Brano: [...]lla scientificità, data per implicita e scontata nel marxismo, oscurò la possibile visione di una organizzazione scientifica da costruirsi. Oggi, di fronte al quesito di come possa accadere che in una fabbrica sovietica, diretta da tecnici eccellenti, sollecitata politicamente, e dove l'operaio dá piena adesione al lavoro fino alle forze più « eroiche » di stakanovismo, la produttività sia più bassa che negli Stati Uniti (vedi ad es. rapporto di Krusciov pag. 117, per l'agricoltura) non si potrebbe che rispondere: mancanza di organizzazione scientifica.
L'ideologia si muoveva su due piani distinti: l'uno, altissimo depositario di valori fissi, l'altro molto terrestre, empirico, quotidiano. Sollecitatore della macchina era il Partito. Ed i funzionari di Partito, come oggi rileva chiaramente Krusciov, non erano certo dei competenti in tecnica organizzativa specifica (Krusciov li rimanda addirittura allo studio elementare dell'economia). E poiché l'organizzazione scientifica é l'unica possibilità di risolvere il problema degli incentivi senza ricorrere all'immediata pressione od al timore di rappresaglie o punizioni, la macchina staliniana, interpretando pessimisticamente il mondo produttivo, anziché mutarlo scientificamente, prese la strada dell'incentivo di pressione. Cosicché il Partito premeva sullo Stato e lo Stato sulle singole unità dipendenti. Pressione come strumento.
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E l'apparato di Partito e soprattutto dello Stato come « cinghie di[...]
[...]ormai esaurite le differenze di classe, la società sovietica, raggiunto un maggior benessere materiale ed una elevazione culturale, si fosse fatta cosciente della sua nuova misura.
Finito lo stalinismo, gli eredi hanno preso non poche contromisure che già stanno dando (le statistiche confermano) i loro frutti:
1) Dalle forme di « controllo » meramente sollecitativoautoritario si sta passando a forme di « controllo operativo». Dice, ad esempio, Krusciov a proposito dell'agricoltura: «Nel nostro Stato socialista tutto é determinato dai piani, che i colcos e i sovcos attuano in tempo, senza aspettare che gli addetti agli ammassi li sollecitino ». « Il controllo operativo degli ammassi deve essere invece affidato alle SMT e le centinaia di migliaia di addetti agli ammassi devono essere impiegati nella produzione » (« XX Congresso del PCUS », Atti, pag. 116). Il controllo sarà dunque affidato ad organi già impegnati nel processo tecnico. D'ora innanzi sarà
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chiaro che se il « controllo operativo » darà indici di pr[...]
[...]Si é cercato di dare maggiori compiti ai ministeri delle repubbliche federate. « L'esperienza é stata indubbiamente positiva: la direzione delle imprese é diventata più concreta, più operativa, l'iniziativa delle organizzazioni delle repubbliche, la loro responsabilità nell'attività industriale sono notevolmente aumentate. Occorre coordinare il lavoro in questa direzione, poiché ciò favorirà uno sviluppo ancora maggiore dell'iniziativa locale » (Krusciov, pag. 146).
3) Si sta studiando un primo coordinamento, un allacciamento più funzionale di rapporti fra pianificazione ed autonomia. « La pianificazione é un enorme vantaggio del sistema economico socialista ». Tuttavia « non si deve assolutamente esercitare, nei confronti delle repubbliche federate, una tutela meschina. Esse devono, nel quadro definito dei piani economici in tutta l'Unione, decidere autonomamente le questioni concrete concernenti lo sviluppo di questo o quel settore della loro economia » (Krusciov, pag. 148149). E ne seguono provvedimenti tecnici importanti, come quello deg[...]
[...]acciamento più funzionale di rapporti fra pianificazione ed autonomia. « La pianificazione é un enorme vantaggio del sistema economico socialista ». Tuttavia « non si deve assolutamente esercitare, nei confronti delle repubbliche federate, una tutela meschina. Esse devono, nel quadro definito dei piani economici in tutta l'Unione, decidere autonomamente le questioni concrete concernenti lo sviluppo di questo o quel settore della loro economia » (Krusciov, pag. 148149). E ne seguono provvedimenti tecnici importanti, come quello degli autofinanziamenti settore per settore, fabbrica per fabbrica.
4) Ne discende un primo passo verso la sburocratizzazione dello Stato con la rimozione di centinaia di migliaia di funzionari da cariche parassitarie (puri luoghi di trasmissione passiva del potere) per reinserirli nel processo produttivo. Mentre una parte della retribuzione dei tecnici e dei dirigenti d'azienda dipenderà direttamente dalla produttività del lavoro del settore loro affidato.
5) Pur confermando la necessità della priorità dell'industria[...]
[...] « il Comitato centrale ha invitato tutti i quadri del Partita, tutti i comunisti ad effettuare una svolta e ad affrontare le questioni della direzione concreta dell'edificazione economica, a farla finita con l'atteggiamento superficiale nei confronti dell'economia, ad intensificare lo studio della tecnica e dell'economia delle aziende industriali, dei colcos, della SMT e dei sovcos per dirigere il loro lavoro con profonda cognizione di causa » (Krusciov, pag. 172).
Di più, la rimunerazione dei funzionari di Partito sarà legata in una certa misura ai risultati ottenuti nella realizzazione del piano produttivo.
Questi punti, certo essenziali, esposti dal Congresso in un modo che può sembrare addirittura volutamente trasandato, possono dar luogo alle seguenti rispettive considerazioni:
1) Il passaggio dal « controllo autoritario » al « controllo operativo » segna il cessare del sistema meramente coercitivo del periodo staliniano. Ma il « controllo operativo » non può essere, a sua volta, che un termine di passaggio al raggiungimento del « co[...]
[...]riore ? Dal socialismo
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al comunismo ? La concezione staliniana era, come abbiamo prima accennato, basata su due cardini. Necessità del sistema centralistico della dittatura del proletariato per far fronte alla « latta di classe » prima, all'«accerchiamento capitalistico » poi.
Fin dal 1936 Stalin stesso chiariva essersi estinta ogni lotta di classe nell'URSS (e la Costituzione era la codificazione di questa vittoria), oggi Krusciov afferma: «si é formata sull'arena internazionale una vasta ' zona della pace ' che comprende, oltre i paesi socialisti, gli Stati non socialisti, europei e asiatici, amanti della pace. Questa zona abbraccia vaste estensioni del globo terrestre, sulle quali oggi vive un miliardo e mezzo di persone, vale a dire la maggior parte della popolazione del nostro pianeta » (Krusciov, pag. 30). Se non si può parlare ancora della fine dell'« accerchiamento capitalistico » sostituito da un « accerchiamento socialista », si può tuttavia osservare che l'URSS é circondata da paesi socialisti, che la sua influenza anche in molti paesi capitalistici é assai forte, che «la pace é in maggioranza ». Non si vede d'altra parte perché anche l'organizzazione dell'esercito, o un sistema di difesa in genere, non possa essere compatibile con la nuova articolazione dello Stato. L'esercito in un paese socialista non può essere, del resto, che un servizio generale fra gli altri. Ma la condiz[...]
[...]ttiva si è ridotta al minimo, mentre la funzione delle nostre organizzazioni e dei loro dirigenti é diventata decisiva, eccezionale. Che cosa significa questo ? Significa che oggi la responsabilità per le nostre lacune e per le insufficienze nel lavoro risiede nove volte su dieci non nelle cause ' oggettive ', ma in noi stessi e solo in noi stessi » (Q.d.L. pag. 205, vol. II, cit.).
Dunque le deficienze e le difficoltà erano ed ancor oggi (dice Krusciov: « nel paese vi sono ancora molte deficienze e una mancanza di organizzazione nella edificazione economica e culturale », pag. 195) sono dovute non più alla forza delle cose o dell'avversario, ma ad una ancora non completa organizzazione generale.
Ed il Partito ha ancora, come elemento dirigente, da assolvere per intero a questo compito. Ma non più sotto la forma sollecitativa, attivizzante, più o meno generica, (oggi decisamente condannata), ma in senso tecnico specifico. Il peso e l'insufficienza del Partito staliniano si rivelano qui: nell'essere strumento autoritario, di tutela e di cont[...]
[...] a manifestarsi con il linguaggio della vecchia, e perciò non è ancora interamente la nuova verità, ma l'esplicazione della sua potenzialità, il suo
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primo passo, l'antitesi, la negazione. Se i discorsi del XX Congresso ed i dialoghi in corso in URSS non sono l'espressione di una forma, seppur diversa, di stalinismo, ma una prima codificazione di una realtà di fatto, oggettiva, di una nuova impostazione sociale e di civiltà, Krusciov non ne è ancora il Platone, sebbene per qualche aspetto tenda ad esserlo, perché il nuovo assestamento della società sovietica deve passare oltre Krusciov ed il Comitato Centrale, ed essere una « costituzione collettiva » che si formuli dalla collaborazione generale degli operai, dei contadini, dei tecnici e dei filosofi dell'Unione Sovietica.
Allora anche i modi e il linguaggio della nuova verità socialista saranno diversi e sarà stato un diverso costume a nutrirli, a coltivarli.
L'ipotesi della posizione del XX Congresso codificatrice di una nuova realtà in movimento positivo scarta sia l'ipotesi del perdurare sotto altra veste dello stalinismo, sia quella secondo la quale il XX Congresso rivelerebbe bruscamente ed esprimerebbe la presenza [...]
[...] un esempio, poiché le minute proteste dei contadini, ancora legati ad una mentalità piccoloproprietaria, contro la pur vantaggiosa collettivizzazione della campagna non erano distinguibili dalle proposte dei contadini già responsabili e coscienti, per evitare errori ed introdurre miglioramenti nell'opera di collettivizzazione, l'unico sistema apparve (e di fatto per un lungo periodo fu) quello della unidirezionalità rigorosamente disciplinata.
Krusciov oggi, di fronte ad una deflessione produttiva in certi settori agricoli, manda là centinaia di migliaia di tecnici, non di semplici agitatori o uomini d'ordine. Il passo avanti é notevole: il tecnico non avrà solo una funzione di sollecitazione politica
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generica o di pressione, ma avvertirà i problemi reali, ,tenderà a risolverli. Siccome il contadino non avrà ragioni di principio da opporre, ma questioni particolari da affrontare, il conflitto o la protesta potranno felicemente essere conclusi (e lo sono, da quanto dicono le statistiche). Resta il problema di come evita[...]
[...]tieri, perché ciò comporterebbe una fatica inutile. È certo per tutti che la verità é la seconda.
Non è il caso di insistere troppo su questo argomento: vorremmo solo aggiungere che come ieri non credemmo, oggi non crediamo, se non ci saranno date incontrovertibili prove, che « gli imperialisti riponevano particolari speranze nel loro vecchio agente Beria, che si era perfidamente insinuato nei posti dirigenti del partito e dello Stato » (Relaz. Krusciov, pag. 16465), né, in ogni caso, che la sua eliminazione ed il modo di essa sia « una grande vittoria del Partito, una vittoria della sua direzione collegiale ». Al contrario. Pensiamo che Beria può aver commesso determinati errori politici, od anche colpe, ma dubitiamo di quella per cui sarebbe stato da sempre agente dell'imperialismo se, per tutta la guerra mondiale, egli fu il responsabile della sicurezza interna dell'URSS e, nell'URSS, finora nessuno aveva rilevato di non aver goduto pienamente di questa sicurezza. Pensiamo che i metodi epurativi di Stalin, che oggi gli si rimproverano, no[...]