Brano: [...]a dietro sé masse raggurdevoli della classe operaia e dei contadini del Biellese che fu una terra che dette uno dei maggiori contributi alla guerra partigiana. Il fatto è — ha insistito l'avv. Colla — che Moranino appartiene ad un partito dei maggiori e dei più combattuti nella attuale vita politica nazionale».
«E' naturale, quindi, che la difesa si rivolga ai giudici per dire ad essi che il nostro timore è che, qui, si voglia fare il processo alla Resistenza, più che a Francesco Moranino. Come è pure fondata la nostra preoccupazione che in questo processo si alterino i fatti, si impedisca la visuale giusta degli avvenimenti, si mutino gli aspetti psicologici della causa. Se non fosse per questi dubbi — ha proseguito il difensore — se non fosse per questi timori, non avremmo certo il bisogno di parlare di tentativi di processo alla Resistenza. Per comprenderlo, bisogna ancor più comprendere cosa sia la Resistenza ed allora si vedrà che non è gonfiando un episodio che si può snaturare un fatto storico nazionale. La Resistenza è la madre della Costituzione e la Costituzione è la Repubblica italiana: e la stessa vita della nazione. Per cui, offendere la Resistenza è offendere la Patria, l'ordinamento delle nostre leggi, la struttura democratica che la legge delle leggi — la Costituzione — impone alla attuale società italiana. Offendere la Resistenza significa offendere la libertà, quella libertà che crearono con Il proprio sacrificio i Gramsci, i Matteotti, i don Minzoni, gli Amendola, i Gobetti, don Vairo, trucidati alle spalle da un milite della repubblica di Salò, regolarmente amnistiato; significa offendere le decine di migliaia partigiani comunisti, socialisti, democristiani, repubblicani, azionisti e monarchici, caduti nella lotta».
Quanto all'atto di guerra, in rapporto colle modalità della imputazione, il senatore Colla ha fatto una precisa disamina, lamentando che nella sentenza di primo grado il preteso movente è lontano dal ve[...]
[...]ni comunisti, socialisti, democristiani, repubblicani, azionisti e monarchici, caduti nella lotta».
Quanto all'atto di guerra, in rapporto colle modalità della imputazione, il senatore Colla ha fatto una precisa disamina, lamentando che nella sentenza di primo grado il preteso movente è lontano dal vero, astratto e labile. E' gratuita l'affermazione di un contrasto tra formazioni inesistenti e le formazioni garibaldine, poiché tutta la storia della Resistenza è la invocazione e la risoluzione (In parte dei comunisti dell'Unità del movimento partigiano, della unità di tutti i politici, nel fine della vittoria sulle forze nazifasciste. La sproporzione delle forze era tale da non giustificare il movente, che, comunque, sarebbe stato sempre di natura bellica, poiché il fine era quello del rafforzamento delle forze partigiane. Riguardo all'atteggiamento contraddittorio di Francesco Moranino, il difensore ha spiegato che la negativa pareva la via più semplice ad un uomo contro il quale si acuivano gli odii politici e nel momento in cui le leggi emanate [...]