Brano: [...]ncreta varietà dei fenomeni religiosi della storia umana. È un movimento caratterizzato da mutue influenze fra scienze religiose diverse, e da singolari convergenze di orientamento pur nella varietà di indirizzi, di provenienze culturali, di metodi e di prospettive. Etnologi come Frobenius, Jensen, Malinowski, Leenhardt, storici e fenomenologi della religione come R. Otto, Hauer, van der Leeuw, Eliade, W. Otto, Kerényi, sociologi come LévyBruhl, LéviStrauss e Caillois, filosofi come Cassirer, Bergson, Machelard, Gusdorf, psicologi come Jung e Neumann, hanno inaugurato una valutazione della vita religiosa e del mito che, in netto contrasto con l’età precedente, è orientata verso il riconoscimento di profonde motivazioni esistenziali del « sacro », del « mitico », del « simbolico ». Ciò che sorprende di più in questa generale convergenza di indirizzi diversi verso un obiettivo tendenzialmente affine è che ad un certo momento entrano nel movimento, o ne appaiono comunque influenzate, anche tradizioni culturali che, per la loro provenienza e [...]
[...]i) basterà che l’azione simbolica sia considerata come la ripetizione di un atto archetipico, di un modello trascendente: allora, i'1 rifiuto di accettare il mero dato come tale si riplasmerà nella consacrazione dell’evento » (23).
(23) J. Cazeneuve, he rites et la condition humaine, Parigi 1958, p. 122 sg.18
ERNESTO DE MARTINO
Sul tema del « passo indietro » e del ritorno rituale di una situazione mitica iniziale si è soffermato anche LéviStrauss, che non ha mancato di sottolineare a questo proposito la omologia con la terapia psicoanalitica :
Curando il malato, lo sciamano offre al suo uditorio uno spettacolo. Quale spettacolo? A rischio di generalizzare imprudentemente certe osservazioni, diremo che questo spettacolo è sempre quello di una ripetizione, da parte dello sciamano, della chiamata, cioè della crisi iniziale che gli ha portato la rivelazione della propria condizione di sciamano. Ma la parola spettacolo non deve trarre in inganno. Lo sciamano non si contenta di riprodurre o di mimare certi eventi: egli li rivive e[...]
[...]l suo disturbo, prima di superarla definitivamente. In questo senso
lo sciamano è un « abreagente » professionale (24).
Con ciò si pone in tutta la sua ampiezza il problema della efficacia dei simboli miticorituali, non soltanto nel senso di un tornare e di un riprendere una situazione iniziale, ma anche in quello di raggiungere conflitti e disordini inconsci per la loro natura organica o anche semplicemente meccanica A questo argomento il LéviStrauss ha dedicato una interessante monografia, che prende spunto da un testo magicoreligioso proveniente dai Cuna del Panama, e pubblicato per la prima volta dal Wassen e dall’Holmer nel 1947 (25). L’incantesimo ha una destinazione specifica: viene impiegato esclusivamente per facilitare un parto difficile. Quando il caso lo richiede la levatrice va a chiamare lo sciamano, il quale si reca alla casa della partoriente e compie la propria opera accovacciandosi sotto l’amaca dove la partoriente giace, impegnata nel suo travaglio senza esito. Ora la struttura di questo incantesimo
(24) C. Lev[...]
[...] prima volta dal Wassen e dall’Holmer nel 1947 (25). L’incantesimo ha una destinazione specifica: viene impiegato esclusivamente per facilitare un parto difficile. Quando il caso lo richiede la levatrice va a chiamare lo sciamano, il quale si reca alla casa della partoriente e compie la propria opera accovacciandosi sotto l’amaca dove la partoriente giace, impegnata nel suo travaglio senza esito. Ora la struttura di questo incantesimo
(24) C. LeviStrauss, Anthropdogie structurcde, Parigi 1958, p. 199.
(25) Nils M. Holmer e Henry Wasser, Mulgcda or thè Way of Muu, a medicinesong jrom thè Cunas of Panama, Goteborg 1947. I Cuna furono diligentemente studiati dal Nordenskiòld, il quale ebbe modo di formare fra gli indigeni preziosi collaboratori: uno di essi, il vecchio Guillermo Haya, fece pervenire al successore di Nòrdenskiòld, Henry Wasser, il testo in quistione, redatto in lingua originale e accompagnato da una traduzione spagnuola, sottoposta poi ad una accurata revisione da parte dello Holmer.MITO, SCIENZE RELIGIOSE E CIVILTÀ MO[...]
[...]m al rallentatore, l’inizio della crisi, lo smarrimento della levatrice, la sua visita allo sciamano, la partenza di quest’ultimo per la capanna della partoriente, il suo arrivo. In altri termini la « cura » comincia con un «passo indietro» che riprende gli eventi di interesse retrospettivo e li descrive incisivamente con una incredibile dovizia di particolari, in modo da « ricominciare da capo », la vicenda complessiva. «Tutto accade — commenta LéviStrauss — come se l’officiante cercasse di ricondurre la malata (...) a rivivere in modo estremamente preciso e intenso una situazione iniziale, e a percepirne mentalmente i minimi particolari». A questa lunga introduzione segue il nucleo più propriamente mitico dell’incantesimo. Lo sciamano, aiutato dai suoi «spiriti adiutori », esegue il viaggio psichico fino alla sede di Muu, potenza responsabile della formazione del feto. Il presupposto mitico è che l’anima dell’utero abbia rubato l’anima della partoriente, e che la cura consiste nella ricerca e nel ritrovamento di quest’anima perduta: il [...]
[...]zione di Muu e a recuperare l’anima della partoriente. Ora la parte dell’incantesimo che narra l’agone sciamanistico contro Muu si mantiene constantemente fra simbolismo mitico e realismo fisiologico, con un continuo passaggio dall’uno all’altro piano, dalla descrizione simbolica di ciò che potremmo chiamare il paesaggio viscerale e il continuo riferimento alla realtà fisiologica del mondo uterino in travaglio. «È come se si trattasse — commenta LéviStrauss — di abolire nello spirito della malata la distinzione che separa (il piano mitico dal piano fisiologico), e di rendere impossibile la differenziazione dei loro rispettivi attributi » (26). L’incantesimo sembra proteso « a rendere chiaro ed accessibile al pensiero cosciente della partoriente la sede di sensazioni e di sofferenze ineffabili e dolorose » (27); lo sciamano « fornisce alla sua malata un linguaggio nel quale possono esprimersi immediatamente degli stati non formulati e altrimenti informulabili», ed è appunto questo pas
(26) LeviStrauss, op. citp. 213.
(27) Op. cit., p. [...]
[...]fisiologico), e di rendere impossibile la differenziazione dei loro rispettivi attributi » (26). L’incantesimo sembra proteso « a rendere chiaro ed accessibile al pensiero cosciente della partoriente la sede di sensazioni e di sofferenze ineffabili e dolorose » (27); lo sciamano « fornisce alla sua malata un linguaggio nel quale possono esprimersi immediatamente degli stati non formulati e altrimenti informulabili», ed è appunto questo pas
(26) LeviStrauss, op. citp. 213.
(27) Op. cit., p. 215.20
ERNESTO DE MARTINO
saggio alla espressione verbale che consente di rivivere in forma ordinata e intelligibile una esperienza attuale e che provoca lo sblocco del processo fisiologico (28). A questo punto LéviStrauss istituisce un paragone fra la tecnica psicoanalitica e questo tipo di tecnica sciamanistica :
...[Sia nel caso di trattamento psicoanalitico che di quello sciamanistico] ci si propone di condurre alla coscienza conflitti e resistenze rimaste sino allora inconsce, sia perché repressi, sia — come nel caso del parto — per la loro specifica natura, che non è psichica, ma organica o anche semplicemente meccanica. Nei due casi i conflitti e le resistenze si dissolvono non per la conoscenza, reale o supposta, che la malata ne acquista progressivamente, ma perché questa conoscenza rende pos[...]
[...]a, che non è psichica, ma organica o anche semplicemente meccanica. Nei due casi i conflitti e le resistenze si dissolvono non per la conoscenza, reale o supposta, che la malata ne acquista progressivamente, ma perché questa conoscenza rende possibile una esperienza specifica nel corso della quale i conflitti si realizzano in un ordine e su un piano che permette il loro libero svolgimento e conducono alla loro risoluzione (29),
A questo punto LéviStrauss istituisce però tutta una serie di differenze fra la tecnica psicoanalitica e la tecnica dell’incantesimo Cuna. La psicoanalisi ha per oggetto il trattamento di disturbi psichici, l'incantesimo Cuna tratta un disturbo organico. La cura psicoanalitica cerca di far rivivere al malato la situazione conflittuale che sottende un simbolo individuale, la cura sciamanistica impiega un mito sociale, che il malato riceve dall’esterno. Nella psicanalisi il malato parla, lo psicoanalista ascolta e guida, nella cura sciamanistica il malato ascolta, mentre lo sciamano parla: e mentre nel transfan ps[...]
[...]ta e guida, nella cura sciamanistica il malato ascolta, mentre lo sciamano parla: e mentre nel transfan psicoanalitico il malato fa parlare lo psicoanalista in lui, prestandogli sentimenti e intenzioni supposte, nell’incantesimo Cuna lo sciamano si riplasma per la malata nei modi del mito narrato, e diventa — parlando in simboli — l’eroe e il protagonista del conflitto, che la malata sperimenta a mezza strada fra mondo organico e mondo psichico. LéviStrauss non manca tuttavia di notare che questa ultima differenza si attenua quando si tengono presenti le tecniche di Desoille e di Mme Sechehaye (30).
È probabile che un psicanalista considererà come superficiali e ancora senza sufficiente base documentaria questi tentativi di stabilire un rapporto fra il « passo indietro » connesso alla iterazione rituale di un mito e il « passo indietro » che conduce alla abreazione nel senso psicoanalitico del termine : e del resto anche l’etnologo e lo storico delle religioni possono dal loro proprio punto di vista avanzare a questo proposito al
(28)[...]