalizzò una situazione già rivoluzionaria, unendo movimenti e forze decisamente ostili alla tirannia: le organizzazioni studentesche, da sempre spina dorsale delle lotte democratiche; i sindacati e infine le masse contadine. Sulla base delle esperienze cinese e vietnamita, come racconta Che Guevara (v.), i «ribelli» puntarono immediatamente sul lavoro tra[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 256

Brano: [...]enne attuata una politica economica recessiva: a partire dal 1959 cessò di crescere il prodotto nazionale, furono ridotte le importazioni, colpiti i salari e smantellato lo Stato sociale. Tale processo raggiunse il culmine nel 1967, con l’avvento del governo di Jorge Pacheco Areco che completò

lo smantellamento dello Stato sociale e del liberalismo politico. Il conseguente malessere sociale sfociò in un duro scontro politico.

Dalla crisi alla dittatura

Per far fronte alla crisi del vecchio regime, emersero da sinistra due soluzioni, contando entrambe sull'appoggio della piccola borghesia radicaiizzata (soprattutto studenti e bancari) per estendersi poi ad altri settori sociali. La prima soluzione fu tentata dal Movimento di liberazione nazionale (M.L.N.) Tupamaros, un’organizzazione armata che acquistò rapidamente prestigio grazie ai suoi colpi contro il governo: la lotta raggiunse il culmine l’8.10. 1969, con l’occupazione di Pando, una cittadina ad appena 32 km da Montevideo. Ma, in seguito, la spirale delle repressioni e l’aggravarsi [...]

[...] ne arrogò le funzioni.

I sindacati e il Fronte Ampio che, in un primo tempo, si erano illusi

di poter contare su un settore “progressista” delle forze armate, risposero organizzando la resistenza civile e proclamando uno sciopero generale che durò 15 giorni. Il governo reagì sciogliendo i sindacati e arrestando dirigenti politici e sindacali. Al termine della prima settimana del luglio 1973 la resistenza popolare appariva ormai sconfitta. La dittatura militare affermò allora il principio generale che avrebbe guidato i successivi 11 anni di storia dell’Uruguay: sostenere l’accumulazione con l’uso di una medicina iperliberale, abitualmente chiamata monetarismo.

Com’è noto, “le misure di ritorno alle leggi naturali del l'economia” comportano specificamente: il ripristino deirequilibrio di bilancio e della bilancia esterna; la riduzione dei dazi doganali; la liberalizzazione dei prezzi e dei cambi; uno stretto controllo dei salari. Tutto ciò, nei paesi sottosviluppati, assume normalmente l’aspetto di una tutela statale sui sindacati e il di[...]

[...]llo 0,8%; nel 1983 addirittura del 10%. La disoccupazione triplicò. Si aprì così la fase di transizione verso un governo civile, dopo una dittatura militare che, per 8 anni, non aveva permesso l’uscita di alcun organo di stampa dissidente, non aveva legittimato alcuna forma di organizzazione sindacale né di associazione in difesa dei diritti dell’uomo; che aveva trasformato sevizie, tortura, rapimenti e assassini in normali strumenti di governo. La dittatura stessa non era però mai riuscita a zittire l'opposizione e questa, già nel novembre 1980, aveva respinto un progetto politico chiamato cronogramma, attraverso il quale i militari avrebbero voluto consolidarsi al potere con una nuova Costituzione ed eleggendo un presidente da loro stessi proposto.

Crisi della dittatura

Nel novembre 1982, ormai in piena recessione, l'opposizione ottenne I’80% dei voti nelle elezioni indette per scegliere i delegati alle convenzioni dei tre partiti ammessi dal governo. A ciò seguì un tentativo dei militari di far marcia indietro: nel maggio 1983 i generali rimisero in vigore il cronogramma, presentato come unica opzione possibile. Ma i partiti risposero (luglio 1983) con l’interruzione del “dialogo”.

In settembre si assistè alla prima, grande manifestazione indetta dall'opposizione con la parola d'ordine “Democrazia subito”, mentre nell'esercito cominciarono ad affronta[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 554

Brano: [...]divina » dell’imperatore. Nel febbraio 1936 si tennero le elezioni generali. Il partito Minseito, che aveva denunciato il pericolo di un fascismo giapponese, conseguì un inatteso successo. Il 26 febbraio, quattro giorni dopo l’annuncio dei risultati elettorali, gruppi di militari trucidarono la maggior parte dei ministri del governo appena costituito e portarono al potere l’esercito. Nel 1937 il Parlamento giapponese cessò infine di esistere.

La dittatura

È stato giustamente osservato che il fascismo giapponese ebbe alcune caratteristiche diverse da quelle del fascismo tedesco o italiano. La dittatura del grande capitale monopolistico e dei signori feudali non fu infatti espressa da un partito politico o comunque da un movimento organizzato su larghe basi di massa: essa trovò la sua migliore espressione in una casta burocratica e militare che riprese la tradizione samuraica ed ebbe il suo fulcro di potere intorno alla figura dell’imperatore. E fu attraverso questa casta che vennero esprimendosi anche le contraddizioni del

lo sviluppo monopolistico giapponese.

Le forze armate erano divise in diversi clan, derivati non solo da conflitti di competenze (tra esercito e marina, ad esempio)[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 145

Brano: [...]verio Nitti (23.6.191921.5.1920).

12.9: Gabriele D’Annunzio occupa Fiume.

1920

21.5: secondo «governo Nitti (21.5

15.6.1920)

15.6: quinto governo Giolitti (15.6.

19204.7.1921).

1921

4.7: governo di Ivanoe Bonomi (4.7.

192126.2.1922).

1922

26.2: governo di Luigi Facta (26.2

1.8.1922).

1.8: secondo governo Facta (1.831.

10.1922).

28.10: i fascisti marciano su Roma.

31.10: governo di Benito Mussolini. La dittatura fascista durerà 20 anni e 9 mesi, fino al 25.7.1943.

Per la cronologia dal 1919 al 1943 si veda la voce Fascismo.

Bibliografia essenziale: oltre a Benedetto Croce, Storia d’Italia dal 1871 al 1915 (I ed., Bari, 1928), si vedano: Leo Valianl, La lotta sociale e l'avvento della democrazia, in Storia d'Italia coordinata da Nino Valeri (Il ed., Torino, 1965, voi. IV, pp. 457651) e soprattutto G. Candeloro, Storia dell’Italia Moderna, Milano, 195674 (7 voli.). Si vedano anche: sulla politica estera, F. Chabod, Storia della politica estera italiana dal 1870 al 1896 (voi. I, « Le premesse », B[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 210

Brano: [...]l giornale Sozialdemokrat. Nel 1881 era a Londra, segretario di Federico Engels. Nel 1883 fondò a Stoccarda la rivista Die Neue Zeit (Tempi nuovi) che avrebbe diretto fino al 1917. Espulso dalla Germania (v.) negli anni della persecuzione contro i socialdemocratici, ritornò a Londra e vi soggiornò dal 1885 al 1888. Al Congresso di Erfurt (1420.10.1891) e per parecchi anni combattè contro il revisionismo di Bernstein, arrivando a pronunciarsi per la dittatura del proletariato, con la sua opera La via del potere (1908).

Il dissenso con Lenin

Insieme a Rudolf Hilferding e a Otto Bauer (v.), nel 1910 costituì nel Partito socialdemocratico tedesco il gruppo di centro che lottava contro i revisionisti, ma che nello stesso tempo era contro la sinistra.

Notevole, fino a quell’epoca, era stato il suo contributo al movimento operaio e alla divulgazione del marxismo. Ma dal 1914, con lo scoppio della prima guerra mondiale, il suo « centrismo » si accentuò fino a non distinguersi dal revisionismo che egli aveva sempre combattuto. Di fronte alla Rivo[...]

[...]ualche mese dopo.

Nei suoi scritti difese Trotzkil, Bucharln e tutte le vittime del processi dell’epoca di Stalin.

Delle sue numerose opere, tra le più Importanti si ricordano: Commenti al programma di Erfurt (1892); Il Parlamentarismo (1893); La questione agraria (1899); Bernstein e il programma socialista (1899); La rivoluzione sociale (1902); La via del potere (1908); L'Internazionale e la guerra (1915); Gli Stati Uniti d’Europa (1916); La dittatura del proletariato (1918); Le origini della guerra mondiale (1919); Terrorismo e comuniSmo

(1922); Parlamentarismo e democrazia (1922); La rivoluzione proletaria e il suo programma

(1923); La concezione del materialismo storico (1927).

Sul fascismo italiano

È di un certo interesse una lettera inviata da Kautsky a Filippo Turati nel maggio 1927: « Pare a me che, per il momento, la lotta più efficace contro li fascismo non può essere condotta che dalla emigrazione. Da sola, naturalmente, non basterà a rovesciarlo: questa non può essere che opera dell'Italia. Ma ho l’impressione che qu[...]

[...]ente la situazione è tale che l’enorme maggioranza dell'Internazionale considera politicamente Inammissibile anche soltanto la minima apparenza di tolleranza verso l’opinione che tu sostieni e se tu porrai ancora questa questione, oggi l’Internazionale socialista dovrà nettamente dichiarare che il tuo punto di vista verso delle sollevazioni spontanee In Russia è inammissibile nell’Internazionale ».

Kautsky rispose: « Non è il rovesciamento della dittatura in Russia, ma la sua ulteriore esistenza che costituisce una grande minaccia ed è nefasta a tutta la lotta liberatrice oggi condotta dal proletariato ». (Democrazia e dittatura, nella rivista « Der Kampf », 1933, fase. II).

Secondo K. la democrazia non è solo la via che porta al socialismo, ma un elemento essenziale del socialismo stesso: « La democrazia non è soltanto la strada che ci conduce allo scopo socialista, ma è anche una parte dello scopo stesso, poiché lo scopo non è soltanto il benessere, ma anche l'eguaglianza e la libertà di tutti. La democrazia è indissolubilmente legata .al[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 363

Brano: [...]dell’industria, Banca della Repubblica.

Nel contempo venivano aumentati i salari e diminuiti i prezzi degli affitti, dei medicinali e delle tariffe mediche. Insieme a provvedimenti ispirati a un’applicazione oltranzista dei principi del Corano (come la totale abolizione delle importazioni di alcoolici e carni suine) il governo ne varò altri chiaramente xenofobi, come la eliminazione dei caratteri latini perfino nelle segnalazioni stradali.

La dittatura militare fu chiaramente configurata nella conferenza stampa resa da El Gheddhafi il 22.2.1970: « [...] Non ci possono essere partiti dove c’è la rivoluzione perché essi la insidiano, compreso il partito comunista [...] All’inizio i militari volevano rendere il potere ai civili ” buoni ", dopo aver eliminato la corruzione. Poi, però, dato il sottosviluppo del paese, si sono resi conto che c'era il pericolo di abbandonare la Libia in preda alle lotte intestine, come in Irak, e hanno pensato di continuare a governare ancora per alcuni anni. Credo che siano sinceri su questo punto. Il fatto che s[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 433

Brano: [...]sta e le prospettive di un mutamento reso indispensabile dal precipitare degli eventi bellici e dagli umori minacciosi del paese.

Fin dai primi istanti successivi alla comunicazione agli italiani della caduta di Mussolini, il governo e le gerarchie militari ebbero cura di impedire drasticamente ogni processo al regime, ogni concreta affermazione di libertà riconquistata

da parte delle masse popolari e delle correnti politiche antifasciste. La dittatura militare si sostituì a quella fascista, lasciandone immutate le strutture e avversando con eguale durezza gli ideali di democrazia, di giustizia sociale e di pace che salivano dal profondo della società nazionale. Il 25.7.1943 rivelava insomma la caratteristica preminente di una soluzione preventiva della crisi del regime, concepita per salvarne i contenuti illiberali e, con essi, salvaguardare le prerogative e gli interessi consolidati attorno all’ordinamento totalitario.

Le manifestazioni di tripudio che l’annunzio della caduta del fascismo sollevò in tutta Italia, furono severamente con[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 114

Brano: [...]capo della Guardia nazionale il generale Anastasio Somoza (Tacho), a loro completamente asservito. Somoza infatti represse duramente i contadini e i sandinisti, facendo uccidere a tradimento lo stesso Sandino (1934). Poi, forte dell’appoggio americano, Somoza rovesciò Sacasa (1936) e si fece eleggere presidente (1937). Subito dopo impose una modifica della Costituzione (1938) che gli avrebbe garantito istituzionalmente il potere fino al 1946.

La dittatura somozista

Oltre che per il suo carattere reazionario e per la totale dipendenza dagli U.S.A., il regime somozista si caratterizzò per l’uso personale del potere politico che permise alla famiglia Somoza di impadronirsi di circa un quarto del paese. L’uso « sleale » del potere mise però in conflitto Somoza con le altre frazioni dell'oligarchia economica dominante, mentre la borghesia democratica si opponeva ai metodi autoritari di stampo fascista del nuovo regime. Seguirono così vari tentativi di colpo di stato, tutti sventati dalla Guardia nazionale, in Alternanza a intese di potere che ve[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 263

Brano: [...]imi anni del 1900, ancora giovanissimo, militò nella corrente intransigente del P.S.I.. Organizzò poi i lavoratori del libro nella C.d.L. di Palermo e li rappresentò nel Consiglio nazionale di categoria. Fu inoltre redattore del periodico La riscossa socialista.

Prese parte alla Prima guerra mondiale. NeH’immediato dopoguerra si impegnò nella costruzione del movimento sindacale palermitano. Nel

1919, sempre a Palermo, fondò il quindicinale La dittatura proletaria e divenne membro della Federazione regionale socialista. Nel maggio

1920, eletto segretario provinciale della F.I.O.M., partecipò al Congresso nazionale della categoria battendosi per l’abolizione del cottimo e degli straordinari. Tre mesi dopo guidò a Palermo l’occupazione delle fabbriche.

La notte del 14.10.1920, mentre rientrava da una riunione di partito, cadde vittima di un agguato. Contro l’efferato assassinio fu lanciato uno sciopero generale di protesta, cui seguì un imponente funerale.

Bibliografia: A. De Cenzo, Un martire: Orcel, in « Calendario del popolo », n. [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 404

Brano: [...]nti populisti che in quel periodo caratterizzavano il continente latinoamericano.

Fu emanata una nuova Costituzione (1940), ma questa non venne rispettata dal nuovo governante Morinigo (19401948), il quale peraltro favorì l’industrializzazione e l’espansione economica. Al grande movimento di protesta sociale e alla cospirazione militareliberale suscitati dal suo governo, Morìnigo rispose con sanguinose repressioni e nel 1954 l’esercito impose la dittatura di Alfredo Stroessner, tuttora al potere.

La dittatura

Oppresso dal regime dittatoriale del generale Stroessner, il Paraguay vive attualmente isolato nello stesso contesto latinoamericano, dominato da una ristrettissima classe oligarchicoterriera che continua a tenere in stato di soggezione e di miseria la grande maggioranza della popolazione. Un dato solo è sufficiente per dare un’idea della distribuzione della ricchezza nel paese: 185 latifondisti, tra cui alcune grandi società straniere, possiedono il 53% della terra; la statunitense Product Corporation ne possiede da sola 700.000 ettari. Inoltre il Paraguay è diventato uno dei più sicuri r[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine La dittatura, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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